Percorsi in Ceramica 34 ITA-ENG

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in ceramica

Poste Italiane Spa, n. 34 dicembre 2016 Spedizione in abbonamento Postale - 70%, DCB Modena

rivista di segni e immagini magazine of graphics and designs

TAMassociati

CASALGRANDE PADANA Pave your way


in copertina cover story TAMassociati

CASALGRANDE PADANA Pave your way

Percorsi in ceramica rivista di segni e immagini magazine of graphics and designs direttore responsabile editor-in-chief Mauro Manfredini progetto e coordinamento grafico art director Cristina Menotti, Fabio Berrettini coordinamento editoriale editorial co-ordination Nadia Giullari, Livio Salvadori, Alfredo Zappa redazione testi text editing Livio Salvadori, Alfredo Zappa stampa printing Bieffe SpA - Recanati Mc www.graficabieffe.it Tassa pagata Postage paid Casalgrande Padana Via Statale 467, n. 73 42013 Casalgrande (Reggio Emilia) Tel. +39 0522 9901 Ai sensi del D.LGS. n. 196/2003, la informiamo che la nostra Società tratta elettronicamente ed utilizza i suoi dati per l’invio di informazioni commerciali e materiale promozionale. Nei confronti della nostra Società potrà pertanto esercitare i diritti di cui all’art. 13 della suddetta legge (tra i quali cancellazione, aggiornamento, rettifica, integrazione). Autorizzazione del Tribunale di Reggio Emilia n. 982 del 21 Dicembre 1998.

sommario TAMassociati 04 Se non ora quando? 05 Etica e impegno 08 La bellitudine salverà il mondo Khartoum, Sudan: Centro cardiologico Salam 16 La rosa del deserto 17 Granitogres per Emergency Bangui, Repubblica Centrafricana: Centro Pediatrico Emergency 26 Risposta poetica Nyala, Sud Darfur: Centro Pediatrico Emergency 32 Verità è bellezza 40 43

Freetown, Sierra Leone: Centro chirurgico e pediatrico di Goderich La speranza di non essere più utili Bios per Goderich Bios Ceramics®

News 47 Creative Centre Milano 50 Brand&Landscape Award 52 German Design Award 54 MAPIC Awards, MIPIM Awards e FX International Interior Design Awards

summary TAMassociati 04 If not now, when? 11 Ethics and commitment 12 Beauty will save the world Khartoum, Sudan: Salam Centre for Cardiac Surgery 22 The desert rose 23 Granitogres for Emergency Bangui, Central African Republic: Emergency Paediatric Centre 30 Poetic response Nyala, South Darfur: Emergency Paediatric Centre 36 The truth is beauty

Lo standard FSC definisce la tracciabilità di carta proveniente da foreste correttamente gestite secondo precisi parametri ambientali, sociali ed economici. Il rigoroso sistema di controllo prevede l’etichettatura del prodotto stampato realizzato con carte FSC. The FSC standard certifies paper traceability to forests managed according to well-defined environmental, social and economic requirements. The strict monitoring system also includes the use of the “Printed on FSC paper” label on printed products.

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Freetown, Sierra Leone: Goderich surgical and paediatric centre The hope of not being useful anymore Bios for Goderich Bios Ceramics®

News 49 Creative Centre Milan 51 Brand&Landscape Award 53 German Design Award 55 MAPIC Awards, MIPIM Awards and FX International Interior Design Awards


Casalgrande e TAMassociati

Casalgrande and TAMassociati

La collaborazione tra Casalgrande Padana e lo studio di architettura TAMassociati, che raccontiamo in questo numero di Percorsi in Ceramica, si inquadra all’interno di un lungo percorso di impegno costante e condiviso nel progettare e produrre per il bene comune. Il primo incontro è avvenuto nel corso del 2011 con la compartecipazione all’installazione 2x2x2 sulle vie del Sud nel quadro della mostra Ceramics of Italy. Metamorfosi, svoltasi nella prestigiosa cornice della Triennale di Milano e qualche mese dopo al Cersaie di Bologna (Percorsi in ceramica 23). Un’esperienza che ha trasformato un allestimento effimero in azione socialmente utile ed ecologicamente sostenibile. I pallets di ceramiche Bios Antibacterial Ceramics® utilizzati nell’allestimento, al termine dell’esposizione sono stati infatti donati per la ristrutturazione del pronto soccorso del Centro chirurgico e pediatrico di Emergency a Goderich, Sierra Leone. Ancora meglio il senso di questa collaborazione particolare con TAMassociati lo testimoniano alcune importanti realizzazioni e iniziative culturali: sempre per Emergency, Casalgrande Padana ha fornito i prodotti ceramici per il Centro ospedaliero Salam di Khartoum e per i Centri Pediatrici di Bangui, Repubblica Centrafricana, e Nyala, Sud Darfur; inoltre ha recentemente sponsorizzato il Padiglione Italia “Taking Care” curato da TAMassociati nell’ambito della 15a Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia, di cui abbiamo parlato approfonditamente nel precedente numero di Percorsi in Ceramica. Nella seconda parte della rivista, infine, diamo notizia di alcuni importanti avvenimenti: l’apertura del Creative Centre di Milano e diversi nuovi riconoscimenti internazionali assegnati a Casalgrande Padana. Il nuovo spazio inaugurato di recente nel cuore del Brera Design District ha iniziato la propria attività di promozione culturale rivolta al mondo degli architetti con due cicli di incontri, realizzati in collaborazione con CASABELLA formazione, dedicati ad alcuni protagonisti del panorama architettonico internazionale. La Old House Casalgrande Padana, restaurata da Kengo Kuma, è stata premiata dal Brand&Landscape Award 2016 per la virtuosa integrazione tra architettura e paesaggio all’interno dei luoghi industriali, mentre la collezione Earth by Pininfarina è stata premiata dal design tedesco con il German Design Award. I Docks di Marsiglia, progettati da 5+1AA Alfonso Femia, Gianluca Peluffo, già vincitori del Grand Prix 2013-2015, hanno ricevuto tre prestigiosi riconoscimenti internazionali: il MAPIC Awards, il MIPIM Awards e l’FX International Interior Design Awards, dove è stata premiata anche la linea Diamante di Casalgrande Padana quale migliore prodotto di superficie.

This edition of Percorsi in Ceramica is all about the partnership between Casalgrande Padana and architectural practice TAMassociati, which has been defined by an ongoing, shared commitment to designing and creating for the common good. The two organisations came together for the first time in 2011, teaming up on the 2x2x2 sulle vie del Sud installation at the Ceramics of Italy. Metamorfosi exhibition at the prestigious Triennale di Milano museum and months later at Cersaie in Bologna (see Percorsi in Ceramica 23). The project moved away from the concept of a temporary installation towards one of social benefit and environmental sustainability. At the end of the exhibition, the Bios Antibacterial Ceramics® used were donated for the renovation of the A&E department at Emergency’s Surgical and Paediatric Centre in Goderich, Sierra Leone. Perhaps the best testament to the success of our collaboration with TAMassociati is provided by some of the vital cultural projects and initiatives we have worked together on. For example, Casalgrande Padana has provided ceramics for Emergency’s Salam Hospital in Khartoum and the Paediatric Centres in Bangui, in the Central African Republic, and Nyala, in South Darfur. Casalgrande Padana also recently sponsored the Italian Pavilion at the 15th Biennale di Venezia International Architecture Exhibition. Curated by TAMassociati, the Pavilion’s theme was “Taking Care” – we spoke at length about this in the previous edition of Percorsi in Ceramica. In the second part of the magazine, we bring news of several important events, including the opening of the Creative Centre in Milan and a number of new international awards given to Casalgrande Padana. The new Creative Centre, which was recently launched in the heart of the Brera Design District, is designed to promote cultural activities for architects and kicked things off with two cycles of events dedicated to key figures on the international architecture scene, working in collaboration with CASABELLA education. The Casalgrande Padana Old House – which was restored by Kengo Kuma – has won the Brand&Landscape Award 2016 for the way in which it blended architecture and the natural landscape in industrial areas, while the Earth collection by Pininfarina was honoured with the German Design Award. The Marseille Docks, which were designed by 5+1AA’s Alfonso Femia and Gianluca Peluffo, who were among the winners at the 2013-15 edition of the Grand Prix, has received prizes at three prestigious international ceremonies: the MAPIC Awards, the MIPIM Awards and the FX International Interior Design Awards, where Casalgrande Padana’s Diamante line was named best product in the Surfaces category.


TAMassociati Se non ora quando? “Ciò che distingue l’architettura non è cosa viene fatto, ma come” Reyner Banham

If not now, when? “What distinguishes architecture is not what is done, but how it is done” Reyner Banham 4) Percorsi in ceramica 34


Khartoum, Sudan Salam Centre for Cardiac Surgery

Bangui, Central African Republic Emergency Paediatric Centre

Nyala, South Darfur Emergency Paediatric Centre

Freetown, Sierra Leone Goderich surgical and paediatric centre

Etica e impegno TAMassociati è uno studio di architettura fondato nel 1996 da Massimo Lepore, Raul Pantaleo e Simone Sfriso unendo attorno a loro professionisti attivi nei campi dell’architettura sostenibile, dell’urbanistica, della progettazione paesaggistica, dei processi di progettazione partecipata, della grafica e della comunicazione sociale. Oltre alla sede principale di Venezia, lo studio ha attualmente uffici a Bologna, Trieste e Parigi ed è internazionalmente noto per le opere e le iniziative nell’ambito della progettazione per il sociale, il mondo della cooperazione, il terzo settore, l’economia solidale, le strutture

sanitarie e d’assistenza (lavorando tra gli altri con Emergency), promosse nelle aree più critiche del sud del mondo. Un lavoro complesso e difficile, condotto sui registri dell’approccio etico, del pragmatismo, dell’appropriatezza nell’impiego delle scarse risorse tecniche ed economiche, senza per questo mai rinunciare a fare architettura, e a fare dell’architettura uno strumento di plusvalore qualitativo nella quotidianità delle situazioni più critiche. Le pubblicazioni su importanti riviste di architettura, l’invito a esporre in numerose mostre, tra le quali la Triennale di Milano e la Biennale di Venezia, unite ai numerosi riconoscimenti internazionali testimoniano la qualità del lavoro portato a

termine. Tra i più recenti: la Medaglia d’oro all’architettura Italiana 2012; il prestigioso Aga Khan Award for Architecture 2013; la Medaglia d’Oro Giancarlo Ius 2013; il Curry Stone Design Prize 2013, lo Zumtobel Group Award 2014 e l’Architetto italiano dell’anno 2014. Tra le opere più note: la sede centrale della Banca Popolare Etica a Padova; il Paediatric Centre Bangui (Repubblica Centrafricana); il Salam Centre For Cardiac Surgery, il Container Medical Compound e il Prayer and Meditation Pavilion a Khartoum (Sudan); il Paediatric Centre Nyala nel South Darfur, (Sudan); il Paediatric Centre a Port Sudan (Sudan). Non ultimo, TAMassociati è stato designato dal Ministro

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dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, quale team curatoriale del Padiglione Italia alla 15a Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia, conclusasi lo scorso 27 novembre. Il titolo della proposta: “Taking care - progettare per il bene comune”, ha fornito attraverso numerosi esempi concreti e la raccolta in crowdfunding per finanziare 5 progetti destinati al contesto italiano (takingcare. it), una prova tangibile di come l’architettura possa contribuire a diffondere e rendere efficaci i principi di cultura, socialità, partecipazione, salute, integrazione, legalità in qualsiasi luogo e a qualsiasi scala. www.tamassociati.org


