Cittadini & Salute Febbraio 2012

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Editoriale

I medici governino, imprenditori alla Sanità! di Angelo Nardi È tanto, troppo tempo, che in

Sanità si ripete questo tema: il pieno impiego della tecnica infor-

matica e telematica produrrebbe

nel sistema amministrativo di cura

e tutela della salute un risparmio di circa dieci miliardi. Si tradur-

rebbe in un sistema per risparmiare

senza rinunciare ai servizi e senza ulteriori balzelli ai pazienti. La risposta è ovvia. Un sistema di questo tipo introdurrebbe cri-

teri di trasparenza e leggibilità che danno fastidio ai baroni come ai manager. Come spiegare il motivo per cui una siringa in un

luogo costa dieci volte di più della stessa siringa acquistata in un altro patrio territorio?

Si scrive. “La ricetta per intaccare la spesa pubblica sanita-

ria (100 miliardi, il 7% del Pil nel 2011) è di sfruttare poten-

zialità trascurate che permetterebbero di risparmiare oltre 5 miliardi: telemedicina, fatturazione elettronica e ricetta elettro-

nica … La telemedicina potrebbe evitare spese per 3 miliardi

perché sposterebbe i costi dell’assistenza ospedaliera dove una giornata di degenza costa mediamente 500 euro al territorio. Le

cure domiciliari si aggirano attorno ai 50-70 euro. Nel 2010 le

giornate di ricovero ospedaliero sono state 75 milioni e baste-

rebbe una riduzione del 10% (la riduzione possibile per gli anziani è addirittura del 50%) per ottenere risultati sensibili sul

piano del contenimento economico”. Questo è solo un esempio

tematizzato più volte. Poi esistono i farmaci. Le confezioni a far-

maco unico, “la farmaceutica che costa circa 11 miliardi per

quanto riguarda le specialità rimborsate dal servizio pubblico.

La fatturazione elettronica permetterebbe di tagliare spese amministrative pari allo 0,23%, dunque circa 25 milioni”.

Sono documenti e dati semplicemente alla portata di tutti.

Non occorre opera di intelligence per disporne, (in questo

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Un ticket per i ricoveri, è una proposta

La paziente denuncia e il medico non opera Magnesio, salvacondotto contro l’ictus Falsi invalidi, un costo da cancellare IHG/ Disagio nel caregiver del paziente con Demenza di Alzheimer

Tutti i numeri della Sanità Una legge sulla medicina per lo Sport Palestra! Panacea da tutti i mali Poche sigarette, fanno bene o fanno male? Vademecum per ipertesi Aspirinetta contro infarto Risparmio globale, colpa anche del metano e particolato

Una cura contro i furbetti

numero pubblichiamo quelli relativi l’assistenza ospedaliera nel Lazio). Cosa deve succedere perché il governo della sanità

prenda i criteri di una qualsiasi azienda? Forse i professori

del governo dovrebbero occuparsi di Sanità e i medici go-

vernare il paese dove ciascun problema è connesso ad altro, come in medicina, ma ci si ostina a curare un organo per volta.

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Cittadini & Salute Mensile di informazione Socio-Sanitaria Editore e Direttore Generale Mario Dionisi Direttore Responsabile Angelo Nardi Art Director Antonella Cimaglia Webmaster Mariano Trissati Redazione Via Galletti,16 00012 Villanova di Guidonia (Rm) E-mail: redazione@cittadiniesalute.it Tel e Fax 0774 529498 - 0774 320278 Stampa Fotolito Moggio strada Galli, 5 Villa Adriana (Rm). Registrazione n. 31 del 29/06/2010 presso il Tribunale di Tivoli. Tutte le collaborazioni sono considerate a titolo gratuito, salvo accordi scritti con l’editore. Tutto il materiale cartaceo e fotografico consegnato alla redazione, non verrà restituito. Chiuso il 06/02/2012

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Attualità Il ministro tiene a specificare: “il ticket è un’ipotesi”. Renato Balduzzi vuole ottimizzare le risorse a disposizione. Dice che il sistema sanitario nostrano è buono e per dirlo cita l’Organizzazione mondiale della sanità, ma per fare interventi importanti sul nostro sistema c’è bisogno di nuove risorse. E poi introduce anche concetti di equità non meglio specificati. Si limita a dire che una persona con una malattia cronica con un livello medio alto è giusto che paghi il ticket. Il problema secondo il ministro, consiste nell’equiparare il balzello in tutte le regioni italiane di modo che ce ne sia uno omologo per tutte. (Non si capisce bene sulla scorta del concetto di equità perché una regione che è in salute finanziaria debba far pagare il ticket ai suoi cittadini escludendo ogni criterio premiale tra chi ha lavorato in economia e chi ha lavorato con lassismo). Balduzzi annuncia anche una tassa speciale per gli alcolici e il cibo spazzatura. Tutto questo dovrebbe far parte del sovracitato pacchetto della sanità che doveva approvarsi tra Natale e Capodanno: sempre da intervista. Sui quotidiani La Stampa e Avvenire nei primi giorni di gennaio sempre il ministro ha tratteggiato il futuro della Sanità. Questi i contenuti: Estensione del numero di farmacie e mano dura contro gli sprechi, la ricetta del ministro perché la cura della salute costi meno. Tredici miliardi sprecati dalla nostra sanità. A dirlo è una ricerca da parte del-

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Un ticket per i ricoveri, Lo ha detto il ministro della salute lanciando una sua grande riforma sul sistema sanitario.

