Cittadini & Salute Luglio 2010

Page 1



Editoriale La Regione taglia, i cittadini pagano Una discussione surreale quella sui tagli alla Sanità. Si vuole mettere in ginocchio l’attività privata per inseguire il falso risparmio. Evitare, quindi, di affrontare i problemi veri: eccessivo ricorso al ricovero, eccessiva presenza di cariche dirigenziali nelle ASL, totale assenza di programmazione. Con questi tagli la Regione limita sempre più la disponibilità di spesa per la prevenzione operata per lo più nei poliambulatori. Bisogna dire chiaro e tondo che questa pratica dei tagli con il macete comporta un costo in più per i cittadini. Infatti le strutture sanitarie con dei budget sempre più bassi, dovranno richiedere l’intera somma per le analisi, la risonanza, o altre visite diagnostiche. In altri termini lo Stato non paga più gran parte della prevenzione. Se questo è, i cittadini ne debbono essere informati. C’è crisi e la sentiamo tutti, ma con una seria programmazione e con degli interventi mirati si potrebbero avere risparmio e prestazioni sanitarie. Spesso le associazioni che rappresentano le strutture private vengono chiamate alla Regione per concordare delle azioni che portino risparmio. Si discute su vari interventi, ci si lascia con accordi verbali ma mai rispettati. Infatti ci siamo ritrovati con le tariffe delle analisi per i privati abbattuti del 20% a differenza del pubblico che costa la tariffa intera. Abbattimenti del budget di un ulteriore 4% che porta l’abbattimento totale dal 2006 ad oltre il 40%. Clamoroso esempio recente, l’abbattimento tout court della tariffa di alcune analisi del 60%. Provvedimento questo entrato in vigore il 1° luglio, ebbene il 15 luglio il Tar annulla senza pensarci su, questa Delibera ritenuta indifendibile dagli stessi avvocati regionali. Accanirsi su una categoria che nell’insieme esprime il 2% della spesa sanitaria e che è tanto utile e presente con la sua capillarità sul tutto il territorio regionale può essere la panacea alla voragine economica della Sanità Regionale? Ma soprattutto i cittadini respinti per esaurimento budget dovranno trovare assistenza nel pubblico, con quale spesa da parte del SSR? non si saprà mai! Molti sospettano che la spesa sia ben maggiore. Questi sono i temi. Su questo dovrebbero essere i cittadini in prima persona a decidere. Il Direttore Generale Mario Dionisi

www.cittad inies alut e.it

3

07●10

Cittadini & Salute

redazione@cittadiniesalute.it

Sommario 4 7 8 9

11 13 14 15 16 18 21

Droga: meno dipendenza più consumo

Il medico in azienda

Audit civico: il cittadino si sente solo

ASL RMG - bilancio

“Educarsi a mangiare bene”

Federalismo demaniale, questo sconosciuto

Disoccupazione all’8,7% in Italia

Vicino ai bambini malati

I teenagers compiono 60 anni

Rubrica Prevenzione & Salute. Estate: sole, vacanze e corretta alimentazione

La manovra taglia gli enti


4

07●10

Cittadini & Salute

redazione@cittadiniesalute.it

Inchiesta

Droga: meno dipendenza più consumo

di Federica Sciarratta IL MONDO DELLE TOSSICODIPENDENZE STA CAMBIANDO”. A DIRLO È DANIELA SPAZIANI, PSICHIATRA DEL SER.T. DI L’AQUILA NEL SUO INTERVENTO AL CONVEGNO DEL 25 LUGLIO SCORSO IN CUI HA DELINEATO IL QUADRO ATTUALE DELL’USO DI SOSTANZE E DELLA DEVIANZA SOCIALE CHE LE TOSSICODIPENDENZE ACCOMPAGNANO. “Il modello tradizionale del tossicodipendente si è modificato in questi ultimi anni: il tossicodipendente oggi è per lo più integrato nella società, ha una funzione e un ruolo sociale, non è più tanto percepito come “pericoloso”, anzi, ha raggiunto quasi una “normalizzazione” nelle apparenze, nei modi di fare e di inserirsi nel mondo del lavoro”, è la premessa di Spaziani. Ciò nel senso che il tossicodipendente oggi può essere anche l’impiegato in banca, il dirigente dal colletto bianco che, al di là delle serate di sballo, riesce a mantenere l’apparenza di persona socialmente integrata. A cambiare oggi, è anche il mercato degli stupefacenti. Le cronache riportano le conseguenze tragiche dell’uso di nuove sostanze che hanno quasi soppiantato eroina e cocaina ma hanno anche superato quel confine che prima c’era tra droga pesante e droga leggera. Tutte le droghe devono essere considerate “pesanti” e “pericolose”, ma spesso è bassa (o addirittura nulla), la percezione dei rischi e dei danni correlati. Nonostante le perplessità espresse dalla Spaziani, dalle ultime evidenze sull’andamento del fenomeno tossicodipendenza, risulta un trend in controtendenza rispetto agli anni precendenti. Infatti, dai dati del Dipartimento Nazionale Politiche Antidroga, emerge che nella popolazione generale tra i 15 e i 64

anni il numero totale dei consumatori (intendendo con questo termine sia quelli occasionali che con dipendenza da sostanze – uso quotidiano) è in diminuzione. Mentre nel 2008 la stima di consumatori era di 3 milioni 934 mila, nel 2010 è risultata essere di 2 milioni 924 mila, il 25% in meno. “Alcune delle risposte a questi dati – spiega Spaziani - sono da ritrovare nell’aumento degli interventi di prevenzione, nell’incremento della politica del contrasto che si sostanzia in maggior numero di sequestri di droga da parte delle forze dell’ordine. Ma un altro fattore che ha portato a questa riduzione potrebbe essere la crisi economica che determinerebbe una minore disponibilità di denaro con diminuzione della capacità di spesa; ciò si tradurrebbe forse in minor acquisto di droga da parte dei consumatori occasionali con possibile conversione verso consumi meno costosi. Verosimilmente oggi sembra diminuire il consumatore occasionale a fa-

vore di una stabilizzazione del consumo abituale di droga. La quota di contrazione nei consumatori occasionali è del 30% mentre dei consumatori dipendenti è del 10 %”. Ma ci sono anche altri fattori da valutare. E qui l’analisi di Spaziani inizia a individuare il fenomeno delle poliassunzioni (tendenza all’uso di cocktail di più sostanze insieme, stupefacenti e non) e il consumo per aree geografiche. “È diverso il consumo di sostanze tra nord, centro e sud Italia, ed è da segnalare, ad esempio, il ritorno della morfina per uso iniettivo in alcune zone del nord, come il Piemonte. Mentre un allarme lanciato dal Dipartimento Nazionale Politiche Antidroga è rappresentato dalle offerte di commercializzazione di sostanze illecite su internet con: presenza di farmacie online (vendita di farmaci senza prescrizione medica), presenza di online drugstore (acquisto di sostanze illecite, senza controlli), sviluppo di specifici fow ww.ci ttadi niesa lute.it


