Paesaggi futuri - Parchi metropolitani e governance degli spazi aperti in una prospettiva di regione

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2016

Parchi metropolitani e governance degli spazi aperti in una prospettiva di regione urbana p p g Franco Sacchi, in collaborazione con Fabio Bianchini e Francesca Boeri Centro Studi PIM


SPAZI APERTI E AREE PROTETTE Il tema dei p parchi metropolitani p e,, p più in ggenerale,, degli g spazi p aperti (aree protette, corridoi ecologici, aree agricole ...), si configura come un elemento cardine per definire il modello di sviluppo futuro della regione urbana milanese. milanese Il sistema delle aree protette è uno dei perni dell'organizzazione territoriale, in quanto è: • elemento di equilibrio ambientale e di protezione del paesaggio naturale e agricolo; • componente rilevante il nell'economia ll' i complessiva l i dell'assetto d ll' territoriale.

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SUOLO ANTROPIZZATO E … Nella città metropolitana di Milano la percentuale di suolo antropizzato nel 2012 risulta pari al 40% (638 kmq), con una crescita del 2% rispetto al 2000.

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… SUOLO LIBERO Le aree protette rappresentano invece il 53% del territorio (840 kmq, di cui il 56% nel Parco Sud), mentre il suolo libero esterno ai parchi arriva a coprire il 7% del territorio (97 kmq).

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AREE PROTETTE: PARCHI REGIONALI E… L area metropolitana può dunque contare su una buona L’area dotazione di aree a parco. Due sono gli elementi costitutivi essenziali: • i Parchi regionali/naturali, organizzazioni stabili, caratterizzate da un elevato livello di tutela con differenti vocazioni prevalenti (fruitiva, (fruitiva naturalistica, naturalistica agricola) e da una consolidata, per quanto differenziata, capacità gestionale e progettuale;

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… PARCHI LOCALI DI INTERESSE SOVRACOMUNALE • i PLIS, caratterizzati da un livello di tutela più debole e da una capacità gestionale e progettuale assai disomogenea. Dopo la prima fondamentale fase “costitutiva” costitutiva , è ormai matura e va concludendosi una seconda fase di “consolidamento” dei PLIS, al netto di possibili espansioni e completamenti.

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AREE PROTETTE E ORGANIZZAZIONE TERRITORIALE Il disegno del sistema di aree protette è formato da due “spalle” costituite dai Parchi regionali "fluviali" del Ticino e dell'Adda, è chiuso nell nell’arco arco meridionale dal Parco Sud, Sud mentre a nord si è ampliata negli ultimi anni la rete di Parchi locali, senza però riuscire ancora a sviluppare adeguate connessioni in un territorio d densamente t urbanizzato. b i t

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I SUB‐SISTEMI DI AREE PROTETTE • Il sistema meridionale, con il Parco Sud in connessione con Adda e Ticino; • i grandi Parchi fluviali (Ticino, Lambro e Adda), con i PLIS lungo il Lambro; • i parchi delle Brughiera (Groane e Brughiera Briantea) • il sistema dell’Olona o dell’ovest, tra i Parchi Ticino e Groane, con il Parco di Appiano Gentile e i PLIS RTO, Lura, Alto Milanese, Roggìe, Roccolo, Mughetti, Rugareto, Medio Olona, Mulini, Basso Olona; • il sistema del nord, tra i parchi delle Groane e Valle Lambro, con Parco Nord Milano e i PLIS Grugnotorto‐Villoresi e Brianza Centrale; • il sistema dell’est, tra i Parchi Valle Lambro e Adda, con il Parco di Montevecchia e i PLIS Valletta, Colli Briantei, Cavallera, Molgora, Rio Vallone, Est delle Cave, Cascine e Alto Martesana. Franco Sacchi, in collaborazione con Fabio Bianchini e Francesca Boeri ‐ Centro Studi PIM

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UN SISTEMA CONSOLIDATO IN EVOLUZIONE Pur in un periodo di grandi difficoltà economiche, economiche siamo in un momento di particolare fermento, che si esplicita attraverso azioni, progetti e ipotesi di lavoro a vario stadio di maturazione che riguardano: • unioni di aree protette; • ampliamenti; li ti • collaborazioni istituzionali fra enti gestori.

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TEMI IN AGENDA TEMI IN AGENDA I tempi sono maturi per una nuova riflessione, da promuovere su molteplici versanti: dall dall’approccio approccio “culturale” culturale alla configurazione territoriale, dall’impostazione delle politiche e dei progetti alle forme di governo e di governance. Tale riflessione dovrà coinvolgere non solo gli amministratori e gli “esperti della disciplina”, ma anche le forze economico‐sociali, il mondo delle associazioni, associazioni la cittadinanza attiva, attiva ecc. ecc La natura diversificata delle esperienze locali, suggerisce una condotta gradualista/progressiva, gradualista/progressiva valutando le situazioni caso per caso.

