Cittadini & Salute Gennaio 2011

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Mensile di informazione Socio-Sanitaria della Provincia di Roma Est

Anno 3 - N° 16 Gennaio 2011 Distribuzione gratuita www.cittadiniesalute.it

Ăˆ nostra convinzione che l'unica speranza di un rapporto sereno tra malattia e salute riposa sulla crescita delle conoscenze.



Editoriale “Investire in ricerca”. Ma quale? di Angelo Nardi

Anche la ricerca scientifica come la politica sanitaria - se non porta risultati è fasulla. Il nostro Magnifico editore, Mario Dionisi, ci ha chiesto di dedicare un servizio all'ottimismo sulle conquiste della ricerca scientifica. È nostra convinzione infatti che l'unica speranza di un rapporto sereno tra malattia e salute riposa sulla crescita delle conoscenze. La salvaguardia o il recupero della salute è sempre più nella mani della Tecnica, questo perché oramai si dispera sull’efficienza degli ospedali e di altre strutture pubbliche. Doveva essere il servizio di apertura ma si è trasformato in questa piccola nota introduttiva. Ce ne dogliamo ma la gaia scienza non mostra di fare il salto, in vista non ci sono grandi scoperte in vista. A dimostrarlo, il Cleveland Clinic. Il megastore della ricerca medico farmacologica vede nel 2011 l’anno della crescita del sistema immunitario contro il cancro. La considerazione è fondata sui risultati del 2010 dove sono stati inseriti due farmaci immuno-terapici contro il melanoma avanzato e il tumore della prostata. Passi in avanti anche per la cura dell’Alzheimer: È stato prodotto un composto radioattivo tale da dare immagini molecolari del cervello. Si ritiene, così, di arrivare a una diagnosi precoce della malattia. Nel nostro giornale e nel sito - www.cittadiniesalute.it - abbiamo parlato dell'ipilimumab. Lo scioglilingua corrisponde a un anticorpo monoclonale che riesce migliorare la sopravvivenza degli affetti da melanoma. Il fatto che sia la prima vera e propria terapia da trenta anni è una speranza, ma non ancora una prospettiva. Ipilimumab però funziona: sblocca alcuni linfociti del sistema immunitario reagendo al tumore. Abbiamo, da poco, scritto su www.cittadiniesalute.it che anche la lotta al tumore alla prostata ha un'arma in più. Si chiama Provenge. Si tratta di un farmaco che agisce creando sempre le condizioni di indurre la risposta del sistema immunitario contro il cancro. Nella rincorsa a darsi i galloni, la scienza premia con American Society of Oncology cinquantatre studi. Ma di questi dodici sono quelli rilevanti. Anche nella ricerca, come nella politica sanitaria, sarebbe bene si facesse meno letteratura.

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Compagnucci, il medico di una città

Laboratori privati, migliori dei pubblici

Esenzione ticket scritta sulla ricetta

Maschi più docili con l'anello. Al dito.

Italian Hospital Group Una Realtà assistenziale nella sanità privata accreditata

Errori in ospedale

Nuova scoperta sui tumori ai polmoni

Attenti ai colpi di testa!

Astinenza da internet

Rubrica Prevenzione e Salute. Alimentazione, un fatto di educazione

Neurologia e proteine


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Intervista

Compagnucci, il medico di una città

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A ASSISTITO ALLA TRASFORMAZIONE DELLA MEDICINA NEGLI ULTIMI 65 ANNI. PERIODO IN CUI LA SUA MISSIONE L’HA PROFESSATA TUTTA A GUIDONIA MONTECELIO. L’EVOLUZIONE DELLA SCIENZA MEDICA, DELLE TERAPIE, DELLA FARMACOLOGIA HA CONOSCIUTO CAMBIAMENTI EPOCALI. Valerio Compagnucci ne è la testimonianza. Ha appena festeggiato i novanta anni. Si è laureato nell’aprile del 1946, nell’autunno vince un concorso agli Ospedali Riuniti di Roma dove il primo anno lavora nel reparto Medicina, il secondo a Chirurgia. Nel febbraio del 1949 entra come ufficiale medico all’aeroporto militare Barbieri di Guidonia Montecelio. Non ha ancora trent’anni, pieno passione per la sua professione, non ci mette molto a entrare nella fiducia delle famiglie del piccolo Comune che ad inizio anni Cinquanta conta poco meno di 20 mila abitanti. Ha visto crescere la città e buona parte delle persone che negli anni sono arrivate, tanto dal trasformare il centro urbano, oggi, in una vera e propria città da 100 mila abitanti. Sono gli anni in cui Guidonia cresce a vista d’occhio. “Il dottor Compagnucci” è il riferimento di ogni famiglia. Diventa ben presto un’autorità, una persona di massima fiducia, il confessore più importante di colui che ti assolve dai peccati perché la sua redenzione è in questo mondo: la guarigione. A Guidonia di medico c’è lui e il medico condotto. Attraverso le famiglie dell’Aeronautica cresce il numero dei pazienti e quel medico giovane, pieno di disponibilità che da Roma arriva in lambretta, apre un piccolo ambulatorio a Montecelio convenzionato con l’Enpas.

In pochi anni diventa il medico di tutti. Si congeda dall’Aeronautica e tutti i giorni è nelle case di Montecelio e in quelle sempre nuove che sono costruite a via Roma, nella nascente Villalba. È il 1960, ha smesso la vecchia moto, ora è sposato e padre di due figlie, con la sua Cinquecento tutti i giorni, nel primo pomeriggio, visita a domicilio. Ovunque. È un medico privato, ma spesso tra quelle famiglie arrivate nel centro urbano da una tradizione rurale il suo onorario si traduce in cesti di mele o patate. Condizione sociale vuole che le tabelle mediche della prestazione vadano a sensibilità del ceto sociale visitato. Un’attività febbrile per cui gli capita anche di finire all’una di notte. Sono anni in cui il medico è passato dal famoso “dica trentatre”, dalla percezione al tatto di presenze o gonfiori, alla lettura della diagnostica per immagini. La presa d’atto dei valori come unico indicatore delle effettive condizioni. Nulla è affidato al caso, oggi.