redazione@cittadiniesalute.it

Inchiesta rum, blog, chatroom, social network dedicati alla discussione sulle varie droghe, dove circolano informazioni e consigli circa il consumo e l’acquisto di sostanze (in maniera molto socializzata e socializzante). A rischio, pertanto, sono i giovanissimi che passano molto tempo su internet e possono venire in contatto con molti siti d’acquisto di sostanze apparentemente innocue. Un altro fattore da considerare è oggi l’enorme variabilità di droghe immesse sul mercato; ce ne sono di tutti i tipi, da quelle chimiche a quelle naturali; spesso si tratta di “droghe furbe” perché “sfuggono” agli organismi di controllo e ci vuole molto tempo perché siano schedate nelle tabelle degli stupefacenti. Ad esempio, oggi a cambiare rispetto al passato sono gli stessi cannabinoidi, in quanto il principio attivo (tetraidrocannabinolo) può essere molto più concentrato e quindi più “potente” e “dissociativo”, come nella droga chiamata “skunk” (“puzzola”, per il forte odore che emana). Altro fattore di rischio oggi è la comparsa di “cannabinoidi sintetici (JWH018, JWH073, JWH200)”. “Sono sostanze conosciute - spiega sempre Spaziani - con il nome di Spice e n-Joy e spesso vendute come miscele aromatizzanti o profumatori d'ambiente, insieme a catinone e mefedrone, da poco divenute ufficialmente sostanze poste sotto controllo”. Ma la caratteristica dei consumi riguarda anche l’uso improprio di sostanze perfettamente legali perché destinate ad altre applicazioni. “È in aumento – prosegue Daniela Spaziani – l’uso a fini di “sballo” di sostanze legali che troviamo comunemente in casa, come solventi, colle, smalti (considerate “droghe dei poveri”) e alcuni tipi di medicinali. Si registra, ad esempio, un uso improprio di ansiolitici (benzodiazepine), di buprenorfina e GHB. Inoltre la specialista di prevenzione e cura delle tossicodipendenze elenca anche i dati dei Ser.T. : “Nel report i tossicodipendenti con bisogno di trattamento (stimati) risultano essere www.cittad inies alut e.it

5

07●10

Cittadini & Salute

393.490 che rappresentano il 9,95/1000 dei residenti di età compresa tra i 15 e i 64 anni, di cui 216.000 per oppiacei e 178.000 per cocaina. Un altro dato rilevante è che anche rispetto al 2008 il numero dei tossicodipendenti in trattamento non è diminuito (168.364 nel 2009 contro 151.700 nel 2008). I soggetti che hanno richiesto per la prima volta un trattamento sono stati 33.984 (4%in meno rispetto al 2008) con un tempo medio di latenza stimato tra inizio uso e richiesta di primo trattamento di 5,5 anni (oscillante tra i 4 e gli 8 anni), differenziato da sostanza a sostanza. Ciò significa che non sempre ci si rende conto del problema in poco tempo e che si chiede aiuto con ritardo. L’età media dei nuovi utenti è circa 30 anni, con un arrivo ai Ser.T. più tardivo rispetto agli anni precedenti, con tutti i rischi che ne conseguono. Le sostanze primarie maggiormente utilizzate sono risultate essere: il 69% eroina, il 16% cocaina e il 9,3% cannabis. In calo l’assunzione per via iniettiva. Un triste primato in questo report è della regione Umbria con il più alto numero di decessi per overdose. Da non sottovalutare, inoltre, la sempre maggiore diffusione di altri tipi di dipendenze non meno pericolose: il gioco d’azzardo, l’internet addiction, lo shopping compulsivo”. Le droghe non sono scollegate alla fase economica nelle quali sono inserite e al circuito di moneta. “La crisi economica sembra aver portato alla diminuzione di droghe più costose, ma la diminuzione di disponibilità a spendere si ritiene abbia causato un aumento dell’uso di alcol del 18,2 per cento. L’alcol è una sostanza legale, se ne fa uso regolarmente a tavola (infatti è un componente essenziale della nostra dieta mediterranea), fa parte della nostra cultura ed è accettato socialmente. I dati dell’Istat ci dicono che ci sono 3 milioni di bevitori a rischio”. L’alcol fornisce un capitolo a parte sulle “dipendenze patologiche” sul quale non si ragiona mai con chiarezza. “In Italia si registra un milione di alco-

listi. È pericolosamente in crescita il numero di ragazzi che bevono alcolici, soprattutto fuori pasto. I primi abusi ormai si verificano a 11-12 anni. Innumerevoli sono i danni correlati all’alcol che ogni anno vengono calcolati a fatica. Si stima, infatti, che l’alcol causa il 10% di tutte le malattie, il 45% degli incidenti automobilistici, il 9% di invalidità o malattie croniche. L’assunzione di alcol anche nei luoghi di lavoro rappresenta un rischio aggiuntivo rispetto ad un rischio lavorativo preesistente. Su 1207 decessi per infortunio nel 2007 se ne sono verificati 342 su strada in occasione di lavoro e 287 in itinere. Le morti su strada rappresentano una vera emergenza della sanità pubblica”. Nei dati presentati da Daniela Spaziani emerge un fenomeno sociale di proporzioni drammatiche, di tale gravita che è difficile fare rapporti. E se opere di dissuasione e di repressione appaiono insufficienti, il legislatore dovrà farsi carico del problema così radicato socialmente e adottare nuovi provvedimenti. D’altro lato sarebbe necessario che tutti gli attori socio-sanitari, i Ser.T., le Comunità Terapeutiche, i Medici di Medicina Generale, le associazioni, il volontariato, le strutture sanitarie, nonché le famiglie, gli amministratori, le scuole, i mass media, costituissero una rete di alleanze per diffondere informazioni scientificamente corrette, per sensibilizzare, per elicitare consapevolezze, per esigere una più accurata regolamentazione in ambiti a rischio (es. giovani, guida, lavoro), per offrire interventi specifici a chi sta male. Il meta-obiettivo è quello di combattere la cultura degli eccessi e promuovere la cultura degli stili di vita sani e responsabili. Solo con un cambiamento di paradigma culturale di questo tipo si può tutelare la salute propria e quella della collettività, nonché affrontare il disagio e la sofferenza multidimensionale di una persona dipendente da sostanze che necessita di solidarietà ma anche di risposte terapeutiche mirate e competenti.



7

07●10

Cittadini & Salute

redazione@cittadiniesalute.it

Medicina del lavoro

Il medico in azienda

A

di Federica Sciarratta DISTANZA DI POCO PIÙ DI UN ANNO DAL TERREMOTO CHE HA SCOSSO LA CITTÀ DI L’AQUILA E CON ESSA L’INTERO PAESE, I DOCENTI, GLI STUDENTI DELLA SCUOLA DI SPECIALIZZAZIONE IN MEDICINA DEL LAVORO DELL’UNIVERSITÀ DI L’AQUILA in collaborazione con la Struttura Speciale Tutela della Salute e Sicurezza sul Lavoro della Giunta Regionale D’Abruzzo, si sono incontrati in un workshop tenutosi venerdì 25 giugno, organizzato con il patrocinio dell’Ordine dei Medici della Provincia dell’Aquila all’interno del Palazzo Ignazio Silone, sede della regione Abruzzo a L’Aquila. Un incontro a cui ha partecipato anche il Laboratorio Analisi Guidonia, sempre presente a sostegno della popolazione colpita attraverso il servizio di analisi cliniche a supporto del Laboratorio Biometron di L’Aquila nel campo di accoglienza Italtel 1. Una giornata dedicata alla medicina del lavoro e al ruolo del medico competente nelle aziende, ma anche occasione, insieme ad altri progetti, di dimostrare che la Città sta rinascendo ed è protagonista attiva delle questioni che, come in questo caso, riguardano le aziende ed i lavoratori. Il convegno è stata dunque un’opportunità di confronto tra professionisti del settore e un momento di discussione sulla possibilità di offrire un aiuto alle aziende messe in crisi dalle nuove norme dettate dall’Articolo 41 del Testo Unico. “Con l’arrivo delle nuove norme sulla sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro vengono richiesti degli standard sempre più elevati e certificati nell’ambito delle attività svolte sia dal responsabile della sicurezza che dal medico competente. A quest’ultimo infatti sono state date ultewww.cittad inies alut e.it

