Healthy semolina bread with barley or durum wheat bran addition
Parole chiave: pane di grano duro, farina d’orzo, tritello, caratteristiche fisico-chimiche, β-glucani, mixografo, farinografo, parametri qualitativi del pane, colore della mollica, colore della crosta
Sommario
Questo lavoro analizza il potenziale della farina d’orzo e tritello aggiunta a diverse percentuali alla semola rimacinata (0, 2, 5, 7, 10%). A livello tecnologico si osserva un maggiore assorbimento idrico e stabilità dell’impasto, mentre il tempo di sviluppo è aumentato soltanto con l’orzo. Il tempo di miscelazione al mixografo è aumentato, mentre l’altezza del picco è diminuita. Nel pane risulta un minore volume specifico e durezza, mentre gli altri parametri qualitativi non variano significativamente. Inoltre, la mollica appare più scura rispetto al controllo, mentre la crosta più chiara. In seguito alla cottura i livelli di β-glucani sono aumentati differentemente in tutte le tesi, risultando presenti anche a basse percentuali di integrazione. Si osserva dunque un potenziale della farina d’orzo e tritello come ingredienti per aumentare l’assunzione giornaliera di β-glucani, ma sono necessarie ulteriori indagini per migliorare le caratteristiche qualitative dei pani.
Keywords: durum wheat bread, barley flour, thin bran, physicochemical features, β-glucans, mixograph, farinograph, quality bread parameters, crumb color, crust color
Abstract
This paper analyses the potential of barley flour and thin bran added at different percentages (0, 2, 5, 7, 10%) to re-milled semolina. Technologically, higher water absorption and dough stability are observed in the farinograph, while the dough development time is increased only with barley. The mixograph shows a longer dough development time and a decrease in peak height. The specific volume and hardness of the dough decreased in almost all cases, while the other quality parameters did not show any significant changes. Furthermore, the crumb was darker than in the control bread, while the crust was lighter. After baking, the levels of β-glucans increased differently in all the sample, being present even at low integration rates. Thus, the potential of barley flour and thin bran as ingredients to increase the daily intake of β-glucans is observed, but further research is needed to improve the quality characteristics of the breads.
Fig. 1 - Tritello (a sinistra) e farina d’orzo (a destra).
focaccia turca, integrata con farina d’orzo e tritello di frumento. I valori di umidità, il contenuto proteico e le ceneri della semola hanno soddisfatto i requisiti di legge (DPR n. 187/2001). In termini di umidità, questa è risultata più bassa nelle tesi integrate con farina d’orzo rispetto a quelle con farina di tritello. Il contenuto proteico è diminuito significativamente nella farina integrale di orzo e nelle diverse miscele con integrazioni crescenti di orzo, rispetto alla semola, in linea con quanto riscontrato anche da Mohebbi et al. (2018); nel tritello il contenuto proteico è risultato maggiore rispetto alla semola, a livelli crescenti di integrazione. Questi dati hanno confermato che la percentuale di proteine tra i cereali è relativamente maggiore nelle farine di frumento (10,18-11,25%) rispetto a quelle di orzo (7,09-9,04%) (Rani et al., 2021; Navrotskyi et al., 2019). Così come per il tritello di grano duro, anche la farina d’orzo contiene tante ceneri. I valori di ceneri più elevati sono stati osservati per il tritello integrale e per le farine di orzo integrale. In particolare, il contenuto medio è aumentato con l’aumentare delle integrazioni di orzo o di tritello, rimanendo al di sotto dei limiti di legge per la semola (contenuto max di ceneri: 0,90%). I dati osservati erano in linea con quelli riportati da Mehfooz et al. (2018) per le miscele di farina di grano/ orzo. Per quanto riguarda gli indici colorimetrici (Tab. 1, Fig. 1), sono state osservate differenze significative nell’indice di bruno per la farina di tritello integrale e per l’integrazione di tritello al 10% rispetto alla semola, mentre l’indice di rosso è risultato più elevato nelle tesi integrate con farina di orzo e di tritello, ad eccezione del campione al 2% di tritello, che ha registrato un valore vicino a quello della semola di controllo. Differenze significative sono state, inoltre, osservate nell’indice di giallo con valori delle tesi integrate superiori rispetto alla semola. Tali dati confermano quanto osservato da Basman e Köksel (2001).