l’associazione dell’ospedalità privata. Mentre sono 254 milioni di euro i danni accertati dalla Corte dei Conti nell’ultimo anno. Di questi, 130 sono i soldi sprecati nel Lazio. Davanti a questi dati il ministro Balduzzi in un’intervista nel quotidiano Avvenire dice che nel 2010 l’aumento di spesa è stato contenuto. Anche per le consulenze. Certo c’è da fare anche da noi ed entro fine giugno promette un dossier del ministero della salute per individuare ulteriori sprechi e promette mano dura laddove si dovessero trovare prezzi a rialzo. Sempre nell’intervista ad Avvenire il ministro prospetta di aprire più farmacie abbassando la media di ogni punto vendita per numero di abitanti e in più consentire autentiche nuove aperture nei centri commerciali. Non fa scommesse sulla durata di questo governo. Ma l’apripista Balduzzi l’ha concesso al quotidiano più alto in materia di sanità: il Sole 24 Ore. Alla faccia del tecnico! Le anticipazioni e la logica della sua manovra non le scrive in un documento ufficiale del ministero ma in un’intervista

Con 23 miliardi di deficit di Asl e ospedali il prelievo di 2,08 milardi in addizionale Irpef appare ben poca cosa al ministro della salute, Renato Balduzzi, in un’intervista sul Sole 24 Ore pubblicata l’8 dicembre. Nell’intervista il ministro anticipa i contenuti per un Patto della Salute che il governo dovrà concludere tra Natale e Capodanno. Il Patto deve consistere nell’introdurre dei ticket determinati sulla capacità di reddito, nel rivedere completamente la logica degli acquisti da parte dei centri di competenza sanitaria, tanto da saper riconoscere nuovi bisogni come quelli per la disabilità. In termini di acquisti improduttivi, costi esagerati, dislivello nelle forniture tra diverse aziende sanitarie, il ministro propone il concetto di appropriatezza dei servizi e del costo adeguato come unica discriminante possibile per l’intero sistema paese. Appropriatezza, che è nell’ordine del sistema dei criteri che il suo ministero deve approntare. Sulla contestata manovra relativa all’acquisizione dei farmaci di fascia C nella parafarmacie, il ministro la inscrive in una w w w.cittadinies alut e.it


è una proposta Ce n'è per piangere, se non ci fosse la consolazione della resistenza parlamentare e medica

logica di liberlizzazione voluta soprattutto dai governi che l’hanno preceduto e che dà maggiori vantaggi al cittadino. D’altra parte - si dirà - viene introdotto un principio di equità: “chi più ha più paghi”. Ma la riduzione del tetto di 36 mila euro di reddito indica che l’asticella è alta. Difficile avere un modello sanitario come nella nostra tradizione: garantito, umanistico, universale. Balzelli anche per le cure termali.

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Non c’è super ticket di 10 euro per visite e analisi. Niente contributo sui ricoveri ospedalieri. Si rafforza anche l’ipotesi della tassa sul cibo spazzatura per finanziare Asl e ospedali. Il nuovo Patto per la salute è questo. Cervellotico è il meccanismo di conteggio dei ticket. L’intendimento di Balduzzi è rimodularli su più fasce di reddito e in rapporto alla composizione del nucleo familiare, tenendo conto del numero dei componenti della famiglia e della

presenza di anziani o persone non autosufficienti a carico. A dare questi parametri dovrebbe essere l’Isee, l’indicatore della situazione economica del contribuente. Altri tetti di reddito alle esenzioni per patologia sono in programma. Si vuole rendere compartecipato il pagamento della prestazione. La conseguenza di tutto questo intrecciarsi di soggetti paganti sarà sicuramente la dislessia dei conti con nuovi deficit e nuove scuri pronte a tagliare. La notizia che gli enti regione sono contro il ticket sui ricoveri dovrebbe pesare nella bilancia dei poteri reali. L’effetto sarebbe molta impopolarità a riscontro di scarse entrate. E invece ci sono 8 miliardi di tagli alla sanità inferti per il prossimo biennio dalle ultime manovre! Jacopone da Todi

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Attualità

La paziente denuncia e il medico non opera Le denunce infondate per malasanità creano medici meno sicuri. Rafforzare il versante della diagnosi rende medici e pazienti più tranquilli

Era inevitabile. Ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria. Era quindi inevitabile che la pratica di denunciare i medici anche per cause risibili avrebbe trovato un contrapposto da parte medica. Succede così in un ospedale di Roma che un medico si rifiuti di operare una paziente conosciuta per aver denunciato un collega. Serenamente il primario ha ammesso: “non sono sereno nell’affrontare questo intervento”. E così ha declinato. Ha preferito non operare la paziente, non urgente, e le ha restituito i soldi della visita, effettuata in regime di intramoenia, dopo che questa le aveva detto di aver denunciato un altro medico. “La chirurgia deve essere affrontata con la mente libera e con

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il giusto stato d’animo, e non con la paura di essere denunciati. Altrimenti aumentano anche i rischi per il paziente” - ha detto il medico. Condizione che moltissimi suoi colleghi si sentiranno di sottoscrivere. A tutela del professionista la medicina difensiva. La speciale tutela del medico e del paziente consiste nella prescrizione di esami diagnostici o di misureterapeutiche finalizzata ad assicurare la salute del paziente, ma anche la garanzia delle responsabilità medico legali rispetto alle cure mediche. La medicina difensiva consiste in uno strumento di tutela del paziente. Ha un costo per lo Stato. Questo è certo. Ma ogni garanzia ha un costo ed in qusto caso la spesa va a riscontro immediato della riuscita migliore della diagnosi.