In quegli anni che ora gli appaiono come Medio Evo, tutto era lasciato alla perspicacia clinica del medico, alla sua capacità di comprendere, capire, mettere insieme le poche tracce e fare una diagnosi. Dottor Compagnucci, lei ha assistito alla modificazione radicale della professione del medico. Quali sono i cambiamenti più grandi che vede da ieri ad oggi? Più che di cambiamenti si dovrebbe parlare di una professione che tra ieri e oggi, non ha nesso. Il medico oggi guarda dei referti. Nei casi in cui è medico di famiglia dell’Asl, neanche visita il paziente. Mi dicono che, per pratica, sono assegnati farmaci per telefono sulla sintomatologia dichiarata dal paziente. Tutto questo quando ho iniziato a lavorare io era semplicemente impensabile. Oggi il medico è il funzionario dell’applicazione di una tecnica dove si applicano protocolli secondo le diverse risultanze delle analisi. w ww.ci ttadi niesa lute.it


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Intervista Cosa ha perso la medicina con l’avvento della tecnologia? Non intendo passare per un vecchio brontolone che vagheggia i suoi tempi. Oggi abbiamo un livello di precisione che migliora di anno in anno. La medicina può trarne solo vantaggio. Il medico però non deve dimenticare di avere un rapporto col paziente. Resta un requisito fondamentale il fatto che sia un autentico confessore. Il paziente al medico deve dire tutto, come un investigatore in un giallo, il medico deve avere ogni dettaglio della sintomatologia perché alcune cose apparentemente ininfluenti possono essere invece determinati a capire che il referto è diverso da quello stilato con un automatismo che non fa onore alla Medicina. Guidonia è stata presa di mira da diverse campagne di informazione sulla mortalità dovuta al suo ambiente. Quali sono le sue risultanze di medico negli anni? Ho sentito tante esagerazioni. Non possiamo parlare di endemia per questa città, ci si ammala, si guarisce e a volte tristemente si muore come in altre parti d’Italia, ma le crociate sull’ambiente che ho sentito qui le ho trovate molto esagerate. Gli unici allarmi condivisi come medico riguardano le cave, ma per gli infortuni veri e propri, e riguardano una realtà che fu di tanti anni fa. Un’altra caratteristica relativa alle cementerie invece attiene alle malattie polmonari, alle bronchiti per i piccoli, nei casi in cui le abitazioni erano nelle vicinanze degli stabilimenti. Altra casistica non l’ho mai riscontrata. Eppure in alcune ricerche si è parlato di Guidonia per i casi di tumore dell’endometrio o di silicosi per i lavoratori delle cave di travertino... Il primo un caso del tutto sopravvalutato e poco, molto poco, superiore alla media italiana. Per quanto riguarda la silicosi invece ci sono stati casi davanti un’evidente esposizione alle polveri di biossido di silicio, ma anche lì non drammatizzerei. Tanto è che non ha riguardato tutti i lavoratori delle cave ma solo una parte.

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Diversi invece i cinque casi di poliomielite che si registrarono a Guidonia, prima ancora che a Roma verso la metà degli anni Cinquanta. Lì ci fu da preoccuparsi. C’era il pericolo che il male si estendesse. La Sanità è cambiata più di una volta in questo tratto di storia italiana. Secondo lei, dalla sua esperienza, qual è l’assetto migliore per garantire la salvaguardia della salute? L’ho detto a più riprese a costo di diventare monotono. Lo dico ancora, anche se oramai è inutile. Non sarà mai realizzato, ma servirebbe un ospedale a Guidonia, in asse tiburtino. Impensabile che in un bacino d’utenza così grande quale è diventata questa porzione di città metropolitana non ci sia un grande ospedale attrezzato che sostituisca tutti i piccoli ospedali ancora presenti. Non voglio apparire antico. So perfettamente che oramai con tutti questi tagli alla sanità operati dalla Polverini l’ospedale a Guidonia non arriverà mai. Se da medico diventasse amministratore della sanità da cosa comincerebbe? Ma io sono stato in un certo modo anche amministratore della cosa pubblica nella gestione della sanità. Ah sì? E quando? Con quale ruolo? Fui assessore alla Sanità ai tempi in cui ci fu Anna Rosa Cavallo sindaco, fine anni Settanta. Fui indicato dal Pri. Che tipo di esperienza è stata? Quali sono stati i risultati? Portai a Guidonia nelle strutture del Comune un equipe psico pedagogica. Con me fu inserita la figura dell’assistente sociale che prima non c’era. E poi la mia attenzione come medico oltre che come amministratore pubblico fu rivolta alle malattie dell’infanzia. Cosa aggiungerebbe oggi ai modi con i quali si esercita la professione del medico? L’anamnesi. Oggi troppo spavaldamente viene bypassata. La tecnologia non può dare tutte le risposte. Angelo Nardi



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Attualità

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Laboratori privati, migliori dei pubblici

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PROBLEMI INIZIANO DALLA DIAGNOSI, ATTESE TROPPO LUNGHE NELLE STRUTTURE PUBBLICHE. DALLA PRENOTAZIONE AGLI ACCERTAMENTI IL LATO PIÙ VULNERABILE DELLA SANITÀ PUBBLICA. IL GRADO DI SODDISFAZIONE DEGLI ITALIANI PER TUTTO IL COMPARTO SALUTE. Tutto questo è emerso al convegno CITTADINI e SALUTE del 14 dicembre 2010 organizzato dal Ministero della Salute. Quindi, soprattutto dall’analisi dei dati relativi alla modalità di prenotazione degli accertamenti e dai giudizi espressi sulla lunghezza delle liste di attesa che emergono i fattori più problematici. Secondo l’opinione degli utenti intervistati il 70,5% ha atteso troppo prima di avere la visita diagnostica nella struttura pubblica. Il 27,2% ha indicato nella richiesta di macchinari più nuovi il problema più importante. Altri ancora sul sistema delle prenotazioni e sul sistema degli appuntamenti. I tempi di attesa risultano sensibilmente più contenuti nelle strutture private convenzionate. Per altro, il sistema sanitario italiano è in grado di rispondere alle aspettative delle persone.