Le proprietà tecnologiche degli impasti sono state determinate mediante test mixografico e farinografico (Tab. 2). Il tempo di miscelazione (ovvero il tempo in minuti necessario per ottenere
CEREALI
Ozono: il futuro ecologico e sostenibile dell’immagazzinamento di cereali e granaglie
L’ozono come soluzione per la sanificazione e l’igiene è noto tra i professionisti dei settori industriale e accademico, grazie alla sua efficacia come agente disinfettante naturale e ad ampio spettro. La letteratura scientifica è ricca di studi e casi applicativi di successo. Tra i più rilevanti, si possono citare lo studio “Applicazione dell’ozono nella lavorazione dei cereali” di Tiwari B.K. et al. (2010), “Studio della rete di ventilazione modificata sull’effetto di ventilazione e sulle caratteristiche di migrazione dell’ozono nel cumulo di grano” di Yang K. et al. (2024), e l’articolo “Disinfestazione dei cereali con miscela ozono-aria” di Baskakov I.V. et al. (2022). Il principale limite che fino ad oggi ne frenava l’adozione su larga scala era legato alla difficoltà di produrre ozono in modo stabile, persistente ed efficace, soprattutto in ambito industriale. Questo ostacolo ha ridotto la flessibilità applicativa dell’ozono in processi di stoccaggio di cereali e granaglie, cicli produttivi ed attività industriali.
Nel contesto specifico dell’immagazzinamento di prodotti agricoli, l’introduzione di una tecnologia evoluta consente non solo di ridurre significativamente i costi operativi – eliminando del tutto l’utilizzo di agenti chimici da acquistare e riacquistare ciclicamente –, ma anche di incrementare la redditività aziendale. In più, si migliora la qualità complessiva degli alimenti, grazie all’assenza di residui chimici, si estende la shelf-life dei prodotti freschi o trasformati, e si contribuisce alla riduzione dell’impronta di carbonio, rispondendo così alla crescente domanda dei consumatori per soluzioni sostenibili, biologiche e prive di residui.
La tecnologia modulare brevettata AiroxTech ha rivoluzionato la produzione industriale di ozono. Grazie alla capacità di operare
con tensioni di lavoro fino al 250% superiori rispetto agli standard di settore, non richiede l’impiego di concentratori di ossigeno. È in grado di generare grandi quantità di ozono incapsulato in nanobolle (bolle con dimensioni più piccole di 40nm~ –40x10-9m) in modo continuo, anche a temperature inferiori a 0°C, che consentono di ottenere soluzioni colloidali stabili in diversi fluidi –gassosi, acquosi e oleosi – con un’alta efficacia nei processi di sanificazione e igienizzazione di prodotti, impianti e apparecchiature.
Silo e sistema di distribuzione di cereali e granaglie.
Australia: approvata la sperimentazione in campo del sorgo GM
L’Office of the Gene Technology Regulator (OGTR) dell’Australia ha rilasciato la licenza DIR 209 all’Università del Queensland, autorizzando la sperimentazione in campo di sorgo geneticamente modificato (GM) per la conversione della riproduzione da sessuale ad asessuata.
Il sorgo GM potrà essere coltivato in un unico sito, su un’area massima di un ettaro, presso il Campus di Gatton dell’Università del Queensland. La sperimentazione si svolgerà tra maggio 2025 e dicembre 2030, con l’obiettivo di valutare le prestazioni del sorgo GM in condizioni reali. Il sorgo coltivato in questa sperimentazione non sarà destinato all’alimentazione umana o animale.
La Valutazione del Rischio e il Piano di Gestione del Rischio (RARMP) ha concluso che tale sperimentazione presenta rischi bassi per la salute umana e per l’ambiente. Tuttavia, sono state imposte restrizioni per limitarne dimensioni, localizzazione e durata, nonché per contenere la diffusione e la persistenza degli OGM e del loro materiale genetico nell’ambiente.
Il RARMP definitivo, insieme a un riassunto, un elenco di domande e risposte sulla decisione e una copia della licenza, è disponibile online nella pagina DIR 209 del sito web dell’OGTR.