Helen Costanzi e Mario Dionisi del Laboratorio Analisi Guidonia

riori impegni tra cui quello di garantire l’assenza, per le attività lavorative a rischio, di abuso di alcol e droghe”. È stato il commento di Antonio Paoletti docente presso la Scuola di specializzazione di Medicina Lavoro “Questo aspetto innovativo della legge - spiega Paoletti - sta mettendo in difficoltà l’organizzazione, in quanto dalle sole analisi che hanno una valenza preventiva si è passati a delle analisi che hanno valenza medico legale. La persona che risulta positiva all’assunzione dei alcol e droghe, infatti, viene allontanato temporaneamente dal posto di lavoro. C’è quindi una grossa responsabilità. È chiaro che un laboratorio certificato può attenuare una serie di responsabilità al medico legale, in quanto, almeno sulla parte analitica, può fare affidamento su dei dati certi”. Ad aprire i lavori Helen Costanzi, Chimico e CTU in tossicologia clinica e fo-

rense del Laboratorio Analisi Guidonia, che ha spiegato come il monitoraggio biologico e le analisi cliniche devono essere eseguite da Laboratori Analisi certificati in quanto danno un giudizio di idoneità e devono evitare che il lavoratore con problemi di dipendenza da alcol o droga possa creare danni maggiori per sé e per gli altri. A seguire sono intervenuti Paolo Boscolo docente presso la Scuola specializzazione Medicina Lavoro dell’Università di Chieti, Mario Anaclerio medico legale e Domenico Pompei della SPSAL di L’Aquila. Interessante l’intervento di Daniela Spaziani responsabile del SER.T di L’Aquila, la quale ha messo in luce i dati in merito alle percentuali dell’assunzione di droga e alcol e il ruolo del Ser.T per la riabilitazione e la reintegrazione del lavoratore che ha problemi di tossicodipendenza o alcol dipendenza.


8

07●10

Cittadini & Salute

redazione@cittadiniesalute.it

Regione

Audit civico: il cittadino si sente solo

P

RESENTATI IL 13 LUGLIO A ROMA DA CITTADINANZATTIVA E TRIBUNALE DEI DIRITTI DEL MALATO I RISULTATI DELL’AUDIT CIVICO 2009/201O. Dallo studio emerge che troppo spesso il cittadino deve cavarsela da solo. Deve cercare ad esempio di comprendere qual è la procedura per accedere all’Assistenza Domiciliare, o quali sono i suoi diritti o ancora, qual è

il funzionamento e la regolamentazione del servizio di assistenza erogato dai medici di base e dai pediatri. L’Audit serve a valutare la qualità delle prestazioni delle aziende sanitarie locali e ospedaliere. Sono stati raccolti dati sull’accesso alle prestazioni, la tutela dei diritti, la personalizzazione delle cure, privacy e assistenza ai degenti e alle loro famiglie. Ma anche

qualità dell’informazione, logistica e sanitaria, comunicazione ed educazione, comfort, etc. Per quanto concerne la ASL RMG, l’indagine effettuata ha riguardato: il Distretto di Guidonia, la Struttura diurna di Zagarolo, il Centro di salute mentale e Sert di Subiaco. Per gli ospedali, invece: presidio di Palestrina, presidio di Subiaco. La ricerca di trasparenza rappresenta un passaggio indispensabile. Oltre al piano di rientro siglato con il Governo, la Regione ha dovuto portare le aliquote di tassazione ai massimi livelli, oltre a dover imporre quote di compartecipazione alla spesa sanitaria (ticket) sulla diagnostica e sulla farmaceutica. In aggiunta a tali misure gravissime di natura strutturale, vi sono gli “effetti collaterali”: la diminuzione dell’offerta dei servizi sanitari pubblici. La vera emergenza nella nostra regione, è l’assistenza domiciliare. Non esistono nei giorni festivi servizi domiciliari pubblici e nel caso di una banale emergenza le possibilità che si hanno sono due: andare al Pronto Soccorso chiamando un’ambulanza oppure ricorrere ad alternative onerose pagando la prestazione. Attualmente i principali attori dei servizi di “prossimità” sul territorio (il medico di famiglia, il pediatria, gli specialisti ambulatoriali, la guardia medica, i servizi di competenza delle ASL, i CAD, etc.), agiscono per compartimenti stagni e con obiettivi di categoria, provocando nel cittadino una percezione di frammentazione e di “disorganizzazione” dell’intero sistema sanitario”. L’eccellenza convive accanto all’inefficienza e il diritto dei cittadini ad usufruire di servizi di qualità dipende paradossalmente dal territorio di residenza. Michela Maggiani w ww.ci ttadi niesa lute.it


9

07●10

Cittadini & Salute

redazione@cittadiniesalute.it

Regione

ASL RMG - bilancio

A

SL RMG, SI È CHIUSA UN’EPOCA. QUALI E QUANTI I LAVORI FATTI? DA MENO DI UN MESE IL DIRETTORE GENERALE GIOVANNI DI PILLA HA LASCIATO L’INCARICO PER SCADENZA DI CONTRATTO. AL SUO POSTO IL DIRETTORE SANITARIO UGO GREMIGNI (F.F.) E IN REGIONE ANCORA NULLA SI MUOVE. In questi ultimi cinque anno la sanità laziale ha attraversato e sta attraversando una crisi senza precedenti. Per quanto riguarda la ASL RMG in questi cinque anni qualcosa forse si è mosso. Le Strutture Distrettuali Territoriali, poi, erano tutte in uno stato di degrado e fatiscenza avanzata. I consultori e i Sert erano marginalizzati insieme alle loro attività e alle loro utenze. L’obiettivo di allora era quindi la riconversione degli ospedali in strutture territoriali e di riqualificare l’offerta ospedaliera ristrutturando e riorganizzando quelli che restavano. D’accordo con la Regione è stato approvato un piano strategico secondo le indicazioni della Conferenza dei Servizi tenuta nel 2006. Valmontone è diventato un poliambulatorio diagnostico-polispecialistico, Zagarolo una struttura Distrettuale (sede centrale dell’URP aziendale). A Palombara l’ex Ospedale è stato convertito in Casa della Salute con un consultorio, il Centro di Salute Mentale, le attività ambulatoriali, il Punto Unico di Accesso e il reparto a gestione infermieristica. A Monterotondo, si attende il nuovo ospedale. Sempre nell’ultimo quinquennio è stato ristrutturato il distretto di Tivoli. Distribuito su una superficie di 600 mq, disponeva di sole tre sale visita con www.cittad inies alut e.it

