100% Fitness Mag - Novembre 2015

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NOVEMBRE 2015 Dolore al petto è sempre infarto? di Vittorio Fabbrocini

Bambini iper impegnati di Daniela Caiafa

Patteggiare la pena o affrontare il processo? di Valerio Massimo Aiello LA MIA PENISOLA 100% FITNESS MAGAZINE Anno IX • NUMERO 10 • COPIA GRATUITA




LA MIA PENISOLA 100% FITNESS MAGAZINE Anno IX • NUMERO 10 ★ In copertina

Pasquale Carrino,

9 anni di Piano di Sorrento e

Alessia Ercolano, 7 anni di Sorrento

★ fotografati da

Pino Coluccino Periodico di attualità a diffusione gratuita Dep. Aut. Tribunale di Torre Annunziata del 09.06.2010

SOMMARIO

★ Direttore responsabile

Giuseppe Damiano ★ Editore

Giuseppe Manzi ★ Redazione Via Camaldoli, 18 Vico Equense (Na) ★ Progetto Grafico

Maurizio Manzi Bingwa Art Factory maurizio@bingwa.it ★ Stampa

Grafica Cirillo Scafati (Sa) Contatti

Tel. 081.5341117 Cell. 331.5063051 redazione@centopercentofitness.it

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Gli esperti del mese

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Appunti

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La carne rossa fa davvero male?

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Dalle mani al cuore: Il massaggio infantile di Roberta Esposito

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La pediculosi. Quel maledetto prurito alla testa… di Carlo Alfaro

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di Giuseppe De Simone

di Michele Del Vecchio

Arriva lo psicologo in farmacia

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Dolore al petto, è sempre infarto? di Vittorio Fabbrocini

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Fallimento Implantare Rigetto o infezione batterica? di Vittorio Milanese

Macchie cutanee. Ecco cosa fare

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Bambini iper impegnati di Daniela Caiafa

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Il magico bicarbonato di Mariateresa Caiafa


Vuoi lavorare con noi? Cerchiamo agenti pubblicitari Contattaci ai numeri 331 5063051 - 320 7073526

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di Nello Iaccarino

di Valerio Massimo Aiello

di Antonella Raffone

Superlavoro per gli Ortopedici

Patteggiare la pena o affrontare il processo?

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di Ernesto Lupacchio

di Paolo e Vincenzo

Morire giovani… il più tardi possibile.

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Kant e la filosofia del "limite" di Domenico Casa

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La leggenda di San Martino di Salvatore Spinelli

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Come ottenere rendimento nel turbinio dell'attuale mercato economico di Giovanni Fontanarosa

VII Edizione Diversabilarte

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La terra dei cachi di Anna Maione

57

Insalata d’autunno di Imma Gargiulo

60

A novembre metti la salute nel piatto con il riso di Francesca Maresca

La newsletter: una grande risorsa per la tua attività


Gli ESPERTI di questo mese #CARDIOLOGO

Prof. Dott. Vittorio Fabbrocini Cardiologo e Internista, è stato Libero Docente presso l’Università di Napoli, Primario ospedaliero e poi Cardiologo ambulatoriale a Napoli. Giornalista pubblicista, già Redattore scientifico de "IL MATTINO" di Napoli

338.4086506

v.fabbrocini@alice.it

#FARMACISTA

Dott. Giuseppe De Simone Laureato in Farmacia e Specializzato in Scienza e tecniche delle piante officinali presso l’Università Federico II di Napoli.

335.5302988

#NATUROPATA

Mariateresa Caiafa Naturopata - Operatore del Benessere Specializzata in Massaggi Olistici, Riflessologia plantare, Fiori di Bach, Intolleranze Alimentari

338 8194524

#NEUROPSICOMOTRICISTA

Dott.ssa Daniela Caiafa Laureata in Neuropsicomotricità dell’età evolutiva, presso l’Università Federico II

Lunedì e Sabato dalle 9.00 alle 13.00

347.5477785

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#DERMATOLOGO_TRICOLOGO

Dott. Michele Del Vecchio Specialista in Dermatologia, Tricologia e Malattie Veneree, vanta numerose pubblicazioni scientifiche sia in area diagnostica che terapeutica. Attualmente collabora con HEALTH PARK - Andrea Grimaldi Group.

800 974000

info@healthpark.it

#FISIOTERAPIAPEDIATRICA Dott.ssa Roberta Esposito Fisioterapista - Master in Fisioterapia Pediatrica presso l’Università di Firenze - A.O.U. Meyer.

339.8719035

roberta.espositofkt@gmail.com

#NUTRIZIONISTA

Dott.ssa Francesca Maresca Laureata in Dietistica presso l’Università di Napoli Federico II.

Martedì - Giovedì dalle 15.00 alle 16.30

334.2258132

#ODONTOIATRA

Dott. Vittorio Milanese Laureato in Odontoiatria e protesi dentiaria presso l’Università di Napoli. Socio A.N.D.I.

Martedì e Giovedì dalle 13.30 alle 15.00

338.4698121



PEDALA CHE TI PASSA

Pedalare ad un ritmo blando per 15 minuti migliora il tuo umore del 20%, lo dimostrano gli studi. Non si sa esattamente perché bastino così pochi minuti di attività fisica per ritrovare il buonumore ma potrebbe dipendere dagli endocannabinoidi rilasciati con il sudore che aiutano a migliorare l'umore, una proteina che velocizza l'attività neurale e protegge il cervello.

Porta in tavola la frutta secca! La frutta secca (arachidi, mandorle, nocciole, noci e pistacchi) contiene molti grassi (oltre il 50 per cento), ma questi sono soprattutto insaturi (poli- e monoinsaturi), buoni ed essenziali per il corretto funzionamento del nostro organismo. Al contrario, è povera in grassi saturi, solo il 5-6 per cento. L’azione più importante svolta dagli acidi grassi polinsaturi della serie Omega3, di cui è ricca soprattutto la noce, è quella di esercitare un’azione antiaritmica e di ridurre i trigliceridi. Inoltre, svolgono un’azione lievemente ipotensiva, riducendo la pressione di 2-4 mm, sufficiente a concorrere, insieme con le citate azioni su ritmo cardiaco e trigliceridi, a ridurre il rischio di infarti ed ictus. Ma gli omega3 sono anche importanti per la vista e lo sviluppo del feto. La frutta secca contiene anche calcio e fosforo, importanti per il benessere delle ossa, e minerali come il potassio e il ferro. Inoltre, contengono vitamina E e polifenoli: entrambi svolgono azioni

antiossidanti, fondamentali per contrastare l’invecchiamento cerebrale e per la prevenzione non soltanto cardiovascolare, ma anche tumorale. L’importante, però, è non esagerare... La frutta secca fa molto bene all’organismo, ma “fa male” alla bilancia, nel senso che è molto calorica. Si va dalle 600 calorie per 100 grammi di arachidi e mandorle, alle 655 delle nocciole fino alle 690 delle noci secche (mentre le fresche ne contengono meno di 600). Ma per avere i benefici di cui parlavamo sono sufficienti pochi grammi al giorno. Fa bene anche a chi pratica sport? Sì. I pistacchi sono utili per gli sportivi perché contengono ferro, mentre arachidi e mandorle lo sono perché ricchi in potassio. La frutta secca se è povera di carboidrati (circa il 5 per cento ad eccezione dei pistacchi che arrivano all’8 per cento) e varia in proteine, che vanno dal 10 per cento delle noci al circa 30 per cento delle arachidi, come abbiamo visto è ricca in grassi e, quindi, altamente energetica.


Mele Annurche uno scudo contro il colesterolo cattivo

La pausa caffè ideale?

Breve, stimolante e a metà mattina Pausa caffè. Break. Intervallo. Chiamatelo come vi pare, la sostanza non cambia: sono quei minuti liberi tanto sospirati che ci permettono di staccare la spina per riprendere fiato e non soccombere sotto il peso di una lunga giornata di lavoro. Ognuno se li prende quando può, come meglio crede, ma non sempre il riposo è davvero assicurato. Dove sbagliamo? Ce lo spiega un curioso studio americano, condotto dagli esperti di management della Baylor University in Texas e pubblicato su Journal of Applied Psychology. Meglio a metà mattina. Molti preferiscono lavorare sodo tutta la mattinata e tirare dritto fino alla pausa pranzo, ma questo comportamento non permette di riacquistare energie, concentrazione e motivazione. Più ore di lavoro abbiamo alle spalle, più sono i disturbi e i fastidi che avvertiamo anche dopo la pausa, ed è per questo che quelle fatte a giornata avanzata sono meno efficaci. Via libera alle proprie passioni. Molti pensano che in pausa si debbano svolgere attività che non hanno niente a che fare con il proprio lavoro, ma non è esattamente così: dallo studio non sono emerse prove che dimostrino la maggiore efficacia delle attività non legate alla professione nel garantire relax ed energia. Quindi spazio a tutte le cose che ci piacciono e ci appassionano, anche se hanno a che fare con il lavoro. Più sani e soddisfatti. I lavoratori che fanno delle buona pause dal lavoro hanno meno sintomi come mal di testa, affaticamento degli occhi e mal di schiena. Meglio piccole pause frequenti. È più facile recuperare quando si fanno pause brevi e frequenti piuttosto che poche pause lunghe. Fonte: OKSalute

La piccola e saporita mela campana, a Indicazione geografica protetta, risulterebbe ottima per combattere il colesterolo in eccesso e la perdita di capelli, secondo uno studio dell'Università degli Studi Federico II di Napoli, Dipartimento di Farmacia, che dai polifenoli estratti dalle mele rosse e coronate d'oro ha ottenuto due prodotti nutraceutici in avanzata fase di sperimentazione sull'uomo. Tutte le mele contengono polifenoli ma le cultivar Annurca e Rossa del Sud coltivate sotto l'egida della Melannurca Campana Igp hanno un elevatissimo contenuto di un gruppo di polifenoli dai riconosciuti effetti salutistici - le Procianidine - molto superiore a qualsiasi altra cultivar di mela oggetto sino ad oggi di studi. Questo dato di fatto unito alle proprietà già note in letteratura sugli effetti degli estratti procianidinici di Melannurca Campana Igp sulla colesterolemia, ha consentito di mettere a punto un prodotto nutraceutico in grado di ridurre del 28,8% il colesterolo totale ed incrementare l'espressione delle HDL (colesterolo buono) del 60%.

