cinemazeronotizie dicembre 2012

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i film del mese

(Titolo originale Et si On Vivait Tous Ensemble?) di Stéphane Robelin. Con Guy Bedos, Daniel Brühl, Geraldine Chaplin, Claude Rich, Jane Fonda. Or.: Francia, Germania 2011 Dur.: 96'

di Wes Anderson. Con Bruce Willis, Edward Norton, Bill Murray, Frances McDormand, Tilda Swinton. Or.: USA 2012 Dur.: 84'

UNA ESILARANTE COMMEDIA SULLA CONVIVENZA NELLA TERZA ETÀ

E SE VIVESSIMO TUTTI INSIEME? DI STÉPHANE ROBELIN

Durante la festa del suo settantacinquesimo compleanno, Claude racconta agli amici di una vita - Jeannie (Jane Fonda), Albert, Annie (Geraldine Chaplin) e Jean - che il figlio ha intenzione di portarlo in una casa di riposo e che l'idea non lo alletta di certo, intenzionato com'è a godersi la vita e la libertà fino all'ultimo dei suoi giorni. Poiché dopo un banale incidente anche la figlia della smemorata Jeannie, malata gravemente da tempo, sembra manifestare lo stesso proposito, i cinque anziani uniscono le loro forze e decidono di andare a vivere tutti insieme, dando vita a una piccola comune a cui si aggrega anche Dirk, un giovane studente tedesco di etnologia che sta preparando una tesi di laurea sull'invecchiamento. Il giovane regista Stéphane Robelin riunisce un cast di prestigio intorno ad un argomento delicato: l'invecchiamento, con tutte le conseguenze che può avere sulla vita dei diretti interessati. Già dal titolo, arrivato in maniera casuale durante la lavorazione, si evince il concetto utopico che sta alla base del progetto: nonostante i settant'anni passati, gli arzilli vecchietti protagonisti sono così pieni di vita da avere uno spirito giovane che li spinge verso la convivenza da comune sessantottina. Per Robelin, si tratta del secondo lungometraggio girato per il cinema - ha esordito nel 2004 con Real Movie, un piccolo film incentrato su un giovane studente di cinema alle prese con un progetto nato per compiacere il pubblico, per poi lavorare in televisione - e il primo con un gruppo di attori dalla fama internazionale. La scrittura di E se vivessimo tutti insieme? nasce dall'esigenza di raccontare uno spaccato della società troppo spesso ignorato dal cinema per la difficoltà di confrontarsi con un tema complesso come la vecchiaia. Considerata al cinema quasi sempre un tabù o trattata in maniera drammatica, la vecchiaia immaginata da Robelin ha invece una doppia chiave di lettura: se da un lato la storia nasconde episodi venati di tristezza che raccontano di solitudine, perdita di memoria, mancanza di autosufficienza e lutto, dall'altro punta su personaggi che con il loro spiccato umorismo rendono l'atmosfera gioviale e pervasa da ottimismo. (filmtv.it)

IL NUOVO FILM DEL GENIALE E VISIONARIO WES ANDERSON

MOONRISE KINGDOM DI WES ANDERSON

Estate 1965. Su un'isola del New England vive la dodicenne Suzy, preadolescente incompresa dai genitori. Sulla stessa isola si trova in campeggio scout il coetaneo Sam, orfano affidato a una famiglia che lo considera troppo 'difficile' per continuare ad occuparsene. I due si sono conosciuti casualmente, si sono innamorati e hanno deciso di fuggire insieme seguendo un antico sentiero tracciato dai nativi nei boschi. Gli adulti, ivi compreso lo sceriffo Sharp, si mettono alla loro ricerca anche perché è in arrivo una devastante tempesta. È indispensabile prestare attenzione all'ouverture di Moonrise Kingdom e non abbandonare la sala prima della fine dei titoli di coda per comprendere il senso profondo del film di Anderson che, altrimenti, rischia di essere letto superficialmente come un'ulteriore esibizione di genialità narrativa infarcita di gag e di trovate visive senza però che si vada oltre. Non è così. Chi era bambino nella prima metà degli Anni Sessanta ha molto probabilmente nella propria raccolta di vinili la suite didattica "Young Person's Guide to the Orchestra" di Benjamin Britten in cui si presentavano i diversi strumenti che compongono l'orchestra basandosi su un tema di Purcell in cui l'ensemble si riuniva per eseguire una fuga. Una fuga è esattamente ciò che mettono in atto Suzy e Sam. Una fuga che serve apparentemente a scomporre ma in realtà ha come meta la ricomposizione dei frammenti di due vite che rischiano la dissoluzione. Alla fine del film Anderson gioca con questo fil rouge sonoro di nuovo 'scomponendo': questa volta tocca alla musica di Desplat, autore del soundtrack originale del film. Ci ricorda così, al contempo, che fare cinema (stanno scorrendo i titoli di coda non dimentichiamolo) è 'orchestrare' varie e quasi innumerevoli professionalità ma riesce anche a fare di più. Sottolinea che il suo cinema più recente è orientato a cercare le radici del comportamento adulto in accadimenti che hanno marcato gli anni giovanili. Così era per i fratelli de Il treno per il Darjeeling, così è stato per Fantastic Mr. Fox (un ritorno alle proprie origini con il portare sullo schermo il primo libro che Anderson ricorda di aver letto), così accade ora. Suzy e Sam sono non dei disadattati ma dei 'disadatti' a un mondo adulto che si sta spegnendo nell'indifferenza (la famiglia della ragazzina) o sopravvive grazie a regole applicate puntigliosamente che pretendono di imbrigliare l'avventura (il campo scout per Sam). Nel prologo, dalla casa di bambola in cui vive con i genitori e i fratelli, Suzy osserva il mondo grazie alla


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