

Ci sono luoghi che sembrano appartenere a un tempo sospeso, in cui la storia non si è mai del tutto fermata e ogni pietra racconta una civiltà, un'epoca, un'emozione. Verona è uno di questi. Dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 2000, la sua città antica compie oggi venticinque anni di riconoscimento ufficiale, ma affonda le radici in oltre duemila anni di arte, architettura e cultura. Celebrare questo anniversario significa rendere omaggio a una città che non ha mai smesso di essere viva, dinamica, amata e vissuta, tanto dai suoi cittadini quanto dai visitatori che ogni anno la eleggono a tappa imprescindibile del cuore italiano. Verona è Roma e Medioevo, è Rinascimento e Romanticismo. È un mosaico armonioso di epoche che convivono e dialogano tra loro in un linguaggio universale fatto di bellezza. Dall’Arena al Teatro Romano, dalla Basilica di San Zeno alla maestosità delle mura scaligere, tutto parla di un’identità forte e stratificata, dove l’antico si intreccia con il presente con naturale eleganza. Un unicum urbanistico e culturale che l’UNESCO ha voluto tutelare per il suo valore eccezionale: non solo testimone di una continuità storica rara, ma anche simbolo di come l’eredità del passato possa ispirare il futuro. In questi venticinque anni, Verona non ha mai smesso di valorizzare e custodire il proprio centro storico. Ogni restauro, ogni ricerca archeologica, ogni evento culturale è stato un tassello di un grande progetto collettivo: far vivere la storia senza trasformarla in nostalgia. Perché Verona non è solo un museo a cielo aperto, ma una città pulsante, in cui convivono memoria e innovazione, tradizione e contemporaneità. Questo anniversario è un’occasione per guardare al passato con orgoglio e al domani con visione. È un invito a continuare a credere nella cultura come forza trainante per una comunità, come linguaggio condiviso che unisce generazioni e origini diverse. È un omaggio a una città che non invecchia mai, ma si rinnova continuamente nel rispetto delle sue radici. Verona è l’eternità che cammina tra noi.
There are places that seem to exist in a suspended time, where history has never truly stopped and every stone tells a story of civilization, an era, an emotion. Verona is one of those places. Declared a UNESCO World Heritage Site in 2000, its ancient city now celebrates twenty-five years of official recognition, but its roots stretch back over two thousand years of art, architecture, and culture. Celebrating this anniversary means paying tribute to a city that has never stopped being alive, dynamic, beloved, and lived in—by both its citizens and the countless visitors who each year make it an essential stop in the heart of Italy. Verona is Rome and the Middle Ages, the Renaissance and Romanticism. It is a harmonious mosaic of eras coexisting and conversing in a universal language of beauty. From the Arena to the Roman Theatre, from the Basilica of San Zeno to the majestic Scaliger walls, everything speaks of a strong and layered identity where the ancient intertwines with the present with natural elegance. An urban and cultural unicum that UNESCO sought to protect for its exceptional value—not only as a witness to a rare historical continuity but also as a symbol of how the legacy of the past can inspire the future. Over these twenty-five years, Verona has never ceased to preserve and enhance its historic center. Every restoration, archaeological dig, and cultural event has been a piece of a grand collective project: to keep history alive without turning it into nostalgia. Because Verona is not just an open-air museum, but a vibrant city where memory and innovation, tradition and modernity coexist. This anniversary is an opportunity to look to the past with pride and to the future with vision. It’s an invitation to continue believing in culture as a driving force for community, as a shared language that connects generations and diverse origins. It’s a tribute to a city that never grows old but continuously renews itself while respecting its roots. Verona is eternity walking among us.
IL CUORE ETERNO DI UNA CITTA’ SENZA TEMPO.
DUE PIAZZE, UN’ANIMA: L’ARTE CHE ABITA IL TEMPO.
DOVE LA STORIA SI FA ARCHITETTURA.
ADIGE E PONTE PIETRA, LA POESIA DEL TEMPO CHE SCORRE.
UN NOME, UNA LEGGENDA, SAPORI DI STORIA NEL CUORE DI VERONA.