una capacità di accoglienza per un massimo di otto pazienti. Il neonato DEA dispone di una superficie di oltre 1200 mq, più del doppio rispetto a quella precedente, di una sala attesa più ampia, dotata di un ingresso per deambulanti e parenti separata dall’entrata per pazienti in barella. È stata creata una zona “triage”, nel rispetto delle recenti disposizioni sull’attività d’accoglienza e con una continua rivalutazione dei pazienti presenti, sei postazioni barellate dotate di erogatore d’ossigeno e possibilità di monitorizzazione. Postazione visita per codici bianchi e verdi. Una zona Pronto Soccorso con due sale visita ognuna con tre/quattro postazioni con erogatore d’ossigeno, nelle quali si effettuerà l’attività per i codici gialli. Una sala per lo stazionamento dei pazienti in attesa della definizione del loro caso clinico con sei posti barella, ossigeno e monitor. Una

sala visita pediatrica per lo stazionamento dei bambini in attesa di consulenza specialistica. Una sala emergenza per codici rossi, con due postazioni dotate di respiratore automatico, monitor defibrillatore e pacing. Attiguo ascensore dedicato al trasporto urgente per pazienti critici nel reparto rianimazione, UTIC e sale operatorie. Il Reparto di Osservazione Breve ore è composto da tre sale degenza con un totale di 9/12 posti letto con ossigeno e monitorizzazione. Due sale degenza a pressione negativa dedicate all’isolamento di pazienti con patologia infettiva in attesa di trasferimento ai reparti specialistici. A causa però dei forti tagli e della crisi evidente della sanità nazionale, il personale è in forte carenza e le strutture risultano ancora insufficienti per fronteggiare le esigenze di una popolazione numerosissima. M. M.



11

07●10

Cittadini & Salute

redazione@cittadiniesalute.it

Italian Hospital Group

CENTRALINO 0774 38.61 FAX 0774 38.61.04 188, Via Tiburtina 00012 Guidonia (RM) www.italianhospitalgroup.it

Poliambulatorio Italian Hospital Group Via Tiburtina, 118

“Educarsi a mangiare bene” Ambulatorio di educazione Alimentare Dr.ssa Alessandra Gervasi – Dietista Italian Hospital Group

Premessa Mangiare è indispensabile per vivere, ma saper mangiare migliora lo stile di vita. Un’alimentazione sana è rappresentata dalla capacità di saper accostare gli alimenti per facilitare i processi metabolici dell’organismo, con giovamento anche per la salute. Tuttavia, lo stile di vita, i ritmi quotidiani ed i costumi tipici della cosiddetta Società del “benessere”, sempre più difficilmente favoriscono un atteggiamento “sano” nei confronti del cibo. Infatti, il nostro Sistema Sanitario si trova ad affrontare – ed i dati sono allarmanti - un crescente aumento dei “disagi” legati ad una scorretta alimentazione, soprattutto in fasce sempre più giovani di popolazione: obesità e Disturbi del Comportamento Alimentare, quali anoressia e bulimia, sono diventati, negli ultimi 20 anni, una vera e propria emergenza sanitaria. Per queste, è oltremodo necessario promuovere programmi diretti a migliorare le conoscenze e le capacità comportamentali della comunità, attuando un processo articolato di interventi. I messaggi “promozionali” da soli non sono in grado di cambiare atteggiamenti e comportamenti, ma possono sensibilizzare e costituire un momento di riflessione. Ecco perché in questi anni la figura professionale del Dietista è stata particolarmente rivalutata ed è andata coprire ruoli importanti: • organizzare e coordinare le attività specifiche relative all'alimentazione in generale e alla dietetica in particolare; • collaborare con gli organi preposti alla tutela dell’aspetto igienico sanitario del servizio di alimentazione; • elaborare, formulare ed attuare le diete prescritte dal medico; • collaborare con altre figure professionali al trattamento multidisciplinare dei disturbi del comportamento alimentare; • studiare ed elaborare la composizione di razioni alimentari atte a soddisfare i bisogni nutrizionali di gruppi di popolazione e pianificare l’organizzazione dei servizi di alimentazione di comunità di sani e di malati; • attività didattico-educativa e di informazione finalizzate alla diffusione di principi di alimentazione corretta, tale da consentire il recupero e il mantenimento di un buono stato di salute del singolo, di collettività e di gruppi di popolazione; • attività professionale in strutture sanitarie, pubbliche e private, in rapporto di dipendenza o libero-professionale. www.cittad inies alut e.it

Scopo dell’ambulatorio Scopo del progetto di “Educazione alimentare” attivato presso l’Ambulatorio della I.H.G. è sensibilizzare e promuovere la cultura della nutrizione e della prevenzione di alcune patologie attraverso una corretta alimentazione. Imparare a conoscere gli alimenti e a combinarli in modo adeguato fa sì che si possa mangiare di tutto senza privazioni, né di sapori né, tantomeno, di elementi nutrizionali. È importante sapere che cosa mangiamo, cosa contengono i cibi, come regolarci a tavola, oltre a non dimenticare mai che per tenersi in forma e stare meglio, è indispensabile una discreta e costante attività fisica. ATTIVITÀ DELL’AMBULATORIO • ANAMNESI CLINICA E NUTRIZIONALE (storia clinica, storia del peso, abitudini alimentari) • VALUTAZIONE ANTROPOMETRICA (rilevazione del peso, altezza, indice di massa corporea, circonferenze) • VALUTAZIONE DELLACOMPOSIZIONE CORPOREA (stima della massa grassa attraverso bioimpedenziometria) • COUNSELLING NUTRIZIONALE (individuazione degli errori nutrizionali comportamentali, pianificazione degli obiettivi) • SCHEMI DIETETICI PERSONALIZZATI (per condizioni fisiologiche e patologiche) • CONTROLLI PERIODICI A LUNGO TERMINE I principali errori nutrizionali che spesso si riscontrano sono: 1. Eccesso calorico rispetto al reale fabbisogno 2. Colazione inesistente o non corretta 3. Errata suddivisione delle calorie durante la giornata 4. Consumo di alimenti troppo energetici e poco nutritivi 5. Consumo di alimenti ricchi di protidi e lipidi di origine animale (formaggio, carne) e carboidrati ad alto indice glicemico (patate, succhi di frutta, snacks) 6. Carenza di fibre e proteine vegetali (frutta, verdura, cereali integrali, legumi) e pesce 7. Abitudine alla frequenza dei fast-food 8. Abitudine al consumo dei pasti davanti alla televisione, contribuisce all’insorgenza del soprappeso 9. Stile di vita sedentario, assenza di attività sportiva



