100% Fitness Mag - N. 150

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Genitori e figli, qualche riflessione di Carlo Alfaro

Piccoli segreti per volersi bene di Bianca Pane

Errore dell’Inps sulla pensione di gennaio di Pierluigi D'Apuzzo

#150

LA MIA PENISOLA 100% FITNESS MAGAZINE ANNO XII

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Questo mese 28 08 #ODONTOIATRA Dente del giudizio, quando è necessario toglierlo? Laureato in Odontoiatria e protesi dentiaria presso l’Università di Napoli. Socio A.N.D.I.

cell. 338.4698121 #PEDIATRA

Genitori e figli, qualche riflessione

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Bianca Pane

Laureata in Filosofia e Psicopedagogia presso l’Università di Napoli Federico II, specializzata in Gestalt Counseling Bioenergetica e Terapie Olistiche

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La Mia Penisola 100% Fitness Mag Anno XIII

Numero 150

Il disturbo articolatorio del linguaggio Laureata in Logopedia presso l'Università Federico II di Napoli. Disponibile telefonicamente Giovedì e Sabato dalle 9.00 alle 13.00

Il Rituale del Massaggio Olistico Piccoli segreti per volersi bene

#LOGOPEDISTA

Mariarosaria D'Esposito

#REIKI

#PSICOPEDAGOGISTA

“Mal di primavera”. Come prepararsi la nuova stagione Laureato in Farmacia e specializzato in Scienza e tecniche delle piante officinali presso l’Università Federico II di Napoli.

Il muscolo cos’è? E cosa gli serve? Francesca Maresca

#FARMACISTA

Giuseppe De Simone

#NUTRIZIONISTA

Laureata in Dietistica presso l’Università di Napoli Federico II. Disponibile tel. Martedì e Giovedì dalle 15.00 alle16.30

Brigida Pinto

cell. 331.2668437 e-mail pintobrigida@gmail.com

Carlo Alfaro

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Il training isoinerziale Laurea in Fisioterapia e laurea magistrale in Scienze Riabilitative delle Professioni Sanitarie, entrambe conseguite presso l’Università “Federico II” di Napoli. Lunedì al Venerdì 9.00 - 12.00 e 17.00 - 20.00

Vittorio Milanese

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#FISIOTERAPISTA

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#CHIROPRATICA

La Cervicale Barbara Martino

Laureata in Chiropratica all'Anglo-European College of Chiropractic in Bournemouth (Inghilterra). Membro dell'A.I.C. Disponibile tel. tutti i giorni dalle 12.00 alle16.00

cell. 349.1381175

In copertina Luigi Marrone fotografato da Fotomania Panariello - Meta


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#COMUNICATOSTAMPA

Convegno Nazionale Celiachia e altri disordini Glutine Correlati

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#CONSULENTEFINANZIARIO

What (!?), When (!?), Why (!?), voci del verbo P.i.a.n.i.f.i.c.a.r.e Francesca Lauro

EFPA European Financial Advisor – EFA

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cell. 3383381901 e-mail icesia.fl @gmail.com Seguimi su Linkedin

#MENTALCOACH

Se non sai come chiamarla, vivila. È l’emozione giusta, non te ne pentirai.

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Ernesto Lupacchio Mental Coach

cell. 347.67.67.533

#FILOSOFO

La filosofia dei Valori da Platone a Benedetto Croce Domenico Casa Consulente fi losofi co

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e-mail domenico.casa2@tin.it

#CONDOMINIO

La diffamazione dell’amministrazione di condominio

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#FOOTGOLF

60 #FOODCROSSING Il pignato magro Anna Maione

FootGolf, il centro sud parte da Sorrento Antonietta Lamagna

50 #ARREDAMENTO Accommodation specialists

Guenda Esposito Design passionate

Contatti e-mail redazione@centopercentofitness.it Cell. 331.5063051 - 339.2926045 Tel. 081.18224133

Il nuovo Anno Salvatore Spinelli

Teresa Pane

Amministratrice - Responsabile Punto Casa Italia

#POETA

Esperta in comunicazione multimediale dell’enogastronomia

e-mail an.maione83@gmail.com

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#CONSUMATORI

Errore dell’Inps sul cedolino della pensione di gennaio Pierluigi D'Apuzzo cell. 327.1323324

Periodico di attualità a diffusione gratuita Dep. Aut. Tribunale di Torre Annunziata del 09.06.2010 Direttore responsabile Giuseppe Damiano Editore Giuseppe Manzi Redazione Via Camaldoli, 18 - Vico Equense (Na) Progetto Grafico Maurizio Manzi - Bingwa Art Factory




#ODONTOIATRA

Dente del giudizio, quando è necessario toglierlo?

Dottor

Vittorio Milanese

Quando il dente del giudizio provoca sintomi e dolori si è costretti ad estrarlo in urgenza, ma è possibile prevenire questi fastidi programmando l'estrazione in anticipo, per poter eseguire l'intervento in sicurezza e con il massimo confort sia durante, sia dopo. I denti del giudizio, detti anche terzi molari, sono gli ultimi denti a spuntare nella bocca; in rari casi alcuni fortunati pazienti non li hanno neppure e perciò non spunteranno mai. Spesso però, quando oltre i 18-20 anni i terzi molari non sono ancora comparsi, significa che per qualche motivo non sono riusciti a trovare una "strada" di eruzione corretta e quindi sono rimasti all'interno

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della gengiva o, più spesso, sono come "intrappolati" nell'osso: in questo caso si chiamano denti del giudizio inclusi. Durante il processo di eruzione, i molari del giudizio possono creare dolore, perché per "uscire" irritano la gengiva, esattamente come capita quando da piccolini spuntano i primi denti da latte; il problema è dato dal fatto che il dolore al dente del giudizio è



#ODONTOIATRA

all'estrazione prima che le radici siano formate e quindi prima che l'estrazione diventi più complessa; • Se entro i 18-20 i denti del giudizio non sono comparsi in bocca, significa che o sono assenti (caso raro) oppure sono cresciuti orizzontalmente e perciò occorre estrarli per evitare che possano danneggiare la radice dei molari vicini oppure che si avvicinino troppo al nervo mandibolare, cosa che renderebbe l'estrazione più rischiosa. solitamente molto intenso, può accompagnarsi anche a gonfiore e, in certi rari casi, anche ad ascesso con raccolta di materiale purulento. Il dolore è dato dalla vicinanza con il nervo trigemino, che può causare una nevralgia spesso definita come insopportabile da chi ha avuto la sfortuna di provarla. Se il gonfiore è molto intenso, si può verificare anche febbre, in questo caso è urgente consultare il medico per instaurare il prima possibile una terapia antibiotica Perché il dente del giudizio può nascere storto? I denti del giudizio superiori normalmente riescono a trovare la loro via di eruzione, perché l'osso mascellare è estremamente soffice e poco compatto, quindi di norma non ostacola la crescita corretta degli ultimi molari: in certi casi tuttavia, soprattutto in bocche molto piccole o con il palato stretto, questi denti non 10

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trovano spazio e quindi crescono diagonalmente verso la guancia, diventanto fastidiosi o addirittura creando dolore e ferite nella mucosa. I denti del giudizio inferiori invece crescono nell'osso mandibolare, che è estremamente compatto, soprattutto nella sua componente esterna, chiamata corticale: in particolare poi la mandibola nella zona dove si trovano i terzi molari si piega verso l'alto e quindi crea un impedimento verso la zona posteriore, cosicché se il dente non ha spazio tende a "spingere" tutti gli altri in avanti, creando accavallamenti e disallineamenti dei denti più piccoli, ovvero gli incisivi inferiori. Si possono prevenire i dolori legati al dente del giudizio? • Durante l'adolescenza occorre verificare che i denti del giudizio stiano procedendo nella direzione corretta; in caso contrario conviene procedere

L'intervento è doloroso? Dopo l'intervento quanto tempo serve per riprendersi? L'estrazione dei denti del giudizio avviene sempre con anestesia locale, quindi non è dolorosa; Il periodo postoperatorio è influenzato da molti fattori, il primo dei quali è la durata dell'intervento: chiaramente, più l'operatore è esperto, più riesce a essere mininvasivo e meno la zona andrà incontro a gonfiore postoperatorio. Solitamente conviene mettere in conto 2-3 giorni di riposo, programmando l'estrazione in un periodo non ricco di impegni importanti, in modo da poter stare più tranquilli (soprattutto evitando attività fisica intensa), ma nella maggior parte dei casi già il giorno successivo all'intervento si è in grado di lavorare e di attendere alle normali attività quotidiane, escluse appunto solo quelle che comportano un intenso sforzo fisico.





#PEDIATRA

Genitori e figli, qualche riflessione Prima parte

Dottor

Carlo Alfaro

Essere genitori è un’esperienza comune alla maggior parte delle persone, eppure è sempre, per ciascuna mamma e papà, assolutamente unica e straordinaria. Un’avventura continua e imprevedibile che mette di fronte a sfide, scoperte, emozioni quotidiane. Amare i figli è la base di tutto, ma non è sufficiente per educarli bene. Ovviamente, non esiste una ricetta magica per essere dei buoni genitori, è qualcosa che richiede un mix di informazioni, conoscenze, intuito, creatività, fantasia, dedizione, impegno. I genitori di oggi percepiscono che il loro ruolo è più difficile rispetto al passato, perché la società è più complessa e densa di rischi per i giovani. D’altro canto, bambini e ragazzi spesso si trovano disorientati dal comportamento degli adulti che gli arriva come ambivalente e talvolta non degno di stima e fiducia. Durante l’attesa, ogni genitore fabbrica dentro di sé il suo bambino immaginario, frutto di aspettative, fantasie e proiezioni, ma poi deve confrontarlo e adattarlo al proprio figlio per quello che è realmente e non come avrebbe voluto che fosse. Ma la capacità di sorprendere che rivela ogni giorno il proprio figlio crescendo è fonte di emozioni impagabili. Fin dal primo giorno, i genitori devono essere consapevoli che un figlio ha una sua individualità unica, non è una sua proprietà né un suo prolungamento, ma una persona che accompagnerà nel suo cammino di vita. I genitori devono partire dall’osservare i bambini, guardare come si muovono, ascoltare 14

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la loro voce, decifrare i loro segnali. Ogni bambino ha in se stesso tutte le potenzialità per crescere e svilupparsi in modo ottimale, ai genitori non spetta altro che interpretare le sue esigenze, espressione dell’istinto infallibile governato dalle leggi secolari della natura, e offrirgli il supporto per realizzarle al meglio. Se i genitori si mettono nella condizione di osservare e di capire, sarà il bambino a guidarli, e lo farà meglio di qualunque altro “esperto”. Tra i compiti del genitore nei confronti del figlio: garantire protezione, insegnare i limiti, far sviluppare la capacità di interazione nel contesto sociale e di gestione dei conflitti, favorire autonomia, incentivare indipendenza, consolidare sicurezza, alimentare senso di responsabilità e consapevolezza. L’obiettivo è aiutare ogni bambino a diventare un essere sociale e funzionale, una persona che sta bene interiormente in una società di cui comprende le regole e le rispetta.


