- L’arredo e il design020 014 060
HOSPITALITY:
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HOSPITALITY:








Texture ricercate e palette armoniche per la stagione fredda: Cinelli Piume e Piumini presenta la nuova collezione
Trapunte AI 25/26
30 NEWS
Trend, novità di mercato e aggiornamenti dal settore home style e tableware

14
MARGHERITA MEDICI
Casastile incontra una delle titolari del Laboratorio Paravicini, ceramiche artigianali milanesi
38 MADE IN ITALY
Guardini, tre generazioni di stampi da forno: specializzazione che cresce
48 JULIE PRADIER
Intervista a Julie Pradier, direttrice marketing e comunicazione di Maison&Object
50 L’ITALIA A MAISON&OBJECT
Casastile incontra le aziende italiane a Maison&Objet
42 LE GUIDE
Piumini, trapunte e topper. Materiali, storia e consigli per un sonno ideale



54 COVER STORY
Il 2025 segna un anniversario di rilievo per il Gruppo Arcturus: Paderno celebra 100 anni con un’importante presenza a Host 2025
56
HOST 2025
A Milano la 44esima edizione della manifestazione leader globale per hospitality e fuoricasa, in programma del 17 al 21 ottobre
58 SMART LABEL 2025
Torna il riconoscimento all’innovazione nel settore dell’ospitalità promosso da HOST
60 HÔTELLERIE
Tecnologia e green orientano l’evoluzione dell’Hôtellerie
70 RISTORAZIONE
Curare la tavola nei minimi dettagli è di fondamentale importanza per far vivere al cliente un’esperienza unica
La mise en place Horeca: un inno all’eleganza semplice

82 TREND
B&B in Italia: il primato femminile e le prospettive economiche del settore
86 TESSILE
La biancheria di classe che veste hotel e B&B
96 TREND
Il vino italiano risplende nell’Horeca

98 MIXOLOGY
L’irresistibile arte della mixology

Casastile annuncia il vincitore che rappresenterà l’Italia a Chicago
Dal sodalizio artistico tra Weissestal e Andrea Castrignano,
I colori iconici e sartoriali della palette dell’interior designer s’incontrano e si sovrappongono su una tavola audace, travolgente e di grande carattere.

weissestal.it


Organo ufficiale ART arti della tavola e del regalo
- L’arredo e il design -
Bimestrale - 438 Novembre 2025 - www.casastileweb.it
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Tribunale di Milano n.392/72
ROC n. 34848 del 26 agosto 2020
ISSN 0390-1512






























































Si tiene in questi giorni, a Milano, Host, l’importante fiera mondiale dell’Ho.Re.Ca. (acronimo di hotellerie-restaurant-café), il settore che offre servizi e prodotti legati all’ospitalità, alla ristorazione e al consumo di cibo e bevande fuori casa. Un’occasione imperdibile per essere aggiornati su una realtà in costante evoluzione, con numeri in crescita e con un bel potenziale ancora inespresso grazie alle tante bellezze del nostro Paese, ma grazie anche agli eventi come i prossimi giochi olimpici MilanoCortina 2026. Il dato saliente che interessa i negozi a cui questa rivista è indirizzata, è il moltiplicarsi di Bed&Breakfast, affittacamere, case vacanze, agriturismi, fenomeno che tutti possiamo toccare con mano, ognuno nella propria città/paese, vedendo il proliferare di targhe su muri e portoni. Meritano di essere citati i numeri dell’ospitalità in Italia che, secondo l’ISTAT, conta 32.194 esercizi alberghieri e 197.337 esercizi extralberghieri composti appunto dalle categorie sopra citate. In realtà i dati extralberghieri sembra siano decisamente più importanti se si considerano gli “affitti brevi condotti in forma non imprenditoriale” che sarebbero oltre 315mila; realtà nate perlopiù dalla richiesta di un turismo che vuole spendere meno ma anche desideroso di vivere a contatto con gli abitanti, con le usanze e le tradizioni tipiche del luogo. Quindi i tanti che si avventurano nella gestione di questo tipo di impresa, magari destinando una parte della casa o acquistando piccoli appartamenti, sono un ottimo bacino di clienti per un negozio specializzato, non avrebbe senso per loro andare da un grossista. Le camere che devono allestire sono 3/6 mediamente e il negozio di articoli per la casa può offrire una gamma completa di tutto quanto serve, dalla biancheria per il letto e per il bagno al necessario per la colazione, agli oggetti di arredo e alla profumazione per gli ambienti. Per approfittare di questi nuovi potenziali clienti, tratti gli spunti dalle tante novità del numero, da pagina 53, oltre che da una visita a Host, potrebbe avere un senso dedicare una parte del negozio all’Ho.Re.Ca. per mettere in evidenza un servizio in più, molto curato, dedicato a questo settore tanto effervescente.

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Texture ricercate e palette armoniche per la stagione fredda: Cinelli Piume e Piumini presenta la nuova collezione Trapunte AI 25/26
Cinelli Piume e Piumini presenta la collezione di trapunte Autunno/Inverno 2025/2026, un incontro perfetto tra estetica sofisticata e materiali di altissima qualità. Le nuove proposte si distinguono per texture avvolgenti, motivi grafici ricercati e palette cromatiche armoniose che reinterpretano le tendenze dell'interior design in chiave tessile.
Dal design geometrico ai motivi floreali
La collezione spazia dalle geometrie ispirate all'arte contemporanea alle delicate suggestioni floreali. Ogni pattern è pensato per dialogare con l'ambiente domestico, contribuendo a creare un'atmosfera personale e curata nella camera da letto. I motivi grafici ricercati e le texture avvolgenti trasformano la trapunta da semplice elemento funzionale a vero complemento d'arredo.
Tre livelli di comfort e versatilità di formati
Le trapunte sono disponibili nelle versioni Standard, Medium e Light per soddisfare diverse esigenze di calore durante i mesi freddi. L'imbottitura naturale in piumino d'oca bianca assicura un comfort ottimale, alta traspirabilità e un benessere costante durante tutta la notte, garantendo la qualità del riposo che contraddistingue i prodotti dell'azienda toscana.
La collezione è proposta in tre formati - matrimoniale, una piazza e mezzo, singolo - per offri-






re la massima versatilità di utilizzo e adattarsi a ogni tipologia di camera da letto. Questa completezza di gamma permette di vestire con stile ogni ambiente domestico, dai monolocali urbani alle camere matrimoniali più spaziose.
Ogni trapunta nasce in Toscana dalle mani esperte degli artigiani Cinelli Piume e Piumini, custodi da oltre 60 anni di un saper fare autentico che coniuga ricerca e tradizione. Ogni prodotto dell'azienda racchiude storia, passione e cultura del buon riposo, elementi che si traduco-
La nuova collezione rappresenta l'evoluzione di un patrimonio di competenze che ha attraversato tre generazioni, mantenendo intatta la dedizione verso l'eccellenza manifatturiera e l'attenzione ai dettagli che caratterizzano la produzione artigianale italiana.
Con questa collezione, Cinelli Piume e Piumini conferma la propria capacità di interpretare le tendenze contemporanee senza rinunciare ai valori di qualità e comfort che da sempre contraddistinguono il brand. Le trapunte AI 25/26 si presentano come la sintesi perfetta tra ricerca estetica e funzionalità, pronte a trasformare ogni


Da oltre 30 anni collaboratrice di svariate maison del lusso nell’ambito dell’innovazione, della ricerca tessile e nella sperimentazione di materiali e lavorazioni, Michela Finaurini ci offre con questo suo lavoro un affascinante viaggio nel variegato mondo dei tessuti, raccontato con passione e grande competenza. I segreti di broccati e sete, jacquard e cashmere, il gioco dei colori e delle consistenze, la trama e l’ordito, il modo in cui i tessuti ci “parlano”, i miti e le leggende che li riguardano... Come una grammatica questo lavoro ci aiuta a conoscere a fondo i tessuti più diversi, la loro storia e soprattutto il loro linguaggio. I vari materiali, infatti, parlano a chi li sfiora, a chi li indossa o a chi li utilizza attraverso le consistenze e i colori. Una lettura appassionante che ci svela perché - come afferma l’autrice - il tessuto è “un’anima sopra la pelle”.
Arredare la nostra casa in maniera corretta ha come fine quello di renderla un ambiente accogliente e armonioso. Sì, ma attraverso quali scelte è possibile raggiungere questo scopo? Una domanda che parrebbe semplice ma che invece è piuttosto complessa. Nel campo dell’interior design, in effetti, non esistono risposte del tutto giuste o sbagliate, abbiamo però a disposizione un notevole bagaglio di esperienze consolidate che è importante conoscere e che si fonda sui principi base dell’architettura. Frida Ramstedt, autrice di questo libro, mette tali conoscenze a disposizione di tutti, spiegando regole generali utili a ottenere l’atmosfera domestica desiderata sulla base delle diverse preferenze personali e senza essere costretti a costosi interventi e acquisti. Il risultato è un libro perfetto per far emergere l’interior designer che è in ognuno di noi e capire che cosa ci serve per stare ancora meglio a casa nostra.


Nato a Milano nel 1931, Alessandro Mendini è una figura unica nella cultura del design internazionale, La sua attività è cominciata nei primi anni '60 e si è conclusa con la sua scomparsa avvenuta nel 2019. In questo ampio lasso di tempo ha lavorato come architetto, critico, designer, artista, poeta e scrittore. Famoso a livello internazionale per lo stile provocatorio dei suoi prodotti industriali e per i suoi originali edifici, Mendini può essere considerato uno dei rifondatori del design italiano, in quanto creatore di un nuovo e stimolante universo di oggetti. Nel corso della sua carriera ha ricoperto un’ampia gamma di ruoli: da quello di direttore di storiche riviste di architettura, come Casabella e Domus, alla creazione di identità di brand, come Alessi e Swatch. A questa affascinante figura, Stefano Casciani dedica una preziosa e ricca monografia arricchita da fotografie, immagini e schizzi tratti dagli archivi di famiglia dell'artista.

Da oltre trent’anni, nel pieno centro di Milano, il Laboratorio Paravicini realizza piatti e servizi da tavola in ceramica impreziositi da eleganti e originali decori. Per saperne di più sulla filosofia creativa di questa realtà artigiana, formata esclusivamente da donne, che vanta collaborazioni con prestigiosi marchi di moda, abbiamo incontrato Margherita Medici, una delle titolari

di Fabio Destefani
Un laboratorio artigiano nel centro di Milano, la città più industrializzata d’Italia, una scelta inusuale e coraggiosa. Vuole ripercorrere le tappe principali della vostra storia?
Tutto è iniziato più di trent’anni fa grazie a mia madre, Costanza Paravicini, e a sua sorella che sono sempre state delle abilissime decoratrici. L’attività è nata un po’ per gioco e un po’ per hobby per trasformarsi poi in un vero lavoro. Alla base di tutto c’è stato l’amore di mia madre per la ceramica, un materiale che rispetto alla porcellana ha una luminosità molto più calda e accogliente e che consente una tecnica di decorazione più particolare. La ceramica, infatti, si decora sotto smalto, prima cioè del processo di vetrinatura. I primi due anni le due sorelle li hanno passati sperimentando le diverse possibi-

lità espressive della materia, imparando questa tecnica decorativa che non è semplicissima.
Che difficoltà comporta?
Decorare la ceramica non è come disegnare su un foglio di carta liscio. I colori sono dei pigmenti quindi delle polveri che diluite nell’acqua diventano una sorta di acquarello. Quindi su una superficie porosa e ruvida come quella della ceramica grezza diventa piuttosto difficile far scorrere agevolmente un pennello per realizzare il decoro.
E una volta acquisita la tecnica come è proseguita l’attività?
Da grandi perfezioniste mia madre e mia zia hanno passato i primi due anni buttando via numerosi piatti perché non ammettevano il minimo errore. Una volta imparata la tecnica hanno cominciato a prendere delle commissioni da amici e parenti. La svolta è avvenuta quando nel 1995 hanno partecipato alla loro prima fiera, “Artigianato e palazzo” tenutasi presso il Palazzo Corsini di Firenze.
Piatti con diversi decori all’interno del laboratorio.
Ph. Mario Zarei

La passione di sua madre per l’artigianato deve essere stata contagiosa visto che con le sue tre figlie, lei, Benedetta e Bona, oggi lavorate tutte per il laboratorio… Cosa vi attrae di questo lavoro?
Dopo che mia zia è mancata nel 1997, mia madre è stata affiancata per una decina d’anni da una sua cara amica. Questa persona ha aiutato il laboratorio a trasformarsi in una realtà artigiana piu solida conosciuta anche all’estero. Poi quando quest’amica ha intrapreso altre strade, nel 2011 è subentrata mia sorella Benedetta che ha una formazione grafica, nel 2017 è stato il mio turno e per finire Bona che invece è arrivata 4 anni fa.

Vostra madre lavora ancora per il laboratorio o le redini dell’azienda oggi sono passate nelle vostre mani?
Mamma lavora ancora, è colei che da’ il via al processo creativo, ossia colei che mette la creazione sul piatto. Dopo questo suo fondamentale intervento la produzione può proseguire con la tecnica a stampa o con la decorazione a mano a cura delle nostre esperte decoratrici che in questi anni abbiamo formato.
Quante decoratrici lavorano per voi?
Tre curano la tecnica a stampa e due invece il dipinto a mano, dunque cinque in tutto.
In che modo nel corso degli anni il laboratorio è progredito?
Nel corso degli anni gli ordini sono molto aumentati da ogni parte del mondo (soprattutto dagli Stati Uniti). Questo anche grazie all’apertura della nostra pagina Instagram che è diventata un’utile vetrina della nostra produzione. Piano piano abbiamo cominciato ad avere sempre piu follower e la nostra notorietà è aumentata. Per questo motivo realizzare oggetti con la tecnica a mano è diventato sempre piu complicato poiché le tempistiche per soddisfare gli ordini diventavano lunghe. Da qui la decisione di sviluppare anche la tecnica a stampa.
Cosa prevede questa tecnica?
Si produce un file dal quale si sviluppa un decalco che viene applicato sui piatti. Con questa tecnica il decoro è molto più veloce di quello ottenuto con la pittura a mano. Sono stampe di altissima qualità che riproducono fedelmente la
freschezza della pennellata. Tutti i piatti realizzati così sono lavabili in lavastoviglie a patto che non abbiano dettagli in oro zecchino o platino. Il decoro è protetto anche dalla vetrinatura che lo ricopre, il che rende i piatti utilizzabili tutti i giorni e non solo nelle occasioni speciali. Ovviamente eseguiamo ancora anche la decorazione a mano perché non tutto si può riprodurre a stampa. Qualche colore infatti non ha quella brillantezza tipica del colore naturale. Oltre a queste due modalità produttive ve ne è una terza detta tecnica mista. Essa prevede che i piatti realizzati a stampa abbiano delle parti dipinte a mano. In genere la si utilizza quando determinati colori sono privi di quella lucentezza che avrebbero dovuto avere.
La particolarità dei decori caratterizza l’identità del Laboratorio Paravicini. I vostri sono decori molto particolari che raccontano un mondo onirico che ha le sue radici nella tradizione senza rinunciare tuttavia a gettare un ponte verso la contemporaneità… Vuol

ché la tradizione della ceramica in Italia è molto lunga e gloriosa, ma ad attrarre la nostra attenzione sono anche decori extraeuropei, orientali ad esempio, che vengono interpretati in una chiave piu moderna per evitare quell’effetto che definirei “piatto della nonna”. Ogni cosa può essere una fruttuosa fonte di ispirazione. L’effetto dei nostri piatti sulla tavola dipende anche molto dalla mise en place. Ossia anche piatti dal sapore tradizionale, se accompagnati da tovaglie e da bicchieri dal gusto un po’ piu contemporaneo, possono acquistare un diverso significato, possono fare un altro effetto insomma. Proprio perché le fonti di ispirazione sono diverse non c’è un decoro particolare che rappresenta l’identità del Laboratorio. Una preziosa fonte di ispirazione possono essere anche i clienti che ci portano degli elementi che noi poi rielaboriamo secondo la nostra sensibilità dando magari vita a una collezione.
Comunque, non lavoriamo mai per terzi, se qualcuno ci porta un decoro fatto e finito da uti-
Qual è il fascino che il fatto a mano è in grado di esercitare sulle giovani generazioni?
Sarebbe un peccato interrompere un’attività iniziata da nostra madre, quindi ci fa piacere portare avanti la tradizione cercando di innovarla. La stampa digitale in questo ci supporta, così come ci aiutano le nostre decoratrici che hanno un’abilità particolare. Per quanto mi riguarda mi sono innamorata di questo lavoro perché è sempre molto vario, ti permette di creare ogni giorno cose nuove e di entrare in contatto con clienti e realtà molto prestigiose. Quest’anno abbiamo


gnifica che il laboratorio è riuscito a entrare anche nel mondo del super lusso.
Se non sbaglio in passato avete collaborato anche con Dior… Sì, è successo nel 2016-2017. Per loro abbiamo realizzato anche una collezione. A questi due prestigiosi brand se ne aggiungono altri sempre del mondo della moda che però preferiscono non essere citati.


Quando collaborate con questi brand che si caratterizzano per una identità molto forte, fino a che punto riuscite a spingere la vostra creatività? Come avviene la collaborazione? Ci viene proposto un tema che poi sviluppiamo secondo il nostro gusto. In genere sono sempre dei decori apprezzati fin dal primo campione. Qualcosa si può modificare strada facendo, ma l’idea e la creazione sono tutte nostre. Sono collezioni con doppia firma e il rapporto prevede un’esclusività di collaborazione, nel
senso che noi ci impegnamo a non vendere nel nostro laboratorio i piatti di Louis Vuitton. Viene però comunicato che i decori e il prodotto sono a cura del Laboratorio Paravicini. In passato abbiamo collaborato con marchi come “white label”, cioè non firmando le collezioni, ma ora non ci interessa più. Anche se stimolante, in alcuni casi non è in effetti una collaborazione semplice. In un laboratorio come il nostro non sempre tutto è perfetto, ossia a volte possono esserci dei difetti, una cosa tra l’altro che fa parte

della pratica artigiana, del fatto a mano. Nel senso che il difetto in qualche modo certifica l’unicità del prodotto. Questa filosofia però non è contemplata da molti marchi del lusso per i quali il difetto è solo un’imperfezione da correggere.
Vede un ritorno di interesse nei confronti dell’artigianato?
Sì, assolutamente, anche se trovo che il settore dovrebbe essere un po’ piu sostenuto dal Governo. Mantenere in vita piccole attività artigianali non è semplice, non a caso molte realtà e tradizioni della ceramica sono scomparse. In Lombardia, nel lodigiano e a Laveno c’era una produzione di eccellenza che oggi non esiste più.
Per fortuna qualcosa continua nel Veneto… Poi c è stata anche l’invasione della produzione cinese e questo decisamente non ha aiutato…
Che articoli comprende la vostra produzione?
Principalmente piatti, da utilizzare in tavola ma anche da appendere al muro come elementi decorativi. Realizziamo anche una linea breakfast che comprende tazze da caffè. Si tratta di una collezione piuttosto delicata poiché la nostra è una ceramica molto sottile, non è la classica ceramica spessa che si trova nel resto d’Italia. Abbiamo voluto forzarla, ossia renderla più sottile perché diventasse più elegante. I nostri decori, infatti, su una ceramica dallo spessore tradizionale perderebbero quell’eleganza che li caratte-


rizza. Le tazze come detto, sono molto delicate quindi preferiamo produrne poche, avvisando i nostri clienti della loro fragilità.
Qual è l’idea di tavola del Laboratorio Paravicini?
Ci piace stupire chi si siede a tavola per passare momenti di convivialità. Il nostro fine è quello di contribuire a creare un’atmosfera accogliente per i commensali. Grazie alle nostre diverse collezioni l’atmosfera può essere estremamente elegante oppure anche informale e giocosa.

