EV Magazine

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Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 N° 46) art. 1 comma 1, CB/NO/ NOVARA nr. 5 anno 2010 - Iscr. ROC 14750 - Editore XY.IT srl - via Roma 42 - Arona (NO) - Dir. Resp. Virginia Martelli, Stampa Terra Promessa, Novara - TAXE PERCUE - Tassa riscossa Novara CPO - Italia: euro 5,00 - Svizzera: franchi 10.00 - NOVEMBRE/DICEMBRE

eco del v erba no ®

magazine istantanee di territori

Paleontologia, armate di soldati, natura selvaggia:

chiamatela Mongolia

Flaming Cliffs, sulle tracce dei dinosauri

matera • sempione • lapponia • valle albano


SOMMARIO

in copertina ballerina del teatro nazionale di ulaan bataar, mongolia © christian patrick ricci

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rubriche

novembre/dicembre 2010

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rubrica from the field

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rubrica ev and you - immagini dai lettori

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all around a cura di claudia patrone

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vis-à-vis gli incontri del direttore di virginia martelli

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le storie di survival

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science a cura di elena simoni

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dietro la fotografia a cura di fabio liverani e mirko sotgiu

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fumetto di matteo e nicola paganini

reportage La testimonianza traspare nel sasso Viaggio a Matera, nella storia di questa incredibile, affascinante e unica città d’Italia, fra le sue contraddizioni e le caratteristiche che l’hanno resa celebre in tutto il mondo, patrimonio dell’umanità sancito dall’Unesco nel 1993. Tra i celebri Sassi, la sorpresa di una natura rigogliosa e rara. Evidence shows through the stone We went on a tour in Matera, inside the history of this incredible, fascinating and unique Italian city, among its contradictions and the peculiarities that made a worldwide renowned city of it; in 1193, it became a UNESCO World Heritage Site. Among the famous “Sassi di Matera” lies a surprising, rare and luxuriant natural scenery. testi sandro bassi foto fabio liverani

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reportage 1800-2010: due secoli di Sempione, da Napoleone a noi Da via naturale preferenziale per collegare Svizzera e Italia, e con queste Europa continentale e Mediterraneo, il passo del Sempione ritrova la sua storia ricca di personaggi significativi e grandi uomini, a partire dal primo dei minatori fino all’imperatore francese. È una bella storia da conoscere e ricostruire, e la riproponiamo ai lettori odierni. 1800-2010: the Simplon Pass through two centuries, from Napoleon to our days Once a natural preferential route connecting Switzerland and Italy – and thus linking continental Europe and the Mediterranean – today, the Simplon Pass rediscovers its history abundant with notable figures and great men, from the first miner in history to the French emperor. Its history is interesting to know and rebuild, and we are about to present it to all contemporary readers. testi laura chiara colombo foto carlo bellini

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reportage Il boccale con la lode All’Università della Birra di Azzate, Varese, si insegna come gestire al meglio un pub, ma anche come conoscere le birre, spillarle, servirle, e impostare un progetto imprenditoriale e commerciale che abbia come protagonista la bionda più amata di tutti i tempi. È una scuola, una birreria, un libro, una storia di vita. A First-Class Beer Mug At the Beer University in Azzate, Varese, students learn the best ways to run a pub, but also about all sorts of different beers, as well as how to pour beer from the tap, and how to develop an entrepreneurial commercial project, that has the most cherished “blonde” of all times as its protagonist. It is a school, a brewery, a “handbook” and a life experience. testi claudia patrone foto luca grazioli

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reportages 108

reportage Ottocento-Duemila, la tradizione lunga un filo Un itinerario di visita della città di Busto Arsizio, oggi, è anche la riscoperta delle architetture industriali e residenziali che hanno accompagnato la nascita e lo sviluppo della grande tradizione cotoniera e tessile del Varesotto. 1800-2000, a tradition as long as a thread This is our suggested itinerary for a visit to Busto Arsizio: today, it is possible to rediscover the city’s industrial and residential architectures, which accompanied the birth and the growth of the great cotton and textile tradition of the province of Varese. testi andrea della bella foto lucana ceriana

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reportage Ruska, sami, aurore boreali Un popolo nomade che parla una lingua antichissima. Aurore boreali che infiammano il cielo di colori splendenti. Ed il meraviglioso fenomeno naturale della ruska che, ogni anno, incendiando di tinte calde la Lapponia, regala anche a queste terre un po’ di calore. The ruska, the Sami people and the aurora borealis A nomadic people who speak a very ancient language; aurorae borealis inflaming the sky with bright colours; and the astonishing natural phenomenon known as ruska that, every year, sets Lapland on fire with its warm colours, and offers this region a bit of warmth. testi sandro esposito foto christian patrick ricci

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reportage Notte in montagna a inseguire un suono Siamo in Valle Albano, in piena notte. Intorno è tutto buio, e la stellata d’autunno è superba. Il primo riecheggia da lontano, e subito qualcuno risponde: è il bramito, il verso dei cervi maschi che rivaleggiano in amore. Un’esperienza di intensa emozione, al seguito di ricercatori di bioacustica. A night on the mountains, chasing a sound We are in Valle Albano, in the middle of the night. Around us nothing but the darkness; this autumn starry sky is superb. The first call echoes from a distance, and someone replies right away: it is the bell, the cry of the rivaling deer ready to mate. An deeply touching experience, following bioacoustic researchers. testi elena simoni foto giovanni fasoli

reportage Welcome to Mongolia Marching beside the army of frightful Temujin (who most people know under the name of Genghis Khan), we will explore the Gobi Desert, and meet the witnesses of his time, that travelled for ninety million years, and still surprise us with their impressiveness: dinosaurs. Benvenuti in Mongolia Marceremo accanto alle armate del temibile Temujin (noto ai più come Gengis Khan), esploreremo il deserto del Gobi e faremo la conoscenza di testimoni del tempo, che hanno viaggiato per novanta milioni di anni per stupirci, ancora oggi, con la loro imponenza: i dinosauri. testi ivano fermi foto christian patrick ricci


editoriale C ari lettori, EV Magazine è giunto finalmente alla svolta decisiva, che in redazione amiamo definire epocale: per questo motivo, scrivendo l’editoriale, mi scopro davvero emozionata. Dopo due anni di lavoro, progetti, studi e pianificazioni, infatti, la nostra rivista ha raggiunto l’obiettivo che ci eravamo prefissati quando l’avevamo fatta nascere, e questo per restare al passo con i tempi – che corrono veloci – e soddisfare le aspettative del mondo dei lettori che, oggi più che mai, sono esigenti ed esperti. Dicevo che EV, da questo numero, si trasforma: dalla più classica delle riviste in carta e inchiostro diventa infatti un contemporaneo magazine multimediale digitale, da sfogliare direttamente e comodamente dal proprio pc o dalle piattaforme dei più sofisticati ed innovativi iPad e iPhone. Come avevamo intuito, si è aperta oramai un’epoca nuova di lettura, con esigenze diverse, e con tante, tantissime possibilità figlie dell’era tecnologica nella quale viviamo. E noi, per questo, ci siamo adeguati ad un pubblico sempre più esigente e informato, ed entriamo con sorpresa e meraviglia, ma anche con grande entusiasmo, in questa strabiliante e affascinante galassia di bit. EV Magazine cesserà così di aspettare i suoi lettori in edicola – questo, che avete acquistato, è l’ultimo numero soggetto a distribuzione tradizionale – e da gennaio 2011 sarà disponibile per tutti coloro che lo vorranno seguire senza vincoli di spazio e di tempo, nella modalità più comoda che si possa immaginare, siano essi a casa, in ufficio, seduti sulla panchina del parco o durante un viaggio in treno: facilmente, semplicemente, con un clic. Sarà un modo nuovo di leggere e di ammirare le nostre immagini, di scoprirci o riscoprirci.

Dear readers, EV Magazine has finally come to a decisive turning point, which we, the editorial staff, like to define as epochal: for this reason, writing this month’s editor’s note is an exciting experience for me. After two years of work, projects, studies and planning, our magazine has in fact achieved the target we had set ourselves when we created it, to be able to keep up with the times – which change rapidly – and meet the expectations of all of our readers, who are, today more than ever, demanding and knowledgeable. As I was saying, EV will change, starting from the next issue: it has been turned, from the most classic of all “paper-and-ink” magazines, into a modern multimedia digital magazine, that our readers will be able to browse comfortably sitting at their own computers or through the most sophisticated and innovative software available on their iPads and iPhones. As we had guessed, a new “reading era” has started, with different needs and many, so many alternatives that are the result of the technological era we are living in. And for this reason, we adjusted our magazine to a public which is more and more demanding and knowledgeable, and we are about to enter, with surprise and wonder – but also with great enthusiasm – this astounding and fascinating cyber-galaxy. EV Magazine will no longer be available for its readers at the newsstand – the one you have just purchased is the last issue that will be distributed in the traditional way – and, from January 2011, our magazine will be available, for all those who want to keep reading it with no space or time limitations, in the easiest imaginable version, that readers can access from home, from their offices, sitting on a bench at the park or while on a train trip: effortless, with a click of the mouse. This will be a new way of reading and enjoying our photographs, of discovering, or rediscovering us.


Un’esperienza multimediale. Significa che si potrà entrare nella dimensione – ancora un po’ magica, per i neofiti – della lettura coinvolgente perché più ricca e profonda, capace di rendere gli interlocutori veri protagonisti del processo comunicativo. Cliccando su ogni singolo articolo, sarà possibile accedere ad ulteriori approfondimenti, con l’opportunità di scorrere notizie che non avrebbero trovato spazio nella tradizionale pagina di carta; selezionando una fotografia, la si potrà ingrandire e lasciarsi guidare addentrandosi attraverso canali inediti ed esplorando pagine parallele, che – a loro volta – presenteranno tante altre immagini sorprendenti. Addirittura – e per me, questa, è davvero una magia – si avrà l’opportunità di animare gli scatti fotografici, per trasformarli in filmati, e regalarsi così la sensazione di assistere e quasi vivere un film sul posto, con un altro semplice clic. Tuttavia, agli affezionati abbonati e a tutti coloro che preferissero sottoscrivere ora la richiesta di ricevere al proprio domicilio la rivista cartacea, desiderosi magari di restare fedeli al vecchio prodotto o abituarsi con il tempo alle nuove possibilità offerte dalla tecnologia, la copia tradizionale arriverà a casa puntuale, come sempre. A tutti gli altri lettori, invece, a chi aspettava da tempo di leggere questo editoriale, e agli internauti di tutto il mondo che – grazie a questo straordinario cambiamento – scopriranno EV Magazine, giunga il mio più caloroso benvenuto reale in questa magica era virtuale.. Virginia Martelli direttore@ev-magazine.it

It is a multimedia experience. This means that readers will be able to enter a new dimension – which still sounds a little like magic to the beginners – to experiment a way of reading which is intriguing, because it is richer and deeper, and it can turn the user into the real protagonists of the communication process. Clicking on each article will give access to further analyses, and offer the opportunity to look through information that could not find room on the traditional paper pages; by clicking on a photograph, you can enlarge it and let yourself take into and all the way through new channels, and explore parallel web pages, which offer many more extraordinary images. You will even have the opportunity – this seems absolutely like magic to me – to animate photographs and see them in a videoclip, thus enjoying the impression of watching them live, and almost being inside the video, while sitting in front of your computer screen, with one more simple click of the mouse. However, to our affectionate subscribers and to all those who would still like to have the paper version of the magazine delivered at their address – maybe because they feel they should stick with the old product or just need time to get accustomed to the new possibilities offered by technology – the traditional version of the magazine will be delivered punctually, as always. To all other readers, instead, as well as to those who have been looking forward to reading about this change, and to the internauts from all over the world who – thanks to this extraordinary change – will come across EV Magazine, I would like to express my heartiest, real welcome to this magic, virtual era.


filo DIRETTO coi lettori

lettere dalla redazione EV Magazine su iPad Questo numero di EV Magazine è l’ultimo che troverete in edicola. Per seguire le esigenze e le richieste del mercato, e per restare al passo con i tempi sempre più proiettati verso il mondo della tecnologia informatica, dal prossimo numero la nostra rivista potrà essere letta attraverso il computer o l’iPad. Tuttavia, per coloro che desiderassero continuare a sfogliare la loro copia cartacea tradizionale, l’opportunità è ancora possibile attraverso l’abbonamento, di cui si possono trovare indicazioni e modalità a pag. 138 di questo numero della rivista, o direttamente sul nostro sito Internet www.ev-magazine.it. Virginia Martelli Direttore

