MFF 69 - Last emperors

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40 | MFF-Magazine For Fashion

nelle Foto, a sinistra, due look dalla collezione eManuel ungaro per il prossiMo autunno-inverno 2013/14. sopra, Fausto puglisi nel backstage dello show

interview

FausTo puglisi

«LE kEYWORDS DI EMANUEL UNGARO SONO VICINE AL MIO MODO D’INTENDERE LA MODA. È STATO UN TEMERARIO, ERA INFINITAMENTE FRANCESE, QUINDI BORGHESE... UN GRANDE PIONIERE», HA SPIEGATO L’ENFANT PRODIGE ITALIANO AL DEBUTTO NELLA MAISON FRANCESE. Francesca Manuzzi

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rinacria Usa. Con la sua moda trasuda cultura di libertà a stelle e strisce e, da questa stagione, è chiamato a trasporla anche su Emanuel Ungaro. Il mélange di Hollywood e chic parisienne dipinge la nuova storia della griffe, oggi satellite dell’orbita Aeffe, grazie alla matita bold di Fausto Puglisi. Così rivive la Ungaro, a undici anni dal ritiro di Monsieur e un lungo albero genealogico. Dopo Giambattista Valli, Vincent Darré, Peter Dundas, Estrella Archs e Lindsay Lohan, Esteban Cortazar, Giles Deacon e Jeanne Labib-Lamour arriva lo star beater Puglisi con un crash di tessuti e fantasie ipervisive. Tra Los Angeles, Miami e Parigi. La nomina di Puglisi è il terzo step della strategia di diversificazione del gruppo di Massimo e Alberta Ferretti, che sta investendo sulle nuove leve. Un percorso iniziato con Cédric Charlier e proseguito con Nathalie Ratabesi da Philosophy come ha raccontato Ferretti, presidente del gruppo da 254 milioni di euro: «Fausto è riuscito a fare proprio il Dna della maison, offrendo una rilettura che lo proietta nel futuro. Scelta che conferma una potenziale crescita, considerando l’accoglienza della clientela internazionale, in particolare per gli accessori, con ordini in Italia e la ripresa degli Usa». Ma a parlare, sono state le valchirie, à la française, immaginate da Puglisi per la sua Ungaro. Come cambia la visione della collezione nel post sfilata? Quello che ha sfilato è il capitolo zero, un’intro alla mia storia da Emanuel Ungaro, in un tributo alla libertà e alla freschezza. Non mi aspetto ovazioni, posso avere fatto qualcosa che può piacere, come a molti non piacere. Ma in quattro parole è fresh, fresh, fresh, fresh. Non considerando il dilemma Ungaro non Ungaro, Emanuel non Emanuel, questo viaggio proseguirà verso la freschezza. Senza seguire le passerelle di New York, Milano e Parigi, ma rifacendosi alla devozione verso il colore, eliminando le pesantezze. Clean in modo glamour, traducendo quello che vedo, come in questo momento qui a Miami, con una macchina con la musica a palla che passa, il vento, il sole che brilla, gente bellissima e bruttissima. Senza tralasciare che Ungaro sia stato un riferimento per gli States, tra i marchi più venduti. Il primo abito della mia sfilata, monomanica giallo a pois, lo potrei vedere addosso a una ragazza per strada ora, o a Los Angeles. Libertà totale. Come solo gli americani sanno essere. Grassi, magri, vecchi, giovani, muscolosi. E questa sarà la forza della mia Ungaro. Very Ungaro, very Puglisi. Sempre perché la moda è un atto di pura passione, I do sex with fabrics. Poi, ho sempre in mente il modo tutto italiano di sedurre i clienti, Londra per la sua globalità e Cina, India e Brasile. Very Ungaro, very Puglisi… Assolutamente sì. Quando Massimo Ferretti mi ha chiamato, avevo ricevuto altre due proposte interessanti. Ma non ho avuti dubbi. Le keywords di Ungaro sono vicine al mio modo d’intendere la moda. È stato un temerario, era infinitamente francese, quindi borghese. Ma un grande pioniere, che accoppiava tessuti apparentemente contrastanti, come il principe di Galles con il pois e il leopardo, il fiore con il maschile o colori non armoniosi, un pugno nello stomaco, ma che indossati dalla donna giusta erano capolavori. Oggi esistono ancora muse come Anouk Aimée per Ungaro? Non ci sono più personaggi così forti. Di Michael Jackson e Madonna ne nasce uno ogni mille anni. Così come Anouk Aimée. Oggi modelle e attrici sono fragili. Di Naomi Campbell esiste solo Naomi, le altre sono insicure, arrivano a chiedere di essere citate sui giornali come The best of the world. Ma, pensando al mondo di Vogue, Emmanuel Alt, Franca Sozzani, Anna Wintour, sono donne stupende e diversissime, che possono ispirare il lavoro di un creativo. Così come Anna Dello Russo. Ma più che di muse preferirei parlare di libertà, da sfruttare per creare un proprio stile. Poi, vorrei vedere Ungaro addosso alle donne normali. Il mio compagno fa il dentista, oggi ha ricevuto un messaggio da una paziente che desiderava un mio pezzo e sono grandi soddisfazioni. Sono le stesse soddisfazioni che ha con la Fausto Puglisi? Puglisi è una realtà artigiano-industriale, un palazzo da costruire giorno dopo giorno. Emanuel Ungaro ha bisogno di una nuova dimensione, anche sotto il profilo commerciale, ma può contare su un’azienda come Aeffe, con fondamenta stabili. Per me è una prima, voglio rimanere con i piedi per terra, non fare il bambino capriccioso e l’azienda mi supporta. Con il presidente Ferretti c’è un dialogo continuo, così come con l’ufficio commerciale e la produzione. Poi, qualsiasi cosa io faccia devo vincere e l’obiettivo è essere felice di fare ciò che più desidero. È un sogno quello che sto vivendo, anche se devo essere un carro armato. Full translation at page 123


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