MACINAZIONE
Metodi
di macinazione e
caratteristiche qualitative della farina di mais
Durante il processo di macinazione, la struttura del chicco di mais viene frantumata e ridotta in polvere per effetto combinato di forze di taglio e di attrito. Tali forze e l’effetto termico generati dall’azione meccanica sui chicchi variano in base al metodo di macinazione impiegato, influenzando così le caratteristiche qualitative finali della farina di mais. Su Journal of Henan University of Technology Natural Science Edition è apparso uno studio in cui ricercatori cinesi hanno confrontato tre metodi – molino a martelli, macinatore ultrafine e molino a dischi – impiegati per macinare grane di
mais degerminate. In particolare, il molino a dischi è stato testato a tre velocità del rotore (1.500, 3.000 e 4.500 giri/min) per analizzare l’effetto di tali varianti su diversi indicatori qualitativi della farina ottenuta, tra cui proprietà fisico-chimiche, colore, distribuzione granulometrica, caratteristiche di gelatinizzazione, proprietà termodinamiche e microstruttura.
Dall’analisi è emerso che la farina ottenuta con il molino a martelli presentava la minore perdita di umidità, la granulometria media più elevata e il colore più giallo. La farina prodotta con il macinatore ultrafine mostrava granuli molto piccoli, ma anche un alto contenuto di amido danneggiato, il più elevato indice di assorbimento di acqua e temperatura ed entalpia di gelatinizzazione più basse. La farina macinata con il molino a dischi si distingueva invece per il contenuto più basso di amido danneggiato e valore di setback, e per la maggiore capacità di ritenzione dell’olio, viscosità di picco, viscosità del fondo ed entalpia di gelatinizzazione.
La farina ottenuta dal molino a dischi è risultata la più promettente grazie alla finezza delle particelle e al ridotto contenuto di amido danneggiato, caratteristiche che la rendono particolarmente adatta alla produzione di alimenti cotti a vapore.
PANIFICAZIONE
Upcycling della
sansa di avena
Con l’aumento della produzione di alternative a bevande a base di avena, viene generato un sottoprodotto di alto valore nutrizionale in quantità considerevoli. A causa del suo alto contenuto di umidità, la sansa di avena richiede strategie di lavorazione per garantire una conservazione sicura e un ulteriore utilizzo nella produzione alimentare.
In uno studio tedesco pubblicato su Journal of Cereal Science, tre tipi di sansa di avena provenienti da due produttori sono stati essiccati e macinati su scala di laboratorio. Le polveri sono state impiegate come sostituti della farina di grano (5 e 10 g/100 g) nella panificazione. Nonostante le differenze nella composizione nutrizionale dovute a variazioni nel materiale grezzo o nei parametri di lavorazione durante la produzione delle bevande, le proteine (2750 g/100 g) e le fibre alimentari insolubili (27-38 g/100 g) rappresentavano le frazioni principali nella sansa grezza. Quando è stato applicato l’essiccamento a liofilizzazione invece di quello convettivo, sono stati evitati cambiamenti termici (ad esempio, scolorimento). La solubilità e l’assorbimento di umidità sono aumentati per la sansa con maggiori contenuti di fibre alimentari solubili e carboidrati non fibrosi. Con l’aumento della sostituzione della sansa, i pani hanno mostrato una riduzione della perdita in cottura, una struttura più compatta e una maggiore fermezza della mollica. Sono state osservate differenze significative in gusto (nocciolato, salato, cereale), odore (nocciolato, lievitato) e consistenza (fibrosità) nelle valutazioni sensoriali. I risultati evidenziano il potenziale della sansa di avena essiccata come ingrediente alimentare prezioso per l’arricchimento di proteine e fibre.
PASTA
Italia sempre leader mondiale
Il mondo ne ha sempre più voglia – i consumi globali sfiorano i 14 milioni di tonnellate – e ovunque, quando si parla di pasta, si pensa all’Italia. Siamo i più grandi consumatori, con oltre 23 kg annui pro capite, ma anche i principali ambasciatori: la produciamo nei nostri pastifici e la portiamo in tavola nei ristoranti di cinque continenti. Nel 2024, il 58% della produzione nazionale è stato destinato all’estero.