Immagina il territorio Mercoledì 29 settembre scorso, l’Amministrazione Provinciale di Novara – nelle persone del presidente Diego Sozzani e dell’Assessore all’Istruzione Anna Maria Mariani – ha presentato alla stampa il progetto “Immagina il territorio”, di cui EV Magazine è promotore ed organizzatore. Si tratta di un vero e proprio laboratorio creativo, che impegnerà gli studenti delle scuole superiori della provincia. Infatti, tutti i ragazzi che volessero cimentarsi nell’arte della fotografia potranno farlo inviando un proprio scatto legato ad uno o più temi proposti dal contest. Tra tutti coloro che parteciperanno con una propria opera, una giuria di esperti in ambito fotografico e culturale selezionerà gli scatti migliori, destinando ai giovani autori tanti regali prestigiosi, tra cui un viaggio, strumenti fotografici, abbonamenti alla nostra rivista e altro ancora. Indicazioni e modalità di partecipazione sul sito www.immaginailterritorio.com.

scrivete a: Redazione ev magazine Via Roma, 42 - 28041 Arona - Tel. 0322 019200 - Fax 0322019209 - info@ev-magazine.it. Le lettere e le e-mail prive di riferimenti quali nome, cognome, indirizzo e telefono del mittente non saranno prese in considerazione. Le lettere possono essere modificate per esigenze di spazio e chiarezza.

viaggi e corsi fotografici

in Italia e all’estero

PhotoFarm nasce dall’incontro tra i fotografi professionisti italiani più conosciuti del settore, che operano nel campo del reportages e della fotografia naturalistica da molti anni e ai massimi livelli, con all’attivo esperienze di docenza in corsi e workshops fotografici.

per saperne di più: www.photofarm.it 16

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Geysir, da cui deriva la definizione di questo fenomeno, è il più grande e antico geyser conosciuto d’Islanda. Purtroppo, a causa dei turisti che vi lanciavano sassi, credendo di poterlo attivare a comando, oggi erutta ad intervalli irregolari una volta al giorno. La fotografia ritrae il suo vicino, Strokkur, che erutta regolarmente ogni quattro-otto minuti un getto d’acqua bollente fino all’altezza di trenta metri. Geysir, from which the definition of this phenomenon originates, is the biggest and oldest known geyser in Iceland. Unfortunately, tourists used to throw rocks at it, thinking that they could decide when to “activate” it; as a consequence of this, it erupts, at irregular intervals, once a day. This photograph portrays its neighbour, the Strokkur, erupting regularly every four-eight minutes, throwing out hot water streams that can reach a height of thirty metres.

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Fotografia di Mirko Sotgiu © www.alpinfoto.it Nikon D700 – 24/70 mm f 2.8 – 1/160 sec. – f 11 – 200 iso

from the

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EV AND you

immagini dai lettori

Checché ne dicano i contemporanei, la fotografia ancora riesce a stimolare visioni romantiche, sia in chi mette la sua sensibilità emotiva al servizio dell’attrezzatura tecnica sia nell’uomo che guarda, che non può che essere colto da un piccolo brivido antico nell’ammirare la bellezza di certi ambienti. Anche per questo, ma non soltanto per questo, abbiamo selezionato quale fotografia del mese questo scatto di Mauro Cominelli. Le nebbie e i colori suggestivi, che l’autore ha qui ritratto, sono una perfetta interpretazione del cambio di stagione che stiamo vivendo in questo periodo dell’anno: è una reazione meteorologica naturale, lo sappiamo – l’escursione termica fra il giorno e la notte – a creare queste atmosfere, specie di primo mattino, ma l’occhio e il cuore sono sempre ben disposti ad ammorbidirsi e a sorridere. Dal punto di vista tecnico, risulta ottima la scelta dello sfondo e la composizione con i cigni nel terzo inferiore destro. Un appunto: questo genere di scatto ben si presta al fotoritocco, oggi pratica così popolare, ma riteniamo importante riportare l’attenzione sulla necessità di non abusare di artifici che possano cancellare la bellezza naturale di un’immagine. Per concludere, lasciamo la parola all’autore: “Mi piace cogliere l’aspetto essenziale e spettacolare della natura in cui mi trovo in pace e a mio agio, aspettare un’alba immerso magari tra le campagne della zona, trovarmi in luoghi avulsi dallo stress quotidiano: questo mi piace e racconto con le mie immagini. Ho scattato questa foto sull’Adda, in un’alba autunnale. La coppia di cigni, avvolta da una leggera foschia di prima mattina, mi dava un senso di libertà e pace allo stesso tempo”.

Foto del mese di Mauro Cominelli macchina: Canon EOS 400D diaframma: f4,5 velocità otturatore: 1/60 su treppiedi iso: 100

“EV and you” offre a tutti voi la possibilità di inviare fotografie inerenti il nostro territorio e di essere selezionati dai professionisti della redazione. Pubblicheremo ogni mese l’immagine più bella e regaleremo all’autore un abbonamento semestrale alla rivista. Le immagini, sotto forma di file digitali (saranno ammesse anche analogiche digitalizzate) nel formato jpg a 300 dpi possono pervenire su cd o dvd all’indirizzo della redazione oppure via email a photoeditor@ev-magazine.it. Le uniche regolazioni ammesse sullo scatto sono quelle inerenti il colore, il contrasto e la luminosità. Non saranno prese in considerazione le fotografie manipolate e ritoccate. L’opera dovrà pervenire completa di dati personali, dati di scatto (marca e modello della fotocamera, obiettivo e, nel caso adoperaste una reflex, tempi e diaframmi) e didascalia (descrizione del soggetto non superiore a 300 battute). 17


all Around a cura di Claudia Patrone

Boston multicolor L’autunno, il foliage: panorami da cartolina nel New England

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on c’è che dire. Di tutte le città in cui avremmo potuto ambientare il nostro itinerario autunnale, alla ricerca e scoperta di quel foliage decantato nella letteratura di viaggio e icona dell’effimero temporale, Boston è certamente la più radical chic, per mutuare un’espressione talvolta abusata ma quanto mai adeguata al luogo. È bene sottolineare che la stagione si presta a frequentare boschi e foreste, per chi subisce il fascino dei paesaggi mutevoli, a qualsiasi longitudine: ma l’impatto delle foglie multicolori, a contrasto di grattacieli o delle tipiche costruzioni in mattoni rossi, oltre che cinematografico – e dunque per molti versi familiare – qui si rivela ancora sorprendente. Dunque eccoci a sfidare chi già pensa come

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può, una metropoli come questa, essere una meta turistica interessante più della mitica New York, distante appena quattro ore di autobus. Boston, che ha origini secentesche, è una delle città americane che vantano una storia più lunga, culturale, economica e sociale: e proprio nella sua varietà, nella diversità e nella ricchezza d’identità dei suoi numerosi quartieri sta la particolarità dell’ambiente urbano, dal punto di vista sia architettonico sia umano. Per visitarli tutti si può partire da South End, un distretto comodo al centro e noto per alcuni tra i migliori ristoranti della città, dalla popolarità crescente anche per la presenza di una fiorente comunità artistica, con quasi trenta parchi e le belle case vittoriane e in pietra arenaria. Poi, il New England è una delle regioni in cui meglio si può godere della stagione autunnale: perché qui la natura è ancora un attore di primo piano nel paesaggio, e i fenomeni ad essa connessi sono degni di un viaggio. Il citato foliage, che conserva intatta la suggestione che ne fa per molti un motivo sufficiente per attraversare l’oceano, interessa migliaia di chilometri quadrati di foreste, e non soltanto i parchi di Boston: a seguito delle prime gelate notturne, in poche settimane le foglie degli alberi si trasformano – improvvisamente, costantemente, inesorabilmente – assumendo accesi colori e tonalità pastello, dal verde, al marrone, al rosso vivo. Info: www.cityofboston.gov.


La scultura italiana del XXI secolo Curata da Marco Meneguzzo, “La scultura italiana del XXI secolo” è l’esposizione dall’ambizioso titolo che presenta le opere di ottanta artisti, tutti nati nella seconda metà del secolo scorso: dagli ormai storicizzati Nunzio e Dessì, agli esponenti delle generazioni più recenti quali Cattelan, Bartolini, Dynys, Esposito, Arienti, Moro, Beecroft, a quelle ancora più giovani come Cecchini, Sissi, Demetz, fino alle ultimissime come Sassolino, Simeti, Previdi, Gennari. A tutti loro è affidato il compito di verificare quanto siano mutati i confini linguistici della scultura italiana, anzi se essi esistano ancora. La mostra, promossa dalla Fondazione Arnaldo Pomodoro di Milano a cinque anni di distanza di quella che inaugurò la nuova sede indagando le forme della scultura italiana del XX secolo, si propone come interpretazione delle ultime tendenze nazionali nel campo delle discipline plastiche. Fino al 30 gennaio 2011. Info: www.fondazionearnaldopomodoro.it.

Benvenuti nel mondo di cristallo Se l’inverno richiama alla mente il cristallo, niente di meglio di una visita nella regione tirolese di Hall-Wattens, in Austria. È questa infatti la patria Swarovski, e qui l’occasione di qualche giorno di vacanza diventa davvero preziosa: l’originale promozione della stagione 2010/2011, da parte dell’ente del turismo, promette un albero di cristallo griffato a chiunque prenoti un soggiorno nell’area. Oltre alle consuete attività sulla neve e di intrattenimento natalizio per ospiti di ogni età, nell’Hall-Wattens si può visitare la sede della holding nota in tutto il mondo per i gioielli di lusso: qui, i cosiddetti Mondi di Cristallo – creati per il centenario dalla fondazione del colosso societario – accolgono i visitatori in tutto il loro scintillante splendore, rendendo per un attimo realtà tutte le fantasie di favole senza tempo e castelli incantati, ambienti e sculture pervasi da magici caleidoscopi, camere delle meraviglie sotterranee dai colori sfaccettati e luminosi. Info: www.regionhall.at, http://kristallwelten.swarovski.com.

A volo sui cibi estremi della Terra Il chili più piccante del mondo non si trova in America, ma nel Lincolnshire: l’ha cucinato un trentasettenne, e l’Università di Warwick ha misurato 1.067.286 sulla scala Scoville, che misura la potenza del peperoncino; da notare che la salsa di tabasco arriva al massimo a 5.000. In onore di questo record, e per chi volesse andare ad assaggiare, il sito di comparazione di voli low cost Skyscanner ha messo sul piatto cinque tra le portate più estreme della Terra: oltre a questo infuocato chili, uno speciale naso elettronico dell’Università di Bedfordshire, in Inghilterra, ha attestato che il formaggio dall’odore più forte in assoluto è il Vieux Boulogne, francese; inoltre, la pietanza più pericolosa è una prelibatezza giapponese, il fugu o pesce palla, che può risultare letale se preparato in modo errato poiché contiene veleno negli organi; Acqualagna, nelle Marche, conserva il record del tartufo bianco più costoso, del peso di circa un chilo e mezzo, battuto all’asta per trecentotrentamila dollari; infine, il sushi servito sul corpo nudo di una donna o di un uomo è la portata più maliziosa, servita a prezzi proibitivi da alcuni ristoranti giapponesi. Info: www.skyscanner.it.


all Around a cura di Claudia Patrone

Alpi, che passione! In Austria L’inverno è alle porte, e la regione austriaca di Villach, in Carinzia, si prepara alla sua stagione bianca. Sono infatti numerose le proposte per chi desidera programmare le vacanze natalizie sulle Alpi: chi scia dispone qui di numerosi comprensori, e la mappa promette caroselli con caratteristiche uniche e varie dai nomi per qualcuno familiari, per altri impronunciabili – Gerlitzen, Verditz, Dreiländereck; chi invece preferisce lasciare ad altri l’adrenalinica discesa in pista può qui trovare una varietà di attività alternative, dalle semplici e suggestive passeggiate nella neve a proposte di mobilità sostenibile, fino a stazioni termali che riconciliano corpo e spirito con le fatiche di un anno di lavoro. Info: www.region-villach.at. Settimana bianca, latte o fondente? Cortina d’Ampezzo è già imbiancata, ma non è soltanto gli appassionati delle discese e i visitatori del jet set internazionale che aspetta quest’anno la capitale delle Dolomiti: il prossimo dicembre, infatti, e per la precisione dal 16 al 19 del mese, qui sbarcheranno anche i golosi di tutta Europa. Eurochocolate Ski, dolce costola dell’evento alimentare perugino, si organizza per la prima edizione e già si annuncia un successo: “Una settimana a Cortina: bianca, latte o fondente?” è l’intrigante claim promozionale della manifestazione. Nel tempio della dolce vita invernale, dove per la fine dell’anno si danno appuntamento amanti della montagna, frequentatori della neve ma soprattutto personaggi famosi, il dolce cibo degli dei non poteva mancare: il cioccolato si potrà gustare sulle piste da sci come break energetico, e sarà servito caldo e fumante negli chalet in quota, mentre nel centrale corso Italia il Dolce Slalom guiderà verso le più varie proposte di degustazione e non mancherà un originale Curling al Cioccolato. Info: www. eurochocolate.com.