Tra i compiti evolutivi del bambino: passare dal principio del piacere al principio di realtà, condizione base per il vivere sociale, che permette di prendere coscienza che per stare con gli altri non si può avere come spinta interiore solo il proprio desiderio, ma occorre tener presente la realtà contestuale; imparare a tollerare la frustrazione, accettando rifiuti, sconfitte, fallimenti; avere consapevolezza delle regole sociali introiettandole come proprie; sviluppare autostima e auto-efficacia nel saper essere e saper fare; rispettare la libertà, propria e degli altri, superando il proprio egocentrismo. www.centopercentofitness.it

Un genitore dovrebbe non tanto “preoccuparsi” per i propri figli, ma “occuparsi” di loro. Ciò richiede un continuo e a volte difficile equilibrio tra la necessità di stabilire delle regole e porre dei limiti da rispettare (dimensione normativa) e quella di trasmettere amore e fiducia (dimensione affettiva). “Gli stili educativi” (“parenting”) che descrivono le interazioni genitore-figlio, sono classicamente suddivisi in 4 tipi: • autoritario, • autorevole, • permissivo • disimpegnato. I genitori autoritari danno valore all’obbedienza, esercitano punizioni basate sulla forza, non incoraggiano la discussione. I genitori autorevoli stimolano all’auto-disciplina utilizzando sia il ragionamento che l’autorità. I genitori permissivi permettono al bambino di regolare liberamente le proprie attività e sono accomodanti e non-punitivi. I genitori disimpegnati sono negligenti, assenti o disinteressati all’educazione del figlio. Ovviamente, la maggior parte dei genitori non rientra in un tipo rigido, ma attinge a più orientamenti educativi a seconda di temperamento, convinzioni, formazione personali. Il rischio di ogni genitore è quello della prevalenza della dimensione autoritaria con eccessiva severità, punizioni e chiusure che tiranneggiano i figli, o dell’eccessiva indulgenza con anarchia e lassismo che creano figli “tirannici”.

Le ricerche dimostrano che uno stile educativo basato sull’autoritarismo non è auspicabile: le punizioni sono dannose e non servono neppure, dato che l’effetto che sortiscono è quasi sempre opposto a quello che si vorrebbe ottenere. Le punizioni infatti tendono a mortificare, demolire, annientare, senza costruire. La punizione fisica, per i genitori che vi ricorrono, può rappresentare una sorta di codice di comunicazione non verbale, il voler segnalare in modo inequivocabile che si è superato un limite estremo, oppure una risposta emotiva intensa a un momento di esasperazione, di spavento, di rabbia e tensione. Un’altra manifestazione educativa impropria sono le urla, che come le botte denunciano una difficoltà estrema di comunicazione e confronto sereno, e come tali, non hanno effetti utili. Grida, schiaffi e sculaccioni, se usati costantemente, stimolano nel figlio l’idea che sia normale il ricorso alla forza fisica e alla violenza per far valere i propri interessi e punti di vista. Al posto delle punizioni, molto più valore hanno dialogo e persuasione, in misura proporzionata alla capacità di comprensione del figlio. È importante che il bambino o ragazzo “senta dentro” qualunque insegnamento o regola di comportamento, diventando consapevole delle conseguenze delle proprie azioni, cioè del fatto che qualsiasi scelta ha un impatto, su sé stesso e sugli altri. Il rischio opposto è quello di vi-


#PEDIATRA

ziare i propri figli, senza riuscire a insegnare loro discipline, regole, rispetto, in quanto il genitore si propone piuttosto come “amico”. Si tratta del genitore “compiacente”, che cerca l’alleanza e la complicità con i propri figli per timore di perderne l’affetto se lo contrasta. Tuttavia, cercando di evitare loro sofferenze e frustrazioni, questi genitori abdicano al loro ruolo educativo in favore di un iperprotezionismo a oltranza. La conseguenza è che perdono di credibilità di fronte ai figli, che finiscono per percepirli come persone deboli e poco valide come guida, e non vengono aiutati a crescere in autonomia. Questi genitori, convinti di rimuovere ogni difficoltà dalla vita dei figli, concentrati a soddisfare ogni loro desiderio, impauriti che possano provare qualunque minima sofferenza o frustrazione, come se ciò fosse un trauma insuperabile, in realtà stanno allevando ragazzi disarmati alla vita, portati ad agire sulla base della loro autoreferenzialità narcisistica senza rendersi conto delle conseguenze delle proprie azioni. È pericoloso infatti trasmettere ai figli l’idea che nessun dolore sia sopportabile, che tutto debba essere ottenuto o risolto subito: un atteggiamento che genera insicurezza e non consente di fare nuove esperienze al di fuori del “nido protettivo” della famiglia con serenità ed entusiasmo. Amare veramente i propri figli equivale a educarli, non ad accontentarli in tutto e per tutto, temendo le loro reazioni. I bambini e adolescenti di oggi, ricoperti di attenzioni, regali, stimoli e comfort di ogni tipo, nascondono, forse proprio a causa di tanta opulenza, una fragilità profonda che minaccia la loro capacità di sviluppare un’identità adulta e consapevole di sé. Un genitore che rinuncia a dire di no, a fissare regole, a indicare limiti, mina il processo di costruzione d’identità del bambino. I genitori che tendono ad essere troppo servizievoli, anticipare i bisogni, offrire continua assistenza, consentire che si discuta su tutto, che i figli decidano al posto loro, privano i figli di un elemento fondamentale delle loro crescita personale: il conflitto. I bambini hanno bisogno di confrontarsi ed entrare in conflitto con i genitori. Un genito16

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re che ha paura del conflitto, per paura di perdere il legame, rinuncia al proprio ruolo genitoriale. La mamma o il papà devono saper usare il conflitto, non allontanarlo o rimuoverlo, ma imparare a gestirlo a vantaggio di un rapporto educativo efficace e costruttivo. Bisogna rimuovere il concetto che regole, divieti, conflitti, rischino di provocare traumi ai bambini. I bambini e gli adolescenti hanno bisogno, per crescere sani ed equilibrati, di stare nelle regole e nei limiti. Le regole sono come una mappa di orientamento che i genitori consegnano ai figli per insegnare loro a gestire la propria vita quando non sono lì presenti ad esercitare controllo. Man mano che il bambino acquisisce nuove capacità fisiche, scoprendo di potersi muovere fin dove desidera, di potersi arrampicare, di avere una crescente coordinazione manuale, di produrre con le proprie azioni effetto sugli altri, di comprendere frasi più complesse e di farsi capire con i gesti e la mimica, impara a sfidare e provocare i genitori. È il suo modo di esplorare il mondo che lo circonda e comprenderne i limiti e confini. In questo ha bisogno di regole che lo orientino. Tutta la crescita è un continuo equilibrio tra esercizio all’autonomia e bisogno di dipendenza. Bisogna saper dire di no quando serve perché crescere richiede di sapere con chiarezza cosa è “sì” e cosa è “no”, cosa è lecito e cosa no, sperimentare il rifiuto e l’attesa. Lo stile educativo autorevole è quello che trova un punto di incontro tra autorità e permissivismo, ed è dimostrato associarsi a comportamenti più sani dei figli. Si rifà essenzialmente agli insegnamenti di Maria Montessori. Vanno dosati libertà e regole: vanno inibite soltanto tutte le azioni in grado di arrecare un danno al bambino stesso, agli altri e all’ambiente. E, soprattutto, le regole vanno comprese e condivise. Il segreto di un’educazione efficace sta nella garanzia della presenza, nella comunicazione di regole chiare, nel dialogo e nell’ascolto.



#NUTRIZIONISTA

Il muscolo cos’è? E cosa gli serve? Dottoressa

Francesca Maresca

L'apparato muscolare e quello scheletrico costituiscono nel loro insieme l'apparato locomotore. Nell'uomo i muscoli sono oltre 600 e rappresentano circa il 40% del suo peso. Ogni attività atletica si basa sulla capacità funzionale dei muscoli che è il risultato dell'unione tra tre diverse componenti: forza, resistenza, potenza. In ogni atto motorio la capacità funzionale muscolare rappresenta quanta forza possiamo sviluppare al momento dovuto, quanta potenza possiamo raggiungere nell'esecuzione di un lavoro e per quanto tempo (resistenza) possiamo continuare l'attività. Se paragonassimo un muscolo ad una casa, dovremmo dire che per la crescita servono i mattoni che nel corpo umano sono costituiti dalle proteine, ma come ben si sa una casa non è fatta solo di mattoni, altrimenti viene definita rudere. Cos'altro serve allora? Pensiamo ad una casa e allora ci ricordiamo che una casa è viva quando c'è energia, l'energia nel corpo umano viene fornita da carboidrati e grassi. I primi servono in maniera immediata, i secondi come fonte di riserva (un po' come fare il pieno di legna per il camino). Attenzione quindi a non costruire una casa di soli mattoni, perché al primo soffio di vento andrà giù.

Aumentare la massa muscolare? Dipende!

Allenamento, Alimentazione, Riposo e Recupero Sono questi i quattro fattori che bisogna tenere in considerazione per aumentare la propria massa mu18

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scolare. Ci si allena, si mangia, si dorme, si recupera e si cresce. Il discorso è semplice. Ma allora com'è possibile che ogni settimana esca un nuovo articolo in cui personaggi più o meno qualificati illustrano le loro tecniche segrete per aumentare muscoli e definizione? Forse perché aumentare la propria massa muscolare non è poi così facile? Sicuramente. Forse perché attorno a questa difficoltà ruota un business molto redditizio? Sicuramente. Intensità di allenamento, numero di serie e ripetizioni Per aumentare la propria massa muscolare l'allenamento diventa efficace solo se il numero di unità motorie sfinite è consistente. Poco importa il numero di ripetizioni o di serie compiute, l'importante è raggiungere l'esaurimento muscolare. A questo punto l'unico parametro importante diventa l'esperienza e la determinazione dell'atleta. Alimentazione ed Integrazione Altro punto fondamentale. Per garantire il massimo sviluppo muscolare bisogna fornire ai muscoli tutte le sostanze nutritive di cui necessitano per crescere. Gli alimenti sono costituiti, in misura differente, da macro e micronutrienti. Nella prima categoria rientrano carboidrati, grassi e proteine, mentre nella seconda rientrano minerali e vitamine a cui aggiungiamo per completezza l'acqua. Che non esistano cibi magici o completi è risaputo. Nessun alimento di per sé è in grado di fornire tutti i nutrienti nelle giuste proporzioni, per questo uno dei primi consigli che vengono dati è quello di



#NUTRIZIONISTA

Non sarà quell'integratore dalle tanto pubblicizzate proprietà a farvi crescere così come non sarà quella fetta di dolce a trasformarvi in un ammasso di lardo! È l'insieme che conta, il sottile equilibrio tra alimentazione, integrazione, allenamento riposo e recupero.