I piatti però, come già detto, sono solo un elemento della mise en place della tavola che viene allestita con molto altro, così la combinazione con posate, bicchieri e tovaglie particolari può creare originali atmosfere.
Voi offrite un servizio personalizzato, quanto è importante oggi il “tailor made”? È bello per chi acquista i nostri prodotti sapere di avere un oggetto proprio non solo nel senso del possesso, che è scontato, ma proprio nel senso che tale oggetto riflette totalmente la per-
sonalità di chi lo possiede. Il disegno lo facciamo noi, magari anche con qualche suggerimento del cliente. Ma, ad esempio, avere anche le iniziali del nome della persona sul piatto rende subito il prodotto speciale e dedicato. Chi arriva nel nostro laboratorio cerca qualcosa di un po’ esclusivo e noi siamo pronti a offrirglielo.
Per concludere scelga tre aggettivi che descrivano l’identità del Laboratorio Paravicini. Raffinatezza, cura artigiana, che significa minuziosa cura del dettaglio, e creatività.
Inaugurato oltre trent’anni fa da Costanza Paravicini, il Laboratorio Paravicini si trova in via Nerino 8, in un cortile nascosto nel centro storico di Milano. In questo luogo, vera e propria Wunderkammer dedicata agli amanti del dipinto a mano e della ceramica, nascono innumerevoli servizi per la tavola impreziositi da decori realizzati a mano e da stampe dalle più svariate fantasie. Protagonisti dei servizi di piatti sono mondi onirici ed esotici popolati da serpenti, giocolieri, mongolfiere, calligrafie e monogrammi. Disegni contemporanei convivono con ispirazioni classiche in un gioco di rimandi e citazioni che dà vita a suggestioni poetiche. Una produzione che nel tempo è sempre cresciuta, ma che ha saputo mantenere la sua particolare dimensione artigianale.
Il Global Innovation Awards celebra le eccellenze del settore casa e cucina nel nostro Paese. Casastile coordina la selezione nazionale dei migliori negozi italiani, che accedono alla competizione internazionale di Chicago: un'occasione di visibilità globale e confronto con i leader mondiali del retail

Il gia (Global Innovation Awards), promosso dall’International Housewares Association (IHA), rappresenta dal 2000 il più importante riconoscimento internazionale dedicato all’innovazione e all’eccellenza nel retail specializzato in articoli per la tavola, la cucina e la casa. Questa competizione di prestigio premia i negozi che si distinguono per strategie innovative, creatività nel visual merchandising e capacità di offrire esperienze d’acquisto memorabili.
I vincitori nazionali vengono selezionati per rappresentare il proprio Paese alla fase globale, che si tiene a Chicago durante “The Inspired Home Show”, dal 10 al 12 marzo 2026. In questa occasione, i partecipanti riceveranno ampio riconoscimento internazionale, potranno confrontarsi con i leader del settore e partecipare a una serata di gala dedicata. Per l’Italia, la redazione di Casastile ha individuato i migliori negozi di articoli per la casa e regali, e una giuria

di esperti composta da giornalisti, architetti e designer ha selezionato il rappresentante italiano per la fase internazionale: Giocovivo si è aggiudicato il primo posto, distinguendosi per la sua capacità di trasformare lo spazio di vendita in un’esperienza di lusso e per l’eccellente cura dei dettagli. La vittoria permette a Giocovivo di accedere alla prestigiosa competizione a Chicago, dove potrà concorrere per il titolo di GIA Global Honoree.
Sul podio anche Casimiro, secondo classificato, e La Casalinga, al terzo posto, che confermano l’eccellenza e la varietà di approcci innovativi del retail italiano nel settore. Quest’anno, la giuria ha voluto inoltre assegnare tre menzioni speciali per premiare strategie particolarmente distintive: - “Visual e vetrinistica” a Cose di Casa, per la capacità di creare allestimenti che catturano l’attenzione e comunicano efficacemente l’identità del negozio;
Morandin Regali di Treviso. Negozio vincitore del gia Italia 2025
1° CLASSIFICATO: GIOCOVIVO (Affi - VR)

Il gia (Global Innovation Awards) è un contest internazionale, voluto dall’International Houseware Association, che valorizza quei punti vendita del mondo tavola, cucina e casa che stanno cercando di proporsi sul mercato con una forte spinta verso l’innovazione per interpretare le esigenze di consumo più attuali. Casastile è da più di 10 anni il partner per l’Italia selezionando gli store del nostro Paese che poi vengono esaminati da una giuria di esperti di cui fanno parte architetti, giornalisti, docenti del mondo del design, ricercatori nell’ambito delle tendenze di consumo.
- “Esperienza sensoriale” ad A Putia Store, che unisce degustazione, musica e shopping creando un format innovativo da boutique gastronomica e tableware con brand proprio; - “Strategia digitale innovativa” a Le Cose di Casa Olbia, per l’integrazione di un virtual tour interattivo 360° in alta definizione che permette di mostrare ogni articolo online, offrendo un’esperienza di navigazione immersiva.
2° CLASSIFICATO: CASIMIRO (Reggio Emilia)
3° CLASSIFICATO: LA CASALINGA (Carpi - MO)
MENZIONE SPECIALE “VISUAL E VETRINISTICA”
COSE DI CASA (San Giovanni in Fiore, Cosenza)
MENZIONE SPECIALE “ESPERIENZA SENSORIALE” A PUTIA STORE (Ortigia, Siracusa)
MENZIONE SPECIALE “STRATEGIA DIGITALE INNOVATIVA”
LE COSE DI CASA (Olbia - SS)

Nato nel 2023, Giocovivo è un giovane punto vendita che ha saputo imporsi rapidamente nel panorama dell’arredo e del décor di lusso, distinguendosi per uno stile scenografico ed estroso. Situato in Via Pascoli 26 ad Affi (VR), all’interno di un centro commerciale, il negozio si sviluppa su 150 m2 con due vetrine che catturano lo sguardo con proposte originali e di carattere.
La filosofia di Giocovivo è chiara: portare nelle case dei clienti un tocco di personalità e creatività, trasformando gli spazi domestici in scenari unici e sorprendenti. In poco tempo, il brand è riuscito a entrare nelle abitazioni di una clientela giovane e attenta alle tendenze, attratta da prodotti che uniscono design e teatralità.
Il negozio propone un assortimento esclusivo, che comprende firme di prestigio come Richmond Interiors, Abhika, Simone Guidarelli, Seletti, Stamperia Bertozzi, Baobab Collection, Teatro Fragranze Uniche, Bitossi, Light and Living, Tessitura Toscana Telerie. Una selezione pensata per chi cerca non solo oggetti di arredo, ma vere e proprie esperienze estetiche capaci di esprimere carattere e originalità.

Dietro al progetto c’è la passione di Marco Destefani, che ha dato vita a un ambiente curato nei dettagli e aperto a un pubblico desideroso di sperimentare nuove forme di eleganza domestica.




Eccentrico e visionario, Marco Merola ha fatto di Casimiro un brand e un contemporary store che a Reggio Emilia rappresenta un crocevia di creatività e innovazione. Consulente di stile e trend setter, Merola unisce design, arte e artigianato Made in Italy, selezionando oggetti autentici e unici che raccontano storie e valori condivisi. Le vetrine tematiche – ispirate a luoghi, stagioni o colori –sono pensate come collezioni di moda: dalla Sicilia al mare, fino al verde in tutte le sue sfumature. Una cifra distintiva è l’anticipo con cui interpreta la stagionalità: a fine agosto, il rito cittadino è ammirare le scenografiche vetrine natalizie già allestite.
Casimiro si è ampliato con Casimiro Essenza, dedicato alle fragranze per la persona e per l’ambiente. Merola, direttore creativo di Casimiro Fragranze, ha ideato linee olfattive anche per altri marchi, come Belforte, precorrendo il concetto di “arredo olfattivo” che trasforma i profumi in complementi d’arredo sensoriali. Lo store, costantemente rinnovato negli allestimenti e nel visual, cura ogni dettaglio – musica, luci, colori, profumi – per creare un ambiente immersivo e accogliente. Non solo luogo di acquisto, Casimiro è uno spazio di incontro, con



eventi e iniziative che rafforzano il legame con la clientela. Tra questi, gli Aperitivi Olfattivi diventano esperienze di contaminazione tra professionisti, con mostre fotografiche, video, poesia, degustazioni di panettoni e praline abbinate all’aceto balsamico, sempre accompagnati da un calice di bollicine.

Dal 1988, La Casalinga è un punto di riferimento per chi cerca articoli per la casa e la tavola capaci di distinguersi per qualità e originalità. Situato in Corso Roma 22, nel centro di Carpi (MO), il negozio si sviluppa su 120 m2 con tre vetrine che si affacciano sulla via principale, catturando l’attenzione con proposte sempre nuove e selezionate.
La filosofia che guida La Casalinga è quella di proporre una selezione di oggetti ricercati e di nicchia, spesso difficili da reperire online, unita a un’assistenza di vendita personalizzata. Il negozio non si limita alla semplice esposizione: offre consulenze a domicilio, accompagnando i clienti nella scelta degli articoli più adatti a completare l’arredamento, con la possibilità di provare i prodotti direttamente negli ambienti domestici.
L’assortimento unisce brand iconici e innovativi, tra cui Pappelina, Alessi, Smeg, Casafina, Costa Nova, Bordallo, Vista Alegre, Riedel, Deejo, Edg, Ichendorf, Erbario Toscano, Maison Berger, Blomus, L’Oca Nera, Le Creuset, Berndes, fino a marchi emergenti come Lumieres di Temp e Rebirth. Un mix che esprime al meglio l’idea di una casa contemporanea, elegante e funzionale.
Guidato da Valentina Martino, il punto vendita si rivolge soprattutto a una clientela giovane e attenta alle nuove tendenze, proponendo anche servizi aggiuntivi come consegna a domicilio, acquisti online e personalizzazione dei prodotti.

Con oltre 35 anni di attività, La Casalinga continua a distinguersi per la capacità di offrire non solo articoli per la casa, ma un’esperienza di acquisto costruita su misura, dove la consulenza e la cura del dettaglio fanno la differenza.


menzione
Menzione Speciale
“Visual e vetrinistica”
Nel cuore di San Giovanni in Fiore, in provincia di Cosenza, Cose di Casa
F.lli Gallo rappresenta dal 1998 un punto di riferimento innovativo nel panorama del retail casalingo italiano. Non è solo un negozio, ma una vera esperienza visiva che inizia già dalle vetrine: spettacolari allestimenti che trasformano ogni stagione in un racconto emozionale, come dimostrano le suggestive ambientazioni natalizie che hanno valso al punto vendita una menzione speciale per “Visual e vetrinistica”. La filosofia aziendale è chiara: offrire tutto ciò che serve per arredare e vivere la casa in un unico spazio. Casalinghi, arredo, regalo, ristorazione, tempo libero, liste nozze e giocattoli convivono in un ambiente curato nei minimi dettagli.



Giuseppe Gallo, giovane laureato in marketing che ricopre i ruoli di buyer, marketing manager e visual merchandiser, ha portato competenze digitali e una visione contemporanea nel negozio di famiglia.
La vera innovazione sta nella trasversalità: due posizionamenti di prezzo che garantiscono accessibilità senza rinunciare alla qualità, prodotti d’eccellenza accanto ad articoli per ogni budget. Una scelta coraggiosa, uno spazio vivo, frequentato, in cui il visual merchandising crea atmosfere che invitano all’esperienza d’acquisto. Eventi speciali, ai quali i clienti si presentano eleganti come a un gala, dimostrano che Cose di Casa ha saputo trasformare il retail in teatro delle emozioni, dove ogni vetrina racconta una storia e ogni visita diventa un momento speciale.
Menzione Speciale “Esperienza sensoriale”. A Putia Store unisce degustazione, musica e shopping creando un format da boutique gastronomica e tableware con brand proprio
Ortigia, cuore pulsante di Siracusa, si arricchisce di un nuovo spazio che unisce tradizione, design e convivialità. Inaugurato nell’ottobre 2024, A Putia Store è molto più di un semplice negozio: è la naturale evoluzione di un’esperienza iniziata 13 anni fa nel mondo della ristorazione, trasformata oggi


in un progetto che porta con sé i sapori, i colori e lo stile della Sicilia. Situato in Via Roma 8, il locale si presenta come una boutique intima di 30 metri quadrati con un’unica vetrina, studiata per catturare lo sguardo di residenti e turisti. L’idea nasce dalle richieste degli stessi clienti del ristorante, desiderosi di poter acquistare i

prodotti utilizzati in cucina. Da qui la decisione di dar vita a un brand proprietario, A Putia, affiancato da marchi selezionati come EDG Enzo De Gasperi, Erminia Stella e H&H Lifestyles. Lo store propone un assortimento che spazia dai prodotti tipici locali agli accessori per la tavola –tovaglie, piatti, bicchieri e oggettistica – con l’obiettivo di trasformare l’acquisto in un’esperienza emozionale. Non solo un negozio, ma un luogo dove ascoltare musica, sorseggiare un calice di vino e vivere la bellezza degli oggetti.
La posizione strategica nel centro storico ha permesso al negozio di attrarre in pochi mesi una clientela internazionale, conquistata anche grazie alla vendita online, che consente di spedire i prodotti in tutto il mondo.
Con uno staff di tre persone e una filosofia che mette al centro la qualità, l’accoglienza e l’identità siciliana, A Putia Store si propone come nuova tappa obbligata per chi visita Ortigia. Un piccolo spazio che racchiude l’anima di una terra generosa, trasformando lo shopping in un viaggio sensoriale che va oltre il semplice acquisto.
Menzione Speciale “Strategia digitale innovativa”. Virtual tour interattivo 360° per Le Cose di Casa di Olbia, che sta integrando un sistema di visita HD per mostrare ogni articolo online
Dal 2005, Le Cose di Casa è un punto di riferimento per chi ama arredare e personalizzare i propri spazi con gusto e qualità. Situato all’interno del Centro Commerciale Terranova di Olbia (SS), il negozio si estende su 350 m2 con cinque ampie vetrine e un team di cinque addetti pronti ad accogliere le famiglie con professionalità e attenzione. La filosofia dello store è chiara: offrire una grande varietà merceologica capace di adattarsi alle stagioni e alle tendenze. Ogni cor-



ner propone uno stile diverso – dal classico al contemporaneo industriale, fino all’etnico – in modo da rispondere a ogni esigenza di arredamento per interni ed esterni. L’assortimento include firme prestigiose per la tavola e l’oggettistica, tra cui Rosenthal, Versace, Sambonet, Ottaviani, Alessi, Guzzini, Bugatti, Mepra, Zafferano, Weissestal, EDG, affiancate da brand di eccellenza per il mobile e il complemento come Le Fablier, Dale, Stones, Dialma Brown, Gobetti, Rosini e Bizzotto. Per il tessile, accanto a marchi noti come Casa Anversa, Arte Pura, Blanc Mariclò, Mary Plaid e Chez Moi, trovano spazio anche creazioni artigianali locali, espressione autentica del territorio. Oltre al negozio fisico, il sito www.lecosedicasa.eu am-
plia l’esperienza d’acquisto con un’interfaccia elegante e di facile consultazione. Entro la fine del 2025 sarà introdotto un innovativo Virtual Tour in alta definizione, che permetterà ai clienti di esplorare ogni articolo in 3D, portando il negozio direttamente a casa. Tra i punti di forza, spiccano il layout studiato da professionisti per una visita fluida, la capacità di coniugare e-commerce e store fisico come realtà complementari e l’organizzazione di workshop in negozio, pensati per coinvolgere e fidelizzare la clientela. Le Cose di Casa si conferma un indirizzo imprescindibile per chi cerca soluzioni d’arredo, accessori per la tavola e proposte tessili di qualità, capaci di fondere eleganza, innovazione e radici locali.





La storica azienda tessile Dondi Home lancia “Buongiorno Principessa”, una sofisticata collezione dedicata al beauty sleep che rivoluziona la routine notturna. Federe e mascherine occhi realizzate in pregiata seta di gelso 22 momme (la densità ideale per pelle e capelli) sfruttano le straordinarie proprietà anti-aging della fibroina, proteina naturalmente biocompatibile che stimola la sintesi del collagene e previene la formazione di rughe e antiestetiche pieghe da sonno.
La superficie perfettamente levigata della seta riduce al minimo sfregamenti e frizioni, garantendo un risveglio con incarnato più idratato e radioso, capelli morbidi e luminosi senza aggrovigliamenti. Disponibili nelle tre raffinate nuance nuvola, alba e neve, gli accessori sono naturalmente ipoallergenici e antibatterici. Con l’acquisto della mascherina si riceve in omaggio uno scrunchie coordinato. Una linea che trasforma il riposo in un autentico rituale di bellezza, perfetta anche come elegante idea regalo.
www.dondi.it
BeTrend 2025: successo per la fiera dell’Home Décor a Bologna
Si è conclusa con successo BeTrend 2025, la fiera di riferimento per i settori Home, Décor e Oggettistica da Regalo, che dal 13 al 15 settembre ha animato il padiglione 14 di BolognaFiere con visitatori da tutta Italia.
La manifestazione B2B ha confermato la sua posizione di leadership nel comparto, ospitando espositori italiani e internazionali, rivenditori,



distributori e stampa specializzata. Tra le novità più apprezzate, le collezioni di bigiotteria arricchite da perle e fiori di seta, e le innovative lampade bottiglia realizzate con materiali riciclati di etichette prestigiose.
Spazio anche al tessile d’arredo e agli accessori per tavola e cucina, dove artigia-
nalità e innovazione si sono incontrate in proposte che coniugano estetica e funzionalità. Grande successo per l’area eventi con “La Tavola delle Feste” di Isa Marini e il digital workshop di Hoon Web. L’appuntamento con BeTrend 2026 è fissato dal 12 al 14 settembre. www.betrend-expo.it
Da due decenni Miyabi incarna i valori autentici della cultura giapponese - purezza, grazia ed eleganza - conquistando chef e appassionati in tutto il mondo con coltelli che nascono a Seki, antica capitale della forgiatura delle spade samurai, dove ogni lama attraversa un processo produttivo di 42 giorni, 130 fasi e oltre 100 interventi manuali per trasformarsi in una vera opera d’arte. Il brand ha saputo coniugare l’innovazione dell’ingegneria tedesca con la raffinatezza della tradizione giapponese, seguendo la filosofia del Kaizen del miglioramento continuo, e per celebrare questo importante traguardo presenta ora il coltello 4500 FCD Mikoto: forgiato con 101 strati di acciaio damasco san mai FC63, impreziosito da un esclusivo motivo a diamante e completato da un manico ottagonale in micarta che simboleggia la perfetta armonia tra tradizione e modernità. La linea Mikoto, composta da otto diverse tipologie dal chef compact al coltello pane, sarà lanciata in edizione limitata presso selezionate coltellerie con distribuzione estesa entro la fine del 2025. www.zwilling.com