Non trascurare l'alimentazione

Chi fa sport e si mantiene in forma spesso mangia troppo poco, pensando che questo lo aiuterà a dimagrire e a far crescere i muscoli. Oppure ha un deficit di calorie perchè cerca di mangiare più sano. In entrambi i casi l'effetto è un rallentamento del metabolismo e una maggior difficoltà a recuperare dopo l'allenamento.




SPECIALE

La carne rossa fa davvero male? Cosa dice davvero la classificazione dello IARC?

Vi è molta confusione riguardo al vero significato della decisione dello IARC di includere le carni rosse e le carni rosse lavorate rispettivamente nella classe 2A e nella classe 1 delle sostanze cancerogene. La classificazione di cancerogenicità non è una classificazione di rischio ma una misura della sicurezza con cui gli esperti si esprimono sulla cancerogenicità di un prodotto. In pratica ci dice solo che gli studi su salumi e insaccati hanno una qualità e un'ampiezza tale da farci dire con sicurezza che i salumi possono aumentare il rischio di ammalarsi, mentre che gli studi sulle carni rossi sono statisticamente meno forti e quindi ci permettono solo di dire che probabilmente l'associazione esiste. Per quel che riguarda le carni bianche (pollame e coniglio), gli esperti affermano solo che non esistono studi sufficientemente attendibili e che quindi non possono pronunciarsi né in un senso né nell'altro, anche se la conoscenza dei meccanismi molecolari che rendono la carne rossa potenzialmente cancerogena (la presenza del ferro EME) permette di dire che le carni bianche (che non contengono questo composto) sono probabilmente più sicure. La classificazione dello IARC, inoltre, non ci dice niente sulla potenza di una sostanza nel provocare tumori. Molti giornali hanno titolato, per esempio, che la carne rossa lavorata è "cancerogena come il fumo". Si tratta di una interpretazione sbagliata: è inserita nella stessa categoria del fumo perché per ambedue abbiamo prove scientifiche sufficienti per esprimerci con certezza. Ma il fumo è un carcinogeno molto più potente degli insaccati, per cui una fetta di salame di tanto in tanto avrà minore influenza sulla nostra salute di un paio di sigarette. 12

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Di quanto aumenta il rischio individuale di ammalarsi di cancro del colon se si consuma carne rossa o lavorata?

La verità è che nessuno ha una risposta precisa a questa domanda. Gli esperti hanno infatti stabilito che il 18-21% dei tumori al colon è probabilmente legato al consumo di carni rosse e insaccati, e così il 3% di tutti i tumori. Il fumo di sigaretta, tanto per dare un parametro di confronto, è responsabile dell'86% dei tumori al polmone e del 19% di tutti i tumori, secondo i dati di Cancer Research UK. Un'analisi condotta nel 2011 dal World Cancer Research Fund ha stimato che un consumo elevato di carni rosse lavorate aumenta del 17% il rischio individuale di ammalarsi di cancro del colon. Le indicazioni dello IARC vanno considerate in chiave di salute pubblica (cioè su tutta la popolazione) più che dal punto di vista del singolo. Per tradurle in indicazioni individuali, è bene valutare insieme a un medico il proprio rischio di ammalarsi che dipende anche da altri fattori, come appunto la familiarità e l'insieme degli stili di vita.

Quali sono le dosi massime consigliate per un consumo salutare?

Il World Cancer Research Fund raccomanda non più di 300 grammi a settimana, mentre suggerisce di consumare almeno cinque porzioni di frutta e verdura per un totale di almeno 400 grammi al giorno. L'Harvard School of Medicine restringe il limite di consumo di carni rosse a porzioni non superiori a 80 grammi, al massimo due volte a settimana. Lo IARC ha concluso che il consumo al di sotto dei 500 grammi alla settimana non costituisce un pericolo per la salute. Fonte: www.airc.it


Carne Rossa vs Sigarette Qual è il rischio?

Tumori causati da CARNI PROCESSATE e ROSSE

Tumori causati dal TABACCO

86% 19%

21% COLON RETTO

DEI TUMORI AI

DEI TUMORI AL

POLMONI

3% TUMORI

DI TUTTI I

DI TUTTI I

TUMORI

Numero di tumori che ogni anno si potrebbero prevenire in italia se... NESSUNO FUMASSE

NESSUNO MANGIASSE CARNI ROSSE O LAVORATE

10.980 CASI IN MENO

69.540 CASI IN MENO Ogni anno nel mondo sono correlate

di morti per tumori per

ECCESSO DI FUMO di morti per tumori per

ECCESSO DI ALCOOL di morti per tumori per

ECCESSIVA ESPOSIZIONE AD AGENTI INQUINANTI di morti per tumori per

DIETE RICCHE DI CARNI ROSSE E LAVORATE Elaborazione 100% Fitness Mag su originale CANCER RESEARCH UK


#FARMACISTA

Dott. Giuseppe De Simone

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Arriva lo psicologo in farmacia

Nelle farmacie delle province di Napoli e Caserta che aderiscono al progetto a partire dal mese di novembre, per una settimana, e fino a settembre 2016, il cittadino potrà ottenere l' assistenza gratuita di uno psicologo, nell' ambito in un progetto che vuole accogliere, promuovere e divulgare la cultura del benessere psicologico tra i cittadini. Il progetto “Psicologo in farmacia” è un’idea nata nel 2009, già largamente realizzata a Milano, Torino, Roma, Bologna, Verona e altre realtà italiane con il patrocinio delle associazioni di categoria (Federfarma, Ordini dei Farmacisti ed Ordini degli Psicologi). Nel nostro caso l'accordo è stato siglato dal Presidente dell' Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli, Prof. Enzo Santagada, e dalla Presidente dell' Ordine degli Psicologi della Campania, Antonietta Bozzaotra. La legge 69 del 2009 e suc14

cessivo decreto legislativo, ha permesso alle farmacie di diventare dei veri e propri servizi polifunzionali ad “alta valenza socio-sanitaria” e fornire quindi servizi altamente professionali finalizzati a promuovere il benessere delle persone. Farmacie sparse in tutta Italia che hanno già partecipato al progetto hanno dimostrato quanto sia stato efficace intercettare una richiesta finora quasi totalmente inespressa da parte dei cittadini relativa al supporto psicologico. Tra le altre cose la crisi socioeconomica che ha colpito la nostra società ha infatti generato il paradosso di una crescente necessità di supporto psicologico dovuto all’abbassamento del tenore di vita combinato ad una minore possibilità economica da investire per arginare questo disagio. L’idea fondamentale consiste nel fornire al cittadino, attraverso un luogo così familiare e professionale come la farmacia, un servizio di consulenza e supporto psicologico gratuito per il cittadino al fine di rispondere e contrastare il crescente disagio psicosociale che caratterizza la nostra attuale società. La farmacia offre un servizio di prenotazione di consulenze gratuite per i cittadini reso da professionisti psicologi che si mettono a disposizione per una settimana, ognuna delle quali verterà su un tema specifico: • Gli stili di vita e salute: il fumo e le cattive abitudini;

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• L'alimentazione nell'equilibrio mente-corpo; • La nascita ed il benessere nella relazione genitori-figli • La lunga vita, malattia cronica e sostegno ai caregiver, • Cura di sé nell' equilibrio mente-corpo. La farmacia riserva uno spazio dove vengano garantite privacy e riservatezza necessarie allo svolgimento del colloquio psicologico. I progetti già realizzati dimostrano l’ottima risposta da parte dei cittadini che gradiscono ed apprezzano molto questo tipo di servizio per gestire tematiche che vanno dallo stress all’ansia, dalla depressione alla difficoltà genitori/figli o delle coppie. Il progetto “Psicologo in farmacia” per i cittadini ha il vantaggio che viene offerto loro un servizio totalmente gratuito di consulenza psicologica da parte di psicologi professionisti, per i farmacisti perché la farmacia offre un servizio certamente molto apprezzato dalla cittadinanza con i chiari vantaggi in termini di riconoscibilità ed impegno sociale e per gli psicologi perché lavorare all’interno di un luogo familiare, capillarmente diffuso sul territorio e riconosciuto come di alta valenza professionale li aiuta a far crescere nella società una corretta cultura rivolta al benessere psicologico ed alla figura stessa dello psicologo quale professionista dedicato a questo aspetto. ★



#CARDIOLOGO

Professor Dottor Vittorio Fabbrocini

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338.4086506

Dolore al petto

è sempre infarto? Molte altre cause possono causarlo. Un recente studio di un test per una rapida e sicura diagnosi.

"Dottore ho un dolore al petto da alcune ore; è un infarto?". "Ho avvertito una puntura al cuore per alcune ore". "Da questa mattina ho un dolore forte al torace, alla parte del cuore, che si diffonde al braccio sinistro". "Ogni volta che salgo le scale o cammino molto avverto un forte dolore al petto e devo fermarmi". Sono tutti interrogativi che spesso il medico del Pronto Soccorso di un Ospedale o quello di fiducia si sentono rivolgere da molte persone. Il motivo di queste domande è dovuto ad una maggiore conoscenza da parte della popolazione di quanto può accadere dopo un infarto cardiaco, caratterizzato proprio da quel tipo di dolore.

Le cause del dolore

Va però ricordato che un dolore al petto non sempre è segno di un infarto. Sono tante le cause che possono provocare la sintomatologia che interessa proprio quella parte anteriore sinistra del torace che viene interessata in occasione dell'infarto. Cercheremo di dare una breve esposizione delle principali cause che possono dare la stessa manifestazione al torace e che - secondo uno schema pratico - vengono distinte in Cause gravi, che richiedono un immediato intervento e quelle come Altre Cause.

Le cause gravi

Tra le gravi v'è innanzitutto l'Infarto miocardico. V'è poi l'Angina, la condizione dolorosa al petto provocata dall'insufficienza coronarica (Ischemia 16

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miocardica) che può precedere l'infarto subito o nel tempo. Vi sono poi: la Pericardite (una infiammazione del tessuto pericardico che circonda il cuore), l'Embolia polmonare, la rottura o la dilatazione dell'Aorta toracica (Aneurisma), e la Pleurite (infiammazione della pleura che avvolge il polmone).

