Cittadini & Salute Febbraio 2011

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Editoriale Dibattito surreale sulla Sanità, in Sicilia. di Angelo Nardi

Dalla discussione su un caso di presunta malasanità il dibattito scivola su nominare un manager siciliano o uno extraisolano. “Impossibile lavorare con serenità”. Aveva detto il direttore generale dell’azienda ospedaliera di Palermo prima di andarsene. Il 2 febbraio Dario Allegra ha rassegnato le dimissioni dopo l’ennesimo caso di presunta malasanità gridato sugli organi di informazione: una paziente rimasta seduta per ore al pronto soccorso. La polemica tutta siciliana allora si trasforma nell’opportunità di nominare un siciliano o un manager del “continente”. L’assessore siciliano Massimo Russo risponde all’appello siglato da personaggi in vista nell’isola dichiarando invece di voler nominare un siciliano. “Dobbiamo fermamente credere nelle potenzialità di questa terra”. Il dibattito è tutto qui? Come migliorare gli standard delle prestazioni, come istituire un organo di controllo permanente e imparziale del livello dei servizi sanitari, stabilire i livelli di efficienza di tutti i nosocomi della regione per eventualmente operare un taglio o un recupero di quelli sotto lo standard... Nulla di questo, si discute sulla sicilianità della testa organizzativa. Quella, certo, non si deve discutere. La situazione siciliana ci deve far ben riflettere sul fatto che la gestione della Sanità ha bisogno di una logica diversa da quella perseguita dalla classe politica. Intendiamoci, deve essere salvaguardato il controllo che in sede pubblica viene effettuato sull’efficienza dei servizi sanitari, e questo può esser espletato solo da persone elette ad effettuare questa forma di verifica nei parametri di qualità. Il problema qui è la manifesta inadeguatezza di chi opera questi controlli e pone in essere le politiche sanitarie. La discussione non può fermarsi sulla sicilianità del manager! Ma in tema di territorialità degli organi competenti, perché invece non nominare un manager dagli Stati Uniti, dall’Inghilterra, dalla Francia o dove preferite? Perché non dare incarico a persona che sa di sanità e sa come far funzionare la macchina amministrativa e tecnica di gestione delle strutture deputate a salvaguardare la nostra salute? Immagino sia troppo per chi non prescinde dal manager siciliano.

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Il laboratorio Hugh O’Heir si sposta da Villaba a Guidonia. I residenti organizzano una petizione L’avamposto della Sanità contro la Polverini

Ambulatori in prima linea. Per sopravvivere

Cuore fermo per 70 minuti. Si salva!

Italian Hospital Group Villa Pia Centro per il trattamento e la cura dei Disturbi del Comportamento Alimentare (D.C.A.)

Elettro-chemio-terapia

Anziani, casa meglio dell’ospedale

“Ho avuto la malaria!”

Internet non fa male

Rubrica Prevenzione e Salute. Droghe, se le ri-conosci le stronchi

Una retina artificiale organica


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Attualità

Il laboratorio Hugh O’Heir si sposta da Villalba a Guidonia. I residenti organizzano una petizione

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isagi per i residenti di Villalba per lo spostamento dello storico laboratorio analisi sito in via Catania da oltre vent’anni. Lunedì 24 gennaio infatti, la saracinesca della struttura che erogava servizi di analisi cliniche e microbiologiche, convenzionata con il Servizio Sanitario Regionale, è stata chiusa al pubblico e trasferita a Guidonia in via Enrico Pezzi n°12. Una scelta dovuta a questioni economiche - secondo quanto ha dichiarato la titolare dello Hugh O’Heir - che però ha lasciato i cittadini della zona senza un luogo dove recarsi per effettuare prelievi. In soccorso al disagio si effettua un servizio navetta, su prenotazione nell’ex laboratorio dal lunedì al venerdì dalle ore 8 alle ore 11, eseguito dall’A.V.V.I.S. di Villalba nei giorni di mercoledì e sabato. Un servizio che potrebbe essere ampliato in base all’esigenza dell’utenza. Però, a quanto asserito da alcuni cittadini intervistati, la maggioranza di loro, non sembra essere in grado fisicamente, vista l’età, di recarsi nella struttura di volontariato per farsi poi accompagnare a Guidonia. Anche alcuni clienti abituali cercheranno di recarsi in altre postazioni del territorio perché reputano la nuova struttura di Guidonia scomoda per le loro esigenze. Per fronteggiare la nodosa questione è iniziata anche una raccolta firma per cercare di far riaprire il laboratorio o comunque far restare anche a Villalba un posto in cui fare prelievi. Isa Pistoia

Il giovane avvocato Alessandro Messa che ha promosso la petizione a Villalba di Guidonia

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Attualità

Villalba non deve perdere i suoi servizi”. Su questo ordine del giorno si è mosso il giovane avvocato Alessandro Messa che chiamati a raccolta alcuni amici, ha iniziato a far girare la petizione di firme rivolta alla Regione Lazio. Nella petizione, dopo una sintetica descrizione dello stato di fatto, si chiede di prevedere un centro di analisi diagnostiche nel quartiere. “Del resto prima c’era, perché toglierlo? - A chiederselo è sempre Alessandro Messa - Un anziano, senza auto, e ce ne sono molti qui a Villalba, per fare un’analisi ora è obbligato ai mezzi pubblici o a farsi accompagnare dal servizio di trasporto di un altro laboratorio di Guidonia che stabilisce gli orari. Tutto questo denuncia la mancanza di attenzione di chi decide in Regione. Se Guidonia e Villalba sulla carta sono vicini poche centinaia di metri, come realtà urbanistiche sono lontanissime. La nostra petizione vuole arrivare alla Regione Lazio perché ci assicuri il servizio più delicato e preminente, la cura della nostra salute”. Alessandro Messa, figlio dell’Onorevole Vittorio, non vuole entrare minimamente nei termini dei problemi della sanità, nella polemica sui tagli imposti dal piano di rientro, dal budget troppo stretto imposto agli studi accreditati. “Ciascuno deve pensare ai problemi: noi pensiamo a Villalba, la Regione Lazio pensi a dare una rete di servizi efficiente nella Sanità. Se fa così riesce a far peggio di Marrazzo. Ed è tutto dire! Garantire a Villalba un servizio efficiente per avere analisi diagnostiche vicino casa, per un quartiere come il nostro che raccoglie circa 20 mila abitanti, significa tanto. E non ci interessa qual è l’imprenditore della sanità che apre. L’importante è che ci sia il servizio. Noi la poniamo come una questione di salvaguardia di standard di vivibilità del nostro quartiere”. Sullo stessa linea gli altri primi firmatari. Nadia Passacantilli, 55 anni, professione casalinga, se la prende con l’eccessiva malleabilità delle persone. “La gente di Villalba nella vita ha sempre conosciuto solo il lavoro senza prowww.cittad inies alut e.it