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Ma quando si parla di sistema sanitario si comprende ogni servizio, compresa anche la parte privata e quella in convenzione, riguarda la parte ospedaliera, quella ambulatoriale e la diagnostica. Medicina generale raccoglie il 92% dei giudizi favorevoli contro il restante denuncia diverse inadeguatezze. I migliori, tra il personale medico, sono i pediatri che raccolgono il 90%. Sempre al massimo dei gradimenti appaiono i laboratori di analisi che vanno all’84%, gli ambulatori e consultori all’84%, ospedali e pronto soccorso all’81%. Strutture e riabilitazioni toccano il 73%, l’assistenza domiciliare al 72%. Le farmacie hanno un ruolo col 62% di giudizio positivo, il 35% sufficienti, il 2% sufficiente e scarso. Problemi e molti riguardano la distribuzione territoriale della qualità nel servizio sanitario, dove - quasi ovviamente - è il Sud ad essere penalizzato. E proprio a Sud si rilevano le ombre. Sono i Pronto Soccorso e gli ospedali a lasciare a desiderare per il 26% delle risposte a Sud, mentre la media nazionale è al 19% - comunque alta se in relazione al giudizio positivo generalmente accreditato.


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Regione

Esenzione ticket scritta sulla ricetta

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MEDICI DI BASE DEVONO PROVVEDERE ENTRO FEBBRAIO. LO SCETTRO DELLE VERIFICHE MA ANCHE DEL PIENO RISPETTO DEL PATTO DI STABILITÀ - ALMENO PER QUANTO RIGUARDA IL VOLUMINOSO ESBORSO PER I FARMACI - IN MANO AI MEDICI DI BASE CHE DOVRANNO ABITUARSI A DIVENTARE DEI VERI E PROPRI OPERATORI DELL’AMMINISTRAZIONE SANITARIA LOCALE, NEL VIGILARE SULL’ABUSO DI FARMACI E LA CRESCITA DELLE SPESE. La nuova disposizione deve partire da febbraio. Bisogna inserire sulla ricetta medica l’esatta menzione del diritto all’esenzione dal pagamento del ticket per motivi di reddito sia per le prestazioni specialistiche che per quelle farmaceutiche. I dati di base sono forniti dalla Regione Lazio. L’indicazione è avvenuta durante la presentazione del protocollo d’intesa tra il presidente della Regione e i sindacati dei medici di base, dei pediatri.

L’obiettivo della misura è chiaro. Solo nel 2009, stando ai dati forniti dall'Agenzia delle Entrate, oltre 500 mila cittadini hanno certificato erroneamente il proprio diritto all'esenzione con un danno presunto per la Regione Lazio di circa 62 milioni di euro. Una situazione insostenibile sulla quale la Regione Lazio ha deciso di intervenire. Come vuole il decreto legge dell’11 dicembre 2009, la responsabilità di segnalare il diritto o meno di avvalersi dell’esenzione tocca al medico di base, pienamente responsabilizzato nel progetto di taglio sulle spese superflue. Lui stesso deve così inserire sulla ricetta medica - da febbraio 2011 - se c’è il diritto all'esenzione dal pagamento del ticket per motivi di reddito sia per le prestazioni specialistiche che per quelle farmaceutiche. Tempi nuovi per un’organizzazione sanitaria nuova che si muove innanzitutto sul barlume delle risorse finanziarie.

Si vorrebbe, così, definitivamente concluso il tempo della mano pubblica scialacquona in termini di risorse per la sanità. Siamo in piena austerity da rientro del buco sulla Sanità. Il debito della Regione Lazio, oggetto di psicodramma nel rapporto col governo che doveva decidere se far accedere l’ente governato da Renata Polverini ai fondi Fas, ha approvato la sua vera manovra di rientro a fine dicembre alla Pisana, in Consiglio. Il 23 dicembre alle ore 11 il Consiglio regionale del Lazio ha approvato le disposizioni relative alla copertura del debito sanitario votato il 26 ottobre 2010 nel quale è stato approvato l’ultimo atto amministrativo di ricucitura finanziaria. Nessuna vacanza preventiva per la Regione. Tutti in Consiglio per ratificare quanto già deciso in giunta approvato nelle linee di massima in Consiglio e concordato col governo. Più che un Natale di doni, un anno di ristrettezze e di cura dimagrante, quello annunciato alla Pisana. L’operazione finanziaria è di 3 miliardi e 166 milioni di euro. Approvata anche l’operazione di copertura del disavanzo 2010 (art. 14) stimato in 1 miliardo e 168 milioni di euro. L’ente Regione non è alla prima esperienza con questa impresa. Ad ogni tentativo nelle precedenti amministrazioni sono intervenuti altri fattori di spesa, per cui l’operazione precedentemente prevista non è mai apparsa sufficiente. Il nemico da battere per l’amministrazione regionale corrisponde alla voragine di 1 miliardo e 611 milioni. Obiettivo: portare il debito nei termini stabiliti da legge per cui il governo ha riconosciuto un aiuto non dovuto all’amministrazione regionale. Ottenere questo risultato significa arrivare al disavanzo del cinque per cento: cinquecento milioni. w ww.ci ttadi niesa lute.it


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Ricerca

Maschi più docili con l'anello. Al dito.

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’È UNA RELAZIONE TRA ANDROLOGIA E CONTRATTO RELAZIONALE CON L'ALTRO SESSO. ALMENO ALL’INIZIO LA SICUREZZA NELLA SFERA SESSUALE RENDE INUTILI RICERCHE DI EMOZIONI IN ALTRI INDIRIZZI. Convinzione diffusa, questa, contraddetta dalla considerazione altrettanto diffusa che vede il “matrimonio come tomba dell’amore”. Il dato studiato sotto il profilo sociologico non ha mai avuto esiti di conferma o smentita in chiave biologica, anche perché la spiegazione della maggiore docilità dell’uomo in coppia può consistere nel fatto che di per sé in partenza la persona non aveva carica aggressiva. Arriva uno studio su Archives of General Psychiatry genetico sul comportamento umano che conferma entrambe le caratteristiche. Gli uomini meno antisociali - la tesi suffragata da una costruzione argomentativa e osservativa genetista - hanno maggiori probabilità di sposarsi. Una volta in matrimonio, però, la convivenza ha negato la propensione al comportamento antisociale. La spiegazione sul perché c’è una minore percentuale di uomini sposati con comportamento antisociale è più complicata. Il matrimonio fa generalmente bene agli uomini, almeno in termini di riduzione dei comportamenti antisociali, ma i dati indi-