VEBO 2025: quattro giorni dedicati
Si è conclusa con ottimi risultati la 24ª edizione di VEBO, la Fiera Internazionale della Bomboniera, Casa, Regalo, Natale e Design che dal 26 al 29 settembre ha animato la Mostra d’Oltremare di Napoli. L’evento ha confermato il suo ruolo di riferimento nazionale per il settore, registrando la partecipazione di oltre 200 aziende espositrici di alto profilo e migliaia di operatori professionali provenienti da tutta Italia e dall’estero.
La manifestazione ha saputo coniugare tradizione artigianale e innovazione, con un’offerta espositiva che ha spaziato dalle bomboniere classiche ai complementi d’arredo, dai regali natalizi alle ultime tendenze dell’home decor.
Particolare apprezzamento hanno ricevuto le nuove proposte dedicate alla sostenibilità e al design innovativo, confermando la capacità della fiera di anticipare le tendenze del mercato. Il prossimo appuntamento è già fissato per il 2026 con la 25ª edizione.
“L’artigianato è un verbo” è il manifesto dei nuovi trend Heimtextil 26/27, che ridefiniscono l’industria tessile attraverso la fusione inedita tra intelligenza artificiale e maestria manuale. In un’epoca dominata dalla precisione digitale, cresce paradossalmente il desiderio per l’irregolarità del fatto a mano, creando una tensione creativa che apre nuove prospettive.
La collaborazione tra Heimtextil e Alcova presenta un panorama dove texture tangibili incontrano pattern generativi e strutture naturali dialogano con algoritmi.
Nasce così il “tecno-artigiano”, figura che non vede l’AI come minaccia ma come estensione dei propri strumenti creativi. Sei trend chiave illustrano questa rivoluzione: “Re: media” trasforma disegni in jacquard digitali poi ricamati a mano; “Visible co-work” fonde design algoritmici con completamento artigianale; “Sensing nature” traduce forme naturali in pattern attraverso strumenti digitali; “A playful touch” recupera dettagli decorativi per pura gioia estetica; “Crafted irregularity” celebra imperfezioni deliberate come nodi e cuciture visibili; “The un-

canny valley” espone elementi tecnici nascosti con espressione quasi aliena. La palette cromatica riflette questa dualità: toni terrosi come sabbia e argilla vengono interrotti da accenti sintetici come verde acido e blu digitale, creando “glitch” cromatici che generano tensione visiva. “I trend forniscono impulsi per

metodi sostenibili e strategie future”, spiega Olaf Schmidt di Messe Frankfurt. Dal 13-16 gennaio 2026, la Trend Arena di Francoforte presenterà interattivamente questo futuro tessile dove innovazione e tradizione si fondono armoniosamente. www.heimtextil.messefrankfurt.com
DEL PRODUTTO PER IL TESSILE
Il Parlamento Europeo ha approvato il 5 settembre la revisione della Direttiva Quadro sui Rifiuti, introducendo l’obbligo per tutti gli Stati membri di istituire sistemi di Responsabilità Ampliata del Produttore (RAP) nel settore tessile. I produttori dovranno finanziare raccolta, triaggio e riciclo dei prodotti tessili immessi sul mercato UE, inclusi abbigliamento, accessori, calzature, cappelli, coperte, biancheria e tende, con possibile estensione ai materassi. Gli Stati hanno 20 mesi per recepimento nazionale e 30 per sistemi RAP operativi (microimprese +12 mesi). L’UE genera attualmente 12,6 milioni tonnellate/anno di rifiuti tessili (12 kg/persona), ma meno dell’1% viene riciclato. I contributi saranno modulabili per disincentivare fast fashion. I produttori dovranno mappare flussi di rifiuto, definire protocolli donazione, rafforzare ecodesign per garantire maggiore durabilità e contenuto riciclato. La direttiva sposta sui produttori i costi del fine vita e accelera concretamente la transizione verso modelli circolari più sostenibili.





Dopo aver completato il 31 marzo 2025 l’acquisizione del 100% di Mascagni Casa, Pozzi Milano annuncia l’avvio del progetto di fusione che porterà all’incorporazione della storica azienda bolognese all’interno del Gruppo. L’operazione rappresenta un passo importante per creare un polo ancora più forte nel settore dell’home decor e dell’oggettistica per la casa. Mascagni Casa, fondata nel 1930, è conosciuta in tutta Europa per le cornici portafoto e per i complementi decorativi, con una riconoscibilità che le ha garantito un export pari a circa il 20% del fatturato. Pozzi Milano è un player consolidato nel tableware e nel giftware, con il marchio EasyLife presente in oltre 70 Paesi e una proposta che unisce moda, creatività e accessibilità. La fusione consentirà di mettere a fattor comune i punti di forza delle due aziende: un catalogo più ampio e coordinato, una gestione logistica, operativa e commerciale ottimizzata, e una maggiore competitività sui mercati, sia in Italia sia all’estero. Il marchio Mascagni Casa continuerà

a vivere sotto la guida Pozzi Milano, rafforzando l’offerta complessiva del Gruppo con la propria tradizione e identità.
Per i negozianti e gli operatori del settore, questo significa poter contare su un assortimento più ricco, che spazia dalle collezioni di moda da tavola e articoli regalo fino a cornici, decorazioni stagionali e complementi d’arredo, mantenendo la qualità e lo stile che contraddistinguono entrambi i brand.
Fabio Sanzogni, Amministratore Delegato di Pozzi Milano, sottolinea come la società stia proseguendo nel proprio percorso di crescita per linee esterne, integrando realtà complementari e rafforzando così la capacità del Gruppo di offrire al mercato un assortimento sempre più ampio e coerente con le esigenze del mondo casa e decorazione.



il diffusore auto che celebra l’Italia

Horomia presenta CIRCLE, il nuovo diffusore profumato per auto che unisce design Made in Italy e fragranze ispirate alle bellezze del territorio nazionale. Il dispositivo, realizzato in alluminio di alta qualità con sistema magnetico, si aggancia perfettamente alle bocchette dell’aria condizionata.
CIRCLE è disponibile in quattro eleganti finiture (Black, Satinato, Cromato e Butter) e ogni versione è abbinata a una fragranza dedicata a una località italiana iconica: L’Oro di Navelli per L’Aquila (con note di zafferano e oud), Aperitivo in Piazzetta per Capri (fico e ambra), Riviera dei Cedri per Diamante (agrumi calabresi) e Lungarno per Firenze (iris e rosa damascena).
Il diffusore è completamente personalizzabile grazie a inserti in pelle sostenibile disponibili

in 12 colori, e può essere ricaricato con le otto fragranze premium della collezione Horomia, che celebrano destinazioni da Milano a Cagliari. Il sistema garantisce fino a due mesi di profumazione continua. www.horomia.it
Si è conclusa con grande successo l’edizione autunnale di Intertextile Shanghai Home Textiles 2025. La fiera ha registrato una crescita significativa della partecipazione internazionale, con quasi 900 espositori da 20 Paesi che hanno incontrato oltre 35.000 visitatori provenienti da 116 nazioni.
Otto nuovi Paesi hanno debuttato alla manifestazione: Bulgaria, Egitto, Fin-


landia, Indonesia, Iran, Malesia, Paesi Bassi e Vietnam. Gli espositori hanno riportato un incremento degli ordini e nuove partnership, confermando la vitalità del mercato.
Particolare attenzione è stata dedicata alla sostenibilità e all’innovazione, con la presentazione della nuova “Future & Textile Zone” che ha esplorato l’integrazione tra tessuti e intelligenza artificiale. Tra i marchi presenti per gli acquisti: IKEA, H&M, Walmart e Xiaomi.
L’evento ha inoltre ospitato seminari su design e sostenibilità, consolidando il ruolo della fiera come piattaforma di riferimento per il settore tessile domestico in Asia.

Fazzini: il colore risveglia l’anima nella collezione
Autunno-Inverno 25/26



Il marchio italiano di biancheria per la camera da letto Fazzini presenta la nuova collezione autunno-inverno, dove il colore diventa protagonista assoluto per stimolare creatività ed emozioni profonde. Ispirandosi alle campiture cromatiche di Mark Rothko e ai linguaggi dell’emisfero sud della Biennale curata da Adriano Pedrosa, la collezione esplora cromie inedite che permettono a ciascuno di esprimere una personale idea di bellezza.
Protagonisti cromatici di stagione sono il giallo, che entra per la prima volta in collezione declinandosi dall’oro luminoso ai toni caldi della zucca, e il burgundy, che insieme ai verdi rinnovati crea atmosfere ancestrali. Tra le novità spiccano le collezioni NEMORA, ispirata ai boschi mitologici, PROTEA che celebra la natura sudafricana, e SABI SABI che interpreta la filosofia giapponese del Wabi-Sabi.
Il progetto cromatico si completa con tessuti pregiati come raso e percalle, dove tinte unite e fantasie si animano per diffondere una nuova energia negli spazi dell’abitare, dalla luminosità entusiasmante alle tonalità profonde che richiamano la dimensione primordiale dell’uomo.
www.fazzinihome.com
CONTINENTA GmbH, azienda tedesca specializzata in accessori per la cucina e la tavola in legno e ceramica, annuncia una ristrutturazione della propria organizzazione commerciale in Italia. L’obiettivo è rafforzare la presenza del marchio sul mercato nazionale e consolidare i rapporti con i partner distributivi.
Negli ultimi anni, il marchio CONTINENTA è stato rappresentato con successo in Italia dall’azienda a conduzione familiare Schönhuber come distributore tradizionale. Come parte della ristrutturazione dell’organizzazione di vendita, i partner di vendita al dettaglio italiani saranno ora serviti direttamente.
Il portfolio dell’agenzia di vendita Wiedenmann
include marchi noti come Spring, Bredemeijer Group e Glashütte Eisch Le collezioni CONTINENTA di alta qualità realizzate in legno, ceramica e il materiale sostenibile riciclato Duracore completano perfettamente l’esperienza di vendita.

“Non vediamo l’ora di lavorare con Giorgio Wiedenmann, che ha molti anni di esperienza nel settore, e di espandere congiuntamente la presenza del marchio e la consapevolezza di CONTINENTA in Italia”, dice Liese Herzog, Head of Sales presso CONTINENTA GmbH. www.continenta.de

100 anni di attività: lo storico traguardo del negozio Fontana



Il negozio Fontana di Cuneo celebra un traguardo straordinario: 100 anni di attività commerciale. Situato in via Roma 60, nel cuore del centro storico, questo punto vendita rappresenta un autentico gioiello della tradizione imprenditoriale italiana.
Fondato nel 1925, il negozio è oggi gestito dalla terza generazione: le sorelle Gisella, Anna e Paola. La sede, ospitata in un palazzo del Seicento, si sviluppa su tre piani con ben 20 vetrine che trasformano l’edificio in un palcoscenico sempre nuovo per i passanti.
Le tre sorelle hanno saputo coniugare tradizione e innovazione, viaggiando nel mondo alla ricerca delle migliori idee per il design e l’arredamento. Il loro impegno è stato riconosciuto anche nel 2017-2018 con il Global Innovation Award di Casastile, che ha permesso loro di rappresentare l’Italia alla fiera mondiale “The Inspired Home Show” di Chicago. Il negozio non è solo un punto vendita, ma un’esperienza immersiva nel mondo dell’houseware, dove ogni piano racconta una storia diversa attraverso ambientazioni curate nei minimi dettagli. Un secolo di eccellenza che continua a brillare nel panorama commerciale cuneese.

Pozzi Milano 1876 lancia Icons: la nuova collezione si compone di svuotatasche, portagioielli, portacandele, diffusori di fragranze, vasi, vassoi, cuscini e foulard. A completare la gamma piatti dessert, tazze e tazze per il caffè in porcellana decorata.

Vasi a capsula FIO firmati Foster+Partners. Vetro borosilicato fatto a mano con coperchi intercambiabili.
Ichendorf Milano

Vaso Collezione Micromondo, Metakeramos. Gli smalti utilizzati sono ottenuti riciclando cenere di legna di faggio, materiale di scarto della cottura delle pizze.
ilano Home si conferma la piazza di incontro per l’intera community del settore casa, un luogo dove produttori, distributori, artigiani di eccellenza, interior designer e punti vendita indipendenti trovano idee, relazioni e strumenti per crescere. La manifestazione, che dall’Italia guarda al palcoscenico internazionale, è un progetto esperienziale B2B nato per valorizzare il retail tradizionale e accompagnarlo verso le sfide del futuro: assortimenti originali, servizi mirati e un’offerta che unisce autenticità, qualità e innovazione.
Nei quattro padiglioni della fiera convivono proposte di stile e tendenza, oggetti unici, soluzioni per la tavola e la cucina, idee per arredare e raccontare la casa. Tra le novità spiccano le collezioni tessili dalle texture raffinate, gli accessori contemporanei per la tavola e i complementi dallo spirito ironico e pop, insieme a oggetti che intrecciano design e funzionalità: dai centrotavola in acrilico che trasformano la frutta in scultura, ai vasi dai colori vibranti, fino ai candelabri “da sguardo” e alle figure dinamiche che uniscono arte e gioco.
Non mancano progetti che esplorano nuove estetiche per la zona notte, con stampe ispirate alla natura o alla tradizione giapponese, e collezioni che rievocano texture preziose come il galuchat o propongono raffinati rasi di cotone dai toni soffusi. L’attenzione ai materiali – dal polipropilene riciclabile alle finiture più tattili – dialoga con la ricerca di sostenibilità, mentre il Made in Italy resta un segno distintivo di qualità. Milano Home risponde anche al bisogno di parlare alle nuove generazioni, sempre più attente al design consapevole: la comunicazione digitale, i linguaggi freschi e il racconto dell’oggettistica come spazio di innovazione avvicinano i giovani non solo come clienti, ma anche come futuri professionisti. In un mercato che, dopo l’accelerazione del periodo pandemico, continua a crescere puntando su personalizzazione e valore d’uso, la fiera diventa un alleato strategico per chi desidera costruire assortimenti competitivi e capaci di ispirare nuove forme di vivere la casa.
L’appuntamento con Milano Home è dal 22 al 25 gennaio 2026 a Fiera Milano. Per maggiori info: milanohome.fieramilano.it
di Giulia Arrigoni

Consolidata leadership in Italia e forte presenza sui mercati internazionali, Guardini chiude il 2024 con 15,6 milioni di euro e stima +17% per il 2025. Alla guida Elena e Marco Guardini, che puntano su sostenibilità, qualità e specializzazione
La storia di Guardini inizia nel dopoguerra, nel 1947, quando Luigi Guardini apre con i fratelli una bottega artigianale per la lavorazione del metallo, in un piccolo cortile nel centro di Torino. Successivamente, negli anni Settanta, con l’avvicendamento del figlio, Giovanni Guardini, avviene la trasformazione da laboratorio artigianale a realtà industriale con il nuovo stabilimento di Borgaro Torinese. Negli anni Ottanta, con la diffusione degli elettrodomestici nelle case italiane, Guardini punta sulla teglia da forno, introducendo ri-
vestimenti antiaderenti e tecnologie di automazione. È del decennio successivo il trasferimento nello stabilimento di Volpiano (TO), mentre negli anni Duemila fa il suo ingresso in azienda la terza generazione, con Elena e Marco Guardini, oltre a una nuova sede di 17.000 m2. Nel 2024 l’azienda ha chiuso l’anno con un fatturato di oltre 15 milioni di euro e si appresta a chiudere il 2025 con una crescita intorno al 17%.
Casastile ha incontrato Elena Guardini, amministratore delegato dell’azienda - insieme al fratello -, per parlare di storia, mercato, sostenibilità e prospettive future.
Guardini alla terza generazione… Sì, oggi siamo io e mio fratello Marco a guidare l’azienda, anche se mio padre, ormai 85enne, resta presidente e non manca di fare sentire la sua presenza in azienda anche se non è più operativo. Marco e io siamo entrambi amministratori delegati con occupazioni in ambiti diversi: lui segue la produzione e la divisione ricerca e sviluppo, io la parte gestionale, finanziaria, commerciale e marketing.
Il core business di Guardini è cambiato negli anni?
No, dall’intuizione di mio padre negli anni Ottanta, Guardini rimane “verticalmente” specia-

lizzata nella produzione di stampi da forno, soprattutto in acciaio con rivestimento antiaderente, che realizziamo nel nostro stabilimento di Volpiano. Accanto all’acciaio, commercializziamo anche prodotti in silicone, vetro borosilicato, ceramica, carta monouso e plastica, sempre legati alla cottura in forno.
Non avete mai pensato di ampliare la gamma?

La tentazione c’è stata, ad esempio ad un certo punto abbiamo pensato alle padelle ma, in Italia, i principali produttori di padelle sono fortissimi, si tratta di un mercato saturo, molto competitivo, dove conta avere il controllo dell’intera filiera. Abbiamo lasciato perdere, preferendo rimanere focalizzati sugli stampi da forno, dove siamo leader in Italia e tra i principali in Europa.
La Cina si fa sentire anche in quest’ambito?
Sì, direi che oggi è molto presente e con prodotti di qualità crescente e prezzi competitivi. Fortunatamente non ancora al nostro livello e lontana in termini di servizio. Presenta infatti svantaggi dal punto di vista finanziario, dal punto di vista delle tempistiche di approvvigionamento e delle fluttuazioni dei costi di trasporto.
Per contro, è vantaggiosa in termini di prezzi, soprattutto dopo gli ultimi forti aumenti dei costi delle materie prime avvenuti in Europa dopo il Covid e non solo. E considerando che con la GDO le tensioni sui prezzi di cessione sono forti, va da sé che i margini si riducono.
L’e-commerce è in divenire
Come si articola la vostra presenza commerciale?
Il nostro principale canale è la grande distribuzione, che incide per circa il 60-70% del fatturato. Lavoriamo con insegne europee come Auchan, Carrefour, System U, Coop nordiche, e in Italia con quasi tutte le catene, in parte con private label, in parte con prodotti a nostro marchio. La rivendita specializzata viene trattata mediante grossista e poi si aggiungono le loyalty promozionali della GDO, qualche produzione per conto terzi e, più di recente, l’online. Abbiamo un nostro e-commerce, ma la parte principale è su Amazon e altri marketplace. Ad oggi il digitale pesa ancora poco, ma lo consideriamo in sviluppo.
Quanto pesa attualmente?
Non più dell’1,5% del fatturato, al momento.

Avete una quota molto importante rappresentata dall’export. In quali Paesi? E qual è l’andamento generale?
Attualmente l’export rappresenta circa il 6070% del nostro giro d’affari e, oltre all’Europa, lavoriamo con Nord Africa, Medio Oriente (Arabia Saudita ed Emirati Arabi) e in piccola parte negli Stati Uniti. Oggi i mercati non sono particolarmente dinamici, anzi direi che il settore è piuttosto statico. L’unico fenomeno recente che ha smosso le acque è la friggitrice ad aria, per la quale abbiamo realizzato una serie di accessori dedicati, come stampi in carta, silicone e acciaio.
Nuovi prodotti e sostenibilità. Quando il “Made in Italy” è premium
Oltre agli accessori di cui sopra, come si è evoluto l’assortimento di Guardini? Abbiamo circa 500-600 referenze. I prodotti più richiesti restano le tortiere apribili con cerniera, le teglie per lasagne, pizza e crostate. In passato abbiamo spinto molto sul design e sul colore, soprattutto a partire dagli anni 2000, mentre oggi prevale l’attenzione alla performance, alla qualità degli antiaderenti e alla sostenibilità, con colori più neutri.
A proposito di sostenibilità, qui c’è il tema PFAS? Su cosa state lavorando in tal senso?
La sostenibilità è un tema centrale e da tre anni redigiamo volontariamente un bilancio di sostenibilità. Ci serve per misurare i progressi e presentarci ai clienti come partner affidabili in una supply chain che la GDO vuole sempre più trasparente e responsabile. Dal punto di vista dei materiali, siamo stati tra i primi in Europa a proporre linee senza PFAS.
Oggi offriamo sia prodotti tradizionali sia alternative in acciaio non rivestito, alluminio anodizzato o banda stagnata, per rispondere a consumatori più attenti.