VILLA AMISTÀ, DOVE LA STORIA INCONTRA LA MERAVIGLIA CONTEMPORANEA.
Nel centro storico di Verona, ogni passo è un viaggio nel tempo. È qui che la città rivela il suo volto più autentico e affascinante, tra vicoli acciottolati, scorci inaspettati e piazze che sembrano uscite da un affresco rinascimentale.
Dichiarato Patrimonio dell’Umanità per l’eccezionale valore universale della sua stratificazione urbana, il cuore antico della città conserva intatte le tracce della sua lunga e ricchissima storia, dalla fondazione romana fino all’epoca scaligera, passando per le influenze veneziane e asburgiche.
Camminare nel centro storico significa incontrare l’Arena, simbolo per eccellenza di Verona, ma anche lasciarsi sorprendere da angoli più silenziosi e poetici, come le arche scaligere o il Ponte Pietra.
Ogni monumento, ogni facciata, ogni cortile racchiude un frammento di storia e bellezza, restituito alla collettività grazie a un lungo e costante lavoro di tutela e valorizzazione.
Il centro di Verona non è solo uno scrigno di arte e architettura, ma un luogo vivo, dove la quotidianità si intreccia con l’eccezionalità. Le botteghe storiche, i caffè, i mercati e le librerie sono parte integrante di un paesaggio urbano che ha saputo coniugare la modernità con il rispetto del proprio passato. Un’anima antica che continua a battere con forza, rendendo Verona un esempio unico di città che sa essere custode del tempo senza rimanerne prigioniera.
In Verona’s historic center, every step is a journey through time. It is here that the city reveals its most authentic and captivating face, among cobbled alleys, unexpected views, and squares that seem drawn from a Renaissance fresco. Declared a World Heritage Site for the exceptional universal value of its urban stratification, the city’s ancient heart preserves intact the traces of its long and rich history, from Roman foundation to Scaliger rule, with Venetian and Habsburg influences in between. Walking through the historic center means encountering the Arena,Verona’s ultimate symbol, but also discovering quieter, poetic
corners like the Scaliger tombs or Ponte Pietra. Every monument, facade, and courtyard holds a fragment of history and beauty, made accessible through constant preservation and enhancement efforts. Verona’s center is not just a treasure chest of art and architecture but a living space where daily life is intertwined with the exceptional. Historic shops, cafés, markets, and bookstores are part of an urban landscape that blends modernity with deep respect for the past.
Anancientsoulthatstillbeatsstrongly, makingVeronaauniqueexampleofa city that can be the guardian of time withoutbeingits prisoner.
Piazza dei Signori e Piazza Bra sono due volti della stessa anima veronese: diverse per epoche e atmosfere, ma ugualmente cariche di significati storici, simbolici ed emotivi. La prima è una raffinata sintesi del potere civile e culturale che ha segnato i secoli scaligeri. Raccolta, elegante, severa e armoniosa, Piazza dei Signori è il salotto della Verona intellettuale e politica, dominata dalla presenza imponente di Dante Alighieri, ospite e simbolo di un tempo di grandi fermenti.
A pochi passi, si apre invece Piazza Bra: ariosa, monumentale, vitale. Poco distante l’Arena troneggia con la sua maestosa bellezza, tra
le più celebri e amate architetture dell’antichità romana, oggi sede privilegiata della lirica e degli eventi culturali internazionali. Intorno, i palazzi neoclassici e i giardini si alternano con armonia, creando un contesto di forte suggestione emotiva e urbana.
Queste due piazze raccontano la capacità di Verona di essere città di dialoghi e contrasti, dove la monumentalità convive con l’intimità, e l’arte si fa parte del vivere quotidiano. Luoghi d’incontro, contemplazione, memoria e spettacolo, sono il cuore pulsante di una città che ha fatto dell’identità un’opera d’arte.