13

07●10

Cittadini & Salute

redazione@cittadiniesalute.it

Speciale

Federalismo demaniale, questo sconosciuto

P

ASSAGGIO DI COMPETENZE E FUNZIONI IN MATERIA DI GESTIONE DEI BENI DELLO STATO, DALLO STATO STESSO ALLE REGIONI. IN QUESTE POCHE PAROLE C’È IL SUNTO DI QUELLO CHE È IL FEDERALISMO DEMANIALE, costituente un fenomeno accessorio della grande riforma di federalismo fiscale voluta dal Governo, ma anche previsto in Italia dall’art. 119 della Costituzione e quindi recentemente attuato mediante la legge 5 maggio 2009, n. 42, recante “Delega al Governo in materia di federalismo fiscale, in attuazione dell’articolo 119 della Costituzione”. In buona sostanza, la proprietà e la gestione di aree che sono appartenute all’Agenzia per Demanio (isole, spiagge, porti, fari, ville, palazzi ecc.) passa alla gestione diretta della Regione dov’esse si trovano. Quindi abbiamo il trasferimento di competenze dell’Archivio di Stato di Trieste alla Regione Friuli Venezia Giulia, degli isolotti di Caprera alla Regione Sardegna, dell’area del mercato romano di Porta Portese e l’Idroscalo di Ostia, teatro dell’assassinio di Pier Paolo Pasolini, insieme al Museo di Villa Giulia, all’Isola di Ventotene e a Villa Gregoriana di Tivoli alla Regione Lazio e così via. Tanti pezzi d’Italia, dalle vette dolomitiche alla Sicilia che vanno cedute agli enti locali, con lo scopo ben preciso valorizzarli e di salvaguardarli dall’incuria e dall’abbandono nei quali alcuni di questi versano. La cessione dei beni alle autonomie locali è a titolo gratuito, e Regioni, Province e Comuni, potranno “alienare” ovvero vendere o affittare o dare in gestione, come previsto dal decreto, i beni in questione a terzi (soggetti privati, enti, associazioni ecc.), con condizione unica che gli introiti dovuti all’evenwww.cittad inies alut e.it

tuale alienazione vadano a coprire il debito delle Regioni stesse. Questo particolare punto del decreto, ha scatenato fortissime polemiche circa la possibilità che questi beni quindi possano arrivare ad esser preda di appetiti speculativi. Levata di scudi quindi tra le opposizioni, ma anche tra molti soggetti che si adoperano per la difesa del territorio e dell’Ambiente. Tra gli scettici si annoverano, Wwf Itali e FAI (Fondo Ambiente Italia) che invitano il Presidente della Repubblica “a vigilare affinché questo decreto non sia viatico per nuove forme di cementificazione e speculazioni edilizie”. Legambiente parla di “Anticamera alla svendita del Belpaese” Durissimi Verdi e Movimento Cinque Stelle di Grillo. I primi per bocca di Angelo Bonelli, Presidente Nazionale della Federazione, affermano che “che in tutt’Italia viene messo in vendita con la contestuale possibilità di “variante urbani-

stica” per l’edificabilità un milione di ettari di terreno agricolo demaniale. Traduzione: milioni e milioni di metri cubi di cemento.” Il Movimento di Grillo definisce “Una porcata ai danni dell’Italia e a beneficio dei costruttori” tale decreto. Di “grandi opportunità per gli enti locali, in maniera particolare per Roma che ha la sua occasione di riqualificazione di molte aree che verranno restituite alla comunità” - parla invece il Sindaco di Roma Gianni Alemanno. “Il fatto che pezzi così famosi delle Dolomiti, dichiarate tra l'altro patrimonio mondiale dell'umanità, ritornino alle loro comunità riporta all'espressione più volta usata dal presidente Napolitano, che è responsabilità. Consapevolezza e responsabilità ci serviranno per gestire nel miglior modo possibile,quello che è senza dubbio un patrimonio culturale ed economico”, ha affermato invece il Governatore del Veneto Luca Zaia. Daniele Crescenzi


14

07●10

Cittadini & Salute

redazione@cittadiniesalute.it

Speciale lavoro

Disoccupazione all’8,7% in Italia

U

N TASSO DI DISOCCUPAZIONE ALL’8,7% CON PUNTE CHE ARRIVANO A SFIORARE IL 30% TRA I GIOVANI DI ETÀ COMPRESA TRA I 18 E I 25 ANNI. UN QUADRO TRISTE, UN DATO MAI COSÌ IN BASSO DAL 2004, QUELLO CHE L’ISTAT HA ILLUSTRATO RIGUARDO L’ANNO PASSATO E CHE RECENTEMENTE HA DIFFUSO, sottolineando anche che il rapporto tra il deficit e il Pil dell'Italia è stata pari al 5,3%, superiore a quello registrato nell'anno precedente, inferiore addirittura al 3%. L’Istat ha reso noto inoltre che il debito pubblico è volato a quota 115,8% al termine del 2009, sulla base dell’ultime stime elaborate dalla Banca d’Italia che indicavano un debito a 1.761,191 miliardi di euro. La pressione fiscale è aumentata di un decimo di punto nel 2008 attestandosi al 42,9%. Il Governo assicura che i dati italiani sono al di sotto della media eu-

ropea. Tuttavia la rilevazione non lascia dubbi: la crisi in Italia c’è e non è passata, come molti speravano. Ed investe tutti i settori: dalla pubblica amministrazione al commercio, dalla sanità alle scuole, passando per telecomunicazioni, trasporti, industria, turismo. Il passivo non risparmia nessuno. Ma analizziamo la situazione caso per caso. Cominciando dai giovani. Il tasso di disoccupazione giovanile a maggio è salito al 29,2% dal 29,1% di aprile, con un aumento di 0,2 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 4,7 punti percentuali rispetto a maggio 2009. Le donne senza occupazione risultano pari al 10,1%, in aumento rispetto ad aprile e rispetto a maggio 2009 (+1,2 punti percentuali). Invece il tasso di disoccupazione maschile si attesta al 7,7%, stabile rispetto ad aprile e in aumento rispetto a maggio 2009. Nella Regione Lazio nel solo ultimo anno sono andati perduti 5.832 posti di lavoro nel

solo comparto edile. Il comparto che ha risentito di più la crisi è quello edile. Per Confindustria nel biennio passato sono andati perduti 530.000 posti di lavoro, mentre 335.000 lavoratori sono stati messi in cassa integrazione. Sempre Confindustria afferma che nel primo trimestre del 2010, i lavoratori in cassa integrazione in tutta Italia hanno raggiunto le 460 mila unità. Nel ricco Veneto, dall’inizio della crisi sono andati perduti 120 mila posti di lavoro dall’inizio della crisi, mentre in Campania 35.000 persone hanno perso il posto di lavoro nei soli primi tre mesi del 2010. Nel 2009 l’altra ricca regione italiana, la Lombardia ha visto la perdita di 51.000 posti di lavoro su vari settori, in primis quello agricolo, seguito dal comparto industriale e a seguire i servizi bancari e assicurativi e settore trasporti. L’anno che verrà non si prevede migliore: altre 246.000 persone potrebbero trovarsi senza posto di lavoro, secondo sempre le stime di Confindustria ed un altro mezzo milione di persone costretto alla cassa integrazione. L’Italia rispetto ad altri paesi europei, sta leggermente meglio (il tasso di disoccupazione in Gran Bretagna è al 9,5%, in Francia al 9,8% ed in Spagna quasi al 18%) un po’ peggio della Germania (7,7%) ma il dato che preoccupa riguarda proprio i giovani, quelli più penalizzati proprio in Italia, dove si fa fatica di più a trovare il primo impiego e molta meno a perderlo, quando lo si è trovato. Di fronte alla media della disoccupazione giovanile europea (19,9%) la situazione italiana, rattrista molto, e pare sempre di più dalle statistiche che questo nostro Belpaese, non è un paese per giovani. Daniele Crescenzi w ww.ci ttadi niesa lute.it