Una diagnosi approfondita, scandagliata secondo ogni possibile derivazione della malattia ipotizzata si pone come strumento di indagine necessaria messa a disposizione della tecnica di cui il medico non può fare a meno. Questo a tutela anche di possibili contraccolpi futuri. Chiaramente non si può prescindere da altri rimedi. Primo tra questi, il miglioramento del rapporto con il paziente, la sua forte umanizzazione, evitando di essere burocratici, distaccati, freddamente conseguenziali col paziente. Il medico non deve mai rinunicare ad effettuare la vecchia visita. La velocità e la frenesia delle diagnosi e dei rimedi alla malattia non debbono, d’altra parte, far richiedere al medico prestazioni in termini di diagnosi in assi temporali impossibili: la manifestazione del male e immediatamente la sua diagnosi e cura. La cura è la diagnosi. Cecco Angiolieri

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RICERCA

Magnesio, salvacondotto contro l’ictus

Una ricerca svedese dimostra che protegge dal rischio d’ictus. La nozione non è nuova. Nuovi sono i termini dei suoi effetti migliorativi Verdure, noci e fagioli. Chi ne mangia in grande quantità, quindi fa incetta di magnesio, si protegge dal rischio di incorrere in un ictus. Specificamente scongiurato con questo tipo di alimentazione è il rischio di avere l’ictus ischemico - quando la causa determinante consiste in un coagulo di sangue. La ricerca è di tipo compilativo, raccogli le risultanze di altri 14 studi. I casi di persone esaminate, in totale, quindi sono 250 mila soggetti. Qualcosa di meglio che un campione esaustivo. La sperimentazione li ha messi a confronto tra chi ha assunto il magnesio in forma di integratori o direttamente dagli alimenti. In sostanza dalle risultanze evidenziate nelle ricerche prese a mo-

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dello per questa lettura sistemica delle analisi, ogni cento milligrammi di magnesio diminuiscono del nove per cento le possibilità di attacco ischemico. Una relazione numerica che di per sé non dice nulla, solo mette in relazione un regime di corretta alimentazione con un problema che chi sa di avere in forma di ereditarietà può avere modo di prevenire come forma di terapia avversa anche attraverso la normale alimentazione. Tanto per dare una base orientativa nei comportamenti alimentari, donne e uomini con trent’anni suonati, fanno bene a inserire nella loro dieta quotidiana circa quattrocento milligrammi di magnesio. D’altra parte è noto ad ogni medico che le vitamine B ed E sono ne-

cessarie per la salute generale di vasi sanguigni. La vitamina B3 (o niacina) abbassa il colesterolo. La vitamina E può aiutare a prevenire i grumi, riducendo il fabbisogno di ossigeno. In tal senso dosi quotidiane di magnesio, selenio e potassio proteggono dall'ictus. La dieta è quindi della massima importanza e dovrebbe essere ben equilibrata: queste raccomandazioni sono molto importanti nella prevenzione della malattia. Quindi sulla base alimentare di tutela contro l’ictus vanno consumati con regolarità i legumi. Sono fonte di energia. L’importanza di una sana e corretta alimentazione consiste nelle proteine di origine vegetale, fibra, vitamine, folati e minerali come magnesio, calcio e potassio. La carenza di vitamina D è correlata ad un aumento di rischio di patologie cardiovascolari. Brunetto Latini

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Attualità

Falsi invalidi, un costo da cancellare

Iniziano solo ora verifiche a tappeto sulle truffe operate all’istituto di previdenza sociale Un cieco che riceveva una pensione per il suo stato di non vedente ma che tutti sapevano essere solito guidare l’automobile, fare passeggiate in bicicletta. Una rapina alle spalle dei contribuenti fatta alla luce del giorno. Probabilmente una denuncia ha mosso l’Inps di Novara a convocare il soggetto che si spacciava per cieco negli uffici adducento motivazioni fittizie. L’uomo per l’occasione aveva indossato nuovamente occhiali neri e bastone bianco. Si era fatto anche accompagnare da un amico per inscenare meglio la parte dell’invalido. Succede il 10 gennaio. Una volta davanti al funzionario Inps ha capito che però la sceneggiata era finita. Evidentemente l’ente prima di convocare il falso invalido aveva fatto le sue verifiche. Posto davanti l’evidenza che non poteva far a meno di vedere l’uomo ha ammesso di non essere cieco ma solo perché ultimamente la sua vista era migliorata. A Pavia il giorno successivo un’impiegata dell'Asl viene arrestata con l'accusa di corruzione e truffa per aver

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falsificato 135 pratiche di invalidità, con un danno per l’Inps di 1,3 milioni di euro. Era addetta all’ufficio invalidi. L’accusa è di aver istruito false pratiche di rimborso per indennità di accompagnamento o per malattie inesistenti, emettendo i relativi ordini di pagamento e percependo un compenso dai beneficiari della truffa Sono casi balzati alle cronache, anche con uso strumentale del mezzo comunicativo per dimostrare una maggiore attenzione verso gli sperperi della mano pubblica. Sono due esempi diretti che fanno riflettere su un problema percepibile in tante evidenze meno eclatanti Una di queste è il fenomeno delle auto con l’assegnazione del portatore di handicap del guidatore. Una quantità di disagiati talmente alta nelle grandi città da indurre qualche automatico sospetto. Il numero dei falsi invalidi in Italia probabilmente assume delle proporzioni impressionanti. Un numero che onestamente è impossibile da ipotizzare, ma che comunque rappresenta una diminuzione alle possibilità di erogare risorse da parte dall’istituto di previdenza pubblica.

