Il Filarmonico Magazine

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il

ilarmonico m a g a z i n e

Dennis Hopper

le foto di un simbolo del ‘68

Toni Servillo

l’attore che cerca la felicità nella musica

Sharon Isbin

una leggenda della chitarra

Umberto Benedetti Michelangeli l’essenza divina di Mozart per il Concerto di Natale

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2008

Raffaello Lucci, La #

Arezzo, 1 Novembre • 19 Dicembre

Direttore Artistico Giulia Ambrosio

Ferdinando Abbri Giuseppe Ayala Sara Bacchelli Antonio Ballista Gisella Belgeri Marco Bellocchio Umberto Benedetti Michelangeli Maurizio Bettini Camillo Brezzi Massimo Bucciantini Fabio Caiti Sandro Cappelletto Riccardo Chiaberge Patrizia Cigna Roberto Cognazzo Silvia Colasanti Eugenio Colombo Azio Corghi Marina De Liso Michael Daugherty Stefano Demicheli Dolce & Tempesta Eduardo Egüez Francesco Ermini Polacci Francesco Finotti Dennis Hopper Sharon Isbin La chimera La stagione armonica Fabio Lombardo Cecilia Luzzi Giovanna Marini Giordano Mazzi Susanna Moncayo Piergiorgio Odifreddi Orchestra Vincenzo Galilei Giuseppe Patota Monica Piccinini Quartetto Auryn Fabio Rossi Guido Salvetti Andrea Scanzi Schola cantorum Francesco Landini Toni Servillo Claudio Strinati Walter Testolin Leo Turrini Furio Zanasi Baltazar Zuniga Ministero per i Beni e le Attività Culturali

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Vieri Dischi

Spazio LeboLe

Tizzi Automobili

EntE Filarmonico italiano Via Cesalpino 19 | 52100 Arezzo | Telefono e fax 0575 353215 | info@entefilarmonicoitaliano.it | www.entefilarmonicoitaliano.it


Indice Programma La realtà di un Festival senza confini di Giulia Ambrosio Un flashback per iniziare di Giulia Ambrosio “Out of the Sixties”, mostra di Dennis Hopper I Notturni per i defunti di Porpora di Stefano Demicheli Colori neogotici di Giulia Ambrosio Il ’68 e il sentimento del cinema di Andrea Martini I grandi appuntamenti con il… cinema Note e numeri di Roberto Cognazzo Hofmannsthal e l’insensatezza dello scrivere Un viaggio nelle culture e nel tempo di Eduardo Egüez Riccardo Chiaberge presenta “La variabile Dio” Sharon Isbin, una star che emoziona di Giulia Ambrosio Una passione civile e un’amicizia di Camillo Brezzi Giuseppe Ayala presenta “Chi ha paura muore ogni giorno” Le parole della musica di Cecilia Luzzi Il suono del ’68 di Sandro Cappelletto Beethoven e l’arte del quartetto di Francesco Ermini Polacci Leo Turrini presenta “Battisti” Maurizio Bettini presenta “Antropologia sonora del mondo antico” L’intervista. Umberto Benedetti Michelangeli di Francesco Ermini Polacci Insieme per la cultura ad Arezzo Gli Amici del Festival Informazioni

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Il Filarmonico Magazine, edito dall’Ente Filarmonico Italiano (Ottobre 2008) Pubblicazione a cura di Giulia Ambrosio, Francesco Ermini Polacci Hanno collaborato Giulia Ambrosio, Maurizio Bettini, Camillo Brezzi, Sandro Cappelletto, Roberto Cognazzo, Stefano Demicheli, Eduardo Egüez, Francesco Ermini Polacci, Cecilia Luzzi, Andrea Martini Contributi redazionali di Irene Gennarelli, Katiuscia Manetta Progetto grafico di Giuditta Buzzichelli, Compagnia delle Foreste Impaginazione Compagnia delle Foreste, Arezzo Stampa Industria Grafica Valdarnese, San Giovanni Valdarno Diffusione gratuita 3


Programma Sabato 1 Novembre ore 18 Palazzo Chianini Vincenzi Inaugurazione della mostra fotografica “Out of the Sixties” di Dennis Hopper Domenica 2 Novembre ore 21.15 Basilica di San Francesco Dolce & Tempesta, ensemble con strumenti originali, clavicembalo e organo La Stagione Armonica, ensemble corale Monica Piccinini, soprano Marina De Liso, mezzosoprano Stefano Demicheli, direttore Porpora: Notturni per i defunti (prima esecuzione in epoca moderna) Lunedì 10 Novembre ore 21.15 Pieve di Santa Maria Francesco Finotti, organo Liszt: l’opera per organo (primo concerto) Mercoledì 12 Novembre ore 21.15 Teatro Pietro Aretino Piergiorgio Odifreddi, matematico Roberto Cognazzo, pianoforte La musica dei numeri e i numeri della musica (una conversazione anche musicale) (al termine verranno presentati i volumi “La via lattea” di Piergiorgio Odifreddi “Il bis più lungo della storia” di Roberto Cognazzo) Venerdì 14 Novembre ore 21.15 Pieve di Santa Maria Francesco Finotti, organo Liszt: l’opera per organo (secondo concerto) Mercoledì 19 Novembre ore 21.15 Cinema Eden Easy Rider (1969) di Dennis Hopper Giovedì 20 Novembre ore 21.15 Teatro Pietro Aretino Toni Servillo, voce recitante Antonio Ballista, pianoforte Lettera di Lord Chandos di Hugo von Hofmannsthal

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Sabato 22 Novembre ore 21.15 Teatro Pietro Aretino La Chimera, ensemble di violini, viole da gamba, violoncelli, chitarre, liuti e bandoneon Furio Zanasi, baritono Susanna Moncayo, mezzosoprano Eduardo Egüez, direttore Buenos Aires Madrigal Mercoledì 26 Novembre ore 21.15 Cinema Eden One Plus One-Sympathy for the devil (1968) di Jean-Luc Godard Giovedì 27 Novembre ore 17 Facoltà di Lettere e Filosofia Riccardo Chiaberge presenta il suo libro “La variabile Dio” partecipano Ferdinando Abbri e Massimo Bucciantini Giovedì 27 Novembre ore 21.15 Teatro Pietro Aretino Sharon Isbin, chitarra musiche di Savio, de Mello, Brouwer, Granados, Tárrega, Albeniz, Duarte, Dun, Sainz de la Maza, Mangoré Venerdì 28 Novembre ore 21.15 Teatro Pietro Aretino Giuseppe Ayala presenta il suo libro “Chi ha paura muore ogni giorno” introduce Camillo Brezzi Sabato 29 Novembre ore 10 Liceo Classico “Francesco Petrarca” Giuseppe Ayala incontra gli studenti del liceo classico e del liceo musicale Sabato 29 Novembre ore 17 Biblioteca Città di Arezzo Presentazione del “Lessico della letteratura musicale italiana 1490-1950” interventi di Sandro Cappelletto, Cecilia Luzzi, Giuseppe Patota, Fabio Rossi


Sabato 29 Novembre ore 21.15 Teatro Pietro Aretino I pugni in tasca (1965) di Marco Bellocchio (alla proiezione sarà presente Marco Bellocchio) Domenica 30 Novembre ore 10 Teatro Pietro Aretino “Lontano, lontano, lontano: il 1968 e la musica” Convegno curato da Sandro Cappelletto interventi di Gisella Belgeri, Silvia Colasanti, Eugenio Colombo, Azio Corghi, Michael Daugherty, Giovanna Marini, Guido Salvetti, Claudio Strinati Martedì 2 Dicembre ore 10 Liceo Classico “Francesco Petrarca” Francesco Ermini Polacci racconta i Quartetti per archi di Beethoven Martedì 2 Dicembre ore 21.15 Teatro Pietro Aretino Quartetto Auryn Matthias Lingenfelder e Jens Oppermann violini, Eaton Stewart viola, Andreas Arndt violoncello Integrale dei Quartetti per archi di Beethoven (primo concerto) Quartetto in fa minore op. 95 Quartetto in fa maggiore op. 18 n. 1 Quartetto in fa maggiore op. 59 n. 1 “Rasumowsky” Mercoledì 3 Dicembre ore 19 Concessionaria Audi Il Quartetto Auryn incontra gli amici del Festival, i collaboratori e i clienti della Tizzi Automobili Un omaggio a Franz Joseph Haydn (ingresso riservato agli invitati) Venerdì 5 Dicembre ore 21.15 Teatro Pietro Aretino Quartetto Auryn Matthias Lingenfelder e Jens Oppermann violini, Eaton Stewart viola, Andreas Arndt violoncello Integrale dei Quartetti per archi di Beethoven (secondo concerto) Quartetto in re maggiore op. 18 n. 3 Quartetto in mi bemolle maggiore op. 127 Quartetto in do maggiore op. 59 n. 3 Rasumowsky”

Sabato 6 Dicembre ore 21.15 Teatro Pietro Aretino Quartetto Auryn Matthias Lingenfelder e Jens Oppermann violini, Eaton Stewart viola, Andreas Arndt violoncello Integrale dei Quartetti per archi di Beethoven (terzo concerto) Quartetto in mi bemolle maggiore op. 74 “Delle arpe” Quartetto in sol maggiore op. 18 n. 2 Quartetto in do diesis minore op. 131 Mercoledì 10 Dicembre ore 21.15 Cinema Eden Nostra Signora dei turchi (1968) di Carmelo Bene Venerdì 12 Dicembre ore 21.15 Teatro Pietro Aretino Leo Turrini presenta il suo libro “Battisti” con Andrea Scanzi interventi musicali di Giordano Mazzi e Fabio Caiti Martedì 16 Dicembre ore 10 Liceo Classico “Francesco Petrarca” Maurizio Bettini presenta il suo libro “Antropologia sonora del mondo antico” Mercoledì 17 Dicembre ore 21.15 Cinema Eden Yellow Submarine (1968) di George Dunning Venerdì 19 Dicembre ore 21.15 Basilica di San Francesco Orchestra Vincenzo Galilei Schola Cantorum Francesco Landini Patrizia Cigna, soprano Sara Bacchelli, mezzosoprano Baltazar Zuniga, tenore Walter Testolin, basso Fabio Lombardo, maestro del coro Umberto Benedetti Michelangeli, direttore “Concerto di Natale” Mozart: Dominicus Messe kv 66, Litaniae Lauretanae KV 195 (in coproduzione con la Scuola di Musica di Fiesole) 5

Direttore artistico Giulia Ambrosio


di Giulia Ambrosio

La realtà di un Festival senza confini

Basilica di San Francesco

E

cco i ‘veri’ grandi appuntamenti della musica, i concerti inseriti nell’omonimo Festival autunnale che ha rinnovato, tra il plauso e la meraviglia, l’interesse della città nei confronti di una rassegna proiettata da anni nel panorama nazionale e, da qualche mese e grazie all’adesione all’European Festivals Association, anche in quello internazionale. Il Festival ‘in espansione’, che meno di un anno fa io e l’assessore alla cultura del Comune di Arezzo Camillo Brezzi abbiamo annunciato, è una realtà. Un’espansione su base annuale che ha visto protagonisti il nostro Ente e la città per le attività che l’amministrazione comunale ha voluto per il Giorno della Memoria, per uno storico Concerto di Pa6