Le altre cause

Tra le altre condizioni che possono provocare dolore alla regione precordiale ricordiamo le alterazioni muscolo-cheletriche, come le Discopatie e l'Artrosi cervicodorsale, le malattie interessanti l'addome: Pancreatite, colica biliare, ernia iatale, e ulcera gastrica. Vi sono poi le malattie riguardanti la mammella, e nevriti intercostali, non trascurando possibili condizioni contusive o di fratture costali a seguito di trami accidentali. Per tutte queste condizioni occorre certamente una cura ma è ben diversa ed urgente da quella che oggi viene attuata per la crisi infartuale, con notevole successo quando si interviene in tempo. Per questo motivo occorre una rapida diagnosi per poter valutare il tipo di dolore che presenta la persona che ricorre al Pronto Soccorso.

Gli accertamenti

Già da vari anni nel campo cardiologico sono stati fatti dei progressi notevoli per conoscere rapidamente se un soggetto ha in atto un infarto cardiaco, una crisi solo anginosa oppure un tipo di malattia non cardiaca. Tra le indagini strumentali in primo piano figura sempre l'Elettrocardiogramma,



#CARDIOLOGO affiancato dall'Ecocardiogramma, insieme ad indagini invasive, come la Coronarografia ed altre più moderne (Scintigrafia miocardica, Tomografia computerizzata). Un valido contributo nell'individuare la crisi infartuale in atto è dato sin dagli anni passati dagli esami di Laboratorio. Enzimi circolanti nel sangue, le Transaminasi, di cui il cuore è particolarmente ricco di Transaminasi GOT, mentre il fegato di Transaminasi GPT. Un aumento progressivo delle GOT nel circolo sanguigno dopo un dolore al petto nel tempo conferma una sofferenza cardiaca e l’infarto. Un ulteriore contributo nella diagnosi di infarto è pure da tempo venuto da un Isoenzima la Creatinchinasi-MB (CK-MB), concentrato prevalentemente a livello cardiaco. In caso di infarto inizia ad aumentare dopo circa 3 ore dall’evento.

La Troponina I

In queste ultime settimane si è parlato molto sulle TV e giornali di un Test per conoscere in poco tempo se una persona ha un infarto in atto. Si tratta dei risultati di uno studio pubblicato sulla rivista scientifica "THE LANCET" sulla Troponina tipo I ad alta sensibilità ed effettuato dai ricercatori della

Università di Edimburgo. La Troponina è un complesso proteico presente specialmente nel tessuto muscolare e cuore, composto da tre proteine: la Troponina I, la Troponina C e la Troponina T. Per processi infiammatori interessanti il cuore, come un infarto, si ha un aumento progressivo della Troponina I che inizia nell'arco di qualche ora. Ciò nell'ambito della positività anche degli altri accertamenti di Laboratorio che abbiamo elencato prima e di quelli strumentali (Elettrocardiogramma, Ecocardiogramma) si può accertare con molta rapidità se il soggetto in attesa di un responso medico ha in atto o meno un infarto. Un contributo diagnostico importante viene anche dalla sintomatologia infartuale, caratterizzata da un dolore improvviso alla regione sinistra del petto che può estendersi alla spalla e braccio sinistro o al collo, a seguito di uno sforzo, una emozione o stress psichico, ma anche a riposo. I vantaggi di questa ricerca sulla Troponina I sono molti sia per la immediata cura dell'infartuato e sia per poter liberare i Pronto Soccorso e le Unità Coronariche da quelle persone (si calcola il 40% tra quelli che ricorrono in emergenza) che non hanno alcun disturbi al cuore. ★





#ODONTOIATRA http://bit.ly/1kh4FtU

Dott. Vittorio Milanese Martedì e Giovedì dalle 13.30 alle 15.00

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Fallimento Implantare Rigetto o infezione batterica? Tra gli argomenti odontoiatrici più frequenti nelle discussioni da salotto c’è senz’altro il “rigetto” degli Impianti Dentali. Ma ATTENZIONE: per rigetto si intende una reazione da parte del sistema immunitario nei confronti di un qualcosa riconosciuto come estraneo. Questo può essere un organo, un tessuto (come nel caso di un trapianto) o un elemento inorganico; alcuni individui presentano delle sensibilità e/o allergie ad alcuni metalli non nobili, come ad esempio nel caso di alcuni gioielli. Gli impianti dentali sono realizzati con un metallo estremamente particolare: il titanio, con un elevato grado di purezza e decontaminazione della superficie. L’organismo non riconosce questo metallo come estraneo, anzi, "vede" questa struttura come propria e quindi ad essa ci si attacca intimamente. È ciò che fanno le cellule ossee rispetto alla superficie implantare (osteointegrazione). Questo metallo e' utilizzato in altre branche chirurgiche della medicina (ortopedia, neurochirurgia, chirurgia maxillo-facciale) quale sostituto di parti anatomiche o come mezzo di sintesi. Non è mai stata descritta in letteratura nessuna reazione avversa nè di natura allergica nè tanto meno di rigetto. Ma allora perchè si può perdere un impianto dentale? Non solo: perché spesso si identifica questo evento attribuendolo al fenomeno del rigetto? Vi sono quattro momenti nei quali si può verificare la perdita dell'impianto: Nei giorni immediatamente successivi all’intervento. Al momento della seconda fase chirurgica, passaggio che consente tramite una piccola incisione gengivale di accedere all’impianto e quindi procedere alle fasi successive (impronta e protesizzazione) (in media 2-3 mesi dopo il posizionamento) Al momento della protesizzazione dell’impianto (in media 4 mesi dopo il posizionamento). Nei mesi e negli anni successivi.

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Trascurando una modesta percentuale di "mancata osteointegrazione" (circa 3%), attribuibile a svariate cause, spesso difficili da identificare, analizziamo nel dettaglio le cause più frequenti. Nel primo, secondo e quarto "momento di perdita",

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la causa primaria di perdita di un impianto e' la stessa: l'infezione batterica. L'infezione batterica dei tessuti duri e molli intorno all’impianto è la causa più importante di perdita di un impianto osteointegrato. L'infezione batterica non ha nulla ha a che fare con il fenomeno del rigetto. Le cause dell’infezione batterica sono molteplici e dipendono da alcuni fattori: Preparazione inadeguata all’intervento, approccio chirurgico non sterile, errata preparazione del cavo orale del paziente all’intervento Errata profilassi antisettica e antibiotica pre e post chirurgica, scorretta condotta post-operatoria da parte del paziente. Inadeguato mantenimento di una corretta igiene domiciliare e del mantenimento igienico professionale nel tempo. Oltre all'infezione batterica, che rappresenta la causa principale e più frequente di perdita di un impianto dentale, esistono una serie di cause secondarie, che spesso agiscono come co-fattore nel favorire o accellerare i fenomeni infettivi; tra i piu' significativi ricordiamo il fumo di sigaretta e il trauma da occlusione. I processi infettivi che colpiscono un impianto dentale sono gli stessi che colpiscono anche i denti naturali, portandone alla perdita, come si verivica nella malattia parodontale (parodontite o piorrea). Gli impianti sono strutture che, a differenza del dente naturale, non hanno capacità di difesa poiché non sono strutture vitali. Per questo motivo se i denti naturali (struttura dente + tessuti di sostegno) sono in grado di contrastare per molti anni la malattia parodontale (parodontite o piorrea) gli impianti non sono in grado di fare altrettanto e quindi la loro sopravvivenza, in bocche ammalate di parodontite, è assolutamente precaria. Da quanto esposto si può intuitivamente comprendere che il rigetto è un evento privo di responsabili e di responsabilità, mentre l’infezione è un evento che riconosce spesso dei responsabili. Attribuire al rigetto la causa principale della perdita di un impianto dentale e' una affermazione falsa, spesso utilizzata in alternativa ad una corretta informazione.

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Fonte: SOS dentista



#FISIOTERAPIAPEDIATRICA

Dott.ssa Roberta Esposito 339.8719035

roberta.espositofkt@gmail.com

Dalle mani al cuore: Il massaggio infantile “le mani della mamma e del papà aiutano, stimolano, sfiorano, avvolgono, giocano, guidano, insegnano, odorano di buono.”

Il massaggio non è una tecnica, ma è un modo di stare con il proprio bambino. È un momento in cui si da e si riceve amore. È un’antica tradizione, presente in culture di molti paesi, che negli ultimi anni è stata riscoperta e si sta espandendo anche nel mondo occidentale, divenendo oggetto di frequenti ricerche in campo scientifico. Infatti, partendo dal presupposto che il tatto è il primo senso a svilupparsi nell’utero materno ed è l’ultimo a lasciarci, l’evidenza clinica e le recenti ricerche hanno confermato l’effetto positivo del massaggio sullo sviluppo e sulla maturazione del bambino a diversi livelli. Il massaggio è un meraviglioso sistema per favorire la salute e la crescita infantile.

I benefici del massaggio

• Rilassamento: migliora il ritmo sonno - veglia, la capacità di consolarsi e di adattarsi ai diversi cambiamenti ambientali, aiuta a regolare gli stati comportamentali. • Sollievo: aiuta il bambino a liberarsi dalle tensioni provocate da situazioni nuove e piccoli 24

malesseri come le coliche intestinali, stipsi, dolori dovuti alla dentizione ecc. • Stimolazione: il massaggio stimola e fortifica e regola il sistema circolatorio, respiratorio, muscolare, immunitario, gastrointestinale, e aiuta allo sviluppo delle capacità comunicative. • Interazione: offre la possibilità ai genitori di conoscere il corpo del proprio figlio e di imparare a sapere leggere i suoi segnali di disagio e di stress; è un’occasione per entrambi di sentirsi profondamente uniti e in armonia.

100% FITNESS MAG • Novembre 2015

A chi è destinato il corso?

A genitori con bambini da 0 a 12 mesi, ma si predilige l'età tra 1-9 mesi quando i bambini non gattonano ancora.

Come possono imparare i genitori?