Piazza dei Signori and Piazza Bra are two sides of the same Veronese soul: distinct in era and atmosphere, yet equally rich in historical, symbolic, and emotional meaning. The former is a refined synthesis of the civil and cultural power of the Scaliger centuries. Intimate, elegant, solemn, and harmonious, Piazza dei Signori is theintellectualandpoliticaldrawing room of Verona, dominated by the imposing presence of Dante Alighieri, guest and symbol of a time of great cultural energy. Just a few steps away lies Piazza Bra: spacious, monumental, and vibrant. The Arena stands nearby in all its majestic splendor, one of
the most celebrated and beloved structures of Roman antiquity and today a premier venue for opera and international cultural events.Surroundingit,neoclassical buildings and landscaped gardens blendinharmony,creatingastriking emotional and urban setting. These two squares showcase Verona’s unique ability to be a city of dialogue and contrasts, where monumentality lives alongside intimacy, and art becomes part of daily life. Meeting places, spaces of contemplation, memory, and performance, they are the beating heart of a city that has made identity into a true work of art.
Nascosto tra gli edifici storici del centro, il Cortile del Tribunale è una delle gemme meno note ma più suggestive della Verona antica. Inserito nel complesso del Palazzo del Capitanio e della Domus Nova, il cortile racconta attraverso le sue pietre, arcate e colonne la stratificazione di funzioni e poteri che nel tempo si sono succeduti: dal potere civile a quello giudiziario, fino alle recenti funzioni museali e culturali.
Il fascino di questo luogo sta proprio nella sua natura silenziosa, raccolta, quasi segreta. Qui, l’eleganza dell’architettura rinascimentale si fonde con gli elementi medievali, restituendo un’armonia discreta
ma potente, fatta di prospettive geometriche e materiali nobili. Un tempo snodo della giustizia cittadina, oggi è anche uno spazio di contemplazione e riscoperta, punto d’unione tra passato istituzionale e presente culturale.
La riqualificazione e la restituzione del Cortile del Tribunale alla cittadinanza rappresentano un esempio concreto di come la memoria possa rivivere in forme nuove, senza perdere il legame profondo con la sua origine. Un piccolo scrigno che custodisce un grande racconto: quello di una Verona che continua a rigenerarsi attraverso la bellezza.
Hidden among the historic buildings of the center, the Courtyard of the Tribunal is one of ancient Verona’s lesser-known but mostevocativegems.Setwithinthe Palazzo del Capitanio and Domus Nova complex, the courtyard tells thelayeredstoryofthepowersand functionsthathavepassedthrough it: from civil to judicial authority, and more recently, to cultural and museum use.
Its charm lies in its quiet, intimate, almost secret nature. Here, Renaissance elegance blends with medieval elements, creating a
discreet yet powerful harmony of geometric perspectives and noble materials. Once a center of civic justice, today it is also a space for reflectionandrediscovery,abridge between institutional past and cultural present.
The restoration and return of the Courtyard of the Tribunal to the publicisaconcreteexampleofhow memory can live on in new forms without losing its deep roots. A small jewel that holds a great story: that of a Verona that continues to renew itself through beauty.
C’è un punto di Verona in cui la città sembra trattenere il respiro, dove lo sguardo si perde tra l’acqua che scivola lenta e la pietra che resiste. È il Ponte Pietra, il più antico della città, e il fiume Adige, che da secoli la attraversa e la plasma. Insieme, formano un paesaggio di struggente bellezza, in cui natura e architettura si abbracciano in un equilibrio perfetto.
Costruito dai Romani nel I secolo a.C., il Ponte Pietra è molto più di un’opera d’ingegneria: è una soglia simbolica, un collegamento tra le sponde della città e tra le epoche della sua storia. Danneggiato dalle piene, ricostruito, distrutto durante la guerra e poi fedelmente ricomposto pietra su pietra nel secondo dopoguerra, è oggi emblema della resilienza veronese. Ogni suo arco, ogni lastra consumata racconta la volontà di preservare ciò che il tempo minaccia di cancellare.
