Vallemiano, Narrazioni di comunità - 3° numero

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Narrazioni di comunità

L’Intervista

Lo Spazio dei Piccoli

DICEMBRE 2020

Inserto speciale: ritratti a Vallemiano

Lorenzo Morbidoni ci racconta la sua infanzia a Vallemiano tra vecchi ricordi e nuove realtà

Vinicio Brandani propone una matematica romantica e Nonna Valeria ci sorprende con il finale di Daisy a Parolandia

In foto: l’ingresso di Casa delle Culture nell’ex Mattatoio di Vallemiano

Storie di Vicinato

Storie di vicinato ai tempi del Covid: un racconto di Marcello Pesarini

3° numero


Tempo di bilanci e propositi

La fine dell’anno si avvicina e con essa il tempo di tirare le somme e fare il bilancio dei mesi trascorsi, su ciò che è stato raggiunto e quello su cui c’è ancora da lavorare. Il 2020 è stato l’anno del Covid19 uno strano - per molti doloroso - periodo sospeso. Privazione è la prima parola che mi viene in mente. Privazione di tutti quei rituali quotidiani che scandivano le nostre giornate: scuola, lavoro, affetti, pranzi familiari, uscite con gli amici, sport tutto è stato sottratto in funzione di un bene superiore e collettivo. Di contro a cura di Emanuela Capomagi, Casa delle Culture, lo spazio intorno a noi si è ristretto, limitandosi alle quattro mura di casa e poco più. Secondo una beffarda proporzione matematica tanto più lo spazio diminuiva tanto più il tempo si dilatava. E come spesso accade, è proprio quando qualcosa Coordinatrice progetto Incipit - Narrazioni di Comunità o qualcuno ci viene a mancare, che ne riscopriamo la necessità e l’importanza. La seconda parola, strettamente collegata al concetto di privazione, che associo a questo periodo è Ripensamento. Ciascuno in questi mesi ha dovuto ripensare le modalità con le quali manifestare il proprio essere parte di una comunità, facendolo a partire dal luogo che ci è più vicino, nel quale viviamo, lavoriamo o passiamo la maggior parte del nostro tempo: il quartiere. L’idea, di per sé, non è nuova ma oggi, il Covid19 ne ha reso più evidente la praticabilità. Abbiamo riscoperto il piacere di passare il tempo libero nel quartiere, abbiamo ripreso a lavorare da casa o vicino casa, a frequentare i negozi e le attività ristorative di vicinato. Abbiamo messo in pratica, per come potevamo, nuove idee di socialità e di prossimità, mostrando in concreto come la resilienza sociale - cioè la capacità delle comunità di adattarsi e far fronte ai cambiamenti o a minacce di vario tipo – si alimenti con semplici ingredienti: fiducia, ascolto, cura, vicinanza, empatia. E se da un lato come associazione, il 2020 ci ha messo a dura prova, scombinando i nostri piani e le attività programmate, dall’altro ci ha regalato tempo per riflettere e mettere a fuoco il senso del nostro operare: trasformare Casa delle Culture in un presidio permanente di prossimità capace di elaborare risposte ai vari bisogni che verranno a delinearsi. Risposte collettive, frutto di una ritrovata comunità che ritrova piacere nello stare insieme e che è capace di farsi carico delle fragilità altrui, oltre i singoli progetti. Il proposito per le attività da realizzare nel corso del 2021 e gli anni a venire non può che essere quello di continuare a mettere in primo piano non tanto il fare - le attività, gli eventi, i corsi - quanto l’impatto ed il cambiamento generato grazie a questo fare. Una grande sfida che accogliamo con uno spirito di rinnovata consapevolezza e con l’entusiasmo di sapere di essere parte di una bellissima comunità!

Nelle foto: alcune immagini dagli incontri in presenza del progetto Incipit

Narrazioni di comunità: il nostro arrivederci! a cura dell’Associazione Yukers

Siamo arrivati al terzo numero di Vallemiano Narrazioni di Comunità. Si conclude un percorso iniziato quando ci proponemmo, come associazione Yukers, per esercitare il ruolo di “ponte” fra Casa delle Culture e il quartiere Vallemiano. L’idea ambiziosa era di rafforzare quel legame, coltivarlo in tutte le sue potenzialità e occuparci, quali facilitatori, di un processo di sviluppo comunitario. L’impegno di rafforzare la presenza sul territorio di Casa delle Culture per sostenerne il processo di crescita come Casa di quartiere ne era il lavoro fondante. In concreto abbiamo avviato un processo partecipato per accompagnare gli attori istituzionali e la società civile a un cambiamento del quartiere stesso. Questo intento negli anni ha incontrato molte difficoltà: le diverse prospettive non si sono ancora risolte in una visione integrata del quartiere e in scelte strategiche mirate. Casa delle Culture non ha mai smesso di accogliere e sostenere tutti coloro che volessero occuparsi del territorio come bene comune e ha continuato instancabilmente a mettere in campo proposte e azioni e ad essere un riferimento per Ancona, un luogo resistente, con un proprio percorso di rigenerazione. Per conoscere Vallemiano siamo subito partiti da ciò che c’era e ciò che era già stato fatto. Come ospiti con uno sguardo “foresto” abbiamo ascoltato e osservato i testimoni della sua vita. Abbiamo provato ad identificare un comune denominatore dal quale rilanciare e poter accompagnare un processo di rigenerazione che ne aumentasse la vivibilità. Gli