TAMassociati

Nel panorama della produzione architettonica della surmodernità, il lavoro di TAMassociati alimenta con forza la certezza che esiste un modo diverso di operare. Un agire che nella loro ricerca e nelle loro opere si traduce nella capacità di combinare valori sociali e competenze scientifiche, per dare alle aspirazioni unanimemente condivise di sostenibilità ed ecologia (di rispetto dell’uomo e dell’ambiente), un riscontro etico nel progetto e nel processo costruttivo, nell’appropriatezza e nella sobrietà dell’impiego delle scarse risorse tecniche ed economiche a loro disposizione, senza per questo mai rinunciare a fare architettura, e a fare dell’architettura uno strumento di plusvalore qualitativo nella quotidianità delle situazioni più critiche. Ne abbiamo parlato con Massimo Lepore e Simone Sfriso che, con Raul Pantaleo, hanno fondato TAMassociati. Tam, o meglio tam-tam, identifica nel nostro idioma la diffusione rapida e diretta di notizie, informazioni e opinioni seguendo canali alternativi a quelli ufficiali. Ma se è nella pratica architettonica di percorsi alternativi che possiamo sicuramente identificare il lavoro di TAMassociati, il loro nome non trae assolutamente origine da tutto ciò. Non è nemmeno l’acronimo autoriale ricavato dall’alchimia tra i cognomi dei fondatori. La sigla, ci spiega Massimo Lepore, esprime in primo luogo la volontà di sviluppare progetti che siano il risultato di un lavoro collettivo: “Quando l’abbiamo coniata eravamo dei velleitari e un po’ rivoluzionari studenti di architettura proiettati verso il futuro e quindi volevamo incidere sulle ‘Tendenze dell’Architettura Metropolitana’: TAM. Parliamo di circa la metà degli anni ’80, periodo in cui volevamo costruire una reazione alla cultura dominante del Post Modern, rivolgendo il nostro interesse verso un’architettura molto attenta alle tematiche sociali. Non a caso avevamo

promosso un’associazione culturale europea di giovani architetti, studenti, laureandi e ricercatori, che si chiamava Utopica”. Lo studio non è dunque nato per occuparsi in prima battuta dei progetti per contesti difficili, attraverso i quali oggi in molti lo identificano. Il percorso è stato lungo e graduale. Come ci hanno raccontato Lepore e Sfriso, ben presto l’entusiasmo della volontà si è dovuto misurare con la realtà del nord-est e della provincia di Treviso in cui hanno cominciato a operare. TAM che allora recava il sottotitolo “Architettura e comunicazione per il sociale”, esprimeva il suo impegno e la sua ricerca sviluppando servizi professionali per il terzo settore, che proprio in quegli anni andava prendendo forma. Una galassia molto articolata che dall’architettura etica giungeva fino all’ambientalismo, quindi a tutto quello che attraverso i temi dell’architettura biologica ha anticipato l’odierna attualità legata alla sostenibilità e all’efficienza energetica. “In questo ambito - spiega Massimo Lepore - abbiamo lavorato con le associazioni del terzo settore, che costituiscono da sempre uno dei nostri principali punti di riferimento, come è emerso chiaramente anche attraverso quanto abbiamo presentato all’interno del Padiglione Italia della Biennale appena conclusa, impegnandoci parallelamente in tutta quella serie di concorsi per gli spazi pubblici, sviluppati con le tecniche di progettazione partecipata, promossi in quegli anni da ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani), INU (Istituto Nazionale di Urbanistica) e WWF (World Wide Fund). Un insieme di attività che hanno progressivamente caratterizzato il nostro lavoro”. Crescendo, sono arrivate commesse sempre più importanti, come ad esempio la Sede di Banca Etica a Padova. Poi è cominciata la collaborazione con Emergency, che ha ampliato gli orizzonti operativi dello studio fuori dall’Italia.

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Cohousing “Mura San Carlo”, San Lazzaro, Bologna, Italia Ph Andrea Avezzù

E nel contesto internazionale si sono liberate tante energie a livello progettuale, unite a una notevole esposizione mediatica. “Negli interventi per Emergency - sottolinea Massimo Lepore - abbiamo avuto la possibilità, pur nella parsimonia delle strategie, di introdurre il plusvalore dell’architettura. In nome dell’emergenza l’ultima cosa che poteva venire in mente di fare. In un anno abbiamo vinto i 3 premi più importanti al mondo di social design e questo ha fatto sì che oggi un pochino ci conoscano”. Quanto la realtà di TAMassociati è differente da quella di uno studio tradizionale. “Siamo un piccolo studio, racconta Lepore, una struttura leggera, molto flessibile che si sviluppa attorno ai progetti, perché lavoriamo secondo i metodi di un collettivo. Discussione, scambio, confronto, ascolto. Sono queste in sintesi le tecniche. Sin dall’inizio abbiamo organizzato il lavoro più come un’impresa sociale che come uno studio professionale tradizionale”. “Senza dimenticare - aggiunge Simone Sfriso - che, se da sempre sono i clienti a scegliere gli architetti, l’architetto ha comunque la possibilità di definire

l’ambito e i valori verso cui rivolgere la propria attenzione e proporsi sul mercato”. Un approccio valido non solo per i progetti sviluppati per le aree di emergenza, ma anche per quanto realizzato da TAMassociati in Italia dove, come tutti gli studi di architettura, sono chiamati a confrontarsi con la crisi economica che ha colpito particolarmente il settore dell’edilizia: “Parlare di attesa che la crisi finisca ha poco senso - afferma Simone Sfriso - perché questa non è una condizione passeggera, ma strutturale e quindi anche l’architetto deve saper reinterpretare e reinventare il suo ruolo. Essere promotore di progetti e capace di innescare quelle filiere economiche, politiche e sociali in grado di tradurre un’idea in un progetto e in una realizzazione”. In anni recenti - raccontano - lo studio ha portato a termine in Italia una serie di esperienze particolarmente attente al tema della residenza sociale. In particolare due importanti progetti di cohousing, uno in provincia di Bologna e l’altro di Treviso. Esperienze all’interno delle quali hanno costruito prima un gruppo di persone interessate, poi lavorato alla condivisione di intenti e quindi alla fase di progettazione architettonica, capovolgendo di fatto il processo tradizionale.

Banca Popolare Etica Headquarters, Padova, Italia Ph Giulia Fedel

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Bangui, Central African Republic: Emergency Paediatric Centre

Il libro La bellitudine salverà il mondo Finito di stampare un mese prima dell’inaugurazione della 15a Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia, che ha avuto il merito di richiamare con forza l’attenzione su tematiche troppo spesso trascurate in termini pratici e disciplinari dalla critica e dai protagonisti dell’architettura occidentale, “La sporca bellezza” è un piccolo ma prezioso contributo letterario scritto da Raoul Pantaleo, fondatore e animatore con Massimo Lepore e Simone Sfriso di TAMassociati. Narra di un modo altro di fare architettura attraverso le riflessioni, le tensioni umane e le ansie esistenziali di un professionista impegnato a portare il suo contributo in contesti di selvaggia bellezza e di catastrofica povertà, spesso dilaniati da tragici conflitti lontani dalle cronache quotidiane occidentali. Luoghi dove non servono solo ruvidi contenitori di funzioni d’emergenza, ma dove l’architettura assume un valore altissimo in termini di speranza, appartenenza, partecipazione, legame con la tradizione e visione del futuro. Un’architettura senza prìncipi a sostegno di mirabolanti operazioni immobiliari, ma ricca di princìpi, che la riconducono ai bisogni reali,

a una rigorosa ecologia delle risorse materiali e a una bellezza coerente. O meglio, come lo stesso Pantaleo la definisce nel libro, alla Bellitudine: “Inventare questa nuova parola ha permesso di tornare a parlare di un bello pratico e pragmatico, utile, umile, frugale, sobrio; un bello che si prende cura delle cose, dei dettagli, delle proporzioni, che dà attenzione alle persone. In sintesi, è quel rispetto che bilancia la brutalità della vita”. Nota: Tutte le citazioni che nelle pagine seguenti appaiono in apertura dei progetti di TAMassociati sono tratte da questo libro.

Raoul Pantaleo La sporca bellezza Indizi di futuro tra guerra e povertà prefazione di Erri De Luca Elèuthera editrice, Milano 2016

Altro elemento determinate per il modo in cui TAMassociati si affaccia alla committenza sono i concorsi “Tasto dolente - sottolinea Lepore - perché in questo paese sono pochi e spesso fatti male. Quando ce n’erano di più ne abbiamo vinti molti, permettendoci di sviluppare esperienza e lavoro con la committenza pubblica. In questo momento, ad esempio, siamo impegnati su un progetto per una chiesa in un quartiere operaio a Viareggio, frutto di un concorso vinto, bandito dal Vaticano attraverso la CEI”. Senza dimenticare il recente grande impegno culturale e progettuale legato alla curatela del Padiglione Italia all’ultima Biennale di Architettura di Venezia (vedi, tra i molti che ne hanno parlato, anche lo scorso numero di Percorsi), definito da Lepore come una sorta di anno sabbatico che ha tenuto costantemente impegnato lo studio. E restando nel merito, Sfriso tiene a sottolineare un aspetto non secondario di questa esperienza: “Non abbiamo sforato di 1 euro il budget del Padiglione Italia. Un budget che per ragioni etiche abbiamo voluto fosse il più possibile sobrio e controllato. Quindi, largo spazio a collaborazioni con partner tecnici che potessero fornire materiali di riciclo e riuso attraverso cui è stato costruito il padiglione, che rappresenta un piccolo manifesto, da questo punto di vista, e un contributo tangibile all’idea di corretto uso delle risorse, condivisa all’interno di questa edizione della Biennale”. In tema di Biennale è possibile sintetizzare un bilancio? “Ci siamo dati un obiettivo molto ambizioso - risponde Simone Sfriso - raccogliere tra i 300 e i 350 mila euro, per finanziare la realizzazione dei progetti relativi ai 5 dispositivi mobili esposti nel Padiglione (ndr. vedi Percorsi 33). Ad oggi siamo riusciti a raccoglierne circa 112 mila, che consentono la realizzazione di 2 dispositivi, uno dei quali, quello di Emergency, è già quasi completato. Abbiamo deciso di prolungare almeno fino

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alla fine dell’anno (quindi oltre la chiusura della Biennale) il crowdfunding, con l’aspirazione di riuscire a finanziare tutti e 5 i progetti. Considerando che è la più importante campagna di crowdfunding mai lanciata in Italia, abbiamo avuto dei risultati notevoli, testimoniando come anche un evento temporaneo come la Biennale possa diventare occasione per lanciare e realizzare progetti di utilità sociale”. Come traducete il vostro approccio in rapporto alle tecniche e ai materiali costruttivi. “In maniera molto pragmatica”, risponde Sfriso e aggiunge: “Sia nei progetti per il sud del mondo sia in quelli per il nostro paese, l’esigenza di dover lavorare con la migliore tecnologia possibile è comunque il punto di inizio. Ma non c’è nulla di preconcetto. Si parte da quello che è disponibile sul luogo e il progetto cresce di conseguenza. Abbiamo imparato molto e continuiamo a imparare dalle tante realtà imprenditoriali italiane e dalla loro capacità di sviluppare eccellenze. Non è un caso ad esempio che il comparto della ceramica abbia raggiunto delle qualità così elevate nel nostro paese e non in altri. Proprio per la capacità di sviluppare in maniera artigianale un prodotto e trasferire questa attenzione alla

qualità, al dettaglio e al manufatto finito, realizzato su scala industriale”. Indipendentemente dalle condizioni in cui siete portati a confrontarvi, non rinunciate a priori a contenuti fondamentali, quali ad esempio gli aspetti di efficienza energetica e di comfort. Simone Sfriso risponde citando Charles Correa, un grande maestro dell’architettura del ‘900 protagonista della straordinaria stagione del modernismo tropicale che diceva: Form follows climate. Poi sottolinea: “Questo per noi significa che la forma nasce ovviamente e necessariamente rispettando il genius loci, le condizioni climatiche e il ricorso non tanto alla tecnologia più sofisticata disponibile, ma alla migliore possibile rispetto al progetto, cercando di costruire un rapporto equilibrato tra tradizioni costruttive locali e innovazione tecnologica che comunque è fondamentale. Una lezione praticata nel sud del mondo, che cerchiamo di trasferire nel nostro paese”. Abbiamo parlato di quello che avete sviluppato fino a oggi. Ma c’è qualcosa che non avete fatto e vorreste fare dal punto di vista professionale? “È una questione che non ci siamo mai posti in questi termini - risponde Sfriso - anche se in realtà c’è un ambito in cui ci sarebbe piaciuto lavorare: quello dell’edilizia scolastica. Speriamo che la stagione dei concorsi in tema, che pare si voglia riaprire, possa dare a tutti gli architetti e non solo a noi, questa possibilità”. Poi ci pensa un attimo e conclude: “In linea più generale credo però che sia soprattutto indispensabile mettere gli architetti e i progettisti nelle condizioni di esprimersi e portare il loro contributo rispetto alla costruzione o meglio alla ricostruzione del nostro paese. Dico ricostruzione non a caso, perché siamo in un momento storico in cui se guardiamo alle emergenze legate al dissesto idro-geologico, alla necessità di riqualificare le periferie, al ripetersi degli eventi sismici, sarebbe necessario un vero e proprio piano Marshall per ridare dignità al nostro territorio. Se non ora quando?”.