Riposo e Recupero

seguire una dieta varia. Il secondo punto riguarda il concetto di "equilibrio", la capacità, cioè, di assumere tutti i nutrienti nelle giuste proporzioni. Ed è proprio su questo punto che si accendono i dibattiti. Quanti grammi di proteine per kg servono al giorno? 1g, 1,5g, 2g, 2,5g?! La risposta? Non può essere che una... dipende! E da cosa dipende? Dal tipo di allenamento, dalla percentuale di massa grassa, dalla capacità dell'organismo di assorbirle, dal recupero, dall'equilibrio ormonale, dal tipo di proteine assunte, dallo stile di vita, dalla forma di assunzione, dalla presenza nel pasto di altri alimenti che ne favoriscono l'assorbimento e chi ne ha più ne metta. Ma allora?! Allora lasciate perdere tutte quelle mode alimentari, evitate di calibrare la vostra dieta con il bilancino, di assumere 10 tipi diversi di integratori al giorno e createvi una sana cultura alimentare: 20

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leggete le etichette delle barrette, siete davvero convinti che sciroppo di glucosio e grassi vegetali idrogenati siano davvero l'ideale per aumentare la vostra massa muscolare? Mangiate la bresaola, poiché contiene molte proteine e pochi grassi, giusto, perfetto, ottima scelta! E i nitriti dove li mettiamo? E il tonno al naturale, che dire, 26 grammi di proteine su 100 non sono poche! E il mercurio dove lo mettiamo??! Discorso analogo per i residui ormonali che si possono trovare nelle carni E vai con i cibi integrali, hanno un indice glicemico basso, l'ideale per crescere senza ingrassare! E i residui che si accumulano nella parte esterna del chicco che normalmente viene eliminata ma che nelle farine integrali viene macinata dove li mettiamo? Avete mai pensato che un eccesso di nutrienti potrebbe ostacolare la crescita tanto quanto un difetto?

E voi dove vi collocate? Pensate davvero di recuperare il pesante workout del venerdì sera, passando la nottata in qualche discoteca tra alcol e fumo di sigaretta? Allora prima di chiedervi quanto bisogna recuperare, chiedetevi prima come bisogna recuperare. A parità di tutti gli altri fattori (alimentazione, allenamento, genetica ecc.), recupera prima un manovale edile o un impiegato? Allora come si fa ad affermare che per recuperare da un allenamento intenso occorrono 24, 46, 72 o 96 ore? Dipende...

Per concludere

Il segreto per massimizzare i guadagni di massa muscolare risiede nell'esperienza accumulata nel corso degli anni. Tale esperienza deriva a sua volta dalla determinazione del soggetto, dalla costanza con la quale affronta gli allenamenti ma anche dalla sua capacità di esaminare le varie tecniche con occhio critico, di sperimentarle e di trarre le opportune conclusioni.



#REIKI

Il Rituale del Massaggio Olistico Stefania Di Somma

Quando 20 anni fa ho conosciuto le terapie olistiche me ne sono innamorata, ne ho sperimentato l'efficacia e da allora ne ho fatto il mio lavoro. Dopo 3 anni ho conseguito il Diploma in Naturopatia Ayurvedica e cambiato completamente lavoro: una sfida puntando tutto su ciò in cui credevo. Nel frattempo, ho completato l'Accademia di Reflessologia Plantare, il percorso per diventare Master Reiki e ho partecipato a numerosi work shop per approfondire il lavoro su me stessa, crescendo in sensibilità e professionalità. Ho conseguito il Diploma di Inse22

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gnate Yoga presso l'Accademia di Raja Yoga “Satcitananda”. Con passione e gioia sono presente tutti i giorni presso l'Associazione Magie della Natura con lezioni di yoga, massaggi, trattamenti e corsi formativi. In questi anni il mio massaggio è diventato un rito: le persone che si affidano a me si concedono un momento di relax, ma soprattutto hanno l'opportunità di rigenerare corpo mente e anima; le tecniche si fondono in un unico avvolgente massaggio, alternandosi e amplificandosi a seconda delle necessità. Il Massaggio Olistico è depurativo per tutto il corpo , attiva il siste-

ma immunitario, calma la mente e riequilibra il sistema endocrino. Utilizzo esclusivamente prodotti biologici e produco personalmente gli oli essenziali. Un giorno ho sentito una spinta fortissima: oltre ad aiutare quante più persone a stare meglio volevo diffondere la mia conoscenza e la mia esperienza. Da questo desiderio è nato il Corso di Massaggio Olistico, una full immersion nelle tecniche (Ayurveda, rilassante, decontratturante, drenante, linfatico), una esperienza di crescita personale e una formazione completa per intraprendere questa professione. Il corso, teorico-pratico, si divide in 6 incontri, dalle ore 9 alle 18 con cadenza quindicinale e verifica finale: Schiena e Cervicale, Gambe e Piedi, Viscerale, Viso e Testa. Integrazioni al massaggio: Master di Massaggio Olistico, Punti Marma e ampio spazio alle sessioni di pratica per sperimentare e affinare la manualità. Il corso è aperto a tutti e consigliato anche a coloro che volessero approfondire e ampliare la conoscenza dell’arte del massaggio.



#PSICOPEDAGOGISTA

Non fare, ma essere Piccoli segreti per volersi bene

Dottoressa

Bianca Pane

Cos’è la serenità, quel modo di essere che ci fa “stare veramente bene” e che ci rende liberi da ogni sofferenza? Posso anch’io ottenerla e quanto può durare? Molti si pongono queste domande, ma pochi cercano veramente una risposta. Tutti gli esseri viventi, da quando nascono, vogliono essere felici: nessuno vuole soffrire. Ciò è vero anche per gli animali. Il cane gioisce quando il padrone lo accarezza o gli dà un osso, ma diventa triste quando è lasciato solo o sgridato. Anche lui ricerca la gioia e prova ad allontanare il dispiacere. Nessuno desidera la sofferenza: dal piccolo vermetto, al coccodrillo, all’essere umano. Siamo tutti alla ricerca della felicità. Per questo motivo è molto importante rispettare il desiderio di vita serena di ogni essere vivente, cercando, in tutte le nostre scelte quotidiane, di non nuocere ad alcuno. Molti cercano la felicità in un’automobile nuova, in un bel vestito, in una casa 24

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lussuosa; altri in un bel ragazzo o in una ragazza. Altri ancora in un lavoro prestigioso. E c’è chi crede che la soluzione dei suoi problemi sia nell’apparire sempre più bella e giovane, andando poi in depressione al comparire delle prime rughe… Pensiamo alle nostre dirette esperienze: quante volte abbiamo inseguito un sogno che sembrava prometterci un sacco di felicità, ma che poi una volta realizzatosi ci ha profondamente delusi? La soddisfazione di ottenere qualcosa che abbiamo tanto desiderato è durata quanto un lampo: appena ottenuta iniziamo a bramare qualcos’altro. Possiamo facilmente constatare che trascorriamo la maggior parte della vita

inseguendo desideri e, anche se alcuni saranno soddisfatti, non ci sentiremo mai appagati definitivamente. Direbbe il filosofo Schopenhauer che la vita diventa ‘come un pendolo che oscilla tra il dolore e la noia’.. Non stiamo forse cercando la felicità nella direzione sbagliata? Tutti i grandi saggi insegnano da sempre che la serenità non si può trovare nell’avere di più, nel fare di più, nel sentirsi più belli, ricchi e potenti rispetto a qualcun altro. Ognuno di noi, tuttavia, può essere veramente felice, poiché la pace è la nostra vera natura ed è già dentro di noi. La natura della mente è come il cielo, mentre le nostre tensioni e tutte



#PSICOPEDAGOGISTA

le concezioni errate sono come le nuvole che lo offuscano. Perché continuare a identificarci con le nuvole scure, quando invece siamo il cielo spazioso e libero? Tutto quello che dobbiamo fare è rilassare, e non combattere, le tensioni del corpo e della mente. Paura, ansia, rabbia, attaccamento, egoismo, invidia, gelosia, insoddisfazione, oscurano la nostra vera natura. Se vogliamo imparare a giocare a tennis dobbiamo chiedere a un maestro di insegnarci i movimenti corretti, poi provare e riprovare con tanta pazienza e forza di volontà: soltanto così potremo diventare degli ottimi giocatori. Anche per essere felici è necessario prima apprendere gli insegnamenti appropriati e poi allenarsi costantemente per metterli in pratica. In genere, tutti vogliono essere ‘qualcuno’, ma pochi cercano di essere e basta. Ma è proprio nella piena consapevolezza di ESSERE che si trova la libertà.

Rilasso il corpo

Le tensioni che causano più sofferenza alla nostra esistenza, non sono solo fisiche ma soprattutto mentali. Pensiamo alla tensione che sorge dal provare insoddisfazione, aggressività, invidia, gelosia, paura, ansia ed egoismo. Pensiamo al modo in cui ci aggrappiamo alle cose, alle persone e alle situazioni credendo che da esse possa dipendere la nostra felicità. Vi siete mai chiesti come staremmo senza ansia, senza 26

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paura, senza rabbia e frustrazione? Come sarebbe la nostra vita? Semplicemente magnifica! Le forti tensioni, fisiche e mentali, possono facilmente somatizzare, diventare una malattia, e i medici lo sanno bene. Se, per esempio, un bambino vive l’atmosfera familiare come ‘irrespirabile’ perché assiste a frequenti litigi fra i genitori, può sviluppare una patologia asmatica oppure un’allergia alla polvere di casa. Una persona che si arrabbia spesso somatizzerà la sua tensione probabilmente nel fegato. Il detto popolare ‘rodersi il fegato dalla rabbia’ significa proprio questo. Quando dobbiamo affrontare una situazione particolare, come un colloquio di lavoro o un esame, è facile percepire la nostra insicurezza attraverso una sensazione spiacevole al ventre che, nei casi di improvviso e forte spavento, può concretarsi a tal punto da ‘farcela addosso dalla paura’. Mente e corpo sono in intima relazione tra loro. Le tensioni ripetute dello stesso tipo possono così somatizzarsi in un disturbo fisico, ma se impariamo a rilassarle godremo di una migliore salute, di pace e serenità. È importante capire che quello che cerchiamo è già dentro di noi, ora, ma non riusciamo a trovarlo perché le nostre tensioni ce lo impediscono. Per riuscire a rilassare le tensioni mentali è utile iniziare a rilassare prima quelle fisiche. Spesso accade che durante la giornata contraiamo inconsapevolmente

alcuni muscoli del nostro corpo per molte ore di seguito come quelli dello stomaco, delle gambe, delle braccia, del viso, del collo. Così, quando siamo seduti può succedere, ad esempio, di stringere le spalle anche se in quel momento non sono necessarie a mantenere la postura. Molte persone contraggono gli addominali senza motivo ed altri ancora, anche mentre dormono, stringono la mandibola per tutta la notte! Abitualmente teniamo i muscoli del nostro corpo in tensione anche quando non ci servono. Questo è un dispendio inutile di energie e contribuisce ad aumentare lo stress, la stanchezza e una cattiva salute. Si dovrebbero usare, invece, solo quelli necessari al movimento o alla postura del momento, per lasciare tutti gli altri rilassati. Proviamo a stringere il pugno: questo è lo stato di molti dei nostri muscoli che in quel momento non dovrebbero essere tesi. Per rilassarlo dovremmo semplicemente aprire la mano e lasciarla cadere, morbida, percependola successivamente pesante ma sciolta. Cerchiamo quindi di ‘mollare la presa’ di ogni nostra tensione fisica. ESERCIZIO n.1 Stenditi supino con le braccia staccate dai fianchi. Ascolta il respiro fluire dentro e fuori di te. Senti il respiro scendere fino all’addome, gonfiando e sgonfiando la pancia. Inspira lentamente dal naso contraendo i muscoli dei


piedi; trattieni qualche secondo il fiato e poi espira, sempre dal naso, rilassandoli gradatamente. Durante il tempo necessario a fare qualche respiro, senti che i tuoi piedi stanno ‘mollando la presa’ della tensione: diventano sempre più pesanti e rilassati. Ascolta come ogni espirazione rilassa ulteriormente i tuoi piedi. Procedi lentamente allo stesso modo per i seguenti muscoli: polpacci, cosce, glutei, addominali, torace, mani, braccia, spalle, collo, viso. Alla fine, inspirando, contrai contemporaneamente tutti i muscoli del corpo, trattieni il respiro e poi espira rilassando. Ripeti per tre volte.