Si sta andando verso un futuro PFAS free?
Secondo me no, però non è dato sapere. Intanto di PFAS ce ne sono di tantissimi tipi, circa 10.000 tipologie e molto diverse tra loro e le associazioni di categoria del mondo del casalingo stanno lavorando alacremente per evitare errate generalizzazioni.
Quanto conta oggi il Made in Italy?
Non è facile misurarlo. Non sappiamo se i clienti ci scelgono per il valore percepito dal consumatore finale o più per qualità e affidabilità del prodotto e del servizio. Sicuramente in alcuni mercati, come Nord Africa e Medio Oriente, il Made in Italy e il marchio Guardini sono percepiti come premium. In Europa, invece, prevale la logica della grande distribuzione e la leva del prezzo resta determinante.


Qual è stato l’andamento degli ultimi anni?
Durante il Covid abbiamo registrato un boom, seguito da un forte calo nel 2023, con magazzini pieni e ordini bloccati. Nel 2024 il mercato ha iniziato a normalizzarsi e quest’anno vediamo un progressivo miglioramento, con fatturato in crescita mese su mese. Abbiamo chiuso il 2024 con circa 15,6 milioni di euro e prevediamo per il 2025 di arrivare intorno ai 17 milioni.
E i progetti per il futuro?
Presenteremo a breve una nuova gamma di stampi in acciaio dedicati alle friggitrici ad aria e una linea di prodotti non rivestiti, come alternativa agli antiaderenti. Saremo presenti alle principali fiere, da Ambiente di Francoforte a Milano Home, con un’attenzione particolare al canale loyalty. Guardiamo avanti cercando di coniugare tradizione e innovazione, con l’obiettivo di difendere la nostra posizione sul mercato, puntando sulla qualità, sulla sostenibilità e sulla specializzazione.
di Fabio Destefani


Il sonno, come ben sappiamo, è una parte importante della vita di ogni individuo, perché consente al corpo e alla mente di riposare e di ricaricarsi per affrontare le attività della giornata successiva. Ma affinché il sonno sia veramente riposante e rigenerante sono indispensabili coperte da letto, come piumini, trapunte e topper, in grado di assicurarci il giusto comfort. Il piumino ha origini antichissime, pare infatti che sia stato inventato in Cina durante la dinastia Song, intorno al 960-1279 d.C. Già a quei tempi i cinesi avevano scoperto che le piume d’oca garantivano un eccellente isolamento ter-

mico, una caratteristica a cui se ne aggiungevano altre come la sua leggerezza e la sua capacità di mantenere il calore corporeo durante le notti invernali. Da quei tempi antichi, grazie ai nuovi materiali e alla tecnologia, il piumino da letto si è molto evoluto, migliorando le sue proprietà isolanti, traspiranti e la sua durata nel tempo. Disponibile oggi anche in materiali sintetici, il piumino in grado di assicurare il comfort maggiore dovrebbe comunque essere composto al 100% da fiocchi di piumino d'oca, ossia la parte più pregiata del piumaggio, materiale che consente di assorbire l’umidità presente sotto le co-

perte, disperdendola poi nell’ambiente. La trapunta, che spesso viene confusa con il piumino, ha caratteristiche diverse. Entrambi i capi possono essere imbottiti in fibra sintetica o materiali naturali, ma la loro fabbricazione presenta differenze. Le trapunte, infatti, sono caratterizzate da uno strato di imbottitura cucito tra due
strati di stoffa che crea un effetto trapuntato. Sono disponibili in una vasta gamma di stili e sono adatte a diverse stagioni, offrendo versatilità in termini di peso e calore. Mentre i piumini sono più tradizionali e lussuosi, le trapunte sono apprezzate per la loro praticità e varietà di design. La scelta tra piumino e trapunta dipende
quindi dalle preferenze personali e dalle diverse esigenze di calore.

Iglù ri-generazione di Hammerfest, piumino trapuntato creato con imbottiture e tessuti recuperati, riciclati e rilavorati.
Anche in materia di manutenzione esistono differenze tra queste due coperte. I piumini possono essere tranquillamente lavati a casa in lavatrice, sia che si tratti di imbottiti in vera piuma o in materiali sintetici.
Questo non sempre vale anche per le trapunte, a causa delle loro dimensioni (spesso sono troppo voluminose per poter essere infilate in lavatrice) e alla loro fodera che non sempre è possibile lavare se non a secco. Una grande attenzione va riservata all’asciugatura: è necessario assicurarsi che le piume siano ben asciutte e che non si concentrino in alcuni punti. Per questo è importante sbattere il piumino di tanto in tanto mentre si sta asciugando. Il corretto lavaggio è in acqua. Un altro protagonista del letto è il topper, un sottile materassino imbottito di un’altezza che varia dai 3 ai 7 cm e che va posto tra il materasso e il coprimaterasso. Esso serve per assicurare il massimo comfort durante il sonno. Permette inoltre un riposo più asciutto, attirando eventuali formazioni di umidità fra il corpo e il materasso, garantendo un’ottima barriera all’aria fredda e talvolta umida proveniente da sotto il letto. L’imbottitura può essere realizzata in svariati materiali, sia di origine naturale sia sintetica. Tra le fibre naturali figurano piuma, fiocco di piumino, lana, cotone e composizioni miste di questi due materiali. La fodera è in genere di cotone. È consigliabile pulire il topper con l’aspirapolvere scuotendolo bene ogni volta che si lavano le lenzuola. È meglio evitare, infine, che il materiale dell’imbottitura venga esposto al calore e alla luce solare diretta.


PER HAMMERFEST
Dormire bene non è solo una questione di comfort. È una scelta che parla di qualità, di bellezza e di rispetto per l’ambiente. Hammerfest costruisce il proprio futuro su questi valori, trasformando piumini, trapunte e complementi d’arredo in un invito al benessere sostenibile

Il sonno è uno dei momenti più preziosi della nostra giornata. Quando ci abbandoniamo al riposo, meritiamo di essere avvolti da materiali che non solo ci coccolano, ma rispettano anche il mondo che ci circonda. È questa la filosofia che guida Hammerfest, un’azienda che ha fatto della sostenibilità il cuore pulsante della propria missione produttiva. In un’epoca in cui la responsabilità ambientale è diventata una necessità, Hammerfest ha scelto di percorrere una strada in equilibrio tra comfort, estetica, etica e benessere. Ogni prodotto nasce da una riflessione profonda su come il riposo possa diventare un gesto di cura verso noi stessi e verso il pianeta.
La scienza naturale del comfort
Terminare una giornata impegnativa scivolando sotto un piumino di qualità significa immergersi in un’esperienza che trasforma la camera da letto in una vera oasi di benessere. I materiali migliori sono quelli che la natura ci offre: piume di alta qualità e tessuti pregiati che, trattati con maestria artigianale, mantengono intatte le loro proprietà stagione dopo stagione. La gamma completa di grammature permette di passare dai modelli estivi leggeri e traspiranti ai piumini invernali avvolgenti, seguendo i ritmi naturali dell’anno. Quando si parla di termoregolazione, la piuma rimane insuperabile: regola naturalmente Piumino in piuma Iglù


la temperatura corporea, assorbe l’umidità e garantisce quella sensazione di “respirare” che caratterizza i riposi più profondi. Le certificazioni
Nomite e Oeko-Tex testimoniano come ogni prodotto sia concepito nel rispetto degli standard più elevati di sicurezza.
Stile ed etica: un connubio naturale
Le trapunte rappresentano l’evoluzione di questa filosofia: qui la sostenibilità incontra il design, dando vita a complementi che ridefiniscono l’estetica dell’intera camera. Tessuti pregiati e imbottiture di alta qualità si fondono in creazioni uniche, dove ogni tonalità racconta una storia di ricerca e passione.
La vasta gamma di colori, pattern e dimensioni permette di personalizzare ogni ambiente, mentre cuscini, guanciali e plaid completano un ecosistema di comfort che trasforma la casa in un rifugio di bellezza consapevole.
Un impegno concreto per il futuro

Trapunta Fjordcolor variante Canyon
Trapunta Clima Infinity

Oltre la piuma: fibre naturali e versatilità
La sostenibilità si esprime anche nella capacità di offrire alternative intelligenti. I prodotti in cotone, lana e fibra rappresentano soluzioni pratiche e versatili per chi cerca la stessa qualità in formati diversi.
La possibilità di personalizzazione completa, dalle misure ai tessuti, dalle grammature ai dettagli, testimonia un approccio che considera ogni cliente con le sue esigenze uniche. www.hammerfest.it

Scegliere Hammerfest significa scegliere un prodotto che va oltre la semplice qualità. Ogni fase del processo è pensata per minimizzare l’impatto ambientale: dalla selezione delle materie prime al confezionamento finale.
Le certificazioni RDS (Responsible Down Standard) e GRS (Global Recycled Standard) non sono semplici bollini di qualità, ma rappresentano l'impegno concreto verso pratiche che rispettano animali, ambiente e persone. Sono la garanzia di una filiera trasparente e responsabile.
Ogni trapunta, piumino o complemento è pensato per durare, riducendo sprechi e promuovendo un consumo più consapevole.
In un mondo sempre più frenetico, concedersi il lusso di un riposo di qualità, avvolti da materiali che durano nel tempo e rispettano l'ambiente, non è più solo una scelta di comfort: è un atto di amore verso noi stessi e verso le generazioni future. L'equilibrio perfetto tra ciò che desideriamo oggi e il mondo che vogliamo lasciare domani.



Intervista a Julie Pradier, direttrice marketing e comunicazione, sulla nuova formula della fiera parigina che ha differenziato le due edizioni annuali di gennaio e settembre

Dal 4 all’8 settembre 2025 a Parigi si è svolta Maison&Objet, appuntamento internazionale dedicato al design, all’arredo e al lifestyle. Abbiamo incontrato Julie Pradier, direttrice marketing e comunicazione della manifestazione, per parlare della nuova organizzazione della fiera, del rapporto con Paris Design Week e delle prospettive future del sistema fieristico.
La fiera è appena iniziata, come sta andando questa edizione e cosa vi aspettate?
Abbiamo inaugurato ieri e i primi due giorni sono stati molto positivi. La novità principale è il nuovo format, che differenzia nettamente le due edizioni annuali: settembre, dedicato alla giovane guardia, ai nuovi designer e alla freschezza, e gennaio, più statuario e focalizzato sul design iconico e di alto livello. I visitatori ci avevano spesso chiesto di poter incontrare nuove marche e scoprire prodotti inediti: questa riorganizzazione risponde esattamente a quella esigenza.
Quali sono i primi riscontri che avete raccolto?
I feedback sono davvero positivi. Molti hanno sottolineato il valore di poter incontrare giovani brand e designer mai visti prima. Questo arricchisce l’esperienza della visita e crea nuove opportunità. Inoltre, quest’anno abbiamo voluto rafforzare il legame con Paris Design Week, connettendo i due eventi: alla fiera, nell’area Factory, e durante la Design Week, espongono oltre 130 nuovi ta-

lenti emergenti. In questo modo creiamo un vero polo dedicato alla nuova generazione di creativi.
Da italiana, il confronto che viene spontaneo è con il Salone del Mobile di Milano e il Fuorisalone. Qui però sembra che i giovani abbiano un ruolo ancora più centrale. È vero, ma credo sia importante sottolineare che Milano e Parigi sono due saloni molto diversi. Milano resta soprattutto un salone business, mentre a Maison&Objet troviamo tanti architetti d’interni, concept store e boutique di decorazione che vengono per scoprire e lasciarsi ispirare. Per questo il pubblico ci appare più giovane e creativo rispetto ad altri eventi europei. È un’atmosfera meno formale e più orienta-

ta alla scoperta e al networking.
Negli ultimi anni il sistema fieristico ha affrontato una forte crisi, accentuata dalla pandemia. Questa nuova formula nasce anche come risposta a quel cambiamento? Assolutamente. Dopo il Covid si pensava che tutto potesse ripartire come prima, ma ci siamo resi conto che non era così. Era necessario reinventarsi. La nuova organizzazione nasce proprio da questa riflessione: non solo mercato e business, ma anche spazi di ispirazione e di esperienza. Maison&Objet vuole offrire un luogo dove i professionisti possano fare incontri significativi, alimentare la creatività e costruire relazioni, oltre che sviluppare il business.
I numeri di Maison&Objet settembre 2025
• Date: 4 - 8 settembre 2025, Parigi
• Focus tematico: giovani designer, nuovi brand, innovazione e annualizzazione del settore dedicato all’Arte della Tavola (Cook&Share)
• Connessione con Paris Design Week: oltre 132 talenti emergenti coinvolti attraverso le aree Factory
• Target visitatori: architetti d’interni, concept store, boutique di decorazione, professionisti indipendenti e creativi
• Formula rinnovata:
Settembre - giovani talenti, freschezza, sperimentazione e ricerca, focus sull’oggetto e la decorazione;
Gennaio - brand iconici, collectible design, fascia alta, mobilio.

La recente edizione di Maison&Objet (10-14 settembre 2025) ha riaffermato Parigi come capitale internazionale del design e della decorazione, con 2.125 brand espositori (di cui 626 nuovi) e oltre 51.500 visitatori da 138 Paesi. Un evento che ha proposto un’offerta riorganizzata in sei aree tematiche – dalla tavola al profumo, dal design all’artigianato – a testimonianza di una filiera sempre più dinamica e in evoluzione
Accanto a installazioni di grande impatto – come “Welcome Home” firmata da Amélie Pichard – e spazi di scouting dedicati alle nuove generazioni di designer, la manifestazione ha rappresentato un osservatorio privilegiato per capire l’andamento del settore, tra segnali di rinnovamento e difficoltà di mercato.
L’Italia si è confermata tra i principali Paesi visitatori ed espositori, a testimonianza della sua centralità nel settore e Casastile ne ha approfittato per raccogliere qualche impressione, sulla manifestazione ma anche sull’andamento del mercato in questo 2025.
La fiera vista dagli espositori
Molti operatori sottolineano come la scelta tra l’edizione di settembre e quella di gennaio dipenda dal posizionamento dei brand. “Per noi settembre resta un appuntamento strategico, soprattutto per il mercato francese, che è il più importante accanto a quello italiano” ha spiegato Cristiano Arcucci, titolare di Arcucci. Allo stesso tempo, Maria Livia Giusti, titolare di Marioluca Giusti, osserva come i due momenti siano complementari: “A settembre arrivano più clienti interessati agli acquisti natalizi, mentre gennaio resta più legato a collezioni estive”.
Per Massimiliano Guzzini e Sergio Grasso, ri-


delle festività, pur in un contesto difficile: “Il 2025 è stato un buon anno, ma con un’aria di contrazione che si percepisce. La sfida è mantenere un design democratico e accessibile, contenendo i costi senza scaricarli sul consumatore”. Fabio Sansoni, CEO di Pozzi Milano, conferma la rilevanza della stagione natalizia: “Il mercato si divide in due: fino a maggio è più debole, poi tutto si concentra sul periodo dei regali. Natale è diventato una fase cruciale a livello globale”.
Dal settore del profumo d’ambiente, Matteo Iantoschi, titolare di Erbolinea, segnala come il mercato resti positivo: “Siamo prudenti, ma il percorso di educazione al vivere la casa avviato durante la pandemia continua a dare risultati. Oggi l’export pesa il 20% del nostro fatturato”. Anche realtà emergenti trovano in Parigi uno spazio strategico: Francesco Claudio Mazza, EU sales manager di Xinzuo, evidenzia la crescita del brand cinese di coltelleria, con incrementi annuali a doppia cifra e un posizionamento competitivo grazie a un mix di qualità artigianale e struttura di costo ottimizzata.
Dal lato del vetro, Massimiliano Grisanti, direttore commerciale di IVV, sottolinea: “Per noi è un anno positivo perché in fase di rilancio, ma il mercato europeo resta complesso. A livello di prodotto, il drinkware e l’home decor restano i segmenti più dinamici”.
Massimo Corpetti, responsabile vendite Italia
di Tessitura Toscana Telerie, segnala invece una lieve flessione: “Dopo anni di crescita a doppia cifra, oggi il mercato italiano mostra segni di rallentamento, mentre all’estero continua la spinta, anche grazie al canale del turismo e al private label”.
Più netta la posizione di Riccardo Bruni, titolare di House of Lyria: “L’Italia è immobile, i negozi faticano a proporre ricerca e novità, mentre


all’estero troviamo mercati più dinamici e aperti. Il 2025 è un anno di mantenimento, che già oggi rappresenta un risultato”.
Un settore tra luci e ombre
Il quadro che emerge è duplice: da un lato la fiera si conferma piattaforma irrinunciabile per lanciare collezioni, fare scouting e presidiare mercati internazionali; dall’altro lato, molti ope-


ratori denunciano un clima di incertezza, contrazione dei consumi e difficoltà della distribuzione tradizionale in Italia ed Europa.
In questo scenario, Maison&Objet si propone come catalizzatore di tendenze e nuove energie, capace di valorizzare creatività e artigianato, ma anche come momento di confronto concreto per le imprese che devono ripensare strategie, assortimenti e canali distributivi.






A Host Milano il centenario di Paderno: un secolo di eccellenza italiana per le cucine professionali

Il 2025 segna un anniversario di rilievo per il Gruppo Arcturus: il marchio Paderno compie infatti cento anni
Un traguardo che l’azienda ha scelto di celebrare con un ampio progetto di comunicazione e con una presenza di rilievo a Host Milano, la principale manifestazione internazionale dedicata al mondo dell’hospitality, in programma dal 17 al 21 ottobre a Fieramilano Rho.
Una campagna per i 100 anni
Avviato lo scorso anno in percorso di rebranding, Paderno riafferma e celebra i propri valori nell’anno del suo anniversario. Passione, com-

Campagna pubblicitaria Paderno 2025

petenza tecnica, innovazione e servizio trovano così espressione nel nuovo payoff “Strong tools for powerful Kitchens” che accompagnerà il marchio in questa celebrazione e che dà il via a
L'immagine aggiornata di Paderno andrà onair mediante una campagna di comunicazione di brand multicanale, caratterizzata da un visual studiato per l’occasione, ed un video celebrativo che ospita – quale protagonista esclusivo – lo chef stellato Ugo Alciati, stella Michelin, nonché cliente Paderno da più generazioni. Come ha spiegato Valentina Guatelli, marketing manager di Sambonet Paderno Industrie, il
concept della campagna punta a mettere in relazione due mondi solo apparentemente distanti: quello della fabbrica e quello della ristorazione. “Abbiamo voluto celebrare la passione e la tensione all’eccellenza come denominatore comune che abbraccia la vita dell’offerta Paderno, dalla produzione industriale, all’utilizzo quotidiano nelle cucine dei ristoratori di tutto il mondo e degli appassionati di cucina”.
Il ruolo di Host Milano
La fiera Host rappresenta il momento centrale di questo percorso. Qui Paderno avrà uno stand rinnovato e sarà protagonista di un’ampia campagna di comunicazione interna ed esterna al quartiere fieristico: video, cartellonistica, attività di guerrilla marketing all’interno dell’intera area fieristica e una presenza massiccia nella stazione della metropolitana di Rho-Fiera. Sono inoltre previsti eventi esclusivi per partner e clienti, tra cui una serata inaugurale e un momento di intrattenimento con il barman campione del mondo Bruno Vanzan, che tra formazione e degustazione, darà vita a un cocktail esclusivo, in onore di Paderno.
Oggi Paderno conta oltre 10.000 referenze a catalogo, una gamma che spazia dal pentolame professionale alla coltelleria, dagli accessori cucina alle attrezzature per la ristorazione. La trasversalità dell’offerta consente al marchio di ri-

Ugo Alciati, chef una stella Michelin del ristorante Guidoristorante a Serralunga d’Alba (CN).

spondere ad ogni esigenza di utilizzo e di rivolgersi così ad un pubblico estremamente ampio e trasversale. Il 2025 segna anche il rinnovamento del sito web, pensato per facilitare l’accesso sia ai professionisti dell’Ho.Re.Ca. sia al consumatore finale, con un’interfaccia più chiara e funzionale.
Collaborazioni e progetti sul territorio
Al fianco della ristorazione d’eccellenza di tutto il mondo significa, per Paderno, essere anche in connessione con realtà virtuose e con i giovani chef di domani. Per questo, dal 2024, l’azienda è al fianco dell’Alleanza dei Cuochi di Slow Food e ha avviato nuovi progetti che sottolineano la trasversalità del brand, ma anche la sua autenticità. Ne sono esempio, la collaborazione con Roots di Modena, il primo ristorante sociale nato da Association for the Integration of Women e dall’idea di Caroline Caporossi e da Jessica Rosval, dove Paderno sostiene la formazione, l’imprenditoria femminile e l’empowerment delle donne migranti, o ancora la collaborazione con ICIF, la prima scuola di cucina italiana internazionale, che ospita giovani chef da tutto il mondo per veicolare la cultura culinaria e la qualità del nostro Paese.
Su questo aspetto, Guatelli evidenzia: “Con un catalogo così ampio e trasversale, Paderno può essere il partner ideale per realtà molto diverse, dallo chef stellato allo street food, fino ai progetti che uniscono gastronomia e impegno sociale”.
thur Krupp, è stato inserito nel registro speciale conoscimento, riservato alle imprese italiane con almeno cinquant’anni di storia, testimonia il ruolo dei brand del gruppo come simboli di eccellenza e stile italiano nel mondo. Un traguardo che rafforza ulteriormente la strategia internazionale del gruppo Arcturus, di cui Sambonet Paderno Industrie fa parte.
Accanto al centenario, Sambonet Paderno Industrie presenterà a Host anche il 13° Bilancio di Sostenibilità, relativo al 2024. Il documento conferma l’impegno su energia rinnovabile, biodiversità, parità di genere e sicurezza dei dipendenti. Lo stabilimento produttivo di Orfengo (Novara) utilizza già il 100% di energia pulita, anche grazie a un impianto fotovoltaico da oltre 5.000 pannelli, capace di coprire circa il 40% dei consumi aziendali.