Secondo un’elaborazione di Unione Italiana Food su dati ISTAT, nel 2024 sono state esportate oltre 2.420.345 t di pasta italiana, in crescita del +9,1% rispetto al 2023, per un valore pari a 4.020 milioni di euro (+4,8% rispetto al 2023). In pratica, 80 milioni di porzioni servite ogni giorno in quasi 200 Paesi.
Dell’export 2024, circa 1,5 milioni di t sono state destinate ai Paesi dell’UE, mentre 898.815 t hanno raggiunto mercati extraeuropei. L’export UE rappresenta il 62,9% del totale, in lieve calo rispetto al 64,8% del 2023, mentre il restante 37,1% riguarda Paesi di America, Asia, Africa e Oceania. Germania (467.183 t), Stati Uniti (302.177 t), Regno Unito (283.478 t), Francia (278.511 t) e Giappone (69.589 t) restano i principali mercati di destinazione. Ma la passione per la pasta italiana cresce ovunque: tra il +5 e il +20% in Svezia, Canada, Polonia, Arabia Saudita, Brasile, Cina, Repubblica Ceca, Croazia, Romania, Albania,
Sostituzione della semola con farina di amaranto
In uno studio presentato su Journal of Food Quality, ricercatori iraniani hanno analizzato l’effetto della farina di amaranto, in concentrazioni dello 0 (C), 10 (A10), 15 (A15) e 20% (A20), su caratteristiche reologiche, fisico-chimiche e sensoriali della pasta funzionale durante un periodo di tre mesi.
La pasta prodotta è stata valutata in base a parametri di qualità quali composizione chimica, perdita di cottura, consistenza, colore e rilascio di amilosio, ed è stata sottoposta a test farinografici ed estensografici, oltre che ad analisi mediante microscopia elettronica a scansione (SEM).
I risultati hanno mostrato che l’aggiunta di farina di amaranto indebolisce le proprietà reologiche dell’impasto e ha avuto un effetto significativo sulle proprietà fisico-chimiche della pasta (p<0,05). Il contenuto più basso di umidità, grassi, proteine e fibre è stato riscontrato nel campione di controllo, mentre i valori più elevati sono stati registrati nel campione A20. Durante la conservazione, il contenuto di umidità è diminuito. La perdita di cottura più bassa è stata osservata nel campione di controllo, mentre il valore più alto è stato registrato nel campione A20.
L’amaranto ha ridotto durezza, luminosità (L) e componente gialla (b*) della pasta, aumentando la componente rossa (a*). Il rilascio di amilosio nell’acqua di cottura della pasta con amaranto variava tra 2,03 g e 3,38 g/100 g, valori inferiori rispetto al campione di controllo (4,95 g/100 g).
La microstruttura della pasta di controllo ha rivelato una rete intrecciata di glutine con numerose cavità e granuli di amido rigonfi. Al contrario, la pasta con amaranto ha mostrato una struttura più uniforme, con meno cavità e una rete di glutine meno compatta. Dal punto di vista sensoriale, il trattamento A10 ha ottenuto il punteggio più alto. In conclusione, la farina di amaranto ha un buon potenziale per essere utilizzata negli alimenti funzionali e nella pasta senza glutine. Il campione A20 si è distinto per le migliori caratteristiche fisico-chimiche, mentre il campione A10 è risultato il migliore in termini di accettabilità sensoriale.
Effetti dell’estratto di bucce di cipolla
In uno studio uscito su Food Chemistry Advances, ricercatori indiani hanno preparato della pasta con estratto colorante di bucce di cipolla (0, 2, 4, 6 e 8%), con un notevole incremento del contenuto totale di fenoli (da 59,05 a 280,01 mg GAE/100 g), del contenuto totale di flavonoidi (da 30,09 a 250,48 mg/100 g) e dell’attività antiossidante (dal 16,10% al 44,82% di attività DPPH).
L’analisi calorimetrica a scansione differenziale (DSC) ha evidenziato un aumento della temperatura di gelatinizzazione della pasta, mentre l’entalpia è diminuita con l’aggiunta dell’estratto colorante dalle bucce di cipolla di scarto. Le immagini ottenute con il microscopio elettronico a scansione (SEM) hanno rivelato una maggiore disgregazione e un’esposizione più ampia dei granuli di amido, con una conseguente perdita maggiore di gruel, che è passata dal 4,55% (controllo) al 6,33% nella pasta con l’8% di estratto colorante.