L’Adige, con il suo corso ampio e cangiante, è lo specchio su cui Verona riflette la propria anima. Lungo le sue rive si snoda un paesaggio urbano tra i più affascinanti d’Italia: bastioni, chiese, ponti e giardini si susseguono in una scenografia che sembra immutata eppure sempre nuova, mutevole come la luce che la accarezza. Il fiume è stato testimone di ogni stagione della città: la sua forza impetuosa ha più volte segnato la storia, ma ha anche nutrito la vita e l’immaginario dei veronesi. Ancora oggi, costeggiarlo significa immergersi in un tempo sospeso, in cui la bellezza non ha bisogno di clamore per imporsi.
Ponte Pietra e Adige sono il volto più poetico e silenzioso di Verona: due presenze antiche che continuano a parlare al presente, con la lingua universale della meraviglia.
There’s a spot in Verona where the city seems to hold its breath, where the gaze lingers on the flowing water and enduring stone. It is Ponte Pietra, the city’s oldest bridge, and the Adige River, which for centuries has shaped and nourished it. Together, they form a landscape of poignant beauty, where nature and architecture embrace in perfect balance.
Built by the Romans in the 1st century BCE, Ponte Pietra is far more than an engineering feat: it is a symbolic threshold, connecting both sides of the city and different eras of its history. Damaged by floods,rebuilt,destroyedduringthe war, and faithfully reconstructed stone by stone in the postwar period, it now stands as a symbol of Verona’s resilience. Every arch, every worn slab tells the story of a determination to preserve what time seeks to erase.
The Adige, with its wide and everchanging course, is the mirror on which Verona reflects its soul.
Along its banks unfolds one of Italy’s most enchanting urban landscapes: bastions, churches, bridges, and gardens succeed one another in a scene that seems both timeless and ever-changing, like the light that caresses it.
The river has witnessed every season of the city: its powerful currentshaveoftenmarkedhistory, yet they’ve also nourished the life and imagination of the Veronese. Even today, walking along the river means stepping into a suspended time,wherebeautydoesn’tneedto shout to be noticed.
Ponte Pietra and the Adige are Verona’s most poetic and silent faces: ancient presences that continue to speak to the present in the universal language of wonder.
Ci sono luoghi in cui il tempo si stratifica e prende forma, dove ogni elemento racconta storie di uomini, gesti e passioni che attraversano le generazioni. Il Ristorante 12 Apostoli è uno di questi: un’istituzione cittadina, simbolo della memoria veronese e dell’arte dell’accoglienza. Il nome nasce nel Settecento, quando dodici mercanti della vicina Piazza Erbe si ritrovavano qui per pranzare e concludere affari. La città li battezzò “i dodici apostoli”, e quel soprannome divenne leggenda.
Dal primo Novecento, fu la famiglia Gioco a custodire il carattere autentico di questo luogo, segnato da dettagli preziosi: il portale d’ingresso in tufo e mattoni, la lanterna in ferro battuto e vetro, gli affreschi su spolveri medievali realizzati dallo scenografo Pino Casarini, i pavimenti originali degli anni Venti e Trenta in marmo e pietra di Verona. Nella cantina, ambienti suggestivi custodiscono reperti di epoca romana e medievale, in un dialogo continuo tra storia e materia.
Negli spazi della storica insegna, sorge oggi la nuova “Casa” di Giancarlo Perbellini. Un luogo dall’anima trasformata ma fedele alla sua identità, dove la designer Patricia Urquiola ha saputo valorizzare ogni stratificazione, conservando la memoria e intrecciandola con il concept contemporaneo di Casa Perbellini. All’ingresso, un salotto intimo e raccolto accoglie gli ospiti in un’atmosfera calda e familiare. Tre le sale principali: la sala del Vòlto, la sala degli Affreschi e lo Chef’s Table, caratterizzate da tonalità naturali e da un’eleganza essenziale. In scena, lo chef e la sua arte: una cucina ispirata alla stagionalità, alla memoria e all’emozione. In ogni piatto si respira la volontà di rendere omaggio alla tradizione, con uno sguardo aperto al futuro. Il 12 Apostoli non è soltanto un ristorante: è uno spazio dove il gusto incontra la cultura, anche attraverso iniziative come il “Premio 12 Apostoli”, nato da una dedica lasciata dal giornalista Orio Vergani negli anni Trenta. Un segno d’ammirazione che ha acceso una nuova tradizione, destinata a durare nel tempo.