testare mai, senza rivendicare alcun diritto. Noi qui non abbiamo presidi della sanità pubblica e neanche ci speriamo nelle condizioni di bilancio in cui versa la Regione Lazio. Non vedo perché debba esser data carta bianca a un ambulatorio diagnostico che dislocandosi a Guidonia non aggiunge nulla a un quartiere che ha tutto, ma toglie molto a noi!” Sara Cangemi, 29 anni, professione impiegata, dà un colpo alla Regione Lazio. “Chi ha aperto qui è perché evidentemente contava di avere clienti qui e credo che abbia avuto soddisfazione. Il laboratorio di analisi in via Catania è un riferimento per tutto il quartiere. Vorrei capire quale alto funzionario della Regione si è preso la briga di acconsentire a un trasferimento che implica un intero quartiere senza quel poco che aveva precedentemente. Questa è la tanto invocata razionalizzazione delle strutture sanitarie?” Ancora più radicale la critica di Patrizia Salvatore, 34 anni, professione Avvocato, “Il fatto che noi per loro siamo

L’ambulatorio di Villalba (foto repertorio: Google Earth)

solo massa di clienti. Quelli della Regione sanno che comunque dovremo servirci di un’attività sanitaria se abbiamo bisogno di farci le analisi. E a loro non importa se per noi un laboratorio che non è nel nostro quartiere ci complica tremendamente la vita. Loro guardano dall’alto e trasferiscono. Il resto sono problemi nostri. Ma è bene che diventino anche problemi loro”. “Non possiamo disertare i servizi sanitari, pubblici o privati – riprende Emanuele Libertazzi, 27 anni, dottore in giurisprudenza, - Però possiamo tempestare loro di proteste, di lettere e chiedere anche al nostro sindaco di svegliarsi e fare il massimo rappresentante della Sanità nel suo Comune per sostenere la nostra posizione che è una posizione di giustizia”. E nei programmi una volta fatto il pieno di firme, spedite, con richiesta di udienza a via Cristoforo Colombo, la palla arriva al sindaco di Guidonia a cui tutto il quartiere chiederà di prendere una posizione in difesa di un suo quartiere. Angelo Nardi



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Regione

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L’avamposto della Sanità contro la Polverini

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l mondo della Sanità di primo intervento, che sono gli ambulatori diagnostici, chiede siano rivisti i tagli delle imprese accreditate. L’assistenza specialistica ambulatoriale nel Lazio versa in gravissima situazione. I laboratori di analisi, i presidi di radiologia, di medicina nucleare, risonanza magnetica, radioterapia, strutture di fisioterapia, dialisi, visite specialistiche, rischiano di avere ritardi. Il settore delle strutture ambulatoriali private accreditate fornisce la maggior parte delle prestazioni specialistiche del Lazio ed ha deciso di prendere il sentiero della contestazione sindacale. Le quattro sigle si sono unite per rivendicare le loro ragioni. È stato creato il Comitato Unico intersindacale. Il caso più clamoroso che nella Sanità raffigura la rinata lotta tra pubblico e privato arriva il 25 gennaio quando viene data una settimana di sospensione dall’attività privata intramoenia per una irregolarità formale. La vicenda, accaduta a ottobre, ha coinvolto il presidente dell’Ordine dei medici di Palermo, Salvatore Amato, primario dell’ospedale Civico. Il comunicato

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emesso presenta quello del Comitato sindacale come “Uno strumento di rappresentanza nelle sedi istituzionali ma anche di lotta a integrale difesa dei diritti e degli interessi dei cittadini e del personale del comparto. La creazione del Comitato Unico è la prima e concreta risposta alle ultime scelte regionali, dichiarate nel Decreto del Commissario ad Acta 113 del 2010, che vanno nella direzione di azzeramento della componente privata accreditata, nonostante gli indirizzi ministeriali che tendono a superare la storica politica ospedalocentrica privilegiando la medicina specialistica del territorio; alla situazione del comparto della medicina specialistica ambulatoriale privata accreditata che ha superato ogni limite di sopportazione in termini normativi, economici e finanziari, con ricaduta immediata sui diritti ed interessi dei cittadini assistiti e del personale occupato. Prossima scadenza del Comitato Unico, la convocazione di un’assemblea unitaria della totalità delle oltre 600 strutture ambulatoriali private accreditate, per definire tempi e modalità delle iniziative anche di protesta che si svolgeranno sull’intero territorio della Regione Lazio”.


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Regione

Ambulatori in prima linea. Per sopravvivere

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n’intera categoria in agitazione. È la Sanità degli ambulatori convenzionati e accreditati con la Sanità pubblica. Si tratta di 10 mila lavoratori distribuiti in oltre 6 mila strutture tra ambulatori, poliambulatori, strutture di medicina fisica e riabilitativa, laboratori di analisi, che a causa del piano di rientro sanitario della Regione Lazio vedono in pericolo il loro futuro. Il Comitato Unitario Intersindacale delle Strutture Ambulatoriali riunito in assemblea ha lanciato l’allarme. Chiede un incontro al presidente della Regione Lazio Renata Polverini. Alla base della riapertura di trattative c’è anche la voglia di non quelli che danno il massimo nei periodi di crisi e le vittime da spennare quando gli effetti della crisi si leggono sui bilanci. Chiaro il messaggio di Vittorio Cavaceppi, presidente di Anisap Lazio: le riduzioni nel budget, calato del 30% negli ultimi quattro anni, il ritardo nei paga-