Valentina Guatelli
, Marketing Manager
Sambonet Paderno Industrie S.p.A.
A Milano la 44esima edizione della manifestazione leader globale per hospitality e fuoricasa
Fiera Milano Rho ospita Host 2025, l’appuntamento mondiale biennale che presenta le tendenze dell’ospitalità globale che stanno rivoluzionando il settore. Dall’automazione intelligente ai menù guidati dall’AI, passando per la sostenibilità che influenza scelte e consumi, l’ospitalità vive un’evoluzione senza precedenti. Con oltre 1.700 espositori da 54 Paesi e il 44% di partecipanti internazionali, l’evento conferma la sua leadership assoluta nel settore.
Partecipazione record e innovazione tecnologica
L’evento attira oltre 700 hosted buyer altamente profilati da 75 Paesi, supportati da ICE - Agenzia per la promozione all’estero. I visitatori arrivano principalmente da Americhe (35%), Medio Oriente e Africa (28%), Europa (24%) e Asia-Oceania (14%), rappresentando distributori, food service, retail, GDO e professionisti dell’hospitality. La manifestazione presenta tecnologie all’avanguardia che si fondono con design e funzionalità per creare soluzioni hi-tech ma accoglienti, capaci di offrire esperienze multisensoriali e immersive. L’organizzazione per filiere comprende: Ristorazione Professionale e Bakery-Pasta-Pizza; Caffè-Tea, Bar-Macchine Caffè-Vending, GelatoPastry; Tavola-Tecnologia-Arredo Contract.
Focus su Arte Bianca e mondo caffè
Il rinnovato MIPPP - Milano Pane Pizza Pasta, in

partnership con Consorzio SIPAN, riunisce i più importanti produttori italiani di bakery equipment. Bakery Square ospita il prestigioso Panettone World Championship e il Campionato Europeo della Pizza, mentre i consumatori cercano sempre più prodotti che uniscano artigianalità e benessere.
Il SIC - Salone Internazionale del Caffè presenta l’intera filiera dal chicco verde alla tazza, con il ritorno del World Barista Championship.
Eventi esclusivi e espansione globale
Il ricco palinsesto prevede show-cooking con chef stellati che condividono i loro segreti, competizioni internazionali, incontri formativi con
esperti e il consolidato Smart Label - Host Innovation Award alla settima edizione, che ha raccolto oltre 950 candidature negli anni.
L’espansione internazionale si concretizza con Host Arabia, nuovo spin-off che si tiene a Riyadh dal 15-17 dicembre 2025 in concomitanza con Saudi HORECA, diventando hub strategico per il networking nel cuore del Medio Oriente. Host 2025 si conferma il place to be mondiale per l’innovazione nell’ospitalità professionale.



In occasione di Host 2025, la manifestazione leader nel settore dell'ospitalità organizzata da Fiera Milano e in programma dal 17 al 21 ottobre, torna Smart Label – Host Innovation Award, l’ambito riconoscimento nato e cresciuto nel tempo per valorizzare l’innovazione nel settore dell’ospitalità. Centinaia le richieste di adesione. Ne abbiamo parlato con Matteo Ingaramo, Professore Associato al Politecnico di Milano e presidente della giuria
Pdi Giulia Arrigoni
rofessore, qual è l’obiettivo della Smart Label?
L’idea non è quella di individuare un vincitore unico, ma di segnalare un ampio ventaglio di proposte interessanti. Alcune vengono evidenziate per l’innovazione tecnologica, altre per l’attenzione all’ambiente, altre ancora per l’usabilità. La giuria è eterogenea e questo permette di leggere i progetti da diversi punti di vista. La partecipazione è aperta a chiunque rientri nel perimetro merceologico di Host: dalle stoviglie ai macchinari, fino agli arredi. Il Politecnico di Milano garantisce l’indipendenza della selezione, che non è influenzata da pres-
sioni commerciali. Questo elemento, molto importante, ha favorito anche l’ingresso di startup e piccole realtà.
Quando parliamo di innovazione, a cosa ci riferiamo?
Più che di “innovation label”, parliamo di “smart label”: ciò che conta è l’intelligenza con cui le tecnologie vengono applicate. Non serve sempre un brevetto inedito: a volte l’innovazione nasce dal combinare soluzioni esistenti o dall’adattarle a nuovi contesti. C’è un tema di “ecologia della conoscenza”: non correre sempre verso il nuovo, ma ottimizzare ciò che già esiste. È un approccio tipico del design, che mette insieme competenze diverse per creare benefici concreti per l’utente finale e per gli operatori della filiera.
Quali tendenze sono emerse nelle ultime edizioni?
Accanto al miglioramento tecnologico tradizionale – ad esempio ridurre i consumi di una macchina – si stanno affermando innovazioni legate ai cambiamenti culturali e sociali. Cambiano le abitudini alimentari e aumenta la domanda di servizi personalizzati. Di conseguenza, le aziende propongono soluzioni capaci di adattarsi o sistemi digitali che supportano la gestione di ordini, manutenzione e forniture. A tal proposito voglio sottolineare che l’intelligenza artificiale, argomento di grande attualità, non riguarda solo il funzionamento della macchina ma tutto ciò che ruota attorno, dalla distribuzione alla formazione del personale. L’obiettivo è ridurre errori e sprechi, migliorando efficienza e qualità del servizio.
Può citare qualche esempio concreto?
Un caso significativo è il passaggio dalla caldaia tradizionale a quella a induzione per le macchine da caffè: una scelta rischiosa ma che ha poi cambiato il mercato, riducendo tempi di attesa e consumi. Altre soluzioni riguardano la durabilità dei materiali, come stoviglie in ceramica avanzata più resistenti e longeve, oppure banchi refrigerati realizzati con materiali naturali che garantiscono buone performance senza ricorrere a schiume sintetiche. Si vedono anche applica-
Matteo Ingaramo, Professore Associato al Politecnico di Milano.

zioni “smart” più semplici, come sistemi di start&stop per friggitrici, che ottimizzano i consumi di energia e olio.
Da quali Paesi arrivano le candidature più interessanti?
La maggior parte delle proposte proviene ancora dall’Europa, in particolare dall’Italia, che mantiene una forte tradizione nella produzione di macchinari professionali per la ristorazione. Non mancano però idee originali anche da Sud America e Asia, spesso caratterizzate da approcci coraggiosi.
Come si compone la giuria?
l’intera catena di servizio; l’adattamento di tipologie esistenti a nuovi usi, in risposta ai cambiamenti di mercato e alle nuove forme di turismo e consumo; i materiali e la qualità della produzione, con attenzione alla durabilità e alla ricerca industriale. Sono percorsi diversi, ma accomunati dalla volontà di rendere più intelligenti i prodotti e i servizi per l’ospitalità.

Negli ultimi anni è stata confermata una giuria internazionale, con esperti provenienti da ambiti diversi: ingegneria, ricerca, ospitalità, servizi, ma anche giornalismo di settore. Ogni anno arrivano centinaia di candidature, segno che la Smart Label è diventata un osservatorio privilegiato sulle trasformazioni del settore.
In sintesi, quali sono i filoni principali che emergono?
Direi tre. La digitalizzazione e l’intelligenza artificiale, applicate non solo alla macchina ma al-
Cavallo, Head of Hospitality Exhibition di Fiera Milano.
“Smart Label – Host Innovation Award è un riconoscimento di grande valore, perché premia l’innovazione che rappresenta da sempre il cuore pulsante di Host Milano –sottolinea Francesca Cavallo, Head of Hospitality Exhibitions di Fiera Milano. –Soluzioni intelligenti e sostenibili, sia dal punto di vista ambientale sia sociale, sono oggi fattori chiave per la competitività delle aziende. Il settore Ho.Re.Ca., vero laboratorio di tendenze, trova in Host la piattaforma ideale per valorizzare e condividere queste eccellenze a livello internazionale”.
HÔTELLERIE

L’alta qualità degli ambienti e l’eccellenza del servizio non bastano più. Oggi le strutture alberghiere maggiormente apprezzate dagli ospiti si distinguono grazie a scelte di automazione basata sull’intelligenza artificiale e/o sulla crescente sostenibilità di materiali, fonti di energia, bevande e alimenti
Gli hotel cambiano perché mutano le esigenze dei consumatori. Oggi l’ospitalità è una questione di “customer experience”: basti considerare che oltre i 2/3 dei millennial sceglierebbero di spendere denaro per un’esperienza piuttosto che per acquistare un bene desiderabile. Per l’albergo, di conseguenza, il focus va a centrarsi sull’offerta di iniziative uniche ed eventi speciali, ma anche di pace e relax dallo stress quotidiano, il tutto
cercando un’opportuna personalizzazione, così da far sentire i clienti adeguatamente valorizzati. Non solo: oggi gli stili di vita prevalenti riflettono una sempre maggiore consapevolezza del cambiamento climatico e del ruolo che su questo può giocare il comportamento umano, il che origina una crescente domanda di viaggi sostenibili, eco-hotel, alimenti a km 0, turismo locale piuttosto che internazionale.
Un altro trend trainante, che invece si collega alla domanda di “modernità”, è rappresentato dall’introduzione in hotel di soluzioni tecnologiche di ultima generazione: dagli algoritmi per l’assegnazione delle camere agli avatar multilingua, dai sistemi di check-in automatici ai robot camerieri, il mercato globale dell’AI applicata all’Hospitality viene accreditato – nell’arco temporale 2024-2033 – di un eccezionale incremento previsto pari al 1.100% (fonte: InsightAce Analytic). L’intelligenza artificiale, dunque, sta rivoluzionando anche il mondo dell’Hôtellerie, offrendo servizi innovativi agli ospiti e un supporto sempre più efficace agli operatori del settore. Gli upgrading tecnologici e l’automazione, infatti, consentono di ovviare a una problematica ricorrente per gli albergatori italiani: la scarsità di addetti e competenze. L’adozione di sistemi e assistenti basati sull’AI permette di gestire la carenza cronica di personale, ma anche di attrarre nuovi dipendenti e migliorare il grado di soddisfazione degli ospiti. E sempre nell’intento di rispondere efficacemente ai nuovi bisogni dei clienti, ottime soluzioni sono oggi i chatbot – che, essendo disponibili 24/7, possono ad esempio essere utilizzati per incrementare le prenotazioni dirette e fornire un supporto automatizzato durante l’intero processo di booking – e le app per hotel, con cui migliorare la comunicazione con gli ospiti, offrire servizi contactless e molto altro ancora. Un’altra tendenza che ha a che fare con la riduzione del contatto dei clienti con le superfici è l’adozione di soluzioni a controllo vocale: assistenti AI come “Alexa for Hospitality” sono ormai presenti in diversi hotel. Senza dimenticare, infine, il mondo della realtà virtuale, che gli hotel possono utilizzare con successo per proporre ai clienti tour mirati, utili a sperimentare ambienti e camere senza muoversi da casa.

Tradizione termale arricchita da tecno-supporti Un caso interessante di mix riuscito fra sostenibilità, benessere e tecnologia è quello dell’Hotel Terme Millepini, struttura 4* nata nel 1978 e, da allora, in costante rinnovamento. Situato a Montegrotto Terme, ai piedi dei Colli Euganei, ha saputo cogliere dalla tradizione termale del suo territorio – nota fin dai tempi dei Romani – non solo la preziosissima risorsa fatta di acque salsobromoiodiche e fanghi termali, ma anche uno stile di vita lento e rilassante, a contatto con la natura, nonostante l’ubicazione a pochi chilometri dal centro e, quindi, gli agevoli collegamenti con le principali città d’arte venete.
Emanuele Boaretto, titolare dell’Hotel Terme Millepini di Montegrotto Terme (PD).
Ph. Simone Piccirilli
Richiami alla tradizione ma anche forte apertura all’innovazione, per esempio a livello tecnologico. “Basti pensare che, all’interno dello stabilimento termale, già negli anni ‘90 abbiamo dotato i camerini per la fangoterapia di un sistema di distribuzione del fango da noi progettato e costruito”, dichiara Emanuele Boaretto, titolare dell’Hotel Terme Millepini. “Questo con l’obiettivo di garantire la qualità costante del prodotto/servizio, affinché l’ospite ottenga il massimo dalla cura, ma anche per alleviare le difficoltà degli operatori e rendere più veloci e meno faticose le loro attività quotidiane. Nel 2014, invece, ho ideato e progettato la piscina


con acqua termale più profonda del mondo, Y40 The Deep Joy, un luogo unico in cui sfruttare ulteriormente l’acqua termale, rendendola un ambiente ideale in cui svolgere lezioni, corsi, immersioni di apnea e subacquea tutto l’anno, grazie alla sua temperatura a 33-34 °C: uno spazio sommerso dove oggi hanno luogo molteplici attività, quali ricerca medico-scientifica, formazione ed esercitazione di gruppi di soccorso e forze dell’ordine, produzione di scene foto e video per la pubblicità e il cinema. E nel 2026 apriremo una seconda area, Phi 12, destinata alla fruizione di tutti gli ospiti per immersioni, snorkeling o semplici visite turistiche”. Nell’ultimo periodo, per le realtà dell’Hospitality più aperte al nuovo la tecnologia rappresenta un’efficace soluzione per sopperire alla crescente carenza di personale: in tempi in cui il capitale umano risulta di sempre più difficile reperimento, i sistemi hi-tech e l’AI possono rappresentare soluzioni funzionali per coadiuvare i collaboratori. “Sotto questo profilo, per noi l’ultima adozione – riguardante l’area ristorazione dell’albergo – è Bob, robot cameriere che trasporta i cibi da una zona all’altra della struttura”, prosegue Boaretto. “Seguendo una puntuale mappatura del piano terra, infatti, questo simpatico carrello automatico può spostarsi
dalla dispensa al bar e alla sala ristorante come indicato dalla brigata di cucina, aiutando i camerieri in carne e ossa a trasportare piatti e bevande senza dover abbandonare la sala per andare a prenderli, assicurando così maggiore attenzione agli ospiti. E già stiamo prendendo in considerazione altre metodologie e soluzioni tecnologiche che in alcuni Paesi – in Cina, per esempio – sono già in fase di avanzato utilizzo”. Ma come si orientano i feedback relativi a queste novità hi-tech? “Le nostre scelte in tal senso hanno sempre suscitato, in un primo momento, curiosità e attenzione per poi venire generalmente apprezzate da tutti, sia ospiti che dipendenti”, riferisce Boaretto. “Presso la nostra struttura, la tecnologia non sostituisce il collaboratore – soprattutto in area accoglienza, dove il rapporto umano rimane fondamentale – ma offre un valido aiuto nelle mansioni più lunghe, faticose e ripetitive, quelle che ci rubano tempo prezioso da poter destinare alla cura dovuta all’ospite”.
Mix di modernità, relax, connessione sociale Il brand ONE, affiliato a UNA HOTELS, si posiziona nel segmento “urban wellness”, rivoluzionario concetto di benessere aperto alla città nato da una scelta strategica lungimirante: convertire aree tradizionalmente dedicate al cosid-

detto MICE (Meetings, Incentives, Conferences and Exhibitions) in straordinarie e coinvolgenti oasi urbane vocate allo “stare bene”. Ideato per soddisfare le esigenze di una nuova generazione di viaggiatori globali, il suo principale plus è offrire un nuovo modo di vivere gli spazi dell’hotel, che va oltre il semplice soggiorno e diventa esperienza e ispirazione. “Nel ripensare le parti comuni e le aree MICE in una logica di luoghi esperienziali, presso ONE Siracusa – format alberghiero di 44 camere – abbiamo destinato al benessere oltre 800 m2 su 2 livelli, con una urban spa, una palestra attrezzata e un qualificato centro estetico”, afferma Annibale Linguanti, CEO di UNA Hotels ONE. “Il nostro mondo wellness viene concepito come una dimensione fluida e aperta a tutti, che invita a connettersi con sé stessi e con gli altri, creando collegamenti virtuosi tra gli ospiti dell’hotel e la clientela locale. Per favorire un’atmosfera rilassata e informale, nei nostri spazi comuni è permesso l’utilizzo dell’accappatoio e tutti i punti ristoro


sono pensati come honesty bar, per un’esperienza basata sulla fiducia e sull’autonomia del cliente”.
L’innovazione costituisce un pilastro fondamentale del brand ONE: la tecnologia, in quest’ottica, diventa uno strumento per esaltare la customer experience, offrendo al cliente un servizio che sia espressione di modernità e libertà. “Desideriamo che gli ospiti si sentano a casa, ma con tutti i comfort e la fluidità di un hotel di nuova generazione, plasmato come un’esperienza lifestyle in cui l’hi-tech sia un elemento integrato e coerente con l’identità di urban wellness hotel ed un asset strategico che permetta di ottimizzare i processi operativi, liberando lo staff da compiti standardizzati e ripetitivi”, spiega Linguanti. “Coerentemente con tale approccio, grazie a una partnership strategica con Keenon Robotics, nel 2022 siamo stati il primo albergo in Italia ad introdurre la robotica di servizio nelle camere. I robot si occupano di consegne e servizi di routine, garantendo rapidità e discrezione. Inoltre, abbiamo implementato gli automi di superficie nelle aree di ristorazione con l’obiettivo di supportare il nostro team di sala. Ogni aspetto del nostro servizio è stato progettato per essere fruibile in piena autono-
60 arnie bio producono miele d’eccellenza nella tenuta toscana di Castelfalfi a Montaione, Firenze

mia: gli ospiti possono servirsi liberamente nei punti di ristoro, preparare i loro drink con l’ausilio di cocktail machine automatiche e, grazie a sistemi digitali integrati, addebitare automaticamente le consumazioni sui rispettivi conti”. Tali soluzioni sono state adottate con una precisa considerazione: la tecnologia robotica e i sistemi basati sull’AI non devono sostituire il contatto umano ma, al contrario, supportarlo e renderlo più efficace.
I riscontri raccolti si dimostrano molto positivi.