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TAMassociati

In this world of super-modern architecture, TAMassociati’s work serves to fuel the conviction that there is another way. It is an approach to innovation and production that manages to merge social values and scientific proficiency, working towards sustainable, eco-friendly aspirations reflected in the practice’s design and construction process, not to mention the perfectly judged use of the limited technological and economic resources available to them. Yet TAMassociati never compromises on the concept of architecture, harnessing its power to add quality and value in challenging situations. We spoke about this approach with Massimo Lepore and Simone Sfriso, who founded TAMassociati alongside Raul Pantaleo. In Italian, the word “tam” (or rather “tam-tam”), is synonymous with the immediate, direct diffusion of news, information and opinions via alternative channels. But while it is certainly possible to class TAMassociati’s work as taking an alternative direction, this is not where the name stems from. Neither is it some acronym created by forging the surnames of the founders. As Lepore explains, the TAM name encapsulates the practice’s desire to focus on projects stemming from a collective effort: “When we came up with it, we were idealistic architectural students with a bit of a revolutionary streak. We were looking to the future so wanted to pick up on ‘Metropolitan Architecture Trends’ [the initials of which form TAM in Italian]. This was in the mid-1980s and we were looking to spark a reaction against the dominant postmodern culture, supporting architecture which had a clear onus on social issues. This was the reason that we supported a European cultural association called Utopica, which brought together young architects, students, graduands and researchers.”

The practice was not originally set up to take on projects in difficult situations, which is what many now know it for. Theirs has been a long, gradual journey. As Lepore and Sfriso explained, their enthusiasm and willing were soon tempered by the reality of Northeastern Italy and in particular the province of Treviso, where they started out. TAM – which back then used the slogan “Architecture and communication for society” – focused on developing professional services for the budding tertiary sector. TAM’s activities spanned from ethical architecture right through to fully fledged environmentalism via issues relating to biological architecture, pre-empting the current focus on sustainability and energy efficiency. “In this area, we’ve worked with tertiary sector associations as these have always been one of our most important points of reference,” explains Lepore. “This was clearly illustrated by our display in the Italian Pavilion at the recent Biennale exhibition. Parallel to this, we have taken part in a whole series of competitions for contracts for public spaces, using the participatory planning techniques promoted by the National Association of Italian Municipalities (ANCI), the National Institute of Urban Planning (INU) and the World Wide Fund for Nature (WWF). All of these different activities gradually came to define our work.” As the practice grew, it was commissioned for increasingly prestigious projects, such as the headquarters of Banca Etica in Padua. TAMassociati then began collaborating with Emergency, which saw the practice broaden its operative horizons outside of Italy. In the international sphere, the practice’s design inspiration flowed, with considerable media exposure underpinning this. “In our work for Emergency,” adds Lepore, “we’ve had the chance to introduce the added value that architecture can bring, albeit adhering to strategy constraints.

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Cohousing “Ecoquartiere Quattro Passi”, Villorba, Treviso, Italia Ph Andrea Avezzù

Ethics and commitment TAMassociati is an architectural practice founded in 1996 by Massimo Lepore, Raul Pantaleo and Simone Sfriso, who set about assembling a team of professionals working in the fields of sustainable architecture, urban planning, landscape design, participatory planning processes, graphic design and social communication. In addition to TAMassociati’s main headquarters in Venice, the practice currently has offices in Bologna, Trieste and Paris and is internationally renowned for its creations and initiatives in the area of society-orientated design, the world of cooperatives, the tertiary sector, economic

solidarity and healthcare and assistance infrastructure (working with Emergency, among others) in some of the most crisis-hit areas in the southern hemisphere. It is complex, difficult work, based around ethics, pragmatism and using limited technical and economical resources properly without compromising on architecture. Above all, the goal is to use architecture to increase quality of life in even the most critical situations. The success of TAMassociati’s work so far is laid bare by the practice’s regular features in the leading architectural magazines and numerous invitations to take part in exhibitions including the Triennale di Milano and the Biennale di Venezia, as well as the many international awards it has won over the

years. The most recent of these include the Italian Gold Medal for Architecture 2012, the prestigious Aga Khan Award for Architecture 2013, the Giancarlo Ius Gold Medal 2013, the Curry Stone Design Prize 2013, the Zumtobel Group Award 2014 and the Italian Architect of the Year 2014. TAMassociati’s most well-known works include the central headquarters of the Banca Popolare Etica in Padua, the Paediatric Centre Bangui (Central African Republic), the Salam Centre for Cardiac Surgery, Container Medical Compound and Prayer and Meditation Pavilion in Khartoum (Sudan), the Paediatric Centre Nyala in South Darfur, Sudan, and the Paediatric Centre in Port Sudan (Sudan). Last but certainly not least,

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TAMassociati was chosen by Dario Franceschini, the Minister for Cultural Heritage and Activities and Tourism to curate the Italian Pavilion at the 15th Biennale di Venezia International Architecture Exhibition, which drew to a close on 27 November. Operating under the theme “Taking care – designing for the common good”, the Pavilion showcased a range of tangible examples and launched a crowdfunding campaign to finance five projects to be launched in Italy (takingcare.it). It was concrete proof of how architecture can help to promote and facilitate the principles of culture, society, participation, health, integration and legality, anywhere and on any scale. www.tamassociati.org


TAMassociati

The book Beauty will save the world It was perhaps fitting that printing of “La sporca bellezza” [Dirty Beauty], a short but sweet book written by Raoul Pantaleo (one of the founding members of TAMassociati alongside Massimo Lepore and Simone Sfriso), was finished just one month before the launch of the 15th Biennale di Venezia International Architecture Exhibition, whose aim it was to bring public attention back to themes all-too often overlooked by the critics and protagonists of western architecture. The book presents a different way of approaching architecture through the thoughts, human tensions and existential anxieties of a man committed to doing his bit in areas of rugged natural beauty and catastrophic poverty, many of which are sadly decimated by tragic conflicts which rarely get a mention in the western press. These are places where more than just emergency buildings are needed, because it has been proven that proper architecture can be of incredible value in terms of hope, belonging, participation, traditions and visions for the future. This is a humble approach to architecture, a far cry from the large-scale real-estate operations we are used to, but rich in principles rooted in the real needs of the

surrounding area, a strict ecological approach to the use of natural resources and an underlying commitment to beauty. As Pantaleo writes in the book, the key here is something he calls bellitudine, which can be roughly translated as “everyday beauty”: “By inventing this new word, I’ve been able to get back to a sense of beauty that is practical, pragmatic, useful, humble, frugal and understated. Beauty that takes care of things, of details, of proportions, of people. Quite simply, Note: All quotes in the following pages which describe TAMassociati projects are taken from this book.

Raoul Pantaleo La sporca bellezza Indizi di futuro tra guerra e povertà Preface by Erri De Luca Elèuthera editrice, Milan 2016

It should have been the last thing that sprang to mind for an organisation with the name Emergency. Yet in one year we won the three most important awards in the world of social design. That got our name out there a bit.” TAMassociati is very different to a traditional architectural practice. “Ours is a small studio,” explains Lepore. “We have a lightweight, flexible structure which adapts to fit our projects, because we work as a collective. Discussion, exchange, dialogue, listening. These are our basic principles. From the very beginning, we set up the practice more as a social enterprise rather than a traditional, professional practice.” “Let’s not forget,” adds Sfriso, “that while it’s always been the clients that choose the architects, architects still have the ability to choose which areas and values they want to channel their attention towards and how they want to approach the market.” TAMassociati has employed this approach not just for its projects in crisis areas, but also in its work in Italy, where – like all architectural practices – they are having to deal with an economic crisis that has struck the construction industry with particular force. “There’s not much point in talking about waiting for the crisis to blow over,” argues Sfriso. “This is not a passing phase but a structural reality and thus architects must be able to reinterpret and reinvent their role. We should act as supporters of projects and be able to engage the relevant parts of our economy, political system and society in order to transport an idea into a project and finally a creation.” Lepore and Sfriso explain that in recent years TAMassociati has completed a series of projects in Italy with a particularly strong focus on the theme of social housing, including two important cohousing projects in the provinces of Bologna and Treviso. In order to tackle these challenges, the practice first

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Nyala, South Darfur: Emergency Paediatric Centre

assembled a team of people interested in the issue, then worked on sharing objectives before moving on to the architectural design phase, thus moving away from the traditional process. Competitions are another key element in TAMassociati’s approach to securing orders. “It’s a bit of a sore point,” admits Lepore, “because in Italy there aren’t many of them and they’re often executed poorly. When there were more competitions we won a lot of them, which allowed us to build up experience and get involved in public works. Right now, for example, we’re working on a project for a church in a working-class area of Viareggio, which we secured by winning a competition organised by the Vatican via the CEI.” TAMassociati recently undertook an important cultural design project to oversee the Italian Pavilion at the Biennale di Architettura exhibition in Venice (see the last edition of Percorsi for more on the project, which received widespread coverage). Lepore defines the project as a kind of sabbatical year which kept the practice busy at all times. Sfriso is keen to point out one of the most important

parts of the experience: “We didn’t go a single euro over budget for the Italian Pavilion, which for ethical reasons we wanted to keep as sensible and controlled as possible. We focused on collaborating with partner companies who could supply recycled or reused materials and used these to build the Pavilion. It means that the Pavilion itself represents a kind of manifesto – a tangible contribution to the principle of using resources in a proper manner, something we wanted to show at this edition of the Biennale.” How would you sum up the experience of the Biennale? “We set ourselves a very ambitious objective,” explains Sfriso. “We wanted to raise between euro 300,000 and euro 350,000 in order to fund the construction of the five mobile structures displayed inside the Pavilion (see Percorsi 33). So far we’ve managed to raise around euro 112,000, which will be enough to build two of the structures, with the Emergency one almost complete. We’ve decided to extend the crowdfunding campaign until at least the end of the year (and thus beyond the end of the Biennale), in the hope of raising enough

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funds to finance all five projects. Considering the fact that this is the biggest crowdfunding campaign ever launched in Italy, we’ve done very well and shown that even a temporary event like the Biennale can be a chance to launch and implement socially relevant projects.” How does your approach tie in with the technical aspects of construction and materials? “Very pragmatically,” responds Sfriso. “The need to work with the best technology possible is the starting point, whether we’re talking about our projects in the southern hemisphere or those here in Italy. We never have any preconceived ideas. You start from what’s available in the area and the project develops from there. We’ve learned a lot and we continue to learn from Italy’s many business and their ability to achieve excellence. It’s no coincidence that the ceramics industry has reached such a high qualitative level in our country and not in others. It comes down to the industry’s ability to develop a product using artisanal techniques, maintaining a strong focus on quality, attention to detail and the finished product while rolling out on an industrial scale.” Regardless of the conditions you choose to work in, you never compromise on fundamental aspects such as energy efficiency and comfort. “Form follows climate,” replies Sfriso, quoting Charles Correa, the master architect of the 20th century

renowned for bringing modern architecture for India. “To us, that means that form obviously and necessarily stems from the prevailing character and climate of the area, and from using not the most sophisticated technology possible, but the best technology for the project. The aim is to strike a balance between local construction traditions and technological innovation, which is vital. It’s an approach we’ve employed in the southern hemisphere and one we try to apply in our country too.” We’ve spoken about the projects you’ve created thus far, but is there something that you haven’t done yet but that you’d like to achieve on a professional level? “We’ve never asked ourselves that question in those exact terms,” replies Sfriso, “but thinking about it there is one area we’d like to work in: schools. It looks like there will be a series of tenders in the area, so we hope that gives us – and indeed all architects – the chance to work in the field.” “From a more general standpoint,” adds Sfriso, “I think that the vital thing is to enable architects and designers to express themselves and contribute to the construction – or reconstruction – of our country. I choose the word reconstruction carefully, because we find ourselves in an historic moment characterised by hydrogeological instability, a real need to regenerate suburban areas and regular seismic events. When you consider all that, it’s clear that we need an all-out Marshall Plan to restore dignity to our land. And if not now, when?”