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Brasile Coloniale: la Strada dell’Oro e DEL Caffè Viaggio nelle regioni del Minas Gerais e di Rio alla scoperta di un Brasile diverso, percorrendo la storica Estrada Real: l’antica strada dell’oro, da Ouro Preto a Rio de Janeiro. Fazendas storiche legate alla produzione del caffè, patrimoni Unesco, scenografia della baia, spirito carioca e percorsi d’arte. Info: www.ruta40.it, tel. +39 011 7718046, email info@ruta40.it.

aPERUtivi Siete mai stati in un luogo pieno di passione, fascino e tradizioni come il Perù? Amate viaggiare e tuffarvi nell’incanto delle antiche civiltà? Allora non perdete l’occasione di partecipare agli aPERUtivi di Ruta40, tour operator specializzato, per conoscere la cultura, la gastronomia e le attrazioni turistiche di questo magnifico e misterioso Paese. Partecipazione gratuita. iscrizione obbligatoria online: www.ruta40.it, www.aperutivo.it. Il calendario Sabato 6 novembre a Milano, Spazio Lattuada ore 18.45 Sabato 13 novembre a Bologna, Spazio Capo di Lucca ore 18.45 Lunedì 29 novembre a Torino, Caffè Basaglia ore 18.45 Per maggiori informazioni ed iscrizioni: www.aperutivo.it, tel. +39 011 7718046.


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REPORTAGE testi sandro bassi - foto fabio liverani

Un luogo affascinante dal punto di vista paesaggistico e “antropologico�, ma anche naturalistico

Matera,

non solo Sassi

Dalla legge Zanardelli ai giorni nostri: storia di una cittĂ italiana 22

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A fascinating place from a landscape, sociological and naturalistic point of view

Matera, not just the city of the rocks From the law signed by Zanardelli to our days: the history of an Italian city

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Il sole cala lentamente sui Sassi, mentre fra le case si accendono le prime luci della sera. The sun sets gradually over the Rocks as, from the houses, the first night lights appear.

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Matera (Matàhr, in dialetto materano) è un comune Matera (Matàhr, in the local dialect) is a municipality with 60,392 inhabitants, and it is the capital of the province named after it.

C

hi arriva a Matera per la prima volta non può rimanere indifferente. Certo, oggi non è più come ai tempi di Luisa Levi, che nel 1935, andando a trovare il fratello Carlo, confinato come antifascista nella vicina Gagliano, vi si fermò mezza giornata riportandone un’impressione straziante, complice la visione dei bambini denutriti e febbricitanti per la malaria («Signò, damm’ u chinì!», Signora, dammi il chinino), della promiscuità fra uomini e animali e del contrasto stridente fra la città “nuova”, sparsa di edifici littori monumentali, e quella vecchia, la città dei Sassi, la città trogloditica, inferno dantesco sospeso tra il fiume e il monte.

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Who arrives in Matera for the first time cannot be left unmoved. Today it is certainly not as it used to be at the times of Luisa Levi; in 1935, as she was on her way to visit her brother Carlo, confined to the neighbouring town of Gagliano for being an anti-fascist, she stopped in Matera for half a day and described the impression she had as heartbreaking, as she saw undernourished children feverish with malaria («Signò, damm’ u chinì!», Madam, give me the quinine), and the promiscuity of men and animals, as well as the striking contrast between the “new” city scattered with fascist monumental buildings, and the old city, the city of the “rocks”, the troglodytic city, a Dantean hell suspended between the river and the mountain. Incidentally, the fascist government invested a considerable amount of money in a sort of redemption


matàhr

di 60.392 abitanti e capoluogo dell’omonima Provincia. Per inciso, il fascismo aveva investito assai su una of the city of Matera, making it capital of the province sorta di redenzione di Matera, elevandola a capo(1926), and demolishing part of the eighteenth/ luogo di provincia (1926), sventrando parte della nineteenth-century Civita to obtain the ever-present Via Civita sette-ottocentesca per ricavarne l’immandell’Impero, with its marble bureaucratic palaces, home cabile Via dell’Impero, con marmorei palazzi to banks, to the post office, to the “Ina” offices and to public burocratici sedi di banche, Poste, Ina e uffici puboffices (1935-’36); it also financed the hospital (1926) blici (1935-‘36), costruendovi l’ospedale (1926) e and contributed to that “modernizzation” of the city’s mettendo mano a quella “modernizzazione” degli ancient districts, which had already been outlined and antichi rioni già vagheggiata e molto parzialmenpartially started with a special law signed by Zanardelli te avviata dalla legge speciale Zanardelli del 1904: in 1904: until then, the “Sassi di Matera” had been fino ad allora, i Sassi erano rimasti isoisolated and neglected; they not only were Matera, vista dall’altopiano murgico che fronteggia la città. A destra i Sassi, lati e negletti, non solo “una città nella a “city inside the city”, but a neglected in alto a sinistra l’espansione edilizia città”, ma una città negata, su cui era city, before which it was better to close novecentesca. meglio chiudere gli occhi e stendere one’s eyes and draw a veil on it. However, Matera, seen from the Murge upland un velo. Tuttavia Mussolini, come Mussolini, as we said above, did not situated opposite. Right, the “Sassi di Matera”, above, on the left, the built up area, detto, non si dimenticò di Matera. forget about Matera. He did not forget dating back to the twentieth-century.

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Un mondo di sapiente, antichissima cultura rurale, The world of a wise, ancient rural culture, showing a unique man-nature cohabitation.

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oltre che di singolare convivenza fra uomo e natura. Non dimenticò di inaugurare, insieme al re, il to inaugurate, with the king, the imposing monument solenne monumento ai moltissimi caduti della dedicated to the soldiers who died during the World Grande Guerra: Matera, come tutte le città conWar I: Matera, like all poor farming cities, especially tadine povere, meglio se del Sud, aveva fornito the ones in southern Italy, had provided cannon fodder carne da macello alle trincee del Carso; inauto the trenches in the Karst Plateau; he also started gurò anche le nuove migliorìe che dovevano the new improvements which were meant to wake the risollevare i Sassi dall’atavica apatìa, “Sassi” up from their atavistic apathy, by coprendo i grabiglioni (le cloache covering the grabiglioni (sewers in the Le chiese rupestri scavate nella roccia viva – una calcarenite tenera, a cielo aperto), aprendo una nuova open air), by creating a new panoramic che qui chiamano tufo – conservano viabilità panoramica e soprattutto road system and, most importantly, meravigliosi frammenti di affreschi medievali. portandovi, con l’Acquedotto Puproviding it with the coveted water, gliese, l’agognatissima acqua. Più The churches caved in the rock – made through the Apulian Aqueduct. More of soft calcarenite here known as tuff che con i discorsi tronfi, le pause than with conceited speeches, calculated – shelter wonderful fragments of medieval frescoes calcolate e la consueta retorica, il words and the usual rhetoric, the regime regime fece breccia sui materani opened a breach among the inhabitants ponendo fine ad una sete millenaria. of Matera, thus ending their historical Prima del ’27 gli abitanti dei Sassi bevevano l’acthirst. Before 1927, the inhabitants of “Sassi di Matera” qua dei cosiddetti palombari, imponenti cisterne had been drinking water from the so called palombari, che la raccoglievano dai tetti e dai vicoli; veniva large tanks collecting water from roofs and alleys; water filtrata con detriti, ghiaia, sabbia e – colera perused to be filtered with rock fragments, gravel, sand and mettendo – veniva resa, per così dire, potabile. – cholera permitting – it was made, so to speak, suitable

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I falchi grillai cacciano sull’a ltopiano di giorno, ma The lesser kestrels hunt on the upland during the day; at dawn and sunset, instead, they crowd around cities, on the houses.

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grillaio

all’a lba e al tramonto si assiepano in città , sulle case.

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Maschio adulto di falco grillaio: dorso color cannella, testa grigiazzurra, petto chiaro. An adult male of lesser kestrel: it has a cinnamon-coloured back, a blue-grey head and a bright breast.

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Un altro regalo prezioso che la natura ha fatto a One more precious gift from nature to Matera is the lesser kestrel, the smallest among European birds of prey.

for drinking. Despite, at that time, a picturesque Nonostante fosse, già allora, accreditata una vision of the city had already been planned, the visione pittoresca della città, il Duce, a Matera Duce – who was in Matera, in August 1936, to nell’agosto ‘36 per il taglio del nastro della nuova inaugurate the new ring road joining the two rocks, strada di circonvallazione che raccordava i due the Caveoso and the Barisano – guaranteed that Sassi, Caveoso e Barisano, assicurò che in due the Sassi would have disappeared in two years. This, anni i Sassi sarebbero scomparsi. Naturalmente of course, did not happen. non fu così. Non fu così neanche quando ToThey did not disappear when Togliatti referred to gliatti nel ’48 coniò per i Sassi la definizione di them by coining the expression “national shame”, in «vergogna nazionale», e neppure quando De Ga1948; and they did not disappear when, in 1952, De speri varò nel ‘52 la famosa legge 619 con cui «il Gasperi passed the well-known law 619, with which problema» doveva essere definitivamente risol“the problem” had to be solved once and for all. It to. Ci vollero vent’anni e altre tre leggi apposite, took twenty years and three more specific laws, and la questione fu – e resta, anche ad una disamina the issue was – and still is, even after a subsequent posteriore – estremamente complessa e, per examination – extremely complex; luckily, the planning fortuna, a pianificare le nuove sorti di Matera of the new fate of Matera was assigned to experienced furono chiamati urbanisti illuminati che, oltre city planners who, besides planning the a progettare l’evacuazione dei Sassi A Matera i grillai non temono l’uomo. removal of the “Sassi” and the options e le alternative per i circa diciottoSi posano sui monumenti e nidificano for their inhabitants (roughly eighteen sui terrazzi, anche tra i vasi di fiori. mila abitanti, ne previdero il risanathousand), dealt with their preservation mento conservativo sulla base di un In Matera, the lesser kestrels do not fear man: they rest on the monuments and and restoration, based on their cultural loro – evidente, anche se non a tutti nest on the balconies, even between peoand environmental value, which was (c’era chi voleva la demolizione tople’s flower pots. evident, but not for everyone: someone tale) – valore culturale e paesistico. 34

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grillaio

Matera è il falco grillaio, il piÚ piccolo rapace europeo.

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le ossa sporgenti

M

atera, città bianca accecante di sole e di vento, possiede anche diverse peculiarità naturali. Che sia diversa e originale pure per questi aspetti il viaggiatore lo intuisce subito, guardando le campanule azzurre, a cascate penduli, che crescono sui Sassi nelle aride fessure fra i blocchi di calcare, poco importa se in situazioni rupestri oppure costruite, sui muri delle case come sulle scarpate, sui parapetti che guardano la Gravina o sotto i cornicioni dei tetti, vicino alle curiose grondaie in cotto che un tempo erano rette da ossa sporgenti (più funzionali e robuste di qualsiasi metallo). n

E oggi? Accantonando la questione dell’abbandono dei Sassi (questione dolorosa, e che richiese l’impiego della forza pubblica, sino ad assumere i toni di una deportazione), cosa resta di tutto ciò? Cosa resta, accanto ai turisti che scorrazzano per i Sassi, arroventando le macchine fotografiche e chiedendo con morbosità ai ciceroni dov’è che viveva la gente, se è vero che dormivano per terra, sulla paglia assieme al mulo e alle galline, se è proprio vero che stavano in dieci in una stanza, anzi in una grotta, senza luce e senz’aria? Matera non è più quella di Luisa Levi, che poteva disgustare o far innamorare, senza mezze misure. Ancora oggi non si resta indifferenti, perché questa città strana e meravigliosa non ha eguali in Europa: a prima vista è avvicinabile a qualche esempio della Cappadocia, della Siria e ancor più dello Yemen; eppure, a ben guardare, resta assolutamente unica. Con la sua “architettura per sottrazione” (fino al XVI secolo, nulla era costruito in senso stretto, ma tutto era scavato nella tenera calcarenite che qui viene chiamata tufo, e che lasciava cesellare ogni tipo di cavità ipogea) e con il suo aspetto selvaggio, ancestrale, riarso, severo anche quando il sole la bacia lunghissimamente, Matera è davvero patrimonio dell’umanità, non solo per il decreto Unesco che lo sancisce fin dal 1993. La Matera di oggi non è più quella di Luisa Levi, sia detto senza rimpianto, nonostante la nostalgia che ognuno può provare per un autentico patrimonio antropologico che se n’è andato, un mondo di sapiente, antichissima cultura rurale, oltre che di singolare convivenza uomo-natura.