L’insegnamento del massaggio avviene in piccoli gruppi o se si preferisca in sedute individuali. Il corso consiste in cinque incontri di un’ora circa. È un’esperienza veramente unica, un tempo qualitativamente prezioso per i genitori e il loro piccolo. Da non perdere assolutamente!!! ★



#PEDIATRA

Dott. Carlo Alfaro

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Pediatra

La pediculosi

quel maledetto prurito alla testa…

Tutto quello che volete sapere sui pidocchi La pediculosi è una infestazione cutanea e del cuoio capelluto provocata da insetti del genere “pidocchio”. I pidocchi sono piccoli parassiti che vivono solo sull'uomo e si nutrono succhiandone il sangue. Depongono le uova attaccandole al fusto dei capelli o dei peli, alla base dei quali si ancorano grazie agli uncini posti sulle zampe. Esistono in natura tre specie diverse di pidocchi: quello della testa (Pediculus capitis), quello del corpo (Pediculus humanus) e quello del pube (Phthirus pubis o “piattola”): quest’ultimo vive e si riproduce nel pelo del pube, delle ciglia e delle sopracciglia. La grandezza è di uno-tre millimetri, quindi sono molto piccoli, ma visibili ad occhio nudo. 26

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La forma del corpo è appiattita, e ha sei arti, alla cui estremità si trova un'unghia a forma d'uncino, con la quale si fissa sul capello. L'apparato buccale è costituito da un rostro pungente atto alla suzione. Il rostro introdotto nella cute si fissa attraverso piccoli denti mobili. La testa presenta due piccole antenne che hanno il compito di rilevare la temperatura ed orientare il parassita nell'individuare il cibo ed il partner, ed un rudimentale apparato visivo che probabilmente ha lo scopo di percepire soltanto le variazioni di luce, infatti la deposizione delle uova avviene al buio. Habitat naturale del pidocchio è la cute umana, soprattutto quella del cuoio capelluto e delle zone ad alta densità di peli, dove il calore, l’umidità ed il buio costituiscono le condizioni ottimali per la sua riproduzione. La giusta temperatura dell'organismo ospite è un fattore di vitale importanza, infatti il pidocchio abbandona immediatamente la testa in caso di forte rialzo termico. Fuori dal suo habitat il pidocchio ha solo poche ore di vita. Il ciclo vitale del pidocchio è di circa 1 mese e si sviluppa in 3 fasi: la fase delle uova o lendini, la fase delle ninfe e la fase adulta. L'intero ciclo di vita è di venti giorni per il maschio e quaranta per la femmina. Le uova possono vivere per più di 2 settimane sull’uomo. Le uova sono fissate alla radice dei capelli mediante una secrezione vischiosa insolubile all'acqua. La schiusa delle uova avviene dopo circa dieci giorni dalla deposizione (7-14). Il pidocchio diventa adulto e riproduttivo dopo due settimane. La femmina depone circa dieci uova al giorno per tutta la sua esistenza. La pediculosi rappresenta una infestazione comune: dai 6 ai 12 milioni di bambini tra i 3 e gli 11 anni ne vengono colpiti ogni anno nel mondo, sia nei Paesi ricchi che in quelli in via di sviluppo. Sono più colpiti i bambini in età prescolare e scolare (3-11 anni) e le bambine più dei maschi, probabilmente a causa dei capelli lunghi. La propagazione avviene solo per contatto diretto (non volano da una testa all’altra!), direttamente da persone già infestate oppure attraverso contatto



#PEDIATRA

con i loro capi di abbigliamento come cappelli, sciarpe, cappotti, o la biancheria da letto come cuscini e lenzuola, o effetti personali come pettini. Le condizioni ideali per la trasmissione dei pidocchi vengono a crearsi quando, in una comunità in genere sovraffollata, si vive in promiscuità, a stretto contatto. Il pidocchio del capo si diffonde perciò facilmente nell'ambito di un nucleo familiare, specialmente se numeroso, o nelle comunità infantili tra i bambini. Naturalmente trasmissioni accidentali di pidocchi possono avvenire in molti altri modi, per esempio in locali pubblici o mezzi di trasporto particolarmente affollati, ma anche in maniera indiretta attraverso cuscini, imbottiture di sedie e poltrone, materassi, coperte, asciugamani, abiti, spazzole, pettini e tavolette del water nei bagni pubblici. Da un punto di vista epidemiologico, però, questi casi ricoprono una scarsa importanza, anche perché i pidocchi vivono poco al di fuori del loro habitat. Il meccanismo di trasmissione principale rimane dunque il contatto diretto. I pidocchi non sono sinonimo di sporcizia! Possono colpire chiunque, indipendentemente dall’età, la classe sociale e il

grado di igiene personale o lo stato di pulizia degli ambienti casalinghi. È da sfatare il mito che la pediculosi sia indice di scarsa pulizia, infatti sembra che il capello più sporco, cioè con maggiore quantità di sebo sulla sua superficie, sia meno recettivo al pidocchio! I pidocchi sono specie-specifici: è impossibile essere infestati dai pidocchi degli animali, come quelli del cane o del gatto, in quanto ogni specie ha i suoi pidocchi. Unica fonte di nutrimento per il pidocchio è il sangue umano, che aspira pungendo il tessuto cutaneo. Durante la puntura, il pidocchio secerne una sostanza che ha la proprietà di anestetizzare la cute, per cui la presenza del parassita non viene avvertita, e inietta inoltre una sostanza anticoagulante che rende il sangue fluido durante la suzione. La suzione si protrae per diverse ore; la quantità succhiata è di circa 1 mg, un'enormità rispetto alla massa del parassita. Il pidocchio compie “il prelievo” due volte al giorno e per tutta la durata della sua vita. dulti.

continua sul prossimo numero



#DERMATOLOGO

Dott. Michele Del Vecchio info@healthpark.it

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Macchie cutanee Ecco cosa fare

Sole, fumo e invecchiamento sono alcune delle cause della comparsa delle discromie cutanee, quelle antiestetiche macchie brune che spesso fanno capolino sulla pelle del viso. Ebbene, oggi è possibile rendere nuovamente uniforme il nostro volto attraverso numerose metodiche, da personalizzare in base ad ogni singolo paziente. Tra le diverse possibilità di trattamento ricordiamo le creme schiarenti che il paziente applica presso il proprio domicilio, ed i trattamenti specialistici che il medico esegue presso l’ambulatorio, come i peeling, che permettono una esfoliazione controllata della macchia, attraverso l’applicazione di varie preparazioni chimiche senza 30

necessità di anestesia poichè l’intervento provoca solo un bruciore transitorio.I trattamenti ambulatoriali sono utili anche per attenuare altre macchie come il melasma, molto spesso causato da trattamenti ormonali o dalla gravidanza. Tra le metodologie correttive più innovative ricordiamo: i Laser ND: YaG e CO2 e le metodiche di Luce Pulsata ad uso esclusivo medico. Il Laser consiste in un fascio di potente energia che viene trasferita attraverso il derma all’interno dei tessuti. Il Laser CO2, nello specifico, viene utilizzato come un bisturi per correggere differenti tipi di imperfezioni. Esso genera un raggio che viene captato in modo

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selettivo dall’acqua presente nell’ epidermide: l’acqua viene quindi trasformata in vapore, consentendo la rimozione della lesione interessata a strati successivi senza danni al tessuto circostante. Non è una metodica dolorosa ed è eseguita in ambulatorio. Gli inestetismi possono in questo modo essere corretti senza danneggiare la pelle e con una sensazione di fastidio superficiale molto leggera. La metodica a Luce Pulsata invece è ottimizzata per la produzione di uno spettro di luce in due bande per le lesioni vascolari e per le lesioni pigmentate di vario genere. Modificando la sorgente laser possono inoltre essere trattati numerosi inestetismi quali cicatrici da acne, angiomi, rughe e smagliature oltre a rimozione di capillari e di peli superflui. Ogni tipologia di laser viene impiegata da un chirurgo plastico professionista in relazione alla problematica individuale: lo stesso laser non corregge i medesimi inestetismi. Per questo motivo è necessario ricordare ancora una volta che un rapporto di fiducia con il proprio medico è indispensabile. Per saperne di più contatta HEALTH PARK – Andrea Grimaldi Group al numero verde gratuito 800 97 40 00 oppure vienici a trovare a Sorrento, siamo in Piazza Lauro n.30-31-32. ★





#NEUROPSICOMOTRICISTA http://bit.ly/1bjyYJp

Dott.ssa Daniela Caiafa

Lunedì e Sabato dalle 9.00 alle 13.00

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Bambini iper impegnati Una canzone dello Zecchino d'oro faceva pressapoco così “.... e inoltre mi hanno iscritto anche ad un corso di kung-fu, sfruttando l'ora buca tra chitarra e ciclo cross e veramente troppo io non ce la faccio più, mi serve una ricarica per tirarmi su....” Ecco come si sentono i bambini non appena finisce l'estate. Ricomincia la scuola con tutto l'impegno che ne deriva: ore seduti ed ascoltare, compiti a casa e infine mille e una attività extra scolastica. I bambini dal totale relax sono travolti da una serie di attività. Non hanno più il tempo per giocare con ciò che desiderano, per leggere un buon libro o semplicemente per annoiarsi.

Ma come mai i nostri figli hanno un'agenda così fitta?

Noi adulti ci affanniamo cercando di intrattenere e stimolare con mille attività i bambini fin dalla culla, ma, in realtà, per loro sarebbe molto più salutare iniziare a tollerare e gestire autonomamente un po’ di noia. I più piccolini, magari, davanti alla nostra indifferenza potrebbero protestare piangendo, i più grandicelli continuando a perseguitarci con la tanto odiosa frase “E ora che faccio?”, ma è importante che imparino ad organizzarsi da soli, trovando dentro di sé le risposte ai loro problemi. Ciò eviterà anche situazioni paradossali che 34

ci capita troppo spesso di ascoltare al telegiornale e che hanno come protagonisti ragazzini che per “noia” commettono azioni pericolose per sé e per gli altri. Aguzzare l’ingegno per inventarsi dal nulla qualcosa da fare è un’esperienza formativa, che stimola fantasia e creatività, insegna ad essere pazienti e permette anche di guardarsi dentro, scoprendo passioni o abilità nascoste. Anche se potrebbe farci comodo, cerchiamo anche di non proporre come passatempo tv o videogiochi. Nella nostra società si va sempre di fretta e i genitori spesso si adeguano, cercando di far crescere presto i loro bambini, magari bruciando anche qualche tappa. Bambine di otto anni che sono orgogliosissime di conoscere già tre lingue straniere e che frequentano anche un corso di pattinaggio, ma che non hanno neanche una Barbie. Se la scuola è inevitabile, come anche lo stress per compiti e interrogazioni, facciamo in modo che le attività extrascolastiche siano vissute con entusiasmo e gioia, ricordando sempre che i nostri bambini hanno diritto anche ad un po’ di tempo realmente libero da ogni impegno per rilassarsi, giocare e perché no, annoiarsi!

Come scegliere, allora, a quali corsi iscriverli?