menti da parte della Regione Lazio e il mancato aggiornamento del tariffario, fermo al 1996, potrebbero portare in breve alla chiusura dei piccoli laboratori di analisi, con una ricaduta sull’erogazione dei servizi sanitari sul territorio. Se da parte della Regione non ci saranno risposte, la categoria è pronta a far valere i propri diritti, anche nel rispetto delle promesse fatte poco meno di un anno fa in campagna elettorale. La pallida risposta del governatore della Regione Lazio consiste nel promettere visite urgenti nelle strutture pubbliche in tre giorni. Obiettivo quindi, 2.500 prestazioni specialistiche in più al mese. Polverini non si cura della mostruosa carenza di personale che rallenta le idee. Lei apre. Ospedali di Roma, San Giovanni, San Camillo e Sant’Andrea debbono quindi garantire il forcing della pasionaria. Le prenotazioni sono aperte al Sant’Andrea. Tac e risonanze magnetiche, ecografie gene-

rali e ecografie ginecologiche ma anche visite cardiologiche e ecocolordoppler cardiologici. I centri diagnosi degli ospedali aperti ventiquattrore su ventiquattro, overdose di attività, anchilosi di competenze, senza capire se poi questa formula sia effettivamente un risparmio per la struttura pubblica. Quindi anni fa, infatti, non fu un caso che venne incentivata la diagnostica convenzionata. La decisione avvenne col Presidente Badaloni, poi confermata da Storace, quindi bipartisan. Le strutture private godevano di macchine migliori, con un grado di tecnologia superiore a quelle dei comuni ospedali. Non solo. Grazie ai criteri manageriali e all’ottimizzazione dell’organizzazione privata le analisi diagnostiche finivano per costare meno se gestite dagli ambulatori convenzionati piuttosto che se lasciate alle strutture pubbliche. Non si capisce oggi cosa sia cambiato. La demagogia applicata ai criteri di spesa e management fa brutti scherzi. Ma capire che il tentativo di ricavare dagli ospedali quel che non possono dare si rileva dalle parole di Salvatore Passaforo, direttore sanitario ospedaliero, intervistato da Il Messaggero. “Non vogliamo fare tutto e di più per non illudere nessuno. Abbiamo puntato su quel settore dove abbiamo più richieste come le risonanze magnetiche nucleari che si potranno fare in più la domenica mattina grazie alla disponibilità di tutto il personale del dipartimento di radiologia. L’attività incentivante già viene offerta il sabato e nel tardo pomeriggio di tutti i giorni della settimane”. Capite? Gli ospedali non possono dare di più di quel che danno. Tutto questo forcing al San Giovanni produrrà 36 risonanze in più in tre domeniche al mese. w ww.ci ttadi niesa lute.it


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RICERCA

Cuore fermo per 70 minuti. Si salva!

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uccede al Sant’Orsola di Bologna grazie al defibrillatore 12 volte, la tecnica di abbassamento della temperatura corporea, ma soprattutto l’insistenza degli infermieri. Gli si arresta il cuore sul posto di lavoro. La donna di 31 anni salvata dall'intervento di una giovane specializzanda anestesista. Gli viene prolungata la rianimazione per 70 minuti. Il fatto è avvenuto il 14 gennaio. Le cure intensive iniziano in ambulanza arrivata in 8 minuti, la donna ha ripreso coscienza senza danni cerebrali. La sua fortuna consiste anche nel fatto di trovare dalle modalità di rianimazione avanzata e dal massaggio cardiaco. Causato da una fibrillazione ventricolare persistente, l’arresto cardiaco è stato trattato con interventi per un’ora e 10 minuti usando la defibrillazione (12 volte), la ventilazione meccanica, i farmaci a base di adrenalina. Una volta ricomparso il ritmo cardiaco la giovane è stata caricata in ambulanza dove è stato indotto un iniziale abbassamento della temperatura. Al pronto soccorso del Policlinico S.Orsola sono continuate le cure e l’ipotermia per 24 ore. Poi la temperatura è stata alzata con gradualità. Eppure la donna non si risveglia. Ma quando in piena notte apre gli occhi è il segno che “la nottata è passata”. Ci sono volute tredici scosse per riaccendere il barlume della vita in Laura. E

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la notizia è che l’eroe di questa impresa è una donna di 35 anni, in fase di specializzazione. Si chiama Manuela Negri, due lauree: Psicologia e poi Medicina. In un’intervista al Corriere della Sera racconta i passaggi dell’impresa che l’ha resa famosa. “Abbiamo iniziato con il massaggio cardiaco, alternato al defibrillatore: sono state necessarie 13 scariche, molte. Poi ho usato i diversi farmaci e l’abbiamo intubata. In quel momento il cuore non è mai real-

Foto: Ansa

mente ripartito, passava da un ritmo che aveva bisogno del defibrillatore a un altro che non ne aveva bisogno. Ha ripreso a battere autonomamente solo alla fine, ovvero più o meno 70 minuti dopo». Dopo di che l’ambulanza. “Ho attivato il protocollo dell’ipotermia, mettendo del ghiaccio a livello inguinale e nel collo per raffreddare il circolo. Serve ad evitare danni da ischemia. Contemporaneamente ho usato farmaci per la pressione che era bassissima”.



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Italian Hospital Group

CENTRALINO 0774 38.61 FAX 0774 38.61.04 188, Via Tiburtina 00012 Guidonia (RM) www.italianhospitalgroup.it

Italian Hospital Group - Centro per i Disturbi del Comportamento Alimentare “Villa Pia” Guidonia (RM) – Via Pantano 35

Villa Pia Centro per il trattamento e la cura dei Disturbi del Comportamento Alimentare (D.C.A.) Un approccio multidisciplinare integrato

Prof. Tonino Cantelmi, Psichiatra, Responsabile Clinico-Scientifico Dott. Antonio Sarnicola, Psichiatra, Responsabile Medico Dr.ssa Lorella Limoncelli, Psicologa, Responsabile della Direzione Organizzativa e Alberghiera