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cano anche che non è casuale il fatto che alcuni di essi accettino di sposarsi. Lo studio utilizza un campione di gemelli - quindi persone geneticamente identiche. Con ciò si esclude che gli effetti dei geni abbiano avuto una peso nelle decisioni. I ricercatori hanno esaminato i dati di 289 coppie di gemelli maschi. I gemelli sono stati valutati quattro volte, alle età di 17, 20, 24 e 29 anni. Lo studio ha trovato che gli uomini con più bassi livelli di comportamento antisociale in età tra i 17 e 20 anni

avevano una maggiore probabilità di essere sposati a 29 anni. Ma lo studio rivela una funzione “terapeutica” del matrimonio. Quando si confrontano due gemelli identici in cui uno era sposato mentre l’altro non lo era, il gemello sposato generalmente ha mostrato più bassi livelli di comportamenti antisociali rispetto al gemello non sposato. Gli effetti del matrimonio sul comportamento antisociale tendono ad essere più forti nei matrimoni più stabili.



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Italian Hospital Group

CENTRALINO 0774 38.61 FAX 0774 38.61.04 188, Via Tiburtina 00012 Guidonia (RM) www.italianhospitalgroup.it

Unità Alzheimer presso la Italian Hospital Group Centro DCA Villa Pia Guidonia, Via Pantano 35

Italian Hospital Group

Una Realtà assistenziale nella sanità privata accreditata La Italian Hospital Group è oggi una concreta realtà assistenziale nel panorama sanitario territoriale. Il complesso sanitario è il frutto del lungo processo di riconversione di “S. M. Immacolata” di Guidonia. In questo percorso, che ha visto l’ex ospedale psichiatrico trasformarsi ed evolversi verso attività diagnostiche, terapeutico-riabilitative e assistenziali nell’area della neurologia, psichiatria, disabilità e geriatria, la I.H.G. ha mantenuto fede al suo impegno di continuare ad assistere gli ospiti ex manicomiali, affetti da gravi polipatologie, per i quali non è stato possibile un reinserimento nel territorio. Attualmente sono attivi, in regime di accreditamento con il SSR: • 3 Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA) da 120 posti letto ciascuna • Centro Demenze - Unità Alzheimer (60 posti di degenza 50 posti in Centro Diurno - 65 posti in Assistenza Domiciliare) • Centro per i Disturbi del Comportamento Alimentare (D.C.A. 20 posti residenziali - 40 posti in Centro Diurno) • Centro Dialisi - Unità decentrata della ASL RMG (20 posti) • Una Rete di Strutture Residenziali Psichiatriche collocate sul territorio • Di imminente apertura un Centro per le Cure Palliative - Hospice (10 posti di degenza - 40 posti in trattamento domiciliare). In particolare, il Centro Demenze ed il Centro per i D.C.A. rappresentano nella Regione Lazio 2 grandi realtà sanitarie, entrambe evidenza di una rete di servizi nata dalla collaborazione tra Sanità Pubblica e Privata. Il Centro Demenze - Unità Alzheimer, dedicato alla cura di tutte le forme di demenza, è specializzato in particolare sulla Malattia di Alzheimer, per la quale, d’Intesa con la ASL RMG, ha realizzato un efficace modello di rete integrata di servizi assistenziali, che comprende l’Unità Valutativa Alzheiwww.cittad inies alut e.it

mer per la diagnosi ed il monitoraggio terapeutico e 3 tipologie assistenziali per la presa in carico del paziente: assistenza domiciliare, ventro diurno, degenza. Questa rete assistenziale può rispondere ai numerosi bisogni non solo del paziente, ma anche della famiglia, assicurando gli interventi sanitari e socioassistenziali necessari per fronteggiare la malattia, garantendo una diagnosi accurata e tempestiva, interventi di riabilitazione cognitivofunzionale, formulazione e monitoraggio di piani terapeuticoassistenziali, ricoveri ordinari e di “sollievo”, sostegno psicosociale, informazione-formazione dei caregivers e delle famiglie.

Il Centro per i Disturbi del Comportamento Alimentare “Villa Pia” opera dal 2005 in collaborazione con il Centro per lo Studio, Diagnosi e Trattamento dei D.C.A. della ASL RMG e propone percorsi di cura in regime residenziale e semiresidenziale, accogliendo soggetti con disturbi in tutto lo spettro dei pesi corporei: dall’anoressia all’obesità. La presa in carico del paziente è temporanea (circa 3 mesi) e specializzata, attraverso trattamenti intensivi psicologici e nutrizionali integrati ed un approccio multidisciplinare, multidimensionale e multiprofessionale. Il percorso riabilitativo si basa sul “modello psicodinamico”, che tende a privilegiare la relazione tra il paziente e i diversi componenti dell’équipe integrata, al fine di stimolare la motivazione al cambiamento e analizzando le eventuali resistenze. I pazienti, suddivisi in gruppi di lavoro, sono monitorati da un punto di vista clinico-nutrizionale e sono quotidianamente impegnati nelle seguenti attività: riabilitazione nutrizionale, esercizio ed educazione motoria di gruppo, danza terapia, colloqui psicoterapeutici individuali e di gruppo, laboratori di attività espressive ecc.



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Attualità

Errori in ospedale

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IN DUE OSPEDALI DI COSENZA SI REGISTRAVANO GLI ULTIMI CASI DI MALASANITÀ DELL'ANNO. IL PRIMATO DELLA REGIONE L'HA CERTIFICATO, POCHI GIORNI FA, LA COMMISSIONE D’INCHIESTA SUGLI ERRORI SANITARI, PRESIEDUTA DA LEOLUCA ORLANDO. Il territorio dal Pollino allo Stretto è quello dove, in Italia, si muore di più per malasanità. Poi ci sono la Sicilia (63 e 43) seguita da Lazio (32 e 19) e Puglia (23 e 14). Complessivamente, 326 casi contati in tutto il Paese dalla Commissione parlamentare che si occupa di errori e disavanzi nella sanità. Le attese per farsi operare, oltre agli errori acclarati, sono gli elementi critici della nostra Sanità. A decretare questo dato invece sono gli italiani stessi che hanno avuto un contatto con la realtà ospedaliera ed hanno risposto a un questionario anonimo. L’assistenza sanitaria degli ospedali ha diversi dati critici. Non deve infatti far dedurre una situazione ottimale il fatto che i giudizi abbiano la maggioranza espresso valore positivo. Questi giudizi dovrebbero essere la normalità. In più va specificata la condizione in cui certe dichiarazioni vengono espresse: quando il paziente è ancora ricoverato

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ed è in fase di dimissioni. Quindi ha dinanzi a sé la prospettiva di ritorno a casa e non vuole pensare a difficoltà eventualmente subite. L’assistenza sanitaria ha infatti lati critici. Minoritari, ma esistono. L’8% degli intervistati ha passato almeno un giorno senza esser visitato né ricevere trattamenti medici, in assenza di motivazioni. La condizione raggiunge il 14.5% nel Mezzogiorno.