Quando Dall’1 Novembre al 19 Dicembre

Dove Arezzo

Eduardo Egüez

squa, per l’estroversa rassegna estiva “Il Giardino Profondo” (le cui produzioni sono state coronate da un successo senza precedenti e con la sottoscrizione di oltre 400 Musicard, carte gratuite ricche di benefit e sconti riservati ai giovani). L’espansione riguarda soprattutto il progetto artistico del Festival autunnale, un contenitore ordinatamente affollato di concerti esclusivi: la prima esecuzione in epoca moderna dei Notturni per i defunti di Porpora affidata all’estro competente di Stefano Demicheli e della sua creatura Dolce & Tempesta oltre che al coro La stagione armonica e alle splendenti Monica Piccinini e Marina De Liso, tutte le opere organistiche di Liszt assegnate al virtuoso Francesco Finotti, l’impreve-

Antonio Ballista

dibile miscela sonora e poetica di Buenos Aires Madrigal ovvero i madrigalisti innamorati del tango che si sono raggruppati nell’ensemble La chimera che comprende altre intense voci, quelle di Furio Zanasi e di Susanna Moncayo (bisognava comunque ingaggiare La chimera, prima o poi, qui ad Arezzo, la città della più celebre chimera della storia dell’arte), ma anche Toni Servillo e Antonio Ballista nella loro rinnovata Lettera di Lord Chandos, finalmente una chitarrista ed è nientemeno che Sharon Isbin appositamente in arrivo da New York, gli archi intensi del Quartetto Auryn per dare l’avvio all’esecuzione di tutti i Quartetti di Beethoven e infine il Concerto di Natale tradizionalmente affidato ai complessi


Uno scorcio di Piazza Grande

sinfonici e corali della Scuola di Musica di Fiesole stavolta diretti da Umberto Benedetti Michelangeli in un programma mozartiano a lui congenialissimo (la Missa “Dominicus” e le Litaniae Lauretanae) che si avvale delle voci di Patrizia Cigna, Sara Bacchelli, Baltazar Zuniga e Walter Testolin. Il Festival è accompagnato da un convegno che contribuisce alle troppe rievocazioni del ’68 con un tema inedito e al quale hanno aderito testimoni di ieri e protagonisti di oggi inserendosi in un progetto coordinato dall’amico Sandro Cappelletto. E ancora da incontri con gli autori: vari ed importanti, come vogliamo per il nostro pubblico. Tra di loro, Riccardo Chiaberge, Giuseppe Ayala, Piergiorgio Odifreddi, Leo Turrini

Giuseppe Ayala

che è il biografo di Lucio Battisti, Maurizio Bettini, alcuni dei collaboratori del LesMu progettato da Fiamma Nicolodi e Paolo Trovato. E ancora la mostra Out of the Sixties che, proponendo le foto non convenzionali di Dennis Hopper, sarà il degno corollario visivo del convegno. E poi cinque film che, di quegli stessi anni, rappresentano in modo molto evidente il gusto musicale, la sfida sociale, spesso il grottesco e il suo senso: alla proiezione de I pugni in tasca presenzierà Marco Bellocchio che, mantenendo la parola, viene a conoscere personalmente il pubblico del nostro Festival che quest’anno lo ha potuto apprezzare anche come disegnatore e pittore. E infine, gli incontri esclusivi degli artisti e degli ospiti più

Quartetto Auryn

interessanti con gli amici del Festival presso la nostra sede di via Cesalpino. Questo spazio dovrà diventare, sempre più, un salotto di idee e una vetrina per gli artisti aretini: un posto dove commentare la vita artistica di Arezzo e da dove partire per andare ad esplorare le rassegne degli altri, le dimore storiche, la città nascosta. Qui, nei mesi di settembre e ottobre è stata esposta l’opera di Raffaello Lucci To love, omaggio all’artista aretino che ci ha fatto dono del suo coloratissimo La diesis quale logo del Festival 2008. E ora, per i due mesi di attività del Festival, saranno le opere di Giuseppe Fanfani ad arricchire la sede e a far conoscere il profilo artistico del sindaco di Arezzo al pubblico del Festival. ❚ 7


di Giulia Ambrosio

Un f lashback per iniziare

I

Grandi Appuntamenti della Musica aprono l’edizione 2008 con Out of the Sixties, la mostra fotografica di Dennis Hopper. Allestita per la prima volta a New York nel Gennaio 1987, quasi sconosciuta in Europa, la produzione fotografica del regista e attore americano, il ribelle più volte dato per finito, ne illumina invece – e in maniera sorprendente – il carattere artistico più che la caratterialità. L’esperienza fotografica di Hopper inizia quando il giovane Dennis aveva 18 anni e prosegue sino al 1967 quando, a soli 31 anni, si rivela come sceneggiatore, attore e regista di Easy Rider. Dopo, sappiamo tutti quello che fece il cineasta americano: è di questi ultimi anni, però, il compiacimento mediatico per l’uomo – e l’artista – finalmente ricomposti e acquietati. Della mostra di Dennis Hopper colpisce ancora oggi una qualità già descritta da Walter Hopps nel volume omonimo: “Singolarmente, ciò che sembra caratterizzare oggi le fotografie di Hopper è il fatto che assomiglino a immagini di film. Non tanto a fotogrammi stampati, ma piuttosto a fotografie realizzate sui set e le ambientazioni di film in lavorazione soltanto immaginati... film meravigliosi”. Colpisce ancora, e in modo molto forte, la ricca galleria di straordinari artisti che Dennis Hopper conosceva e frequentava e dei quali fu un famelico collezionista e, quasi a contraltare di tanto intellettualismo, le fotografie cosiddette sociali e, assieme ad esse, i ritratti della Beat Generation. E ancora i tanti musicisti e i loro amici attori, tutti testimoni più o meno consapevoli di un decennio che ha segnato un pezzo di storia. ❚ 8

Dennis Hopper, Andy Warhol


inaugurazione della mostra

“Out of the Sixties” fotografie di dennis hopper

Quando Sabato 1 Novembre ore 18

Dove

Palazzo Chianini Vincenzi

Dennis Hopper, Martin Luther King

Dennis Hopper, James Rosenquist

DENNIS HOPPER Nato nel 1936 a Dodge City (Kansas), dopo un lungo tirocinio come attore passa alla regia nel 1969 con il film cult “Easy Rider”. Dopo l’insuccesso della sua seconda pellicola, “The Last Movie” (1971), mai distribuita, conosce un lungo periodo

di esilio da Hollywood, interrotto con la partecipazione a film di successo come “Rusty il selvaggio”. “Colors - Colori di guerra” e “Hot Spot - Il posto caldo” sono fra i suoi ultimi film firmati come regista. La sua attività di fotografo, iniziata negli anni Cinquanta e

interrotta definitivamente con il passaggio alla regia, è ancora poco conosciuta benché estremamente significativa. La mostra “Out of the Sixties” presenta un centinaio di istantanee realizzate fra il 1960 e il 1967. ❚ 9


di Stefano Demicheli

I Notturni per i defunti di Porpora

N

icola Porpora (16861768) è generalmente noto come l’insegnante di canto dei più famosi castrati del 1700 quali Farinelli, Cafferelli e molti altri che rappresentano oggi nell’immaginario popolare la quintessenza dell’opera barocca. Nonostante questo

Quando Domenica 2 Novembre ore 21.15

Dove

Basilica di San Francesco

Tre intriganti e inedite Leçons des Ténèbres alla Napoletana!

la sua musica è ancora di raro ascolto e a parte alcune cantate profane la sua produzione sacra è completamente negletta. I Notturni per i defunti erano un genere non sconosciuto nella Napoli del tempo, ma la versione di Porpora brilla per una qualità musicale particolar-

mente alta e per una tensione espressiva senza pari. Scritta per il Conservatorio di Santa Maria del Loreto, una delle quattro scuole di musica per studenti poveri nella Napoli settecentesca, questa musica è sopravvissuta in due set di parti datate 1743 e 1760. Il testo lati-

gli interpreti

DOLCE & TEMPESTA

Mauro Lopes Ferreira violino Giorgia Simbula violino Marco Testori violoncello Nicola Barbieri violone Brunello Gorla corno Gabriele Rocchetti corno Andrea Friggi organo 10

LA STAGIONE ARMONICA

ensemble corale

MONICA PICCININI soprano MARINA DE LISO mezzosoprano STEFANO DEMICHELI

organo e direzione


no è tratto dal Libro di Giobbe ed è musicato per due cantanti (soprano e contralto) accompagnati da una piccola orchestra di due violini, due corni – qui utilizzati per effetti coloristici per la prima volta – e continuo. Siamo inoltre particolarmente fortunati nell’avere le note di pagamento per le esecuzioni dell’epoca che ci permettono di conoscere i dettagli sulle forze strumentali impiegate ed effettuare così una precisa ricostruzione musicologica in una performance in tempi moderni. La partitura originale prevedeva un coro per i Responsori che intercalavano i vari momenti solistici ma solo la loro veste strumentale è sopravvissuta. La musica cantata dal coro è ora perduta - eccettuato per un piccolo frammento - ma è stata effettuata una ricostruzione e renderne possibile l’esecuzione e per dare un’idea globale di cosa doveva essere il rito all’epoca. Il risultato è di forte impatto emotivo,

più vicino all’opera di Pergolesi che a ciò che ci aspetteremmo da un lavoro sacro. È vero e proprio teatro religioso nella Napoli barocca. Il testo con le sue movenze espressionistiche è musicato alla stregua di un libretto drammatico: i personaggi sono gli uomini ma l’indiscussa protagonista è l’oscurità della morte che su tutti vince. Dopo l’esecuzione delle sole Lezioni per il Festival “Claudio Monteverdi” di Cremona (2006) e la registrazione discografica che Dolce & Tempesta ha realizzato per l’etichetta Fuga Libera (2007), risuonerà ad Arezzo il prossimo 2 Novembre 2008 (giornata dedicata alla Memoria dei defunti) la prima esecuzione in tempi moderni di questo capolavoro dimenticato nella sua versione completa dei Responsori corali. Sarà questa l’inaugurazione del Festival “I Grandi Appuntamenti della Musica” organizzato dall’Ente Filarmonico Italiano. ❚

programma

I Notturni per i defunti di Porpora prima esecuzione in epoca moderna Notturno Primo Lezione I ”Parce mihi Domine” (soprano) - Responsorio “Credo quod Redemptor meus vivit” - Lezione II “Taedet animam meam” (alto) - Responsorio “Qui Lazarum resuscitasti” - Lezione III “Manus tuae fecerunt me” (soprano) Responsorio “Domine quando veneris” Notturno Secondo Lezione I “Responde mihi” (soprano) - Responsorio “Memento mei Deus” - Lezione II “Homo natus de muliere” (soprano) - Responsorio “Hei mihi Domine” - Lezione III “Quis mihi hoc tribuat” (alto) - Responsorio “Ne recorderis” Notturno Terzo Lezione I “Spiritus meus” (soprano) - Responsorio “Peccantem me quotidie” - Lezione II “Pelli meae consumptis carnibus” (alto) - Responsorio “Domine secundum actum meum” - Lezione III “Quare de vulva” (alto) Edizione critica curata da Stefano Aresi e preparata da Andrea Friggi Ricostruzione dei Responsori a cura di Andrea Friggi e Stefano Demicheli 11


I protagonisti

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LA STAGIONE ARMONICA Ensemble corale fondato nel 1991 dai madrigalisti del Centro di Musica Antica di Padova, si specializza nel repertorio rinascimentale e barocco lavorando con direttori come Savall, Leonhardt, Marcon, Dantone. Partecipa alle piÚ importanti rassegne europee. Dal 1996, La Stagione Armonica è diretta e preparata da Sergio Balestracci.