Il Centro per il trattamento e la cura dei Disturbi del Comportamento Alimentare “Villa Pia” opera dal 2005 in convenzione con il S.S.R. ed in collaborazione con il “Centro per lo Studio, la Diagnosi ed il Trattamento dei D.C.A.” istituito dalla ASL Roma G presso la Casa della Salute in Palombara Sabina, che valuta i casi clinici, ne autorizza preventivamente i ricoveri e gestisce la lista di attesa. Villa Pia propone 2 percorsi di cura, della durata media di 3 mesi, in regime residenziale (ricovero per 20 p.l.) e semiresidenziale (Centro Diurno per 40 pz.). Il Centro accoglie soggetti con D.C.A. in tutto lo spettro dei pesi corporei: dall’estrema malnutrizione all’obesità severa. La presa in carico del pz. è temporanea e specializzata ed è la “parentesi” di un percorso molto lungo che richiede tempo e, soprattutto, l’attivazione di una rete integrata di servizi che ne permetta il proseguimento anche dopo la dimissione. Il programma prevede trattamenti intensivi psicologici e nutrizionali integrati, in un contesto alternativo a quello abituale e con un “approccio multidisciplinare integrato, multidimensionale e multiprofessionale”. Il percorso riabilitativo si basa sul “modello psicodinamico”, che tende a privilegiare la relazione tra il pz. e i diversi componenti dell’équipe integrata. Si lavora, da una parte, sulla stimolazione della motivazione al cambiamento, dall’altra sull’analisi delle eventuali resistenze al cambiamento. La scelta del ricovero da parte del pz., e la più o meno esplicita richiesta di aiuto, non sempre indicano una reale accettazione delle cure. Spesso può accadere che alla richiesta di presa in carico non corrisponda una profonda motiwww.cittad inies alut e.it

vazione a cambiare e l’adesione alle cure può rappresentare una sorta di compiacenza/accondiscendenza a quanto proposto. Tale dinamica è spesso evidente nei casi di anoressia e bulimia, ma può essere presente anche negli obesi; per questi, l’adesione al progetto di cura può rappresentare l’irrealistica richiesta di ottenere quel contenimento esterno che il pz. non riesce a trovare dentro di sé. Fondamentale è l’instaurarsi di una relazione terapeutica di fiducia e di un atteggiamento di ascolto, dal quale non si può prescindere in ogni fase del progetto, in particolare nelle situazioni di maggiore criticità del percorso di cura. I pz. in carico, suddivisi in gruppi di lavoro, sono quotidianamente in varie attività: monitoraggio clinico-nutrizionale, riabilitazione nutrizionale, esercizio fisico ed educazione motoria di gruppo, danza-movimento terapia, colloqui psicoterapeutici, gruppi psicoterapeutici, laboratori di attività espressive, conselling familiare ecc. Per accedere al Centro: L’utente deve inoltrare la richiesta del Medico di Medicina Generale all’Unità Valutativa-Terapeutica del Centro per lo Studio, Diagnosi ed il Trattamento dei Disturbi della Condotta Alimentare della ASL RM G, con sede presso la Casa della Salute in Palombara Sabina (RM) - Piazza S. D’Acquisto. Per informazioni: ASL RM G - Centro DCA: Tel. 0774 634458 o visitare il sito www.aslromag.info/strutture/disturbi.alimentari.asp Italian Hospital Group - Centro DCA “Villa Pia”: Tel. 0774 300869 E-mail: villapia@italianhospitalgroup.com



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RICERCA

Elettro-chemio-terapia

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i tratta di una nuova tecnica. Consente di curare metastasi della pelle, fatta esclusione dei melanomi. Allo studio anche la sua efficacia su forme di cancro più profonde. Il Cork Cancer Research Center in Irlanda ha annunciato l’invenzione di uno strumento per fare un tipo di endoscopia con la quale si possono collocare farmaci chemioterapici direttamente all’interno delle insorgenze tumorali del colon retto. Per la prima volta è stato utilizzato su un carcinoma inoperabile. La terapia sperimentale ha avuto successo. Su questa scorta si ritiene che l’elettrochemioterapia diventerà una sistema di cura nuova. Un modo per raggiungere in modo semplice e poco invasivo il tratto colonrettale colpito dalla malattia. Si basa sull’elettroporazione. La cellula è evidenziata al campo elettrico, la sua membrana si modifica in modo che alcune molecole, che normalmente impiegherebbero molto tempo ad attraversarla, rapidamente riescono a entrare all’interno della cellula. La lesione cancerosa si assorbe direttamente con la chemioterapia. L’elettrochemioterapia efficace per le neoplasie

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della pelle e sottocutanee, può quindi sviluppare il suo utilizzo anche in tumori più profondi. Colon, retto, esofago sono gli organi sui quali si prospetta l’utilizzo della tecnica. E proprio sul colon l’ultima ricerca. Al Cork Cancer Research Center hanno elaborato il dispositivo endoscopico in grado di applicare la chemioterapia all’interno del tumore. Le prime sperimentazioni hanno trovato molto

successo sul carcinoma del colon ormai inoperabile. In questo modo la lesione del tumore ottiene il farmaco in concentrazioni superiori di 10 mila volte al normale. Evitando l’overdose di trattamento diventano funzionali dosi molto minori. In questo modo vengono leniti gli effetti collaterali. La degenza in ospedale si accorcia e soprattutto l’efficacia del farmaco risulta assai più alta.



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Attualità

Anziani, casa meglio dell’ospedale

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resce lo studio sulle applicazioni per evitare il più possibile l’ospedalizzazione con l’avanzare dell’età. Il Ministro della salute Ferruccio Fazio, il 18 gennaio 2011 è intervenuto a Roma all’incontro dei Quaderni della salute. “La persona anziana - ha detto Fazio - non è da considerare solo una persona da assistere, ma una persona con proprie esigenze, le cui peculiarità derivano dall’interazione dell’organismo con l’ambiente e con le esperienze vissute nel corso degli anni. Lo stato funzionale dell’individuo non coincide con le sue patologie, ma è il frutto dell’interazione tra queste, con altri fattori quali condizioni economiche, sociali (isolamento e povertà), ambientali, neuropsicologiche e oggettive”. Gli ultra 65 enni risultano dunque essere i maggiori utilizzatori delle risorse sanitarie; condizione che ha indotto il Servizio Sanitario ad un’attenta riflessione circa la necessità di ripensare culturalmente e riconsiderare strutturalmente le prestazioni erogabili. Chi più tempestivamente ha risposto alle indicazioni del ministro Fazio è l’assessorato alla Sanità del Comune di Parma dove è stato istituito un servizio di Pronto intervento per le emergenze tra gli anziani non ancora coperti dal telesoccorso. Sono riusciti a far svolgere una funzione ad un assessorato che negli altri posti d’Itala fa da passacarte. Sono sempre gli ultra 65 enni e gli adulti con patologie assimilabili a quelle geriatriche che debbono rivolgersi alle forze dell’ordine per ottenere il servizio di assistenza denominato «A casa mia». In sostanza, gli anziani, dopo aver verificato le loro necessità, saranno infatti messi in collegamento con un numero www.cittad inies alut e.it

