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L’angolo dei ricordi

di Lorenzo Vallazze e Franco Deltedesco

Foto conosciuta

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Foto riconosciuta

Livinè, primi anni 50 - Nozze d’oro di Pezzei Mansueto “Baiol” e Pezzei Chiara “Tonia”. Davanti: berba Franzele e don Luigi Pescollderung. Dietro da sinistra i figli: Riccardo, Giovanni "Nani", Vittoria “Toia”, Vittorio “Toio”, Francesca

Foto sconosciuta

Si tratta della foto sconosciuta pubblicata sul numero di ottobre 2022. È ritratto Palla Angelo (Angiolin de Tita - Agai) nato il 05.06.1912 e deceduto il 08.04.1990. Coniugato con Palla Teresa “Birta”, padre di Gianpiero, Tea e Fatima. Marietta “Birta”

Foto storica

Pieve - settembre 1931 circa. Crepaz Giovanni Battista “Pezòla” (Pallua) con in braccio il figlio Renato. La bambina in primo piano è Olimpia, figlia di prime nozze di Giovanni Battista con Lezuo Serafina, morta di parto a 20 anni. In piedi a sinistra Vittoria Rasom, detta Zita, seconda moglie. Sedute le allieve di Vittoria che seguivano il corso di cucito da lei tenuto a Livinallongo. Foto di Mariuccia Crepaz – Val di Fassa

Oggi le nostre montagne sono disseminate da impianti di risalita, rifugi e piste di discesa; gli sciatori si vestono con abbigliamento termico e tecnico e gli sci sono fabbricati su misura con materiali all’avanguardia. Non sempre è stato così!

Un tempo gli sci venivano costruiti in casa ed il loro uso non era propriamente sportivo, ma servivano soprattutto per spostarsi sulla neve.

Negli anni Cinquanta e primi Sessanta nella nostra vallata erano usati prevalentemente dai maschi; erano poche le donne che avevano questo privilegio.

Voglio raccontare alcuni episodi di un tempo che pare lontano.

Mia zia Candida, nella stagione invernale lavorava a Contrin presso la signora Lina, donna di Roma che amava la montagna e la vita tranquilla, così da trascorrervi lunghi periodi. Mia zia svolgeva le mansioni di casa, preparava i pasti e l’accompagnava nelle escursioni. Sulla neve ci volevano gli sci, così la signora gliene comprò un paio, le fece fare delle lezioni per imparare ad usarli, e mio nonno Mattia le cucì un paio di pantaloni adatti, abbigliamento discutibile per le donne di allora. Con Lina facevano gite sui pendii innevati godendo lo spettacolo invernale. La signora era abituata a mangiare la carne, cosa molto rara nell’alimentazione contadina del tempo. La macelleria scelta per acquistare questo alimento si trovava a Corvara. Così Candida con gli sci muniti di pelli di foca ai piedi e lo

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