15

07●10

Cittadini & Salute

redazione@cittadiniesalute.it

Storie in corsia

Vicino ai bambini malati

I

di Michela Maggiani

L REPARTO DI PEDIATRIA DELL’OSPEDALE PARODI DELFINO DI COLLEFERRO SI TINGE DI MILLE COLORI. DONATI, INFATTI, DAI RAGAZZI DELLA SCUOLA MEDIA LEONARDO DA VINCI TANTI PANNELLI COLORATI PER RENDERE MENO TRISTE IL SOGGIORNO OSPEDALIERO DEI PIÙ PICCOLI. “L’idea è nata per caso - racconta Maria Cristina Volpicelli, insegnante responsabile del progetto - A Natale ho dovuto portare i miei due piccoli all’ospedale per curare una forma di gastroenterite acuta. Mi sono accorta che, nonostante le pareti del reparto fossero state ridipinte e che tutto era tenuto nel massimo ordine, mancava un po’ di colore e di allegria. Ho proposto alla preside della mia scuola, Anna Navarra, di poter procedere con un progetto che vedesse coinvolti i ragazzi della 2C, classe molto vivace, per la realizzazione di pannelli colorati da donare al reparto. Non mi aspettavo certamente tale e tanto impegno. Ho applicato con i miei studenti il metodo della coopetizione, cooperazione e competizione. Mi sono accorta che il loro problema principale era la mancanza di fiducia nei propri mezzi. Questo progetto ha dato sollievo ai bambini del reparto ma soprattutto ha insegnato ai ragazzi la fiducia in sé stessi, la capacità di rispettare le consegne e lavorare per obiettivi. Hanno lavorato in gruppo, scelto le immagini e riprodotte in scala. Abbiamo realizzato quattro pannelli grandi, due medi e due più piccoli”. I disegni però non sono le sole cose che il reparto ha ricevuto in questi anni. Sempre nel mese di giugno l’Associazione “Amici per la solidarietà” di Collewww.cittad inies alut e.it

ferro, utilizzando i proventi di uno spettacolo di beneficienza tenutosi nell’aprile scorso presso il teatro Vittorio Veneto, ha donato un elettrocardiografo pediatrico ed un aspiratore pediatrico. Apparecchi indispensabili per agevolare il lavoro che si svolge nell’importante struttura sanitaria, “Come reparto e come persone abbiamo gradito moltissimo le donazioni

ricevute - dice Anna Maria Capezzone, primario del reparto di pediatria (F.F.) Ci siamo accorti nel tempo di avere molti amici che ci sostengono. Abbiamo ricevuto oltre ai pannelli ed agli strumenti medici tante altre cose, tra cui anche i condizionatori. Questo significa che la cittadinanza riconosce l’importanza del lavoro che svolgiamo. Tutto ciò è molto importante soprattutto in un momento di grande difficoltà economica per la sanità, non solo regionale ma anche nazionale. La preside della scuola ha mostrato l’intenzione e la volontà di proseguire con questa iniziativa. I ragazzi erano entusiasti e felici. Il loro dono assume ancora più valore perché proveniente proprio dai giovani in fascia critica. È importante essere solidali e cercare ognuno a modo proprio di alleviare i dolori e le sofferenze altrui”.


16

07●10

Cittadini & Salute

redazione@cittadiniesalute.it

Giovani

I teenagers compiono 60 anni di Federica Sciarratta

B

AMBOCCIONI, MAMMONI E STUDENTI A VITA. QUESTI SONO GLI APPELLATIVI CHE MOLTO SPESSO VENGONO USATI PER DESCRIVERE I GIOVANI DI OGGI. Ma a spezzare una lancia a favore dei giovani è proprio l’ultimo Rapporto Annuale dell'Istat, diffuso lo scorso 2 luglio e dedicato alla crisi ecoGli hippie nomica che vede questi come la categoria più penalizzata. Vengono assunti con contratti a termine o di collaborazione, non possono chiedere un mutuo e non versano i contributi per quando saranno vecchi. Il risultato è ben risaputo: i ragazzi e ragazze che prolungano artificialmente l’adolescenza, non tirano su famiglia e rimangono a casa con i genitori. Ma il giovane è riconosciuto un problema sociale fin quando è identificato come tale. C’è stato un tempo, infatti, in cui il giovane non era percepito come una categoria esistenziale. L’adolescente teenager come lo intendiamo oggi è “nato” negli anni 50. Con l’industrializzazione e la nascita della società di massa i giovani iniziano a prendere coscienza della differenza che c’è tra loro gli adulti e i bambini. Sarà però nel secondo dopoguerra che questa diversità diventa sempre più netta. I motivi sono diversi. Tra questi il fatto che negli anni 50 i ragazzi hanno più denaro da spendere rispetto alla generazione precedente, hanno più tempo li-

bero ed iniziano a rendersi conto di vivere meglio il rapporto con i loro coetanei. La prima rivoluzione nel modo di vestire. Fanno la comparsa i blue-jeans e i giubbotti di pelle ispirati ai miti del cinema di quegli anni, Marlon Brando e James Dean. Quest’ultimo in particolare sarà il primo attore teenager che diventerà l’icona dell’eroe problematico e nevrotico. Altro aspetto che contraddistingue il giovane e che I teddy boys accomuna le correnti giovanili, anche nelle generazioni successive, l’atteggiamento di ribellione nei confronti della società e delle regole indotte dagli adulti. Ad accompagnare questa “rivoluzione” generazionale sarà la comparsa della mu-

sica rock. È il 1955 quando nei grandi schermi di tutto il mondo esce il film “blackboard jungle” (il seme della violenza) che ha come colonna sonora quella che viene definita la prima canzone rock della storia: Rock around the clock” cantata da Bill Haley & The Comets. E sempre nello stesso anno si imporranno sulla scena musicale artisti “teenager” come Little Richard, Jerry Lee Louis e l’appena ventenne Elvis Aaron Presley, che ben presto diventerà l’idolo dei giovani anche per le generazioni successive. Da quel momento sarà un susseguirsi di subculture, ognuna di loro contraddistinte da codici diversi espressi attraverso il look e stili musicali.

Negli anni 60 ricordiamo i teddy boys, mod, rockers e centauri, beat e sessantottini. Negli anni 60 nasceranno gli hippie, i glam, i metallari e i punk. Negli anni ottanta sarà la volta w ww.ci ttadi niesa lute.it


redazione@cittadiniesalute.it

Giovani

I punk dei new waver, i gothic punk e i paninari, mentre negli anni novanta dei rapper cyber punk e il grange. Solo per citarne alcune. Correnti giovanili di oggi Tra le correnti giovanili più diffuse negli ultimi anni ci sono gli “emo”. I ragazzi e le ragazze “emo” hanno i capelli con una lunga frangia asimmetrica e gli occhi truccati di nero. Indossano spesso jeans stretti ed aderenti, t-shirt aderenti raffiguranti le band preferite, cintura con le borchie colorate con tonalità accese, scarpe da skater o in generale scarpe nere, Converse o Vans. Il termine Emo (o Emo-core) si riferisce ad un genere musicale inizialmente compreso all’interno del punk

www.cittad inies alut e.it

17

07●10

Cittadini & Salute

Gli emo

rock. Nella sua evoluzione più moderna, il genere include anche sonorità di tipo melodico orientate all'indie rock e all’alternative rock. Ma come da tradizione, a questa non può mancare la corrente “rivale” per eccellenza. E allora come è stato per i dark e i paninari, ad esempio, ecco che ad opporsi al look alternativo degli emo arrivano i così detti “truzzi” conosciuti anche come “discotecari”. Il termine gergale truzzo, in uso prevalentemente nel nord Italia, viene comunemente utilizzato per identificare una sottocultura giovanile nata all'inizio degli anni novanta e tuttora piuttosto diffusa. Alcune delle caratteristiche ricorrenti tra i giovani appartenenti a questa sottocultura sono l’assidua frequentazione di discoteche, la quasi maniacale attenzione all’abbigliamento firmato ed alla moda, e la passione per il tuning di scooter ed automobili. Correnti giovanili differenti dunque, accumunate però dal senso di ribellione verso le regole, dalla continua imposizione del proprio modo di essere, ma anche espressione diretta della società di massa e del consumismo proprio dell’industria discografica e della moda. Note bibliografiche Francesco Doradio e Marcello Giannotti: Teddy – Boys, Rockettari e Cyberpunk. Tipi, mode e manie nel teenager italiano dagli anni 50 ad oggi. Gianni Bornia: il mito della giovinezza. (Ed. Laterza)