telefonico disponibile 24 ore su 24, a cui risponderà un operatore domiciliare socio sanitario che garantirà alla persona gli interventi indispensabili per la sua salute e in caso di emergenza, per un massimo di 72 ore. Il tutto per raggiungere quella fascia di popolazione che non è già a carico dei servizi sociali, ma è seguita da assistenza privata o familiare, che però possono avere imprevisti nei giorni festivi o a causa di un evento imprevisto. L’Italia è fra i Paesi con la più alta percentuale di anziani. Il rapporto annuale ISTAT 2007 ha documentato che al gennaio 2007, su un totale di 59,1 milioni di persone, circa 12 milioni era di età superiore a 65 anni, pari al 19,9% della popolazione totale. Tra il 1980 e il 2005 la percentuale di ultra 65 enni è aumentata del 50%, mentre quella di ultraottantenni di oltre il 150%. All’inizio degli anni ottanta la vita media era di circa 71 anni per gli

uomini e di 77 anni per le donne. Attualmente, la vita media ha raggiunto i 77 anni per gli uomini e gli 83 anni per le donne. Il rapporto dell’ISTAT mostra inoltre che, tra la popolazione degli ultra 65 enni, il 40% è affetto da almeno una malattia cronica, il 18% ha limitazioni funzionali nelle attività della vita quotidiana (disabilità), il 68% delle persone con disabilità presenta almeno 3 malattie croniche, l’8% è confinato in casa. Malattie che di sicuro è meglio curare da casa. Sempre l’Istat presenta i dati per cui la media della vita degli italiani aumenta. Ma questo non è un incoraggiamento a quel che finora avviene nel nostro Paese in termini di politica sanitaria. Gli indicatori demografici del 2010 rilevano il fatto che la vita media cresce a 79,1 anni per gli uomini, 84,3 anni per le donne. Più di tre e due decimi di anno sul 2009.


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Attualità

“Ho avuto la malaria!”

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nche George Clooney fa outing sulla sua malattia. Durante una trasmissione alla Cnn dichiara che ha avuto la malaria. «Ho avuto un attacco di malaria, è la seconda volta che mi capita. Immagino che la zanzara, a Juba, mi abbia guardato e mi abbia preso per il bar!» L’ha contratta durante la sua ultima visita in Sudan. George Clooney ci è andato non per vacanza di piacere, ma come ispettore del referendum con cui la regione del sud del Paese chiede di diventare autonoma. L’intervistatore, Piers Morgan che ora gestisce il ruolo che fu dello storico Larry King, ha celebrato l’ennesima manifestazione di autocoscienza del malato. Il divo parla della sua patologia, senza nascondersi. Prende l’occasione della patologia come un modo per tirare fuori la parte più delicata di sé. In verità questo difficilmente capita per-

ché i divi americani parlano mediamente delle loro malattie una volta riconquistata la salute. Un modo di dire a tutto il mondo che ci sono, sono tornati in forma, pronti per lavorare in un set, tanto che scherzano sopra al male debellato. Anche Clooney non ha fatto eccezioni. Ha detto che le zanzare a Juba gli hanno inoculato il parassita plasmodium, all’origine della malaria, ma subito dopo: “erano forse al servizio di (Omar el) Bashir”. Bashir è l’ex presidente sudanese ricercato per crimini di guerra in Darfur dalla Corte Penale Internazionale dell'Aja. All’inizio di gennaio in effetti, Clooney è tornato dal Sudan meridionale per un’iniziativa pensata da Google. Obiettivo: prevenire nuovi massacri. Il divo americano impiantato in forma stabile presso il lago di Como non ha intenzione di prendersi vacanze, ricomincerà subito a lavorare.

Ha spiegato di essere stato colpito già da un secondo attacco della malattia infettiva che non ha cure definitive e i cui sintomi ricompaiono ciclicamente. Non poteva mancare la domanda impertinente dell’anchorman: “È stato il presidente (sudanese Omar Hassan el) Bashir a inviare uno sciame di zanzare vendicative per prenderti di mira al tuo arrivo?” “Penso proprio di sì”. La risposta di George Clooney. La malaria causa una febbre alternata a brividi di freddo, dolore muscolare, diarrea e itterizia. Non esiste una cura ma si possono solo contenere i sintomi, che, inevitabilmente si ripresentano con periodiche ricadute. La malattia causata da parassiti, ha diversi livelli di gravità. La malaria oggi minaccia oltre il 40% della popolazione mondiale, soprattutto quella residente in Paesi poveri. È oggi una delle principali emergenze sanitarie del pianeta. Oltre a essere endemica in molte zone del pianeta, viene sempre più frequentemente importata anche in zone dove è stata eliminata, grazie ai movimenti migratori. La star hollywoodiana è storicamente impegnata sul fronte umanitario in varie parti del globo, come Haiti, Ciad e Darfur, la regione del Sudan segnata da un feroce conflitto interno: nel 2010 ciò gli è valso due riconoscimenti, il Bob Hope Humanitarian Award e il Ripple of Hope Award. Ora ha deciso di spostare la propria attenzione su tutto lo stato africano del Sudan, considerato a forte rischio di guerra civile, con un nuovo progetto, lanciato a dicembre in collaborazione con l’Onu e l’università di Harvard: il monitoraggio via satellite del Paese per vigilare su possibili minacce ai civili. w ww.ci ttadi niesa lute.it