E allora la presidenza della XII Commissione Igiene e Sanità del Senato ha deciso di avviare un’indagine conoscitiva sulle problematiche relative all’accertamento dei presupposti sanitari in sede di procedura per il riconoscimento dell’invalidità civile e delle indennità di accompagnamento, con particolare riguardo alle persone affette da malattie cronico degenerative. Chiaramente per questioni di protocollo, di concertazione tra diversi istituti dello Stato, deve essere d’accordo anche la Presidenza della Commissione lavoro, C'è una parte di realtà sociale di cui i giornali non parlano. Eppure sono Vip, Very invalid people. L’indagine, sempre ammesso che si riesca a fare, deve riuscire ad accertare le disfunzioni dei Piani straordinari per gli invalidi. Quelle stesse indagini svolte dall’Inps. L’indagine dovrebbe partire a metà febbraio. Durerà tre mesi. Le ultime manovre del governo Berlusconi hanno modificato i parametri per l’assegnazione dell’invalidità. Manovre in qualche modo recepite dal regolamento interno dell’Inps, che ha determinato un irrigidimento delle procedure e conseguenti gravi disagi per le persone con disabilità. Non sono mancate le denunce. L’indagine della Commissione Sanità è diventata un fatto necessario. Oderisi da Gubbio w w w.cittadinies alut e.it


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Disagio nel caregiver del paziente con Demenza di Alzheimer: conoscerlo per aiutare chi aiuta Disegno realizzato da un malato di Alzheimer

Dott.ssa Giada Boccolini - Psicologa - Servizio di Assistenza Domiciliare Alzheimer Italian Hospital Group

Alzheimer: una malattia “nascosta”, dall’esordio insidioso, spesso diagnosticata soltanto quando i sintomi hanno raggiunto una rilevanza tale da incidere in modovisibilmente significativo nella vita di tutti i giorni, non solo dei pazienti, ma anche dell’intero nucleo familiare. Tale forma di demenza si muove, infatti, su un duplice binario: da una parte, si assiste nel malato ad un progressivo declino delle funzioni cognitive superiori, in particolare legate alle capacità mnestiche e al linguaggio; dall’altra, possono emergere disturbi psicocomportamentali di vario tipo, da disturbi alimentari o del ciclo sonno/veglia, ad aggressività, depressione, allucinazioni e convinzioni deliranti. Così, il membro di una famiglia, che poteva esserne stato per decenni la colonna portante, inizia nei primi tempi a mostrare defaillance verbali, ad “avere sulla punta della lingua” il nome di un figlio o di un fratello, che spesso nomina erroneamente, o a smarrire oggetti di uso comune, come chiavi o denaro, che era certo di aver riposto al sicuro; talvolta, potrebbe accusare persone della famiglia o ipotetici estranei di averlo derubato. Parallelamente, il comportamento può mutare, possono accentuarsi aspetti della personalità del singolo soggetto o al contrario stravolgersi nel loro opposto: persone tendenzialmente scostanti o burbere possono divenire scontrose o addirittura violente, mentre altre estremamente educate, spesso anche molto religiose e pie, possono manifestare aggressività verbale, uno sconcertante turpiloquio o un’imbarazzante disinibizione.

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Simili mutamenti lasciano smarriti gli altri familiari, i quali il più delle volte sentono il bisogno di figure di riferimento in grado di aiutarli a “comprendere” e a “gestire” il loro caro nel lungo percorso della malattia. L’Alzheimer, quindi, non solo va gradualmente ad inficiare la qualità della vita di chi ne è affetto, danneggiandone progressivamente le abilità e le competenze, ma coinvolge, spesso in maniera devastante, l’intera famiglia che, a ragione, è stata definita come la seconda vittima della Malattia. L’inesorabile declino cognitivo e i disturbi comportamentali sono spesso così importantida rendere il malato irriconoscibile agli occhi degli stessi familiari, che lo descrivono come “un’altra persona”; il carico assistenziale va ad incombere in modo sempre più gravoso sul familiare responsabile, il caregiver. Alla luce delle complesse problematiche connesse ad una simile patologia è necessario, quindi, offrire risposte articolate, per venire incontro non solo alle molteplici e sempre più pressanti necessità del paziente, ma anche ai bisogni del nucleo familiare che lo circonda e, ancor più, al membro che maggiormente si dedica alle pratiche assistenziali, rivestendo il ruolo di caregiver. Sicuramente un approccio integrato tra personale sanitario ed equipe psicosociologica rappresenta la modalità più proficua con cui poter gestire le complesse necessità di una malattia totalizzante come l’Alzheimer.

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Attualità Prevenzione per evitare l’ospedale e ricoveri che rendano questa esperienza meno gravosa. Potrebbe essere sitentizzato in questo modo lo sforzo della Regione Lazio per la sanità. Grande importanza la rivestono anche le visite ambulatoriali e specialistiche. La Sanità in numeri per il senso comune significa essenzialmente prestazioni ospedaliere. E su questo si concentra la nostra attenzione sugli ultimi dati a disposizione relativi al 2010 dove si sono registrati nelle strutture ospedaliere del Lazio, 667.739 dimissioni da regime ordinario per un totale di quasi 6 milioni di giornate di degenza. La degenza media ordinaria è di poco più di una settimana. I dimessi da regime ordinario provenienti da Pronto Soccorso sono circa il 48%. Nello stesso anno il numero di ricoveri ripetuti entro i 30 giorni sono stati il 3,8% del totale, nelle dimissioni volontarie si registra il 2,8% del totale. Medicina generale, Chirurgia generale, ed Ostetricia-ginecologia effettuano il 45% delle dimissioni in ordinario e il 27% in Day Hospital. L’attività di Day Hospital chirurgico si concentra nelle specialità di chirurgia generale, ostetricia e ginecologia, ortopedia e traumatologia, oculistica, otorinolaringoiatria e dermatologia, che svolgono l’80% del complesso delle prestazioni di Day Hospital chirurgico,

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Tutti i numeri

mentre circa il 50% delle prestazioni di DH medico sono Relazione Sanitaria concentrata nelle specialità di chirurgia generale, oncologia, ematologia, medicina generale, pediatria, endocrinologia e neuro psichiatria infantile. Ma, sempre nel 2010, il progressivo invecchiamento

della popolazione e l’aumento della quota di persone non autosufficienti rendono l'assistenza domiciliare un elemento fondamentale dell'assistenza sanitaria distrettuale. Un quadro completo dell’attività svolta dai CAD è pertanto indispensabile ai fini di una corretta stima del bi-