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thought that they had to be completely demolished. And today? Now that the rocks have been abandoned (painfully, as the police intervened, turning the operation almost into a deportation), what is left of all this? What is left, next to the tourists running about the site, with their burning cameras and insistently asking their tour guides where people used to live and if it is true, that they used to sleep on the ground, lying on hay with their mule and chickens, and if it is true, that ten people used to live in the same room, or a cave, with no light and air? Matera is no longer the city that Luisa Levi used to know, the city that could either disgust or fascinate, with no half measures. Today, who visits Matera still cannot be left untouched, as this strange and wonderful city has no rivals in Europe: at first sight, it recalls a few places in Cappadocia and Siria, and there is even more similar examples in Yemen; despite this, if you stop and look at Matera, it still is an absolutely unique city, with its “architecture by subtraction” (until the 16th century, nothing had been literally built, but obtained digging in the soft calcarenite, which is here known as tuff, and which made it possible to chisel any kind of hypogeal cavity) and its wild, ancestral, dry and strict aspect, even when the sun stops upon it for a long time. Matera truly is a world heritage site, and not just because of the UNESCO decree signed in 1993. Today’s Matera is no longer the one Luisa Levi used to know, we say this with no regrets, despite the nostalgia that everyone can feel for a part of this authentic human heritage that has been lost, a world that reveals a wise and ancient rural culture, and also a unique situation where man and nature used to coexist; a world which, among other things – it reached the 20th century with its main traits


Un mondo che peraltro – arrivato al XX secolo con caratteri sostanzialmente immutati fin dal Medio Evo, da un punto di vista sociale, urbanistico ed igienico-sanitario (ricordiamo un solo dato: la mortalità nel primo anno di vita, che a Matera nel 1948 risultava del 436‰ quando nel resto d’Italia si attestava mediamente su 112‰) – non poteva durare. Resta, certo, l’assoluto dovere di conservare i Sassi in quanto tali, senza un’improbabile museificazione totale, ma contrastando l’abbandono cui vennero lasciati dopo il compimento della legge 619 (che pure ne prevedeva il risanamento), perlomeno fino al 1993. Fanno ben sperare gli attuali segnali, con l’avvenuto restauro e la riapertura di quasi tutte le chiese rupestri, la creazione di straordinari poli culturali (c’è un museo di scultura unico, per contenuto e suggestione del contenitore) e gli incentivi affinché i Sassi tornino a vivere, non solo per il turista.

basically unchanged since the Middle Ages, from a social, town-planning, health and hygienic point of view (we would like to mention only one figure: the mortality rate during the first year of age, in 1948 was assessed at 436‰, whereas the certified overall average rate for Italy was 112‰) – was bound not to last. Certainly, the absolute duty of preserving the Sassi as they are, without turning them into an actual museum, but contrasting the neglect they experienced after the law 619 became effective (although the law established that they had to be restored), was respected at least until 1993. Today’s situation gives us a reason to regain hope, now that almost all rock churches have been restored and reopened, extraordinary cultural facilities have been established (such as a sculpture museum, unique both for its content and for its fascinating structure), and now that we have seen the commitment made so that the “Sassi di Matera” can be brought back to life, not only for tourists.

matera

MATERA

Un rapace sociale

in

breve

La colonia di Matera non è l’unica italiana del falco grillaio, ma certo è la più imponente: i dati, dai censimenti degli ultimi anni, oscillano fra i due e i tremila esemplari. Altre colonie più piccole – citiamo almeno quelle di Montescaglioso, Altamura e Minervino – si trovano in undici centri delle Murge.

Il falco grillaio

U

n altro regalo prezioso che la natura ha fatto a Matera è il falco grillaio (Falco naumanni), il più piccolo rapace europeo, che qui possiede la sua colonia più grande. Simile al gheppio, caratterizzato da costumi gregari evolutisi probabilmente per difesa dai predatori, il grillaio riesce, incredibilmente, a vivere a stretto contatto con l’uomo, nidificando in città, sotto i coppi, nei sottotetti, in ogni cavità di edifici vecchi e nuovi. n

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Le piante rupestri dei Sassi

Le chiese rupestri

L

a Campanula versicolor è endemica, cioè esclusiva (in Italia) delle Puglie salentine e di un limitato settore della Murgia materana. Assieme al cappero, alla valeriana rossa, all’ombelico di Venere, alla violaciocca gialla, alla cimbalaria dei muri e al garofanino garganico, faceva parte di quella comunità di piante che, dagli ambienti rupestri delle gravine, sono entrate a far parte anche della flora urbica dei Sassi. Sottolineandone bellezza e rarità – la Campanula versicolor è inserita anche nel Libro Rosso delle specie a rischio di estinzione – i botanici ne lamentano oggi l’ulteriore rarefazione, a seguito dei lavori di restauro a cui sono sottoposti gli edifici dei Sassi. Resta peraltro indelebile il ricordo dell’intervento del regista Vittorio Taviani, a bloccare le operazioni di ripulitura degli edifici di sfondo al film “Il sole anche di notte” (1989), a danno di questa straordinaria gemma vivente, «lilla dal cuore blu». n

M

atera ed il suo territorio possiedono testimoni unici ed irripetibili di quella civiltà rupestre durata dal VII al XIV secolo (ma con preesistenze culturali anche molto più antiche, di origini preistoriche, e con strascichi fino al XVI secolo), portata qui da comunità monastiche orientali e latine. Si tratta di oratori scavati nella roccia viva, estremamente suggestivi per il loro aspetto selvaggio, spesso rivestiti di pitture ad affresco, raramente di elevato livello artistico ma sempre di linguaggio popolare convincente, se non addirittura commovente. Sono visitabili attraverso un circuito urbano che ne comprende otto, e che è gestito da un apposito ufficio comunale: tel. +39 0835 319806. Quelle extraurbane sono un po’ più impegnative, richiedendo visite guidate. Non si può fare a meno, tuttavia, di vedere almeno la Cripta del Peccato Originale (fuori Matera, verso Miglionico, per informazioni e visite contattare il Musma, Museo Scultura Matera, all’interno dei Sassi: www.artezeta. it) e quelle del Parco Archeologico e Naturale delle Chiese Rupestri (www.parcomurgia.it). n

Una minaccia gli interventi edilizi?

P

iù dubbia è l’azione di disturbo alla nidificazione del falco grillaio dovuta ai restauri degli edifici: «In certi casi esiste eccome – afferma Matteo Visceglia, referente materano del Progetto Life Natura Rapaci Lucani – e in questo senso possono rivelarsi utili le cassette-nido, che hanno un valore didattico-divulgativo ma anche di reale incentivo alla nidificazione, e compensativo delle situazioni perdute con i restauri. Nel 2008, a Matera, esse sono state occupate al 22% e, insomma, possono costituire una preziosa nicchia anche quando non si vedono: cito il caso del Palazzo della Provincia, dove si trovano più di cinquanta nidi, in gran parte nascosti». n

info Dove dormire: La Dolce Vita bed and breakfast, 328 7111121, info@malve51.com, www.malve51.com Dove mangiare: Braceria rosticceria Rione Sassi Porta Pistola, 333 6095913; Il Terrazzino Sui Sassi Ristorante Nuovo Terrazzino, Vico S. Giuseppe, 7, 0835 332503. Da non perdere: visita alle cisterne e al sistema idrico di raccolta delle acque meteoriche e alla chiesa del purgatorio Vecchio www.laraccoltadelleacquematera.it; Casa museo del confino di Carlo Levi, www.musei.it/basilicata/matera/casa-museo-del-confino-di-carlo-levi.asp link utili: Il Progetto Life Natura Rapaci Lucani www.liferapacilucani.it informazioni e comune di Matera www.turismomatera.it, itinerari e guide turistiche www.guidematera.it n

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matera’s

At-Risk Species

U

nderlining the its beauty and rarity – the Campanula versicolor was also included in the Red Book of the species at risk of extinction – botanists report its further decreased presence of it, as a consequence of the restoration of the buildings in the area of Matera’s Sassi. The unforgettable intervention of film director Vittorio Taviani stopped the cleaning operations of the buildings to be shown in the background of his movie “Il sole anche di notte” (1989), as they were causing damage to this extraordinary living gem, «a lilac flower with a blue heart». n

Rock Churches

M

atera and its environment have unique and incomparable witnesses of a civilization that lived between the 7th and the 14th century (but other cultures existed in more remote times, during prehistory, and until the 16th century), which was brought to Matera by eastern and Latin monastic communities. The oratories carved in the rock, are extremely fascinating for their wild aspect; many of them are covered with frescoes, which are usually not of a high artistic level, although they all speak a convincing, if not even touching popular language. They are accessible through a route including eight itineraries, run by a specific council office: tel. +39 0835 319806. The extraurban ones are more difficult and require a tour guide. However, do not miss the “Cripta del Peccato Originale” (outside Matera, on the way to Miglionico. For information, contact the “Musma”, aka “Museo Scultura Matera”, situated within the area of the rocks: www.artezeta.it) and the “Parco Archeologico e Naturale delle Chiese Rupestri” (www.parcomurgia.it). n

A Sociable Bird of Prey

T

he lesser kestrel’s colony of Matera is not the only one in Italy, but it is certainly the largest: the censuses taken during the last few years assessed their number at two-three thousand birds. Other smaller colonies – worthy of being mentioned are the ones in Montescaglioso, Altamura and Minervino – live in eleven towns in the Murge Apulian region. n

The Plants Growing on the Rocks,

among Matera’s Sassi

T

he Campanula versicolor is an endemic species, which grows (in Italy) only in Apulia, in the peninsula salentina and in a restricted part of the Murgia region situated in the province of Matera. Along with capers, with red valerian, the navelwort, the wallflower, the ivy-leaved toadflax and the fireweed, it once belonged to a plant community that came from the rocky areas of the ravines and became part of the urban flora of the Sassi di Matera. n

The Lesser Kestrel

O

ne more precious gift from nature to Matera is the Lesser Kestrel (Falco naumanni), the smallest European bird of prey, whose largest colony resides there. It resembles the common kestrel, a typically gregarious bird, peculiarity that probably developed as a defence from predators; the lesser kestrel – it is hard to believe – can live in close contact with man; it nests in the cities, under the roof tiles, in the attics, in every hollow found in old and new buildings. n

The Lesser Kestrel Resists in Basilicata

Housing Projects. A Threat?

T

here are doubts about the disturbance to the nest-building activity of the lesser kestrel caused by the restoration of buildings: «In some cases it is certainly a problem – states Matteo Visceglia, spokesperson for the project“Life Natura Rapaci Lucani” in Matera – and in such situations, the bird-houses can prove effective; they have an educational and informative function, but they are also an actual stimulus for nesting, and they compensate for the missed nesting occasions as a result of the restoration works. In 2008, in Matera, 22% of the bird-houses were filled. In short, they can be a precious nest, even when they cannot be seen: I would like to mention the episode concerning the “Palazzo della Provincia”, where there are over fifty nests, most of them hidden». n

E

ven though there are no real parameters to make a comparison with the past, for which only occasional studies and no precise figures are available, the situation in Apulia and Lucania seems to be opposite, if compared to the global one, as in the rest of the world the lesser kestrel population is dramatically decreasing for reasons that are not clear, although they are a consequence of the changes made to their habitat by the humans. The European Union considers the lesser kestrel is a species that deserves a priority interest, and that has to be protected with specific measures, as it is a species at risk of extinction, and following to a recent decrease in number: of the remaining couples (roughly twelve-eighteen thousand) in the whole continent, 25% (over three thousand couples) live in southern Italy, namely in Basilicata and Apulia; four-five hundred couples nest in Sicily, and a number of couples between one and two hundreds in Sardinia. n

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REPORTAGE testi sandro esposito - foto christian patrick ricci

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Echi di viaggio in giro per il mondo: la meta di oggi è Sápmi, la casa dei sami

Lapponia, la terra si incendia

senza prendere

fuoco

Tra Sami e Ruska, una terra gelida ma ricca di calore e fascino eterno

Echoes of a journey around the world: today’s destination is Sápmi, home to the Sami

Lapland, where the earth catches on fire without burning Between the Sami and the ruska, an icy land rich in warmth and everlasting charm 69


LA

storia della Finlandia è legata – stiamo parlando della parte di storia che è documentata – per gran parte a quella delle nazioni che confinano con essa; le relazioni con i Paesi vicini, infatti, hanno marcato lo sviluppo di questa nazione fino all’inizio del XX secolo. Ancora oggi, le origini dei primi insediamenti abitati sono velate di mistero. Vi sono teorie secondo le quali i finlandesi proverrebbero da aree dell’attuale Russia. Altri, invece, prenderebbero in considerazione alcune zone dell’Europa centrale. La Finlandia, tuttavia, non è la Lapponia. O, meglio, in parte lo è. Ma la Lapponia è una terra che non ha confini ben definiti, né leggi a sancirne l’invalicabilità. È un concetto.