Il tuo corpo è ora immobile e rilassato. Poni l’attenzione sulla sensazione di benessere generata dal rilassamento fisico. Ascolta il respiro fluire come il vento tra le foglie. L’esercizio dovrebbe durare fino a quando percepisci il tuo corpo pesante e rilassato. Non scoraggiarti se le prime volte sentirai ancora tensione fisica: è solo questione di allenamento. ESERCIZIO n.2 Possiamo apprendere dai nostri animali domestici un altro esercizio molto semplice ma indispensabile per la nostra salute. Cosa fa un cane o un gatto dopo essere stato immobile per qualche tempo? Si

stira! Allunga la sua colonna vertebrale con una profonda inspirazione e si rilassa con la successiva espirazione. Dobbiamo anche noi ‘stirarci’, allungando il più possibile le braccia sopra la nostra testa e spingendo in basso con i piedi. Un’ottima cosa sarebbe fare questo esercizio prima e dopo il rilassamento, il mattino quando ci svegliamo, la sera prima di dormire e quasi ogni ora durante la giornata. Percepiremo immediatamente una sensazione piacevole e manterremo la nostra schiena sempre in forma; la distanza tra una vertebra e l’altra sarà maggiore e la colonna vertebrale più flessibile.


#FISIOTERAPISTA

Il training isoinerziale Dottoressa

Brigida Pinto

Le prime macchine isoinerziali nascono molti anni fa per l’allenamento degli astronauti che, è noto, hanno necessità di lavorare sui loro muscoli, indipendentemente dalla forza di gravità, durante i lunghi periodi in orbita nello spazio e che, con tali dispositivi, riuscivano a contrastare la fisiologica perdita di massa muscolare dovuta all’assenza di gravità, ottenendo al tempo stesso migliori prestazioni nella contrazione eccentrica del muscolo. Facciamo un attimo di chiarezza: La parola isoinerziale deriva dai termini “iso” che significa “stes28

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so” e “inerzia” che significa “resistenza“. La fase concentrica di una contrazione muscolare è quella in cui il muscolo si “accorcia”, quella eccentrica è quella in cui il muscolo si “stira”: il modo più semplice per capirlo è pensare al nostro bicipite quando usciamo dal supermercato: quando solleviamo la busta dal carrello, la fase di contrazione è concentrica, quando posiamo la busta nel portapacchi invece è eccentrica. Entrambi questi tipi di contrazione sono fondamentali per il training muscolare e il lavoro isoiner-

ziale riesce a combinare entrambi i tipi di allenamento, perché, differentemente dagli altri esercizi convenzionali (macchine a pesi, bilancieri o manubri) in cui la resistenza é costante e preimpostata a inizio esercizio, la resistenza è adattata in ogni istante e proporzionale alla forza sviluppata. In sostanza maggiore è la forza applicata, maggiore sarà l’accelerazione con la quale il volano reagirà, basandosi sul principio dello Yo-yo, ossia dell’accumulo dell’energia cinetica. In pratica, la macchina isoinerziale è composta da un sistema



#FISIOTERAPISTA

volanico (corpo rotante) e da una corda di trazione, sulla quale verrà applicata una tensione iniziale che srotolerà la corda dall’ albero di trasmissione ponendo in rotazione il sistema volanico che, a sua volta, immagazzinerà energia e per inerzia continuerà a ruotare intorno all’asse di rotazione riavvolgendo nuovamente la corda intorno all’albero di trasmissione. Ci sono numerosissimi vantaggi in questo tipo di allenamento, che potremmo riassumere in questi punti: • Possono essere allenate, con tale tipo di esercizio, sia la fase concentrica che quella eccentrica, assicurando contestualmente una corretta postura del corpo e richiedendo una grande coordinazione motoria (rispetto ad altri tipi di allenamento). • È un valido strumento per il recupero e la riabilitazione dopo una lesione, garantendo anche un maggiore effetto preventivo sugli infortuni, ma può essere usato anche per la preparazione atletica e l’esercizio funzionale • Permettendo un aumento dei carichi nella fase eccentrica, migliora la coordinazione, la forza e la funzionalità muscolari. • Implica uno sforzo polmonare e cardiovascolare minore rispetto ad altri tipi di allenamento. • Funziona come un agente stimolante delle miofibrille muscolari, attivando i processi di rigenerazione muscolare. 30

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• La durata dell’allenamento è inferiore rispetto ad altri tipi di allenamento • Dispositivi inerziali come il FLYCONPOWER® permettono di eseguire una moltitudine di movimenti in posizioni molto simili ai movimenti sportivi, consentendo un tasso massimo dello sviluppo della forza ed un elevato grado di specificità biomeccanica e nei gesti sport-specifici. • Le esercitazioni possibili avendo grande libertà di movimento, unite a lavori di torsione e/o in condizioni di instabilità, contribuiscono all’obiettivo di coinvolgere effettivamente tutti i muscoli impegnati nel movimento specifico, riproducendo esattamente la situazione in cui il muscolo lavora durante l’attività sportiva con forza e velocità variabile, accelerando e decelerando, ricreando così uno stimolo più “reale e funzionale”.

Rappresenta quindi un passo avanti per un allenamento “pensato” e volto a migliorare il movimento oltre che la forza del singolo muscolo, consentendo di produrre movimenti funzionali, pur esprimendo la massima forza possibile, sollecitando con una sola azione tutti i muscoli interessati al gesto, sia attraverso movimenti ad alta forza e bassa velocità che ad alta velocità e bassa forza. È una delle tante modalità nuove, ma sempre antiche, di sentire il nostro corpo, percepirlo nelle sfumature del suo essere al mondo, in salute. “La nostra natura è in movimento.” (Blaise Pascal)





#FARMACISTA

“Mal di primavera”

Come prepararsi per l’inizio della nuova stagione

Dottor

Giuseppe De Simone

Tra poco più di un mese si entra nella stagione primaverile: aria profumata, fiori, colori, tramonti mozzafiato, ma anche possibili disturbi transitori tra cui stati d’ansia, nervosismo ed insonnia. Sono alcuni dei contrattempi provocati dal cambio di stagione, i quali, una volta individuati, consentono di intervenire per tempo con una serie di misure preventive. Il malessere generale, il quale è bene chiarire che non è fondato su basi scientifiche comprovate, può manifestarsi con difficoltà a recuperare tutte le energie, insonnia, ma anche irritabilità e cambi repentini dell’umore. Tali disturbi colpiscono, spesso inconsapevolmente, l’86% degli italiani tra i 18 e i 70 anni, con particolare interesse per le donne. Si tratta di sintomi transitori che non devono in nessun modo destare preoccupazione perché scompaiono nel giro di pochi giorni. Proprio in virtù di tale possibile condizione, è bene dedicarsi alla cura della propria persona. Ciò 34

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con un’alimentazione povera di grassi idrogenati, ricca di fibre integrali e alimenti di origine vegetale, senza sale e zuccheri aggiunti, favorendo l’integrazione di liquidi, preferibilmente con acqua a basso contenuto di sodio, evitando bevande alcoliche e bibite zuccherate. È bene praticare inoltre una leggera riattivazione motoria, con passeggiate all’area aperta da fare su base quotidiana, in zona aerobica, ovvero senza eccessivi sforzi, per poi incrementare gradualmente il ritmo e l’intensità della camminata con l’allungarsi delle giornate. Un rimedio per evitare lo scompenso di ormoni neurotrasmettitori, come la melatonina, potrebbe essere quello di regolare le dinamiche relative ad un sonno corretto. Ciò andando a dormire sempre alla stessa ora e favorendo le ore iniziali della giornata. Non è difficile mettere in pratica tutto ciò, ma per i più pigri un valido consiglio è quello di fare un programma di miglioramento

con un’altra persona, che sia un familiare, un amico o un parente. Solo se la situazione dovesse renderlo necessario, è possibile rivolgersi al proprio medico curante o al farmacista di fiducia, esponendo i fastidi presentati. Un valido aiuto può arrivare dai supplementi nutrizionali, cosiddetti integratori alimentari, che in alcune condizioni possono essere utili a favorire un corretto apporto di elementi nutritivi, regolando eventuali deficit derivanti da un’alimentazione non bilanciata. Tali rimedi, tuttavia, non devono in nessun modo intendersi come sostitutivi rispetto ad un corretto stile di vita.



#LOGOPEDISTA

Il disturbo articolatorio del linguaggio Dottoressa

Mariarosaria D'Esposito

Viene definito sviluppo fonetico-fonologico e rappresenta uno delle imprese più complesse ed articolate che l’essere umano si trovi ad affrontare nei primi anni di vita. Il percorso che porta il bambino ad esprimersi mediante i diversi suoni del linguaggio, combinando sillabe in parole e parole in frasi, fino a riuscire a verbalizzare il proprio pensiero, inizia in epoca molto precoce. Prende il via con la lallazione a circa 6-8 mesi; verso l'anno sono già attese le prime parole. Giorno dopo giorno, parola dopo parola il vocabolario del bambino si arricchisce e così la sua capacità di articolare i suoni del linguaggio. Le dislalie, vale a dire i piccoli difetti di pronuncia che spesso fanno sorridere i grandi, sono ancora da considerarsi fisiologiche entro i 3 anni. Tuttavia in alcuni bambini permangono anche in epoca successiva, assumendo la connotazione di dislalie disfunzionali, proprie del disturbo articolatorio. Si tratta di un segnale spesso sottovalutato, che potrebbe però na36

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scondere un deficit di linguaggio di natura cognitiva, relazionale o uditiva. É quindi necessario intraprendere un iter valutativo, volto in primis ad identificare la natura di tali alterazioni ed escludere problematiche più importanti. L’analisi del linguaggio del bambino, mediante l'ausilio di specifici test, evidenzia la presenza e il tipo di alterazione dislalica presente. Tra i più comuni errori, a carico del suono prodotto male: - Sostituzioni (sole>tole) - Omissioni (sole>ole) - Addizioni (sole>stole) - Distorsioni Il potenziamento del feedback acustico rappresenta il primo obiettivo terapeutico; talvolta la maggiore attenzione da parte del bambino alla propria produzione verbale è sufficiente al superamento delle dislalie stesse. L’iter riabilitativo può essere suddiviso schematicamente in tre fasi: - Impostazione della corretta posizione articolatoria - Allenamento all’uso del suono nei diversi contesti linguistici - Consolidamento dell'uso del

suono corretto in eloquio spontaneo e lettura. In ogni fase della terapia è necessaria una costante ed insostituibile collaborazione familiare.

Qual è l'età giusta per intervenire?