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della Sanità sogno e di un’adeguata pianificazione degli interventi. Per rispondere a tale necessità la Regione Lazio, nel corso dell’anno 2010, ha avviato il nuovo sistema informativo dell'assistenza domiciliare (SIAD), che raccoglie informazioni relative alle valutazioni ed all’attività assistenziale erogata nell’ambito dei piani di assistenza individuale. Il nuovo Sistema inoltre è in grado di soddisfare il debito informativo per il monitoraggio dell’assistenza domiciliare. I primi dati consolidati saranno disponibili dell'anno 2011. Nell'anno 2010 sono stati attivati nel Lazio complessivamente 12.659 piani di assistenza individuali. Di questi il 42% è stato concluso nel corso del 2010. Si precisa che non rientrano in questo conteggio i dati riferiti all’assistenza domiciliare occasionale. C'è un’ampia va-

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riabilità tra ASL relativamente al numero di piani di assistenza attivati e/o conclusi nel corso dell’anno.

Questi i numeri dai quali non si può prescindere per una logica di governo, ma anche di ricezione delle vere necessità, nel sistema sanitario del Lazio. Ciò affinché il dibattito non si alimenti con la demagogia ma si costruisca su nozioni certe. Brunetto Latini

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Attualità

Una legge sulla medicina per lo Sport

Il problema è sentito nel Lazio, tanto che la Regione ha deciso di iniziare con una commissione specifica ricavata all’interno della commissione Cultura. Meglio iniziare subito! Lo sport amatoriale è bello ma le tutele per la salute debbono esser previste in modo puntuale. Ed è per questo che il 17 gennaio sono state formulate proposte di legge sulla promozione dell’attività amatoriale. Il placet alla proposta di modifica della legge regionale in materia di medicina dello sport e tutela sanitaria delle attività sportive, è arrivato dall’iniziativa di Mario Brozzi (Lista Polverini). Anche l’opposizione con Giulia Rodano e Francesco Carducci non hanno votato contro, si sono astenuti. La medicina sportiva ancora non è disciplinata da una normativa ad hoc. Nel corso della seduta il consigliere Brozzi ha sottolineato l’importanza di fare prevenzione: “Nel nostro paese è stata cancellata qualunque forma di sistema preventivo, con il conseguente aumento di patologie ad alto impatto sociale. Lo sport può rappresentare un sistema terapeutico preventivo e uno strumento di conservazione dello stato di salute”. Giulia Rodano ha chiesto che nel testo non vengano precisate le modalità con cui attuare gli esami di controllo, che “vanno lasciate agli organismi tecnici”. Enzo Fo-

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schi, nel dichiarare delusione per i “consistenti tagli allo sport in sede di bilancio”, ha auspicato che la proposta di legge sia accompagnata da adeguate risorse finanziarie. Anche Pier Ernesto Irmici, annunciando il voto favorevole del gruppo Pdl, ha auspicato ulteriori approfondimenti sia in commissione sanità che in commissione bilancio. Mario Perilli, infine, ha chiesto di precisare nel testo che il provvedimento riguarda l’intero territorio regionale e non solo i capoluoghi di provincia. Essendo la pratica sportiva un comportamento sempre più diffuso che acquisisce carattere sociale anche per le innumerevoli indicazioni da parte dei medici di effettuare un minimo di attività ginnica a tutte le età, la necessità di normare questa branca della medicina diventa un obbligo da parte degli amministatori della Sanità. Un argomento che sarà affrontato il 3 marzo a Saronno, in provincia di Varese, in occasione del convegno nazionale di Medicina dello Sport presso l`Istituto Padre Monti di Via Legnani, 4. L’argomento specificamente trattato sarà quello della

cosiddetta Idoneità. Con l’espressione che significa tutto e non significa niente vengono messi al riparo i gestori di associazioni sportive come i titolari di palestre, ma non i medici che nel firmare una generica “idoneità” dovrebbero specificare limiti del sottetto in questione e individuare i termini di un impegno agonistico per il quale c’è bisogno di certificazioni specifiche. Questo solo uno degli argomenti di cui dovrebbe occuparsi in modo specifico la branca della medicina che assume sempre più carattere di necessaria prevenzione alle malattie. La Regione Lazio con la legge specifica in materia vuole arrivare a realizzare un sistema informatizzato in grado di registrare e comunicare a chi di dovere ogni dato medico ritenuto rilevante; il complessivo ripensamento della visita medico-sportiva, con l’introduzione di nuovi ed irrinunciabili strumenti diagnostici, quali l’ecocardiocolordoppler. L’obiettivo quindi consiste nell’arrivare a un “Libretto sanitario sportivo telematico”. La grande missione, chiaramente, consiste nel promuovere l’esercizio effettivo dello sport. Il lavoro iniziato ha le caratteristiche per configurarsi come modello da esportare anche all’esterno. Vanni Fucci w w w.cittadinies alut e.it


RICERCA

Palestra! Panacea da tutti i mali

Col sistema di macchine per la pesistica e per il lavoro cardiaco sono i luoghi di terapia preventiva più sicuri Un tempo la palestra, nella migliore delle ipotesi, veniva consigliata per il post trauma. Nella stragrande maggioranza dei casi era un luogo frequentato da giovanotti baldanzosi. Ora potrebbe definirsi un vero e proprio luogo di cura e prevenzione della salute. E non ha controindicazioni perché il sistema di macchine protegge da indesiderati effetti di sovraccarico. Dal 16 al 19 febbraio, ad Alexandria, in Virginia, si svolgerà il congresso dei personal trainer di tutto il mondo. Vogliono essere accreditati per curare gli acciacchi. La tendenza dell’anno vede in esercizi “basic” lo spunto dalla vecchia ginnastica correttiva ma con attrezzi evoluti. Tra i grandi ritorni della vecchia palestra e la vecchia ginnastica propriamente detta c’è la palla medica. Oggi la chiamano “dynamax”. Ha misure diverse ma in sostanza svolge lo stesso ruolo ed ha le stesse funzioni nel movimento del corpo. Promossi altri strumenti nuovi e tradizionali per comprovata riuscita a livello di miglioramento dello stato fisico. Questi sono il “bosu”, una pedanina a mezza luna www.cittad inies alut e.it