MANGIMI
Pet food in Italia: nel 2024 superati i 3,1 miliardi di euro
Lo scorso aprile è stata presentata a Zoomark International la 18a edizione del Rapporto Assalco-Zoomark , pubblicazione annuale basata su dati scientifici, ricerche di mercato e contributi di esperti, realizzata da Assalco – l’Associazione nazionale del settore – che fotografa l’evoluzione del mercato del pet food e pet care in Italia, offrendo una panoramica aggiornata sull’importanza crescente degli animali da compagnia nelle famiglie e nella società.
Nel 2024, il comparto dell’alimentazione per cani e gatti ha generato un giro d’affari di oltre 3,1 miliardi di euro, in crescita del 3,7% a valore rispetto al 2023. Un dato positivo, seppur con un leggero rallentamento nei volumi, che registrano un calo dell’1,4%, riportando il mercato ai livelli del 2021. Nel contesto dei consumi nazionali, il pet food ha registrato una performance superiore a quella del Largo Consumo Confezionato, cresciuto del 2,1%. Il trend di medio periodo resta positivo, con un tasso medio annuo di crescita (CAGR) del 9,8% dal 2021 al 2024, che ha portato il mercato da 2,4 miliardi di euro a oltre 3,1 miliardi. Giorgio Massoni, presidente di Assalco, dichiara che il mercato del pet food si conferma resiliente nonostante la persistente inflazione, l’instabilità economica legata ai costi energetici e delle materie prime, e un rallentamento generale della crescita. Anche nel 2024 i pet owner hanno continuato a investire in salute e benessere degli animali da compagnia, riconoscendo nel pet food un’alternativa
Acqua ionizzata su prestazioni, fisiologia e carcassa nei polli
Le tecnologie di trattamento dell’acqua stanno ricevendo grande attenzione, poiché è l’elemento nutrizionale più importante e gli animali ne consumano quotidianamente quantità maggiori rispetto al cibo. Un trattamento ottimale dell’acqua ne modifica la composizione chimica e le proprietà fisiche, con un impatto sulla fisiologia, produttività e benessere degli animali. Gli studi sui dispositivi di ionizzazione dell’acqua per i polli sono ancora limitati; pertanto, un team di ricercatori egiziani ha condotto uno studio, pubblicato su Animals, per valutare l’effetto dell’acqua ionizzata sulle prestazioni produttive, lo stato fisiologico e le caratteristiche della carcassa nei polli.
I benefici del lievito vivo nelle vacche
I prodotti a base di lievito vivo (Saccharomyces cerevisiae) possono aumentare la produzione di latte nelle vacche in lattazione precoce, migliorando la fermentazione ruminale. Tuttavia, un incremento della produzione lattea è talvolta associato a un peggioramento delle prestazioni riproduttive. In uno studio pubblicato su Animal, ricercatori britannici hanno valutato l’effetto di un integratore di lievito vivo su produzione di latte, emissioni di metano ed indicatori riproduttivi nelle vacche da latte ad alta produzione.
MACCHINE
Essiccatoi al servizio dell’agricoltura moderna
In un contesto agricolo sempre più focalizzato su qualità, tracciabilità e sostenibilità, la gestione della fase di essiccazione dei cereali riveste un ruolo fondamentale. Una cattiva gestione dell’umidità può compromettere mesi di lavoro, ridurre il valore commerciale del prodotto e favorire la proliferazione di muffe e micotossine durante lo stoccaggio. In questo scenario, gli essiccatoi Bonfanti si propongono come soluzioni tecnologiche avanzate, progettate per rispondere alle sfide del mercato agroalimentare globale. Fondata negli anni ‘70 in Lombardia, l’azienda ha saputo evolversi mantenendo salda la propria vocazione per l’innovazione. Oggi, gli impianti sono presenti in oltre 40 Paesi, con migliaia di installazioni attive in Europa, Nord America, Africa e Asia. La clientela spazia da piccole aziende agricole a grandi consorzi e impianti industriali.