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APPROCCIO Le aree protette non vanno pensate e gestite unicamente in chiave hi di tutela l delle d ll risorse i paesistico‐ambientali, i i bi li ma come valorizzazione del territorio e sviluppo socio‐economico delle popolazioni e delle attività (agro‐alimentari, ricreative, turistiche, ecosistemiche …), sempre in un’ottica di sviluppo sostenibile. E’ necessario quindi superare una visione settoriale e assumere una prospettiva integrata/sistemica.

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IL DISEGNO DELLE AREE PROTETTE Occorre ragionare su una nuova configurazione del sistema dei parchi, più aperta alla scala regionale e al tempo stesso più interconnessa al nucleo urbano centrale. Lo schema orbitale e radio‐centrico che, per una lunga fase, ha costituito la visione mainstream, appare sempre meno capace di: • garantire un un’adeguata adeguata proiezione verso la regione urbana, in grado di mettere in connessione Parchi “milanesi” con quelli “oltre confine” (Pineta, Brughiera Briantea, Montevecchia, ecc.) e con i territori non tutelati del nord Pavia; • mettere a sistema gli spazi aperti del nord Milano, sfruttando gli ambienti agricoli strutturati e rafforzando le aree in cui ancora permane la valenza naturalistica; • integrare in un disegno unitario i "parchi territoriali" di Milano (Boscoincittà, Parco delle Cave, Parco di Trenno, Parco Lambro, Forlanini, ecc.), territorio di contesto delle strutture urbane e di “transizione” rispetto ai territori agricoli o naturali più lontani. Franco Sacchi, in collaborazione con Fabio Bianchini e Francesca Boeri ‐ Centro Studi PIM

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IMPOSTAZIONE DELLE POLITICHE E DEI PROGETTI Occorre rafforzare la capacità di progettazione e di sviluppo di politiche e progetti, tti adottando d tt d un approccio i integrato i t t che h sappia i combinare bi livelli di tutela, progettazione paesistico‐ambientale, fruizione, sviluppo del sistema agroalimentare e servizi collegati. Le sfide principali con cui deve misurarsi la “politica degli spazi aperti” sono: • valorizzazione fruitiva delle aree verdi di cintura; • costruzione di relazioni qualificate tra il sistema del verde interno alle aree edificate e quello di scala territoriale; • ridefinizione id fi i i d l “paesaggio del “ i urbano”; b ” • qualità ambientale delle periferie metropolitane.

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IMPOSTAZIONE DELLE POLITICHE E DEI PROGETTI In questa chiave, occorre lavorare a: • precisare obiettivi e strumentazione operativa; • favorire la crescita di una sensibilità diffusa tra la popolazione; • favorire il coinvolgimento delle amministrazioni locali; • consolidare una cultura progettuale e tecniche di intervento in grado di incidere sull’assetto complessivo del territorio metropolitano.

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FORME DI GOVERNO E DI GOVERNANCE E’ maturo il tempo per una revisione dei modelli gestionali e di governo esistenti con ll’obiettivo esistenti, obiettivo di razionalizzare e rafforzare natura giuridica e modalità di gestione, combinandole con le energie e i saperi che promanano dalle comunità di pratiche. In relazione alla diversità delle esperienze maturate,, due sono le p principali p p prospettive p che p possono lavorare in p parallelo ed essere applicate alternativamente a seconda dei casi: • procedere con forme di integrazione fra parchi regionali e PLIS, sulla scia della p prima sperimentazione p ggià avvenuta nel caso del PLIS della Balossa,, recentemente integrato al Parco Nord; • definire reti territoriali di PLIS negli ambiti caratterizzati da un elevato numero di p parchi con differente livello di maturazione ed elevata frammentazione. Potrebbero, in particolare, orientarsi in questa prospettiva i PLIS del nord‐ovest e dell’Alto Milanese, così come quelli del nord‐est, incentrati sull’Adda Martesana e il Vimercatese. Franco Sacchi, in collaborazione con Fabio Bianchini e Francesca Boeri ‐ Centro Studi PIM

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LA RIFORMA LEGISLATIVA La LR 86/83 "Piano generale delle aree regionali protette", per avendo a suo tempo rappresentando un’importante innovazione, è stata modificata troppe volte e appare ormai superata. LLa necessità i à di affrontare ff l riforma la if d l quadro del d legislativo l i l i è dettata d anche dallo stralcio dalla LR 32/2015 ‐ e dal conseguente rilancio a successivo provvedimento ‐ della proposta di Parco Regionale Metropolitano di Cintura Verde che prevedeva l’unificazione di Parco Nord e Parco Agricolo Sud Milano.

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LA RIFORMA LEGISLATIVA E dunque necessaria una revisione sostanziale del quadro normativo, E’ normativo che tenga conto non solo del differente quadro ambientale, ma anche di quello amministrativo ed economico. La riforma dovrà incaricarsi di: • puntare sul riordino di competenze per un migliore governo delle funzioni nel campo delle aree protette e del territorio; • rispondere i d adeguatamente d alle ll riforme if costituzionali i i li in i itinere; ii • superare l’eccessiva eterogeneità dei livelli di protezione dettata dalla sovrapposizione, e spesso ridondanza, degli strumenti di pianificazione.

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