Parco Mediceo di Castelfalfi a Montaione, Firenze
“In primis – conclude Linguanti – l’aspetto tecnologico è già di per sé un fattore di selezione: i viaggiatori contemporanei ci scelgono fin dalla fase di ricerca perché sono più propensi a vivere esperienze alberghiere innovative. Una volta in hotel, la tecnologia diviene una fonte di divertimento e di condivisione. Un esempio lampante è l’interazione con il nostro robot Leonard, che può consegnare la colazione, la cena o qualsiasi altro oggetto direttamente in camera. Per i nostri ospiti, questo è non solo un servizio efficiente, ma un vero e proprio spunto per giocare e condividere momenti del loro soggiorno sui social media”. Il tutto in attesa dell’ultimo progetto, attualmente in fase di valutazione: l’introduzione del lettino massaggio robotico nei centri estetici, che promette di elevare ulteriormente l’esperienza di benessere che ONE offre ai propri ospiti.
La sostenibilità applicata è sempre un plus Quello della responsabilità socio-ambientale è diventato un tema sempre più popolare nella gestione alberghiera, anche in relazione al fatto che, negli ultimi anni, i clienti si dimostrano sempre più attenti alle questioni legate alla sostenibilità e, quindi, vanno a privilegiare le realtà in linea con la loro etica personale. Si consideri, a titolo esemplificativo, una struttura come Castelfalfi a Montaione (FI), hotel 5* più alcune ville esclusive ubicati all’interno di un borgo vivo, immerso nel cuore della campagna toscana: qui storia, lusso e natura si fondo-
no in perfetta armonia, promettendo rigeneranti momenti di benessere e slow-living. A cominciare dall’attenzione ai 1.100 ettari della tenuta, custoditi con estrema cura, cogliendo ogni opportunità per ridurre l’impatto ambientale.
Un pillar strategico di Castelfalfi è proprio la gestione ambientale avanzata: ogni intervento o nuova realizzazione avviene nel massimo rispetto dell’ecosistema esistente, lasciando che sia la natura a guidare le azioni, e non il contrario. Fra le iniziative sostenibili della struttura si annoverano l’autosufficienza idrica per il consumo potabile e l’irrigazione, un sistema di riscaldamento e raffreddamento a biomassa legnosa, l’illuminazione a LED a basse emissioni, le materie prime a Km 0 nei ristoranti, l’agricoltura 100% biologica (certificata secondo gli standard europei e italiani), l’apicoltura a supporto della biodiversità, la coltivazione degli ulivi con tecniche volte a minimizzare l’erosione del suolo e a preservarne la fertilità, la vinificazione che esclude l’uso di insetticidi e favorisce la rigenerazione del suolo,
Ma non è solo una questione di localizzazione in un territorio “naturalmente green” come quello toscano. Anche se la sede si colloca in una città moderna come Milano, la strategia istituzionale può riuscire a porre la sostenibilità fra i propri

valori di riferimento. È il caso dell’Excelsior Hotel Gallia – icona dell’ospitalità milanese – con ubicazione proprio accanto alla Stazione Centrale e a pochi passi dal quartiere di Porta Nuova. La struttura unisce il fascino storico dell’edificio originale del 1932 con un’ala moderna dal design contemporaneo, firmata dallo Studio Marco Piva: offre 235 camere, di cui oltre 50 suite, una spa di 1.000 mq firmata dal brand Shiseido, ri-

storazione gourmet con “Terrazza Gallia” e “Gallia Lounge & Bar” e spazi congressuali ampi e tecnologici. “I nostri plus competitivi includono sicuramente l’eccellenza del servizio, l’attenzione al dettaglio, la posizione strategica e un forte legame con il design, la storia e l’artigianato Made in Italy, in particolare quello milanese”, sottolinea Gianrico Esposito, il General Manager. “Un ruolo di primo piano viene giocato trasversalmente dalla nostra politica di sostenibilità, che si sviluppa lungo tre direttrici principali: efficienza energetica, riduzione dell’impatto ambientale e valorizzazione delle risorse locali. Ormai da più di un anno abbiamo ottenuto la prestigiosa certificazione internazionale Green Key –che attesta il nostro impegno verso pratiche ecocompatibili – e, dall’inizio del 2025, anche il badge Verified Responsible Hospitality, assegnato dalla rinomata Forbes Travel Guide”. Tra le ultime soluzioni introdotte dall’Excelsior Hotel Gallia, si citano l’offerta di amenities realizzate con materiali riciclati e packaging biodegradabile e le soluzioni digitali finalizzate a diminuire l’uso della plastica e della carta e promuovere un’economia circolare.
“Anche la nostra offerta enogastronomica riflette questo approccio”, aggiunge Esposito. “Il ristorante “Terrazza Gallia” propone piatti che valorizzano ingredienti locali e stagionali, con particolare attenzione alla riduzione degli spre-

chi e al riutilizzo creativo degli scarti alimentari. Abbiamo, inoltre, adottato arnie ospitate all’interno della struttura, un’iniziativa volta alla salvaguardia della biodiversità urbana. Quando il ciclo sarà completo, verrà prodotto miele a km 0, che sarà utilizzato all’interno dell’hotel, rafforzando il legame tra responsabilità ambientale e territorio specifico. Anche dal punto di vista delle collaborazioni culturali e artistiche, a cui il Gallia è da sempre particolarmente affezionato, stiamo cercando l’interazione con artisti attivi sul tema della sostenibilità, di cui si vedranno presto i risultati”.
La struttura ha, inoltre, introdotto più efficienti sistemi di gestione delle risorse, programmi di formazione per il personale e di comunicazione dedicata agli ospiti volti a promuovere comportamenti sostenibili, tutte scelte che nascono dalla volontà di offrire un’esperienza di lusso consapevole, in linea con le aspettative di una clientela sempre più attenta alla sostenibilità, senza tuttavia rinunciare all’eccellenza del servizio. “I clienti accolgono con piacere le nostre iniziative green”, sottolinea Esposito. “I feedback più frequenti riguardano l’apprezzamento per l’attenzione all’ambiente senza scendere a compromessi sul comfort e sulla qualità del soggiorno. Il fatto che molti clienti ci scelgano proprio per il nostro impegno ecologico ci conferma che la sostenibilità costituisce un valore sempre più condiviso e richiesto anche nel segmento dell’ospitalità di alto livello”. Fra le prossime implementazioni del Gallia, è programmata l’installazione di colonnine di ricarica per veicoli elettrici, un passo importante per incentivare una mobilità low impact. Così, procedendo passo passo, continua la serie di scelte green –integrate in un sistema coerente – che puntano a contribuire a generare un cambiamento positivo per il pianeta.


Il settore Hôtellerie si rivela tra i più ricettivi all’adozione dell’AI perché ha da sempre come priorità l’offerta ai propri clienti di un’assistenza continuativa, personalizzata e di eccellenza. “Grazie all’introduzione di tecnologie come Algho, l’esperienza in hotel si arricchisce di nuovi livelli di iperpersonalizzazione e di una cura senza precedenti dei touchpoint digitali e fisici”, osserva Ernesto Di Iorio, CEO di QuestIT by Vection Technologies. “L’impatto più significativo si riscontra nella dimensione “phygital”: l’AI permette di portare la rapidità e la prontezza tipiche dell’online anche negli spazi offline, trasformando ogni interazione, dalla prenotazione alla permanenza in struttura, in un’esperienza fluida, coerente e senza interruzioni. Parallelamente, le organizzazioni ne traggono un duplice vantaggio: da un lato, la riduzione degli errori umani e dei costi operativi, in virtù dell’automazione intelligente, dall’altro l’aumento della produttività del personale, che può concentrarsi su attività a maggior valore aggiunto. Non meno rilevante è il contributo dell’AI in termini di scalabilità e gestione della sicurezza: sistemi avanzati consentono di monitorare ambienti, mitigare i rischi operativi e garantire standard elevati di controllo e affidabilità, rafforzando così la fiducia degli ospiti”. QuestIT ha anche messo a punto Regina, vero e proprio virtual concierge con avatar intelligente progettato per trasformare l’esperienza degli ospiti all’interno delle strutture ricettive. “La sua forza sta nella capacità di combinare accoglienza personalizzata/multilingue ed un’interazione naturale e coerente con l’identità del brand”, precisa Di Iorio. “Si può inserire in molteplici touchpoint, dal sito web a WhatsApp, fino a kiosk interattivi e canale VoIP, permettendo agli ospiti di ricevere assistenza costante, finalizzare la prenotazione, effettuare pagamenti o acquistare servizi aggiuntivi senza attese. Un altro suo elemento distintivo è l’integrazione fluida con i sistemi della struttura: oltre a supportare i servizi interni dell’hotel, Regina diventa anche una guida turistica interattiva, capace di suggerire itinerari personalizzati, fornire indicazioni per raggiungere musei, eventi e attrazioni, contribuendo così a valorizzare il territorio”. Tra le strutture che hanno deciso di innovare la propria accoglienza utilizzando la soluzione Algho c’è anche l’Hotel Rutiliano di Pienza, con implementazione a cura del partner Ready Go. Qui è nata Giulia, assistente virtuale pensata per accompagnare gli ospiti in ogni fase della loro esperienza, rispondendo in modo immediato ed accurato alle domande più frequenti, dalle informazioni pratiche sulla struttura fino ai dettagli sui servizi aggiuntivi – come spa, ristorante e attività proposte dall’albergo – e fornendo anche consigli utili sulla città di Pienza. Grazie a questa integrazione, l’Hotel Rutiliano può offrire un servizio sempre disponibile, personalizzato e interattivo, che migliora la soddisfazione degli ospiti e rafforza l’immagine della struttura come realtà attenta all’innovazione e al comfort dei propri clienti. In prospettiva, l’evoluzione tecnologica dell’Hospitality in Italia si sta orientando lungo direttrici che non riguardano soltanto i modelli di AI, ma anche l’infrastruttura che abilita alla gestione in tempo reale di carichi di lavoro complessi e ad alta intensità di dati. “Questa trasformazione permette agli hotel di assicurare un’esperienza più fluida e personalizzata ai clienti, migliorando al contempo l’efficienza dei processi interni”, conclude Di Iorio. “L’integrazione tra totem e AI, ad esempio, sta creando ecosistemi connessi in grado di offrire un sempre più elevato livello di comfort e sostenibilità. L’adozione di soluzioni quali avatar o digital twin, poi, consente di garantire anche un servizio pienamente inclusivo, ed esempio rispondendo alle richieste di persone sorde nella lingua dei segni. In tale ottica, l’intelligenza artificiale non rappresenta più solo uno strumento di supporto, ma si configura come un vero e proprio partner strategico per l’hotel, capace di trasformare l’esperienza degli ospiti e il modo stesso di gestire l’ospitalità e l’inclusività”.


Faïencerie de Gien
Fondata nel 1821 nella Valle della Loira, Gien è un simbolo delle arti decorative francesi. Le sue collezioni di maiolica, raffinate ed eleganti, celebrano da due secoli l’arte di vivere alla francese. Oggi la maison collabora con il settore dell’hôtellerie di lusso, realizzando servizi su misura per indirizzi prestigiosi come Le Meurice e l’Hotel Alfred Sommier.
A Host Milano 2025 Francéclat riunisce per la prima volta quattro maison francesi del tableware in un padiglione collettivo. Un’iniziativa che valorizza savoir-faire, innovazione e creatività, rafforzando la presenza internazionale della tradizione francese nell’hospitality e nella ristorazione
In tutto il mondo, il tableware francese rappresenta un’arte di vivere unica, capace di trasformare la tavola in uno spazio di eleganza e convivialità. A Host Milano 2025, la principale fiera internazionale dell’hospitality e della ristorazione, questa eccellenza si presenterà in una formula inedita: quattro maison francesi condivideranno per la prima volta un padiglione collettivo promosso da Francéclat.
Un approccio collettivo all’eccellenza Francéclat, ente che sostiene le imprese francesi di orologeria, gioielleria e tableware, accompagnerà a Milano quattro protagonisti tra tradizione e innovazione: i coltellinai Atelier Perceval e Claude Dozorme, la storica Faïencerie de Gien e Sarah-Linda, giovane marchio specializzato in porcellana di Limoges. Le loro collezioni, al Padiglione 9 - Stand H33, offriranno un percorso che unisce savoir-faire artigianale e ricerca estetica contemporanea.


Atelier Perceval
Da oltre trent’anni realizza coltelli di alta gamma a Thiers, capitale storica della coltelleria francese. Ogni pezzo, interamente lavorato a mano, unisce minimalismo, materiali nobili e personalizzazione. Iconico il modello 9.47, sviluppato con lo chef stellato Yves Charles, oggi apprezzato nelle cucine di Tokyo, New York e Parigi.

Claude Dozorme
Fondata nel 1902, l’azienda è sinonimo di innovazione e creatività. I suoi coltelli, interamente prodotti in Francia, reinterpretano i modelli regionali più celebri, dal Thiers® al Laguiole, affiancandoli a design audaci e originali. Le creazioni Dozorme trovano posto sulle tavole di ristoranti stellati come Jean-Georges a New York o Neige d’Été a Parigi.

Sarah-Linda
Sensuale e poetica, la porcellana di Sarah-Linda nasce a Limoges e celebra la natura, le stagioni e la bellezza del quotidiano. Ogni creazione è un invito a vivere la tavola come esperienza sensoriale, in equilibrio tra raffinatezza ed emozione. Tra le collaborazioni figurano ristoranti e hotel di fama mondiale, tra cui Mirazur, The French Laundry, The Ritz e Mandarin Oriental.

Una missione condivisa: promuovere il savoir-faire francese
La partecipazione collettiva a Host 2025 mira a rafforzare la presenza internazionale del tableware francese e il suo ruolo nella gastronomia e nell’ospitalità. Tra gli altri marchi francesi che presenteranno le loro collezioni in fiera figurano Groupe Arc, Bernardaud, Déglon, Degrenne, J.L. Coquet, Jean Dubost, La Rochère, Opinel, Orfèvrerie Christofle, Revol e Tarrerias Bonjean. Marchi che spaziano dalla storia centenaria a quelli più contemporanei, ma che perpetuano tutti un patrimonio di competenze.
Francéclat riafferma così il suo ruolo strategico: valorizzare il savoir-faire, stimolare l’innovazione e facilitare le connessioni professionali, accrescendo la visibilità internazionale del settore.





Per essere sempre aggiornati e scoprire oltre 100 marchi: franceclat-international.com LinkedIn: Francéclat International

di Fabio Destefani
Curare la tavola nei minimi dettagli è di fondamentale importanza per far vivere al cliente un’esperienza unica. Il perché ve lo spieghiamo in questo articolo che illustra anche le nuove tendenze della mise en place
La cura del dettaglio fa la differenza Quali sono i motivi che ci spingono a scegliere un ristorante piuttosto che un altro? La risposta più spontanea e semplice è quella che individua nella qualità del cibo offerto il motivo della nostra decisione. Eppure, sebbene il cibo giochi in questo contesto un ruolo sicuramente determinante, ci sono altri fattori non trascurabili che influenzano le nostre scelte. Tra questi la cura e l’attenzione posta nell’elaborazione dei piatti, la location, l’arredamento curato, la sistemazione dei tavoli all’interno del locale, l’allineamento delle sedie e, “last but not least”, una buona mise en place della tavola. Quello della mise en place è un passaggio da non sottovalutare indipendentemente dallo stile d’arredamento che caratterizza il ristorante. Nella composizione di una tavola impeccabile è
importante che tutto sia minuziosamente interrelato e armonioso, dalla scelta del tovagliolo giusto alle posate, ai centro tavola, ricordando di abbinare sempre la giusta gamma cromatica. Storicamente, la mise en place era meno formale e standardizzata rispetto alla contemporaneità: con il tempo, soprattutto grazie all’influenza della cultura francese e delle grandi brigate di cucina organizzate da chef come Georges Auguste Escoffier, la preparazione della tavola è diventata più metodica e raffinata. Il noto chef francese ha introdotto una struttura gerarchica e ordinata non solo in cucina ma anche nel servizio di sala, razionalizzando il processo e migliorando l’efficienza e l’eleganza del servizio. La preparazione della mise en place varia a seconda del tipo di servizio (à la carte, banchetti, buffet) e delle specifiche esigenze del menu. In un servizio formale, essa prevede l’uso di tovaglie e tovaglioli abbinati, piatti disposti secondo l’ordine delle portate, posate collocate in modo sistematico e bicchieri disposti in alto a destra del coperto, seguendo un ordine gerarchico per tipo di bevanda.
Questo concetto, fondamentale per l’arte del ricevere, ha subito un’evoluzione significativa nel tempo, diventando un elemento essenziale per offrire un’esperienza culinaria di alto livello. Le regole di base devono però di volta in volta adat-

tarsi a diverse variabili che vanno dal menù che viene proposto alla stagione, fino all’evento che si sta festeggiando (sia esso San Valentino, un matrimonio, le festività natalizie ecc.).
Vi è poi il caso in cui il menù è stato precedentemente concordato e in questo caso la mise en place viene adattata in base alle pietanze e ai vini scelti.

Per ogni tipologia di ristorante una diversa mise en place
Specificati il significato e la finalità della mise en place, è bene sottolineare che essa varia a seconda della tipologia di ristorante e del tipo di proposta culinaria che si intende offrire. Ogni dettaglio, infatti, esprime l’identità del ristorante, la sua cucina e il tipo di servizio che vuole offrire ai propri clienti.
Nei ristoranti di alta cucina, la mise en place è molto formale e curata nei minimi dettagli. In genere si utilizzano tovaglie di lino, tovaglioli abbinati, posate d’argento, bicchieri di cristallo e piatti finemente decorati.
Ogni elemento è posizionato con precisione per creare un’armonia estetica e funzionale. La disposizione delle posate segue una logica rigida: le forchette a sinistra, i coltelli e i cucchiai a destra, con le posate da dessert in alto. I bicchieri sono disposti in ordine di utilizzo, a partire dal bicchiere per l’acqua fino ai calici per i vini. Queste rigide accortezze sono pensate non solo per esaltare l’esperienza gastronomica, ma anche per comunicare un’idea di lusso e raffinatezza. Il discorso cambia se parliamo di un bistrot o di una trattoria dove la mise en place è decisamente più semplice e informale, ma comunque sempre accogliente e curata.
Le tovaglie possono essere di cotone o addirittura sostituite da tovagliette individuali. Le posate sono disposte in modo tradizionale, ma senza la preziosità delle posate d’argento. I bicchieri sono meno numerosi e in genere limitati a uno per l’acqua e a uno per il vino. Il fine è quello di mantenere un ambiente che sia al contempo accogliente ma informale, creando un’atmosfera conviviale e rilassata.
Nei ristoranti etnici, la mise en place è strettamente legata allo stile e all’atmosfera dei diversi Paesi. Ad esempio, in un ristorante messicano, le tovaglie colorate e i piatti in ceramica artigianale possono essere parte della mise en place; in un ristorante giapponese, invece, si possono trovare stuoie di bambù, bacchette e piattini per la salsa di soia, elementi che in entrambi i casi ben
si accordano ai sapori dei cibi che vengono proposti arricchendo l’esperienza culinaria complessiva. Da ricordare anche i ristoranti moderni dallo stile minimalista, dove la mise en place è caratterizzata da linee pulite e da un design essenziale. In questi locali in genere si utilizzano tovagliette individuali o direttamente il tavolo nudo, spesso in materiali naturali come legno o pietra. Le posate e i bicchieri hanno un design di tendenza, spesso in acciaio inossidabile e vetro trasparente. La semplicità e la pulizia formale hanno il pregio di mettere in risalto la qualità del cibo e l’abilità culinaria dello chef.
Mise en place creative
Nel rispetto di quelle regole di base a cui abbiamo accennato sopra e mai sottovalutando il fatto
che una tavola oltre che bella deve essere funzionale sia per i clienti che per il personale di servizio, è chiaro che ogni ristoratore deve sentirsi libero di interpretare la tavola secondo la propria creatività, di allestirla cioè come si organizzerebbe una rappresentazione teatrale il cui successo dipende dalla capacità di far interagire i vari elementi in gioco, dagli attori alla scenografia. Nell’ottica di una mise en place creativa, i colori possono giocare un ruolo molto importante con l’utilizzo di tinte inusuali come il viola, il rosso (usato però con parsimonia per non dare alla tavola un tono troppo natalizio) o anche il giallo. il denim e la carta da zucchero. La creatività si esercita anche nella scelta delle posate con l’utilizzo di modelli dallo stile vintage/revival, realizzati cioè con materiali naturali


come il legno, e nella predilezione per piatti e bicchieri caratterizzati da trasparenze declinate in vari modi (laminato, satinato, pizzo, pois, toni pastello e figure geometriche).
Con o senza tovaglia?
Come ben sappiamo, apparecchiare la tavola significa innanzitutto stenderle sopra una tovaglia. Su questo punto, tuttavia, esistono due scuole di pensiero. Quella più classica e tradizionale prevede un’apparecchiatura con tovaglia (nei casi più formali anche l’utilizzo di un mollettone sottostante per attutire i rumori tra le stoviglie e la tavola), quella più moderna tende invece a fare a meno della tovaglia, sostituendola talvolta con le tovagliette per ogni singola postazione.