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Giovani

Internet non fa male

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ncora uno studio sulle risultanze emotive dalla rete di nozioni, informazioni, notizie e giochi del mondo virtuale che esce dal computer. Il problema ripetutamente tematizzato in sede di ricerca, detto e contraddetto è questo: come ogni dimensione interfacciale il mezzo telematico dà impressioni diverse e a volte compulsive. Stavolta la ricerca riabilita le risultanze emotive della telematica. L’ha pubblicato The New Yorker il 21 gennaio, ma in verità è la trasposizione di uno studio pubblicato su un importante giornale scientifico sul funzionamento del cervello: Thought Catalog, pubblicato il 12 gennaio. Ciascuna di queste reazioni hanno una intensità completamente diverse da quelle che abitualmente si possono provare. L’emotività da internet ha una latitudine completamente diversa dalle dimensioni della realtà, mancano ovviamente i parametri di fisicità presente nelle esperienze correnti. Sicuramente non mancherà la sperimentazione per cui si applica un sensore per misurare la pressione a giovani e anziani davanti allo schermo. Mentre siamo in attesa a questa novità bisognerebbe comprendere il tipo di emozionalità. Ci sono, infatti, emozionalità nuove determinate da un certo tipo di aspettativa puntualmente esaurita o delusa a caricare di elettricità nuova la motilità degli impulsi cerebrali. A ben guardare non è l’uso ossessivo dello strumento - che nel momento in cui ci dà sensazioni negative può esser spento - la vera causa dello stress da internet, come da telefonino. La vera origine dello stress risponde in una componente autodistruttiva, lesiva, corrosiva che ciascuno in forma più o meno accentuata presenta nella propria psiche, il motivo di atteggiamenti ansiotici. www.cittad inies alut e.it

La differenza è che è molto difficile mettere sotto accusa sé stessi. Ben più facile prendersela col computer o con la tecnologia diabolica. Come una sana tradizione evangelica ci suggerisce il diabolum è in noi. Questo effetto diabolico, secondo uno studio recente, ha inizio dalla mattina. I consumatori abituali di elettronica sanno perfettamente che il primo rapporto avviene appena svegli per verificare se è arrivato un contatto, una comunicazione, se qualcuno per qualche motivo si è ricordato di noi, che esistiamo. Apertura del computer o del telefonino e responso con relativa soddisfazione o delusione. Tutto il resto dei rapporti con lo strumento sono derivati esclusivamente da questa dimensione binaria. Secondo il brillante articolo del New Yorker la soluzione è nel self control. Il famoso quotidiano statunitense nel recensire un libro di prossima pubblicazione imputa alla democratizzazione

delle tentazioni la causa di un milione di morti all’anno solo negli Stati Uniti. Fumare, mangiare junk food, oziare, bere e fare troppo sesso fa parte di queste tossicodipendenze da terzo millennio. Con buon giovamento per gli analisti che trovano pazienti d’oro, la soluzione per uscirne in misura di atteggiamento collettivo consiste anche nel saper temperare la “pandemia da eccesso di libertà”. La posta in gioco è molto alta, si rischia il collasso del genere umano. La risposta è praticamente univoca, laica, raggiungibile da chiunque, senza esclusione sociale o intellettuale: disciplina. Disciplina assoluta. Non è originale, non è una novità. A buon conforto c’è anche il ritorno ai valori tradizionali come la famiglia, la conversazione, lo stare insieme in relax… Soluzioni che non appaiono geniali e sicuramente danno al conservatore. Ma l’autore sfida chi obietta in tal senso a trovare formule migliori.


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Prevenzione & Salute

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Rubrica

La rubrica mensile, Prevenzione & Salute, nasce con l’intento di informare, in maniera semplice ed efficace, i lettori su come prevenire e combattere le patologie più diffuse del terzo millennio.

In questo numero si evidenzia come l’uso di sostanze stupefacenti possa essere individuato con i sistemi di analisi clinica, purché ci sia la collaborazione dei familiari o degli amici del sospettato e si facciano analizzare prontamente capelli e urine. Dottoressa Helen Costanzi Specialista in Scienze della Nutrizione

Droghe, se le ri-conosci le stronchi Si fa un gran parlare di metodi educativi e strumenti preventivi per combattere il fenomeno dell’uso di droghe. La lotta oggi è una consapevolezza condivisa anche perché sono state sconfitte le formule del passato che dividevano le cosiddette sostanze tenui da quelle pesanti. Oggi sempre meno si riconosce il confine tra dipendenza psicologica e dipendenza fisiologica, tra droghe leggere e droghe pesanti. Ma se da una parte questo patrimonio nella ricerca è cosa di tutti - così come lo è la repressione, prevenzione e cura - la battaglia oggi deve essere condotta contro le droghe nuove. Sono le sostanze sintetiche la cui riconoscibilità si fa sempre più difficile nei laboratori perché l’elemento chimico eccipiente non sempre è conosciuto dal ricercatore. Questo perché sempre nuovi prodotti vengono immessi nel mercato, sempre più attento deve essere l’aggiornamento di chi, in sede chimica, si occupa di analisi dei reperti - tipo capelli e urine - e deve decifrarne la tossicologia. Ma il ricercatore ha un problema in più che deve condividere con chi ac-

compagna la persona sospetta di far uso di sostanze stupefacenti. L’analisi deve essere il più possibile tempestiva. Non si debbono aspettare giorni per sapere se il soggetto fa uso o meno di eccitanti

perché le nuove tipologie di droga sfumano dopo 24 ore dal loro esser state consumate. Il patto forte che il ricercatore deve fare con il familiare - sia questo moglie,