18

07●10

Prevenzione & Salute

Cittadini & Salute

redazione@cittadiniesalute.it

Rubrica

La rubrica mensile, Prevenzione & Salute, nasce con l’intento di informare, in maniera semplice ed efficace, i lettori su come prevenire e combattere le patologie più diffuse del terzo millennio.

Con l’arrivo dell’estate facciamo di tutto per stare in forma e superare al meglio la tanto temuta “prova costume” . Ma seguire un’alimentazione leggera, specie con il caldo, è importante soprattutto per sentirsi bene. Ecco alcuni consigli per una corretta alimentazione estiva. Dott.ssa Silvana Paglioni Biologa -Nutrizionista Direttore Tecnico Laboratorio Analisi Villanova

Estate: sole, vacanze e corretta alimentazione

Ogni anno, con l’arrivo della stagione estiva, è quasi d’obbligo seguire una “dieta” che ci rimetta in linea: si parte con le rinunce e per un po’ di settimane si diventa bravi e si mangia di meno. Distogliendo lo sguardo dall’unico obiettivo che si vuol raggiungere, e cioè la prova costume, ci si rende conto che adottare una corretta alimentazione nel periodo estivo, quando con il caldo il nostro senso di appetito è di sicuro meno forte, può farci sentire veramente in forma e darci una marcia in più per rivedere e correggere nel tempo il nostro stile di vita alimentare. I consigli per una corretta alimentazione estiva partono sempre dall’idratazione. L’acqua è uno degli elementi fondamentali della vita, ma in estate una gran quantità viene espulsa con il sudore e dunque va assolutamente reintegrata. Il consiglio è di bere due litri di acqua al giorno, pari a 8 i bicchieri, con regolarità e senza aspettare che insorga la sete.

acqua a basso residuo fisso, infatti, può comportare problemi per la mineralizzazione ossea. Nel caso in cui si hanno problemi di calcolosi è invece necessario bere acqua leggera. Vanno decisamente limitate, se non abolite, le bevande zuccherate e gassate. L’alcol in generale va evitato, anche se ci si può permettere un bicchiere di vino leggero o una birra saltuariamente. Vietatissimi i superalcolici

È preferibile bere acqua piuttosto che bevande e nel caso in cui si preferisce l’acqua minerale è bene variarne la tipologia. Il consumo persistente di

w ww.ci ttadi niesa lute.it


Infine, è bene non bere liquidi caldi, ma neppure ghiacciati, per evitare pericoli di congestione, che in estate sono sempre in agguato"

I liquidi vanno introdotti anche attraverso gli alimenti, ed in particolare con la frutta e la verdura , che devono essere una presenza fissa del nostro menù estivo. “Oltre all’acqua questi alimenti contengono sali minerali, vitamine ed antiossidanti, sostanze protettive delle membrane cellulari (antiradicali liberi) che contrastano l'invecchiamento cellulare. La frutta inoltre è ricca di zuccheri, ma a basso indice glicemico: destrosio e fruttosio non inducono infatti la produzione di grossi quantitativi di insulina. La frutta va benissimo per i due spuntini di metà mattina e metà pomeriggio. Sia per la frutta che per la verdura il mio consiglio è di consumarla fresca, appena raccolta se possibile, senza lasciarla per giorni in frigorifero: la lunga permanenza di frutta e verdura in frigorifero, infatti, è causa della distruzione di molti dei principi nutritivi che questi cibi contengono in notevoli quantità, ecco perché è bene non farne grandi scorte, ma acquistarla spesso, anche ogni giorno. Per quanto riguarda pasti principali è da tener presente che in estate il fabbisogno calorico è di circa 300 calorie al giorno in meno rispetto l’inverno, quindi mangiare leggero è molto importante. A questo proposito è bene ridurre l’apporto di grassi e carne rossa, dando la preferenza a carni bianche e soprattutto pesce, che oltre ad essere più diwww.cittad inies alut e.it

19

07●10

Cittadini & Salute

redazione@cittadiniesalute.it

geribile e meno calorico, è ricco di acidi grassi polinsaturi, nostri alleati nella battaglia contro il colesterolo. Uova e formaggi freschi, come componente proteica di invitanti “insalatone”, possono sostituire tranquillamente la classica bistecca o il piatto di affettati. Se vogliamo parlare poi di primi piatti, cosa c’è di meglio in questa stagione di una bella porzione (senza esagerare) di pasta condita con pomodoro fresco!

Parliamo infine del gelato, “capro espiatorio” e contemporaneamente “oggetto del desiderio” per tutti coloro che in estate decidono di seguire una dieta ipocalorica. Vorrei spezzare

una lancia a favore di questo alimento dicendo che, se inserito in un’alimentazione bilanciata potrebbe rappresentare, magari accompagnato da una macedonia di frutta, una valida alternativa ad un pasto precucinato o riscaldato da consumare in spiaggia. Un ultimo consiglio: nelle giornate estive ci sono sempre delle ore fresche in cui possiamo approfittare per fare passeggiate e continuare a praticare un po’ di attività fisica! Laboratorio Analisi Villanova Via Galletti, 8-10 Dott.ssa Silvana Paglioni 0774 529175



21

07●10

Cittadini & Salute

redazione@cittadiniesalute.it

Regione

La manovra taglia gli enti

D

OVEVANO RICONSEGNARE LE DELEGHE, A DIMOSTRAZIONE CHE NON SI PUÒ GESTIRE UN ENTE LOCALE SENZA RISORSE. E invece dopo l’approvazione in Senato della Manovra finanziaria i presidenti degli enti Regione sono lì a cincischiare sui margini ancora possibili di diminuzione dei tagli. Saranno ridotti i trasferimenti alle Regioni per circa 8,5 miliardi di euro in due anni, ma a decidere come ripartire le riduzioni di spesa sarà la Conferenza StatoRegioni. E questo per i governatori è un grande successo. Alla Regione Lazio sono stati tagliati 950 milioni di euro. In più il Patto di stabilità che la Regione, come tutti gli enti di Stato debbono rispettare comporta la riduzione di spese e investimenti. Aumento delle tariffe o delle tasse è una pratica che qualsiasi amministratore pubblico rifiuta, comporterebbe la caduta di popolarità assoluta per cittadini obbligati alle massime ristrettezze dalla crisi. La soluzione che nascostamente affiora allora sono le multe. Comuni e Regioni potrebbero incassare il 50% di quel che deriva dalle multe per aver superato i limiti di velocità. Del resto, falcidiare gli automobilisti è sempre stato uno sport praticato con successo da

www.cittad inies alut e.it

tutte le nostre classi di governo. L’automobilista non ha classi sociali, non ha partito politico di riferimento, cosa più importante: non riconosce il governatore come azionista del nuovo balzello. Nel migliore dei casi se la prende con la sua imperizia a guidare. Nel peggiore fa ricorso e accusa lo strumento tecnico di aver colto l’infrazione con inganno. Ma la conseguenza prevedibile sarebbe quella di veder moltiplicare i se-

gnalatori di velocità e le videocamere nascoste accanto ai semafori per consentire a Comuni e Regioni di far cassa, che è il primo problema del contenzioso col Comune: federalismo fiscale. La Polverini aveva promesso lo sconto sull’Irap per tutte le aziende che assumono lavoratori a tempo indeterminato, con riduzione dell’aliquota sino al 31 dicembre 2010. Lettera morta. La compattezza tra presidenti è più importante.