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Khartoum, Sudan: Centro cardiologico Salam

La rosa del deserto “I luoghi sono miniere di saperi, basta saperli scandagliare” Raul Pantaleo

Il villaggio ospedaliero realizzato per la NGO Emergency di Gino Strada, si sviluppa attorno a due enormi alberi di mango, che ne sottolineano simbolicamente il baricentro. I padiglioni, di misurata volumetria, sono disposti a corte assecondando il tradizionale sistema insediativo locale. L’insieme ispira un forte senso di domesticità e protezione dall’ostilità del mondo esterno. Il Centro Salam comprende tre nuclei di chirurgia, attrezzature di degenza per 63 posti letto, sale mediche, laboratori diagnostici, spazi di accoglienza e assistenza, configurandosi come un importante presidio sanitario specializzato, capace di fornire cure e servizi a oltre 50 mila pazienti all’anno provenienti non solo dal Sudan ma anche

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1. Blocco ospedaiero Surgery Center 2. Ingresso Main Entrance 3. Blocco tecnico Technical Building 4. Foresteria Relatives House 5. Servizi Service Building 6. Edificio impianti Facilities Building 7. Impianto pannelli solari Solar Panels 8. Padiglione preghiera e meditazione Prayer and Meditation Pavillon 9. Alloggi personale Medical Compound 10. Caffetteria Cafeteria

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Granitogres per Emergency Nell’ambito di un progetto così complesso da sviluppare e gestire, attenzione particolare è stata riservata alla scelta delle tecnologie costruttive, dei componenti e dei materiali. In questo quadro, tutti i pavimenti e i rivestimenti interni sono stati realizzati impiegando prodotti Casalgrande Padana e in particolare la linea Granitogres serie Technic, colore Nebraska nel formato 30x30, posato con superficie Secura nei corridoi e nelle camere e con finitura levigata nelle sale operatorie. Una linea di lastre ceramiche studiata per impieghi gravosi nell’edilizia pubblica e dei servizi, un prodotto evoluto ad alto contenuto ecologico, che ben si coniuga con il mandato e la natura del progetto per il Salam Centre. Nella scelta, TAMassociati ha posto particolare accento non solo sugli elevati contenuti tecnici della serie, ma anche sulle superfici antiscivolo e gli spessori maggiorati, in grado di soddisfare le più esigenti richieste di affidabilità e funzionalità, garantendo massima igiene e sicurezza, nonché elevati livelli di resistenza alle sollecitazioni fisico-chimiche, quali calpestio, usura, urti, abrasioni, fuoco e sbalzi termici.


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dai paesi confinanti. Al suo interno si svolge inoltre una importante attività di informazione e formazione per il personale medico e sanitario del luogo. Un modello di eccellenza capace di sostanziare la promozione e la realizzazione di altri poli analoghi nell’Africa continentale. Se la progettazione ospedaliera è per contenuti uno dei temi più complessi da affrontare, lo sviluppo architettonico del Salam Centre ha dovuto per mandato confrontarsi con la fattibilità, l’appropriatezza del gesto, le tecniche e le economie di un luogo così remoto. Le severe condizioni ambientali, con temperature che superano per lunghi periodi dell’anno i 40 °C, il martellante irraggiamento solare sul costruito e le polveri spinte dai forti venti del deserto, hanno reso necessario lo studio di specifiche tecniche per il raffrescamento, l’ombreggiamento, l’isolamento termico e la filtrazione, puntando su soluzioni estremamente semplici, ma al contempo efficaci, in alcuni casi ispirate dall’osservazione e dallo studio delle tradizioni locali (come per i grigliati di raffrescamento passivo mashrabija), al fine di rispettare l’obiettivo di fornire alla struttura non solo la migliore tecnologia realizzabile, ma anche quella più parsimoniosa e gestibile nell’ecologia delle risorse materiali e umane del luogo. Il tutto senza mai rinunciare a fare architettura e a fare dell’architettura uno degli elementi di plusvalore dell’intervento. Tra i molti esempi di questo approccio sensibile il riutilizzo, per la realizzazione degli alloggi destinati al personale medico, dei container impiegati per il trasporto in loco dei materiali da costruzione e delle attrezzature dell’ospedale. Nello specifico 90 container da 20 piedi sono stati integrati in unità che sfruttano un modulo e mezzo per alloggio, includendo il bagno e una veranda affacciata sul giardino.

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Scheda progetto Salam Centre Luogo Khartoum, Sudan Committente Emergency Blocco Ospedaliero Architetti TAMassociati Team di progettazione Raul Pantaleo, Massimo Lepore, Simone Sfriso, con Sebastiano Crescini Project manager Pietro Parrino Coordinamento Rossella Miccio Strutture Francesco Steffinlongo Progetto Impiantistico Studio Pasquini, Jean Paul Riviere con Nicola Zoppi Sale operatorie Franco Binetti Responsabili di cantiere Roberto Crestan con Alessandro Giacomello Progetto di fattibilitĂ Gino Strada, Emiliano Cinelli, Fabrizio Fasano, Andrea Cioffi Materiali ceramici Linea Granitogres serie Technic, colore Nebraska, formato 30x30, finitura Secura e Levigata Dati dimensionali 21,500 mq Superficie costruita Cronologia 2004 incarico 2004-2007 progetto 2005-2007 costruzione 2007 entrata in funzione

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Scheda progetto Salam Centre Blocco alloggi personale Architetti TAMassociati Team di progettazione Raul Pantaleo, Massimo Lepore, Simone Sfriso
 Coordinamento Pietro Parrino Strutture Francesco Steffinlongo Impianti Nicola Zoppi Direzione lavori Roberto Crestan, Alessandro Tamai, Claudio Gatti Dati dimensionali 2400 mq superficie costruita 150 posti letto Cronologia 2006 incarico 2006 progetto 2007-2009 costruzione 2009 entrata in funzione

Mentre 7 container da 40 piedi hanno sostanziato l’ala destinata a caffetteria e servizi. La struttura in lamiera dei container è stata implementata in termini prestazionali stratificando sia internamente, sia esternamente, un pacchetto isolante, unito a una copertura ventilata in lastre e sistemi di schermatura solare in bamboo. Per i suoi particolari contenuti e la capacità di coniugare con efficacia le complesse esigenze del progetto il Salam Centre di Khartoum è stato insignito nel 2013 dell’Aga Khan Award for Architecture.

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Khartoum, Sudan: Salam Centre for Cardiac Surgery

The desert rose “These places are oceans of knowledge, if only you know how to fathom them� Raul Pantaleo

The hospital built for Gino Strada’s NGO, Emergency, develops around two enormous mango trees, which symbolically underline its centre of gravity. The small-volume pavilions are arranged around a courtyard, according to the local traditional construction system. This gives a strong homey feel and a sense of protection from the hostility of the world outside. The Salam Centre includes three surgical units, hospital ward equipment for 63 beds, medical rooms, diagnostics laboratories, accommodation and assistance spaces, which make it an important specialised hospital that provides healthcare services to over 50 thousand patients a year from Sudan and neighbouring countries.

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Granitogres for Emergency Such a complex project to develop and manage has required special attention to the choice of construction technologies, components, and materials.Casalgrande Padana products were used for all floors and wall coverings. In particular, tiles from the Technic series of the Granitogres range, in Nebraska colour and 30x30 format with Secura surface finish, were installed in the corridors and rooms, while tiles with polished finish were used for the operating theatres. A range of ceramic tiles designed for heavy-duty applications in public and tertiary buildings. State-of-the-art and environmentally friendly products that perfectly fit the purpose and nature of the Salam Centre project. In choosing these materials, TAMassociati has focused not only on their technical features, but also on their non-slip surface and increased thickness to meet the most demanding reliability and functionality needs. In fact, these tiles ensure the highest levels of hygiene and safety, as well as of resistance to physical and chemical stress, such as treading, wear, impact, abrasion, fire, and thermal shock.

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Project Details Salam Centre for Cardiac Surgery Location Khartoum, Sudan Client Emergency Hospital Unit Architects TAMassociati Design Team Raul Pantaleo, Massimo Lepore, Simone Sfriso, with Sebastiano Crescini Project Manager Pietro Parrino Coordinamento Rossella Miccio Structures Francesco Steffinlongo Building Services Engineering Studio Pasquini, Jean Paul Riviere with Nicola Zoppi Operating Theatres Franco Binetti Construction Site Managers Roberto Crestan with Alessandro Giacomello Feasibility Study Gino Strada, Emiliano Cinelli, Fabrizio Fasano, Andrea Cioffi Ceramic Materials Renge: Granitogres, series: Technic, colour: Nebraska, dimensions: 30x30, finish: Secura and Polished Dimensional Details 21,500 sq.m constructed surface Timeline 2004 appointment 2004-2007 project 2005-2007 construction 2007 opening

The centre also hosts information and training activities for the local medical and healthcare professionals. A model of excellence that has promoted the creation of similar hospitals in continental Africa. If designing a hospital is one of the most complex things, the architectural development of the Salam Centre for Cardiac Surgery had to deal with feasibility, the appropriateness of the gesture, the techniques and economy of such a remote place. The harsh environmental conditions, with temperatures that exceed 40 °C for most of the year, the pounding sunlight, and frequent sandstorms have required the development of specific cooling, shading, thermal insulation, and filtration techniques.

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1. Frangisole in bambĂš Bamboo sun baffle 2. Copertura in lamiera Metal roof 3. Collettore solare termico Solar collectors 4. Isolamento termico Thermal insulation

5. Blocco servizi Bathroom 6. Struttura del container Container structure 7. Porte del container aperte Opened container doors 8. Vetrata termoisolante Window frame

The aim was to find extremely simple yet effective solutions, in many cases inspired by local traditions (such as in the case of mashrabiyas, i.e. passive cooling systems), to provide the facility with the best technology possible, which is also the most affordable and easy to manage in terms of local material and human resources. All this without ever renouncing architecture as added value to the intervention. Examples of this approach include the reuse of old containers, used to transport construction material and hospital equipment to the centre, to make the staff accommodation facilities. Ninety 20 ft containers were integrated into units consisting of one module and a half, including the bathroom and a veranda overlooking the garden. Other seven 40 ft containers were used for the cafeteria and services. The structure of the sheet metal container was implemented in terms of performance with an internal and external layer of insulation and a ventilated sheet metal roof and bamboo sun shades. Its features and ability to meet all the complex requirements of the project have earned the Salam Centre for Cardiac Surgery in Khartoum the 2013 Aga Khan Award for Architecture.