L’11,5% lamenta invece il caos di informazioni ricevute. La stessa risposta viene data dal 18,1% degli intervistati. In sostanza si sono date informazioni diverse da diversi medici. Minoritaria, ma molto grave e impressionante la percentuale delle persone che dichiarano di avere subito gravi errori di diagnosi e di aver dovuto sottoporsi a terapie sbagliate: il 3,9%! Nel Sud arrivano al 6,7.



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Nuova scoperta sui tumori ai polmoni

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IENE DALLA GENETICA E PUÒ PRODURRE NUOVI FARMACI E UNA NUOVA TERAPIA. È STATA RICONOSCIUTA E RILEVATA L'ALTERAZIONE GENETICA PRESENTE IN UNA DELLE TIPOLOGIE PIÙ COMUNI DEL TUMORE AI POLMONI NEI FUMATORI. SECONDO I RICERCATORI CHE HANNO PUBBLICATO LO STUDIO LA SCOPERTA SI TRADUCE IN UNA NUOVA PARTENZA PER NUOVI CAMPI DI SCOPERTA. Scoprire l’esistenza e gli effetti di questa alterazione genetica infatti può rappresentare un punto di riferimento per lo sviluppo di nuovi e urgenti farmaci contro questa forma di tumore, spesso mortale. Il nuovo sospetto e pronto ad essere incriminato come causa efficiente del tumore ai polmoni è un gene: l'FGFR1. Dovrebbe essere il determinante per il carcinoma a cellule squamose del polmone. C’è la convinzione che la scoperta possa condurre alla formulazione di farmaci diretti specificamente a pazienti con poche alternative di cura. Secondo la Relazione sullo Stato Sanitario del Paese 2007-2008 e Piano Oncologico Nazionale 2010-2012 il fumo di tabacco è il principale fattore di rischio oncogeno per l’uomo. Il tabacco provoca più decessi di alcol, AIDS, droghe, incidenti stradali, omicidi e suicidi messi insieme. Quasi 5 milioni di persone vengono uccise ogni anno nel mondo da malattie fumo-correlate. L’OMS ha definito il fumo di tabacco come “la più grande minaccia per la salute nella Regione Europea”. In Italia si stima che siano attribuibili al fumo di tabacco dalle 70 mila alle 83 mila morti l’anno. Oltre il 25% di questi decessi è compreso tra i 35 ed i 65 anni di età. Il tabacco è una causa nota www.cittad inies alut e.it

o probabile di almeno 25 malattie, non solo oncologiche. Negli uomini il fumo è responsabile del 91% di tutte le morti per cancro al polmone e nelle donne nel 55% dei casi, per un totale di circa 30 mila morti l’anno. Nel corso degli ultimi vent’anni in Italia si è registrata una diminuzione - sia per incidenza che per mortalità per cancro al polmone per gli uomini (mortalità: - 2,6%) - un trend opposto si è osservato per le donne, con un’accelerazione dal 1990 per le più giovani (mortalità: +1%). Passando in chiave europea, muoiono 650 mila persone ogni anno per il fumo. Una strage silenziosa che viene resa ancor più drammatica dal fatto che vanno aggiunte al conto 19 mila vittime del fumo passivo. Sono i dati che il 16 dicembre Delfino Legnani, direttore del Dipartimento di Pneumologia dell’Ospedale Sacco di Milano, ha reso pubblici in occasione dell’inaugurazione del Centro Antifumo.

In Italia nel 2009 fumava il 23% della popolazione. Soltanto 12 mesi prima la percentuale era al 22,2%. In un anno è cresciuta, anziché diminuire il numero dei fumatori, nonostante le campagne antifumo. L’aumento di fumatori riguarda sia il mondo maschile (dal 28,6% al 29,5%) che femminile (da 16,3% a 17%). Nello specifico sono i giovani coloro che hanno fatto aumentare le percentuali precedentemente in decrescita. Tra i 25 e i 34 enni, la fascia la percentuale di fumatori arriva al 31,4%. Una novità però va rilevata. Ci sono più fumatori ma si vendono meno sigarette. La vendita è calata del 3,1% tra 2008 e 2009, diminuisce del 9,8% rispetto al 2003 che è l’anno della legge Sirchia. Si deve rilevare anche che se si vendono meno pacchetti di sigarette, si acquistano prodotti come tabacco trinciato per le sigarette fai da te, aumentato del 26%, ed è questo un tipo di consumo tipicamente giovanile.


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Attenti ai colpi di testa!