There are places where time takes form and tells stories of people, gestures, and passions passed down through generations. The 12 ApostoliRestaurantisoneofthese places: a city institution, a symbol ofVeronesememoryandtheartof hospitality. Its name dates back to the 18th century when twelve merchants from nearby Piazza Erbe would gather here to dine and close deals. The city dubbed them “the twelve apostles,” and the nickname became legend. Since the early 20th century, the Gioco family has preserved the authentic character of this place, marked by precious details: the tuff and brick entrance portal, the wrought iron and glass lantern, medieval-style frescoes by set designer Pino Casarini, and original marble and Verona stone flooring from the 1920s and ’30s. In the cellar, evocative rooms hold Roman and medieval artifacts, an ongoing dialoguebetweenhistoryandmatter.
Today, the historic venue is home to the new “Home” of Giancarlo Perbellini. A space transformed in spirit but faithful to its identity, where designer Patricia Urquiola has enhanced every layer of history while blending it with the contemporary concept of Casa Perbellini. At the entrance, an intimate lounge welcomes guests into a warm, familial atmosphere. There are three main dining rooms: theVaultRoom,theFrescoRoom, and the Chef’s Table—defined by natural tones and essential elegance. On stage, the chef and his craft: a cuisine inspired by seasonality, memory, and emotion. Every dish honors tradition with a forward-looking approach. 12 Apostoli is not just a restaurant: it is a place where taste meets culture, including initiatives like the “Premio 12 Apostoli,” born from a dedication left in the 1930s by journalist Orio Vergani. A gesture of admiration that sparked a lasting tradition.
A pochi passi dal cuore antico di Verona, Villa Amistà si racconta come un'opera d’arte totale, in cui la memoria storica e la creatività contemporanea si fondono in un equilibrio sorprendente. Il corpo centrale della villa, firmato nel Quattrocento da Michele Sanmicheli, nasce su antichi resti romani e si sviluppa in forme di raffinata eleganza veneziana. La sua veste attuale, frutto dell’intervento settecentesco dell’architetto Ignazio Pellegrini, custodisce una stratificazione architettonica e artistica unica, restituita oggi grazie a meticolosi restauri filologici. All’interno, la villa accoglie un dialogo inedito tra epoche: affreschi originali e reperti storici convivono con l’estro visionario di Alessandro Mendini, autore del progetto di interior design. La sua impronta, ironica e colta, gioca con colori accesi, forme plastiche e citazioni stilistiche che si intrecciano con
i decori secenteschi, generando uno spazio senza tempo, dove l’antico e il moderno si specchiano l’uno nell’altro.
Il risultato è un ambiente sospeso tra classicismo e sperimentazione, in cui l’arte non è solo ornamento ma esperienza immersiva. Le stanze e i saloni della villa ospitano una straordinaria collezione di opere firmate da alcuni tra i più importanti artisti e designer contemporanei: Ron Arad, Philippe Starck, Marcel Wanders, Ettore Sottsass, Eero Saarinen, Eero Aarnio e molti altri. All’esterno, un parco di ventimila metri quadri completa la magia del luogo: fontane in marmo di Verona, giochi d’acqua e una piscina a sfioro si inseriscono in un giardino all’italiana reinterpretato secondo i canoni del Settecento. Tra piante secolari e prospettive disegnate, la bellezza trova qui la sua forma più armoniosa e sorprendente.
Just a few steps from Verona’s ancient heart, Villa Amistà presents itself as a total work of art, where historical memory and contemporary creativity blend in a surprisingbalance.Thecentralbody of the villa, designed in the 15th century by Michele Sanmicheli, rises on ancient Roman remains and evolves into forms of refined Venetian elegance. Its current appearance, the result of an 18th century intervention by architect Ignazio Pellegrini, preserves a unique layering of architectural and artistic elements, now brought back to light thanks to meticulous, historicallyfaithfulrestorationwork.
Inside, the villa hosts an unprecedented dialogue between eras:originalfrescoesandhistorical artifacts coexist with the visionary flair of Alessandro Mendini, the mindbehindtheinteriordesign.His signature—ironic and cultured— plays with bold colors, plastic forms, and stylistic references interwoven with 17th century with
décor, generating a timeless space where the old and the new reflect each other.