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Project Details Salam Centre for Cardiac Surgery Staff Accommodation Unit Architect TAMassociati Design Team Raul Pantaleo, Massimo Lepore, Simone Sfriso
 Coordinator Pietro Parrino Structures Francesco Steffinlongo Systems Nicola Zoppi Construction Supervision Roberto Crestan, Alessandro Tamai, Claudio Gatti Dimensional Details 2400 sq.m constructed surface 150 beds Timeline 2006 appointment 2006 project 2007-2009 construction 2009 opening

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Bangui, Repubblica Centrafricana: Centro Pediatrico Emergency

Risposta poetica “La parsimonia è gesto da reinventare tanto nella nostra società quanto in architettura. È la parsimonia a generare un bello etico: sintetizza l’utile, ma lo illumina di una luce diversa” Raul Pantaleo

Per archiviare reali ricadute nei contesti particolarmente difficili, l’efficacia degli interventi umanitari deve saper conciliare capacità di azione e di visione. Mettere in continuità temporale emergenza e contingenza. È in questa prospettiva che Emergency, dopo aver realizzato e avviato l’attività del centro cardiologico Salam di Khartoum in Sudan, ha messo in atto una strategia che ha come obiettivo la costruzione di una rete di cliniche satellite localizzate in 9 realtà nazionali confinanti. Lo standard funzionale, su cui sviluppare con singolarità architettonica ogni progetto, prevede una superficie coperta di circa cinquecento metri quadrati da dedicare a pazienti pediatrici, una clinica cardiologica, un dipartimento di degenza temporanea e uno di diagnostica. In termini di progettazione responsabile, lo sviluppo di queste unità rappresenta un’opportunità per approfondire e implementare le metodologie di intervento e le tecniche bio-ecologiche affrontate con il progetto del Salam Centre. Non di meno è considerata una priorità dedicare attenzione alla qualità dell’architettura, creando edifici che possono rappresentare un modello per i paesi dove sono chiamati a operare. La prima di queste cliniche è stata realizzata a Bangui, capitale della Repubblica Centrafricana.

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Scheda progetto Centro Pediatrico Emergency Luogo Bangui, Repubblica Centrafricana Committente Emergency Architetti TAMassociati Team di progettazione Massimo Lepore, Raul Pantaleo, Simone Sfriso Coordinamento del progetto Pietro Parrino Progetto strutturale Francesco Steffinlongo Progetto Impiantistico Nicola Zoppi Responsabili di cantiere Roberto Crestan, Alessandro Tamai Impresa di costruzioni Becair - Repubblica Centrafricana Materiali ceramici Linea Granitogres serie Technic, colore Nebraska, formato 30x30, finitura Secura e Levigata Dati dimensionali 3.000 mq superficie totale lotto 430 mq superficie totale coperta Cronologia 2007 inizio lavori 2008 completamento

Per comprendere la criticità del contesto, il programma di Sviluppo delle Nazioni Unite UNPD, classifica il paese al 171° posto su 177 nazioni, con una aspettativa media di vita di soli 44 anni. Il Centro Pediatrico di Bangui offre assistenza a bambini di età fino a 15 anni e provvede inoltre a tenere corsi educativi di igiene e sanità. I medici di Emergency visitano una media di 70 pazienti ogni giorno. Il centro è inoltre dotato di due ambulatori cardiologici dove lo staff internazionale

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compie periodicamente uno screening dei bimbi affetti da queste patologie. Chi necessita di trattamenti viene trasportato gratuitamente al Salam Centre di Khartoum. Al ritorno dagli interventi, a Bangui vengono assicurati i trattamenti post operatori e gratuitamente tutte le medicine necessarie. La costruzione del complesso è stata assegnata a un contractor locale, selezionato attraverso un concorso d’appalto che ha coinvolto 6 imprese, incluse alcune europee già operanti nella zona. L’edificio, con tipologia a corte, presenta corpi di fabbrica a un solo piano racchiusi attorno a un patio centrale. Come racconta Raoul Pantaleo nel suo “La sporca Bellezza” (vedi recensione in queste pagine): “Negli anni abbiamo trovato un compromesso ragionevole tra protezione e apertura. Negli ospedali costruiti in Darfur, in Sudan o in Sierra Leone, le finestre devono essere piccole per poterle facilmente mascherare e per evitare, in caso di esplosione, di generare troppe schegge, mentre i muri devono essere massicci per proteggere dagli urti e gli edifici introversi per essere chiusi all’occorrenza. Anche a Bangui abbiamo messo in pratica questi principi, ma nel varco della recinzione avevamo intravisto la poesia di un segno che, nonostante tutto, parlasse della vita e della gioia che quell’edificio voleva rappresentare”. Grande attenzione è stata dedicata alla scelta dei materiali e alle soluzioni capaci di implementare le capacità termiche passive dell’edificio. La clinica è dotata di pareti in mattoni di laterizio a elevato isolamento, un sistema di copertura a ventilazione naturale con struttura in legno e lastre corrugate, vetri bassoemissivi e sistemi di schermatura solare per minimizzare l’irraggiamento e il conseguente carico termico sull’involucro.

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Ma tanta dedizione tecnologica e parsimonia operativa non nega la qualità della figura architettonica e nemmeno lo spazio alla poesia. CosÏ, all’interno della corte, per alleviare le sofferenze e intrattenere i giovani pazienti, sono state collocate una serie di splendide sculture ludiche zoomorfe, costruite con maestria da artigiani locali intrecciando umili elementi di rattan.

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Bangui, Central African Republic: Emergency Paediatric Centre

Poetic response “Thrift should be reinvented both in society and architecture. Thrift generates ethical beauty: it summarises all things useful under a new light� Raul Pantaleo

Humanitarian interventions must combine action and vision to have a real impact on particularly difficult contexts. Emergency and contingency must be placed in temporal contiguity. This is the approach that Emergency has used, after building and launching the Salam Centre for Cardiac Surgery in Khartoum, Sudan, to build a network of satellite clinics located in 9 neighbouring countries. The functional standard, on which every project is developed with architectural uniqueness, consists of a covered surface of approximately five hundred square metres, which will house a cardiology clinic, a short-stay unit, and a diagnostics unit, all dedicated to paediatric patients. In terms of responsible planning, the development of these units represents an opportunity for improving and implementing the intervention methods and bioecological techniques of the Salam Centre project. Moreover, attention to the architectural quality was a priority. This has led to the creation of buildings that can be a model for the countries where they operate. The first of these clinics was created in Bangui, the capital of the Central African Republic.

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The United Nations Development Programme (UNDP) has ranked the Central African Republic 171st out of 177 countries, with an average life expectancy of only 44 years. The Bangui Paediatrics Centre provides healthcare assistance to children up to 15 years old and holds hygiene and health education courses. The Emergency physicians examine an average of 70 patients a day. The centre is equipped with two cardiology surgeries, where the international staff periodically screens children who suffer from these diseases. Those who need to undergo surgery are taken to the Salam Centre for Cardiac Surgery in Khartoum free of charge. When they return from surgery to Bangui, they undergo free postoperative treatments and receive all the care they need. The complex was built by a local contractor selected through a tender that involved 6 companies, including a few European ones who already operate in that area. The complex with a courtyard consists of one-story buildings around a central patio. As Raul Pantaleo recounts in “La Sporca Bellezza” (see review in this issue): “Over the years, we have found a reasonable compromise between protection and opening. In the hospitals built in Darfur, Sudan, and Sierra Leone, windows must be small to shade them easily and avoid too many shards in the event of an explosion. On the other hand, walls must be thick to protect against impacts, and the building must be introverted to be closed whenever necessary. We have put these principles into practice in Bangui as well. In the opening in the fence, we saw the poetry of a sign that, despite everything, could express the life and joy that that building wanted to represent.” A lot of attention was paid to the choice of materials and solutions that could implement the building’s passive thermal capacity. The clinic has high-insulation brick walls, a roof with a natural ventilation system with a wood and corrugated sheet metal structure, Low-E glass windows, and sun shading systems to minimise the thermal load on the envelope. Such technology and thrift leave plenty of space to architectural quality and poetry. For example, a series of splendid animal-shaped sculptures – made by local craftsmen by weaving rattan elements – are placed in the courtyard for the little patients to play with. CASALGRANDE PADANA

Project Details Emergency Paediatric Centre Location Bangui, Central African Republic Client Emergency Architects TAMassociati Design Team Massimo Lepore, Raul Pantaleo, Simone Sfriso Project Coordinator Pietro Parrino Structural Project Francesco Steffinlongo Building Services Engineering Nicola Zoppi Construction Site Managers Roberto Crestan, Alessandro Tamai Construction Company Becair - Central African Republic Ceramic Materials Range: Granitogres, series: Technic, colour: Nebraska, dimensions: 30x30, finish: Secura and Polished Dimensional Details 3,000 sq.m overall plot surface 430 sq.m overall covered surface Timeline 2007 commencement of work 2008 completion

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Nyala, Sud Darfur: Centro Pediatrico Emergency

Verità è bellezza “Semplici ed efficaci, due requisiti essenziali per rimanere nella storia dei saperi umani” Raul Pantaleo

Nyala è la capitale del Sud Darfur, una città abitata da oltre un milione e mezzo di persone, in larga parte profughi in fuga dalla guerra, che vivono in 7 campi sorti nei sobborghi. Il Centro Pediatrico, aperto ventiquattro ore su ventiquattro, offre cure ai bambini fino a 14 anni, attività di educazione igienico-sanitaria alle famiglie e formazione teorico-pratica allo staff medico nazionale. Fa inoltre parte di un Programma regionale di pediatria e cardiochirurgia, per individuare i pazienti da operare presso il Centro Salam di Khartoum ed effettuare le visite post operatorie. Costruire in un’area di crisi appena uscita da un lungo conflitto ha rappresentato per TAMassociati una sfida sia sul piano etico che tecnologico: “La clinica pediatrica di Nyala è stata sviluppata in condizioni estreme, tali da farci considerare la semplicità come una strategia efficace, senza per questo perdere di vista gli alti standard qualitativi”. Il risultato si è tradotto in una grande operazione di sintesi nel campo delle tecnologie innovative e tradizionali per il raffrescamento, il riciclo, l’uso di materie prime locali, l’inserimento paesaggistico, il risparmio energetico, così come nel campo del linguaggio architettonico fatto di segni, colori, materiali ed elementi naturali. La nostra proposta, spiegano TAMassociati: “Ha voluto dar voce a un’idea di modernità sostenibile innovativa per il Sud Darfur, ma non solo per questa realtà. Un processo di riduzione, minimizzazione, ottimizzazione riconducibile all’ampia categoria teorica della decrescita”. Il risultato è un progetto capace di conciliare la necessità di raggiungere standard tecnologici elevati unitamente a principi di semplicità, bellezza ed eco-sostenibilità. Il complesso si sviluppa attorno a un enorme baobab, facendo propri i principi insediativi della casa araba, minimizzando le facciate esposte al sole e favorendo le ombre portate nella corte in esso racchiusa. 32) Percorsi in ceramica 34


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Gli edifici di ridotta altezza mitigano l’effetto ospedaliero ispirando nei piccoli pazienti il senso di domesticità attraverso la sensazione di essere non solo “oggetti di cura” ma anche “soggetti” cui garantire quel rispetto che spesso nella quotidianità viene loro negato. Dal punto di vista progettuale, la sfida ambientale è stata particolarmente impegnativa. In Sud Darfur per lunghi periodi dell’anno le temperature superano i 40 °C, raggiungendo e superando spesso anche i 50 °C con umidità tra il 5 ed il 10%. La clinica è un edificio molto semplice, in perfetta sintonia con i sistemi costruttivi tradizionali. Le strutture portanti sono in laterizio di grande spessore (prodotto nelle vicine fornaci di Nyala), con interposta camera d’aria ventilata al fine di ottenere buoni livelli di comfort ambientale, anche grazie allo sfasamento termico nel ciclo giorno-notte. La copertura adotta il sistema della tradizione locale a voltine ribassate di laterizio, denominate jagharsch (harsch in arabo significa arco) ed è protetta dall’irraggiamento solare da un contro-tetto in lamiera che crea una camera d’aria ventilata. Oltre a questi dispositivi, al fine di perseguire il benessere ambientale in fase progettuale si è provveduto: a limitare le forometrie esterne (peraltro opportunamente schermate); a ricorrere a un sistema di mascheramento solare delle facciate per ridurne l’irraggiamento mediante schermi intrecciati di bambù; ad assicurare un’adeguata ventilazione e raffrescamento degli ambienti, sia attraverso flussi naturali (con camini esterni di captazione dei venti dominanti dotati di labirinti per la sedimentazione delle polveri), sia meccanici mediante water cooler di tipo industriale. L’insieme di questi dispositivi hanno permesso di ridurre notevolmente l’uso dei sistemi raffrescanti ma soprattutto della potenza frigorifera necessaria a condizionare la clinica, a vantaggio dei costi di realizzazione e di futura manutenzione e gestione. Ma circoscrivere al solo pragmatismo il risultato di questo lavoro è sicuramente riduttivo. Rappresenta infatti una ulteriore tappa del percorso intrapreso da TAMassociati che, attraverso l’impegno di progettare per il bene comune e la pratica della parsimonia, porta alla definizione di una scala altra di valori tra firmitas, utilitas e venustas.