22

07●10

Cittadini & Salute

redazione@cittadiniesalute.it

Servizio ai cittadini NUMERI UTILI

SOS Carabinieri 112 Stazione di Guidonia 0774 342025 Stazione di Tivoli Terme 0774 379246 Stazione di Montecelio 0774 397600 Stazione di Tivoli 0774 375871 Polizia 113 Commissariato di Guidonia 0774 30301 Commissariato di Tivoli 0774 31941 Polizia stradale Tivoli 0774 31921 Polizia Municipale Guidonia 0774 342632 Montecelio 0774 511314 Colleverde 0774 365219 Setteville 0774 391535 Villalba 0774 355668 Villanova 0774 325133 Vigili del Fuoco 115 Tivoli V. Paterno, 2 0774 534343 Guardia di Finanza 117 Tivoli 0774 311330

PUBBLICA UTILITÀ Comune di Guidonia Piazza Matteotti, 20 0774 3011 Ufficio Igiene e Sanità 0774 6541 Comune di Tivoli Piazza del Governo, 1 0774 4531 Asl Guidonia 0774 6541 Guidonia Consultorio 0774 341381 Villanova Consultorio 0774 528747 Inail Via Tiburtina, 75 0774 33941 Inps Centralino Guidonia Via dei Mughetti, 2 800.130.335 Centro per l’Impiego Guidonia 0774 300831 Camera di Commercio Via Tiburtina Km 20 0774 353549

Agenzia delle Entrate 0774 50031 PT Tivoli Via Empolitana, 88 0774 331127 PT Tivoli Centro Via Palatina, 12 0774 31981 PT Guidonia Via Dei Fauni 0774 357458 PT Villalba P.zza Carrara, 13 0774 372106 PT Villanova Via Guerrazzi 0774 528741 Gas (Eni) Segnalazione guasti Numero Verde 800.900.999 Numero Verde Italgas 800.900.700 Enel Segnalazione guasti, nuovi contratti, volture e pratiche 800.900.800 Acea segnalazione guasti 800.130.335 Acea Guidonia 0774 300895 Protezione Civile Via Lago dei Tartari, 7 Guidonia 0774 355888 - 0774 373015

FARMACIE

GUIDONIA

Aleandri Viale Roma 140 0774 342955 Di Siena Cinzia Via Tiburtina, 92 0774 372116 Altobelli Via Corso Italia, 95 0774 371811 - 353400 De Michele S. Piazza San Giovanni, 37 Montecelio 0774 510043 Barresi Via Monte Bianco, 59 0774 363066 Ivella Dr. Simonetta Largo Falcone, 5 0774 300926 Lorenti Via Colle Nocello La Botte 0774 324152 Piracci Via Leopardi, 21 Setteville 0774 391101

Restaino Via Albuccione, 32 0774 378740 Tornaghi Via Maremmana, 153 Villanova di Guidonia 0774 528112 Rossetti Laura Via Maremmana, 300 Villanova di Guidonia 0774 325418 - 324134 Scaramella S. Via Girasoli, 30/32 Guidonia 0774 343449 Scavolini Viale Roma 84 - 0774 342019 Farmacia Vitillo Marco Simone Setteville Nord Via Anticoli Corrado, 37 0774368686

TIVOLI

Baldinelli Marco Piazza della Queva, 11 Tel. 0774 371020 Baldinelli Fabio Via Pio IX, 7 0774 357085 Conti dei Dott.ri Le. E G. Valentini Via del Trevio, 78 0774 335093 Poggi Via Empolitana, 17 0774 334323 Giovannola Dott. Fabrizio Via Campolimpido 0774 380300 Minelli Piazza Rivarola, 8 0774 335213 Caricari Via Empolitana, 126 0774 314722 Pallante Dott. Ettore Piazza Plebiscito, 18 0774 312183 Pangia Raffaele Vincenzo Via Bulgarini, 28 0774 314303 Riccardi Zino Via Trieste, 14 0774 335094 Tornaghi Dott. Giacomo Via Nazionale Tiburtina, 159 0774 530804 Farmacia Sciarra Villa Adriana Via Rosolina, 80 0774380046 Sulsenti Dr. Adriana KM. 34.300, Via Valeria 0774 334684

De Franceschi Paola 12, Via Munazio Planco 0774 318558 (parafarmacia)

FARMACIE NOTTURNE Orario prolungato fino alle ore 24. Dalle 24 alle 8.30 su reperebilità Scaramella Collefiorito Via Dei Girasoli, 30 0774 343449 Di Siena Villalba Via Tiburtina, 92 Tel 0774 372116

OSPEDALI

Ospedale di Tivoli 0774 3161 Guardia Medica Tivoli 0774 313911 Casa della Salute (Primo Soccorso) Palombara 0774 6541 Centro Trasfusionale 0774 6545497 AVIS 800.261.580

PRONTO SOCCORSO

Emergenza Sanitaria 118 Ospedale di Tivoli 0774 5314397 Montecelio Ambulanza 0774 345345 Associazione Stella Maris 0774 325111 Croce Blu Guidonia 0774 300696 Croce Rossa Italiana Guidonia Emergenza sanitaria 118 Richiesta ambulanze 0774 353091 Croce Rossa Italiana Tivoli 0774 335086

SANITARIE

Tecnomedical s.r.l. Guidonia Via delle Petunie, 5 0774 343375 - Fax 0774 309245 Sanitaria Asia Guidonia Via Numa Pompilio 43/45/47 Tel e Fax 0774 346172

Cittadini & Salute Mensile d i inf ormazione Socio-Sanitaria della Provincia di Roma est editor e e Direttore Generale Mario Dionisi Direttore Responsabile Daniele Crescenzi C a p o r e d a t t o r e Federica Sciarratta A r t D i r e c t o r Antonella Cimaglia R e d a z io n e Via Galletti, 16 - 00012 Villanova di Guidonia (Rm) e-mail: redazione@cittadiniesalute.it Tel e Fax 0774 529498 - 0774 320278 Stampa Fotolito Moggio strada Galli, n°5 Villa Adriana (Rm). Prot. n. 810/10 v.g. presso il Tribunale di Tivoli. Tutte le collaborazioni sono considerate a titolo gratuito, salvo accordi scritti con l’editore. Tutto il materiale cartaceo e fotografico consegnato o spedito alla redazione, non verrà restituto.




Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.