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HI PENSAVA AL CALCIO COME UN PERICOLO SOLO PER GINOCCHIA E MENISCHI DEVE AGGIORNARE LA SUA CONVINZIONE. OLTRE AI MOVIMENTI A STRAPPO, GLI SCATTI CHE SOLLECITANO FORTEMENTE LE ARTICOLAZIONI OLTRE ALLE FASCE MUSCOLARI SOLLECITATE IN MODO REPENTINO E CONTINUATIVO DURANTE UNA PARTITA, CI SONO PROBLEMI CHE ARRIVANO ANCHE DALLA BEN ROTONDA SFERA, SPECIALMENTE QUANDO TROVA L’IMPATTO CON LA TESTA. Ma a preoccuparsi non debbono essere tanto campionissimi stile Ibrahimovic, ma i giovanissimi che si accingono a questo gioco con generosità. Specialmente per le ragazze, troppa disinvoltura nei colpi di testa comporta un pagamento degli effetti con gli interessi a tempo ritardato. Infatti in sport come il calcio si evidenziano danni irreparabili al cervello. Gli elementi per attestare

la gravità l’importanza della scoperta sono raccolti in uno studio norvegese. Nella nazionale di calcio norvegese su 535 calciatori e nella compagine svedese su 44 calciatrici, si è rilevato l’innalzamento delle proteine caratteristiche dei danni cerebrali. Coloro che ricoprivano ruoli nei quali più si impegna la testa, intesa come oggetto di impatto col pallone, lo stopper e il centravanti da sfondamento, i più danneggiati. Sono i più soggetti a problemi neurologici, come disturbi della memoria e della percezione visiva. Sebbene i microtraumi non siano rilevabili con la Tac danneggiano il cervello perché procurati in modo continuo. Realizzano delle commozioni cerebrali lievi: si formano edemi e minute emorragie che procurano danni alle cellule nervose della corteccia. Il 35% tra i 70 giocatori della nazionale rivela un elettroencefalogramma e una Tac cerebrale anormale, con segni di cam-

biamento dei ritmi normali e di atrofia cerebrale, mentre molti calciatori norvegesi non più attivi presentano una riduzione della corteccia cerebrale, accompagnata da severi disturbi cognitivi. E a risultati simili sono arrivati anche altri studi sulle squadre nazionali di calcio olandesi e americane. Il football americano, sotto il punto di vista dei danni cerebrali, presenta più traumi ma in percentuale meno danni. In Usa, sempre nel football americano, vengono conteggiati i contrasti, le contusioni con le loro entità. Ebbene in questa raccolta dati si evidenzia facilmente come nel calcio, in media, in un arco di 10 anni ci sono in media 87 mila casi di impatti con la palla, nel football americano ce ne sono 204 mila, nell’hockey si è a 17 mila. Ma nel calcio i problemi sono al 200% più gravi. La delicatezza del problema è stata sottolineata da un articolo nella rivista «Lancet Neurology». I neurologi americani hanno chiesto di introdurre nuove misure di prevenzione, come i caschi protettivi già in uso nei club giovanili dei college e nel calcio professionista femminile. Sulla base di ulteriori studi la federazione calcistica olandese ha quindi proibito i colpi di testa per i calciatori di età inferiore a 16 anni, sia in partita sia in allenamento. Esistono buone ragioni per ritenere che il cervello ancora in fase di sviluppo sia particolarmente sensibile. Sarebbe bene proibire i colpi di testa a tutti i giovani calciatori europei. Già lo fanno nelle scuole elementari statunitensi. Nella scorsa estate la «National Football League» degli Usa ha diffuso un poster che viene esposto in tutti gli spogliatoi: attenzione alle contusioni alla testa - spiega -: possono avere gravi effetti a lungo termine. w ww.ci ttadi niesa lute.it


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Giovani

Astinenza da internet

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RODUCE UN MALESSERE CHE CONSISTE IN UNA VARIANTE NOMINALE DELL’ANSIA. HA UN NOME, PERÒ. SI CHIAMA INFORMATION DEPRIVATION DISORDER. A trovare questa denominazione dei ricercatori dell’Università del Maryland che hanno condotto uno studio in altri dodici atenei nel mondo. In ventiquattrore intere senza Facebook, Twitter, cellulare e Internet si cade in crisi da astinenza. Pensieri ossessivi, ma soprattutto estrema preoccupazione di essere isolati. La sperimentazione è consistita nel chiedere e ottenere dai ragazzi che frequentano le università disponibili a questa sperimentazione, di restare per un intero giorno senza alcun ammennicolo elettronico. Consentito però il telefono fisso, la lettura di libri. Nel corso della giornata il soggetto tenuto in sperimentazione doveva tenere un quaderno di appunti. Il silenzio è apparso a tutti come un invasore inquietante. La descrizione data da Roman Gerodimos, coordinatore della ricerca, delle sensazioni provate dai ragazzi. Va anche detto che alcuni si sono adattati godendo di sensazioni prima lasciate del tutto in secondo ordine, come le manifestazioni ordinarie della natura. Nelle note gli studenti parlano esplicitamente di dipendenza. In molti hanno avvertito veri e propri sintomi di astinenza. Il primo a studiare l’astinenza da computer ed elettronica nel ’95 è Ivan Godelberg. La nevrosi che si accende con l’uso abituale del dualismo elettronico con la macchina, come con un’altra persona attraverso il computer, uguagliabile al gioco d’azzardo e include così anche la categoria della patologia determinanta come sindrome da dipendenza. Una formula che va al di là del dato www.cittad inies alut e.it

espresso nella ricerca psichiatrica offre il lato a speculazioni in chiave sociale. Si apre alla possibilità del rimborso spese per le assicurazioni. Le prime a prensarla sono state le compagnie assicurative degli Stati Uniti. Come ogni tesi ha i suoi confutatori. Da altre fonti di ricerca si ritiene infatti, inadeguata la categoria di dipendenza per indicare la passione smodata per giochi elettronici o comunque la comunicazione attraverso il computer, smartphone ed equipollenti. La dipendenza da Internet non sarebbe un disturbo vero e proprio, secondo altre versioni. Si tratterebbe invece di una sintomatologia comune da far seguire con un buon psicologo. Da quindici anni si succedono studi, campi di ricerca applicati a campioni più o meno vasti, più o meno credibili. Anche l’Italia ha dato il suo contributo. Nel novembre 2009 all'Ospedale Policlinico Gemelli è stato aperto il primo ambulatorio ospedaliero specializzato

nella dipendenza da Internet. Di qui si inanella la casistica, le specificazioni, le denominazioni particolareggiare che differenziano una categoria di malessere dall’altro, distinguendo bene un semplice disagio comportamentale, dalla deviazione che si mostra come sintomatica di una deviazioni molto più profonda. Negli Stati Uniti si chiama Center for Online Addiction. Studia casi molto diversi tra loro. Ci sono coloro che scaricano ossessivamente materiale pornografico dalla rete, oppure quelli che affidano alla chat una prospettiva eccessiva di relazione perché incapaci di stabilirne secondo i comportamenti più naturali. Oppure coloro che hanno il vizio del gioco e lo esprimono su internet. In altri si entra nel loop della conoscenza riferendosi solo ad internet per saperne di più. Ma ci sono anche i giocatori. Autodistruttivi per vocazione che scelgono la rete.