MARINA DE LISO Diplomatasi al Conservatorio di Rovigo, si è perfezionata in canto rinascimentale e barocco con Claudine Ansermet. Ha vinto i concorsi “Toti Dal Monteâ€? (2001) e As.Li.Co. di Milano (2002). Dopo il debutto con Falstaff, nel ruolo di Quickly, a Trento, Rovigo e Bolzano, è stata Isabella nell’“Italiana in Algeriâ€? (Teatro alla Scala), Cherubino nelle “Nozze di Figaroâ€? (Teatro Carlo Felice di

DOLCE & TEMPESTA Ăˆ una formazione di musica antica con strumenti originali nata nel 2002 su iniziativa di Stefano Demicheli. I suoi musicisti provengono dalle piĂš importanti formazioni di musica antica. In collaborazione con studiosi, compie un consistente lavoro di riscoperta e valorizzazione di autori sconosciuti e di brani meno noti di compositori giĂ celebri, eseguendo in prima assoluta capolavori dimenticati. L’ensemble, impostosi nel panorama europeo dei gruppi specializzati, è stato piĂš volte ospite di prestigiose istituzioni musicali europee.

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MONICA PICCININI Diplomatasi sotto la guida di Elena Kriatchko, ha approfondito in particolare l’interpretazione della musica vocale del XVII e XVIII secolo, di cui è apprezzata interprete. Collabora regolarmente con Hesperion XXI e La Capella Real de Catalunya di Jordi Savall, l’Accademia Bizantina di Ottavio Dantone, l’Europa Galante di Fabio Biondi, Dolce & Tempesta di Stefano Demicheli. Dal 2003 è membro dell’ensemble Concerto Italiano diretto da Rinaldo Alessandrini. Ha cantato nei teatri e nei festival piĂš prestigiosi.

Genova) e ha cantato in diversi titoli di Händel e Vivaldi. Di recente, grande successo ha riscosso la sua interpretazione di Cornelia nel “Giulio Cesareâ€? di Händel sotto la direzione di Diego Fasolis.

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STEFANO DEMICHELI Nato a Torino nel 1975, si è diplomato in organo, composizione organistica e, sotto la guida di Ottavio Dantone, clavicembalo. Fin dai primi anni di studio ha collaborato con gruppi specializzati come l’Accademia Bizantina, Il Giardino Armonico, la Freiburger Barockorchester, il Concerto KĂśln, La Cappella della PietĂ dei Turchini. Ăˆ stato ospite delle sale da concerto e dei teatri piĂš importanti, collaborando anche con direttori come Abbado, Chailly, Bolton, Antonini, Jacobs. Ăˆ fra i docenti del Corso Internazionale di Musica Antica di Urbino e insegna al Conservatorio di Cesena.


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di Giulia Ambrosio

Colori neogotici

F

rancesco Finotti è l’organista al quale penso immediatamente ogni volta che desidero sentir suonare il monumentale organo Tamburini della altrettanto monumentale Pieve di Santa Maria. È un autentico virtuoso del suo strumento del quale conosce ed esegue a memoria l’intera letteratura. Se c’è un organista italiano

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capace di proporre programmi e progetti in grado di ricollocare l’organo nella sua straordinaria funzione concertistica, questi è Finotti. Questa volta gli è stato affidato un programma che, proponendo tutte le principali opere organistiche di Liszt, farà risaltare, tra esse, le due colossali pagine del Preludio e Fuga sul nome B.A.C.H. e della Fan-

tasia e Fuga sul corale “Ad nos, ad salutarem undam”. Sono capolavori di grande fascino, lontani dalle sonorità di certa pomposa letteratura organistica romantica, fascinosi nella chiarezza espositiva della polifonia. Un Liszt grande e autentico, capace di ricreare una coloratura neogotica al servizio di una schietta dialettica romantica. ❚


L’opera per organo di Franz Liszt programma

Quando LunedĂŹ 10 Novembre ore 21.15

Dove

Pieve di Santa Maria

L’albero del Natale Psallite (Antico canto natalizio) - In dulci jubilo (I pastori al presepio) - Le campane della sera - Adeste Fideles (Marcia dei tre re magi) - Berceuse “Weinen, Klagen, Sorgen, Zagen�, Variazioni su un tema di J.S. Bach Adagio in re bemolle maggiore (Consolazione n. 4) “Ad nos, ad salutarem undam�, Fantasia in do minore

Quando VenerdĂŹ 14 Novembre ore 21.15

Dove programma

Pieve di Santa Maria

Due Consolazioni in mi maggiore (trascrizione Francesco Finotti) Andante con moto - Un poco piĂš mosso

Il protagonista

Orpheus, Poema sinfonico (trascrizione Jean Guillou) Evocazione alla Cappella Sistina Excelsior!, Preludio Les Morts, Ode funebre Preludio e Fuga su B.A.C.H.

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Francesco Finotti Allievo di Jean Guillou e vincitore del Primo Premio al Concorso Internazionale d’organo “Franz Lisztâ€?, svolge attivitĂ concertistica da solista e collabora con numerose orchestre famose. Docente al Conservatorio di Padova e ai corsi di perfezionamento della Fondazione Romanini di Brescia, si dedica anche alla realizzazione di strumenti innovativi per prestigiose case costruttrici d’organo.

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di Andrea Martini

Il ’68 e il sentimento del cinema

C

elebrazioni del ’68 ne abbiamo viste molte in questo quarantennale. Quasi tutte hanno condisceso a quel meccanismo perverso, ma diffuso, che rimodella il passato, sia pure recente, attraverso il presente. Le riflessioni insomma, anche quelle sulle arti o la letteratura sono state dettate da opportunità momentanee e hanno lasciato in ombra la rilettura dei testi dell’epoca. Guardare quindi con curiosità retrospettiva ad opere cinematografiche che, in misura diversa e con caratteristiche anche opposte, hanno di fatto suggerito un sentimento del cinema incompatibile con la ripetitività di modelli loro coevi, è connettersi al ’68 secondo l’unica via possibile. L’unica comunque passibile ancora di qualche fertilità. Le chopper, le moto dai lunghi manubri, che portano gli eroi di Easy Rider verso una frontiera nuova in ogni senso, in un cammino ritmato dalle musiche di Jimi Hendrix e Bob Dylan, sono l’emblema di una ribellione che mise in discussione, tutti insieme, i cosiddetti valori della società yankee e quindi occidentali usando i suoi stessi materiali. Il film oltretutto dava vita a un differente rapporto tra immagine e musica che già covava nel quotidiano delle nuove generazioni. In questo senso One plus One e Yellow Submarine, figli di un cinema di segno contrastante (come contrastanti sono i due celebri gruppi rivali Rolling Stones e Beatles, messi in scena) partecipano alla medesima decostruzione feconda degli standard allora vigenti, nella musica come nel linguaggio cinematografico. Accostargli la follia di Carmelo Bene, che offendendo le cosiddette regole della scrittura riesce a comunicare, e quanto intensamente, a chi ha occhi, cuore e fegato, significa anche mettere in rilievo la forza di un genio mediterraneo che in splendida solitudine partecipa a una ribellione corale. Infine la riproposizione di I pugni in tasca che svela a ogni visione nuove luminescenti proprietà, ci riporta attraverso le immagini del più grande cineasta italiano, a una domanda spesso elusa: “ma il sessantotto italiano non era già nel cinema che lo precedeva?” ❚ 16


i grandi appuntamenti con il… cinema Mercoledì 19 Novembre ore 21.15 Cinema Eden

Easy Rider di DENNIS HOPPER con Peter Fonda, Dennis Hopper, Antonio Mendoza, Phil Spector USA, 1969. Durata: 94’. Wyatt, detto “Capitan America” e il suo amico Billy, dopo aver venduto una partita di droga, si dirigono con le loro potenti motociclette verso New Orleans. Lungo la strada, fanno numerosi incontri con coetanei e comunità hippies, vengono arrestati e una volta liberi vanno incontro alla morte per mano di due camionisti. Mercoledì 26 Novembre ore 21.15 Cinema Eden

One Plus One - Sympathy for the Devil

di JEAN-LUC GODARD con The Rolling Stones, Anne Wiazemsky, Sean Lynch, Jean-Luc Godard, Marianne Faithfull Musica: Rolling Stones Gran Bretagna, 1968. Durata: 110’. Il soggetto era questo: da un lato c’era One cioè i Rolling Stones e di fronte c’ero io. Questo faceva dunque “One Plus One”. Uno più uno, che era un modo per cercare di far due. Ma poi mi sono accorto, dopo, che fra due cose ci deve essere sempre un’altra cosa, cioè quel più o quel meno. Non è mai solo due, è tre. È sempre tre. E proprio per questo il film che facevo non era un film, era solo one più one, diciamo così. E non arrivava a essere una parità, quel più che mi escludeva non diventava. Cioè in quel film non ci pensavo. Erano solo, appunto, alcuni elementi. Jean-Luc Godard 17


i grandi appuntamenti con il. . . . Sabato 29 Novembre ore 21.15 Teatro Pietro Aretino

I pugni in tasca di MARCO BELLOCCHIO

con Paola Pitagora, Lou Castel, Marino Masé, Liliana Gerace Italia, 1965. Durata: 107’. Al termine della proiezione Marco Bellocchio incontrerà il pubblico In un’agiata casa borghese di Bobbio (Piacenza) una madre cieca vive di ricordi con quattro figli, uno dei quali, epilettico ed esaltato, la elimina e uccide anche un fratello deficiente. Colpito da una crisi mentre ascolta “La Traviata” di Verdi, è lasciato morire dalla sorella Giulia. Dopo “Ossessione” di Visconti non c’era mai stato nel cinema italiano un esordio così clamoroso e autorevole. Non c’è più stato nemmeno nei venti anni seguenti. Bellocchio sfida il grottesco senza cadervi. Duro, crudele, angoscioso.