La mise en place senza tovaglia è di grande tendenza, ma questa opzione necessita di qualche accorgimento. È chiaro, infatti, che servire un piatto direttamente sulla superficie, al massimo con un sottopiatto, richiede una valutazione attenta delle possibili soluzioni per attutire i rumori delle stoviglie. Una terza possibilità mirante a cercare un equilibrio tra tradizione e innovazione prevede l’utilizzo di tovaglie e tovaglioli di carta, scelta considerata “cheap” da alcuni ma che tuttavia presenta alcuni aspetti positivi. Tra questi la possibilità di rinnovare spesso l’aspetto della tavola semplicemente cambiando i colori o i motivi dei tovaglioli o delle tovagliette. Ciò consente di adattare la tavola alle stagioni, agli eventi speciali o al tema del ristorante, senza dover ricorrere a cambiamenti strutturali più complessi.,L’uso di carta usa e getta, specie in ambienti come ristoranti e caffetterie, garantisce un livello di igiene elevato, riducendo i rischi di contaminazione.Vi è poi l’aspetto legato alla sostenibilità, soprattutto se a essere utilizzati sono tovaglie e tovaglioli prodotti con materiali riciclati o eco-friendly.
A coloro che, nonostante gli aspetti positivi elencati, continuano comunque a vedere nell’utilizzo di questo materiale una scelta poco raffinata, i “sostenitori della carta” fanno notare che nel settore in questione, negli ultimi anni, ci sono state numerose evoluzioni.
Per quanto riguarda le tovaglie, ad esempio, la Carta secco, un materiale versatile e robusto lavorato per assumere caratteristiche che lo avvicinano al tessuto. Per quanto concerne i tovaglioli, invece, i modelli “airlaid” o “punta a punta” si distinguono non solo per la loro resistenza e assorbenza, ma anche per la capacità di dare un tocco decorativo alla tavola. Questo particolare tipo di tovaglioli è realizzato con una speciale tecnologia che conferisce loro una consistenza simile alla stoffa rendendoli eleganti. Una qualità che si somma, come già segnalato, alla loro grande assorbenza e resistenza. I tovaglioli, inoltre, possono essere piegati in modo creativo, offrendo innumerevoli possibilità decorative. Grazie alla vasta gamma di colori e design, è anche possibile adattarli a qualsiasi tema o stagione.
La mise en place in evoluzione: le nuove tendenze
La mise en place si rinnova costantemente in sintonia con le nuove tendenze gastronomiche e la ricerca di novità da parte dei clienti: i nuovi trend sono finalizzati a creare esperienze culinarie attraverso l’uso innovativo di materiali, design e presentazioni. Una delle tendenze più presenti nella mise en place contemporanea è il minimalismo e prevede l’uso di pochi elementi, ma di alta qualità. Ad esempio, piatti in porcellana bianca senza decorazioni, posate in acciaio

inox dal design essenziale e bicchieri di cristallo trasparente. Il minimalismo non solo esalta la presentazione dei piatti, ma comunica anche un senso di eleganza e raffinatezza. L’assenza di elementi superflui permette alle pietanze di essere le vere protagoniste della tavola. Con il fine di evitare ogni sovraccarico visivo, l’approccio minimalista invita a non temere di lasciare spazi vuoti sulla tavola. Dal “less is more” al mix di stili differenti. Quest’ultimo approccio combina elementi tradizionali con forme moderne, accostando materiali tradizionali come la ceramica a

elementi moderni come il vetro o il metallo. Un contrasto che può conferire un aspetto eclettico e sorprendente alla tavola. La fusione di stili riguarda anche le decorazioni che possono unire elementi di diverse culture. Si può ad esempio utilizzare centrotavola ispirati alla tradizione giapponese insieme a tovaglioli di design europeo. Un’altra tendenza che sta guadagnando l’attenzione di un vasto pubblico è la sostenibilità: sempre più ristoranti stanno adottando pratiche sostenibili nella loro mise en place, utilizzando materiali riciclabili e biodegradabili (bamboo e legno riciclati, piatti e posate biodegradabili). Oppure anche tovaglioli e tovagliette in lino biologico, piatti in ceramica artigianale e, come detto, posate in legno o bambù. Una scelta, questa, che non solo riduce l’impatto ambientale, ma spesso dona un tocco di speciale autenticità e naturalità alla tavola, in sintonia con il cliente contemporaneo sempre più sensibile nei confronti delle tematiche eco.
L’integrazione di elementi naturali nella mise en place è una tendenza in decisa crescita. L’utilizzo di legno grezzo, pietre, foglie e fiori freschi aggiunge un tocco organico e rilassante alla tavola. Piatti in ardesia, sottopiatti in legno e centrotavola realizzati con piante aromatiche o fiori stagionali, sono elementi essenziali per dar vita a una mise en place visivamente attraente ma soprattutto green.



Per ristoranti, bar e hotel che cercano una mise en place capace di distinguersi con personalità e carattere contemporaneo, Easy Life propone Organica: forme concettuali e lineari che valorizzano ogni portata gourmet, trasformando la tavola in un’esperienza memorabile. L’esterno verde oliva satinato opaco dialoga con l’interno verde chiaro lucido, creando piccoli contrasti cromatici dal risultato sorprendente.
Accenti naturali, palette calde e accessori modulabili. La nuova mise en place dedicata al mondo Horeca è un racconto corale della convivialità più avvolgente, semplice e ricercata al tempo stesso. A parlare, in tavola, sono i dettagli personalizzati, gli oggetti ad alto tasso di decor e i pochi pezzi classici, ma dall’allure contemporanea, che insieme elevano, al massimo, l’esperienza gastronomica

Bianco, grigio o nero a effetto metallico per la lampada da tavolo Frisbee di Brandani. Wireless, con cavo usb e autonomia di 10 ore, ha un sistema touch per accensione e spegnimento e permette di regolare la luce calda, fredda o naturale, con diversi livelli di intensità.
Gemme di IVV, la lampada da tavolo bianca, portatile e ricaricabile ha il paralume orientabile e staccabile, arricchito da una veletta trasparente con lavorazione plissé che diffonde la luce con delicatezza e raffinatezza. Grazie alla possibilità di utilizzo a due altezze diverse, si adatta con naturalezza a molteplici situazioni: dalla tavola apparecchiata con stile, al bancone del bar, fino agli angoli più intimi e accoglienti di un lounge.

Una collezione di posate dove la raffinatezza del design classico incontra la preziosità delle finiture dorate. Simbolo di qualità e stile Made in Italy, la linea Arianna Oro è disponibile in sei differenti colorazioni e finitura PVD Oro.
Frutto di oltre sessant’anni di competenza tecnica e cura nella progettazione, Rivadossi Sandro & C. porta in tavola l’eccellenza riconosciuta nei mercati internazionali.
Per il 2026 Brandani dedica un intero catalogo al settore dell’hospitality, con una serie di proposte per la tavola che includono piatti, posate, bicchieri, tazze e accessori vari. Tra le novità c’è il servizio Bolle in gres, nella versione bianca o nera: lavabile in lavastoviglie, ha i bordi bombati e pieni che distinguono i piatti piani e i profili punteggiati a definire tutta la collezione.



35 colori, 13 forme e un’eleganza intramontabile. La rinomata serie Memento di Serafini Zani, che da sempre si distingue per l’uso deciso e creativo del colore, si amplia con i nuovi calici da vino. Otto le nuances proposte (rosso, blu, mandarino, turchese, nero, lime, bianco e giallo) che, con una pennellata sottile ma decisa sullo stelo, danno il giusto tocco di stile.


Nasce L’Arte della Materia, la nuova collezione SchönhuberFranchi in cui il nero intenso delle alzate e la matericità del legno si incontrano in un dialogo elegante e avvolgente. Linee decise e superfici opache definiscono una struttura sobria e contemporanea, mentre i piani in legno conferiscono calore e texture autentica. Un buffet che è esperienza sensoriale: ogni portata si posa come in una piccola scena, raccontando equilibrio, sostanza e bellezza.

La speciale tecnologia sviluppata per Riedel Veritas è frutto dell’esperienza e della competenza enologica di generazioni: questa collezione di bicchieri classici in cristallo, infatti, è perfettamente bilanciata nel peso e consente una degustazione ottimale di qualsiasi vino.
Il richiamo è ai paesaggi e alle atmosfere polinesiane, lo stile quello impeccabile di Buccellati. Il decanter Tahiti è un’opera in argento di alta manifattura, che reinterpreta le antiche caraffe con un tocco contemporaneo e inaspettato, il manico a effetto bambu. Per l’hotellerie più esclusiva.


Nuova colorazione cobalto per la linea Arc Contrast di LSA, estensione della pluripremiata collezione ARC. I profili sono leggermente affusolati, la forma è progettata per adattarsi alla mano e le finiture traslucide e opache tattili creano un gioco di luci contrastanti. Impeccabili con la collezione Paddle, in frassino certificate FSC rifinito a mano e verniciato con vernici organiche, con rientranze appositamente realizzate per contenere in modo sicuro bicchieri e ciotole in porcellana da servire. Il design originale si ispira ai bar di montagna del Tirolo.

Linee fluide, morbide, allungate: Pinti interpreta così la nuova mise en place, con l’eleganza delle posate Audrey Velvet Honey (design Marcello Ziliani). La finitura speciale ottenuta attraverso due processi di sabbiatura regala un effetto delicatamente ruvido ed è declinata nei colori dei metalli. Nuovissima la versione Audrey champagne che si ispira alla morbida tonalità del vino omonimo.


Double-O, il vassoio in rame di Ghidini1961, è l’ampliamento della collezione Double-O con il celebre champagne cooler, disegnata da Richard Hutten. Un oggetto dall’animo pop e chic al tempo stesso che sostituisce le maniglie con i caratteristici cerchi, tratto distintivo del designer, per uno stile contemporaneo e giocoso.

Divertente e pratica: la lampada a batteria Poldina Stopper di Zafferano è portatile, ricaricabile e ha il tappo in silicone che si adatta a diverse bottiglie (compresa Lido in ceramica di Zafferano), trasformandole in oggetti luminosi, da usare in e outdoor. Il controllo “touch” presente nella parte superiore della testa consente di accendere la luce, regolarne l’intensità e selezionare la temperatura di colore.
Seletti e Marcantonio traducono l’arte giapponese Kintsugi in forme contemporanee, per vestire la tavola con un insolito servizio in porcellana che sembra fatto di cocci sbeccati, uniti da preziosi frammenti in oro. La collezione comprende piatti, tazzine, ciotole, teiere, alzatine, oltre a bicchieri, posate e accessori d’arredo.


Arthur Krupp®, specializzato in articoli in porcellana made in Germany e bone china, offre una gamma professionale pensata per il settore Ho.Re.Ca. e non solo. Estremamente resistenti a urti e rotture, i piatti della collezione Eden esplorano lo stile jungle con decori preziosi e ricercati nei toni della terra, da combinare a piacere.
di Giulia Arrigoni

Nel 2025
i B&B
in Italia superano le 32.000 unità e il 65% è gestito da donne, che guidano la crescita con un modello di ospitalità radicato nei territori e aperto all’innovazione
Il comparto dei bed & breakfast in Italia continua a rappresentare una componente rilevante del turismo nazionale, con oltre 32.000 strutture registrate nel 2025. Si tratta di un segmento che, pur collocandosi in una nicchia rispetto all’hôtellerie tradizionale, genera impatti economici significativi sulle economie locali e si conferma un volano per la valorizzazione territoriale.
Dal Rapporto B&B Italia 2025, realizzato dalla piattaforma italiana di prenotazioni Bed-andBreakfast.it emerge un dato di particolare interesse: circa il 65% dei B&B è gestito da donne. Un primato che non si limita a un aspetto statistico, ma incide profondamente sulle caratteristiche del modello di ospitalità diffusa. Le gestioni femminili si distinguono per una maggiore attenzione alla personalizzazione del servizio, alla qualità percepita dal cliente e alla

Fonte: Rapporto Bed-and-Breakfast.it 2025



I gestori di strutture ricettive in Italia
Il profilo del gestore di una struttura ricettiva extralberghiera in Italia evidenzia un settore a prevalenza femminile (56%), con una presenza maschile pari al 40,6% e una quota non binaria del 3,4%. L’età media risulta tendenzialmente elevata: la maggioranza ha più di 45 anni, con il 28,4% nella fascia 46-55, il 34% tra 56-65 e il 18,5% oltre i 65 anni, mentre solo il 17,3% ha tra 31 e 45 anni e appena l’1,8% tra 18 e 30. Questo quadro suggerisce che l’attività venga intrapresa spesso in una fase avanzata della carriera o come seconda occupazione, magari dopo esperienze in altri ambiti professionali o come opportunità post-pensionamento.
Fonte: Rapporto Bed-and-Breakfast.it 2025
Dinamiche di mercato e distribuzione geografica
Il settore registra nel periodo 2024-2025 una crescita del 4,5% nelle nuove aperture, con un trend più dinamico nel Sud Italia, dove i B&B si confermano un’opportunità per l’economia turistica locale. La distribuzione delle strutture vede il quasi la metà delle strutture nel Nord Italia (44,1%) seguito dal Centro (26,9%), dal Sud (16,1%) e dalle Isole (12,9%). Il prezzo medio a notte per camera si concentra prevalentemente nella fascia 60-100 euro.
Il dato geografico evidenzia come i B&B non siano soltanto un fenomeno turistico, ma anche un fattore di riequilibrio economico per aree meno industrializzate, offrendo possibilità di


reddito e di autoimprenditorialità soprattutto in contesti periferici.
La maggior parte delle prenotazioni avviene tramite piattaforme online, con una crescita costante dell’utilizzo dei social media per la promozione diretta. Tale dinamica introduce un elemento di disintermediazione che, se da un lato aumenta la visibilità internazionale (quasi il 60% degli ospiti proviene dall’estero), dall’altro espone i gestori a una forte dipendenza dalle condizioni imposte dagli operatori digitali globali.
Scenari e prospettive economiche
Il comparto dei B&B è chiamato a confrontarsi con alcune sfide cruciali come la pressione
concorrenziale delle piattaforme di short rent, che tende a comprimere i margini; la necessità di adeguamento normativo, ancora frammentato tra regioni e comuni e l’esigenza di differenziarsi puntando sulla qualità e sull’identità locale.
In ogni caso, Il Rapporto B&B Italia 2025 conferma che i B&B italiani non sono soltanto una forma alternativa di ospitalità, ma una leva economica strategica. La maggioranza femminile nel settore non è un dato accessorio, ma un elemento strutturale che contribuisce a definire la fisionomia del comparto: un turismo diffuso, radicato nel territorio e orientato a creare valore non solo economico, ma anche culturale e sociale.



Cinelli Piume e Piumini presenta il nuovo piumino della collezione Autunno/Inverno 2025/2026: Magnifico, il top di gamma dedicato a chi cerca il comfort di lusso, ha la fodera composta in 93% Tencel®, fibra naturale traspirante e igroscopica, con il 7% in cashmere e l’interno in 100% piumino d’Oca Bianca Siberiana F.P.880, il più raro e pregiato del catalogo.
Tessuti leggeri come carezze, sfumature candide che illuminano la stanza e dettagli sartoriali che traducono l’eleganza in un tocco unico ed esclusivo. Le collezioni tessili dedicate al mondo dell’hospitality coniugano comfort e stile, con un mood raffinato dal sapore classico e tocchi contemporanei, da personalizzare



Con Contrée Sauvage, Lelièvre Paris interpreta il mondo contract con un tocco materico avvolgente e selvaggio. Disponibile in una palette ricca di colori e texture, questa collezione ad alte prestazioni (resistente al fuoco e al calpestio, con grandi larghezze) incarna l'essenza dei paesaggi desertici. Tessuti e tappeti evocano la ruvidità della terra, le sfumature della corteccia, le palme da dattero e

Tradizione tessile italiana per il settore alberghiero con la nuova linea HOSPITALITY Cassera Casa in total white, che offre soluzioni studiate per il mondo dell’accoglienza. Il bianco tradizionale è declinato sulla biancheria da letto in satin di puro cotone 300 o 500 TC, sulle spugne da 500 g/m2 in filato 100% cotone doppio ritorto, e su piumini e topper in vera piuma d’oca. In più, viene offerto un servizio “one-to-one” su misura per la massima personalizzazione.

Fullmoon e Minimoon sono due tra le tante proposte della nuova collezione per la biancheria da letto L’Accessoire di Élitis. Una linea che fa dei grafismi stilizzati (con motivi geometrici o vegetali) il suo punto di forza, per coppie di federe in morbido cotone, in differenti colori e fantasie. Disponibili nella versione rettangolare o quadrata (50x70 o 65x65 cm).

I quadri assumono un tocco bohémien sui nuovi plaid con frange in lana spessa di Élitis. Perfetto per la mezza stagione o per aggiungere un tocco avvolgente all’angolo relax delle suite, Edith è disponibile in quattro colori: neve, zafferano, genziana e lino, con linee decise a contrasto. La misura è 130x200 cm.
Lanerossi presenta Wool Energy, il nuovo sistema letto brevettato e ad alte prestazioni, che fonde materiali naturali, tecnologia e design per il massimo benessere. Lana Merinos extrafine e memory foam arricchito con polvere di grafite purissima combinano comfort termico, sostegno ergonomico e qualità sensoriale in un design elegante e sostenibile. La collezione comprende il topper e guanciale Morfeo, la Thermocoperta e il set di lenzuola g-raphite.




Una collezione che nasce da un’immaginazione sensoriale: ogni tessuto RÊVERIE di C&C Milano è pensato come un elemento materico, fatto di texture e contrasti, pieni e trasparenze. Tante le proposte, tra cui i plaid sartoriali in cashmere impreziositi da bordi in pelle, frange leggere e dettagli a punto cavallo. In tanti colori diversi.
Si chiama Vintage Pink il nuovo colore scelto da Once Milano per scaldare l’autunno. Una tinta civettuola ma anche calda e avvolgente, perfetta declinata nella versione in velluto, utilizzata per le bordature delle tovaglie, per i placemat singoli e anche per i copriletti.