Non imponiamo loro quelli che sarebbe piaciuto frequentare a voi alla loro età, non sovraccaricateli di ansie da prestazione. Fate in modo che un’opportunità

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di svago e socializzazione diventi anche l’occasione per imparare quanto l’impegno sia più importante del risultato. Rispettate la natura, gli interessi e le preferenze dei vostri figli, evitando di farli sentire a disagio. Senza mai imporre loro nulla, aiutateli a scegliere un’attività che permetta loro di esprimere la loro personalità. Per un bambino più aggressivo, per esempio, potrebbe essere adatto uno sport che lo aiuti a canalizzare quest’impulso, nel rispetto dell’altro e delle regole, per esempio le arti marziali. Per chi è più introverso, invece, potrebbe essere utile un corso di pittura, che lo aiuti a comunicare in modo alternativo alle parole, esprimendo le proprie emozioni, ma anche uno sport di squadra che lo incoraggi ad aprirsi di più e a fidarsi degli altri.

Quali sono i rischi per bambini troppo impegnati?

Ovviamente stanchezza; impossibilità di recuperare e staccare tra un’attività e l’altra; stress; insufficienza di tempo realmente libero da dedicare anche a chiacchierare in famiglia o con gli amici. Spesso noi adulti, abituati a fare acrobazie tra mille impegni, pensiamo che anche i nostri figli debbano sempre essere impegnati a fare qualcosa, ma stiamo attenti a non attribuire ai più piccoli la nostra insoddisfazione e il nostro stress. ★



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Il magico

bicarbonato

Naturale, economico, ecologico, benefico per la salute. Una sostanza bianca e cristallina, il suo nome è bicarbonato di sodio detto comunamente “soda”, utilizzata prima dagli antichi Egizi migliaia di anni fa; dai Greci ai romani e che ha ancora vaste potenzialità di impiego nel futuro, anche se oggi non è valorizzato e utilizzato come meriterebbe. Gli egiziani raccoglievano questo materiale sulle sponde dei laghi salati africani, in particolare nella zona Wadi al-Natrun, da cui il nome e vi producevano sapone, per tingere e pulire i tessuti, per fabbricare il vetro, per la pulizia, per curare tanti disturbi come quelli alla pelle. Alla fine del 1700 Nicolas LeBlanc elaborò una formula per ottenere la sostanza artificialmente usando sale, acido solforico, carbone e pietra calcarea ma risultò un metodo complicato e pericoloso poiché si utilizzavano temperature elevate e vi era la produzione di residui molto tossici. Nella seconda metà del 1800, Ernst Solvay, elaborò un sistema più semplice, meno pericoloso ed economico, così s’impose in tutta Europa e ancora oggi l’impresa Solvay è attualmente un gruppo chimico e 36

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farmaceutico di portata mondiale. Il bicarbonato di sodio è una sostanza leggermente alcalina poiché il suo pH è pari a 7, sapevate che il nostro corpo utilizza il bicarbonato come sostanza tampone per mantenere il sangue nel giusto equilibrio acido-basico? Significa che contrasta l’acidosi nell’organismo, cioè quell’eccesso di acidità che a lungo andare rischia di provocare danni. Contrasta l’acidità di stomaco, è contenuto naturalmente nella saliva perché contribuisce a ostacolare la formazione della placca batterica che può danneggiare i denti, serve a combattere la micosi o la proliferazione di batteri o le punture degli insetti. Chi di voi non ha mai utilizzato questa sostanza per “igienizzare” frutta e verdura? E non è finita qui, la struttura fisica del bicarbonato è cristallina e poiché i cristalli sono “morbidi” e facilmente solubili in acqua, strofinato sulle superfici da trattare, il bicarbonato aiuta a togliere la patina grigia, le macchie, il grasso. Però, attenzione, in commercio esistono vari tipi di bicarbonato, alcuni sono a grana sottile e altri più grossi, quest’ultimi ottimi per le pulizie domestiche e i primi per l’igiene personale e gli altri usi. Molte acque di uso quotidiano sono particolarmente “dure” in quanto troppo calcaree e ricche di calcio e magnesio, gli apparecchi “addolcitori” sfruttano dei filtri a base di sali e il bicarbonato, essendo un sale, aiuta a rendere l’acqua meno pesante. Quante volte le nostre nonne hanno utilizzato questa sostanza per rendere pelle o bucato più morbidi? Bastava aggiungere un pizzico di polvere bianca nell’acqua. Siete curiosi di scoprire altre funzioni di questa polverina “magica”? Eccovi un’altra chicca. Esso ha un forte potere assorbente nei confronti degli odori, perché non avendo nessun odore, “incorpora” gli altri annullandoli, per questo è molto efficace come deodorante del corpo, poiché essendo il sudore un liquido acido, a contatto con una sostanza basica il tutto si annulla (equilibrio acido-basico) e infatti, per la sua capacità assorbente, il bicarbonato ha effetto deodorante



#NATUROPATA

anche negli spazi chiusi come scarpiere, pattumiere, garage o addirittura è in grado di assorbire l’umidità e quindi contrasta la muffa sui muri o sui vasi. “State facendo un dolce e vi manca il lievito !!!"… no problem … basta un pizzico di bicarbonato nell’impasto, la sostanza a contatto con la farina inizierà a produrre del gas che farà gonfiare il glutine. “Aiuto, la casa è invasa da formiche e per di più hanno voglia di mangiare il dolce che state preparando!!!" … e voilà … acqua e bicarbonato, un cocktail che può essere utilizzato anche per allontanare le formiche, questi insetti per orientarsi seguono l’odore lasciato dalle altre formiche, spruzzando il prodotto, questa traccia verrà cancellata e gli insetti restano disorientati, disperdendosi. “Siete distrutte dal troppo lavoro in cucina e dal combattimento con le formiche !!!” … riempite la vasca con acqua non troppo calda (37° - 38° C), versate mezza tazza di bicarbonato e mescolate con cura, immergetevi per almeno 15 minuti, verrete invasi da un effetto rigenerante, tonificante, rilassante e sarete morbidosi come un peluche. È conosciuto da tempo il suo potere “sbiancante”, infatti viene sfruttato anche dai dentisti, tutto questo è reso possibile grazie alla proprietà leggermente

abrasiva, utile a rimuovere la placca e le macchie, non altera il colore naturale dei denti ma aiuta a renderli più puliti e brillanti. Versate un po’ di bicarbonato sullo spazzolino già umido e strofinate sui denti, ovviamente non va fatto troppo spesso altrimenti si solleciterebbe eccessivamente lo smalto, quindi non più di 2-3 volte a settimana. Alcuni malanni stagionali rendono difficile la respirazione e provocano l’arrossamento delle mucose del naso, della bocca e della gola, un rimedio semplice e naturale sono i suffumigi, un vero toccasana per ridurre la congestione delle vie respiratorie; bollite una pentola piena di acqua, raggiunto il bollore spegnete e versate due cucchiai di bicarbonato, testa sulla pentola e copritevi con un asciugamano per non disperdere i vapori, rimanete per 10 minuti. Ho citato solo alcuni pratici e semplici utilizzi del bicarbonato di sodio, ma i suoi usi sono infiniti e in vari campi; salute e benessere, pulizia e igiene, bellezza e cosmesi, cucina e ricette. Mi vien da concludere che, i tradizionali rimedi della nonna sono sempre efficaci, del tutto naturali, molto economici e… la “NONNA” ha sempre ragione!!! ★



#FITNESS Nello IACCARINO

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Superlavoro per gli Ortopedici (e non solo) Nel prossimo futuro ci sarà un superlavoro per gli Ortopedici e per tutti i Professionisti che operano sulle patologie del rachide. Innanzitutto occorre dire che già lo Stato, tagliando consistenti fondi alla Sanità, di fatto impedisce od ostacola la prevenzione a vaste fasce della popolazione. Quando frequentavo la scuola media, ogni anno i medici dell'ASL effettuavano uno screening della popolazione scolastica allo scopo di evidenziare eventuali patologie. Ricordo che, in caso di paramorfismi (torace carenato, ipercifosi,dorso piatto, iper e ipolordosi, scapole alate, eterometria degli arti inferiori, piede piatto, piede cavo, ecc) o dismorfismi (scoliosi a curva unica, a curva doppia, ecc), i medici ovviamente allertavano le famiglie, le quali si attivavano subito per impedire l'aggravamento dei problemi dei loro figli. Tutto questo a distanza di 40 anni adesso non c'è o è demandato all'occhio clinico del Pediatra o a visite gratuite promozionali di alcuni Centri Fitness. La scoliosi è una patologia ad origine multifattoriale e si instaura molto spesso all'inizio della pubertà (colpisce maggiormente il sesso femminile); essa se non diagnosticata in tempo, evolve rapidamente e l'ortopedico consultato in estremo ritar40

do, molto spesso indirizzerà il soggetto verso il busto. A volte qualche genitore si accorge del problema e come soluzione (?) fa fare nuoto al/la figlio/a credendo che esso sia correttivo. Purtroppo ci sono ampi e datati studi scientifici che sconfessano tale credenza. Sarebbe bello se uno sport lo fosse; sfortunatamente l'acqua delle piscine non è quella di Lourdes. Alla mancanza o ridotta propensione al movimento, dovuta all'eccessivo uso dei mezzi informatici che genera sovrappeso ed obesità, si contrappone l'eccesso di attività di sport aerobici (maratona, ciclismo su strada, ecc) che, se svolti in età giovanile, minano il bagaglio di densità ossea futura del soggetto e lo predispongono a future patologie osteo-articolari (oltre a quelle metaboliche). Anche coloro che fanno un eccessivo uso di cortisonici (asmatici, ecc) nel tempo si predisporranno ad un'osteoporosi secondaria. L'uso di tacchi alti (anche oltre 10 cm), dettato dalla moda del momento pone seri problemi al rachide e darà superlavoro agli Ortopedici. Il tacco alto modifica la postura del soggetto, perchè il corpo deve sempre trovare un equilibrio e lo trova nella patologia (legge di Delpech); ovviamente i primi tratti cervicali (atlante ed

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epistrofeo) e le vertebre lombari sono quelli che più soffrono l'uso del tacco alto. L'articolazione femoro-tibiale, subisce un aggravio di carico dovuto alla variazione del baricentro del soggetto; il peso del corpo si sposta in avanti e può, nel tempo, far scivolare in artrosi tale articolazione. Infine tutti sanno che la popolazione mondiale sta invecchiando rapidamente soprattutto in Italia (seconda solo al Giappone). Ad aggravare questo quadro incidono le pensioni (6,6 milioni di anziani Italiani hanno pensioni al di sotto di 1000€) ed i tagli attuali e futuri mineranno ancora di più il welfare. Ne conseguirà che la prevenzione sarà sempre più una chimera e quindi, se si instaurerà una patologia, essa tenderà ad aggravarsi e cronicizzare. Concludendo, al lavoro degli Ortopedici (che già si occupano dei traumatismi) si aggiungerà quello: 1. sulle artrosi (giovanili e senili dovute ad eccesso di carico); 2. sulle osteopenie e osteoporosi (giovanili e senili dovute a mancanza di carico); 3. sulle patologie del connettivo (tendiniti, ecc). ★