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Prevenzione & Salute

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Rubrica

La rubrica mensile, Prevenzione & Salute, nasce con l’intento di informare, in maniera semplice ed efficace, i lettori su come prevenire e combattere le patologie più diffuse del terzo millennio.

Regole nell'alimentazione, dieta, non significa digiunare dopo le feste. L’espressione “dieta”, significa regole, sistema di leggi. Se queste regole fossero recepite da tutti non ci sarebbe bisogno dello specialista per perdere chili - a meno di patologie. Dott.ssa Silvana Paglioni Biologa -Nutrizionista Direttore Tecnico Laboratorio Analisi Villanova

Alimentazione, un fatto di educazione Si sa che una buona educazione alimentare deve iniziare da piccoli poiché tentare di recuperare in età adulta è molto difficile. Affinché ciò sia possibile è necessario, anche se faticoso, dettare delle regole riguardanti il cibo. Non dobbiamo dimenticare che un bambino grasso è molto spesso destinato a diventare un adulto grasso, con tutti i rischi che questo stato comporta. Nelle scuole spesso i ragazzi sono invitati a compilare dei questionari riguardanti l’argomento, e se da una parte risulta sempre più evidente che i nostri figli sono consapevoli dell’importanza della frutta e della verdura, dall’altra soltanto una piccola percentuale dichiara di consumarne regolarmente all’interno delle mura domestiche. A casa panini, pasta e pizza risultano ancora essere i protagonisti principali delle tavole ed anche quando i ragazzi parlano di verdura spesso si riferiscono alle patate. Ma se, come risulta, quasi il 70% delle verdure consumate dai bambini avviene nelle mense scolastiche, il segnale è molto forte: “bisogna per prima cosa educare i genitori”. Quali siano le regole di una corretta alimentazione dovrebbero essere chiari a tutti, e cioè le cinque porzioni al giorno di frutta e verdura, il giusto rapporto tra proteine carboidrati e grassi, la rotazione degli alimenti e la distribuzione degli stessi nel corso della giornata, ma il problema è un altro. L’educazione alimentare dovrebbe soprattutto evidenziare i rischi di comportamenti alimentari sbagliati. La sindrome metabolica, cioè l’aumento del “colesterolo cattivo” di trigliceridi, l’ipertensione e il diabete spesso sono

conseguenze del sovrappeso, che tanto più è accentuato quanto maggiori sono le possibilità di esserne colpiti nel corso della vita. Dare delle chiare motivazioni, spiegare perché è necessario mangiare in modo corretto, forse spaventare anche un po’ oltre che educare i ragazzi è sicuramente il modo migliore per indurre i genitori, che dovrebbero essere già educati, a cambiare stile di vita.

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È vero che oggi si passa in casa poco tempo, che i ritmi sono veramente veloci, ma se dobbiamo dare la priorità a qualcosa facciamo che la nostra salute quella dei nostri figli sai al primo posto.

Solo un suggerimento: assecondare richieste alimentari sbagliate perché si è stanchi, perché è più facile o perchè in questo modo pensiamo di compensare la poca disponibilità di tempo a loro dedicata è l'errore che più frequentemente si commette e sicuramente il primo da correggere.

GRUPPO EUROMED

Via Roma 186 (Guidonia) Tel. 0774 300401 gruppoeuromedguidonia@gmail.com

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Ricerca

Neurologia e proteine

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NDIVIDUATE LE PROTEINE DEL CERVELLO ALLA BASE DI CENTO MALATTIE NEUROLOGICHE. ALZHEIMER E PARKINSON SAREBBERO STATI INTERCETTATI NELLE LORO MATRICI GENERATIVE. ANCHE STAVOLTA SI DICE, POTREBBE ESSERE LA VOLTA BUONA. È infatti stata individuata una regione specifica per lo smistamento di circuiti di nervi dove hanno luogo le sinapsi, sono stati raccolti campioni di materiale molecolare. (Le sinapsi sono proprio quei contatti tra neuroni che trasmettono il segnale tra un neurone e l’altro). I pazienti da cui sono stati presi i campioni molecolari erano comunque soggetti a intervento chirurgico. È stato prelevato materiale proteico da un punto preciso delle sinapsi. La struttura cellulare conosciuta come “densità postsinaptica” (DPS), la denominazione deriva dal fatto che la sua apparenza è quella di un ispessimento. La DSP consiste in un condensato di molecole utilizzate dai neuroni per entrare in contatto. Sono state campionate 1.461 proteine. Sono state collegate a 133 malattie neurologiche, dall’Alzheimer all’autismo, all’epilessia. Molte delle proteine sono risultate coinvolte in più malattie. Questo potrebbe significare che la DPS - essendo una struttura ad alta complessità molecolare, con oltre 1.000 proteine - la combinazione delle proteine regola il “fenotipo” (l’aspetto esteriore inteso come caratteristiche fondamentali) di oltre 130 malattie neurologiche. Sicuramente questa ricerca, quantomeno, troverà menzione in altre attività di studio sul problema. L’evoluzione del sistema nervoso umano ha avuto progressi negli ultimi anni. Capire la complessità del cervello www.cittad inies alut e.it

umano e le sue determinanti consiste nella questione fondamentale di maggiore complessità. Dal porre la centralità sulle sinapsi, uno studio di due anni fa eseguito da Seth Grant, a capo del Gene to Cognition Programme dell"istituto Wellcome Trust Sanger, ha modificato radicalmente la convinzione. “I nostri studi non hanno trovato prove a favore di questa ipotesi” aveva spiegato tre anni fa Seth Grant. “Quello che noi abbiamo osservato è una notevole differenza nel numero di proteine utilizzate per le connessioni neuronali fra le diverse specie”. Lo studio è stato pubblicato su Nature Neuroscience. Alcune proteine sono fondamentali per la memoria. Proteine si trovano anche nelle cellule del lievito. “Le proteine che si trovano negli animali monocellulari rappresentano una sorta di proto-sinapsi legata a comportamenti molto semplici - ha spiegato Grant - Questo gruppo di proteine con l’evoluzione di

invertebrati e vertebrati si è arricchito contribuendo ai comportamenti più complessi di questi animali”. “L’evoluzione molecolare delle sinapsi è come l’evoluzione dei processori dei computer. La complessità crescente ha dato ai processori maggiore potenza di calcolo, e gli animali con i processori più potenti possono fare più cose degli altri”. Due anni fa è stata individuata anche una proteina che salva la vita delle cellule cerebrali in caso di danno neurologico acuto indotto da “stress ossidativo”. Si tratta delle condizioni determinate da mancanza di ossigeno e da scarso apporto di sangue, oltre che da ictus. Pubblicata su Proceedings of the National Academy of Sciences. Capire in dettaglio come funziona il meccanismo di protezione potrebbe avere interessanti applicazioni farmacologiche sia nelle malattie neurodegenerative legate allo stress, come l’ictus, sia nei tumori”.