Mercoledì 10 Dicembre ore 21.15 Cinema Eden

Nostra Signora dei turchi di CARMELO BENE con Carmelo Bene, Anita Masini, Lydia Mancinelli, Salvatore Siniscalchi Italia, 1968. Durata: 125’. Ricordi, visioni, ossessioni di un intellettuale pugliese (Bene, nato a Campi, Lecce, nel 1937) di estrazione cattolica e piccoloborghese, di cultura decadentistica con inclinazioni verdiane. Si mette in scena, e in immagini, con una forte carica di ironia e autoironia, un farneticante furore barocco, uno sregolato umorismo irridente ora divertente ora allarmante. Il punto di fusione di questi eterogenei momenti è l’atteggiamento di ricerca di un assoluto che sa di irraggiungibile. Tratto da un suo antiromanzo (1966), è il primo dei sette film realizzati da Bene nel periodo 1968-73. Interventi vocali di Ruggero Ruggeri (“Il trionfo di Bacco e Arianna”), Arnoldo Foà (“Il lamento” di Lorca), Indro Montanelli (dichiarazioni sul “Generale della Rovere”). 18


. . . cinema Mercoledì 17 Dicembre ore 21.15 Cinema Eden

Yellow Submarine di GEORGE DUNNING Gran Bretagna, 1968. Durata: 88’. Il paese di Pepelandia è una terra paradisiaca e meravigliosa che si trova in fondo all’oceano. Lì regnano la musica, i colori, i fiori, l’allegria e, soprattutto, l’amore. Ma si scatena l’orda dei Biechi Blu che pietrificano tutti gli abitanti e opprimono Pepelandia con la forza delle armi, rendendo il paese grigio, silenzioso e triste. L’unico che si salva è il Giovane Fred, che prende il suo sommergibile giallo e va a Liverpool dove incontra i Beatles e chiede loro aiuto perché liberino Pepelandia dalla tristezza. Dal porto di Liverpool incomincia per i Fab Four una incredibile avventura tra terre e isole lunari e psichedeliche e strane creature, attraversando ben sei mari. I Beatles e il Giovane Fred sbarcano a Pepelandia dove incomincia la sfida finale contro i Biechi Blu che vengono sconfitti anche con l’aiuto di un bizzarro individuo arcidotto e clownesco, l’uomo inesistente (Nowhere Man). Pepelandia è libera e per festeggiare la liberazione i Beatles fanno un concerto.

19


di Roberto Cognazzo

Note e numeri

P

rendete un matematico un poco musicista ed un musicista per niente matematico accomunati dalla febbre della divulgazione e – per-

Quando Mercoledì 12 Novembre ore 21.15

Dove

Teatro Pietro Aretino

chè no? – da una gran voglia di stare insieme sul palcoscenico, aggiungete la presenza di alcuni santi padri dell’una e dell’altra disciplina, da Pitagora

a Platone, da Rossini a Mozart e Bach, collocate il tutto in una sala fornita di pianoforte ed aperta al pubblico e... buon divertimento. ❚

gli interpreti

programma

Piergiorgio Odifreddi matematico

La musica dei numeri e i numeri della musica una conversazione anche musicale

Roberto Cognazzo pianoforte

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Al termine verranno presentati i volumi “La via lattea” di Piergiorgio Odifreddi (Longanesi, 2008) e “Il bis più lungo della storia” di Roberto Cognazzo (SEI, 2007).


I protagonisti

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PIERGIORGIO ODIFREDDI Insegna Logica presso l’UniversitĂ di Torino e la Cornell University. Collaboratore di “Repubblicaâ€?, “L’Espressoâ€?, “Le Scienzeâ€? e “Psychologiesâ€?, dirige la collana di divulgazione scientifica “La Lente di Galileoâ€?. Ha vinto il Premio Galileo dell’Unione Matematica Italiana, il Premio Peano della Mathesis e il Premio Italgas per la divulgazione. Per Longanesi ha pubblicato “Le menzogne di Ulisseâ€? (2004), “Il matematico impertinenteâ€? (2005), “Incontri con menti straordinarieâ€? (2006) e “PerchĂŠ non possiamo essere cristiani (e meno che mai cattolici)â€? (2007), “Il matematico impenitente (2008)â€?. www.vialattea.net

�

ROBERTO COGNAZZO Musicista eclettico dalla carriera quarantennale, si esibisce come pianista, organista e clavicembalista sia come solista, che come componente di formazioni cameristiche in collaborazione con celebri partner. Sostenitore del genere della conferenza-concerto, ha allestito molti programmi definiti “conversazioni al pianoforteâ€?. Ăˆ autore di numerose pagine cameristiche e corali, tra cui le fortunate “Rotazioniâ€? su spunti di Nino Rota. Recenti i suoi seminari su matematica e musica assieme a Umberto Eco e Piergiorgio Odifreddi.

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Hofmannsthal e l’insensatezza dello scrivere C

apolavoro di Hugo von Hofmannsthal, la Lettera di Lord Chandos è la testimonianza estrema di una crisi profonda, in cui l’autore, nelle vesti di un immaginario lord e scrittore inglese, analizza la propria incapacità di dominare il pensiero e il linguaggio, di arginare la frantumazione del soggetto quale principio ordinatore della realtà interiore ed esteriore. Un giovane scrittore confessa la risacca in cui il suo talento letterario pare essersi irrimediabilmente incagliato. Il passaggio dall’essere “in tutto coinvolto profondamente” a

gli interpreti

Toni Servillo voce Antonio Ballista pianoforte

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uno “scoramento e debolezza” che all’artista non riesce di alleviare con nessuna contromisura. L’afasia spirituale, l’apatia morale, l’insofferenza alle conversazioni umane; e per contro la sensazione dirompente, liberatoria di una “infinita rispondenza della natura”. Un apologo sull’insensatezza dello scrivere, sulla crisi di un’intelligenza che, proprio come potrebbe accadere oggi, sente, soltanto nel riappropriarsi della dimensione del cuore, quale sarebbe la strada verso una (irraggiungibile) salvezza, verso una creatività davvero piena.

Quando Giovedì 20 Novembre ore 21.15

Dove

Teatro Pietro Aretino

Quella sana e impossibile aspirazione a fondere saldamente insieme talento e significato, espressione di sé e responsabile intervenire nel mondo. La musica accompagna questo recital contrappuntandone di piccole risposte i tormentosi quesiti. Ecco allora l’ultimo approdo critico anti-romantico di Rossini ovvero la sua ‘grande rinuncia’ alla grande opera. La poetica dell’impossibilità di una forma senza contenuto raggiunta da Schönberg nella fase più radicale di denegazione atonale delle tradizioni, dei sistemi linguistici, delle con-

programma

Lettera di Lord Chandos di Hugo von Hofmannsthal Quasi un melologo con musiche di Rossini: Hachis Romantique Schönberg: Sechs Kleine Klavierstucke op. 19 Ravel: Noctuelles Feldman: Piano Piece n. 1 Mahler: Adagietto (dalla Quinta Sinfonia)


venzioni. L’enigmatico gioco di riflessi e rifrazioni semantiche tra i codici dei linguaggi storici ottocenteschi e l’oggetto naturalistico che ispira la composizione in Ravel. Il rifiuto della logica del discorso per l’assoluta sensualitĂ dell’esperienza musicale di Morton Feldman. E quindi Mahler che, al termine di un vero e proprio ‘calvario del pensiero’, trova un’ascesi lirica dissolvendo ed escludendo ogni traccia di affezione intellettualistica dall’opera musicale. â?š

I protagonisti

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TONI SERVILLO Regista e attore versatile, calca le scene del teatro e del cinema italiano dalla fine degli anni Settanta. Intenso interprete di ruoli drammatici in pellicole quali “Morte di un matematico napoletano� (1992), “Le conseguenze dell’amore� (2004), “Il Divo� e “Gomorra� (2008), ha ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali, tra cui il David di Donatello e il Nastro d’Argento per il film “La ragazza del lago� (2008).

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ANTONIO BALLISTA Pianista, clavicembalista e direttore d’orchestra, ha da sempre affiancato l’interesse per la musica classica a quello per la musica cosiddetta di consumo. In duo con Bruno Canino ha effettuato concerti in tutto il mondo. Fondatore e direttore di ensembles specializzati in musica contemporanea, collabora regolarmente con cantanti e attori in poliedriche produzioni.

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di Eduardo EgÜez

Un viaggio nelle culture e nel tempo

“B

uenos Aires Madrigal” è un viaggio immaginario compiuto da tre amici, due argentini (Eduardo Egüez e Quito Gato) e un’italiana (Sabina Colonna Preti), nato dall’incontro e gli scambi tra le loro culture attraverso il tempo. La cultura di ‘ieri’, con gli emigranti italiani che cercavano una nuova terra d’oltremare e quella di ‘oggi’ con gli argentini che vanno in Italia a cercare le loro origini per recuperare le loro radici. Quella di ‘oggi’ con gli italiani che si appassionano al tango e consumano le loro scarpe ballando nei più famosi 24

locali di Buenos Aires e quella di ‘ieri’ con gli italo-argentini che cantavano nei locali della “Boca”. Un viaggio per le tematiche fondamentali presenti in questi due mondi: migrazioni, solitudine, contrasti, assenza, ballo e morte. Un viaggio che comincia qualche anno fa con l’ascolto di un madrigale italiano del XVII secolo eseguito da viole da gamba e che contiene un ‘sapore’ argentino, qualcosa che riporta a Buenos Aires, tra le ance di un bandoneon. Un viaggio intenso che attraversa le regioni dell’anima e provoca emozioni. Dopo le prime trascrizioni, volte ad adattare

Quando Sabato 22 Novembre ore 21.15

Dove

Teatro Pietro Aretino

i tanghi alla sonorità del consort di viole, arriva la grande sorpresa, quasi a chiudere il cerchio, con la lettura dei testi dei tanghi e la scoperta della vicinanza tra questi ultimi e i madrigali italiani. Amore: felice o tradito, deluso o lontano; partenze: ritorni e allontanamenti; volti: amati, perduti o desiderati… Così è nato “Buenos Aires Madrigal” con tanghi e madrigali che cantano, ciascuno con la sua lingua, i grandi temi che hanno accompagnato l’Uomo durante tutta la Storia e che accompagnano ogni uomo durante la sua personale storia. ❚


gli interpreti La Chimera Marcelo Nisinmann bandoneon Fabrizio Zanella violino Sabina Colonna Preti viola da gamba e lirone Sergio Alvares viola da gamba Maria Elena Medina viola da gamba violoncello barocco Leonardo Teruggi contrabbasso e violone Manuel Alvarez chitarra classica Eduardo Egüez liuti chitarra barocca e romantica

Furio Zanasi baritono Susanna Moncayo mezzosoprano Eduardo Egüez direttore

programma

Buenos Aires Madrigal Tanghi argentini e Madrigali italiani del XVII secolo Migraciones / Migrazioni EGÜEZ-RIVANO: Sinfonia. FRESCOBALDI: Ti lascio anima mia (arr. Egüez). PIAZZOLLA: Vuelvo al sur (arr. Gato). DE RORE: Anch’or che col partire (improv. Rivano). GARDEL: Volver (arr. Egüez).