The history of Finland – the documented part of history – is mostly connected to the history of the bordering countries; its relationship with the neighbouring nations, indeed, influenced the growth of Finland until the beginning of the 20th century. Today, the origins of the first inhabited settlements are still shrouded in mystery. According to a few theories, the Finns may come from regions belonging to today’s Russia. Other theories, instead, seem to consider other areas in central Europe. Finland however, is not Lapland. More precisely, part of it is Lapland. But Lapland is a land having neither definite borders, nor laws confirming they cannot be crossed. Lapland is a concept, an idea, a nation. The archaeological findings show that this

Le origini dei primi insediamenti abitati della Finlandia sono velate di mistero. The origins of the first inhabited settlements in Finland are shrouded in mystery.

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Queste moto a quattro ruote, chiamate quad, vengono proposte come mezzo di trasporto dagli uffici del turismo per esplorare la Finlandia lungo percorsi non convenzionali. These four-wheeled motorbikes called quads are offered by tourist centres as a transport means to explore Finland on unconventional routes.

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Il meraviglioso fenomeno naturale della ruska, incendiando di tinte cal The wonderful natural phenomenon of the ruska, which sets Lapland on fire with its warm colours, gives these lands a bit of warmth, at least symbolically.

Gli alberi, avvertendo il cambiamento di temperatura, smettono di irrorare le foglie con la clorofilla. Queste, ora ricche di altre sostanze, alcune persino dannose per la pianta, sono libere di volare via. As the trees feel the change in temperature, they stop supplying their leaves with chlorophyll. Abounding with other substances, some even harmful for the plants, the leaves are free to fly away. 72

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ruska

de la Lapponia, regala a queste terre un po’ di calore, almeno simbolico.

region was inhabited by humans already eight Un’idea. Una nazione. thousand years before Christ. After 6,500 Dai ritrovamenti archeologici risulta che queb.C., it became populated by the Suomusjärvi, sto territorio era abitato dall’uomo già ottoa population of hunters and gatherers. Two mila anni prima di Cristo. Dopo il 6500 a. C. thousand years later (around 4,200 b.C.), these si diffusero le genti denominate suomusjärvi, peoples were replaced by others, of which very un popolo di cacciatori-raccoglitori. Duelittle is known: they were skilful mila anni dopo (intorno al 4200 Il lago Inari è il terzo più grande della Finpottery manufacturers, and this a. C.), questi furono sostituiti da landia. Le sue isole più conosciute sono le Hautuumaasaari (in lingua locale, isola is all is known. However, most altri, di cui si sa ben poco: ovvedel cimitero), che servivano come luogo di sepoltura degli antichi sami, e Ukonkiprobably, the mysterious origins of ro, che furono abili produttori di vi, uno storico luogo di sacrificio degli the Finnish language might date vasi e terracotte, e null’a ltro. antichi abitanti della zona. back to this period. The Finnish Tuttavia è assai probabile che a Lake Inari is the third largest lake in Finland. and the Sami are both Finn-Ugric questo periodo risalgano le miIts most famous isles are the Hautuumaasaari (which means “isle of the cemetery” in the lolanguages of the Uralic family. steriose origini della lingua fincal language), which served as a burial place for the ancient Sami people, and Ukonkivi, an In short, they originate from landese. Il finnico e il sami sono ancient isle once used as a sacrifice place by this land. The Sami language in entrambe lingue ugro-finniche the inhabitants of this area. particular is the dialect spoken by del ceppo uralico. Lingue di quea very peculiar people inhabiting the region, sta terra, insomma. Ma il sami, in particolare, where the aurora borealis shines, and where è l’idioma legato ad un popolo davvero spetrees “catch on fire” without actually burning. In ciale: che abita la terra delle aurore boreali, this land, autumn slowly warms up the leaves, e degli alberi che si incendiano senza mai which change colour, going from emerald green prendere fuoco davvero. In questa terra in to brown, orange and red. In this land, once a cui, in autunno, le foglie s’a ccalorano a poco a

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Una miriade di licheni, funghi e bacche di tutte le forme e dimensioni A myriad of lichens, fungi and berries of all sorts of shapes and sizes creates a layer, on the ground, which is often up to fifty centimetres thick.


manto

crea sul suolo un manto a volte spesso anche cinquanta centimetri.

I muschi sono piccole piante prive di tessuto vascolare, appartenenti alla divisione Bryophyta, che conta circa diecimila specie diffuse in tutto il mondo. I licheni, invece, sono organismi simbiotici. Formati da un cianobatterio, o un’alga, e un fungo. Il fungo sopravvive grazie ai composti organici prodotti dall’attività fotosintetica del cianobatterio o dell’alga, mentre quest’ultima riceve in cambio protezione, sali minerali ed acqua. Moss consists of small plants with no vascular tissue, called Bryophytes, a family including roughly ten thousand species found all over the world. Lichens, instead, are symbiotic organisms. They consist of either a cyanobacterium or an alga, and a fungus. Fungi survive thanks to the organic compounds produced during the photosynthetic activity of cyanobacteria and algae, whereas algae receive, in turn, protection, dietary minerals and water.


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I sami (nella loro lingua, si chiamano samit o sapmelas) sono una popolazione indigena composta da circa settantacinquemila abitanti. The Sami (their name in the Sami language is “samit” or “sapmelas”) are an indigenous people consisting of approximately seventy-five thousand inhabitants.

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In tempi assai remoti i sami erano principalmente allevatori di renne, pescatori e cacciatori. In very distant times, most Sami were reindeer farmers, fishermen and hunters.

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poco, sfumando dalle tonalità dello smeraldo year, the vegetable kingdom – narcissistically in quelle del marrone, dell’a rancio, del rosso. looking at its own reflection on the frozen lakes In questa terra, una volta all’a nno, il mondo – defeated by the imminent cold, starts rusting. vegetale – che vanitoso si specchia nei laghi This is where the Sami live. gelidi – vinto dal gelo incalzante, si arruggiThe Sam (their name in the “samit” or “sapmelas” nisce. Qui vivono i sami. language) are an indigenous people consisting I sam (nella loro lingua, samit o sapmelas) of approximately seventy-five thousand sono una popolazione indigena che raggiuninhabitants. They established themselves mainly ge circa settantacinquemila abitanti. Sono in the regions north of Finland and Sweden. stanziati, per lo più, nelle regioni a nord della They have a very respectful background: an Finlandia e della Svezia. Possono vantare un excellent history, an excellent culture, and background di tutto rispetto, con una storia, an extraordinary handicraft and artistic una cultura, ed una produzione production, which reveal a very artistico-artigianale eccellenti, ristrong collective identity and sense Le lingue sami appartengono alla velando un’identità collettiva ed of belonging. The Sami, as well famiglia delle uraliche. Sono generalmente categorizzate in undici idiomi, un senso di appartenenza davvero as the entire Lapland region, do dei quali uno si è estinto nel 1800 e altri quattro sono in pericolo. In formolto spiccati. I sami, così come not have an independent political ma scritta, solo sei hanno una storia tutta la regione della Lapponia, status: for this reason, they are often letteraria. non hanno uno status politico mistaken for the Lapps, who are The Sami languages belong to the Uralic family. They are generally subdivided into indipendente: per questo motivo actually the rest of the inhabitants eleven dialects, of which one disappeared th sono spesso confusi con i lapponi of this extended nation, who do not in the 19 century, and other four are at risk of extinction. Only six languages have che, in realtà, sono tutti gli altri belong to the Sami ethnic group. a written literature history. abitanti di questa nazione diffusa In very distant times, most of non facenti parte dell’etnia sami. the Sami were reindeer farmers, In tempi assai remoti, i sami erano princifishermen and hunters. They were a nomadic palmente allevatori di renne, pescatori e people, and lived in kota (huts amazingly similar cacciatori. Si configuravano come un poto the tepees of the native American Indians) polo nomade, e abitavano in kota (capanne or in layvu, a different kind of tepee. However, incredibilmente simili a quelle degli indiani they also had another type of dwelling, made of d’A merica) oppure nelle layvu, un altro tipo wood and reindeer leather: cabins, that could be di tenda. Essi, tuttavia, possedevano anche either fixed or portable. And they used to carry un’a ltra tipologia di abitazione, realizzata in them on sleighs pulled by reindeer. legno e pelli di renna: casupole fisse, ma anFrom the spiritual point of view, the Sami che mobili. Ed il modo in cui venivano trashowed similarities with shamanism: they used sportate si legava all’unico mezzo di trasporto worship gods connected with the cult of nature, to: la slitta trainata da renne. the Mother Earth and the God of Thunder, and Dal punto di vista spirituale, i sami erano lebelieved that the body was provided with a soul gati allo sciamanesimo: adoravano le divinità that could leave their bodies when they passed

i Sami sono spesso confusi con i Lapponi The Sami are often mistakenly referred to as Lapp.

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lapponia

legate al culto della natura, la Madre Terra e il Dio del Tuono, e credevano che il corpo fosse dotato di un’a nima in grado di distaccarsene al momento del trapasso. Proprio in virtù di questo, la figura più importante nelle tribù era lo sciamano, che poteva dar vita ad una serie di riti propiziatori che gli permettevano di comunicare con il regno dei morti e con quel mondo popolato di forze ultraterrene che regolano l’impietoso scorrere del tempo. Ma anche con quelle carezze di gelo un po’ più tenaci di altre che, sorvolando l’a ria notturna illuminata dalle aurore siderali, tingono il verde di questa terra di colori caldi. È il fenomeno qui chiamato ruska, che si ripete ogni anno sotto gli occhi di turisti stupefatti e sciamani accigliati. La ruska è quel momento che sembra giungere proprio per regalare, anche a queste terre inospitali e a questi popoli calorosi, un brevissimo e fugace tepore, seppur solamente cromatico.

la Lapponia è inserita fra i Patrimoni dell’Umanità Lapland is inserted between World Heritage site

away. In virtue of this, the most important personality within the tribes was the shaman, who could perform a series of propitiatory rites that allowed him to communicate with the kingdom of the dead and with a world populated with beings from the afterlife regulating the merciless passing of time, but also with those frozen touches, slightly stronger than others which, flying over the nocturnal breeze brightened up by the dawn on sidereal days, paint these green lands with warm colours. It is the phenomenon known, in Finland, as ruska, which occurs each year under the eyes of astonished tourists and frowning shamans. The ruska seems to come with the precise aim of giving these inhospitable lands and these welcoming people a short and fleeting moment of warmth, although only with colours.