Sarebbe opportuno valutare caso per caso. Un’importante difficoltà può rendere non intellegibile il linguaggio ed indurre nel bambino comportamenti insani, come la chiusura relazionale o l’aggressività. La presenza invece di alterazioni dislaliche in età scolare può determinare difficoltà di conversione dal suono al segno grafico e viceversa, sfociando quindi in un deficit di apprendimento. Sarebbe pertanto auspicabile, per tutti, la piena risoluzione di tali problematiche prima dell’inserimento alla scuola primaria.



#CHIROPRATICA

La Cervicale Dottoressa

Barbara Martino

Spesso sentiamo parlare di dolore al collo con l’espressione: “Ho la cervicale!”. I sintomi sono molto vari e diversi, tanto che addirittura alcuni non sembrano direttamente riconducibili a problemi muscolo scheletrici legati al collo.

Anatomia della colonna cervicale

Il rachide cervicale costituisce il primo tratto della colonna vertebrale ed ha una estrema mobilità per consentire allo sguardo di orientarsi in tutte le direzioni. La colonna cervicale sostiene il cranio, lo stabilizza e inoltre, protegge le strutture che passano al suo interno come il midollo spinale o l'arteria vertebrale. Come la zona bassa della schiena, anche la parte cervicale della colonna presenta una lordosi, in altre parole una curvatura a convessità anteriore, che può variare in relazione ai cambiamenti delle altre curve della colonna e generalmente aumenta di gradi in età avanzata.

Le vertebre cervicali sono sette e distinguibili in una parte superiore (C1-C2) e un’inferiore (C3-C7) in conformità ad alcune peculiarità anatomiche. Ogni vertebra è connessa con quella sottostante attraverso le faccette articolari e tra le vertebre i dischi intervertebrali, cuscini gommosi fatti principalmente di cartilagine, fungono da ammortizzatori.

Sintomi del dolore cervicale

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Rigidità I muscoli del collo si presentano rigidi e intorpiditi, sensazione che aumenta se si passa troppo tempo nella stessa posizione. Si avverte difficoltà e dolore nel muovere il collo. Risveglio con il mal di testa Questo tipo di mal di testa si presenta con dolore e pesantezza ad entrambi le tempie come un cerchio alla testa e rigidità del collo. Fatica e difficoltà a tenere su la testa soprattutto alla fine della giornata Sensazione di oppressione alla testa, come fosse chiusa in una morsa e che poi si trasforma in mal di testa. Tutto ciò succede di frequente quando la tensione dei muscoli cervicali è cronicamente troppo alta: se i muscoli cervicali sono sempre in tensione, si stancano più del dovuto, rendendo difficile il loro compito, che è quello di sostenere la testa. Mancanza di lucidità, sbandamenti e vertigini È un tipo d’instabilità posturale e disequilibrio che avviene in corrispondenza di episodi di dolore cervicale causato da lesioni di origine traumatica o di natura infiammatoria - degenerativa. Il contributo della regione cervicale al mantenimento dell’equilibrio è noto da diversi anni e molti studi hanno dimostrato la presenza di connessioni nervose tra le radici dorsali dei nervi cervicali, i nuclei vestibolari del tronco dell’encefalo (insieme di corpi cellulari dei neuroni che ricevono informazioni riguardanti l’equilibrio) e recettori cervicali (propriocettori e recettori articolari). Per questo motivo è comprensibile

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come traumi o patologie del collo possano essere associati a un senso di disequilibrio e vertigine. Disturbi della vista I muscoli degli occhi hanno un forte legame con i muscoli cervicali, tramite precise vie neurologiche (riflesso oculo cefalogiro). La natura ha pensato questo per orientare lo sguardo al meglio: quante volte ti capita di muovere gli occhi senza girare contemporaneamente anche la testa? Solo quando leggi o scrivi al computer, non c’è questa correlazione, per il resto il movimento degli occhi e del collo è sempre coordinato. Quindi se la postura del collo non è corretta, i muscoli degli occhi dovranno faticare di più per adattarsi. Questo lavoro “extra” per i muscoli oculari può creare affaticamento e malfunzionamento agli occhi. I sintomi del dolore cervicale acuto sono vari e spesso si associano ad altre patologie che non sono muscolo-scheletriche, è necessario, quindi, una diagnosi per esclusione. Nella maggior parte dei casi, è essenziale un approfondimento specialistico degli apparati visivi, uditivi e neurologici, per confermare il loro corretto funzionamento.

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Cause di dolore cervicale

• Traumi passati (colpi di frusta) • Osteoartrite delle vertebre cervicali. Lo sviluppo di speroni ossei (osteofiti) spesso accompagna questa degenerazione della colonna vertebrale. Purtroppo, lo sperone osseo a volte può pizzicare o premere sulle radici nervose che lasciano il canale spinale (spondilosi, stenosi cervicale). • Degenerazione di uno o più dischi intervertebrali. In questo caso il morbido centro gelatinoso dei dischi intervertebrali si asciuga, restringendo lo spazio e la distanza tra le vertebre. • Protrusioni, ernie del disco. • Colpi di freddo (torcicollo) • Posizioni errate assunte durante la giornata che possono innescare una tensione muscolare che provoca dolore cronico e rigidità (strappo muscolare). • Sovraccarichi eccessivi e ripetuti sui muscoli del collo www.centopercentofitness.it

• Stress (molte persone tendono a scaricare le tensioni quotidiane assumendo posizioni rigide e contratte). • Mancanza di attività fisica • Eccesso di alcuni tipi di attività fisica • Cattivo riposo notturno: uso di materassi e/o cuscini inadatti

Diagnosi e trattamento

La diagnosi è sempre clinica e si basa sulla storia del paziente (per conoscere il suo stile di vita e le posture che assume durante il giorno), e sull'esame obiettivo (esame fisico, visita muscolo-scheletrica, valutazione neurologica) per escludere o per ricavare elementi di sospetto. Potrebbe essere anche necessario compiere indagini diagnostiche come i raggi X, la TAC, la Risonanza Magnetica e l'elettromiografia per trovare l'esatta causa dei sintomi presenti. Una volta effettuata la corretta diagnosi, il trattamento chiropratico varia secondo la patologia riscontrata. Lo scopo della chiropratica è restituire l'integrità funzionale all'articolazione il cui funzionamento è alterato. Il chiropratico, dopo un attento esame neurofisiologico e un’analisi delle radiografie o RM, riduce l’irritazione dei nervi con un aggiustamento specifico nell’area interessata. In questo modo i dolori si riducono e si favorisce un ristabilimento più rapido della muscolatura del collo. L’aggiustamento chiropratico è un piccolo movimento preciso e indolore, esercitato su una giuntura spinale, attraverso il quale si ripristina il movimento naturale delle articolazioni; esso apporta benefici terapeutici meccanici e neurologi, aumentando coordinazione, forza, flessibilità e resistenza della colonna vertebrale. Per ottenere risultati duraturi contro il dolore è necessario un approccio integrato di aggiustamenti chiropratici insieme con lo stretching per aumentare l'elasticità muscolare, e particolari esercizi attivi, utili ad aumentare il tono muscolare.




#COMUNICATOSTAMPA

Celiachia

Diagnosi precoce, approcci multidisciplinari e nuovi test di monitoraggio "Alle prime avvisaglie sospette, come diarrea persistente e gonfiori addominali costanti, anemia e difficoltà di assorbimento delle vitamine, ci si dovrebbe sottoporre al test. La celiachia è forse l’unica malattia che, attraverso marcatori sierologici, ci permette di arrivare a una diagnosi certa al 99%", sottolinea il direttore Prof. Maurizio Vecchi Gastroenterologia Università Milano

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Che cosa è il glutine? Che cosa è la celiachia e quali sono i numeri dei soggetti colpiti nel mondo? Chiarire le distinzioni tra sensibilità al glutine e al grano e puntare alla trasmissione di un forte messaggio di consapevolezza sulla malattia celiaca. Questi alcuni degli obiettivi che animano gli organizzatori del Convegno Nazionale Celiachia e altri disordini Glutine Correlati: Update 2020, svolto all'Università degli Studi di Milano.

Il congresso

Promosso dal Centro per la prevenzione e diagnosi della malattia celiaca della Fondazione IRCCS Cà Granda ospedale Maggiore Policlinico di Milano, il Convegno, con il Patrocinio della Regione Lombardia, è diretto dal Prof. Maurizio Vecchi Docente di Gastroenterologia all’Università di Milano e dal dott. Luca Elli, Resposabile Centro Celiachia, Fondazione IRCCS Cà-Granda di Milano. La dieta priva di glutine e a bassi Fodmap (Fermentable Oligosaccharides, Disaccharides, Monosaccharides and Polyols), la malattia celiaca refrattaria e le possibili terapie per un corretto approccio sono i temi al centro della speculazione degli oltre 550 specialisti tra gastroenterologi,

Prof. Maurizio Vecchi

internisti, biologi, nutrizionisti, dietisti, psicologi e infermieri e operatori sanitari che partecipano a questa iniziativa di alto valore scientifico e divulgativo con l'intento di fare chiarezza.

Lo scenario

Negli ultimi anni si è assistito ad un incremento dei pazienti con malattia celiaca e disordini glutine correlati. Contestualmente vi è un susseguirsi di pubblicazioni scientifiche che hanno radicalmente cambiato sia la fase diagnostica che di controllo di questo tipo di patologie. Per queste ragioni vi è una intensa richiesta di aggiornamenti tecnici e puntuali riguardo questo tipo di disordini e la loro gestione da parte dei diversi specialisti coinvolti.


"I numeri della celiachia parlano da soli: 600mila i casi evidenziati dagli screening, pazienti in cospicuo aumento e sommerso in costante impennata - sottolinea il Prof. Maurizio Vecchi, Direttore del Convegno e direttore dell’Unità operativa di gastroenterologia del Policlinico del capoluogo lombardo - Sono infatti oltre 400mila i pazienti che oggi rappresentano la porzione nascosta di questa malattia autoimmune “accesa” dal glutine e segnata da difficoltà diagnostiche. Un quadro che la scienza sta modificando: sia per la definizione precoce della patologia, sia per il controllo della stessa. A fronte dell’incremento della malattia celiaca - prosegue Vecchi - assistiamo a una forte spinta scientifica che sta radicalmente cambiando sia la fase diagnostica che di controllo di questo tipo di patologie. Da qui, l’intensa richiesta di aggiornamenti tecnici: serve più conoscenza e un approccio multidisciplinare per gestire al meglio la malattia celiaca nella quotidianità clinica”.

Caccia al sommerso

“La malattia celiaca – spiega il professor Vecchi – può essere contraddistinta da paradigmi aspecifici e asintomatici. Da qui, il problema delle diagnosi sfuggenti. Alle prime avvisaglie sospette - come diarrea persistente e gonfiori addominali costanti, anemia e difficoltà di assorbimento delle vitamine – ci si dovrebbe sottoporre al test. La celiachia è forse l’unica malattia che, attraverso dei marcatori sierologici, ci permette di arrivare a una diagnosi certa al 99%. La lotta al sommerso parte proprio da qui, dall’aderenza al test. Soprattutto per tutti quei soggetti geneticamente predisposti”.