Soledad / Solitudine GARDEL: Soledad (arr. Gato). MARENZIO: Solo e pensoso. TROILO: Garua (arr. Gato). Chiaroscuro MONTEVERDI: Voglio di vita uscir (arr. Egüez). GARDEL: El día que me quieras (arr. Gato). MONTEVERDI: Chiome d’oro. MORES: Uno (arr. Gato). Ausencia / Assenza EXPÒSITO: Naranjo en Flor (arr. Gato). BORGES: Ausencia (arr. Gato). CAVALLI: Lamento di Apollo (arr. Egüez). Ballo AROLAS: Papas calientes (adatt. Egüez). ORTIZ: Recercada I e II sopra i passamezzi. LAURENS: Milonga de mis Amores (arr. Egüez). Sueño / Sogno D’INDIA: Canzone di lontananza. GARDEL: Sus ojos se cerraron (arr. Egüez). EGÜEZ: El despertar. MONTEVERDI: Il pianto di Orfeo (arr. Egüez). 25


I protagonisti

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LA CHIMERA Fondata nel 2001 da Sabina Colonna Preti come ensemble di viole da gamba, ha preso nuova forma in seguito all’incontro con Eduardo Egßez e Quito Gato, diventando una formazione dalla geometria variabile composta da artisti di fama internazionale. La sua attività si concentra sulla creazione di progetti originali dove convergono diverse forme d’arte, ma con un interesse particolare ai legami tra il mondo antico e il mondo moderno. www.ensemble-la-chimera.com

SUSANNA MONCAYO Dopo gli studi a Roma e Parigi, dove vince il “Premier Prixâ€?, debutta in teatro con “Faustâ€? e da allora calca le scene dei principali teatri. Copiose le sue collaborazioni con prestigiose orchestre e le sue partecipazioni a incisioni di musica classica e popolare-folkloristica. Si esibisce regolarmente in tournĂŠes in Europa e Sud America.

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EDUARDO EGĂœEZ Nato a Buenos Aires e appartenente alla nuova generazione di liutisti argentini, svolge un’intensa attivitĂ concertistica a livello mondiale raccogliendo l’unanime consenso di critica e pubblico. Docente di liuto e basso continuo al Conservatorio di Zurigo, lavora anche come continuista al fianco di artisti come Savall, Malgoire e Rousset. Con il suo ensemble La Chimera ha registrato “Buenos Aires Madrigalâ€? e “Tonos y Tonadasâ€?, dedicato alla fusione della musica barocca spagnola con il folklore latino-americano. www.eduardoeguez.com

FURIO ZANASI Collabora con le principali istituzioni liriche e si esibisce regolarmente in festival e sale da concerto internazionali. Specialista nel repertorio di musica antica, ha cantato sotto la direzione di importanti maestri come Jacobs, Herreweghe, Savall, Curtis, Chailly ed ha all’attivo numerose registrazioni.


riccardo chiaberge

Quando

“La variabile Dio”

Dove

presenta il suo libro

Giovedì 27 Novembre ore 17

Facoltà di Lettere e Filosofia

(Longanesi, 2008)

partecipano ferdinando abbri e massimo bucciantini

D

a Castelgandolfo all’Arizona, e da qui fino ai limiti dell’universo, dentro i misteri delle origini e dell’evoluzione. Un affascinante viaggio di Riccardo Chiaberge in compagnia di due grandi scienziati: il cattolico George Coyne, gesuita e astronomo di papa Wojtyla, e il laico Arno Penzias, ebreo tedesco scampato ai lager e premio Nobel per la fisica per la scoperta della radiazione cosmica di fondo. Quali sono le radici del secolare conflitto tra Chiesa e scienza? Può uno scienziato essere

credente? È davvero chiuso il caso Galileo? E che argomenti hanno i nemici di Darwin? Sul filo conduttore di un appassionato scambio di idee, il libro racconta fatti, luoghi e personaggi simbolo alle frontiere tra ragione e religione: la Specola vaticana, la storia di Niels Stensen, il genio dell’anatomia fatto beato da Giovanni Paolo II, il bizzarro museo dei creazionisti americani, le speranze del Concilio e il richiamo all’ordine di Benedetto XVI. I compagni di viaggio di

Chiaberge divergono su molte cose: il Nobel non crede nell’esistenza di Dio e dell’anima, il gesuita considera il lavoro scientifico inseparabile dalla preghiera e dal rapporto col Creatore. Ma almeno su un punto Coyne e Penzias concordano: l’urgenza di un dialogo che superi fondamentalismo e ateismo dogmatico. Fede e scienza non sono incompatibili, devono rispettarsi a vicenda come due sfere autonome di pensiero, e la ricerca deve essere libera da condizionamenti ideologici e religiosi. ❚ 27


di Giulia Ambrosio

Sharon Isbin, una star che emoziona

S

haron Isbin, una delle migliori chitarriste contemporanee, arriva ad Arezzo preceduta da una fama di autentica star. La musicista di Minneapolis è stata vincitrice di un Grammy Award, unica chitarrista classica in oltre trenta anni di storia del premio, ma anche fondatrice del primo dipartimento di chitarra classica alla Juilliard School of Music di New York. Ăˆ sempre alla ricerca di collaborazioni estrose: ha suonato con Steve Vai al ThÊâtre du Châtelet di Parigi, incantando i fan del chitarrista rock e mantenendo saldo il consenso del suo pubblico. Si esibisce con il percussionista Thiago de Mello che suona fascinosi oggetti fatti di gusci di tar28

La protagonista

�

Sharon Isbin Ha suonato nelle sale da concerto piĂš importanti e al fianco delle migliori orchestre. Dotata di un vastissimo repertorio che spazia dal barocco al jazz-fusion, ha vinto, per le sue incisioni, i premi “Grammy Awardâ€? ed “Echo Klassikâ€?, conquistando la copertina di numerose riviste musicali. Dirige il dipartimento di chitarra del Festival di Aspen e quello della Juilliard School da lei stessa fondato.


Quando Giovedì 27 Novembre ore 21.15

Dove

Teatro Pietro Aretino

taruga, canne di bambù che cantano il mare, ali di farfalle essiccate che suggeriscono il silenzio drammatico della giungla. Sharon può suonare queste cose, le comprende e le ama: è un’esperta conoscitrice della foresta amazzonica e lì, appena può, pratica trekking. Altre curiosità? Certamente, un suo cd è stato portato nello spazio e donato dagli astronauti dello Shuttle ai colleghi della Mir e poi Martin Scorsese l’ha voluta per la colonna sonora del film “The Departed”. L’ultimo suo cd include una collaborazione con Joan Baez e con il violinista compositore Mark O’Connor con il quale interpreta “Strings & Threads Suite”, composta della stesso O’Connor per violino e chi-

tarra. Questo eclettismo non deve fuorviare. Sharon Isbin parte dalla chitarra classica e ne resta una delle migliori interpreti grazie ad una tecnica raffinatissima, alla capacità lirica, all’estrema versatilità del suo talento. Ad Arezzo proporrà un programma che le corrisponde appieno: dal canto dell’uirapurú dell’Amazzonia inventato per lei da Thiago de Mello alle immancabili citazioni classiche spagnole, da un’opera di Tan Dun (il musicista premiato con l’Oscar per la colonna sonora de “La tigre e il dragone” di Ang Lee) alla “Joan Baez Suite” di Duarte, fino al lirismo crepuscolare di un valzer di Mangoré. Un programma emozionante per un’artista che emoziona. ❚

programma

SAVIO: Batucada DE MELLO: Uirapurú do Amazonas BROUWER: El Decameron Negro * La Huida de los Amantes por el Valle de los Echos El Arpa del Guerrero - Balada de la Doncella Enamorada GRANADOS: Danza Spagnola n. 5 TÁRREGA: Recuerdos de la Alhambra ALBENIZ: Asturias (trascr. Segovia) DUARTE: Joan Baez Suite op. 144 * Fantasia: Once I had a sweetheart; Rambler gambler; Barbara Allen House of the rising sun - The lily of the west - The unquiet grave - Silkie Where have all the flowers gone? - Finale: Rake and rambling boy; Wildwood flower; The trees they do grow high DUN: Seven Desires * SAINZ DE LA MAZA: Zapateado BARRIOS MANGORÉ: Valzer op. 8 n. 4

*Opere composte per Sharon Isbin 29


di Camillo Brezzi

La testimonianza di una passione civile e di un’amicizia

“È bello morire per ciò in cui si crede; chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola”.

Paolo Borsellino

È

il racconto di una fra le più importanti pagine della storia italiana. Giuseppe Ayala fu coinvolto nell’attività del pool antimafia sin dall’inizio: rappresentò la pubblica accusa nel primo maxiprocesso, sostenne le tesi di Giuseppe Falcone, Paolo Borsellino e della procura di Palermo ottenendo una clamorosa serie di condanne dei boss della mafia che fece epoca. In queste pagine Ayala racconta l’amicizia, la quotidianità, la passione civile che saldamente lo univano a Giuseppe Falcone, a Francesca Morvillo e a Paolo Borsellino, ma narra anche la loro ironia e gioia di vivere. La storia di quegli anni (diciotto anni sottoscorta!), delle vittorie e dei fallimenti, dell’impegno di pochi e delle speranze deluse di molti, ci ricorda un periodo straordinario dell’azione dello Stato e dei siciliani contro la mafia. Gli attentati di Capaci e di via D’Amelio hanno interrotto un’azione e un clima irripetibile, il libro di Ayala evoca questi drammatici eventi offrendo una testimonianza sulla storia italiana e su “una grande amicizia”. ❚ 30


giuseppe ayala

Quando

presenta il suo libro

Venerdì 28 Novembre ore 21.15

Chi ha paura muore ogni giorno “

Dove

Teatro Pietro Aretino

I miei anni con Falcone e Borsellino” (Mondadori, 2008)

introduce camillo brezzi

Quando Sabato 29 Novembre ore 10

GIUSEPPE AYALA incontra gli studenti del liceo classico e del liceo musicale

Dove

Liceo Classico “Francesco Petrarca”