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marito, genitore o figlio - parte dal sospetto che la persona cara sia utilizzatrice di sostanze stupefacenti. La stessa persona interpellata deve vedere nella consegna delle proprie urine o di qualche capello un atto a tutela della sua credibilità e di cura della sua salute. Comunque deve esser un atto immediato. Quindi, genitori! Se sospettate che vostro figlio sia reduce da una festa in cui, volente o nolente, ha consumato qualcosa che ne altera l’umore, la suscettibilità, la fantasia, che gli dà uno stato di esaltazione e dopo di ritorno all’incomunicabilità, è il momento di chiedere la fiducia: come il governo al parlamento. Serve, come detto più volte, anche qualche capello, le urine, prelevate con la certezza siano proprio della persona che si vuole mettere sotto esame. Una prova che il soggetto interessato deve dare per due ordini di motivi: fugare su di sé ogni sospetto, essere aiutato per tempo qualora faccia uso delle nuove sostanze che pure rappresentano una moda. Questo perché le ultime droghe moltissime, non ha senso citarle perché l’aggiornamento è continuo - non sono meno distruttive di quelle tradizionali: eroina e cocaina. In molti giovani, infatti, si radica la convinzione che mentre l’eroina iniettata direttamente era letale perché seguiva quella modalità, le nuove droghe abbiano conseguenze solo per il tempo in cui dura la loro azione. Niente di più sbagliato. Gli effetti sono ugualmente lesivi e distruttivi per l’organismo. Altro concetto fondamentale. Va di moda l’eroina che si assimila con il fumo. www.cittad inies alut e.it

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Ugualmente, c’è convinzione diffusa che faccia meno male di quella iniettata in via endovenosa. E invece anche se fumata e non iniettata, l’eroina dà lo stesso livello di tossicodipendenza. Fa male, molto male, comunque. Qualsiasi sia il versante da cui la si lasci entrare nell’organismo. Gli attuali sistemi di riconoscimento sono in grado di cogliere la somministrazione delle sostanze tossiche che alterano lo stato di coscienza, tanto da crearne uno parallelo a quello del comune buon senso. Si accetta, quindi, la

falsa versione per cui le nuove droghe non fanno male. Falso! Le nuove droghe o il nuovo modo di assimilarle attraverso pasticche o fumo fanno male. Malissimo. Sono facilmente riscontrabili attraverso la profilassi dei centri di ricerca più accreditati ma questo fatto non deve essere preso come un pericolo per la persona che ne fa consumo abituale o sistematico. Deve essere invece occasione per capire quanto il proprio fisico riconosce queste sostanze come estranee e quanto è possibile affrancarsene utilizzando terapie idonee alla ricerca di un’integrità che non consenta fughe, né tenti scorciatoie sulle cose di tutti i giorni. È vero che oggi si passa in casa poco tempo, che i ritmi sono veramente veloci, ma se dobbiamo dare la priorità a qualcosa facciamo che la nostra salute quella dei nostri figli sai al primo posto. Solo un suggerimento: assecondare richieste alimentari sbagliate perché si è stanchi, perché è più facile o perchè in questo modo pensiamo di compensare la poca disponibilità di tempo a loro dedicata è l’errore che più frequentemente si commette e sicuramente il primo da correggere.

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Via Roma 186 (Guidonia) Tel. 0774 300401 gruppoeuromedguidonia@gmail.com



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RICERCA

Una retina artificiale organica

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on uno studio italiano inizia l’elaborazione per la realizzazione elettricamente autonoma di una retina artificiale. Il Dipartimento di neuroscienze e neurotecnologie (Nbt), il Centro di nanoscienze e tecnologie dell’Istituto italiano di tecnologia (Cnst - Iit Polimi), e il Dipartimento di fisica del Politecnico di Milano, hanno sperimentato in laboratorio un nuovo materiale che imita la retina naturale. Cellule nervose sensibili alla luce, recepiscono semplici tracce luminose e le trasformano in impulsi elettrici. Di qui, il trasporto al cervello attraverso il nervo ottico. In questo modo i neuroni riescono ad avere la percezione della luce e rispondergli. Sempre gli amici roditori in soccorso per le prime sperimentazioni. Infatti è stato realizzato il prototipo con neuroni di topo. La prospettiva che si apre è per le malattie della retina - affezioni degenerative fino alla cecità. Realizzato una rete che consente al materiale artificiale e i neuroni di comunicare attraverso dei semiconduttori organici. Tutto questo consiste nella messa in funzione di polimeri simili a quelli utilizzati nel sistema fotovoltaico. La scoperta più sostanziale, al di là della decisiva applicazione pratica, consiste nel fatto che i neuroni hanno dimostrato di apprezzare di essere in sintonia con questi materiali. I neuroni sono cresciuti. Un’altra novità importante è stata sostituire gli elettrodi metallici generalmente utilizzati come conduttori con un liquido simile a quello sul quale si basa la conduzione dei segnali nervosi. Un passo in avanti non da poco, considerando che gli elettrodi metallici oggi utilizzati nelle protesi retiniche www.cittad inies alut e.it

creano molto spesso reazioni infiammatorie e problemi di compatibilità. Il prossimo passo della ricerca sarà distribuire i fotorecettori sul polimero in modo da riprodurre il più possibile fedelmente la loro distribuzione sulla retina. In secondo luogo si studierà la possibilità di impiantare il dispositivo nei topi e solo dopo questa tappa si potrà pensare a impianti nell’uomo. Ogni anno in Italia si verificano 20 mila nuovi casi di degenerazione della retina. La malattia più conosciuta si chiama degenerazione maculare. È legata all’età ed è una delle più invalidanti patologie della retina. Si tratta di un processo che in alcuni casi porta progressivamente a sviluppare nuovi vasi sanguigni che danneggiano l’organo. Il risultato è che se ne impedisce il funzionamento. La retina è la membrana più interna dell’occhio. Dalla patologia l’indicazione sul funzionamento della retina. Con le sue cel-

lule sensibili alla luce che vengono trasmesse al cervello a mezzo del nervo ottico. La retina si compone anche dei coni che sono responsabili della visione a colori ma sensibili solo a luci piuttosto intense. Altri strumenti sono i cosiddetti bastoncelli: particolarmente sensibili a basse intensità di luce ma non ai colori. I coni sono di tre tipi e consentono di vedere i tre colori primari rosso, verde e blu. Operano, quindi, in condizione di luce piena. Diversamente, i bastoncelli consentono la visione anche quando la luce è scarsa. Ma i fotorecettori non sono rivolti solo all’esterno, sono anche all’interno dell’occhio. La ragione è che in questo modo viene scongiurata la possibilità di avere riflessione interna all’occhio stesso della luce. Questa situazione avrebbe come conseguenza di generare riverberi nell’immagine percepita. È così che la luce attraversa gli strati della retina.