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Servizio ai cittadini NUMERI UTILI

SOS Carabinieri 112 Stazione di Guidonia 0774 342025 Stazione di Tivoli Terme 0774 379246 Stazione di Montecelio 0774 397600 Stazione di Tivoli 0774 375871 Polizia 113 Commissariato di Guidonia 0774 30301 Commissariato di Tivoli 0774 31941 Polizia stradale Tivoli 0774 31921 Polizia Municipale Guidonia 0774 342632 Montecelio 0774 511314 Colleverde 0774 365219 Setteville 0774 391535 Villalba 0774 355668 Villanova 0774 325133 Vigili del Fuoco 115 Tivoli V. Paterno, 2 0774 534343 Guardia di Finanza 117 Tivoli 0774 311330

PUBBLICA UTILITÀ Comune di Guidonia Piazza Matteotti, 20 0774 3011 Ufficio Igiene e Sanità 0774 6541 Comune di Tivoli Piazza del Governo, 1 0774 4531 Asl Guidonia 0774 6541 Guidonia Consultorio 0774 341381 Villanova Consultorio 0774 528747 Inail Via Tiburtina, 75 0774 33941 Inps Centralino Guidonia Via dei Mughetti, 2 800.130.335 Centro per l’Impiego Guidonia 0774 300831 Camera di Commercio Via Tiburtina Km 20 0774 353549

Agenzia delle Entrate 0774 50031 PT Tivoli Via Empolitana, 88 0774 331127 PT Tivoli Centro Via Palatina, 12 0774 31981 PT Guidonia Via Dei Fauni 0774 357458 PT Villalba P.zza Carrara, 13 0774 372106 PT Villanova Via Guerrazzi 0774 528741 Gas (Eni) Segnalazione guasti Numero Verde 800.900.999 Numero Verde Italgas 800.900.700 Enel Segnalazione guasti, nuovi contratti, volture e pratiche 800.900.800 Acea segnalazione guasti 800.130.335 Acea Guidonia 0774 300895 Protezione Civile Via Lago dei Tartari, 7 Guidonia 0774 355888 - 0774 373015

FARMACIE

GUIDONIA

Aleandri Viale Roma 140 0774 342955 Di Siena Cinzia Via Tiburtina, 92 0774 372116 Altobelli Via Corso Italia, 95 0774 371811 - 353400 De Michele S. Piazza San Giovanni, 37 Montecelio 0774 510043 Barresi Via Monte Bianco, 59 0774 363066 Ivella Dr. Simonetta Largo Falcone, 5 0774 300926 Lorenti Via Colle Nocello La Botte 0774 324152 Piracci Via Leopardi, 21 Setteville 0774 391101

Restaino Via Albuccione, 32 0774 378740 Tornaghi Via Maremmana, 153 Villanova di Guidonia 0774 528112 Rossetti Laura Via Maremmana, 300 Villanova di Guidonia 0774 325418 - 324134 Scaramella S. Via Girasoli, 30/32 Guidonia 0774 343449 Scavolini Viale Roma 84 - 0774 342019 Farmacia Vitillo Marco Simone Setteville Nord Via Anticoli Corrado, 37 0774368686

TIVOLI

Baldinelli Marco Piazza della Queva, 11 Tel. 0774 371020 Baldinelli Fabio Via Pio IX, 7 0774 357085 Conti dei Dott.ri Le. E G. Valentini Via del Trevio, 78 0774 335093 Poggi Via Empolitana, 17 0774 334323 Giovannola Dott. Fabrizio Via Campolimpido 0774 380300 Minelli Piazza Rivarola, 8 0774 335213 Caricari Via Empolitana, 126 0774 314722 Pallante Dott. Ettore Piazza Plebiscito, 18 0774 312183 Pangia Raffaele Vincenzo Via Bulgarini, 28 0774 314303 Riccardi Zino Via Trieste, 14 0774 335094 Tornaghi Dott. Giacomo Via Nazionale Tiburtina, 159 0774 530804 Farmacia Sciarra Villa Adriana Via Rosolina, 80 0774380046 Sulsenti Dr. Adriana KM. 34.300, Via Valeria 0774 334684

De Franceschi Paola 12, Via Munazio Planco 0774 318558 (parafarmacia)

FARMACIE NOTTURNE Orario prolungato fino alle ore 24. Dalle 24 alle 8.30 su reperebilità Scaramella Collefiorito Via Dei Girasoli, 30 0774 343449 Di Siena Villalba Via Tiburtina, 92 Tel 0774 372116

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PRONTO SOCCORSO

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Cittadini & Salute Mensile di inf ormazione Socio-San itaria della Provincia di Roma est ed itore e Direttor e Generale Mario Dionisi Dir ettor e Responsabile Angelo Nardi Webmaster e Foto ed itor Mariano Trissati Art Director Antonella Cimaglia Redazione Via Galletti, 16 - 00012 Villanova di Guidonia (Rm) e-mail: redazione@cittadiniesalute.it Tel e Fax 0774 529498 - 0774 320278 Stampa Fotolito Moggio strada Galli, 5 Villa Adriana (Rm). Registrazione n. 31 del 29 giugno 2010 presso il Tribunale di Tivoli. Tutte le collaborazioni sono considerate a titolo gratuito, salvo accordi scritti con l’editore. Tutto il materiale cartaceo e fotografico consegnato o spedito alla redazione, non verrà restituto.




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