Linee per formati di pasta speciali
Con l’aumento del consumo di pasta tradizionale – spaghetti e formati corti – cresce la domanda di formati, capaci di offrire esperienze sensoriali nuove: forme originali, consistenze diverse, sapori inediti, restando fedeli a un prodotto con una forte identità, apprezzato per valore nutrizionale, convenienza e versatilità. A trainare tale tendenza è la diffusione sempre più ampia dei pasti fuori casa. In questi contesti, la sperimentazione di ricette complesse e meno convenzionali è più frequente, spingendo i produttori a differenziarsi con proposte distintive.
Formati come lasagne, nidi, cannelloni e pasta corta gigante stanno guadagnando terreno a livello globale. Grandi e piccoli pastifici puntano su queste referenze per aumentare la redditività dell’assortimento e dare visibilità al marchio con offerte non presenti nei cataloghi della concorrenza.
Grazie alla sua consolidata esperienza e alla costante spinta all’innovazione, Anselmo ha sviluppato linee dedicate alla produzione di tali formati speciali. Tra queste, una per nidi con essiccazione su tappeti che, grazie a una configurazione ibrida, consente anche la produzione di pasta corta. Un sistema pensato per ottimizzare gli investimenti, ridurre gli ingombri e garantire affidabilità e convenienza attraverso una meccanica semplice e collaudata.
Con l’acquisizione della società LTA nel 2019, Anselmo si è affermata come leader mondiale nella progettazione e realizzazione di linee a telai, sia automatiche che semi-automatiche.
Le linee automatiche garantiscono un’essiccazione continua con un’affidabilità eccezionale, raggiungendo un uptime del 98%, in linea con le migliori linee per spaghetti. Le linee semi-automatiche, pur adottando un diverso processo di essiccazione, offrono la stes-
Tecnologia ottica per un’agricoltura di precisione
massima portata, massima resa e costi di gestione ridotti. Progettata per grandi impianti produttivi (Elica ASM).
Leader nella produzione di selezionatrici ottiche, Elica ASM sviluppa macchine innovative progettate per garantire elevata precisione, riduzione delle contaminazioni e massima affidabilità nella selezione di noci, nocciole, fagioli, legumi, cereali e sementi. Soluzioni ideali anche per produzioni delicate, come quelle biologiche o senza glutine, dove la qualità è imprescindibile. Le macchine Elica ASM sono il risultato di oltre 30 anni di ricerca, sviluppo ed esperienza applicata nel campo delle selezionatrici ottiche.
Progettata per gestire portate elevate, Quasar PRO è efficace nella versione multicanale, grazie allo scivolo più largo sul mercato e all’impiego simultaneo di più telecamere abbinate a un sistema di illuminazione ad alta efficienza energetica. Il risultato è una lavorazione ad alta velocità, senza compromessi sulla qualità del processo di selezione.
Per piccole produzioni, laboratori e centri di ricerca: la struttura compatta ed ergonomica di Eureka PRO ne consente l’installazione anche in spazi ridotti e l’integrazione rapida nelle linee di produzione, senza necessità di interventi strutturali complessi. Nonostante le dimensioni contenute, offre le stesse performance e precisione delle macchine di fascia superiore, assicurando un’efficiente lavorazione di cereali, legumi, frutta secca e semi oleosi anche in piccoli lotti.
Eureka PRO, compatta e precisa, è ideale per piccole produzioni e laboratori (Elica ASM).
Le selezionatrici ottiche Elica ASM, progettate e realizzate in Italia, sono personalizzate in base alle esigenze applicative. L’utilizzo di tecnologie avanzate come True Color, telecamere a colori ad alta risoluzione e ad infrarossi, configurazioni meccaniche dedicate e un software proprietario intuitivo e user-friendly, garantisce elevati livelli di purezza del prodotto finito, riduzione delle contaminazioni e minimizzazione degli scarti postselezione.
ANALISI
Micotossine: test rapidi per un monitoraggio sicuro
Ogni anno si registrano numerosi richiami di prodotti contaminati da micotossine, il cui rischio per la salute è significativo. La normativa europea stabilisce i livelli massimi di micotossine per le diverse categorie di cereali e richiede rigidi protocolli di analisi. Le conseguenze di un richiamo dovuto alla presenza di micotossine oltre i limiti consentiti dalla legge possono essere disastrose per le aziende, con impatti negativi sulla salute pubblica, ingenti perdite economiche e danni reputazionali.