#WELLNESS

Ernesto Lupacchio

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Central Fitness Club 1, 2, 3

Morire giovani… il più tardi possibile. La forza, l’integrità e la felicità di una nazione è direttamente proporzionale allo stato di salute dei suoi cittadini. M. Gandhi

Come si fa ad invecchiare e vivere a lungo restando giovani? Non ci sono segreti particolari: felicità, amore, stile di vita orientato al benessere con attività fisica regolare e una corretta alimentazione sono gli ingredienti principali per vivere una vita ricca di gioie, gratificazioni e in piena salute. E, a proposito di alimentazione, in questi giorni si sta parlando tanto delle conclusioni dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) sul rischio della salute nell’assunzione di carne rossa e carne lavorata, anche se a me sembra che sia stata scoperta l’acqua calda, infatti si è sempre saputo che l’abuso di questi alimenti sicuramente nuoce al nostro organismo. “Vi sono cibi che ammalano e cibi che guariscono”. Sappiamo tutti che mangiare carne o pesce non è la stessa cosa che mangiare frutta o verdura: i primi sono prodotti “di cadaveri”, animali in via di decomposizione, intrisi di violenza, di terrore, di adrenalina, di pro42

dotti chimici e farmacologici e, come tali, a dosi massicce, non possono che produrre intossicazione, malattie, inquietudine; i secondi sono alimenti vivi, colorati, profumati, carichi di energia solare, di elettricità, la parte migliore e più bella della natura e, come tali, portatori di vita, di armonia, benessere e bellezza. I risultati degli studi dell’OMS, hanno evidenziato proprio gli effetti negativi di alcuni alimenti: “La carne rossa – e, in particolare, la carne rossa lavorata - è un cancerogeno umano, cioè è in grado di indurre mutazioni a livello del DNA delle cellule. Una gran mole di studi condotti nel tempo ha dimostrato che un consumo abbondante di carne rossa, soprattutto se lavorata e cotta ad alte temperature,

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aumenta il rischio di sviluppare molte malattie, prima fra tutte il cancro al colon-retto. È bene quindi limitare il consumo di proteine animali e sostituire la carne rossa, ogniqualvolta possibile, con pollo o pesce, o meglio ancora, con proteine vegetali, come i legumi e la soia. Infine, vanno fortemente limitate, se non evitate, le carni lavorate come i salumi e quelle molto cotte. In generale tre quarti di ciò che mangiamo complessivamente dovrebbe essere costituito da cibi vegetali”. In genere si fa sempre poca attenzione a ciò che viene ingerito, raramente si pensa che quella sostanza diventerà parte di noi e che condizionerà i nostri processi chimici, biologici, energetici e, perché no, spi-



#WELLNESS

rituali. Quando il nostro organismo non è più in grado di eliminare le tossine introdotte e accumulate si manifesta la malattia nella parte più debole dell’organismo. Io penso che bisogna trovare sempre il giusto equilibrio. Mangiare bene non significa privarsi di tutto ciò che ci piace ma, a volte, è bene assaporare sempre senza abusare, anche ciò che ci fa sentir bene solo gustando quello che mangiamo. Come dice il giornalista Francesco Maria Del Vigo, “non possiamo vivere una vita da malati per paura di ammalarci. Il salutismo esasperato preventivo potrebbe essere, a sua volta, un morbo. Ovvio che sia salutare osservare dei comportamenti virtuosi, ma di questo passo ci preoccuperemo troppo al primo raffreddore per evitare che arrivino altri devastanti virus. Dobbiamo rassegnarci a vivere senza ammazzarci di piaceri, ma anche senza ammazzare i piaceri. Come diceva in un aforisma Woody Allen: “Ho smesso di fumare, vivrò una settimana in più. E in quella settimana pioverà a dirotto”. 44

Si può vivere mangiando semolino in brodo e bevendo acqua naturale rigorosamente a temperatura ambiente?” è giusto sapere però che le cause principali di tumore sono, oltre al cibo, soprattutto il fumo, l’alcool e l’inquinamento, per cui sarebbe bene evitare tutto ciò insieme alle droghe e, secondo me, le medicine che spesso, prendiamo appena accusiamo un disturbo o un sintomo un po’ più forte. Il corpo umano è una macchina troppo perfetta per non sapersi curare da solo per le problematiche più semplici, e invece noi subito corriamo dal medico … e giustamente lui cosa ci può proporre? Pillole, compresse, sciroppi, fiale, etc. D’altra parte, se andiamo dal macellaio ci dà la carne…se andiamo dal salumiere ci dà il salame e prosciutto…e allora??? Alla luce di queste riflessioni, si è radicato nella mia mente un solo binomio “benessere e moderazione” che, da oggi, caratterizzerà il percorso dei giorni che verranno e che, spero, rientri anche nei principi basilari della vostra vita. “Moderazione e benessere” significa non rinun-

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ciare a nulla e avere tutto, nella giusta misura; assaporare i piaceri della vita senza cedere alle sue lusinghe; dare alla mente e al corpo i nutrienti e le esperienze più piacevoli e rilassanti; armonizzare lavoro e rispetto di sé, tradizione e innovazione. Se qualcuno pensa che una vita così potrebbe essere piatta e noiosa mi dica che senso ha bere fino ad ubriacarsi, mangiare tanto da vomitare, non mangiare nulla e rischiare di morire, fumare fino allo sballo… Scendere alla fermata giusta rende piacevole il viaggio e apre orizzonti sempre nuovi al nostro futuro. ★

Evitate di trovare il piacere nel cibo e cercatelo nello sport, nella lettura, nel dialogo e nelle cose belle della vita.



#FILOSOFIA domenico.casa2@tin.it

Domenico Casa 339.3318463

Consulente filosofico

Kant e la filosofia del "limite" "Su un muro della stazione Sévres-Babylone ho visto uno strano graffito: dio ha voluto ineguaglianze, non ingiustizie, c'era scritto. Mi sono chiesto chi potesse essere quella persona così bene informata sulle intenzioni di Dio." Così scrive, con il suo noto sarcasmo, Michel Houellebecq, nel suo romanzo "Estensione del dominio della lotta" (Bompiani). Ma la sorpresa (apparente) dello scrittore francese sulla presunzione di chi ritiene di conoscere le intenzioni di Dio, o addirittura la sua natura profonda, non ha più ragion d'essere da quando KANT, nella sua "Critica della ragion pura", ha individuato il limite invalicabile della conoscenza umana, limite che da oltre due secoli non è stato mai messo in discussione e superato, se si eccettuano alcuni passi in avanti, sia pure piccolissimi, relativi alla conoscenza dell'universo. Secondo il filosofo di Konisberg, infatti, si può conoscere unicamente ciò che si ricava dall'esperienza filtrata attraverso due modalità conoscitive proprie dell'uomo, lo spazio e il tempo. Si tratta di quello che egli definisce "mondo fenomenico" al di là del quale vi è una realtà "pensabile ma non conoscibile". Kant lo definisce mondo "noumenico" o "della cosa in sé", un mondo cioè su cui si possono fare tutte le congetture possibili che non saranno, però, mai riconducibili a verità certe e oggettive come quelle 46

della matematica e della fisica. Le "realtà" inconoscibili che costituiscono il mondo noumenico sono Dio, anima e mondo (intendendo con questo termine l'universo). Fino a Kant, la pretesa di dare ad essi un fondamento, ha prodotto tre presunte scienze: la teologia razionale, la cosmologia razionale, la psicologia razionale, dove quel razionale è da intendersi l'esercizio astratto della ragione senza alcun elemento concreto tratto dall'esperienza. Coloro che si sono avventurati a costruire le tre presunte scienze, potrebbero essere paragonati a Icaro nella sua corsa verso il sole con ali di cera. Il suo tentativo, si sa, fallì tragicamente. Come falliti sono i tentativi metafisici durati secoli, almeno da Parmenide a Cartesio. In realtà Kant vuole dire che quando "ragioniamo" di Dio, anima e mondo, possiamo affermare tutto e il contrario di tutto, non essendo in possesso di dati ed elementi a sostegno di una tesi anziché di un'altra. Per quanto riguarda il primo oggetto, tralasciando la filosofia, buona parte della teologia contemporanea concorda contrariamente a quanto è stato fatto nei secoli trascorsi, quando di Dio si era dato il concetto e l'immagine - con il primo comandamento, che vieta addirittura di pronunciarne il nome. Chi legge "Io e Dio" del teologo e scrittore Vito Mancuso, arriverà alla fine della lettura quasi con un senso di frustrazione, determinato dalla

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delusione di essere rimasto al di qua e di avere alimentato la convinzione della "morte" del Dio costruito a immagine dell'uomo. E l'anima cos'è? E' mortale, immortale, creata da un ente superiore o è smplicemente legata al pensare che ha sede nel cervello? L'universo è finito o infinito? Creato o increato? Risposte non ce ne sono e non ce ne saranno, fino a quando la natura conoscitiva dell'uomo resterà – ed è sicuro che resterà tale – quella che viene sperimentata quotidianamente. Tutto qui? Assolutamente no. L'uomo continuerà a cercare e a dibattere, nella consapevolezza, tuttavia, che di quelle realtà non potrà mai avere una certezza scientifica. Ed inoltre, ne "La critica della ragion pratica", Kant apre le porte alla speranza. "È ragionevole pensare che", oltre i limiti e la prigione in cui gli uomini si dibattono, esista un'altra sfera di esistenza dove potrebbero essere disvelate molte cose di cui qui si rimane ignoranti. ★



#POETA

Salvatore Spinelli

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Poeta

La leggenda di San Martino Ovvero l’estate di San Martino

Era un novembre freddo e piovoso, il giorno undici per la precisione, quando un cavaliere fiero, coraggioso, faceva ritorno alla sua magione. In un ampio mantello avvolto che gli copriva parte del volto, in quella giornata uggiosa vide a terra muoversi qualcosa. Un povero vecchio di stracci coperto mal reggeva la forza del vento, soffriva, aveva il fiato corto e gli occhi rossi dallo spavento. Di fronte a quella scena di dolore a Martino gli si strinse il cuore, ed essendo lui di bontà campione, subito trovò la giusta soluzione. Sceso subito dal suo cavallo disse: “Amico, su, fatti coraggio, tagliò in due il suo mantello coprì l’uomo e riprese il viaggio. “Del vostro grande gesto d’amore Dio ve ne renda merito, signore” -disse l’uomo- e immantinente non si vide più, sparì in un niente. Proseguendo nel gelo il suo cammino smise di piovere, il vento cessò, la cosa meravigliò molto Martino e intanto anche il Sole spuntò.