Dieta gluten free e nuove opzioni terapeutiche

Dalla celiachia non si guarisce. “Ma ci si può convivere bene – continua il professor Vecchi - Se fino ad ora l’unica terapia disponibile è la dieta libera da glutine, sono in corso ricerche che mirano ad alleggerire il peso di una quotidianità alimentare rigida e con un peso economico rilevante. Oggi si sta infatti tentando di modificare la risposta immune www.centopercentofitness.it

dei pazienti e di manipolare il glutine assunto. E a breve arriveranno in tal senso sperimentazioni cliniche sull’uomo. Un panorama in continua evoluzione che richiede aggiornamenti attivi, come quelli che offriamo con il convegno”.

La cultura alimentare del “senza"

Per ogni italiano che soffre di celiachia certificata ce ne sono almeno 30 che consumano alimenti privi di glutine pur senza averne bisogno, con un possibile rischio per la salute e una spesa “inutile” – secondo le ultime stime - pari a complessivi 105 milioni di euro. “Le cosiddette intolleranze che seguono le mode – conferma il clinico – non sono scientificamente provate. E si rischia la confusione. Ci si deve invece concentrare su chi, pur non presentando marcatori genetici e sierologici attinenti la celiachia, sta male se assume cibi con glutine. Si tratta di disturbi glutine correlati dove il limite psicologico e quello organico può essere davvero molto sottile e difficile da individuare. Un campo, compreso quello che mette in relazione l’alterazione del microbiota intestinale con l’insorgenza della celiachia, ancora tutto da esplorare e che merita più attenzione”.

I nuovi test di monitoraggio

Che l’aderenza alla dieta priva di glutine rappresenti un ostacolo nella gestione della malattia da parte del paziente è ben concepibile. Tant’è che, fino ad oggi, ha rappresentato uno scoglio anche per i clinici. Ora però gli specialisti hanno a disposizione un nuovo strumento. “Si tratta di un test – conclude il professor Vecchi – che è in grado di dirci il livello di detezione del peptide del glutine nelle urine e nelle feci dei pazienti. E, dunque, ci permette il monitoraggio reale e costante della malattia, apportando laddove necessario le giuste correzioni. Ma anche di scoprire se il paziente ha assunto in modo volontario o meno sostanze proibite. La gestione della patologia passa anche da qui, da quelle azioni di controllo in grado di prevenire danni istologici intestinali”.


#MENTALCOACH

Se non sai come chiamarla, vivila. È l’emozione giusta, non te ne pentirai. Qualsiasi avvenimento nella vita non ha alcun significato tranne quello che tu gli dai. Ernesto Lupacchio

Oggi, prima di iniziare le lezioni, ho acceso il mio MAC, letto le mail e pensavo cosa scrivere nel mio consueto articolo da pubblicare su 100% Fitness Magazine. Poi ho svoltato la pagina del calendario geniale sulla mia scrivania e leggendo la frase del giorno, subito mi è venuta l’ispirazione. La frase era: “Non tutti i giorni possono essere buoni, ma c’è qualcosa di buono in ogni giorno”. Ed eccomi qui a parlarvi di EMOZIONI. I sentimenti che veicolano la nostra vita…in un modo o nell’altro. Siamo e saremo sempre noi i padroni della nostra vita. Fin quando non ci lasciamo influenzare troppo dagli avvenimenti e dalle circostanze, possiamo vivere ogni emozione in modo positivo. 44

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Prova ad immaginare una situazione che stai affrontando in questo momento: c’è una sensazione, un’emozione che ti sta bloccando? Che tipo di emozione è? Che nome daresti a quella sensazione? Più volte abbiamo sentito

parlare di emozioni bloccanti e altre potenzianti: paura, rabbia, nervosismo, preoccupazione e tante altre ancora; emozioni di questo tipo sono considerate negative (e per certi versi lo sono, soprattutto se usiamo il termine ‘depotenzianti’). Ma attraverso il ‘cervello quantico’ stiamo imparando anche a guardare oltre. Quindi, se ci sforziamo di scendere ad un livello un po’ più profondo, scopriamo una cosa davvero molto interessante: ogni emozione è neutra, il polo lo decidiamo noi, a seconda di come la usiamo. Nei giorni scorsi ho letto queste due interviste che ho trovato significative, le ho messe una accanto all’altra per farti notare le differenze.


Due sportivi di successo, Charles LeeClerc (pilota di formula 1 della Ferrari) e Zlatan Ibrahimovic (uno dei più forti calciatori degli ultimi 10 anni). Prendiamo ad esempio la RABBIA. Il primo ha dovuto lavorare per eliminarla, per il secondo è essenziale. Eppure, considerando la gestione dell’emozione della rabbia, sono due campioni che hanno raggiunto il successo attraverso due percorsi completamente diversi. Cos’è dunque un’emozione? Un’emozione è semplicemente un’emozione. Tutto il resto ce lo metti tu. Non sono gli eventi a determinare i nostri stati d’animo ma il significato che attribuiamo loro. La domanda dunque è: che tipo di emozione ti sta bloccando? Lo sta facendo solo perché, virtualmente, gli hai appiccicato sopra un segno meno? Ma se cambiassi il polo di quella emozione facendolo diventare un più? Come potresti usarla a tuo vantaggio? La paura, la rabbia e qualsiasi altra emozione può essere usata in modo positivo semplicemente cambiando la percezione di quella emozione, cambiando il polo, facendolo diventare un +. Significa uscire alla dualità ed entrare nell’uno, dove ogni cosa è vera così come il suo contrario. Dipende solo da te. Significa entrare in quello spazio in cui ogni cosa che accade è forza, dove ogni cosa che affrontiamo e ogni lezione che arriva non è dolore ma piacere, non è buio ma luce. Entrare in quello spazio in cui ogni cosa che vivi non parla della tua inadeguatezza, ma del tuo valore, della tua grandezza.

Ricorda: “C’è SEMPRE un modo diverso di vedere le cose!!!” www.centopercentofitness.it

Da piccolo ero emotivo e sprecavo energie in cose inutili, ad arrabbiarmi. Ci ho lavorato insieme a degli specialisti e sono migliorato molto Charles Leclerc

Ci sono atleti che si lasciano corrodere dalla rabbia. Non Zlatan. Ho bisogno di provare rabbia per sentirmi vivo. Quando mi rilasso, quando gioco senza rabbia? Il mio gioco diventa sciatto, a volte ho paura addirittura di cedere alla violenza. Quando provo rabbia, invece, sono estremamente vigile: sono consapevole delle minime cose che mi circondano Zlatan Ibrahimovic


#CONDOMINIO

La diffamazione dell’amministrazione di condominio

Teresa Pane

Diciamoci la verità, di solito si pensa pregiudizialmente che l’Amministratore di Condominio sia una specie di Arsenio Lupin che stia lì per ore alla fioca luce della lampada della sua scrivania tra il fumo della sigaretta a vedere come intersecare numeri e cifre per “derubare” i poveri Condomini “datori di lavoro” peggio dell’ultimo dei più infedeli dipendenti. Chi non conosce orde di condòmini “giustizieri” che, una vota ricevuto il bilancio annuale e trovata qualche, a loro parere, imprecisione, anziché avere la misericordia di contattare privatamente l’Amministratore per avere chiarimenti, aspettano ghignosi l’Assemblea dei condòmini per esordire in filippiche neogiacobine contro l’Amministratore apostrofandolo più o meno velatamente come ladro ed auspicandone la decapitazione sul patibolo della votazione contraria entro l’Assemblea suc46

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cessiva? Ora, tralasciando tutti gli aspetti inerenti alla professionalità degli amministratori e della maldicenza che taluni comportamenti di alcuni in contrasto con essa hanno contribuito ad alimentare, vorrei soffermarmi sulle reali conseguenze addirittura di carattere penale che determinate condotte dei Condomini contro l’amministratore possono comportare. Sembra infatti, quasi scontato che le urla, gli insulti e le maldicenze avverso l’amministratore unitamente alle illazioni di truffa o disonestà debbano rimanere impuniti ma non è così. Art.595 del Codice Penale sul reato di DIFFAMAZIONE recita infatti: “Chiunque, fuori dei casi indicati nell'articolo precedente, comunicando con più persone, offende l'altrui reputazione, è punito con la reclusione fino a un anno o con la multa fino a milletrentadue euro. Se l'offesa consiste nell'attribuzione di un fatto determinato, la pena è della reclusione fino a due anni, ovvero della multa fino a duemilasessantacinque euro. Se l'offesa è recata col mezzo della stampa o con qualsiasi altro mezzo di pubblicità, ovvero in atto pubblico, la pena è della reclusione da sei mesi a

tre anni o della multa non inferiore a cinquecentosedici euro. (…)”. Ed inoltre, recentemente nella sentenza 2627, depositata in data 22 Gennaio 2018, dalla V Sezione Penale della Corte di Cassazione si è stabilito che : (…) ”affermare in uno scritto sottoposto all’assemblea e riferire negli incontri con altri condòmini che il bilancio condominiale sia stato falsato dall’amministratore, rappresenta una vera e propria aggressione personale nei confronti dello stesso, anche qualora l’amministratore non venga esplicitamente menzionato, in quanto appare evidente che è costui il delegato alla predisposizione del bilancio trattandosi, comunque, di soggetto agevolmente individuabile (…)”. Diffamazione ex art. 595 c.p. significa “parlare male di qualcuno alle spalle con più persone”. Secondo la giurisprudenza si può essere ugualmente puniti per diffamazione quando si sparla di qualcuno in momenti diversi: oggi con una persona, domani con un’altra, dopodomani con un’altra ancora. In buona sostanza non è necessario che la pluralità di persone sia presente nello stesso istante, ma può es-


sere raggiunta in occasioni differenti. Il reato configurabile più spesso nei confronti dell’amministratore è dunque quello di “ diffamazione” (se le offese sono rese in sua assenza anche in tempi diversi) ma può trattarsi anche di “ingiuria” (se le offese sono rese in sua presenza) fattispecie oggi depenalizzata ma comunque costituisce illecito sanzionabile pecuniariamente. La constatazione più ovvia ma anche più amara da fare, per chi esercita questa professione, senza temere di cadere in inutili vittimismi è che si tratta di involuzione di mentalità: è assai infatti meno frequente per altre categorie professionali che simili atteggiamenti aggressivi da parte dei clienti vengano manifestati e non certo perché si commettano meno errori. Ed allora due ordini di considerazioni: • in primo luogo, dovrebbe elevarsi il grado di professionalità della categoria per offrire agli utenti un servizio adeguato, trasparente, efficiente

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con il miglioramento della qualità del servizio offerto attraverso la continua formazione professionale, l’aggiornamento, lo studio della normativa e della giurisprudenza e con il miglioramento della logistica attraverso la predisposizione di studi organizzati, accoglienti e dignitosi, muniti di collaboratori e segreteria; • in secondo luogo, dovrebbe elevarsi il grado di civiltà di quei condomini che dovrebbero abituarsi a considerare l’amministratore un professionista alla stregua di tutti gli altri professionisti con cui si interfacciano, medici, avvocati, ingegneri ecc. e che dovrebbero riflettere attentamente prima di avventurarsi in accuse non provate nei confronti degli amministratori di condominio, pena le conseguenze che il nostro ordinamento prevede per le condotte qui descritte. Alla prossima!