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di Cecilia Luzzi

Le “parole della musica” in un nuovo dizionario elettronico

I

l LesMu - Lessico della letteratura musicale italiana 1490-1950, dizionario dei termini musicali in cd-rom edito da Franco Cesati – certamente tra i progetti di punta della ricerca musicologica degli ultimi anni, cui hanno lavorato tra il 1989 e il 2007 una sessantina tra musicologi, linguisti e informatici diretti da Fiamma Nicolodi e Paolo Trovato con la collaborazione di Renato Di Benedetto, Fabio Rossi, Luca Aversano, Elisabetta Marinai, su progetto informatico di Eugenio Picchi – viene presentato al pubblico del Festival dal critico musicale Sandro Cappelletto, da Fabio Rossi, linguista e responsabile della redazione, e da chi scrive, musicologa rinascimentalista che ha contribuito per il lessico della musica antica, in una serata presieduta dal linguista Giuseppe Patota, docente dell’Università 32

aretina. Strumento di consultazione prezioso non solo per gli specialisti – musicisti, musicologi, critici, linguisti – ma anche per chi, frequentatore dei concerti, appassionato, dimostri curiosità verso le ‘parole della musica’. Il LesMu colma una lacuna dei dizionari d’uso corrente e di quelli musicali per la ricchezza delle fonti spogliate e delle citazioni di

Quando

Sabato 29 Novembre ore 17

Dove

Biblioteca Città di Arezzo

ampi passi (dai trattati e dai saggi propriamente musicologici, agli epistolari e alle cronache, dagli articoli di giornali e riviste, ai romanzi, dai pamphlets ai libretti meta-teatrali), per la cura nelle definizioni dei termini tecnici ma anche per l’ampia documentazione delle metafore proprie della critica musicale, specialmente novecentesca. ❚

programma

Presentazione del “Lessico della letteratura musicale italiana 1490-1950” (Franco Cesati Editore, 2007) di Fiamma Nicolodi, Paolo Trovato, Renato Di Benedetto, Luca Aversano, Fabio Rossi, Elisabetta Marinai Interventi di Sandro Cappelletto, Cecilia Luzzi, Giuseppe Patota, Fabio Rossi


Nuova Q5

Tizzi Automobili

Via di Pescaiola, 11/a - Arezzo Tel. 0575.960111 www.tizziautomobili.it e-mail: info@tizziautomobili.it


di Sandro Cappelletto

Il suono del ‘68

L

ontano, lontano, lontano... Quanto lontano, oggi, è il ‘suono’ del 1968? La sua musica, i suoi musicisti e la riflessione che allora appariva fondamentale: quale la funzione, l’utilità, la responsabilità sociale di un compositore, di un cantautore? Per chi si crea musica, per quale pubblico, per quale mercato, innestando la propria creatività su quali radici storiche e stilistiche?

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Quando Domenica 30 Novembre ore 10

Dove

Teatro Pietro Aretino

Domande davvero non vane, anzi necessarie, se oggi sono ancora all’ordine del giorno, ma come disattese, lontane dalla riflessione dei protagonisti. Erano utopie o bisogni i concerti per lavoratori e studenti, l’idea di portare Beethoven e la musica nuova nelle fabbriche, la scoperta di una autentica tradizione folklorica che tornava a essere studiata e interpretata, la possibilità di declinare in modalità originali


la lezione del jazz? La discussione sull’idea stessa di bello e di arte? Utopie in ogni caso miti, che si sono incontrate con un profondo rinnovamento del linguaggio musicale, con una nuova libertà rispetto agli schemi accademici. E con una decisione di politica culturale assai rilevante: proprio allora lo Stato Italiano, con la Legge 800, riconosce la necessità di un suo diretto intervento a sostegno delle arti: musica, teatro, danza, cinema. Nasce il Fondo Unico dello Spettacolo, senza il quale la storia dello spettacolo italiano sarebbe stata,

nelle ultime due generazioni, diversa. Nell’incontro di Arezzo, artisti, organizzatori, storici della musica e del pensiero che hanno contribuito a scrivere la storia culturale di quegli anni confrontano il loro sguardo con protagonisti più giovani, che con quella realtà comunque si sono misurati, per marcare le distanze o per tracciare delle personali linee di continuità. Noi siamo la nostra memoria e il vuoto di memoria appare come un buco nero che tutto inghiotte, dove ogni identità si smarrisce, le radici come i progetti. ❚

programma

“Lontano, lontano, lontano: il 1968 e la musica” Convegno curato da Sandro Cappelletto Interventi di Gisella Belgeri, Silvia Colasanti, Eugenio Colombo, Azio Corghi, Michael Daugherty, Giovanna Marini, Guido Salvetti, Claudio Strinati 35


di Francesco Ermini Polacci

Beethoven e l’arte del quartetto

© Kim Konopka

T

utti i Quartetti per archi di Beethoven, sei concerti in due anni: un’esperienza d’ascolto fra le più appaganti, nutrimento imprescindibile per lo spirito e l’intelletto, che ad Arezzo impegnerà il Quartetto Auryn, formazione autorevolmente sulle scene concertistiche da più di venticinque anni. Con programmi non concepiti seguendo una mera cronologia, ma attraverso accostamenti che riveleranno per affinità e contrasti tutta l’originalità, la maestria e la sem-

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pre più profonda espressività con le quali Beethoven coltivò il genere. A riordinare le tappe di quell’esperienza, un’integrale dei quartetti di Beethoven ci appare oggi come un viaggio artistico ma pure spirituale verso i lidi più inaspettati. Un itinerario che comincia nel 1800, con i primi sei Quartetti dell’op. 18: snelli e fluidi, ben torniti e classicamente intesi, guardano ai modelli imperituri di Haydn e Mozart, pur non senza novità. Con i successivi tre Quartetti op. 59,

portati a termine nel 1806, la scrittura di Beethoven si fa più sinfonica e drammatica, conosce sonorità più spesse; ancor oggi li chiamiamo Quartetti “Rasumowsky” perché destinati all’ambasciatore russo a Vienna, conte Andreas, che Beethoven omaggiò nascondendo in quel fitto tessuto temi popolari provenienti dalla madrepatria del dedicatario. Ravvicinatissimi seguono poi, fra il 1809 e il 1810, altri due lavori isolati: il Quartetto op. 74, detto “Delle arpe” per i caratteri-


stici arpeggi, quasi fremiti, del primo movimento; il Quartetto op. 95, passato alla storia come “Serioso” per il suo carattere predominante, lavoro bruscamente rapido, il più breve di tutti i quartetti di Beethoven. Sono questi i primi quartetti a non essere più riuniti in un solo numero d’opera, perché spiccata è ormai la loro individualità. Poi dodici anni di silenzio, Beethoven coltiva altri generi ma non più il quartetto; finché non fioriscono l’uno di seguito all’altro, affastellati ne-

gli ultimi anni di vita, i cinque estremi capolavori: in ordine di composizione, le opp. 127, 132, 130, 131 e 135. Le movenze settecentesche sono qui definitivamente superate, così come il tipico titanismo eroico beethoveniano. Il nuovo mondo interiore di Beethoven conosce ora aneliti ultraterreni, quasi religiosi, e ha bisogno d’una invenzione musicale continua: ecco allora prender campo il principio della variazione, che rigenera idee e temi di continuo, spesso gover-

nato dai principi più rigorosi del contrappunto. Ma accanto ai paletti formali dell’antica disciplina, affiora anche una nuova fiducia nella melodia, in una bellezza che si nutre di puro canto. Ragione e sentimento, scienza e natura: sono principi comunque sulla carta opposti, che l’arte di Beethoven fa invece miracolosamente convivere: lasciandoci ancora oggi commossi e stupiti. ❚

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Quando

Martedì 2 Dicembre ore 10

Dove

programma

Francesco Ermini Polacci racconta i Quartetti per archi di Beethoven

Liceo Classico “Francesco Petrarca”

Quando

programma

Martedì 2 Dicembre ore 21.15

Integrale dei Quartetti di Ludwig van Beethoven primo concerto

Dove

Quartetto in fa minore op. 95 Allegro con brio - Allegretto ma non troppo - Allegro assai vivace ma serioso - Larghetto espressivo, Allegretto agitato

Teatro Pietro Aretino

Quartetto in fa maggiore op. 18 n. 1 Allegro con brio - Adagio affettuoso ed appassionato - Scherzo - Allegro Quartetto in fa maggiore op. 59 n. 1 “Rasumowsky” Allegro - Allegretto vivace e sempre scherzando Adagio molto e mesto - Allegro

Quando Venerdì 5 Dicembre ore 21.15

Dove

Teatro Pietro Aretino

programma

Integrale dei Quartetti di Ludwig van Beethoven secondo concerto Quartetto in re maggiore op. 18 n. 3 Allegro - Andante con moto – Allegro - Presto Quartetto in mi bemolle maggiore op. 127 Maestoso, Allegro - Adagio ma non troppo e molto cantabile Scherzando vivace - Finale Quartetto in do maggiore op. 59 n. 3 “Rasumowsky” Andante con moto, Allegro vivace - Andante con moto quasi allegretto Minuetto, Grazioso - Allegro molto gli interpreti

Quartetto AURYN

Matthias Lingenfelder violino Jens Oppermann violino Eaton Stewart viola Andreas Arndt violoncello 38


Quando

programma

Il Quartetto Auryn incontra gli amici del Festival, i collaboratori e i clienti della Tizzi Automobili

MercoledĂŹ 3 Dicembre ore 19

Haydn: Quartetto in si bemolle maggiore op. 76 n. 4 “Aurora� Allegro con spirito - Adagio - Minuetto - Allegro ma non troppo

Dove

Concessionaria Audi

(ingresso riservato agli invitati)

Quando

programma

Integrale dei Quartetti di Ludwig van Beethoven terzo concerto

Sabato 6 Dicembre ore 21.15

Dove

Quartetto in mi bemolle maggiore op. 74 “Delle arpe� Poco adagio, Allegro - Adagio ma non troppo - Presto Allegretto con variazioni

Teatro Pietro Aretino

Quartetto in sol maggiore op. 18 n. 2 Allegro - Adagio cantabile - Scherzo - Allegro molto, quasi presto Quartetto in do diesis minore op. 131 Adagio, ma non troppo e molto espressivo - Allegro molto vivace Allegro moderato - Andante ma non troppo e molto cantabile Presto - Adagio quasi un poco andante - Allegro

I protagonisti

�

QUARTETTO AURYN Deve il suo nome all’amuleto magico descritto nel romanzo “La storia infinitaâ€? di Michael Ende, simbolo che lo accompagna da ventisei anni. Formatosi alla scuola del Quartetto Amadeus e del Quartetto Guarneri, dopo aver conquistato il Primo Premio in concorsi internazionali prestigiosi, s’impone sulla scena musicale suonando nelle sale da concerto e nei festival piĂš rinomati al mondo. Si dedica anche allo studio della musica contemporanea, eseguendo molte opere in prima assoluta. Numerose le sue incisioni, alcune delle quali premiate con il “Diapason d’orâ€? e il “Cd Classic Awardâ€?.