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in

breve

Ruska parola intraducibile letteralmente in italiano

è

quel fenomeno per cui, nelle foreste finlandesi, le foglie cambiano colore e, dal verde estivo, assumono tantissime tonalità calde (dal giallo, al rosso, al marrone). L’enorme estensione delle foreste in Finlandia porta ad effetti estetici incantevoli, soprattutto per gli amanti della natura e dei paesaggi. Questo fenomeno è particolarmente evidente in Lapponia, dove si manifesta con maggiore intensità dal 10 al 20 settembre di ogni anno. n

9.600 chilometri di Patrimonio UNESCO

N

el 1996, un’area di 9.600 chilometri quadrati chiamata Laponia, Regione di Laponia o Area Lappone, e situata nella parte svedese della Lapponia, venne inserita fra i Patrimoni dell’Umanità dell’Unesco. Il 95% di questo territorio è protetto come parco nazionale o riserva naturale. n

Sami moderni... e famosi

C

he cosa accomuna la cantante norvegese Mari Boine, lo scrittore Lars Levi Læstadius e la bellissima attrice Renée Zellweger? Le loro origini: tutti loro, infatti, appartengono all’antico popolo sami. n


samiland Uno stato tra gli stati

L

a Lapponia – Sápmi in lingua originale – è la regione geograficoculturale abitata dalla popolazione sami. Si trova nell’Europa del nord, distribuita nelle regioni settentrionali di Norvegia, Svezia, Finlandia e della penisola di Kola, in Russia. n

I

I Sami

sami o, impropriamente, lapponi (sámit o sápmelaš, in lingua autoctona) sono una popolazione indigena di circa settantacinquemila persone, stanziata nella parte settentrionale della Fennoscandia, in un’area da loro stessi chiamata Sápmi, che si estende dalla penisola di Kola fino alla Norvegia centrale, includendo anche le regioni più settentrionali della Finlandia e della Svezia, in Lapponia. Questo popolo vanta una specifica storia, una lingua, una cultura, attività professionali, modo di vivere e identità del tutto peculiari. Il Sápmi è diviso dalle frontiere di quattro Stati: Norvegia (qui abitano 40.000 sami), Svezia (20.000), Finlandia (7.000) e Russia (2.000). n

Lingua e simboli nazionali

L

e lingue sami appartengono al gruppo linguistico scritta (una decina) si sono sviluppate a partire dal XVII secolo. ugro-finnico della famiglia uralica, diffusa nell’Europa Sebbene la popolazione sami non sia costituita in uno Stato settentrionale e nell’Asia nordorientale, indipendente, al fine di rafforzare l’identità Le diverse varietà di lingua scritta la cui letteratura era una volta esclusivamente nazionale e di preservarne gli aspetti (circa 10) si sono sviluppate a orale, sebbene oggi molte poesie e canti culturali e tradizionali possiede un proprio partire dal XVII secolo. (celebre lo joik) siano tradotti e pubblicati, organo rappresentativo – il parlamento sami soprattutto nelle tre lingue principali (il sami settentrionale, – una propria capitale denominata Karasjok ed anche una il sami di Inari e il sami skolt). Le diverse varietà di lingua bandiera. n

info Approfondire la conoscenza di questi luoghi meravigliosi, magari per poi visitarli di persona, è possibile con pochi click. Link utili risultano i siti web di tour operator, enti del turismo e riviste specializzate: www.kailas.it, www.visitnorway.com, www.visitfinland.com, www.viaggi24.ilsole24ore.com (nella sezione “Destinazioni, Europa, Finlandia” cliccare alla voce “Lapponia”). Buon viaggio! n

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Ruska

T

Sápmi

he ruska – word that cannot be literally translated into English – is a phenomenon occurring in the Finnish forests as the summer-green leaves change colour and take on many different warm shades (yellow, red and brown). Finland’s extremely large forests offer bewitching aesthetic effects, most of all to the eyes of those who love nature and landscapes. This phenomenon is particularly visible in Lapland, where it becomes more intense each year, between the 10th and the 20th of September. n

A Nation Among the Nations

L

apland – Sápmi in the original language – is the geographical and cultural area inhabited by the Sami people. It is situated in northern Europe, and it spreads across the northern regions of Norway, Sweden, Finland and of the Kola peninsula, in Russia. n

Short Facts about Finnish Lapland

T

he beauty and the peculiarity of a nation with no borders also symbolizes an extremely rich culture, which took shape also through its people’s uncommonly deep sense of identity, which is one of the reasons why Lapland was acknowledged as a UNESCO World Heritage site. n

The Sami

T

he Sami, also inappropriately called Lapps (sámit or sápmelaš, in the auochthonous language) are an indigenous population consisting of approximately seventy-five thousand people, inhabiting the northern region of Fennoscandia, in an area they call Sápmi, stretching from the Kola peninsula up to central Norway, including the northernmost areas of Finland and Sweden, in the Lapland region. The Sami have their own specific history, their own language, specific professions and an absolutely peculiar culture, lifestyle and identity. The Sápmi area is parted by the borders of four states: Norway (where 40,000 Sami live), Sweden (20,000), Finland (7,000) and Russia (2,000). n

Modern… and Famous Sami

W

hat do the Norwegian singer Mari Boine, writer Lars Levi Læstadius and the beautiful actress Renée Zellweger share? Their origins: indeed, they all descend from the ancient Sami people. n

Language And National Symbols

T A 9,600 km2 wide UNESCO

World Heritage Site

I

n 1996, a 9,600 km2 wide area known as Lapland, Lappland or Lapland Region, situated on the Swedish side of Lapland, was added to the list of the UNESCO World Heritage sites. Ninety-five percent of this land is protected, as it is defined as national park or nature reserve. n

he Sami languages belong to the Finn-Ugric language group of the Uralic family, spoken across northern Europe and north-eastern Asia, where literature was once handed on exclusively orally, although, today, many poems and forms of song (such as the well-known yoik) have been translated and published, most of them in the three main languages (northern Sami, Inar Sami and Skolt Sami). The several different types of written languages (about ten of them exist) have developed starting from the 17th century. Even though the Sami people do not form an independent state, in order to strengthen their national identity, and to preserve their cultural and traditional aspects, they have their own representative body – the Sami parliament – as well as their own capital city named Karasjok and a national flag. n

Links

You can learn more about these wonderful places – to maybe see them in person one day – with a few clicks of the mouse. The web sites of the following tour operators, tourism bureaus and specialized magazines

are useful links: www.kailas.it, www.visitnorway.com, www.visitfinland.com, www.viaggi24.ilsole24ore.com – inside the section “Destinazioni, Europa, Finlandia” (“Destinations, Europe, Finland”) click on “Lapponia” (“Lapland”). Enjoy! n

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La nostra terrazza

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le storie di

Dongria Kondh,

il popolo della miniera Sulle terre ancestrali, diritti umani calpestati per lo sfruttamento della bauxite. Lieto fine per la battaglia indiana, che ha reclutato militanti in tutto il mondo

A

volte, dietro una campagna di comunicazione, possono celarsi storie umane di dolore, ma anche di solidarietà, di lotta e giustizia. Dietro un progetto commerciale, capita che emergano esigenze vitali. E allora non dovrebbe nemmeno porsi la questione di come procedere. L’esistenza delle persone vale più del denaro. In teoria. In pratica, ancora troppo spesso i diritti di popoli della Terra – specie dei più remoti, ininfluenti dal punto di vista politico e quasi inesistenti agli occhi del mondo – sono calpestati nel silenzio. È fondamentale, in questi casi, contrastare questo silenzio complice: raccontando, parlando, comunicando, in ogni modo e quanto più è possibile, al fine di porre alta l’attenzione sul problema

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e costringere autorità, soggetti protagonisti ed opinione pubblica a una presa di posizione chiara. È quanto fa Survival International, associazione fondata nel 1969 per aiutare i popoli indigeni di tutto il mondo a proteggere le loro vite, le loro terre e i loro fondamentali diritti umani. Oggi vi raccontiamo la storia dei Dongria Kondh, l’ultimo lieto fine registrato sul campo. È una contemporanea parabola del mito di Davide e Golia: la piccola tribù di ottomila individui che riesce a sconfiggere il gigante minerario, una delle più grandi compagnie del mondo. L’antefatto si svolge sul luogo sacro di questo popolo: la loro montagna, sulle colline di Niyamgiri, nello Stato di Odisha (ex-Orissa) in India. Qui, un terreno fertile, ricco di foreste e di giacimenti di bauxite, il colosso industriale britannico Vedanta Resources aveva in progetto di aprire un’imponente miniera a cielo aperto, sventrando l’area e – di fatto – distruggendola e sottraendola agli abitanti: per questo, aveva già ottenuto il via libera agli scavi da parte della Corte Suprema indiana. Ma i Dongria, insieme ad altri popoli locali appartenenti alla famiglia dei Kondh, hanno saputo attuare una campagna di resistenza strenua per difendere le loro terre contro i progetti minerari. Si tratta di una delle tribù più isolate del continente indiano, vivono in piccoli villaggi disseminati sui fianchi di queste colline, in un luogo di particolare bellezza ricoperto di dense foreste, habitat naturalistico di una fauna


I Dongria hanno organizzato numerose proteste: e, in un’atmosfera di crescente violenza e indimidazione, due dei loro leader – Lodu e Sena Sikaka – sono stati sequestrati e picchiati. Grazie a questa resistenza, tuttavia, negli ultimi anni condizione di questo popolo è arrivata anil progetto minerario La che all’attenzione del regista James Cameron, ha subito attacchi senza e i Dongria Kondh sono diventati famosi come precedenti, divenendo la vera tribù di Avatar. uno dei più controversi in India e nel mondo: i governi norvegese e britannico, la Chiesa d’Inghilterra, organizzazioni come Survival International e persino il gigante assicurativo Aviva hanno criticato la compagnia e la sua pessima condotta etica. In particolare, Survival è stata per anni in testa alla campagna mondiale contro la miniera: ha reclutato celebrità come Claudio Santamaria in Italia e Bianca Jagger e Joanna Lumley all’estero, per difendere la causa delle tribù; i suoi sostenitori hanno scritto oltre diecimila lettere di protesta al governo indiano, e più di seicentomila persone hanno visto il film-denuncia di Survival

assai varia che comprende anche elefanti, leopardi e tigri. Sui pendii di Niyamgiri, i Dongria Kondh coltivano le messi, raccolgono frutti spontanei e selezionano fiori e foglie destinati alla vendita. Da migliaia di anni. Un esempio autentico e vitale di sostenibilità ambientale, dove l’uomo ha sviluppato una religione e comportamenti capaci di contribuire ad alimentare l’ecosistema e a proteggerne gli animali e i vegetali, anziché operarne lo sfruttamento. I Dongria si sono dati, infatti, il nome di Jharnia, che nella lingua locale significa protettori dei torrenti, perché proprio a loro spetta il compito speciale di difendere la montagna sacra – detta È una contemporanea parabola del mito di Davide e Golia: la Niyam Dongar – e i fiumi che sgorga- piccola tribù di ottomila individui che riesce a sconfiggere il no dalle sue dense gigante minerario, una delle più grandi compagnie del mondo. foreste. La miniera a cielo aperto della Vedanta era destinata a devastare l’interno ambiente: le foreste, i fiumi che scorrono in questo territorio, ma anche l’identità e la cultura stessa dei Dongria Kondh, che da questo luogo ancora dipendono – ed esso, come si è visto, da loro. Non rassegnati a cessare di esistere come popolo, quindi, questi ottomila indiani hanno saputo richiamare l’attenzione del mondo intorno alla loro battaglia. La lotta ha opposto la loro piccola tribù contro lo smisurato potere di una compagnia da otto miliardi di dollari e il suo fondatore – Anil Agarwal, indiano, proprietario di maggioranza – la cui personale ricchezza è stimata in sei miliardi di dollari.

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le storie di

“Mine – Storia di una montagna sacra” (http://www.survival.it/film/ mine); la condizione di questo popolo è arrivata anche all’attenzione del regista James Cameron, e i Dongria Kondh sono diventati famosi come la vera tribù di Avatar. Ora, l’epilogo a lieto fine. Nella seconda metà dell’agosto 2010, una commissione d’inchiesta nominata dal

Ministro indiano all’Ambiente Jairam Ramesh ha raccomandato il blocco della miniera, sostenendo che la Vedanta Resources ha agito illegalmente e nel “totale sprezzo della legge”. L’esponente del governo, pertanto, ha compiuto un atto atteso e dovuto, seppure dalla valenza politica eccezionale: ha bocciato la controversa miniera di bauxite che la compagnia progettava di scavare sulla montagna sacra della tribù. Incredibilmente, il coraggio e la tenacia dei Dongria Kondh hanno avuto la meglio, grazie al crescente sostegno che hanno saputo richiamare e trovare nel mondo. E, oggi, all’agenzia di comunicazione Finsbury PR – responsabile per le relazioni esterne della Vedanta, e incaricata di contrastare sul piano della comunicazione la campagna mondiale contro i progetti minerari a Odisha, dunque a un certo punto l’unico soggetto rimasto a sostenere la correttezza dell’intervento – l’associazione Survival International ha assegnato il suo premio per la “Peggiore campagna di comunicazione dell’anno”. A dimostrare che il peso delle parole, talvolta, vale una vita.

l’associazione Survival International ha assegnato il suo premio per la “Peggiore campagna di comunicazione dell’anno”. A dimostrare che il peso delle parole, talvolta, vale una vita. 88

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REPORTAGE testi ivano fermi - foto christian patrick ricci

Palaeontology, armed soldiers, wild nature: call it Mongolia

The Flaming Cliffs, on the tracks of the dinosaurs Mongolia, the old empire of Genghis Khan, where the sands of the Gobi desert unveil Cretaceous 90

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Paleontologia, armate di soldati, natura selvaggia: chiamatela Mongolia

Flaming Cliffs,

sulle tracce

dei dinosauri Fu l’impero degli imperi di Gengis Khan: qui le sabbie del Gobi raccontano il Cretaceo

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flam

“Esploreremo il deserto del Gobi, e faremo la conoscenza

“We will explore the Gobi desert, and meet the great witnesses of the past”.

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mming cliffs dei grandi testimoni del tempo che fu�.