#FOOTGOLF

FootGolf, il centro sud parte da Sorrento Antonietta Lamagna

Si apre la stagione 2020 di Footgolf. Ad ospitare la prima Tappa del Campionato Interregionale Centro-Sud sarà il Sorrento Footgolf. L’appuntamento è per il 23 febbraio al Golf Club Quadrifoglio Village di Pontecagnano. La scelta di Salerno per la “prima” del Campionato Interregionale Centro-Sud è certamente legata alle favorevoli condizioni climatiche che può garantire la posizione geografica del campo dove, in questi giorni, si stanno effettuando i primi sopralluoghi, interventi di ripristino, regolarizzazione dell’erba, a far sì che il campo sia nelle migliori condizioni per l’esordio di fine febbraio. La squadra rosso-nera del Sorrento Footgolf fa il “bis”, come madrina di apertura, dopo che nel 2016 ospitò la gara di inizio del Campionato Nazionale. Otto le squadre in sfida: Sorrento Footgolf, Muppet Footgolf Club di Bracciano, Roma Footgolf, Lecce Footgolf, S.S.Lazio Footgolf, Vetralla Footgolf, Fermana Footgolf di Fermo, Thefootbeergolfers de L’Aquila. Sette le Tappe previste, quest’anno, per l’ Interregionale che divide l’Italia del Footgolf in Nord-Est, Nord-Ovest, Centro-Nord e Centro-Sud, cui si aggiunge il Campionato Interregionale Match Play e il Footgolf Team Challenge Interregionale. L’introduzione della sfida in Match Play, a livello Nazionale ed Interregionale, è la vera, grande novità del Campionato di Footgolf italiano 2020. L’intento è quello di permettere ai giocatori di familiarizzare con una modalità di gioco internazionale che sempre più spesso si incontra nei tornei esteri e con cui la nazionale italiana ha dovuto fare 48

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i conti, appena pochi mesi fa, lo scorso settembre, nell’europeo UK 2019, chiuso dagli azzurri con un apprezzabile 5 posto. La sfida Interregionale Match Play Centro-Sud si svolgerà in un’unica giornata, sabato 6 giugno al Voi Alimini Resort di Otranto e decreterà il Campione Interregionale Match Play. La stessa gara, a livello Nazionale, si svolgerà in due giornate, il sabato precedente la 3 e la 4 Tappa Individuale. Per il vincitore del Match Play Trophy, un posto nella squadra azzurra ai Mondiali del Giappone 2020, quarta Footgolf World Cup dopo Ungheria 2012, Argentina 2016, Marocco 2018, che si disputerà, in “terra del Sol Levante”, dal 25 Settembre al 5 Ottobre prossimi. L’ultimo appuntamento Interregionale del 2020 sarà con il Footgolf Team Challenge. La competizione rappresenta un’altra novità di questo Campionato e già promette una nuova appassionante sfida a squadre.



#DESIGN

Accommodation specialists Guenda Esposito

State pensando, magari proprio in questo periodo, come ristrutturare la vostra seconda casa per ricavarne un delizioso bed&breakfast? Come arredare l’appartamento, trasformato in B&B, che si affaccia sul golfo? E che stile utilizzare per il nuovo affittacamere in pieno centro a Sorrento? L’interesse nell’apertura di strutture ricettive informali e ispirate sempre più agli ambienti domestici, per far sentire l’ospite “sempre a casa”, risulta da qualche anno in costante crescita. Ma come arredare un B&B in modo convincente, in grado di mixare perfettamente praticità ed estetica? Sicuramente ottenere ambienti accoglienti e adatti all’ospitalità, che siano funzionali e versatili allo stesso tempo, rappresenta una vera sfida progettuale e stilistica, ma con l’aiuto di qualche consiglio e di alcune idee decor il risultato è sorprendente. Che gli interni prediligano uno stile moderno e pop, oppure minimalista, scandinavo o rustico, shabby o industrial, una cosa è certa: l’atmosfera che si respira all’interno di un B&B deve risultare accogliente e distesa. L’obiettivo primario diventa dunque creare ambienti in cui l’ospite si senta a casa e a proprio agio. Quindi largo spazio a complementi e arredi in grado di creare un clima vacanziero e spensierato, rendendo ogni angolo un perfetto nido di relax. Come recita il nome stesso della struttura, una delle parti preponderanti del B&B è proprio la zona notte, che può essere comprensiva di piccole camere sin50

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gole, letti a castello o ampie matrimoniali a seconda della metratura a disposizione. Per prima cosa, si dovrà puntare su un layout comodo e un’organizzazione dello schema d’arredo che consenta agili spostamenti con bagagli e borse agli ospiti in arrivo e in partenza. Letto, comodini, armadi, accessori decorativi e illuminazione: tutto dovrà risultare semplice, versatile, curato e in grado di diffondere nella stanza un senso di comfort e relax. Essenziale per raggiungere un risultato comfortevole e visivamente piacevole è infine l’aggiunta di una piccola area dotata di scrivania o mero piano di appoggio su cui prevedere un eventuale set di cortesia e tv. Per la sistemazione di bagagli e indumenti, via libera poi ad armadi, ma anche mensole aperte, stand appendiabiti, attaccapanni e stand porta valigia. Laddove il B&B disponga di uno spazio esterno di qualsiasi dimensione, sarà possibile sfruttarlo il più possibile per ricavare utili aree funzionali outdoor. La veranda arredata, il salottino riparato per i momenti di relax, un’area pranzo per poter organizzare le colazioni all’aperto durante la bella stagione o semplicemente un piccolo ma gradevole angolo con tavolino da caffè e sedute, può spesso fare la differenza tra differenti strutture ricettive. Soprattutto in luoghi turistici di mare, come la Penisola, l’ambiente esterno arredato costituisce un “plus” da non trascurare e da arredare con la stessa cura dell’indoor. E allora cosa aspettate? Siete pronti per dare il via ai lavori? La stagione turistica non è poi così lontana. Iniziate pure a chiederci qualche consiglio, possiamo farvi da “accommodation specialists” e guidarvi durante tutte le vostre scelte decor. Unico must: i materassi di nostra produzione, comfort e relax sono garantiti! Vi aspettiamo!



#CONSULENTEFINANZIARIO

W.W.W.

What (!?), When (!?), Why (!?), voci del verbo P.i.a.n.i.f.i.c.a.r.e

Francesca Lauro

Oggi è Lunedì 03 Febbraio e come tutti i lunedì mattina sto sfogliando l'agenda, la "Mia Miniera". La Consulenza Finanziaria è "un'Attività Progettuale" fatta anche di programmazione metodica e puntuale: pianificare i miei impegni è una sana abitudine che mi consente di stabilire, di volta in volta, un ordine nelle cose che ho da fare, oltrechè delle priorità nello smaltirle. La mia "Quo vadis" è perciò lo strumento cardine del mio lavoro: uso quella settimanale, con i gironi interi a tutta pagina. Scorro con lo sguardo da Lunedì a Venerdì sorvolando su alcune note già appuntatevi a matita, ritorno a metà e tiro una linea obliqua al centro di questa settimana: c'è in programma a Roma il Convegno Nazionale "Consulentia", il più prestigioso appuntamento annuale per i Consulenti Finanziari, un Evento Centrale per la Mia Professione. Ora ho davanti il mio pc alla pagina web del Congresso, accedo al 52

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link di riferimento e mi iscrivo registrando la mia presenza: Invio... Segue, un istante dopo, la notifica via mail della ricezione del badge personalizzato (ne colleziono di ogni edizione, da far invidia ai francobolli). Le Idee sono Progetti che vorremmo realizzare; i Progetti sono "Idee che si sono evolute": sono cioè Intenzioni già agganciate ad Obiettivi che vorremmo soddisfare. Sta di fatto che quando organiziamo per bene le nostre Idee (cioè le Pianifichiamo) aumentiamo di moltissimo le nostre possibilità di realizzarle ed in tempi più brevi, e con maggiori margini di successo. La Consulenza Finanziaria è un'Attività di P.i.a.n.i.f.i.c.a.z.i.o.n.e. Cosa vuol dire "Pianificare"? Significa stabilire un Piano di Azione volto al raggiungimento di un certo tipo di obiettivi. Va da sè che scegliere una strategia idonea a centrarli è indispensabile per ottenere ciò che desideriamo ( le idee che abbiamo in testa), oltre che di buon senso.. Diversamente da così, rimanendo all'embrione (l'idea), sarebbe come voler costruire una barca senza averne prima fatto "un disegno" da seguire, completo delle misure precise; senza aver prima pensato e quindi deciso "come" equipaggiarla, di quali materiali dotarla per affrontare "che tipo" di mari e

di venti. Sarebbe poco ragionevole, in condizioni del genere, ottenere il successo che ci aspettiamo e la barca in questione avrebbe poche possibilità di giungere in porto.. Partecipare all'Edizione 2020 di Consulenzia, Auditorium Parco della Musica, Roma 4/5/6 Febbraio: la Mia Idea. Decidere "che" sarò presente al Convegno Romano è dare vita al "Progetto". Perciò comincio a "Pianificarlo" organizzando “Quando” e "Come" partecipare: a tale scopo scelgo, tra le tante previte nella tregiorni, le aule per me di maggiore interesse e le principali tavole rotonde cui vorrei assistere. Le seleziono e nel giro di pochi minuti decido (per conseguenza) quali saranno le giornate che dedicherò al Congresso: "il Mio Obiettivo". Continuo quindi ad organizzare la trasferta proprio come fosse un Piano di Investimento. Tanto l'una, quanto l'altro, non possono prescindere dall'Analisi delle Risorse che si hanno a disposizione e dalla valutazione dei Mezzi/Strumenti più adatti al raggiungimento degli scopi. Pertanto: Andrò a Roma con la linea privata di autobus con fine corsa alla Stazione Tiburtina; da lì con un mezzo pubblico (metro o tram) sarò in breve tempo al Congresso. Pernotterò in zona


Auditorium e sarò di nuovo in sede la mattina seguente ad apertura degli stand. Per il Ritorno decido di approfittare dell'offerta delle ferrovie dello stato che, grazie al codice promo [CHE FORTUNA], mi consentirà di di viaggiare al costo di poco più di un caffè.. A questo punto, organizzati i viaggi di andata e ritorno, scelti i mezzi di trasporto per me più adeguati, prenotato l'albergo, ho infine chiaro l'impatto delle spese che dovrò sostenere ed il tempo che potrò impiegare (ca 2 giorni) per il soddisfacimento del mio desiderio/obiettivo. Se questo fosse realmente un Progetto di Investimento, avremmo a che fare con l'Analisi dei Costi e con il suo l'Orizzonte Temporale: vale a dire la durata temporale stimata -necessaria e sufficiente- per realizzare quell'obiettivo. www.centopercentofitness.it

A copertura di eventuali intoppi di percorso ( in questo caso collegati prevalentemente alla viabilità) ho scelto non a caso differenti tipi di veicoli (privati e pubblici) e di tragitto (autostradale e ferroviario), unitamente a tempi di percorrenza differenziati in modo da eliminare le incertezze connesse alla scelta di un unico, specifico mezzo di trasporto o di percorso. Il Principio della Diversificazione dei Rischi è, in Economia Finanziara, un ^modus operandi^: serve a ridurre la rischiosità legata alla scelta di un unico strumento attraverso la selezione di una più ampia gamma di attività finanziarie e di una pluralità di prodotti di investimento. Lo scopo è abbattere i "rischi specifici", moltiplicando le opportunità a disposizione. Quanto risulta, infatti, probabile uno scenario in cui scioperino contemporaneamente sia i mezzi

pubblici sia i privati, o quello in cui ci siano allo stesso tempo ritardi e/o blocchi sulle percorrenze sia ferroviarie sia autostradali [?!].. Diversificare dventa pertanto una misura di protezione dagli imprevisti che si possano incontrare strada facendo e che possano ritardare o/o pregiudicare il buon esito del Piano.. Prima di partire non dimenticherò di consultare la mia App di viabilità/meteo VIAGGIA SICURA preferita, in alto a destra del mio smartphone, in cui avrò memorizzato il mio itinerario: mi informerà sulle variazioni di traffico e/o di transito inerenti il mio percorso Il Monitoraggio del Mio Piano. Tale vigilanza mi sarà utile per fare, di tanto in tanto, il punto della situazione: le notizie su possibili ritardi nelle percorrenze o su marce a singhiozzo in alcune fasce orarie, saranno utilissime per eventuali "cambi di programma" grazie a questa Rendicontazione Personalizzata. Le azioni migliorative che potrebbere, a questo punto, dirsi opportune (quali scegliere di cambiare gli orari, i percorsi oppure i mezzi) serviranno, all'occorrenza, per "correggere il tiro" in un tempo più che utile e senza pregiudicare alcunchè del Progetto Iniziale e del suo Buon Fine: Attività di Ribilanciamento. Cosa distingue dunque il "Mio Progetto Consulentia 2020" dalla "Pianificazione Finanziaria dei Tuoi Investimenti"? I tuoi obiettivi personali, al posto dei Miei...