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Scheda progetto Centro Pediatrico Emergency Luogo Nyala, Sud Darfur Committente Emergency Architetti TAMassociati Team di progettazione Massimo Lepore, Raul Pantaleo, Simone Sfriso con Laura Candelpergher e Enrico Vianello Responsabile del progetto Pietro Parrino Coordinamento Rossella Miccio, Pietro Parrino Consulente strutturale Francesco Steffinlongo Progetto Impiantistico Franco Binetti con Nicola Zoppi Responsabili di cantiere Roberto Crestan, Alessandro Tamai Impresa di costruzioni Tigali Nyala Materiali ceramici Linea Granitogres serie Technic, colore Nebraska, formato 30x30, finitura Secura e Levigata Dati dimensionali 3.290 mq superficie totale lotto 1.160 mq superficie totale coperta Cronologia 2009 inizio lavori 2010 completamento

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Nyala, South Darfur: Emergency Paediatric Centre

The truth is beauty “Simplicity and effectiveness, two essential requirements to remain in the history of human knowledge� Raul Pantaleo

Nyala is the capital of South Darfur, a city with a population of over one and a half million, mostly refugees fleeing from war, who live in 7 refugee camps in the suburbs. The Paediatric Centre is open 24 hours a day and provides healthcare services for children up to 14 years old, hygiene and health education for families, and theoretical/practical training for national medical staff. It is also part of a regional paediatrics and heart surgery programme to identify the patients who will undergo surgery at the Salam Centre for Cardiac Surgery in Khartoum and carry out postoperative follow-ups. Building in an area that has just come out from a long war has been a great ethical and technological challenge or TAMassociati.

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Project Details Emergency Paediatric Centre Location Nyala, South Darfur Client Emergency Architects TAMassociati Design Team Massimo Lepore, Raul Pantaleo, Simone Sfriso with Laura Candelpergher and Enrico Vianello Project Manager Pietro Parrino Coordinator Rossella Miccio, Pietro Parrino Structural Consultants Francesco Steffinlongo Building Services Engineering Franco Binetti with Nicola Zoppi Construction Site Managers Roberto Crestan, Alessandro Tamai Construction Company Tigali Nyala Ceramic Materials Range: Granitogres, series: Technic, colour: Nebraska, dimensions: 30x30, finish: Secura and Polished Dimensional Details 3,290 sq.m overall plot surface 1,160 sq.m overall covered surface Timeline 2009 commencement of work 2010 completion

“The Nyala paediatrics clinic was developed under extreme conditions, which made us think of simplicity as an effective strategy without neglecting quality standards.” The result was an impressive operation that combined innovative and traditional cooling and recycling technologies, use of local raw materials, integration into the landscape, and energy savings with an architectural language made of signs, colours, natural materials and elements. “Our proposal – explain TAMassociati – has given a voice to an idea of sustainable and innovative modernity for South Darfur and not only. A reduction, minimisation, optimisation process t related to the broad theoretical category of degrowth.” The result is a project that combines the need for high technological standards and the principles of simplicity, beauty, and sustainability. The complex develops around an enormous baobab tree according to the principles of Arab housing, thus minimising the façades exposed to the sun in favour of the shade brought in its courtyard. The reduced height of the buildings mitigates the “hospital effect”, inspiring a homey feeling to the little patients, who are not just patients to be treated, but also people to whom the respect that is often denied in everyday life must be ensured. As far as the project was concerned, the environment was particularly challenging. In South Darfur, temperatures exceed 40 °C for most of the year, and even reach 50 °C with a relative humidity from 5 to 10%.

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The clinic is a very simple building in perfect harmony with traditional construction systems. The load-bearing structures are made of high thickness bricks (made in Nyala’s nearby furnaces) with an interposed ventilated air chamber to provide environmental comfort also thanks to the thermal lag in the day-night cycle. The roof is made with the traditional local system consisting of brick vaults called jagharsch (harsch in Arabic means “arch”). A secondary sheet metal roof protects it from the sun, creating a ventilated air chamber. In addition to these solutions, environmental wellbeing was pursued by limiting external openings (and those few ones are appropriately shielded), adopting a sun shielding system consisting of woven bamboo shades for the façades, ensuring appropriate ventilation and cooling through natural flows (with external wind catchers equipped with dust sedimentation labyrinths) and mechanical flows (through industrial water coolers). All these devices have helped reduce the use of cooling systems and, more importantly, the cooling capacity required for air conditioning the clinic. This is a great advantage in terms of construction, future maintenance, and management costs. But this project was not just about being pragmatic. It was a further step along the road that TAMassociati has taken, which, through the commitment of designing for the common good and practising thrift, leads to a scale of values based on firmitas, utilitas and venustas.

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Freetown, Sierra Leone: Centro chirurgico e pediatrico di Goderich

La speranza di non essere più utili “La Sierra Leone è di una bellezza abbagliante e nasconde con pudore le miserie dell’umanità che qui abita” Raul Pantaleo

Fino al 2007 il tasso di mortalità infantile era in questi luoghi il più alto al mondo, determinato principalmente dalla diffusione di malaria, diarrea, malnutrizione e infezioni. Secondo il Rapporto 2010 del Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP) la Sierra Leone era al 158° posto su 169 nella graduatoria dell’indice di sviluppo umano. Anche le statistiche dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) evidenziano la precarietà delle condizioni di vita nel paese: l’aspettativa di vita è di 49 anni, il 21% dei bambini minori di 5 anni è sottopeso. L’ospedale di chirurgia e pediatria di Goderich, un villaggio alla periferia della capitale Freetown, era stato realizzato da Emergency nel 2001, appena conclusa la guerra civile che aveva messo in ginocchio il paese e distrutto le già scarse infrastrutture sanitarie. Per far fronte alle impellenti necessità, i criteri di ammissione sono stati progressivamente ampliati fino a comprendere la chirurgia d’urgenza, la traumatologia e la chirurgia mirata al trattamento di malformazioni congenite o acquisite. In risposta alle numerose richieste, la struttura ospedaliera è stata ampliata nel 2002 con la costruzione di un ambulatorio pediatrico, e nel 2003 con l’apertura di una corsia medica pediatrica da 20 posti letto per ricoverare i bambini più gravi. A numerosi anni di distanza, purtroppo, le condizioni della sanità in Sierra Leone non hanno registrato significativi miglioramenti, tanto che questa pur ridotta struttura continua a essere il meglio che un paese di quasi 5 milioni di abitanti è in grado di offrire. L’ospedale di Emergency a Goderich è semplicemente indispensabile. Per questa ragione, passata l’emergenza della guerra, è stato reputato necessario dare un segnale forte di crescita e stabilità, decidendo nel 2010 di intervenire con un suo radicale ammodernamento, portato a compimento tra il 2012 e il 2014. Il programma ha previsto la realizzazione di un nuovo blocco operatorio con tre sale e la nuova area di terapia intensiva, oltre alla ristrutturazione del pronto soccorso. I lavori sono stati condotti con obiettivi di elevata qualità, senza trasgredire in alcun modo agli standard sanitari necessari 40) Percorsi in ceramica 34


Scheda Progetto Centro chirurgico Emergency Luogo Goderich, Sierra Leone Committente Emergency Architetti TAMassociati Team di progettazione Raul Pantaleo, Massimo Lepore, Simone Sfriso, Enrico Vianello con Emergency logistic office Responsabile del progetto Pietro Parrino Progetto impiantistico Climosfera srl Consulente strutturale INGECO srl Responsabili di cantiere Alessandro Tamai, Alessandro Giacomello Impresa di costruzioni Tigali Nyala Materiali ceramici Linea Granitogres serie Technic, colore Nebraska, formato 30x30, finitura Secura e Levigata Dati dimensionali Area lotto: 5000 mq. Superficie coperta: 400 mq (costruzione blocco chirurgico), 1800 mq (ristrutturazione) Cronologia 2011 inizio lavori 2013 completamento

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in un moderno blocco operatorio, sviluppando però una struttura particolarmente essenziale. Risultato reso possibile mettendo a frutto l’esperienza di semplificazione e riduzione maturata negli anni precedenti in interventi analoghi realizzati in contesti difficili, che hanno consentito di definire con esattezza cos’era utile e cosa no. Un esercizio che sarebbe valido anche nelle strutture occidentali, a beneficio dei costi e della manutenzione. Del passaggio da ospedale di guerra a ospedale di pace, hanno beneficiato non solo le dotazioni e le prestazioni sanitarie erogate, ma anche la qualità degli spazi e delle attrezzature, una più attenta cura dei dettagli e una figura architettonica che nella sobrietà dei mezzi riesce a farsi “luogo”, simbolo di valori solidali, identitari e condivisi. Un edificio simbolo di una caparbia utopia, con la speranza espressa: “Che tra dieci anni si possa lasciare questo paese al proprio futuro. Sarà il momento in cui capiremo di non essere più utili”.

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ceramiche bioattive

Bios per Goderich

Bios Ceramics®

I lusinghieri risultati conseguiti nella realizzazione del Centro di cardiologia pediatrica Salam in Sudan, hanno guidato i progettisti ad adottare anche per l’ospedale di Goderich i materiali ceramici di Casalgrande Padana. Per i pavimenti e i rivestimenti del nuovo pronto soccorso e delle sale operatorie sono state infatti utilizzate lastre ceramiche della linea Bios Antibacterial Ceramics® in grès porcellanato a tutta massa pienamente vetrificato, brevettate e certificate a testimonianza delle più elevate prestazioni antibatteriche, quindi particolarmente idonee per questa tipologia applicativa.

Bios Ceramics®, è una nuova ed esclusiva generazione di prodotti ceramici per l’architettura, con caratteristiche assolute e certificate nel campo della riduzione dell’inquinamento ambientale, dell’autopulizia e della capacità di abbattere i principali ceppi batterici. Per rispondere a qualsiasi esigenza applicativa in interni ed esterni, la produzione si articola in due linee estremamente specializzate: Bios Self-Cleaning® e Bios Antibacterial®. Bios Self-Cleaning®, frutto di un Master Agreement siglato con TOTO, è una linea di lastre ceramiche sviluppata per la realizzazione di rivestimenti esterni di facciata. Grazie allo speciale

trattamento basato sulla tecnologia HYDROTECT®, in presenza di luce solare attiva una reazione in grado di abbattere gli inquinanti presenti nell’aria, decomporre lo sporco che si deposita sulla sua superficie e rimuoverlo grazie all’azione naturale dell’acqua piovana. Bios Self-Cleaning® viene offerta in una vastissima gamma di proposte in termini di formati, finiture e cromie, non ponendo limiti alla creatività. Bios Antibacterial® è una linea di lastre ceramiche da rivestimento e pavimentazione in grès porcellanato pienamente vetrificato dotata di proprietà antibatteriche assolute e certificate, in grado di abbattere al 99,9% i principali ceppi batterici

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presenti negli ambienti confinati; non ha bisogno di luce per attivarsi e in presenza di umidità, tradizionale terreno fertile per lo sviluppo della flora batterica, amplifica addirittura i propri effetti benefici. Articolata in due varianti di prodotto - Bios Antibacterial HYDROTECT®, destinato agli impieghi in ambito residenziale, commerciale leggero, spa, centri benessere e piscine, e Bios Antibacterial GRANITOGRES®, destinato agli ambienti ad altissimo traffico come centri commerciali, aeroporti, scuole, ambienti industriali ecc. - la serie è in grado di offrire la più completa, efficiente e certificata gamma di prodotti nel settore delle ceramiche bioattive.


