La maggioranza di coloro che affollano il variegato panorama della spiritualità parlano e scrivono di “iniziazione” senza averne mai fatto esperienza, come se parlarne equivalesse a conoscere quello stato. Un’altra parte è convinta che essa riguardi epoche remote e la collocano in un tempo quasi leggendario; ne parlano ma smentendone l’attualità. Altri la concepiscono come l’accesso a qualcosa di segreto cui vogliono essere ammessi a partecipare e a valle della quale ottenere “orpelli”, “vessilli” o “diplomi” da esibire. In realtà l’iniziazione spirituale non ha nulla a che vedere con nessuna di queste concezioni: non la si può raccontare, è fuori dal tempo e non offre nulla da mettere in mostra. Arriva al termine di un percorso vissuto nel silenzio che si esplica e investe livelli profondi della persona, tanto da renderla altra cosa da quello che questa era in partenza.