#FILOSOFO

La filosofia dei Valori da Platone a Benedetto Croce

Domenico Casa

Nei periodi di crisi delle civiltà i Valori forti vengono offuscati o decapitati, per dare spazio a valori deboli o pseudo-valori, i quali hanno la funzione, nei confronti dei mali insorgenti, di attutire o "sopire", come diceva il Governatore di Milano di manzoniana memoria, durante le rivolte provocate dalla carestia. Dei Valori se ne occupa tutta una branca della filosofia. Anzi, sarebbe meglio dire che quasi tutti i filosofi passano per l'etica. Platone è colui che, insieme al suo maestro Socrate, il quale identificava la virtù con il bene, ha fornito notevoli contributi a tale proposito. Per il filosofo ateniese, infatti, i Valori si identificano con le Idee fondamentali, le quali sono alla base dell'esistenza sia individuale che collettiva. Ma Bello, Giusto, Vero e Bene, nel corso dei secoli hanno subito falsificazioni o cancellazioni, parziali o totali. Si 56

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pensi alle aberrazioni e agli orrori dei regimi autoritari. Vengono poi riaffermati, una volta superate le crisi di sistemi politici e i passaggi di civiltà. Durante il corso del secolo che ci siamo lasciati alle spalle, i valori che godevano di un "consensus" quasi universale, con la comparsa delle nuove teorie del lavoro, ma soprattutto del sistema capitalistico di produzione, sono stati amputati del Giusto pere fare posto all'Utile. Ci ha pensato per prima, sul piano filosofico, Benedetto Croce, quando, correggendo la filosofia hegeliana dello Spirito, operò una rivoluzione dei saperi, e, al Bene, relativo all'etica, sostituì l'Utile, relativo all'economia. In realtà di utile avvevano già parlato i Sofisti. Infatti, secondo Protagora di Abdera, per giudicare se una "cosa" è vera, bella, giusta o buona, bisogna prenderne in considerazione l'utilità.

Inoltre, Protagora sosteneva che "l'uomo è misura di tutte le cose". Se per "uomo" si intende, come è molto probabile, il singolo individuo, allora il filosofo di Abdera (Turchia) potrebbe essere considerato come l'anticipatore di alcune correnti di pensiero contemporanee, quali il soggettivismo e lo psicologismo, nel ritenere che i valori non hanno alcun carattere oggettivo e universale, ma variano nello spazio e nel tempo e dipendono dalle circostanze e dalle storie dei singoli individui. È il"così è se vi pare" della sempre attuale commedia di Luigi Pirandello, con cui il relativismo gnoseologico ed etico passa dalla filosofia alla letteratura. E "l'opinione" tanto avversata da Platone, e non solo, prende il posto della verità.



#POESIA

Il nuovo Anno Salvatore Spinelli

Questo lavoro è stato inserito nel FITNESS di alcuni anni fa, ma quanto chiedevo, in questi anni, non mi è stato concesso per cui lo ripropongo nella speranza che l’uomo torni ad amarsi e torni ad amare il suo prossimo. SERENO ANNO NUOVO A TUTTI

Caro anno nuovo A chiederti troppo neanche ci provo ma poche cose ti voglio chiedere e tu me le dovrai concedere. Tu che sei presente su tutta la Terra distogli l’uomo dall’idea della guerra, fagli capire che anche se vince, alla fine, conquisterà solo un mondo di rovine. Fagli capire che denaro e potere non si possono sempre avere, fagli capire che non è eterno, che lascerà questo mondo un giorno. Digli che prepotenza e arroganza in Dio non trovano cittadinanza, la trovano, invece, fratellanza, comprensione, Amore, tolleranza. Digli di abbassare l’orgoglio, di non pretendere l’erba voglio e solo se avrà ben seminato, forse potrà essere ricordato. Vai nelle famiglie, deciso, tenace, e dove non c’è porta la PACE, la PACE è figlia del perdono che dalla Croce Gesù ce ne fece dono. All’uomo devi dire: “Ama, figlio mio attingendo alla fonte di Dio”, digli che se impara a PERDONARE gli sarà anche facile AMARE.

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#FOODCROSSING

Il pignato magro

Anna Maione

Una buona e calda zuppa fa bene allo spirito, ma anche alla salute, soprattutto nelle giornate invernali più fredde! Ne esistono alcune che non dovrebbero mancare mai in tavola e che non richiedono troppo impegno, anche gli ingredienti si caratterizzano per la loro semplicità e facile reperibilità. Quando si pronuncia la parola “minestra” a Napoli, si è soliti portare il pensiero ad una pietanza nota come Menesta ‘mmaretata (minestra maritata), un piatto che viene fuori dall’insieme di diverse verdure cucinate con alcuni tipi di carne. Anticamente la minestra maritata veniva detta anche “pignato grasso”, grazie proprio agli ingredienti che la componevano, che però non erano reperibili a tutte le persone che desideravano gustarla. Così per sopperire alla mancanza di questo piatto tra le persone meno facoltose nacque una degna alternativa, un’altra minestra ugualmente succulenta, definita “pignato magro” (perché priva di carne), ovvero la meravigliosa zuppa di fagioli e scarole (in origine si era soliti prepararla con le foglie di scarola più esterne di solito destinate alle galline) Ad oggi la preparazione di questo piatto, è ancora molto gettonata e rappresenta al meglio la cucina napoletana. Gli ingredienti sono pochi, poco costosi ed ovviamente reperibili ovunque, la preparazione come al solito richiede solo pazienza e amore, il risultato ed il successo sono assicurati. Una zuppa invernale, economica e salutare, calda ed avvolgente, ricca di sali minerali, proteine vegetali e vitamine, ideale per disintossicare il nostro corpo 60

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dai ricchi menù che hanno caratterizzato le feste Natalizie. Insomma scarole e fagioli rappresentano un connubio di sapori perfetto per una cena calda, colorata e di stagione!


La Ricetta di "Nonna Flora" - Scuola di Cucina Ingredienti: • 200 g di fagioli secchi • 2 cespi di scarola • 1 spicchio d’aglio • olio extravergine d’oliva q.b. • sale q.b.

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Procedimento: Lavare i fagioli e lasciarli in ammollo una notte intera in acqua. Il giorno seguente, lessare i fagioli avendo cura di farli bollire a fuoco lento. Quando saranno lessi, insaporire i fagioli con lo spicchio d’aglio, l’olio, il sale e se preferite un po’ di peperoncino, lasciar cuocere per qualche minuto. Lavare accuratamente la scarola ed eliminare il gambo centrale e le foglie più dure. Sciacquare ancora una volta e adagiare la scarola ancora piena d’acqua in una pentola coperta

da un coperchio, lasciar cuocere 15 minuti, avendo cura di rigirarla con l’aiuto di una forchetta. Quando la scarola si sarà ammorbidita e quindi lessata, scolarla bene ed aggiungerla ai fagioli, mescolando la minestra ottenuta per qualche minuto a fuoco dolce. Servire la zuppa di fagioli e scarole calda ed accompagnata da qualche pezzo di pane raffermo o tostato


#CONSUMATORI

Errore dell’Inps sul cedolino della pensione di gennaio Conguaglio sbagliato. Meno soldi ma nessuno avvisa.

Pierluigi D'Apuzzo

Con l’arrivo del nuovo anno e la messa in pagamento del primo rateo di pensione, molti pensionati hanno avuto un’amara sorpresa. Sull’importo liquidato era stato trattenuto un importo variabile a debito “da rinnovo”. Tanti non se ne sono neanche ancora accorti in quanto, riscuotendo la pensione in banca, non hanno ancora preso visione dell’importo messogli in pagamento dall’Inps. Purtroppo, come spesso accade in questi casi, giornali e tv , pur solitamente attenti alle notizie, non hanno dato alcuna informazione all’utenza. Ancora più grave neppure l’Inps ha informato i propri pensionati anche se avrebbe potuto tempestivamente inviare agli interessati una lettera informativa e di scuse. Dal momento che non si parla di spiccioli è doveroso spiegare l’accaduto, sperando quantomeno di tranquillizzare il maggior numero possibile di interessati. Si tratta di un errore, a detta degli addetti allo sportello dell’Istituto, di cui non è stato ancora possibile quantificare con esattezza il numero di trattamenti di pensione coinvolti e che potrebbe essersi manifestato in tutto il Paese. Su “alcune” pensioni ci sono dei conguagli a debito da rinnovo variabili da 40 a 80 euro circa. La trattenuta è stata effettuata nei mesi di gennaio e febbraio 2020. Si tratta però di conguagli “non dovuti” e le Sedi stanno aspettando istruzioni dalla 62

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Direzione Generale su come effettuare il rimborso delle trattenute indebitamente prelevate dalle pensioni. La restituzione avverrà “probabilmente” nei mesi di marzo o aprile 2020. I pensionati non devono presentare alcuna richiesta specifica all’Inps. Cosa sarebbe successo? Alcuni patronati hanno riscontrato che chi aveva usufruito del cosiddetto ‘bonus Poletti’, nel ricalcolo effettuato dall’Inps si è visto annullato il bonus del 2019, cosa che ha comportato un debito nei confronti dell’Istituto, e si è visto disapplicare il bonus nel 2020, con conseguente diminuzione della pensione. Ora, l’Inps ha già riconosciuto l’errore e ha fatto sapere che provvederà a ricalcolare quanto prima tutte le pensioni. Sbagliare è possibile e persino scusabile ma in questo caso si parla di somme necessarie e in molti casi appena sufficienti per vivere. Quanto sarebbe costato darne immediato avviso magari sugli organi di informazione se non con una lettera personale o online? Per tutelare i tuoi diritti puoi rivolgerti alla sede locale Adiconsum attiva sul territorio di Piano di Sorrento a Via Bagnulo 18.



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