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leo turrini

Quando

“Battisti. La vita, le canzoni, il mistero”

Dove

presenta il suo libro

Venerdì 12 Dicembre ore 21.15

Teatro Pietro Aretino

(Mondadori, 2008)

Con andrea scanzi Interventi musicali di giordano mazzi

e fabio caiti

L

eo Turrini ripercorre l’avventura artistica e umana di Lucio Battisti facendone lo specchio delle cronache difficili e intense dell’Italia tra gli anni Sessanta e gli anni Novanta. Sullo sfondo di un paese che cambia, si snoda il suo viaggio davvero unico. Da Poggio Bustone, nell’entroterra laziale, dove sin da bambino aveva coltivato la passione per la musica, alla California, dove nel 1977 tenne in un bar il suo ultimo, segreto concerto. Dai timori iniziali dell’aspirante chitarri-

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sta ai trionfi di una popolarità immensa, certificata da vendite vertiginose. Dalla smania di apparire sui palcoscenici del Cantagiro e del Festivalbar e di confrontarsi con figure mitiche dello show business nazionale e internazionale alla decisione di chiudersi in un rigido e misterioso anonimato, sottraendosi per sempre alle lusinghe della notorietà e ai meccanismi commerciali, in nome di una coerenza che nemmeno i tentativi di vecchi amici come Adriano

Celentano e Lucio Dalla hanno saputo scalfire (...). Fino alla lotta contro la malattia e alla morte dolorosamente prematura, avvenuta a Milano il 9 settembre 1998. Battisti è entrato, suo malgrado, nelle vite di intere generazioni. Essere considerato “la colonna sonora di un’epoca” lo irritava profondamente, ma proprio in questo luogo comune, che non rende giustizia alla complessità dell’artista, risiede una verità indiscutibile e largamente condivisa. ❚


maurizio bettini presenta il suo libro

“Antropologia sonora del mondo antico”

Quando Martedì 16 Dicembre ore 10

Dove

Liceo Classico “Francesco Petrarca”

(Einaudi, 2008)

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a nostra vita è immersa nei suoni. Clacson di automobili, squilli di cellulari, urli o mormorii televisivi, un’infinità di rumori e voci umane della cui esistenza non ci accorgiamo neppure più se non quando, bruscamente, cessano. La nostra vita si svolge all’interno di una vera e propria fonosfera. E nel mondo antico? Qual era la fonosfera degli antichi? Vengono subito in mente quelle sonorità che il mondo antico possedeva e che noi, invece, abbiamo perduto, come il colpo di martello dei fabbri, lo strepito delle macine dei mugnai, il cigolio dei carri, il suono della frusta per “far di conto”. Ancor più presenti, però, erano le voci degli animali, ossia

latrati, ragli, nitriti, belati, grugniti, cinguettii, ma anche il ‘caccabare’ delle pernici, il ‘iubilare’ dei nibbi, il ‘gannire’ delle volpi, il ‘drindrare’ delle donnole. Queste voci risultavano più udibili non solo perché la fonosfera dei nostri antenati era meno fragorosa della nostra, ma soprattutto perché le si voleva ascoltare. Gli antichi le consideravano infatti messaggi di buono o cattivo augurio, che predicevano il futuro o annunciavano le stagioni; mentre i canti degli uccelli, in particolare, erano capaci di resuscitare nella mente tracce di antichi miti e di fornire a musicisti e poeti uno straordinario serbatoio di “memorie sonore”. Per riascoltare oggi queste voci scomparse e le infinite storie

che ancora raccontano, l’unica via da seguire passa attraverso la testimonianza scritta: bisogna stanarle là dove si nascondono. Questo libro è dunque un viaggio in un mondo di voci ormai mute per sempre. Voci di animali ma anche voci di uomini, voci che non possiamo più udire perché il tempo le ha ormai inghiottite; ma la cui registrazione scritta, rintracciata in testi remoti e spesso poco noti, conserva immagini e memorie di grande fascino. Il risultato è uno schizzo di antropologia sonora, una musica piena di ritmo in cui, ancora per una volta, risuonano canti di uccelli, grida di animali e lontane parole di uomini. Maurizio Bettini 41


di Francesco Ermini Polacci

Quando

A colloquio D con Umberto Benedetti Michelangeli

Venerdì 19 Dicembre ore 21.15

ove

Basilica di San Francesco

Mozart? Una diretta emanazione del divino

Salisburgo, Piazza Mozart

È

Umberto Benedetti Michelangeli ad alzare la bacchetta per l’ormai consueto Concerto di Natale offerto dal Festival “I Grandi Appuntamenti della Musica” ad Arezzo. Interprete dallo stile asciutto ed elegante, Benedetti Michelangeli ha stabilito un felice sodalizio con l’Orchestra da Camera di Mantova durato più di vent’anni e oggi dirige diverse compagini strumentali. Nel 2006 ha debuttato al Rossini Opera Festival con La cambiale di matrimonio, diventato un dvd che ha riscosso ampi consensi, ma ha anche realizzato l’orchestrazione delle Proses Lyriques di Debussy. Musicista dunque a tutto tondo, e profondamente innamorato di Mozart: lo si capisce anche nel 42

corso di quest’intervista, dove ci parla del programma che dirigerà ad Arezzo. È un concerto tutto dedicato a Mozart, ma con proposte di assai raro ascolto, a cominciare dalla Dominicus Messe… Venne scritta nel 1769 per la celebrazione della prima messa di Cajetan Hagenauer, un amico d’infanzia, entrato in convento con il nome di padre Domenico. Mozart aveva solo tredici anni. È un esempio formidabile di eterogeneità dei mezzi espressivi: ci sono momenti di ingenuità, ma allo stesso tempo Mozart è capace di scrivere fughe molto sofisticate e davvero sbalorditive per un bambino di quell’età. E non vi mancano neppure sprazzi di teatralità.

Il fascino di questa Messa è proprio quello di far coesistere tutti questi diversi aspetti. Le Litaniae Lauretanae vennero invece scritte da Mozart a diciott’anni e rappresentano un ulteriore passo avanti… Si tratta di una pagina che sintetizza e affina quella varietà stilistica tipica di Mozart. Già il “Kyrie” iniziale è una meraviglia d’invenzione e rivela un’interessante prevalenza dell’aspetto strumentale. “Sancta Maria” è giocata sulla varietà dei colori. “Regina angelorum” possiede gesti teatrali, ma è anche pervasa da un indimenticabile senso di speranza, di fiducia. Mozart è così: ti può far sprofondare negli abissi più scuri,


ma ti fa anche volare verso il cielo. Indimenticabile è anche l’“Agnus Dei”, un miracolo di pura bellezza. Cosa deve saper comunicare un interprete quando affronta la musica di Mozart? Bisogna star attenti a non frapporsi fra quello che Mozart dice con la sua musica e il pubblico che ascolta. Io dico sempre che un interprete dovrebbe come annullarsi di fronte a questa musica. Anche perché, personalmente, ritengo Mozart la più pura e diretta emanazione dell’essenza divina. Pensi di averlo compreso, ma è come se lui ti sfuggisse sempre; e la sua musica tocca tutte le corde, quelle note e quelle ignote. Senza che mai venga meno la luce. ❚

programma

Concerto di Natale MOZART: Dominicus Messe KV 66 Kyrie – Gloria – Credo – Sanctus – Benedictus – Agnus Dei MOZART: Litaniae Lauretanae KV 195 Kyrie – Sancta Maria – Salus infirmorum – Regina angelorum – Agnus Dei

gli interpreti Orchestra Vincenzo Galilei Schola Cantorum Francesco Landini

soprano mezzosoprano Baltazar Zuniga tenore Walter Testolin basso Fabio Lombardo maestro del coro Patrizia Cigna

Sara Bacchelli

Umberto Benedetti Michelangeli direttore

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I protagonisti

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ORCHESTRA VINCENZO GALILEI Fondata nel 1992, è formata da allievi diplomati e diplomandi della Scuola di Musica di Fiesole. Viene regolarmente ospitata da importanti societĂ di concerti. Suo direttore docente è Nicola Paszkowski. Ha suonato sotto la direzione di Accardo, Alessandrini, D’Orazio, Sardelli, e ha collaborato con Corti, Filippini, Lucchesini, Vernikov.

SARA BACCHELLI Debutta nel ruolo di Margarita ne “I quattro Rusteghiâ€? di Wolf-Ferrari. Interessata alla musica barocca, è membro del quintetto vocale Voci Cortesi, specializzato nel repertorio profano del XVI-XVII secolo. Collabora con l’insieme vocale e strumentale L’Homme armè e con il coro Ricercare Ensemble di Mantova, svolgendo inoltre un’intensa attivitĂ concertistica da solista.

FABIO LOMBARDO Ha studiato composizione, analisi, musica elettronica, voce e direzione di coro. Nel 1982 ha costituito l’Insieme Vocale L’Homme Armè, e nel 1987 è stato chiamato da Piero Farulli a fondare la Schola Cantorum Francesco La ndini della Scuola di Musica di Fiesole. Ha diretto varie formazioni corali e orchestrali. Si dedica con crescente attenzione alla musica contemporanea eseguendo opere di Berio, Globokar, Nono, Pezzati, Pärt, Sciarrino. Insegna direzione di coro al Conservatorio di La Spezia.

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SCHOLA CANTORUM “FRANCESCO LANDINIâ€? Nato nel 1987 su iniziativa di Piero Farulli, il coro è attualmente composto da circa cinquanta elementi. Si è dedicato allo studio e all’esecuzione dei grandi oratori del Settecento, ma anche di prime esecuzioni moderne di opere sconosciute. Negli ultimi anni il coro si sta dedicando anche allo studio del repertorio moderno e contemporaneo.

BALTAZAR ZUNIGA Ăˆ uno dei cantanti specializzati in musica barocca piĂš richiesti in Italia. Ha partecipato ad importanti festival internazionali, esibendosi nei teatri piĂš importanti del Giappone. Meritevoli le sue interpretazioni nei ruoli di Orfeo, Ferrando, Don Ramiro. Dal 2001 si dedica allo studio della musica antica, collaborando con gli ensembles italiani piĂš importanti e con affermati direttori.

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PATRIZIA CIGNA Si diploma al Conservatorio di Firenze e dopo aver vinto molti concorsi internazionali, debutta in teatro con “Il piccolo spazzacamino� di Britten. Da allora interpreta ruoli da protagonista in produzioni operistiche italiane e straniere. Ha collaborato con registi di fama come Krief e Pizzi, e con maestri come Mehta e Oren, effettuando registrazioni di molte opere inedite.

WALTER TESTOLIN Si dedica da sempre allo studio della musica rinascimentale e barocca. Ha lavorato con illustri maestri e collabora con l’ensemble fiammingo La Petite Bande. Ăˆ fondatore e direttore dell’ensemble vocale De Labyrintho, con cui ha effettuato incisioni premiate dalla critica. Grande conoscitore dell’opera di Desprez, nel 2009 parteciperĂ in Olanda al Josquin Desprez Festival Symposium.