Quagliotti, azienda tessile specializzata nelle proposte dedicate agli hotel a 5 stelle lusso e ai ristoranti stellati, propone le nuove collezioni per la tavola in lino filato doppio ritorto (cinque volte più fine) impreziosito dal tradizionale orlo a giorno. Per tovaglie, runner e tovagliette americane ultrachic.
Somma 1867, brand del gruppo Gabel, presenta la linea bespoke La Suite pensata per il mondo hôtellerie o per chi desidera ricreare l’atmosfera delle suite deluxe in casa propria. L’accappatoio con collo a scialle può essere completamente personalizzato nei tessuti e nei colori.
Dedicata a boutique hotel, hotel di lusso e ai clienti più esigenti che cercano una biancheria per la casa esclusiva, La Sartoria è il nuovo brand di casa Caleffi che offre eleganza, artigianalità e lusso totalmente su misura. Il servizio di biancheria da letto e bagno di alta gamma è studiato nei minimi dettagli: dal tessuto, a scelta tra Raso 600, Raso 300, Modal, Seta, Lino e Jacquard, alle stampe, alle finiture speciali, come ricami, piping e bourdon orli e trapuntature, lettere o loghi ricamati (per le spugne).



100% puro cotone pregiato di qualità Ring, doppia cucitura sui lati per la collezione Luxury di Hermet, pensata per il settore dell’hôtellerie. Il set spugna con cesello e balza abbinata, ha una grammatura di 500 gr/m2 e comprende anche l’accappatoio a scialle di 400 gr/m2.
Sofisticata e personalizzabile nei minimi dettagli, la linea bespoke La Suite di Somma 1867 pensa anche ai più piccoli con la morbida copertina in filato di lana pregiata da abbinare al completo letto ricamato, disponibili con servizio di personalizzazione di tessuti e colori.
Capolavoro di tessitura su disegno d’artista, Iside & Osiride, del brand Alessandro Bini, unisce seta pregiata e texture Jacquard a lampasso in sofisticate geometrie. Alto artigianato fiorentino pensato per progetti contract di prestigio nell’hospitality, retail e nautica, oltre che per il privato.



Avvolgente e lussuoso, il cuscino Superior Soft di Duxiana unisce piuma d’oca pregiata e cotone egiziano. La lavorazione artigianale svedese garantisce sostegno delicato e traspirabilità ottimale, per notti di riposo rigenerante nell’eccellenza scandinava.

Il reparto dedicato all’Horeca
Grazie al suo lungo e consolidato rapporto con l’Horeca, Luca Carraresi, titolare del punto vendita Dal Toscano, ci spiega le dinamiche in atto tra questo mondo e quello del retail anticipandoci le sfide che dovranno affrontare in futuro
Per fortuna il fast food, spesso conseguenza dei frenetici ritmi della vita quotidiana che ci sottraggono tempo ed energie, non è riuscito a sconfiggere la predilezione per una cucina sana, fatta con ingredienti naturali, alla quale continuiamo a dedicare, almeno nel nostro Paese, una grande attenzione. Una cura che non riguarda solo il cibo ma anche quel composito mondo che lo accompagna: parliamo della sua “mise en place”, dell’impiattamento e di tutta quella serie di strumenti, piatti,
bicchieri, posate, di cui ci serviamo per consumarlo. Il cibo, in pratica, ha bisogno di una corretta scenografia, un aspetto a cui prestiamo attenzione anche quando mangiamo in ristoranti, in bar o in locali. Tanto che spesso il nostro giudizio sulla qualità del servizio offerto tiene conto, oltre che della bontà del cibo, anche di questi aspetti secondari che poi tanto secondari non sono. Di questa tendenza si è accorto anche il mondo della ristorazione che sempre di più, con il fine di assecondare il cliente nella sua ricerca
di una qualità a 360°, si rivolge ai negozi del settore, invece che ai distributori specializzati, per rifornirsi di articoli per la tavola raffinati, curati ed eleganti. A riprova di ciò, sono sempre più numerosi i negozianti del nostro comparto che ospitano all’interno del loro punto vendita un settore dedicato alla ristorazione. Di questa tendenza abbiamo discusso con Luca Carraresi, titolare di Dal Toscano, negozio di Borgo Virgilio (MN). Ecco quanto ci ha detto…
Da quanto avete iniziato a rivolgervi anche al target Horeca (bar/ristoranti ecc,) e qual è stata la ragione che vi ha portato ad aprirvi a questo settore?
Abbiamo intrapreso questo percorso nel 2010, anticipando la crisi della lista nozze; un’attenta


Luca Carraresi, Amministratore unico del punto vendita Dal Toscano
analisi ci aveva fatto capire che non era solo una questione di marketing o di abitudini di consumo, ma una trasformazione profonda nel modo in cui viviamo le relazioni e la famiglia.
Come sta andando questa esperienza?
Il settore resta strategico per la nostra economia, con un ruolo centrale nella valorizzazione degli strumenti di cottura e nella promozione della cucina.
Come avete pubblicizzato agli inizi questa vostra offerta merceologica?
Prevalentemente sul territorio, attraverso una rete di agenti e attività promozionali come eventi in store e showcooking.

Che tipo di ristoranti/locali si rivolgono a voi? Di che livello? Sono di zona o anche geograficamente distanti?
I nostri clienti provengono prevalentemente dalla città di Mantova e dalle province confinanti. La cucina mantovana è, infatti, un meraviglioso esempio di contaminazione gastronomica: un crocevia di sapori che riflette la posizione geografica della provincia di Mantova, incastonata tra Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto. I locali sono prevalentemente tradizionali. Osterie, trattorie e agriturismi la fanno da padrone, pochi i ristoranti Gourmet o di innovazione gastronomica.
Quali sono i motivi per cui i ristoratori si rivolgono a voi e non ad esempio ai distributori specializzati? In cosa consiste il plus che siete in grado di offrire loro?
Oggi la distinzione tra Horeca e Retail è sempre meno marcata. I clienti si muovono liberamente all’interno di questi due mondi con grande disinvoltura. Non è raro trovare strumenti professionali nelle case delle massaie e prodotti retail nelle mise en place dei ristoranti. Siamo, forse, gli unici in Italia, ma sicuramente i primi ad aver offerto questa opportunità di contaminazione creando uno shop in shop Horeca all’interno del nostro punto vendita.
Il fatto che nel campo della ristorazione si presti sempre più attenzione alla qualità e al design dei servizi da tavola è un fattore che agevola il rapporto con l’Horeca?
Non sempre, in questo periodo storico di congiuntura economica il cliente presta molta attenzione al prezzo e sceglie quello che ritiene giusto.

Anche per quanto riguarda la mise en place dei ristoranti esistono dei trend. Basandosi sulla sua esperienza, quali sono attualmente le tendenze che vanno per la maggiore? Mi riferisco a materiali, decori, stili (tradizionale, moderno, contemporaneo ecc).
La mise en place nei ristoranti è diventata molto più di una semplice disposizione di piatti e po-
sate: è un vero e proprio linguaggio visivo. Sta scomparendo la tavola classica con tovaglia a vantaggio di quella minimalista che non la prevede. Tiene ancora il mercato di quella rustica o country chic, con materiali naturali e/o di recupero. Di gran moda la gourmet, in dialogo con l’ambiente e il menù. Piatti con texture materiche, posate in acciaio satinato o colorato (PVD).

I bicchieri sono lavorati, talvolta vintage o di design con elementi decorativi botanici o etnici.
All’interno del vostro punto vendita avete un’area specifica dedicata alla ristorazione?
E se sì, come è articolata?
Sì, come ho già anticipato abbiamo un’area espositiva dedicata di circa 400 m2 con un layout espositivo molto tecnico orientato più alla funzione che all’esperienza. Per dare alcuni esempi, conservazione, cottura, pasticceria, bar, tavola sono alcuni dei settori specifici del reparto.
Che tipo di articoli comprende?
In sostanza gli stessi della parte retail, ma con un orientamento esclusivamente professionale.
Che marchi trattate?
I più importanti marchi di riferimento del settore: Agnelli, Tognana, Bormioli, Sambonet, per citarne alcuni.
Da quando avete iniziato a trattare il settore Horeca avete notato un’evoluzione, dei cambiamenti? Ossia, ritiene che l’Horeca sia un settore dinamico?
Il settore resta strategico per l’economia italiana, tuttavia, per mantenere la competitività, le imprese dovranno investire in innovazione, formazione e digitalizzazione.
Se dei cambiamenti ci sono stati, cosa hanno riguardato?
Ci sono molte sfide da affrontare. Innanzitutto
L’angolo dedicato ai calici per vini

l’inflazione e il potere d’acquisto: il 90% degli operatori segnala la riduzione del potere d’acquisto come ostacolo principale. Vi è poi l’inverno demografico: la popolazione italiana è in calo e gli over 65 spendono molto meno nel settore rispetto ai giovani. Da considerare anche la polarizzazione dei consumi: cresce il divario tra chi cerca esperienze premium e chi punta al risparmio.
Avete in programma di sviluppare questa offerta in futuro e se sì in che direzione?
Un tempo il ristoratore si affidava al fornitore locale, spesso con rapporti consolidati. Oggi, grazie alla trasparenza e alla concorrenza online, si è passati a un approccio più razionale e

strategico, dove il prezzo, la qualità e il servizio post-vendita sono decisivi. I ristoratori stanno acquistando attrezzature sempre più online, e questa tendenza è in forte crescita nel 2025. Per questo abbiamo creato Furnitur.it, il nostro primo B2B (con un approccio facilitato simile a un B2C) dedicato al mondo dell’Horeca con vantaggi concreti per chi gestisce ristoranti, bar e hotel. Ampia scelta e confronto prezzi, tempi di consegna rapidi, pagamenti sicuri e rateizzati e consulenza tecnica online.
C’è qualcosa che non le ho chiesto e che invece vorrebbe comunicare ai nostri lettori sul vostro rapporto con il settore Horeca?
In sintesi, i mercati sono in continua evoluzione. Le crisi non sono solo una questione di marketing, raccontano una trasformazione profonda del modo in cui viviamo. Le attività che sapranno cogliere queste opportunità adattandosi con flessibilità e creatività avranno un vantaggio competitivo duraturo, consolidando la propria presenza sul mercato e costruendo relazioni autentiche con i propri clienti.
L’angolo dedicato alla pizzeria
Nuove opportunità per ristoratori e comparto bicchieri. Bollicine e bianchi trainano carte snelle e servizio al calice; cresce l’upselling di calici dedicati e set degustazione
Afine 2025 il vino italiano vive una stagione di rinnovato entusiasmo nel canale HoReCa. Dopo anni di oscillazioni legate ai costi e ai flussi turistici, i segnali arrivano finalmente positivi: i consumatori cercano qualità, esperienze e convivialità, riportando il calice al centro del momento sociale.
Le bollicine guidano la rinascita: secondo il più recente Report Valoritalia gli spumanti italiani crescono di circa il 5% sull’anno, trainando il mercato con la loro immagine festosa e versatile. Accanto a loro avanzano i bianchi freschi e verticali, perfetti per aperitivi e pranzi leggeri, mentre i rossi, pur in lieve arretramento, trovano nuova linfa nelle carte che puntano su vitigni autoctoni e racconti di territorio.
Un capitolo a parte merita il vino analcolico, che in Italia ha superato i 55 milioni di euro e si prepara a un balzo di oltre il 60% entro fine anno. Questa tendenza non rappresenta una rinuncia, ma un’estensione delle occasioni di consumo: chi sceglie di limitare l’alcol può comunque brindare, e i locali che inseriscono in carta una o due etichette dealcolate dimostrano attenzione alle nuove sensibilità.

Per i professionisti del fuori casa il momento è ideale per ripensare l’offerta in chiave positiva. Non servono liste sterminate: bastano una decina di referenze ben scelte, con almeno un paio di sorprese stagionali, una gamma di bollicine italiane e qualche proposta al calice che inviti alla scoperta. La formula “meno ma meglio” si sposa con la voglia di esperienze: il cliente desidera qualità e racconto, non quantità. Spazio quindi a vitigni identitari, a eventi di degustazione con i produttori e a una narrazione che valorizzi sostenibilità e legame con la vigna.
Questo riposizionamento spinge anche il compar-
to bicchieri, oggi leva concreta di ricavo e qualità. L’upselling passa da un set essenziale ma studiato: tulip per spumanti, calice universale sottile per bianchi e rossi giovani, ballon per rossi strutturati, bicchiere alto per rosati e macerati (“orange”). Il clima di fine 2025 è dunque incoraggiante: la domanda c’è, più consapevole e selettiva, pronta a premiare locali capaci di offrire emozioni oltre al bicchiere. Per chi lavora nell’HoReCa è il momento di alzare il calice: il vino italiano, forte di tradizione e capacità di innovare, sta tornando protagonista e promette un 2026 ricco di brindisi e nuove opportunità.

Una delle novità più affascinanti è il fermento attorno al vino analcolico (o dealcolato). Nel 2024 il mercato ha raggiunto 55 milioni di euro e per il 2025 si è stimata una crescita addirittura del +60%. Questa evoluzione non è soltanto una risposta alle sensibilità salutistiche: crea occasioni nuove di consumo, adattabili a momenti serali o conviviali dove non si vuole rinunciare al gesto del brindisi. Il Decreto che permette la produzione dei vini con gradazione ≤ 0,5% (eccetto vini DOP/IGP) spalanca le porte a innovazioni che possono ispirare una carta “alcol-light” nei locali.


La glacette della collezione Silver Nights di Pozzi Milano è perfetta per il servizio dello champagne: doppia parete in acciaio con raffinata finitura plissé lavorata a mano artigianalmente. Dal 1876 simbolo di eleganza senza tempo, Pozzi Milano porta in questa spumantiera l’eredità di un brand nato nella moda maschile ed evoluto nel tableware di alta qualità.
di Francesca Guerini Rocco

Protagonista assoluta dell’art de la table e della convivialità 2026 è senza dubbio la mixology che traduce il gesto del bere in un nuovo e raffinato rituale sensoriale. Dai set preziosi in argento e bambù ai bicchieri a tinte accese in vetro borosilicato, ogni brand interpreta l’arte del cocktail con design iconici e lavorazioni raffinate, così versatili che sono perfette in un lounge bar come nel salotto di casa. Forme innovative, colori decisi e materiali inediti raccontano un trend in continua evoluzione, che veste l’ora dell’aperitivo di scenografie contemporanee, tra eleganza e creatività

Il nuovo catalogo 2026 di Sambonet abbraccia a 360° l’arte della mixology, con tantissime proposte glassware ad hoc in vetro borosilicato, che giocano con forme accattivanti e fuori dal comune. Dalle silhouette organiche che ricordano forme naturali, ai volumi irregolari che sfidano le simmetrie tradizionali, ogni pezzo è pensato per trasformare ogni drink in un’esperienza sensoriale completa. Perfetti per cocktail bar d’avanguardia, ma anche per nuove scenografie domestiche, sono leggeri, ma resistenti agli sbalzi termici.




Per bar, ristoranti e hotel che vogliono trasformare l’aperitivo e l’after-dinner in momenti di pura suggestione, Vidivi presenta Mixology & Spirits: una collezione di bicchieri dove il design vintage incontra la ricerca contemporanea. Forme studiate per cocktail, spirits e distillati in purezza esaltano sfumature di colore e riflessi, mentre decori ricercati, giochi di luce e superfici strutturate creano un’esperienza che coinvolge vista e tatto. Realizzati in cristallo 100% riciclabile e prodotti utilizzando fonti di energia rinnovabile e forni esclusivamente elettrici.


Non poteva che chiamarsi Tattoo la linea di RCR che richiama l’estetica della Body Art. Tante le tante proposte in Luxion®, un brevetto esclusivo in vetro sonoro superiore, altamente resistente, lavabile in lavastoviglie e 100% riciclabile. Tutte realizzate in collaborazione con i massimi esperti di food e beverage, come il modello Mule o Clessidra, che hanno vinto il Premio Smart Label, Host Innovation Award. Ogni bicchiere può essere personalizzato con il logo del cliente inciso in bassorilievo.
Lavorazione a taglio diamantato per la brocca da cocktail, i tumbler, i flute e i calici della collezione Timeless di Pasabahce, che dona un effetto lussuoso e brillante per mise en place sofisticate. I bicchieri sono disponibili in tante forme e dimensioni, per whisky, shot, Gin, Martini, champagne, cocktail, oltre agli immancabili modelli da vino e acqua.


Set da cocktail e sottobicchieri pregiati: Buccellati celebra così il rito dell’aperitivo, con il set Tahiti in argento e bambù e la decorazione Rouche, nata negli anni ’50, a impreziosire i nuovi sottobicchieri. Il celebre motivo ondulato, ispirato al movimento del mare e alla forma di alcune conchiglie, viene realizzato attraverso l'antica tecnica del cesello.

Semplici, chic, versatili e timeless: le proposte di SchönhuberFranchi interpretano l’arte della mixology con discreta eleganza. Tra le ultime novità spiccano Q2, il tumbler che gioca tra il mood classico e quello contemporaneo mantenendo le caratteristiche del bicchiere da sommelier, e Lines, dalla forma aggraziata che si distingue per la particolare lavorazione, leggera e chic.


Un gintonic con Blueside e Gino, il bicchiere in vetro borosilicato pensato proprio per questo drink.
Caratterizzato da un’insolita inclinazione del bordo che lo rende unico nel suo genere, Gino è fortemente iconografico ed è perfetto anche per servire Spritz e sparkling cocktail.



Disegnato da Sabrina Lazzareschi per KnIndustrie, il bicchiere Cast Away è realizzato in coccio smaltato dai maestri artigiani di Caltagirone. Ideale per mantenere la temperatura perfetta di qualsiasi cocktail (ma anche della classica birra), ha l’esterno ruvido color terracotta e l’interno smaltato in brillante grigio antracite.
Preparare un cocktail all'avanguardia per Crystalex Bohemia è una vera arte. Ecco perché ha creato un set di bicchieri da bar ad hoc in collaborazione con barman esperti. Come Praline Martini Espresso, il calice nato per il Martini ma perfetto anche per cocktail, amari e liquori, o Waterfall Cocktail, la coppa da 340 ml che si aggiunge ai calici da vino.

Mario Luca Giusti propone per il 2026 la nuova collezione Peter: i bicchieri bassi, dalla forma larga e robusta, sono impreziositi dai 5 colori decisi (turchese, blu royal, rubino, ambra, verde) sulla superficie rigata, in contrasto con la base trasparente. Disponibile anche la versione completamente trasparente. Per servire drink on the rocks di carattere.

NUDE Glass lancia BAR/GIANI, la nuova collezione di bicchieri da cocktail progettata insieme al multi premiato mixologist Giorgio Bargiani. La collezione comprende quattro bicchieri da cocktail e un raffinato mixing glass, che reinterpretano tutti i classici modelli aggiungendo il gambo: per esaltare l’esperienza della mixology sia nei bar sia in contesti domestici.
Realizzati completamente a mano in vetro soffiato, resistenti, impilabili e adatti alla lavastoviglie, i nuovi tumbler Handy disegnati da Federico de Majo e Marco Vanin per Zafferano si distinguono per la leggera sagomatura del profilo che li rende più ergonomici oltre che d’effetto. In 9 colori vivaci, fanno parte di una collezione con una bottiglia in vetro borosilicato in cinque colori e due tappi satinati intercambiabili oro e argento, un highball, una ciotolina (entrambi impilabili) e una caraffa, tutti trasparenti.

6 – 10. 2. 2026
FRANKFURT / MAIN
6 – 9. 2. 2026
FRANKFURT / MAIN
6 – 10. 2. 2026
FRANKFURT / MAIN
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