su cui saltellare, l’antichissima corda “power rope”, i tubi flessibili “resistence tube” in luogo dei pesi per utilizzare il fattore di resistenza come motivo di trazione che induce il potenziamento muscolare. Il vantaggio consiste in una maggiore elasticità senza dare la conseguenza di traumi. Un corpo libero da acciacchi è il nuovo, redditizio, obiettivo degli allenatori. I movimenti del corpo sono studiati nella ginnastica del terzo millennio in direzione di strategie antinfiammatorie. Modelli più avanzati parlano addirittura di influenze verso il sistema endocrino: “metabolic training”. A questo punto l’allenamento di schiena-anchecaviglie-piedi sono dettagli che la nuova educazione fisica espleta con grande facilità. Altri esercizi, sono mirati ad allenare lo “psoas”, muscolo interno dell’anca. Si tratta di un muscolo importante a cui la ginnastica tradizionale arrivava solo con livelli di specializzazione agonistica. Agisce flettendo e ruotando la testa del femore. Si tratta di un sistema che funziona molto per i ritrovati atleti della seconda

età perché garantisce un minore rischio di traumi e una elasticità. Nel congresso di affrontano anche aspetti sociali dell’allenamento. Tra questi, l’allenamento in coppia o in piccoli gruppi per dividere la spesa ma anche per verificare in tempo reale reazioni, problemi e benefici. Sempre negli Usa si profilano progetti di palestre all’aperto: i week-end trainer, allenamenti mirati il fine settimana per compensare la pigrizia dei giorni feriali. Il futuro vedrà un’esplosione del cosiddetto workout, garantiscono gli esperti del fitness, quindi si uscirà dalle palestre in gruppetti per allenarsi nei parchi o nei giardini di quartiere. In materia si aprono anche dissertazioni critiche sui migliori approcci: ”qual è l’allenamento giusto per dimagrire? Tutto basato sull’aerobico o anche um mix di anaerobico? Oppure un condensato di esercizi per puntare tutto all’intensità del movimento con tempi più brevi?” Sono questioni che le diverse discipline presenti nello stesso contesto - la palestra - affrontano con innovazioni che giungono dalla ricerca in grado di confermare ipotesi e sperimentazioni che arrivano da uno o dall’altra scuola. Ma la battaglia culturale da vincere è ancora un’altra: radicare la pratica sportiva. Ulderico degli Uberti

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RICERCA

Poche sigarette, fanno bene o fanno male? Il caso Balotelli ripreso dal suo allenatore del Manchester City Mancini riaccende la polemica sull’uso anche modico di sigarette sperando di spegnerne qualcuna

Ancora è in discussione l’effetto delle sigarette, se poche cinque al giorno. Secondo una ricerca anche una modica quantità comporta problemi alla salute e questo perché malattie polmonari, cancro e ictus sono affezioni che si accompagnano alla categoria dei fumatori e in questa non si distingue chi ne fa parte per modiche quantità - secondo l’Istituto di cardiologia del Policlinico Gemelli:

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tutti i fumatori incalliti iniziano con qualche sigaretta. Se la pressione si riduce, categorie meno difese e sempre più esposte come i giovani tendono a riprendere il vizio. La natura umana è fatta così. La pressione non va mai allentata. Questo secondo una versione, quella più canonica. Ma a riscattare l’abitudine di poche sigarette al dì, arriva la ricerca del CNR.

Fumare poco aiuta ad avere i riflessi mnemonici più rapidi. In altre parole, si ricorda meglio. Questo perché la nicotina è in grado di espandere le capacità della cosiddetta “memoria al lavoro” o working-memory, sempre secondo la ricerca realizzata dall’Istituto di bio-immagini e fisiologia molecolare del Consiglio nazionale delle ricerche (Ibfm-Cne) di Milano-Segrate. Il confronto è tra due gruppi di persone con le stesse caratteristiche: età, salute e cultura. L’indagine è stata presentata a Washington, al Congresso mondiale della Society for Neuroscience. Piccarda Donati

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Curiosità

Vademecum per ipertesi

Assumere la pasticca di sera, prima di andare a dormire, misurare la pressione nell’arco dell’intera giornata, liberarsi dai pesi della propria coscienza parlando dei problemi ...

In molti periodici vengono pubblicati dei veri e propri breviari per coloro che, ipertesi, debbono prendere le misure dalla loro insensibile patologia. Il primo consiglio di prendere la pillola quotidiana la sera ha il doppio vantaggio ben noto: il momento di picco massimo della pressione quando di prima mattina il soggetto è prossimo al risveglio trova nell’assunzione recente del farmaco un protettore più efficace. Il 40% di tutti gli infarti avvengono al mattino tra le 6 e le 12. Si ritiene che questa percentuale si possa abbassare con questa semplice pratica serale. Altro consiglio: chi viene conosciuto come soggetto iperteso è bene che al più presto faccia la prova con il misuratore della pressione per tutto il giorno per avere un quadro chiaro della situazione. Diversamente, misurare la pressione in circostanze singole, è come capire un film da pochi fotogrammi. Sdrammatizzando: un’altra ricerca vede il gossip personale come una forma per uscire da apprensioni ansiotiche. Gossip. Ossia parlare con intento liberatorio delle corna altrui per