Così a quel tempo brutto, cattivo, subentrò un insolito caldo estivo tanto che Martino, col tempo bello si tolse la metà del suo mantello. Il Signore nell’infinita Sua bontà, volle premiare quell’atto di carità: questa è l’estate di San Martino dove anche il mosto diventa in vino.

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#ECONOMIA 338.4716155

Giovanni Fontanarosa Laureato in Economia Aziendale Consulente Finanziario iscritto all'albo nazionale

Come ottenere rendimento nel turbinio dell'attuale mercato economico

Come deve muoversi oggi il risparmiatore italiano per cercare di ottenere rendimento dai propri risparmi? Come accantonare giorno per giorno delle cifre da destinare ai propri obiettivi ed alle proprie esigenze? Come fare ad aiutare i figli ad affrontare questo futuro sempre più incerto, con tassi di rendimento dei Titoli di Stato molto bassi e prossimi allo zero!? Oggi per chi non vuole affrontare con i suoi risparmi alcun tipo di rischio si parla addirittura di tassi negativi: il rendimento del Bund tedesco a due anni è precipitato a -0,32% seguito a ruota dal nostro caro BTP (Buoni del Tesoro Pluriennali). Quattro anni fa, chi ha acquistato i “BTP”, i Titoli emessi dallo Stato Italiano, lo ha fatto sapendo di correre un grosso rischio in quanto l'11 Novembre 2011 il differenziale tra i rendimenti italiani e quelli tedeschi è salito a un massimo di 575 punti base. Questo significa che l'Italia, per trovare qualche investitore disposto a comprare i BTP decennali, doveva offrire un tasso d'interesse 5,75 punti percentuali più alto rispetto alla Germania. Questi risparmiatori, oggi, si trovano in una condizione ancora di rendita perché hanno acquistato in un momento in cui nessuno poteva garantire. Oramai però anche chi nel 50

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2011 ha affrontato questo rischio, vedrà esaurirsi a breve i suoi effetti benefici essendo prossima la scadenza dei suddetti titoli. Acquistare un nostro titolo di Stato oggi, BTP decennale, rende circa l’1,40% lordo: al netto di tasse e spese resta in tasca del risparmiatore meno dell’1%. Quindi come fare per investire ed ottenere un rendimento? Le valutazioni da fare sono di diversi tipi ed ovviamente variano da persona a persona. Bisogna domandarsi principalmente che profilo di rischio abbiamo, ossia quanta parte del nostro capitale siamo disposti ad investire per ottenere un rendimento più alto e quanta parte vogliamo destinare a fonti più sicure e quindi meno redditizie. Successivamente una volta appurata questa decisione capire in che direzione muoversi per avere una maggiore remunerazione dai nostri investimenti. La soluzione non è quella di stravolgere il portafoglio, ma di capire attraverso un attenta diagnosi dei propri risparmi ed investimenti quanto stiamo rischiando. Farsi aiutare dal proprio consulente finanziario di fiducia è sicuramente una scelta vincente, per disegnare un percorso d'investimento sereno e improntato sulla diversificazione. Il mercato obbligazionario rimane sempre una scelta adeguata per coloro che hanno un profilo di rischio prudente. Resta però in mano all'esperto la scelta dei mercati e dei settori in cui investire per non rinunciare al flusso cedolare, caratteristica tipica delle obbligazioni. Il contributo dei professionisti del risparmio tende ad andare anche oltre. Le scelte e le soluzioni formulate dal professionista guardano con maggiore attenzione le esigenze e gli obiettivi dei clienti e non solamente gli strumenti in se, andando a studiare soluzioni vantaggiose anche dal punto di vista fiscale. La chiave per muoversi in sicurezza nel turbinio dei mercati è quella di affrontarla con strumenti di qualità e farsi coadiuvare da persone fidate e formate che attraverso incontri approfonditi, riusciranno a creare portafogli finanziari efficienti. ★



#DIRITTO

Valerio Massimo Aiello

339.4095882

Avvocato praticante abilitato al patrocinio Consiglio Ordine Avvocati di Torre Annunziata

Patteggiare la pena o affrontare il processo? I pro e i contro del rito del patteggiamento Definito da molti come un’ammissione di responsabilità o come una scorciatoia per eludere il processo vero e proprio, l’applicazione della pena su richiesta delle parti, in gergo patteggiamento, è una delle “opzioni” processuali offerte dal legislatore a vantaggio di un soggetto colpevole di un reato. Come si evince dalla stessa parola il patteggiamento (art. 444 e ss CPP) è un accordo che nasce tra l’imputato e il Pubblico Ministero, vagliato poi dal Giudice, che permette di irrogare al reo patteggiante una condanna più mite caratterizzata da determinati sconti e premi. Si può applicare alla maggior parte dei reati, esclusi naturalmente quelli più gravi, per i quali venga concordata una pena detentiva non superiore ai 5 anni, oltre l’eventuale pena pecuniaria. Ma vediamo brevemente quali sono i pro e i contro di tale scelta processuale.

Perchè sceglierlo:

• Si ha diritto ad uno sconto di pena fino ad 1/3; • Viene esclusa la condanna al pagamento delle spese processuali dello stato, se il patteggiamento è entro i due anni; • Viene esclusa la parte civile: se il danneggiato si era costituito parte civile per avere i danni, la sua azione non potrà 52

essere esaminata nel processo penale ed avrà diritto, al massimo, al risarcimento delle sole spese legali fino ad allora sostenute. Ciò non toglie comunque che la parte offesa possa avanzare successivamente la pretesa risarcitoria in sede civile; • Esclude l'applicazione di buona parte delle pene accessorie (escluse però confisca, sospensione della patente per guida in stato di ebbrezza, demolizione edifici abusivi) se il patteggiamento è entro i due anni; • Il reato si estingue dopo un certo tempo: sono 5 anni se la condanna è per delitto 2 anni se per contravvenzione, sempreché il condannato non commetta nel frattempo un delitto ovvero una contravvenzione della stessa indole e purché la condanna resti entro i due anni di pena detentiva; • Il costo della difesa (onorari del difensore) è certamente minore rispetto ad un dibattimento

Viceversa, ecco i principali contro:

• L'imputato rinuncia a difendersi perdendo definitivamente la speranza di veder riconosciuta la propria innocenza accettando, anche se scontata, una condanna definitiva. • Si rinuncia ad usufruire di de-

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terminati ed ipotetici effetti favorevoli del trascorrere del tempo necessario a completare un processo ordinario come ad esempio la prescrizione; • La sentenza emessa a seguito di patteggiamento è inappellabile; si rinuncerà quindi al giudizio di appello; • se l’imputato non potrà godere del beneficio della sospensione condizionale della pena ovvero di ulteriori benefici lo stesso sarà comunque costretto ad espiare la pena concordata. Ricapitolando quindi patteggiare significherà ammettere la propria colpevolezza rinunciando definitivamente a tutte le garanzie processuali offerte dal legislatore al soggetto imputato in un processo in cambio di determinati sconti e premi in termini di entità di pena. Ovviamente poiché ogni caso è sempre differente dagli altri la scelta di tale rito processuale andrà sempre disquisita con il vostro avvocato penalista di fiducia. ★



#SOCIALE

Paolo e Vincenzo

VII Edizione

DIVERSABILARTE 21 novembre 2015 - 7 gennaio 2016 Anche quest'anno parte la ormai internazionale settima rassrgna sul tema della diversabilità dal titolo "Diversabilarte". Tutto l'evento si svolgerà nel trecentesco chiostro di San Francesco e avrà inizio il 21 novembre 2015 con l'inaugurazione prevista alle ore 11 del mattino con la presenza delle autorità e istituzioni locali. L'argomento di quest'anno è improntato su "Diversabilità e Riciclo". Per la vasta mole di opere presentate dagli artisti partecipanti e realizzate con materiale di recupero come ferro, legno e soprattutto gomma; quest'ultimo impiegato in modo più consistente poichè trova un forte collegamento con il mondo dell'handicaps. Infatti tutte le persone non deambulanti si spostano grazie alla gomma, che è presente su carrozzine ed altri ausili ortopedici. Si tiene a sottolineare inoltre che tra i progetti futuri degli stessi organizzatori trova forte rilievo la realizzazione di un museo civico permanente sul tema delle diversabilità con annesso archivio interattivo per la consultazione del materiale iconologico la quale annoverà più di trecento pezzi e che avrà finalità esclusivamente orientata alla ricerca scientifico-artistica e che portà essere consultato sia dagli addetti ai lavori che da semplici 54

volontari che mostreranno particolare attenzione e sensibilità verso le problematiche inerenti al mondo della diversabilità. La manifestazione tutta in salita si può considerare un evento culturale unico e irripetibile nel suo genere e ha saputo coniugare, in maniera armonica disabilità e arte senza ledere quelli che sono i principi del rispetto e della moralità, importanti prerogative dichi vive una condizione di svantaggio o di disagio.