La soluzione più efficace per ridurre il rischio legato alle micotossine consiste nell’analisi rapida e nel rifiuto sistematico dei cereali contaminati, prima di ogni ulteriore processo produtti-
I test Charm ROSA rilevano rapidamente e con precisione le micotossine più comuni nei cereali (Alitest).
IGIENE
Proteggere i cereali dagli insetti: priorità dopo la raccolta
Dopo mesi di lavoro nei campi, il rischio di vedere compromesso il raccolto da insetti infestanti è tutt’altro che remoto. Nel periodo post-raccolta, infatti, i cereali diventano terreno fertile per coleotteri e lepidotteri in grado di deteriorarne la qualità, intaccarne il valore commerciale e minacciarne la salubrità. Secondo le stime, le perdite possono arrivare fino al 30%. Ecco perché la prevenzione, la pulizia degli ambienti e l’uso di trattamenti mirati non sono più opzioni, ma obblighi per chi lavora nello stoccaggio.
A fianco degli operatori del settore c’è Perrin’s Chemicals, realtà italiana attiva da oltre 45 anni nello sviluppo di soluzioni specifiche per la protezione dei cereali. Con il suo “Cereal Stock Protection Program”, l’azienda fornisce assistenza tecnica e prodotti per chi deve proteggere riso, frumento, orzo e altri cereali per tutto il periodo di stoccaggio.
Preparazione degli ambienti di stoccaggio
Tutto parte dalla preparazione dei magazzini. Prima dell’introduzione di nuovi lotti, sili e contenitori vanno svuotati da ogni residuo, puliti a fondo per rimuovere polveri, granella e insetti, e disinfestati con insetticidi autorizzati. In ambienti convenzionali è consigliato l’impiego di Cyperfum, capsula fumogena a idroreazione unica con due principi attivi in miscela, e Deltasuper, miscela di piretroidi ad azione abbattente, snidante e residuale. In ambienti biologici si consiglia l’uso di Diatom Sil, polvere di diatomee (Kieselgur) dalla granulometria di pochi micron, che crea un ambiente ostile alla colonizzazione degli insetti, Zeolsil Green, zeolite a base di cabasite micronizzata che agisce riducendo l’umi-
PRODOTTI
Pronto in un minuto
Il riso pronto in 1 minuto Apri Scalda Scotti.
Per rispondere alla richiesta di pasti pratici e veloci, Riso Scotti ha creato le cup della linea Apri, Scalda e Gusta Come Vuoi Sono basi di riso cotto a vapore – né troppo secco né troppo umido, per una consistenza perfetta – disponibili in quattro varianti: Basmati, Chicco Lungo, Integrale e Venere. Senza ingredienti aggiunti, le ciotole uniscono la comodità di un piatto pronto alla versatilità di un alimento prezioso come il riso, da personalizzare con i condimenti preferiti e pronte in un minuto, con un rapido passaggio in microonde o in padella, senza bisogno di piatti o stoviglie.
Integrale bio con grano italiano
Pasta Armando presenta la linea di Pasta Integrale Bio, a base di semola integrale di grano duro biologico 100% italiano, ad alto contenuto di fibre (7,5%). La macinazione integrale consente di preservare i nutrienti del grano, conferendo alla pasta un sapore pieno e deciso. Tutti i formati sono trafilati al bronzo, per ottenere una superficie ruvida che trattiene al meglio i condimenti.
La linea comprende 7 referenze in formati lunghi e corti, e confezioni completamente riciclabili nella carta.
IMBALLAGGI
Impatto del colore della confezione su scelta e percezione salutistica di ceci e ravioli
L’aumento globale dell’obesità legato a comportamenti alimentari scorretti evidenzia l’importanza di promuovere una dieta sana. Su Journal of Agriculture and Food Research è apparso uno articolo in cui ricercatori hanno studiato l’impatto del colore della confezione sulla scelta del consumatore e sulla sua percezione in merito dei ceci (un prodotto salutare) rispetto ai ravioli (meno salutari) in Germania. Sono stati condotti due esperimenti (CE) con 222 partecipanti tra i 19 e i 35 anni, esaminando l’influenza di colore, etichetta, prezzo e origine del prodotto. Inoltre, è stata effettuata una domanda visiva per valutare le percezioni della salute associate a sei confezioni di ceci di colore variabile.