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LA

Mongolia is the largest landlocked state of the Mongolia è il più grande Stato world. Situated in Asia, it is bordered by Russia to del mondo che non ha accesso the north and by China to the south. Ulan Bator, al mare. Situato in Asia, confibesides being its capital, is also the largest city of the na a nord con la Russia e a sud country. In fact, it is home to 38% of the Mongolian con la Cina. Ulan Bator, oltre ad esserne la capopulation. However, despite Mongolia being an pitale, è anche la città più grande della nazione. immense country with an area of over 1,500,000 Lì, difatti, risiede circa il 38% della popolaziokm2, its population is one of the smallest in the ne. Ma, nonostante questo sia un Paese immenworld: approximately 2.9 million people, of which so, con oltre un milione e mezzo di chilometri the majority is concentrated in the capital. quadrati, presenta la più bassa densità di abiThe most fascinating aspect of Mongolia is that, tanti al mondo, con una popolazione di circa today, it is a parliamentary republic, 2,9 milioni di persone, la più parte and its controversial history is appunto condensata nella capitale. made of a series of governments and Ciò che affascina maggiormente Tra teschi lunghi quanto un’automobinomadic empires following one after della Mongolia, che oggi è una le e femori larghi come un tronco d’albero, qualcuno si è divertito a costruire the other throughout the centuries. repubblica parlamentare, è la sua curiose statue d’osso. Undoubtedly, the empire that became controversa storia, che racconta di Among skulls as long as a car and thithe most well-known is the one vari governi ed imperi nomadi sucgh-bones as long as the trunk of a tree, someone had fun and built interesting founded by Genghis Khan in 1206. cedutisi nei secoli. Il più famoso, bone statues. Temujin, this was his name at birth, indubitabilmente, è quello che nel unified the Mongolian possessions 1206 fu fondato da Gengis Khan.

Strati di sedimentazione e formazioni fangose: Sediment layers and mud formations: repositories of history.

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depositari di una storia.

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flam

Questi ammassi rocciosi furono battezzati Flaming Cliffs,dirup These rocky masses where named Flaming Cliffs by American palaeontologist Roy Chapman Andrews.

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mming cliffs i infuocati, dal paleontologo americano Roy Chapman Andrews.

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Temujin, questo il nome di nascita, unificò i territori mongoli e creò l’impero più vasto della storia. Sotto i successori toccò i confini della Polonia e della Corea, e si estese dalla Siberia fino al Golfo di Oman e Vietnam. Un regno che coprì quasi trentatré milioni di chilometri quadrati, ovvero il 22% delle terre emerse: quasi un quarto del pianeta, insomma. Le prime tracce di insediamenti umani in Mongolia si fanno risalire al Paleolitico, grazie al ritrovamento di pitture rupestri nelle province Hovd e Bayanhongor. Nel Dornod, invece, fu scoperto un interessantissimo insediamento agricolo dell’era neolitica. Le recenti ricerche archeologiche hanno rinvenuto, nella Mongolia occidentale, accampamenti di agricoltori e pescatori.

and founded the largest empire in history. Under the rule of his successors, it reached the borders with Poland and a Korea, and it stretched from Siberia to the Gulf of Oman and Vietnam: a kingdom that included almost thirty-three million square kilometres, equalling 22% of Earth total landmass, in short, almost one quarter of the planet. The first signs of human settlement in Mongolia could be dated back to the Palaeolithic thanks to the finding of cave paintings in the provinces of Khovd and Bayankhongor, whereas, in the Dornod province, an extremely interesting Neolithic farming settlement was found. Recent archaeological research has brought to the uncovering of encampments of farmers and fishermen in western Mongolia.

La caccia ai dinosauri in Mongolia non può che partire dal Museo di Storia Naturale nella capitale Ulaan Baatar. Who wants to go hunting for dinosaurs in Mongolia should start from the Museum of Natural History in the capital city Ulaanbaatar.

Un teschio è stato riportato alla luce, con perizia e delicatezza, liberandolo dagli accumuli detritici che lo avevano imprigionato nel corso di milioni di anni. A skull was meticulously and cautiously brought back to light, and liberated from the detrital deposits, which had it caged like a prisoner for millions of years. 98

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Il vero Indiana Jones

D

ouglas Preston dell’American Museum of Natural History scrisse di Chapman Andrews: “Andrews è presumibilmente la persona reale che ha ispirato il personaggio cinematografico di Indiana Jones. Andrews è stato un abile maestro della scena. Ha creato un’immagine e l’ha tradotta in realtà in modo impeccabile: non c’era una crepa nella sua armatura. Roy Chapman Andrews: famoso esploratore, cacciatore di dinosauri, modello di virtù anglosassone, tiratore scelto, combattente di briganti mongoli, l’uomo che ha creato la metafora ‘Mongolia esterna’ per indicare ogni luogo estremamente remoto”. n

Roy Chapman Andrews

Bruno Marcolongo, primo ricercatore all’Istituto di Ricerca per la Protezione Ideogeologica del Consiglio Nazionale delle Ricerche – Sezione di Padova. Bruno Marcolongo, research leader at the “Hydrogeological Protection Research Institute of the National Research Council” in Padua.

Harrison Ford

Probabilmente è stato Roy Chapman Andrews ad ispirare il personaggio cinematografico di Indiana Jones. Probably, Roy Chapman Andrews was the person who inspired the film character known as Indiana Jones.

Ma c’è di più. Oltre al glorioso passato, ricco di popoli misteriosi e affascinanti leggende, la Mongolia può vantare anche un ecosistema ed una ricchezza di ambienti naturali di tutto rispetto. Basti pensare alle cosiddette Montagne Infuocate che si trovano presso Bayanzag, una regione del deserto del Gobi: furono appunto battezzate Flaming Cliffs, per via dello spiccato color arancio, dal paleontologo americano Roy Chapman Andrews, che le esplorò nel 1920. Egli, naturalmente, non era lì per le montagne, ma per condurre l’importante ricerca che lo avrebbe reso famoso, consegnandolo alla storia come l’uomo che scoprì il Velociraptor. A dirla tutta, Chapman Andrews era in Mongolia a indagare sulle origini dell’uomo: ma trovò qualcos’a ltro.

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Besides this, and besides its glorious past abounding with mysterious people and fascinating myths, Mongolia is home to an extremely precious ecosystem and a valuable diverse range of nature environments. We would like to mention, for example, the so called Flaming Mountains, in the Bayazang region, situated within the Gobi desert: they were named Flaming Cliffs, due to their intense orange colour, by American palaeontologist Roy Chapman Andrews, who explored them in 1920. He, of course, was not there to see the mountains, but to lead the important research which was about to make him famous and handed him over to history as the man who discovered the Velociraptor. To tell all the truth, Chapman Andrews was in Mongolia to investigate on the origins of humanity, but he found something else.


Per la nostra spedizione congiunta Cnr-Mas abbiamo usato un pulmino Uaz: si tratta di mezzi ancora oggi in funzione, facenti parte della dotazione del governo e dell’esercito mongolo. For our expedition, promoted by the National Research Council and the Mongolian Academy of Sciences, we used a Uaz van: vehicle that is still used by the Mongolian government and army.

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Sessantasette giorni nel Gobi. Una spedizione congiunta del Cnr – Consiglio Sixty-seven days in the Gobi desert. A joined expedition of the Nrc – National Research Council – and the Mas, Mongolian Academy of Science.

Nel corso degli anni Venti, difatti, proprio qui riportò alla luce un tesoro nascosto: ossa di dinosauro. Durante quattro spedizioni nel deserto del Gobi, compiute tra il 1922 e il 1925, raccolse molti fossili di dinosauri che, fino a quel momento, erano completamente sconosciuti: Protoceratops, Pinacosaurus, Saurornithoides, Oviraptor e quello che, decenni dopo, sarebbe stato reso famoso dal libro – e dal film che ne seguì – dal titolo “Jurassik Park”: il Velociraptor. Avvenne il 13 luglio 1923, in particolare: per la prima volta nella storia furono rinvenute uova di dinosauro nella zona delle Flaming Cliffs. Il sito scoperto da Chapman Andrews era così ricco che, ancora oggi, camminando sul terreno cedevole del Gobi si incontrano superfici che sembrano rocce dalle forme stondate, o tronchi d’a lbero essiccati dal sole al punto da essere pietrificati, e bianchi, come di sale. Da una duna vicina però sbuca una zanna, da una roccia un artiglio, da un monticello di terra – sul quale crescono coraggiosi arbusti – si intra-

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During the 1920s, in fact, he brought to light a hidden treasure, right in this region: dinosaur bones. During four expeditions in the Gobi desert, made between 1922 and 1925, he gathered several fossils belonging to dinosaur species that, until then, were totally unknown: Protoceratops, Pinacosaurus, Saurornithoides, Oviraptor and the one that, decades later, was made famous by the book – and by the film based on it – “Jurassik Park”, the Velociraptor. The discovery was made on 13 July 1923. In particular, for the first time in history, dinosaur eggs were found in the Flaming Cliffs region. The site discovered by Chapman Andrews was so rich that, walking on the soft sands of the Gobi desert today, surfaces resembling rounded rocks can still be found, along with logs dried by the sun to the extent that they look petrified and white, as if they were made of salt. But from a close dune appears a fang, and from a rock, a claw; from a pile of dirt – on top of which fearless bushes grow – a skull as big as a car comes out. Therefore,


expedition

Nazionale delle Ricerche – e Mas, Mongolian Academy of Science.

vede un teschio grande quanto un’automobile. it is evident that those are neither rocks nor Allora è chiaro che quelle non sono rocce, né trees, but what is left of a journey that brought alberi. Ma superstiti di un viaggio che li ha the dinosaurs to us, ninety million years later. condotti sino a noi, attraverso novanta milioAnd it is for these reasons, among many others, ni di anni. Ed è per questi motivi, that Mongolia is a spellbinding, oltre a molti altri, che la Mongolia fascinating land: at first, it was the “Poi vennero le quiete sabbie del Gobi; è una terra che incanta e affascina: empire of the dinosaurs, and then le dune si susseguivano come onde rivelando corti orizzonti color ocra, e perché fu impero dei dinosauri, it became the empire of Genghis in quell’aria vellutata si poteva udire solo il respiro pesante e accelerato dei prima, e di Gengis Kahn, poi. PerKahn. Here, imagination, myth and cammelli, il fruscio dei loro larghi piedi”. ché fantasia, leggenda e realtà qui reality seem to be tied to each other (Nabokov). sembrano connesse così strettato the extent, that daring to make a “Then, the quiet sands of the Gobi desert came; the dunes followed one another mente, da rendere assai difficile, distinction becomes very hard, and like waves, revealing short ochreous horie forse inutile, l’a zzardo di una diprobably pointless. What is left to zons and, in that velvety air, only the fast panting of the camels and the rustle of stinzione. Ciò che rimane da fare, do, then, is enjoy these aspects as a their wide feet could be heard” (Vladimir allora, è godere dell’insieme, senza whole, without expecting to be able Vladimirovič Nabokov). pretendere di separare e porzionato separate and section concepts, and re concetti, lasciandosi invadere dive into the mystery around the dal mistero dei Velociraptor, del rossore fiamVelociraptor, of the flaming red Cliffs and of the meggiante delle Cliffs e dell’eco delle battaglie echo of the battles of the ancient nomads, which degli antichi nomadi, che ancora rimbalzano, still rebound incessantly off the impressive Great senza sosta, sull’imponente muraglia cinese. Wall of China.

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mongolia

in

breve Il deserto del Gobi

è famoso sia per essere stato parte del grande impero mongolo sia per la presenza di città importanti situate lungo la Via della Seta.

Il suo ambiente è conseguenza dell’ombra pluviometrica gettata sulla regione dalla catena dell’Himalaya, che impedisce alle piogge di raggiungere queste zone. Dal punto di vista topografico è il quinto deserto del mondo per estensione.

Il Velociraptor

Il periodo Cretacico

I

l Cretacico o Cretaceo corrisponde al terzo e ultimo periodo dell’era mesozoica. Iniziò circa 145,5 milioni di anni fa, e terminò circa 65,5 milioni di anni fa. Per la durata di circa ottanta milioni di anni è il più lungo periodo dell’eone fanerozoico, ed è anche più lungo dell’intera era del Cenozoico, che include il periodo in cui viviamo attualmente. Viene comunemente suddiviso in due epoche, il Cretacico inferiore e il Cretacico superiore. È preceduto dal Giurassico. n

I

l Velociraptor – il nome significa “uccello rapace veloce” o “predatore veloce” – fu un dinosauro vissuto nel Cretaceo, circa novanta milioni di anni fa. Pare che fosse un animale veloce e intelligente. La sua scoperta avvenne nel 1924, in Mongolia, ed ebbe notevole rilievo poiché, fino ad allora, si pensava che i dinosauri fossero animali lenti e tardi. La trilogia cinematografica “Jurassic Park” di Steven Spielberg, e prima il romanzo di Michael Crichton, hanno contribuito in anni recenti notevolmente a rendere popolari questi dinosauri. n

Animali di ieri...