UMBERTO BENEDETTI MICHELANGELI Perfezionatosi con Franco Ferrara, ha diretto l’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento, l’Orchestra da Camera di Padova e del Veneto, l’Orchestra Sinfonica della RAI di Torino, l’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia. Ăˆ stato direttore principale dell’Orchestra da Camera di Mantova, insieme alla quale ha ricevuto il prestigioso Premio “Franco Abbiatiâ€? (1997) della critica e direttore ospite principale della Kammerorchester Basel.


Tu r i s m o & Te m p o l i b e r o i n

provincia di Arezzo

“I Grandi Appuntamenti della Musica” portano ad Arezzo la voce universale dell’Umanità. GiroVagando segue il Festival e Compagnia delle Foreste ne cura i prodotti editoriali.

GiroVagando è la rivista bimestrale di turismo e tempo libero distribuita gratuitamente in tutta la provincia di Arezzo. Per informazioni: www.girovagando.arezzo.it


La Fondazione Monte dei Paschi di Siena e l’Ente Filarmonico Italiano

Insieme per la cultura ad Arezzo

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a Fondazione Monte dei Paschi di Siena è stata costituita nel 1995 con il conferimento dell’attività bancaria da parte dell’ex Istituto di Credito di Diritto Pubblico nella Banca Monte dei Paschi di Siena SpA, le cui origini risalgono alla seconda metà del Quattrocento. Con l’approvazione del nuovo statuto l’8 Maggio 2001 la Fondazione ha assunto personalità giuridica privata senza fine di lucro con piena autonomia. La missione della Fondazione Mps persegue gli obiettivi di utilità sociale e di interesse pubblico nei settori della ri46

cerca scientifica, dell’arte, dello sviluppo locale, dell’istruzione, della sanità, dell’assistenza alle categorie sociali deboli, della valorizzazione di beni e delle attività culturali e ambientali. La sua attività istituzionale si concretizza con il sostegno economico a progetti propri o proposti da soggetti terzi. Nel 2007, la Fondazione Mps ha reso disponibili oltre 172 milioni di euro di finanziamenti. Le risorse sono state investite nel territorio senese, in Toscana e nel resto d’Italia. La Fondazione Mps ha sostenuto ben 378 progetti nel settore

artistico-culturale, per un impegno complessivo che supera i 35,7 milioni di euro. Negli ultimi anni, inoltre, è notevolmente cresciuto l’impegno nei confronti dei progetti di cooperazione internazionale. Tra i progetti propri da segnalare nell’ambito delle biotecnologie l’impegno mediante Siena Biotech, società strumentale della Fondazione (che è anche tra i fondatori del parco scientifico che fa capo alla Fondazione Toscana Life Sciences) così come società strumentale è anche Vernice Progetti Culturali che opera nell’organizzazione di eventi. Altro


impegno proprio è quello nei confronti dell’Accademia Musicale Chigiana. Continua anche il recupero del Palazzo del Capitano, acquistato dalla Fondazione alla fine 2004, che potrà accogliere esposizioni temporanee, mostre dei progetti della Fondazione, nonché la Collezione delle opere d’arte, un progetto che ha preso avvio sempre nel 2004 al fine di riportare nella città opere e manufatti significativi per il panorama storicoartistico del territorio senese. Dal 2005 la Fondazione Monte dei Paschi è a fianco dell’Ente Filarmonico Italiano

sostenendolo con convinzione e continuità nella realizzazione del Festival “I Grandi Appuntamenti della Musica”, in particolar modo nel progetto “L’Arte di Dio”, riconoscendo nella manifestazione culturale una preziosa occasione che unisce arte, musica e storia. Per Gabriello Mancini, presidente della Fondazione Mps, “Il Festival Internazionale I Grandi Appuntamenti della Musica si sta affermando nel panorama dei festival italiani per la sua straordinaria capacità di coniugare le varie espressioni artistiche e i grandi personaggi della cultura

contemporanea, che offrono le loro testimonianze di arte ad un pubblico sempre più vasto che non coinvolge solo la città che lo ospita, Arezzo, ma l’intera regione. L’intervento della Fondazione in una simile manifestazione trova ragione di essere nel ruolo di primaria importanza, ormai riconosciuto alle fondazioni bancarie, per la tutela e la promozione del patrimonio artistico e musicale italiano”. ❚

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Gli Amici del Festival Enrico Albergotti Silvano Anania

Alessandro Baroni Mario Bartalesi

Vittoria Benedetti Gianni Laura Bianchini

Milena Bianchini

Enrica Bottene Oggioni

Maria Vittoria Budini Gattai Sandrelli Graziella Butali Lucaccini Elsa Cardamini Iodice Anna Casilli

Maria Teresa Ceccherelli Giannini Anna Elisabetta Cigna Maurizio Dal Pozzo

Roberta Del Guasta Romagnoli Mirella Fabbrini Iodice

Renata Giovacchini Dalla Ragione Luigia Besi Fanfani

Imola Giramondi Rachini

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Vincenzo Iodice

Brigida La Rocca Cirianni Gianna Landi

Maura Lodovici

Rossella Marmorini Romagnoli Lidia Mazzella Greco Maria Paola Merelli Paola Migliarini

Angiola Irene Migliorini Coramusi Rita Milani

Lucilla Moretti

Raffaello Nencioli

Maria Letizia Pellegrino Alessandra Romagnoli Barbara Rossi

Maria Grazia Rossi Forbicioni Idetta Scortecci

Franca Sdrucchi

Lidwine Veit Torres-Wendell Gabriella Becattini Zanobi


I LUOGHI DEL FESTIVAL Palazzo Chianini Vincenzi, via Cesalpino 17 Basilica di San Francesco, piazza San Francesco Pieve di Santa M aria, corso Italia 7 Teatro Pietro Aretino, via della Bicchieraia 32 Cinema Eden, via Guadagnoli 2 Facoltà di Lettere e Filosofia, viale Cittadini 33 Liceo Ginnasio “Francesco Petrarca”, via Cavour 44 Biblioteca Città di Arezzo, via dei Pileati 8 Concessionaria Tizzi, via di Pescaiola 11a PALAZZO CHIANINI VINCENZI Aperto dall’1 Novembre al 21 Dicembre dalle ore 11 alle 20 nei giorni di attività del Festival, dalle ore 11 alle 13 e dalle 17 alle 19 negli altri giorni Nel Palazzo, oltre alla mostra fotografica “Out of the Sixties”, saranno attivi il bookshop, l’ufficio informazioni e l’ufficio stampa del Festival 0575.351642 CORSI DI PERFEZIONAMENTO Il regolamento è disponibile sul sito www.entefilarmonicoitaliano.it INFORMAZIONI Ente Filarmonico Italiano, via Cesalpino 19 Palazzo Chianini Vincenzi, via Cesalpino 17 Informagiovani, piazza Guido Monaco 2 info@entefilarmonicoitaliano.it teatro@comune.arezzo.it 0575.353215, 0575.377505, 0575.377868 La Direzione ringrazia per la collaborazione Frati Minori della Basilica di San Francesco Parroco della Pieve di Santa Maria Soprintendenza BAPPSAE Facoltà di Lettere e Filosofia Liceo Ginnasio “Francesco Petrarca” Biblioteca Città di Arezzo Cineforum 2

INGRESSI I biglietti per i concerti dei giorni 20, 22, 27 Novembre e 2, 5, 6 Dicembre saranno disponibili in prevendita presso la sede dell’Ente Filarmonico Italiano in via Cesalpino 19 a partire dal 3 Novembre (dal lunedì al giovedì dalle ore 11 alle 13, il venerdì dalle ore 15 alle 17) Posto numerato: € 20,00 Biglietti in vendita anche la sera dei concerti presso la biglietteria del Teatro Pietro Aretino a partire dalle ore 20 Ingressi a partire dalle ore 20.30 Amici del Festival I possessori della tessera di “Amici del Festival” hanno diritto a due posti riservati per tutte le manifestazioni in programma Si richiede la conferma della presenza entro le ore 12 del giorno precedente i concerti Le informazioni per sottoscrivere la tessera si possono chiedere presso la sede dell’Ente Filarmonico Italiano MUSICARD Carta gratuita riservata ai giovani sino a 35 anni Prevede la riduzione del 50% sui biglietti d’ingresso La Musicard dà diritto allo sconto del 10% sugli acquisti presso Il Viaggiatore Immaginario (piazza Risorgimento18) e Vieri Dischi (corso Italia 89) Si sottoscrive presso il Palazzo Chianini Vincenzi INGRESSI GRATUITI I concerti nelle Chiese Ingresso alla mostra “Out of the Sixties” Tutte le altre attività tranne i concerti dei giorni 20, 22, 27 Novembre e 2, 5, 6 Dicembre (fino ad esaurimento dei posti disponibili)

La Direzione si riserva di apportare eventuali modifiche al programma che si rendessero necessarie per cause imprevedibili o di forza maggiore


2008

Raffaello Lucci, La #

Arezzo, 1 Novembre • 19 Dicembre

Direttore Artistico Giulia Ambrosio

Ferdinando Abbri Giuseppe Ayala Sara Bacchelli Antonio Ballista Gisella Belgeri Marco Bellocchio Umberto Benedetti Michelangeli Maurizio Bettini Camillo Brezzi Massimo Bucciantini Fabio Caiti Sandro Cappelletto Riccardo Chiaberge Patrizia Cigna Roberto Cognazzo Silvia Colasanti Eugenio Colombo Azio Corghi Marina De Liso Michael Daugherty Stefano Demicheli Dolce & Tempesta Eduardo Egüez Francesco Ermini Polacci Francesco Finotti Dennis Hopper Sharon Isbin La chimera La stagione armonica Fabio Lombardo Cecilia Luzzi Giovanna Marini Giordano Mazzi Susanna Moncayo Piergiorgio Odifreddi Orchestra Vincenzo Galilei Giuseppe Patota Monica Piccinini Quartetto Auryn Fabio Rossi Guido Salvetti Andrea Scanzi Schola cantorum Francesco Landini Toni Servillo Claudio Strinati Walter Testolin Leo Turrini Furio Zanasi Baltazar Zuniga Ministero per i Beni e le Attività Culturali

Vieri Dischi

Spazio LeboLe

Tizzi Automobili

EntE Filarmonico italiano Via Cesalpino 19 | 52100 Arezzo | Telefono e fax 0575 353215 | info@entefilarmonicoitaliano.it | www.entefilarmonicoitaliano.it


Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana Patrocinio del Ministero per i Beni e le AttivitĂ Culturali

Ministero per i Beni e le AttivitĂ Culturali

con il contributo di

Tizzi Automobili

Vieri Dischi

Spazio Lebole

Arezzo 2008 In copertina: Raffaello Lucci, La # (particolare)


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