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Gli organizzatori ringraziano tutti coloro che si sono prodigati alla riuscita dell'evento come l'ente comunale della città di Sorrento e vi aspettano per qualsiasi tipo di approfondimento o colloquio sull'argomento. La rassegna, con apertura tutti i giorni, chiuderà il 7 gennaio del 2016. ★



#FOODCROSSING

Anna Maione

http://bit.ly/QWy93W

Esperta in comunicazione multimediale dell’enogastronomia

LA TERRA DEI CACHI Da sempre uno dei miei frutti preferiti. Sarà per il suo gusto dolce o per l'altrettanto dolce ricordo della mia infanzia, quando mio padre apriva ad uno ad uno tutti i semi per mostrarmi le minuscole “posate” nascoste al loro interno. Scommetto che in molti capiranno a cosa mi riferisco! Il cachi è noto in botanica con il nome Diospyros kaki: il genere deriva dal greco ed è costituito da un accostamento di due parole “Diòs” (riferito al dio Giove) e “pyròs” (frumento); letteralmente, quindi, il cachi viene definito come il frumento di Giove. Sebbene, in una nota canzone, simboleggino l'Italia, questi frutti sono, in realtà, nativi dei Paesi d'Oriente, il loro viaggio verso terre americane ed europee ebbe inizio solo verso la metà dell'Ottocento. Si narra che il primo albero di cachi nel nostro Paese fu coltivato nel giardino di Boboli nel 1871. In Cina esiste una leggenda secondo cui la pianta del cachi incarna l'albero dalle sette virtù riferite sostanzialmente alla dolcezza dei frutti, al legno robusto, alla longevità della pianta, all'impiego decorativo delle sue foglie, al fuoco prodotto dall'ardore dei suoi rami, alla possibilità data agli uccelli di nidificare tra i rami, ed alla sagoma ombreggiata creata dall'imponente albero. Tra i vari nomi con i quali viene 56

ricordato non può mancare “Mela d'Oriente” (essendo tipico dei paesi orientali) e “loto del Giappone”. Inoltre, fu definito in passato “cibo degli dei”, per merito del suo sapore dolcissimo, unico ed originale. Il cachi simboleggia l’autunno, è anzi, grazie ai suoi interessanti valori nutrizionali, un ottimo rimedio alla spossatezza ed allo stress psicofisico tipici di questa stagione “di passaggio” È un frutto piuttosto energetico per la cospicua quantità di zuccheri, per questo motivo il consumo eccessivo è sconsigliato a chi soffre di diabete o di obesità, ma raccomandato in caso di inappetenza, stress psicofisico e

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frequente attività sportiva. Il cachi dovrebbe essere consumato crudo: in questo modo, viene garantito un buon apporto in termini di vitamine e sali minerali, beneficiando del buon effetto vitaminizzante e rimineralizzante. La presenza del potassio ed il cospicuo contenuto di fibre lo rendono inoltre un buon diuretico e depurativo oltre che un ottimo rimedio naturale contro la stitichezza (proprietà lassative). Il cachi è consigliato anche in caso di disturbi epatici (virtù epatoprotettrici), emorragie (virtù astringenti ed emostatiche dei frutti immaturi) o cure antibiotiche responsabili di una compromissione della flora intestinale.


Imma Gargiulo

© FOTO DI ANNA MAIONE

Chef Patron del Ristorante Femmena Conduttrice di "Conserve di Casa" su Alice TV

INSALATA D’AUTUNNO INGREDIENTI

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Insalatine da taglio Cuore di scarola Cachi duri Formaggio blu cheddar Uvetta sultanina Pistacchi salati

Per la vinaigrette ★ Aceto di Modena DOP ★ Olio all’arancia ★ Succo d’arancia amara ★ Sale maldon ★ Pepe bianco ★ Miele di acacia ★ Aglio in polvere

PROCEDIMENTO

Mettere in un barattolo tutti gli ingredienti per la vinaigrette ed agitarla per bene. Pelare e tagliare a spicchi i cachi. Pulire l’insalata ed il cuore di scarola. Lasciare le foglie intatte e tagliare solo quelle troppo grosse. Sgusciare i pistacchi. Se l’uva sultanina risultasse dura immergerla pochi minuti in acqua tiepida o rum. Strizzarla per bene. In una scodella mescolare tutti gli ingredienti ad eccezione dei cachi e condirli con la vinaigrette. Distribuire per bene tutta la frutta secca che si sarà di sicuro depositata sul fondo dell’insalata. Finire con un filo d’olio all’arancia.

CURIOSITÀ

Li conoscete i Mela Cachi? Io ne ho sentito parlare per la prima volta qualche giorno fa. Inizialmente un po' prevenuta, ho fatto una piccola ricerca scoprendo che si tratta di una varietà ottenuta alla fine dell'800 in Giappone dove oggi è al secondo posto come diffusione di coltivazione dopo Fuyu. Il frutto è di grossa dimensione edule alla raccolta. È la varietà più indicata per la coltivazione al centro sud Italia. I frutti maturano a partire da inizio ottobre e sono caratterizzati dalla croccantezza della mela e dolcezza del cachi. Particolarmente indicati per le insalate. Proverò! ★ 100% FITNESS MAG • Novembre 2015

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#NUTRIZIONISTA

Dott.ssa Francesca Maresca Martedì e Giovedì dalle 15.00 alle 16.30

http://bit.ly/19ubheb

334.2258132

A novembre

Metti la salute nel piatto con il riso I maggiori benefici li ottieni se è integrale. Scopri quale scegliere e come cucinarlo

Una dieta ricca di fibre allunga la vita A suggerirlo è uno studio appena pubblicato negli «Archives of Internal Medicine». In questa ricerca alcuni scienziati del National Cancer Institute americano hanno rilevato — attraverso un questionario — le abitudini alimentari di più di 388.000 uomini e donne seguiti, in media, per nove anni. In entrambi i sessi il consumo di fibra alimentare è risultato associato con un significativo allungamento della vita. In particolare, una dieta ricca di fibra proteggerebbe dal sovrappeso, dalle malattie cardiovascolari e anche da quelle infettive e respiratorie. 60

Tutto quello che devi sapere... I Il riso integrale biologico è un ottimo alimento per chi soffre di allergie e intolleranze alimentari perché rinforza la mucosa intestinale e il sistema immunitario, prevenendo le infiammazioni digestive. Tra l’altro, il riso integrale combatte anche il colesterolo ed è utilissimo per chi soffre di colite e fermentazione intestinale. Non ultimo, le fibre contenute nel riso aiutano anche a contrastare la formazione di polipi intestinali. Il riso integrale è poi particolarmente utile nel controllo del sovrappeso, non di rado provocato da un rallentamento del metabolismo indotto da intolleranze e allergie alimentari.

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Per avere un’idea del patrimonio nutritivo che si perde nel consumare principalmente riso bianco raffinato, basta ricordare che la percentuale di sali minerali diminuisce fino al 70% e anche le vitamine e le proteine si riducono visibilmente. E la fibra? Scompare del tutto. E come abbiamo già detto, è proprio la fibra che contribuisce a mantenere l’organismo in salute, controllando l’arrivo degli zuccheri nel sangue, riducendo l’assorbimento di grassi cattivi ecc. Secondo recenti studi, 50 g di riso integrale al giorno aiutano a combattere gli sbalzi glicemici: come è noto, l’impennata del livello di zuccheri nel sangue è


Riso nero

è il più saziante

Cotto, sprigiona l’aroma di pane appena tolto dal forno. Da lessare e saltare in padella.

Riso basmati

è anti ritenzione

Se integrale, il suo profumo ricorda quello del sandalo. Ottimo cucinato senza sale.

la prima causa della formazione di cuscinetti adiposi. Bastano inoltre 50 g di riso al giorno per evitare fermentazioni e gonfiori. Se hai problemi di intolleranze (o di celiachia) e non vuoi infiammare ulteriormente un intestino già delicato e “capriccioso”, ed eliminare o ridurre la pancetta, oltre al riso integrale “classico” oggi puoi trovare in commercio altri gustosi derivati del riso biologico ricchi di nutrienti: prova il latte, i biscotti, i cracker, le merendine (o le farine per fare in casa le tue torte preferite) ma anche l’olio e il malto di riso, emolliente e lenitivo, ideale come dolcificante al posto dello zucchero (e adatto anche per i diabetici). ★

Riso brillato

sì con la colite acuta

Riso integrale è anti adipe

In questi casi, occorre usare il riso raffinato, per evitare che le fibre irritino il colon.

Riduce il grasso sulla pancia. Lessalo e saltalo con verdure e pesce o pollo. 100% FITNESS MAG • Novembre 2015

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#WEB

Antonella Raffone

antoraf83@gmail.com

Digital Strategist

La newsletter: una grande risorsa per la tua attività Come posso colpire in maniera positiva e rimanere impresso nella mente dei clienti? Questa appena formulata rappresenta una delle domande che molto spesso si pone chi gestisce un’attività e vuole promuoverla con successo. Un sito o blog aziendale e la corretta presenza sui social network, in linea di massima, sono tutte attività che consentono di tenere costantemente aggiornati i propri clienti, sotto le vesti di fans, followers e lettori, sulle attività e i contenuti pubblicati sul proprio spazio web. Ma la prima espressione di questa esigenza è stata e rimane la newsletter. Per newsletter si intende una mail che viene inviata agli utenti iscritti al servizio e che comunica notizie su nuovi prodotti/servizi, eventi, sconti oppure promozioni in vista di determinati periodi dell’anno propizi alle vendite, come il Natale. Obiettivo primario di qualsiasi azienda è quello di far conoscere i propri prodotti/ servizi e fidelizzare i propri clienti: la newsletter permette di instaurare una

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stretta relazione che sicuramente, premia chi la mette in atto correttamente nel medio- lungo termine. Il marketing è conversazione, e la newsletter è un potente strumento che permette di comunicare in maniera attiva con i clienti. Una delle potenzialità più grandi di una newsletter risiede nella capacità, attraverso azioni che necessitano di una buona costanza nel tempo, di migliorare la reputazione di un’attività agli occhi dell’utente e contribuire ad aumentare la credibilità rispetto alla concorrenza, arrivando in certi casi ad essere percepiti come leader del settore o di fornitori di contenuti e consigli utili. Inoltre, la newsletter facilita il contatto diretto, utile all’azienda e conveniente per il cliente. Se molti italiani consultano i siti web, altri leggono le recensioni online per decidere cosa comprare, quasi nove su dieci (in possesso di un indirizzo di posta elettronica) si ritrovano sui propri computer o smartphone queste segnala-

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zioni con le offerte sui prodotti dell’azienda che li propone. Ciò che sorprende è che la newsletter non fa la fine dei volantini di carta che troviamo nella buca delle lettere e che siamo pronti a cestinare senza degnare di un'occhiata. Anzi quasi otto eshoppers italiani su dieci (il 77%) spiega di essere stato indotto a comprare qualcosa dopo averne letto una. Non tutti hanno acquistato online. Anzi, nella metà dei casi, i consumatori si sono fiondati in negozio. La newsletter, quindi, è una vera e propria “sirena di Ulisse”, che spesso convince chi la legge a fare acquisti. Utilizzata da molti anni, è ancora oggi un’arma di marketing di assoluta efficacia: per strutturarla al meglio basta affidarsi ad un consulente che abbia gli strumenti e le conoscenze giuste. ★




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