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Servizio ai cittadini NUMERI UTILI

SOS Carabinieri 112 Stazione di Guidonia 0774 342025 Stazione di Tivoli Terme 0774 379246 Stazione di Montecelio 0774 397600 Stazione di Tivoli 0774 375871 Polizia 113 Commissariato di Guidonia 0774 30301 Commissariato di Tivoli 0774 31941 Polizia stradale Tivoli 0774 31921 Polizia Municipale Guidonia 0774 342632 Montecelio 0774 511314 Colleverde 0774 365219 Setteville 0774 391535 Villalba 0774 355668 Villanova 0774 325133 Vigili del Fuoco 115 Tivoli V. Paterno, 2 0774 534343 Guardia di Finanza 117 Tivoli 0774 311330

PUBBLICA UTILITÀ Comune di Guidonia Piazza Matteotti, 20 0774 3011 Ufficio Igiene e Sanità 0774 6541 Comune di Tivoli Piazza del Governo, 1 0774 4531 Asl Guidonia 0774 6541 Guidonia Consultorio 0774 341381 Villanova Consultorio 0774 528747 Inail Via Tiburtina, 75 0774 33941 Inps Centralino Guidonia Via dei Mughetti, 2 800.130.335 Centro per l’Impiego Guidonia 0774 300831 Camera di Commercio Via Tiburtina Km 20 0774 353549

Agenzia delle Entrate 0774 50031 PT Tivoli Via Empolitana, 88 0774 331127 PT Tivoli Centro Via Palatina, 12 0774 31981 PT Guidonia Via Dei Fauni 0774 357458 PT Villalba P.zza Carrara, 13 0774 372106 PT Villanova Via Guerrazzi 0774 528741 Gas (Eni) Segnalazione guasti Numero Verde 800.900.999 Numero Verde Italgas 800.900.700 Enel Segnalazione guasti, nuovi contratti, volture e pratiche 800.900.800 Acea segnalazione guasti 800.130.335 Acea Guidonia 0774 300895 Protezione Civile Via Lago dei Tartari, 7 Guidonia 0774 355888 - 0774 373015

FARMACIE

GUIDONIA

Aleandri Viale Roma 140 0774 342955 Di Siena Cinzia Via Tiburtina, 92 0774 372116 Altobelli Via Corso Italia, 95 0774 371811 - 353400 De Michele S. Piazza San Giovanni, 37 Montecelio 0774 510043 Barresi Via Monte Bianco, 59 0774 363066 Ivella Dr. Simonetta Largo Falcone, 5 0774 300926 Lorenti Via Colle Nocello La Botte 0774 324152 Piracci Via Leopardi, 21 Setteville 0774 391101

Restaino Via Albuccione, 32 0774 378740 Tornaghi Via Maremmana, 153 Villanova di Guidonia 0774 528112 Rossetti Laura Via Maremmana, 300 Villanova di Guidonia 0774 325418 - 324134 Scaramella S. Via Girasoli, 30/32 Guidonia 0774 343449 Scavolini Viale Roma 84 - 0774 342019 Farmacia Vitillo Marco Simone Setteville Nord Via Anticoli Corrado, 37 0774368686

TIVOLI

Baldinelli Marco Piazza della Queva, 11 Tel. 0774 371020 Baldinelli Fabio Via Pio IX, 7 0774 357085 Conti dei Dott.ri Le. E G. Valentini Via del Trevio, 78 0774 335093 Poggi Via Empolitana, 17 0774 334323 Giovannola Dott. Fabrizio Via Campolimpido 0774 380300 Minelli Piazza Rivarola, 8 0774 335213 Caricari Via Empolitana, 126 0774 314722 Pallante Dott. Ettore Piazza Plebiscito, 18 0774 312183 Pangia Raffaele Vincenzo Via Bulgarini, 28 0774 314303 Riccardi Zino Via Trieste, 14 0774 335094 Tornaghi Dott. Giacomo Via Nazionale Tiburtina, 159 0774 530804 Farmacia Sciarra Villa Adriana Via Rosolina, 80 0774380046 Sulsenti Dr. Adriana KM. 34.300, Via Valeria 0774 334684

De Franceschi Paola 12, Via Munazio Planco 0774 318558 (parafarmacia)

FARMACIE NOTTURNE Orario prolungato fino alle ore 24. Dalle 24 alle 8.30 su reperebilità Scaramella Collefiorito Via Dei Girasoli, 30 0774 343449 Di Siena Villalba Via Tiburtina, 92 Tel 0774 372116

OSPEDALI

Ospedale di Tivoli 0774 3161 Guardia Medica Tivoli 0774 313911 Casa della Salute (Primo Soccorso) Palombara 0774 6541 Centro Trasfusionale 0774 6545497 AVIS 800.261.580

PRONTO SOCCORSO

Emergenza Sanitaria 118 Ospedale di Tivoli 0774 5314397 Montecelio Ambulanza 0774 345345 Associazione Stella Maris 0774 325111 Croce Blu Guidonia 0774 300696 Croce Rossa Italiana Guidonia Emergenza sanitaria 118 Richiesta ambulanze 0774 353091 Croce Rossa Italiana Tivoli 0774 335086

SANITARIE

Tecnomedical s.r.l. Guidonia Via delle Petunie, 5 0774 343375 - Fax 0774 309245 Sanitaria Asia Guidonia Via Numa Pompilio 43/45/47 Tel e Fax 0774 346172

Cittadini & Salute Mensile di inf ormazione Socio-San itaria della Provincia di Roma est ed itore e Direttor e Generale Mario Dionisi Dir ettor e Responsabile Angelo Nardi Art Director Antonella Cimaglia Webmaster Mariano Trissati R edazione Via Galletti, 16 - 00012 Villanova di Guidonia (Rm) e-mail: redazione@cittadiniesalute.it Tel e Fax 0774 529498 - 0774 320278 Stampa Fotolito Moggio strada Galli, 5 Villa Adriana (Rm). Registrazione n. 31 del 29 giugno 2010 presso il Tribunale di Tivoli. Tutte le collaborazioni sono considerate a titolo gratuito, salvo accordi scritti con l’editore. Tutto il materiale cartaceo e fotografico consegnato o spedito alla redazione, non verrà restituto.




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