The result is an atmosphere suspended between classicism and experimentation, where art is not just decoration but an immersive experience. The villa’s rooms and grand halls host an extraordinary collection of works by some of the most important contemporary artists and designers: Ron Arad, Philippe Starck, Marcel Wanders, Ettore Sottsass, Eero Saarinen, Eero Aarnio, and many more.
Outside, a 20,000-squaremeter park completes the enchantment of the place: Verona marble fountains, water features, and an infinity pool are setwithinanItalian-stylegarden reinterpreted according to 18th century design principles. Among centuries-old trees and carefully drawn perspectives, beauty here takes on its most harmonious and surprising form.
Villa Amistà non è solo un luogo di ospitalità esclusiva, ma un autentico viaggio nell’arte moderna e contemporanea, concepita come una mostra permanente in continuo dialogo con la sua anima storica.
Le sue stanze, i saloni, i corridoi diventano scenografie vive, dove il passato architettonico veneziano incontra le visioni dei grandi maestri del nostro tempo. Ogni ambiente custodisce l’eco di un’epoca e, al tempo stesso, racconta la forza espressiva del presente.
L’attento restauro architettonico e pittorico, la cura filologica nei dettagli, l’intervento creativo di Alessandro Mendini e la selezione di arredi e opere d’arte hanno dato vita a uno spazio unico, in cui l’arte si respira e si vive. Qui la bellezza non è un concetto astratto, ma una presenza costante, vibrante, diffusa.
La collezione ospitata nella villa rappresenta un crogiolo d’eccellenza, un ponte tra culture, linguaggi e sensibilità: da Alighiero Boetti ad Arnaldo Pomodoro, da Mimmo Rotella a Piero Manzoni, da Giuliano Vangi a Mariangela Levita, da Mimmo Paladino a Giulio Paolini. E ancora: Marina Abramović, Damien Hirst, Marc Quinn, David Tremlett, Takashi Murakami, Anish Kapoor. Nomi che hanno segnato l’evoluzione dell’arte contemporanea e che, in questo luogo straordinario, trovano una cornice inedita e ispirante.
Villa Amistà è così un museo vivo, una collezione abitata, in cui il tempo si dilata e l’arte diventa esperienza quotidiana. Un ponte ideale tra Verona e il mondo, tra memoria e futuro, tra tradizione e meraviglia.
Villa Amistà is not just a place of exclusive hospitality, but a true journey through modern and contemporary art, conceived as a permanentexhibitionincontinuous dialogue with its historical soul. Its rooms, halls, and corridors become living stage sets, where Venetian architectural heritage meets the visions of the great masters of our time. Each space preserves the echo of a past era whilesimultaneouslyexpressingthe creative force of the present. Meticulous architectural and pictorial restoration, careful attention to historical detail, the creative contribution of Alessandro Mendini, and the curated selection of furnishings and artworks have given life to a unique space: one in which art is not only seen, but felt and lived. Here, beauty is not an abstract concept but a constant, vibrant, and pervasive presence.
The collection housed in the villa representsacrucibleofexcellence, a bridge between cultures, languages, and sensibilities: from Alighiero Boetti to Arnaldo Pomodoro, from Mimmo Rotella to Piero Manzoni, from Giuliano Vangi to Mariangela Levita, from Mimmo Paladino to Giulio Paolini. And further: Marina Abramović, Damien Hirst, Marc Quinn, David Tremlett, Takashi Murakami, and Anish Kapoor. These are names that have shaped the evolution of contemporary art and that, in this extraordinary place, find a new and inspiring setting.
VillaAmistàisthusalivingmuseum, a collection brought to life, where timeexpandsandartbecomespart of everyday experience.
An ideal bridge between Verona and the world, between memory and the future, between tradition and wonder.
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Editing and copywriting: Francesco Antinolfi
Art Direction: Alessio Colzani
Shooting Production: Living Brands Photography: Mario Ermoli
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Printed in June 2025.
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