I risultati mostrano che il prezzo è il fattore più influente nella scelta, sia per i ceci che per i ravioli, mentre il colore della confezione ha la minore influenza. Tuttavia, quella verde migliora la percezione, con i partecipanti che la associano a benessere e sostenibilità ambientale. Al contrario, quella rossa non trasmette valore salutistico, la azzurro chiaro ha un effetto negativo sulla percezione, in parte a causa delle associazioni con additivi artificiali; beige migliora lievemente la percezione, mentre l’argentata e la nera sono percepite come indicatori di qualità, ma possono far sembrare il prodotto meno salutare.
I risultati evidenziano il ruolo complesso del colore della confezione nel comportamento dei consumatori e suggeriscono che, sebbene il prezzo rimanga un fattore dominante, un uso strategico può potenzialmente influenzare la scelta di cibi più salutari. Le future ricerche dovrebbero esplorare tali effetti in contesti culturali diversi e includere metodi psicofisici per comprendere meglio i meccanismi sottostanti alla percezione del colore.
Per una filiera più competitiva NOTIZIE
Lo scorso maggio si è svolta l’edizione 2025 dei Durum Days, l’evento di riferimento per la filiera del grano duro, promosso da Assosementi, Cia, Confagricoltura, Copagri, Fedagripesca Confcooperative, Compag, Italmopa e Unione Italiana Food. Un’occasione di confronto strategico fra gli attori della filiera, in un momento in cui il settore è chiamato ad affrontare sfide complesse e a cogliere nuove opportunità.
Nel corso della tavola rotonda, Vincenzo Martinelli, presidente della Sezione Molini a frumento duro di Italmopa, ha sottolineato la necessità non più rimandabile dello sviluppo di un’interprofessione strutturata e coesa, evidenziando che il tempo della contrapposizione deve lasciare spazio alla collaborazione e al confronto permanente tra le parti, fosse diventato imprescin-
anche nel contesto internazionale. Attualmente il mercato presenta quotazioni basse, ma la campagna 2025/2026 potrebbe essere influenzata da una riduzione produttiva nei principali Paesi esportatori. Le stime indicano un incremento della produzione europea di circa il 10% (fonte: elaborazioni Areté). Se le condizioni di mercato resteranno stabili, ci si attende una contrazione del commercio globale, causata da una minore disponibilità nei Paesi esportatori e da una flessione della domanda nei Paesi importatori, in particolare nell’UE. Tuttavia, considerando il livello già contenuto delle scorte mondiali, un’eventuale flessione della produzione europea potrebbe generare spinte rialziste sui prezzi.
In questo scenario, il monitoraggio costante dei mercati globali diventa imprescindibile e infatti Compag mette a disposizione un servizio attivo da luglio di market intelligence che analizza le dinamiche di mercato di grano duro, frumento tenero, mais, soia e girasole.
Durante la tavola rotonda, Fabio Manara , presidente Compag, ha sottolineato l’impegno della Federazione nel sostenere finanziariamente gli agricoltori, evidenziando come le difficoltà di liquidità delle aziende agricole abbiano un impatto diretto sulle strutture intermedie associate alla Federazione, costrette a gestire ritardi nei pagamenti e scoperture finanziarie. In tale ottica, Compag è impegnata da tempo nella promozione di accordi con istituti di credito – l’ultimo in ordine temporale è quello con BPER Banca – per facilitare l’accesso al credito degli agricoltori. Manara ha inoltre ribadito l’importanza strategica del rafforzamento delle filiere, considerate strumenti chiave per migliorare la programmazione produttiva, valorizzare il lavoro degli operatori e garantire maggiore stabilità al comparto. In tal senso, Salvatore Puglisi, presidente del Consorzio CRISMA, ha rimarcato la necessità di partire dall’aggregazione degli agricoltori, elemento fondamentale per il successo delle filiere, soprattutto in un territorio come quello siciliano, storicamente caratterizzato da una scarsa propensione all’uso di strumenti aggregativi.