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liberarci di una responsabilità, il fatto di sapere e di non aver fatto nulla. Un esempio di quello che secondo una ricerca californiana viene indicata come soluzione allo stress. Quindi non si tratta di chiacchierare sulle malefatte di qualcuno con effetti denigratori. Non si parla nemmeno di confrontarsi sulle ultime novità dei vip. Ma proprio il comportamento di esternazione appare ai ricercatori una valvola di sfogo che aiuta ad alleggerire anche altre contrizioni. Questo almeno secondo lo studio molto light pubblicato sulla rivista sui comportamenti e sulla piscologia sociale. L’anti-stress consiste nel “trasmettere la nota di gossip” cancellando sentimenti negativi. Il sale non incide in modo così importante per la tendenza all’ipertensione. La dinamica che attiva un rapporto causa effetto tra ingresso di sodio nell’organismo e aumento della pressione è assai meno conseguenziale di quanto è stato bandito in notiziari di medicina. Più sale, per intenderci, non significa necessariamente aumento dell’ipertensione.

Intendiamoci! È vero che assimilare sale implica maggiore ritenzione di liquidi all’interno del sistema della circolazione arteriosa. Questo si deve anche a maggiore secrezione di ormoni antidiuretici o l’innalzamento eccessivo di zucchero nel sangue. Ma la scoperta della ricerca vede anche nella maggiore estensione dei capillari il rimedio a questo scompenso. Una nozione che nel confutare un’antica convinzione è dettata per lo più da una connessione causale di cognizioni: sale causa ritenzione di liquidi quindi a discapito della fluida circolazione. Anche altre ricerche sconfessano questa convinzione perdurata finora. Uno studio compilativo di altre 167 ricerche arriva allo stesso risultato. La ricerca di pratiche distensive di cardio regolatori naturali, quali una passeggiata di un’ora a passo continuato e costante, giocare a golf, fare una corsetta molto lieve di intensità ma perdurata nel tempo di almeno mezzora si caratterizzano come le misure più indicate per allontanare i più indesiderati effetti dell’ipertensione. Giova sempre ricordare che in Italia ogni anno vengono registrati circa 190 mila ictus. Piccarda Donati w w w.cittadinies alut e.it


RICERCA

Aspirinetta contro infarto

L’attenzione verso usi inappropriati, ma le sue qualità curative per la prevenzione sono assimilabili a un salvavita. I dilemmi che la ricerca non scioglie si risolvono dal medico

Altra questione antica nella cura della salute: le aspirine come metodo preventivo contro l’infarto. Tutti dovrebbero sapere che in effetti riducono del 10% il pericolo di attacco cardiaco, ma aumentano di quasi un terzo il rischio di emorragia interna. Chi non ha espliciti problemi al cuore è bene si tenga a distanza da questa pratica dettata più da ipocondria che da vera prevenzione medica. Detto questo, se lo consiglia il medico chi ha problemi cardiaci acclarati deve continuare a prendere l’aspirinetta. L’aspirinetta per i cardiopatici, sostiene una ricerca, The Hearth, riduce, sì, del 10% il rischio infarti. Ma avendo in sé il rischio di emorragie annulla la percentuale benefica di prevenirli. Il metodo di ricerca, consiste nel prendere un gruppo di volontari per la ricerca e si divide in due, a una metà si dà il farmaco mentre l’altra assume il sostituto inattivo. La sperimentazione è durata circa sei anni. Quindi, prendere l’aspirinetta ogni giorno, o a giorni alterni, riduce il rischio di infarto e ictus del 10%, principalmente a causa del calo di attacchi cardiaci non fatali. Con Aspirina si intende acido acetilsawww.cittad inies alut e.it

licilico: uno dei più antichi farmaci conosciuti. Ha funzioni antinfiammatorie ed è anche un importante antipiretico: abbassa la febbre in malattie da raffreddamento o infezioni batteriche. L’Aspirina meglio conosciuta come prevenzione di infarti ed eventi cardiovascolari deriva dalla sua funzione di antiaggreggante piastrinica. In altri termini, si oppone alla formazione di trombi e coaguli in generale. Ha avuto talmente successo, in tal senso, che si vorrebbe dare esclusivamente al medico l’onere di prescriverla come farmaco. Questo anche perché non mancano gli inconventi. L’acido acetilsalicilico fa male all’apparato gastrico. Presa sconsideratamente l’aspirina è anche pericolosa per i reni, ne mina la funzionalità. Sono questi i motivi per cui le diverse case farmaceutiche hanno specificato posologie e dosaggi al fine di indicare l’esatta terapia. Con l’Aspirinetta e la Cardioaspirina il principio attivo è di 100 milligrammi. Il farmaco viene utilizzato per contrastare l’azione di eventuali trombi e dunque nei trattamenti d’urgenza quale farmaco capace di evitare l’aggregazione piastrinica con tutti i rischi correlati al

trattamento attentamente valutati dai medici e per questo per lo più somministrato in ambiente sanitariamente attrezzato. In buona sostanza, l’aspirina non è un toccasana. Si tratta di un farmaco che va assunto con attenzione. In assenza di una cardiopatia con la speranza di tenere lontano un infarto. Va detto che il medicinale non ha effetto sulle morti per problemi cardiaci determinate da stress oncologici. Stesse conclusioni su Archives of Internal Medicine. Attenzione alle dosi giornaliere di aspirina, prese in assenza di una cardiopatia con la speranza di tenere lontano un infarto. Detto questo le sue performance curative rendono il famoso farmaco un salvavita. Francesca da Polenta

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Attualità

Risparmio globale, colpa anche del metano e particolato

Non deve essere incriminata solo l’anidride carbonica come principale causa del surriscaldamento del pianeta. Anche altre emissioni fanno la loro parte