TAMassociati

Freetown, Sierra Leone: Goderich surgical and paediatric centre

The hope of not being useful anymore “Sierra Leone is a land of dazzling beauty that shyly hides the miseries of the humanity who lives here” Raul Pantaleo

Until 2007, the infant mortality rate here was one of the highest in the world, mainly due to malaria, diarrhoea, malnutrition, and infections. According to the United Nations Development Programme (UNDP) 2010 report, Sierra Leone was ranked 158th out of 169 in the human development index. The statistics of the World Health Organisation (WHO) also highlight the country’s precarious living conditions: life expectancy is 49 years, 21% of children under 5 years old is underweight. The surgical and paediatric hospital in Goderich, a village in the suburbs of the capital, Freetown, was created by Emergency in 2001, just after the end of the civil war that had brought an already destroyed country with poor healthcare infrastructure to its knees. The admission criteria have gradually expanded to deal with urgent needs and include emergency surgery, traumatology, and surgery for treating congenital or acquired malformations. The high number of requests led to expanding the hospital in 2002 with the construction of a paediatric surgery, and in 2003 with a paediatric ward with 20 beds for the most serious cases. Sadly, several years later, the healthcare conditions in Sierra Leone have not shown significant improvement.

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Project Details Emergency surgical centre Location Goderich, Sierra Leone Client Emergency Architects TAMassociati Design Team Raul Pantaleo, Massimo Lepore, Simone Sfriso, Enrico Vianello with the Emergency logistics office Project Manager Pietro Parrino Building Services Engineering Climosfera srl Structural Consultants INGECO srl Construction Site Manager Alessandro Tamai, Alessandro Giacomello Ceramic Materials Renge: Granitogres, series: Technic, colour: Nebraska, dimensions: 30x30, finish: Secura and Levigata Dimensional Details Plot surface: 5000 sq.m Covered surface: 400 sq.m (construction of surgical unit), 1800 sq.m (restoration) Timeline 2011 commencement of work 2013 completion

In fact, this facility continues to be the best that this country, with a population of almost 5 million, has to offer. Emergency’s Goderich hospital is simply indispensable. This is why, once the war was over, it was vital to give a strong sign of growth and stability, which led to the decision, in 2010, to refurbish it completely. The works were carried out between 2012 and 2014. The programme included the construction of the new surgical unit, with three operating theatres, and a new intensive care unit, as well as the restoration of the emergency room. The works were carried out focusing on quality, meeting the healthcare standards of a modern surgical unit, and developing an essential facility. This result was possible thanks to the experience with simplification and reduction consolidated over the years with similar projects in difficult contexts, which allowed the definition of what was useful and what wasn’t. This approach would also be effective in Western facilities with great benefits in terms of costs and maintenance. The shift from a war hospital to a peace hospital has had a beneficial effect not only on the healthcare equipment and services provided, but also on the quality of spaces and instrumentation. All this has resulted in a keener eye for detail and an architectural figure that makes it a place symbol of solidarity, identity, and shared values. A symbol of a stubborn utopia, with the hope that “in ten years time, we can leave this country to its future. That’s when we’ll understand that we will no longer be useful.”

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Bioactive ceramics Bios for Goderich The positive results achieved with the Salam Centre for Cardiac Surgery in Sudan have led the designers to use Casalgrande Padana ceramic materials also for the Goderich hospital. The Bios Antibacterial Ceramics® range was used for the floors and wall coverings of the new emergency room and operating theatres. These patented and certified fully vitrified and full-body porcelain stoneware tiles deliver a high antibacterial performance, which makes them particularly indicated for this field of application.

Bios Ceramics® Bios Ceramics® is a new and exclusive range of ceramic products for architecture with certified pollution abatement performance as well as self-cleaning and antibacterial properties. The range consists of two highly specialised series for meeting any interior or exterior application requirement: Bios Self-Cleaning® and Bios Antibacterial®. Bios Self-Cleaning® is the result of a Master Agreement with TOTO, and is a range of ceramic tiles for façade cladding. The special treatment based

on the HYDROTECT® technology allows the activation of a reaction in the presence of sunlight that reduces air pollutants and decomposes dirt deposits, which are washed away by rainwater. Bios Self-Cleaning® comes in a wide selection of formats, finishes, and colours, without any limit to creativity. Bios Antibacterial® is a range of fully vitrified porcelain stoneware floor and wall tiles, which stand out for their certified antibacterial properties which can reduce the main bacterial strains in neighbouring areas by

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99.9% even without the presence of light. Humidity, fertile ground for the development of bacteria, even enhances the beneficial effect of these tiles. This range comes in two versions: Bios Antibacterial HYDROTECT®, for residential and commercial buildings, spas, wellness centres, and swimming pools; and Bios Antibacterial GRANITOGRES® for high-traffic areas, such as shopping centres, airports, schools, and industrial environments. This series provides the most complete and efficient range of certified products in the bioactive ceramics sector.


NEWS

Creative Centre Milano

La ceramica incontra il progetto d’architettura Creative Centre Milano Foro Bonaparte 74 20121 Milano

Particolarmente sensibile e attenta ai fenomeni di evoluzione che interessano il panorama architettonico internazionale, Casalgrande Padana ha promosso e consolidato un proficuo rapporto di collaborazione e dialogo con i protagonisti del progetto. L’impegno si è tradotto, da un lato nella ricerca e nello sviluppo di prodotti particolarmente innovativi (a livello estetico e morfologico, ma anche prestazionale, ambientale e di sostenibilità), adottati in larga scala in svariate applicazioni e in

numerose architetture iconiche; dall’altro nella promozione e nel sostegno di iniziative culturali di grande rilievo nei più diversi ambiti applicativi della ceramica, al fianco di importanti partner e istituzioni. L’attenzione verso la qualità assoluta si qualifica anche sul piano dei servizi, mediante la struttura Padana Engineering - società di consulenza, specializzata nell’assistenza in ogni fase di sviluppo del progetto ceramico per l’architettura. In questa strategia un posto di rilievo vanno assumendo

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NEWS Creative Centre Milano: Tutti gli incontri del 2016 CERAMICA e ARCHITETTURA l’esperienza di Casalgrande Padana analizzata attraverso le storie professionali di: 5+1AA, 4 maggio Relatore Alfonso Femia Studio Libeskind, 18 maggio Relatore Agostino Ghirardelli Andrea Maffei Architects, 8 giugno Relatore Andrea Maffei TAMassociati, 26 ottobre Relatori Simone Sfriso e Raul Pantaleo Studio Marco Piva, 10 novembre Relatore Marco Piva Organizzazione culturale CASABELLA formazione. Per questa iniziativa sono stati riconosciuti dal CNAPPC 2 crediti formativi professionali per ciascun incontro. CREATIVE BOOK CASALGRANDE PADANA in occasione dell’uscita del volume in allegato a CASABELLA, i vincitori del Grand Prix parlano dei loro progetti:

i Creative Centre, poli di informazione e formazione che si connotano come luoghi di contatto, dialogo, condivisione e servizio, tra produzione industriale e progettazione, capaci di fare interagire innovazione e creatività, nel campo dell’architettura, del design e dell’arte. Accanto al primo di questi poli, da tempo operativo a poca distanza dagli impianti produttivi di Casalgrande e realizzato su progetto architettonico e allestimento di Studio Cerri Associati Engineering, è stato recentemente inaugurato il Creative Centre di Milano. Situato in Foro Bonaparte 74, nel cuore del Brera Design

District, con allestimento curato dall’architetto Mario Righi finalizzato all’esposizione di tutte le collezioni Casalgrande Padana, il Creative Centre di Milano non è un semplice showroom, ma un luogo multitasking in cui il professionista può trovare soluzioni, approfondire la conoscenza del materiale, ricevere consulenza e assistenza per gli aspetti più significativi del progetto, in vista dell’ulteriore sviluppo offerto dalla divisione Engineering e, non ultimo, avere l’opportunità di frequentare cicli di incontri e seminari sui temi dell’architettura e del design.

Peia Associati + JM Architecture, 15 novembre Relatori Giampiero Peia e Jacopo Mascheroni 5+1AA Agenzia di Architettura srl + SGB Architetti, 22 novembre Relatori Alfonso Femia e Gianluca Peluffo Giulio Barazzetta e Sergio Gianoli Labics + Studio Drigo, 30 novembre Relatori Maria Claudia Clemente e Roberto Drigo Organizzazione culturale CASABELLA formazione. Per questa iniziativa sono stati riconosciuti dal CNAPPC 3 crediti formativi professionali per ciascun incontro.

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In tal senso preziosa è la collaborazione avviata con la rivista internazionale di architettura CASABELLA, in particolare con la divisione CASABELLA formazione, che ha sviluppato presso il Creative Centre di Milano un articolato programma di iniziative per rispondere alla domanda di formazione e agli obblighi di aggiornamento previsti dalla normativa vigente, in accordo con il Consiglio Nazionale degli Architetti PPC. Il centro è a completa disposizione dei professionisti, previo appuntamento con il responsabile dottor Davide Catania (+39 3485290437).


Creative Centre Milano Foro Bonaparte 74 20121 Milan

Milan Creative Centre: All 2016 events CERAMICS and ARCHITECTURE Casalgrande Padana’s experience through the professional stories of:

Milan Creative Centre

Where ceramics and architecture meet Casalgrande Padana has always been sensitive to the evolution of the international architecture scenario. That’s why the company has promoted and consolidated a fruitful collaboration with planners and designers. This commitment has translated into research and development of particularly innovative products (in terms of aesthetics, shape, performance, environment, and sustainability), which are widely used for a vast range of applications and iconic architecture. On the other hand, it has resulted in the promotion and support of major cultural events in the different fields of application of ceramics, in collaboration with important partners and institutions. Attention to quality is expressed also through the services of Padana Engineering, a consulting firm that provides support in every stage of a ceramic project for

architecture. The Creative Centres – information and training hubs where industrial production and design come into contact, communicate, share, and serve each other – are becoming increasingly important in promoting the interaction between innovation and creativity in the fields of architecture, design, and art. The Milan Creative Centre, designed and fitted out by Studio Cerri Associati Engineering, was recently inaugurated next to the first of these hubs, near the Casalgrande Padana production site. It is located in Foro Bonaparte 74, in the Brera Design District. The interiors were fitted out by architect Mario Righi to showcase all Casalgrande Padana collections. The Milan Creative Centre is so much more than a simple showroom. It’s a place where professionals can find solutions, learn more about

the material, receive advice and support for the most significant aspects of the project before the further development provided by the Engineering division. But it is also a place where to attend events and seminars on architecture and design. To this end, the collaboration with international architecture magazine, CASABELLA, and in particular with the CASABELLA education division has been essential. This partnership has resulted in a rich programme of initiatives at the Milan Creative Centre to meet the demand for continuing education and the CPD obligations set out by the standards in force in agreement with Italy’s National Council of Architects, Planners, Landscapers and Curators. The centre is open to professionals by appointment with the manager, Mr Davide Catania (+39 3485290437).