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el Gobi sono state rinvenute numerose specie di dinosauri prima sconosciute per la scienza, che hanno contribuito a gettare nuova luce sulla storia dei rettili e dei mammiferi vissuti durante il Mesozoico. Vanno ricordati in particolare il Protoceratops, dinosauro cornuto primitivo, il Syrmosaurus, dinosauro corazzato, il Tarbosaurus, l’Hadrosaurus dal becco d’anatra, l’Embolotherium – con il naso a forma di periscopio, che gli permetteva di respirare anche mentre aveva il corpo sott’acqua – e il Mononykus – un uccello incapace di volare, con artigli al posto delle ali – oltre a moltissimi altri. n

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È nato prima l’uovo...

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urante il periodo delle prime, pionieristiche esplorazioni del Gobi, la notizia che fece davvero il giro del mondo, colpendo sensibilmente la fantasia popolare, fu la scoperta di diverse uova di dinosauro. Queste, in qualche caso, erano raggruppate in nidi e, in alcune, fu anche possibile rinvenire i resti di un embrione. n


gobi

Animali di oggi...

L’

aspetto più singolare del deserto del Gobi è dato dalla fortissima escursione termica stagionale, compresa tra i +40°C in estate e i –40°C in inverno. Proprio a causa di questo clima, gli abitanti nomadi sono davvero rari. In compenso qui alberga una fauna decisamente interessante: gazzelle, asini selvatici, cammelli della Bactriana, il cavallo di Przewalski – che è l’antenato di tutti i cavalli – e poi aquile, stambecchi, e l’unica specie di orso al mondo che viva in un deserto. n

info Per conoscere la Mongolia, o per iniziare a programmare un bel viaggio, è bene consultare qualche sito informativo: ad esempio www.mongoliaviaggio.it, www.motortravel.it/mongolia-tour.php,

www.mongoliadventure.com; un altro link molto utile è l’Official Tourism Website of Mongolia, www.mongoliatourism. gov.mn (in inglese).n

The Gobi Desert

The fascinating Gobi desert covers the endless lands of Mongolia, and crosses the frontiers of history and literature. The Gobi desert is famous both for having been part of the great Mongolian empire, and for the presence of important cities situated along the Silk Road. Its environment originates from the rain shadow stopping the rain from falling on the region of the Himalaya Range. From a topographical point of view, it is the fifth largest desert in the world.

The Velociraptor

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he Velociraptor – its name means “fast bird of prey” or “fast predator” – is a dinosaur, that lived in the Cretaceous period, approximately ninety million years ago. Apparently, it was a fast and intelligent animal. When it was discovered in Mongolia, in 1924, the news represented a turning point in research as, until then, dinosaur were seen as slow and unintelligent animals. The “Jurassic Park” film trilogy directed by Steven Spielberg and, before that, Michael Crichton’s novel, significantly contributed to the recent popularization of this dinosaur species. n

The Cretaceous Period

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he Cretaceous coincides with the third and last stage of the Mesozoic Era. It began about 145.5 million years ago, and ended approximately 65.5 million years ago. It lasted about eighty million years, which make it the longest period of Phanerozoic eon, as well as the longest in the entire Cenozoic era, the period we live in today. It is commonly subdivided in two epochs, the Lower and the Upper Cretacious. It was preceded by the Jurassic era. n

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Yesterday’s Animals...

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desert

n the Gobi desert, numerous dinosaur species were discovered, which were unknown to science, and which contributed to cast new light on the history of reptiles and mammals, which lived during the Mesozoic era. Worth of mentioning are, in particular, the Protoceratops, primitive horned dinosaur, the Syrmosaurus, armoured dinosaur, the Tarbosaurus, the Hadrosaurus, the “duck-bill” dinosaur, the Embolotherium – with a “periscope-shaped” nose, which enabled it to breath also when its head was underwater – and the Mononykus – a non flying bird with claws instead of wings – among many others. n

…and Today’s Animals

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he most unusual aspect of the Gobi desert is its seasonal temperature range, comprised between +40°C in summer and –40°C in winter. Because of this climate, its nomadic inhabitants are rare. On the other hand, the desert is home to a definitely interesting fauna: gazelles, wild donkeys, Bactrian camels, Przewalski’s horses – the ancestor of all horses – and eagles, alpine ibex, and the only bear species in the world living in the desert. n

The egg came first...

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uring the first period of pioneering explorations of the Gobi desert, the news that spread around the world, considerably impressing popular imagination, concerned the discovery of several dinosaur eggs. In some cases, they were gathered in nests and, inside a few of them, even the remains of some embryos were found. n

Links To get to know Mongolia, or to start planning a nice trip, we recommend a few web sites containing information about this country. Among them: www.mongoliaviaggio.it, www.motortravel.it/mongolia-tour.php,

www.mongoliadventure.com; one further very helpful link is the Official Tourism Website of Mongolia, at this address www.mongoliatourism.gov.mn (in English)..n

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all SCIENCE a cura di Elena Simoni

Mostra Viaggio nella foresta amazzonica Roma, Padova, Bologna e Palermo sono le tappe della mostra interattiva dal titolo “Il senso della biodiversità – Viaggio nella foresta amazzonica”. Dal 6 novembre al 26 dicembre 2010, le sale del Museo Civico di Zoologia di Roma ospiteranno l’esposizione ideata a conclusione dell’Anno Internazionale della Biodiversità. Si tratta di un percorso sensoriale-cognitivo molto coinvolgente per i visitatori che, muniti di una sorta di passaporto, viaggeranno attraverso il cuore della foresta amazzonica. Sperimentando in prima persona le ricchezze della natura e delle popolazioni indigene che abitano queste terre, sarà possibile comprenderne il delicato equilibrio e la necessità di preservarne la biodiversità, intesa non solo come valore naturalistico ma anche come risorsa per la sopravvivenza delle culture locali. Info: Museo Civico di Zoologia, via Ulisse Aldrovandi 18 – Roma, tel. +39 06 0608; aperto da martedì a domenica ore 9-19. Botanica Notizie dalle piante di un secolo fai Secondo una nuova ricerca degli ecologi dell’University of East Anglia (UEA), dell’Università del Kent, dell’Università del Sussex e dei Royal Botanic Gardens, le piante conservate negli antichi erbari possono fornire molte indicazioni sulle risposte da parte dei vegetali ai cambiamenti climatici in corso. Le annotazioni delle date di raccolta di settantasette campioni di Ophrys sphegodes, risalenti ad un periodo compreso tra il 1848 e il 1958, hanno permesso agli studiosi di ottenere infatti una stima delle temperature di fioritura degli esemplari in esame. Grazie al confronto con le date di fioritura della medesima orchidea nella Castle Hill National Nature Reserve dell’East Sussex, relative al periodo 1975-2006, è stato possibile constatare che la stessa avviene in tempi sempre più anticipati. In particolare, le orchidee fioriscono con sei giorni di anticipo per ogni grado centigrado di aumento della temperatura primaverile.

Ambiente Parchi eolici galleggianti Grande successo per il prototipo di pala eolica galleggiante installata al largo delle coste norvegesi. Fino ad ora, uno dei grandi limiti dei parchi eolici marini era la necessità di ancorare i piloni ai fondali, limitando l’installazione in acque poco profonde e sottocosta, con conseguente forte impatto paesaggistico. L’azienda petrolifera Statoli e il governo scozzese hanno espresso l’intenzione di investire risorse per la creazione di tre parchi eolici galleggianti, utilizzando i nuovi modelli di piloni altri complessivamente 165 metri, con pale di 82 metri di diametro e turbine della potenza unitaria di 2,3 MW. Le parti emerse dei tralicci fluttueranno sull’acqua in modo da poter sopportare i venti e le forti correnti marine, mentre l’intera struttura sarà ancorata al fondo mediante cavi d’acciaio, che possono arrivare fino a 600-700 metri di profondità. Medicina Scoperte contro la depressione È stato sperimentato un nuovo campo di applicazione della ketamina. Oltre alle sue proprietà allucinogene, e al suo uso come anestetico veterinario, gli scienziati della Yale University, guidati da Ronald Duman, hanno scoperto che la molecola è in grado di agire a livello della corteccia prefrontale formando nuove sinapsi fra neuroni e innescando un meccanismo di azione contro la depressione. Al momento, lo studio è stato eseguito su cavie da laboratorio, per le quali è stata riscontrata una risposta positiva nel 70% dei casi. Un ulteriore vantaggio nell’utilizzo di questa sostanza è che l’effetto antidepressivo si manifesta nel giro di poche ore, anziché in settimane come accade con le normali cure farmacologiche, rendendola un’efficace alternativa alle terapie tradizionali.


allergologiA a cura del dott. luigi la rosa Allergia all’aspirina ed agli antidolorifici L’aspirina (acido acetilsalicilico), ed in genere i farmaci della categoria dei Fans (farmaci antinfiammatori non steroidei), possono provocare nei soggetti allergici due tipi di sintomatologia: orticaria, angioedema (gonfiore, soprattutto di labbra, palpebre, lingua, genitali), edema della glottide (difficoltà a deglutire e respirare e voce rauca), raramente shock anafilattico (calo della pressione con sintomi tipo disturbi della vista, perdita di conoscenza); oppure manifestazioni come asma (tosse, fischio, oppressione toracica) e rinite. Le reazioni del primo gruppo sono più frequenti, mentre quelle respiratorie del secondo gruppo si manifestano per lo più in pazienti già asmatici, spesso affetti anche da poliposi nasale. Si stima che più del 20% degli adulti con asma, e in particolare quelli con polipi nasali o sinusite cronica, siano sensibili ai Fans; in tali soggetti, questi farmaci possono provocare una crisi asmatica o aggravare un’asma preesistente. Sono in genere casi più gravi rispetto ai precedenti, e controindicano in maniera assoluta l’uso di tutti i Fans, ad eccezione di alcuni che devono essere comunque testati dall’allergologo. Se è presente asma, il paziente deve essere trattato in modo continuativo con farmaci antiasmatici e, quando si è ottenuto un buon controllo della sintomatologia, si può procedere con gli accertamenti diagnostici. Trattandosi per lo più di reazioni pseudoallergiche, i test cutanei non permettono la diagnosi definitiva; l’unica prova conclusiva è il test di tolleranza a farmaci somministrati a dosi crescenti. Se il paziente ha manifestato disturbi respiratori, viene eseguito contestualmente un attento monitoraggio dei valori di funzionalità respiratoria (spirometria). Questo test può essere eseguito in regime ambulatoriale o di day hospital, a seconda dei casi, ed ha l’obiettivo finale di fornire al paziente un farmaco alternativo a quello, o a quelli, responsabile di reazione allergica, da poter assumere al bisogno.

Fisica - Inquinamento in acqua, una soluzione In presenza di incidenti ed eventi catastrofici com’è stato lo sversamento di greggio avvenuto nel Golfo del Messico la scorsa primavera, tempestività ed efficacia negli interventi sono fondamentali per contenere i danni all’ambiente. Igor Mezic, ingegnere meccanico alla UC Santa Barbara USA, insieme alla sua équipe ha sviluppato un modello fisico capace di prevedere l’espansione in acqua di fluidi contaminanti. Attraverso la combinazione delle dinamiche di movimento delle acque oceaniche superficiali, la meccanica dei fluidi e la meteorologia, è possibile ottenere accurate previsioni fino a tre giorni, e con un margine di errore di sole due miglia, fornendo un aiuto più che valido alle persone impegnate nella bonifica delle acque inquinate. Il modello elaborato potrà inoltre essere applicato anche ad altri tipi di agenti contaminanti, ad esempio in presenza di ceneri originate da esplosioni vulcaniche che si diffondono attraverso mezzi liquidi o gassosi.

Paleontologia Dinosauri di ritorno Balaur bondoc (“dragone tozzo”, in ungherese): così è stato battezzato lo scheletro quasi completo di dinosauro teropode europeo. Si tratta di un esemplare rinvenuto in Romania da un gruppo di paleontologi dell’Università di Bucarest. L’animale, vissuto circa sessanta milioni di anni fa e parente del Velociraptor, fu un abile predatore, munito di artigli per afferrare e sventrare le prede; lungo circa due metri, ebbe dimensioni maggiori rispetto agli altri che popolavano l’arcipelago di isole presenti nell’Europa nel Tardo Cretaceo. La scoperta del nuovo rettile suggerisce che possano essersi verificati contatti e scambi tra esemplari europei e fauna dell’Asia e del Nord America.

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