Metano e particolato. Sono loro ad essere i responsabili, insieme all’ultra menzionata anidride carbonica, dei centesimi di grado che ogni anno aumentano nelle temperature medie degli ecosistemi. Quindi, serie politiche di contrasto debbono guardare anche a questi altri due soggetti di inquinamento. Attenuare il riscaldamento globale è possibile. Arrivare a questo obiettivo in tempi brevi, raggiungere risultati apprezzabili anche sulla base della esperienza diretta, si può. La ricerca è stata pubblicata su The Science. La riduzione di anidride carbonica rimane un elemento cruciale. Ottenere il rientro dal dissesto climatico però è un’altra cosa. L’impegno sufficiente oggi consiste in aggredire questi due altri fattori di produzione e emissione nell’ambiente. Il metano utilizzato come elemento per il riscaldamento e il particolato per lo più derivato da una degenerazione di rifiuti organici abbandonati in discarica: sono questi i prossimi obiettivi delle campagne ambientaliste. E se le temperature globali dell'aria potrebbero aumentare per la presenza www.cittad inies alut e.it

di anidride carbonica dovuta ai combustibili fossili che intrappola il calore, nuovi dati indicano che questo valore è stato sovrastimato. È simile in ogni luogo della sfera terrestre il modo in cui la temperatura dell’aria influenza la reimmissione di CO2 nell’atmosfera da parte della Terra. Il risultato - pari a 1,4 - è un valore praticamente immutabile e indipendente sia dalla temperatura locale media, sia dalle particolari condizioni dell’ecosistema. Ad attestarlo lo studio specifico di una grande ricerca sull’assorbimento di anidride carbonica da parte delle piante. La parte specifica della ricerca nella quale si attesta un unico valore per temperatura e CO2 è stato condotto dall’istituto di biogeochimica Max Planck e coordinato da Miguel Mahecha. L’insieme della ricerca invece vuole dimostrare il grande livello di assorbimento di anidride carbonica (123 tonnellate) che le piante svolgono ogni anno. Ma la scoperta più importante resta quella per cui la sensibilità dell’ecosistema globale alla temperatura (indicata come Q10) è praticamente immutabile e ovunque sulla Terra è uguale a 1,4: per la prima volta il respiro della

Terra è stato misurato su scala globale. Le prime misure mai raccolte della fotosintesi e del ciclo del carbonio sono state presentate a Torino il 6 luglio, nell’Euro Science Open Forum (Esof). La CO2 assorbita dalle piante sulla Terra è stata misurata grazie alla collaborazione fra 11 Paesi, coordinati dall’istituto di biogeochimica tedesco Max Planck, di Jena. Il grande polmone della Terra è costituito sempre dalle foreste tropicali e dalla Savana. Le foreste tropicali, che contribuiscono al 34% dell’assorbimento totale della CO2 dall’atmosfera. La savana contribuisce invece il 26%, sebbene occupi una superficie doppia rispetto a quella delle foreste. I nuovi dati indicano che le piogge influenzano la quantità di CO2 utilizzata dalle piante per la fotosintesi su oltre il 40% delle terre con vegetazione. Questo non significa che in merito alla produzione di anidride carbonica bisogna dormire sonni tranquilli e recedere dal tentativo di limitarne la produzione ai paesi in forcing di industrializzazione. I parametri di Kyoto dovrebbero esser rispettati ancorché ripristinati. Ma la corretta informazione e la vera scienza non vanno mai d’accordo con la propaganda. Ubertino da Casale Cittadini & Salute

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Mario

Dionisi Una cura contro i furbetti Io l’ho visto il servizio sugli impiegati fannul-

nostro paese consiste in quei funzionari dello

avuto orrore - a differenza del sindaco che il 28

cune persone aprendo il viatico perché percepi-

pur essendo stato trasmesso il 26 gennaio.

derubando la parte onesta del paese.

dono gli impiegati timbrare anche per quelli che

prenditore in Sanità). Sono convinto che è arrivato

abituale! Gli altri che non la praticano avranno si-

zando la testa dica all’altra Italia: “Adesso basta!”.

smissione televisiva che si è decisa ad organizzare

ciati via. La parte buona dell'Italia deve emen-

loni del Comune di Roma! L’ho visto e ne ho

gennaio ancora dichiara di non averlo visionato Un servizio così preciso e puntuale dove si ve-

non ci sono. Evidentemente questa è una pratica

curamente denunciato il malcostume alla traun servizio reso possibile solo con la complicità

Stato che firmano di aver verificato la cecità di al-

scano regolare pensione, in questo modo Sono un ottimista! (Altrimenti non farei l’im-

il momento in cui la parte onesta dell’Italia al-

E allora i lavativi, i furbetti, debbono essere cac-

darsi da quella cattiva oppure educarla in modo

di una parte del personale del Comune di Roma

esemplare.

colleghi furbetti.

gresso in amministrazione pubblica in grado di

la tragedia della nave Costa Concordia incaglia-

persone a cui vengono affidati ruoli di responsa-

che evidentemente lavora e non ne può più dei

È un esempio delle “due italie” evidenziato con

tasi tra gli scogli dell’Isola del Giglio.

Ma dovremmo anche stabilire criteri di in-

saggiare l’attitudine al lavoro e alla serietà delle

bilità, come chi rilascia permessi o divieti: si met-

È un cattivo esempio del nostro sistema che non

tano soglie di sbarramento con il massimo dei

su Der Spiegel. Ammesso che questa impostazione

esame da parte di psicologi... Si faccia tutto il

parte sana affinché curi la parte malata del paese.

Ma per sostenere responsabilità bisogna avere

va sul quale i tedeschi operano il loro sarcasmo

del problema sia corretto bisogna far leva sulla E con buona pace del nostro direttore che mette

il dito sui casi dei “finti ciechi” il problema nel

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voti, si pongano i candidati a lunghi test con

possibile!

senso di responsabilità! E questo bisogna dimostrarlo prima di ottenere l’incarico.

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