5+1AA, 4 May Speaker Alfonso Femia Studio Libeskind, 18 May Speaker Agostino Ghirardelli Andrea Maffei Architects, 8 June Speaker Andrea Maffei TAMassociati, 26 October Speakers Simone Sfriso and Raul Pantaleo Studio Marco Piva, 10 November Speaker Marco Piva CASABELLA education cultural organisation. The Italian Association of Architects, Planners, Landscapers, and Conservationists (CNAPPC) has granted 2 CPD points for each event.

CASALGRANDE PADANA CREATIVE BOOK on the occasion of the release of the volume with CASABELLA, the Grand Prix winners talk about their projects: Peia Associati + JM Architecture, 15 November Speakers Giampiero Peia and Jacopo Mascheroni 5+1AA Agenzia di Architettura srl + SGB Architects, 22 November Speakers Alfonso Femia and Gianluca Peluffo – Giulio Barazzetta and Sergio Gianoli Labics + Studio Drigo, 30 November Speakers Maria Claudia Clemente and Roberto Drigo CASABELLA education cultural organisation. The Italian Association of Architects, Planners, Landscapers, and Conservationists (CNAPPC) has granted 3 CPD points for each event.

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NEWS

Brand&Landscape Award Old House: un caso di buona pratica Casalgrande Padana Old House, restaurata dal maestro Kengo Kuma, è stata premiata dal Brand&Landscape Award 2016 per la virtuosa integrazione tra architettura e paesaggio all’interno dei luoghi industriali e per la capacità di promuovere una nuova visione degli ambienti di lavoro, di produzione, di ricerca e del fare impresa. Il concorso, bandito dal Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori e dalla rivista internazionale Paysage Topscape, che ha visto trionfare nell’edizione di quest’anno il “Prada

Headquarters” di Valvigna (Arezzo) realizzato da Guido Canali, mira a promuovere idee e suggestioni sui nuovi rapporti tra il paesaggio e i luoghi di produzione, con lo scopo di raccogliere e mettere a confronto progetti e realizzazioni, ponendo in luce “buone pratiche” nelle quali la progettazione del paesaggio dei luoghi di produzione assume, nelle sue diverse declinazioni, i contenuti della ricerca, diventando strumento per la comunicazione dei valori aziendali - valori della sostenibilità, della bellezza e dell’integrazione con il paesaggio circostante -,

tracciando un nuovo orizzonte del “fare impresa”. Il raffinato recupero della Old House, antico fabbricato rurale situato all’interno del sito produttivo di Casalgrande, coniuga con sensibilità valori della tradizione e funzioni contemporanee, senza snaturare gli elementi distintivi che caratterizzavano la preesistenza, tipica della campagna reggiana. Ora ridestinata a iniziative culturali e museali, la Old House è stata restaurata restituendole l’originale immagine architettonica e reinterpretandone volumi e spazi interni attraverso una

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colta e delicata riscrittura. Testo e contesto, edificio e suo intorno verde intessono un sofisticato dialogo attraverso una serie di interventi mirati, tra i quali la messa a dimora di un meleto a spalliera da antichi cultivar, con fulcro prospettico rivolto al Casalgrande Ceramic Cloud - nota opera contemporanea firmata dallo stesso Kengo Kuma - e una serie di percorsi pedonali in laste di ceramica bianca adagiate sul parterre a larghe fughe, che fluttuando sul piano di campagna alimentano l’immagine di leggerezza che caratterizza l’intero intervento di Kuma.


Brand&Landscape Award The Old House: a case of good practice Casalgrande Padana’s “Old House” garden, restored by Kengo Kuma, has won the 2016 Brand&Landscape Award. The work stood out for the way it integrates architecture and landscape within an industrial context, promoting a new vision of work, production, and research environments, as well as a new way of doing business. The contest was organised by the Italian Association of Architects, Planners, Landscapers, and Conservationists together with the international magazine, Paysage

Topscape. This year’s winner was the “Prada Headquarters” of Valvigna (Arezzo) designed by Guido Canali. The contest promotes new ideas and ways of perceiving the relationship between landscape and production sites. The aim is to compare projects and shine a light on good practices, in which landscape and production site design expresses the content of research and becomes an instrument for communicating corporate values (e.g. sustainability, beauty, and integration into the surrounding landscape),

thus marking a new way of doing business. The restoration of the “Old House,” an old farmhouse located within Casalgrande Padana’s production site, combines traditional values and contemporary functions, without altering the distinctive elements of Reggio Emilia’s countryside. The restoration of Old House has given a new interpretation to its volumes and interior spaces, while maintaining its original architectural image. Today, the Old House hosts cultural events and museum installations.

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Text and context, building and natural surroundings weave a sophisticated dialogue through a series of targeted interventions. These include the planting of an espalier apple orchard from old cultivars, with the main perspective facing the Casalgrande Ceramic Cloud, the famous contemporary artwork by Kengo Kuma. A series of pathways are covered with white ceramic tiles installed with wide joints, which make them seem like they’re floating, providing that typical sense of lightness of Kuma’s work.


NEWS

German Design Award Earth by Pininfarina: La Germania premia il design italiano Il sistema coordinato di lastre ceramiche Earth by Pininfarina, nato dalla collaborazione tra Casalgrande Padana e Pininfarina, ha ottenuto il prestigioso German Design Award 2017, uno dei più autorevoli riconoscimenti del settore a livello europeo. Istituito nel 1953, il German Design Award mette in luce designer e aziende in grado di sviluppare prodotti creativi, funzionali e di qualità, nel rispetto dell’ambiente e dell’uomo; sostiene e promuove la cultura del progetto e del design come strumenti chiave dell’innovazione, della ricerca e della creatività.

L’Award 2017 è stato attribuito alla collezione Earth by Pininfarina nella categoria “Materiali e Superfici” per la completezza del progetto, per l’impiego sapiente di materiali e finiture diverse, per le eccellenti caratteristiche tecnico-prestazionali, nonché per l’originalità, l’eleganza e la versatilità della serie. La premiazione si terrà a Francoforte il 10 Febbraio 2017. Primo tile system ideato dall’azienda piemontese, Earth by Pininfarina è frutto delle competenze maturate da Pininfarina nei vari ambiti operativi - dall’industrial design all’architettura - facendo tesoro del know-how

dei materiali ereditato dal settore auto. Il risultato è una linea di piastrelle dal design inedito, la cui originalità risiede nella grande versatilità, che permette di combinare le lastre ceramiche con una serie di elementi di decoro ricchi di suggestioni. Prodotte in grès porcellanato secondo gli elevati standard di Casalgrande Padana, le piastrelle presentano un’esclusiva e ricercata texture superficiale (coperta da brevetto internazionale), caratterizzata da linee estremamente pulite ed eleganti, resa unica nei decori dall’utilizzo di finiture e materiali speciali (smalti da

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carrozzeria, legni pregiati, pelle naturale), capace di generare un potente effetto multisensoriale e trattata per consentirne l’efficace impiego come elemento di rivestimento. Earth by Pininfarina, come tutta la produzione Casalgrande Padana, si caratterizza per gli elevati contenuti di ecocompatibilità e viene offerta anche nelle versioni Bios Antibacterial HYDROTECT®, con assolute e certificate proprietà antibatteriche, e Bios SelfCleaning®, con elevate prestazioni di autopulizia e abbattimento degli agenti inquinanti.


German Design Award Earth by Pininfarina: Germany rewards Italian design The porcelain stoneware tile system Earth by Pininfarina – which is the result of the collaboration between Casalgrande Padana and Pininfarina – has obtained the prestigious 2017 German Design Award, one of Europe’s most authoritative acknowledgments in this industry. Established in 1953, the German Design Award shines a light on designers and companies who develop eco-friendly, creative, and functional quality products. Moreover, it supports and promotes project and design culture

as key tools for innovation, research, and creativity. Earth by Pininfarina won the 2017 Award in the “Materials and Surfaces” category, for the thoroughness of the project, the skillful use of different materials and finishes, its excellent technical features and performance, as well as for its originality, elegance, and versatility. The award ceremony will take place in Frankfurt on 10 February 2017. Earth by Pininfarina is the first tile system designed by the Piedmont-based company. It is the result of Pininfarina’s experience in

its various fields of expertise, from industrial design to architecture, and the know-how acquired in the automotive industry. The result is a range of tiles with a unique design, whose originality lies in its great versatility, which combines ceramic tiles with evocative décors. These porcelain stoneware tiles, manufactured meeting Casalgrande Padana’s highest quality standards, have an exclusive and sophisticated texture (protected by an international patent), which creates a strong multisensory effect.

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They feature clean-cut and extremely elegant lines, while the finishes and special materials (car body paint, fine wood, natural leather) make them even more unique. As with all Casalgrande Padana products, Earth by Pininfarina stands out for its eco-compatibility. This tile system is available in the Bios Antibacterial HYDROTECT® version (with certified antibacterial properties) and Bios Self-Cleaning® version, with high self-cleaning and pollution abatement performance.


NEWS

MAPIC Awards, MIPIM Awards e FX International Interior Design Awards Tre nuovi riconoscimenti internazionali per i Docks di Marsiglia Vincitore del Grand Prix 2013-2015 per la categoria dei rivestimenti esterni, l’intervento di recupero e riqualificazione funzionale dei Docks di Marsiglia, realizzato dallo studio 5+1AA Alfonso Femia, Gianluca Peluffo Agenzia di Architettura, ha ricevuto tre nuovi importanti riconoscimenti internazionali. Questo raffinato progetto a metà tra architettura e installazione artistica, dove la ceramica Casalgrande Padana è protagonista assoluta, sorprendente per formati, accostamenti e sistemi di posa, è stato premiato come il “miglior

progetto commerciale urbano” dal MAPIC Award di Cannes, manifestazione che premia l’eccellenza, l’innovazione e la creatività nel campo del retail real estate. Sempre a Cannes, il progetto - che ha trasformato un severo e austero corpo di fabbrica in un luogo da vivere, con 50 negozi, 20 ristoranti, un mercato e vari meeting point, in un dialogo virtuoso con la città e il mare - ha vinto anche il prestigioso MIPIM Award come “migliore centro commerciale”. Un doppio riconoscimento per i 5+1AA e Casalgrande

Padana è giunto anche da Londra con l’FX International Interior Design Awards, dove l’intervento dei Docks è stato premiato come “migliore progetto globale”, mentre il riconoscimento per “il migliore prodotto di superficie” è stato assegnato alla linea Diamante (design 5+1AA), collezione di piastrelle in grès porcellanato smaltato, che, grazie alla brillantezza e alle sfaccettature ispirate al diamante, è in grado di plasmare la luce trasformandola in una sostanza avvolgente e policroma.

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Unicolore, Blu forte

Unicolore, Blu chiaro

Unicolore, Blu scuro

Unicolore, Azzurro

Unicolore, Bianco

Cemento, Cassero grigio

Diamante, Boa


MAPIC Awards, MIPIM Awards and FX International Interior Design Awards Three new international awards for the Marseille Docks One of the winners in the exterior cladding category of the 2013-15 edition of the Grand Prix, the renovation and redevelopment of the Marseille Docks by Alfonso Femia and Gianluca Peluffo of the 5+1AA architecture studio has recently won a further three important international awards. The sophisticated project – halfway between architecture and art installation – has Casalgrande Padana’s ceramic materials at its heart. Packed full of daring choices in terms of formats, combinations and

installation systems, the project was named “best commercial urban project” by the MAPIC Awards in Cannes, a body which recognises excellence, innovation and creativity in the real-estate retail sector. Staying in Cannes, the Docks – which transformed a bleak factory shell into a social hub with 50 stores, 20 restaurants, a market and a meeting point, creating a more direct link between the city and the sea – was also named “best commercial centre” by the MIPIM Awards.

There was more joint recognition for 5+1AA and Casalgrande Padana from London’s FX International Interior Design Awards, where the Docks project was named “best global project”. The awards also honoured the 5+1AA-designed Diamante line of glazed porcelain stoneware slabs with the title of “best surface product”. The brilliance and multiple facets of the tiles, which are inspired by diamonds, seem to harness the power of light, creating a multitude of inviting nuances.

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pantone 338 C

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