abitanti quali parte attiva del territorio con voce in capitolo nella discussione sullo sviluppo del quartiere, costruttori di un orizzonte comune. Protagonisti che ne conoscono la storia con la possibilità di esprimere le delusioni, ma anche facendone apprezzare le caratteristiche e le potenzialità. Il 16 di gennaio, in uno dei confronti con gli abitanti a Casa delle Culture, abbiamo riscontrato questo desiderio e anche altro. La volontà di investire energie nel far crescere azioni solidali, aumentare le connessioni fra le persone per fornire un aiuto reciproco e creare momenti semplici di aggregazione e socialità per stare bene insieme. Ha preso avvio quindi l’organizzazione di un’idea carica di energia e speranza, la prima edizione di Carneval’Miano. Un momento festoso e semplice, pensato per i bambini e per le famiglie per dire: “Vallemiano c’è!”. Tuttavia, nel momento in cui voleva prendere il largo una proposta articolata di appuntamenti a Casa delle Culture, è insorta la pandemia che ha rimescolato le carte. Il disorientamento è stato forte. Abbiamo cercato di capire se esistesse un modo per adattare quella base da cui eravamo partiti alle nuove regole del gioco per cercare di creare uno spazio di condivisione e di incontro nella distanza. Il giornale ci è sembrato la piattaforma ideale. Tutti i partner di Incipit hanno colto la proposta con positività. L’investimento sul cartaceo ci ha consentito di raggiungere molte persone e si è creata una squadra appassionata.

Nella foto: Il dubbio che le persone non si sarebbero lasciate Yukers all’Incipit Fest coinvolgere è svanito subito, appena i primi contenuti di Vallemiano hanno iniziato ad arrivare, poi nei mesi è stato sempre un crescendo di curiosità e apprezzamento. L’entusiasmo degli abitanti che hanno partecipato ci ha anche fatto seriamente pensare di portare avanti la redazione. Appena sarà possibile abbiamo in cantiere la ripresa degli incontri in presenza, attività che partano dalle proposte degli abitanti e con le associazioni che si sono presentate sulle pagine del nostro giornale e che sono pronte ad accogliere nuovi membri. Concludiamo il progetto Incipit in un modo completamente diverso da come ce lo eravamo immaginato. Il 2020 è stato un anno che ci ha fatto fronteggiare sfide inaspettate e dolorose. L’aggregazione e le occasioni di socialità sono diminuite o cambiate. Sentiamo di aver raggiunto uno scopo: creare uno spazio di avvicinamento e conoscenza gettando le basi per incontri proficui e collaborazioni future. Abbiamo scelto, sentendoci meno “foresti” che all’inizio, di entrare anche noi di Yukers a tutti gli effetti in Casa delle Culture, per collaborare con le altre realtà presenti, grati per tutta l’ispirazione ricevuta da ogni singola persona incontrata in questo cammino. Vi auguriamo un Natale pieno di speranza e un 2021 ricco di cose belle e nuovi progetti condivisi, come quello appena realizzato con “Vallemiano - Narrazioni di Comunità”, che ci ha visti più forti di ogni difficoltà!


Conosciamo gli abitanti di Vallemiano! DON MICHELE: IL NUOVO VICE - PARROCO DI VALLEMIANO VENUTO DA LONTANO

In foto: Don Michele Korceba

- come ha detto lei, partiamo da Adamo ed Eva ...(il papà infatti si chiamava Adamo, mamma si chiama Elena). Don Michele: sono nato in Serbia in una famiglia ucraina, dove si mantenevano le tradizioni culturali, religiose e la lingua dell’Ucraina. Nel 1983 sono andato a Roma per frequentare, nel Pontificio Collegio Ucraino, la scuola gestita dai Salesiani Ucraini. Dal momento che in Ucraina si era instaurato il regime dittatoriale del comunismo sovietico, dei sacerdoti, non potendo tornare in Ucraina, hanno aperto il collegio per gli emigrati Ucraini nel mondo: c’erano ragazzi dall’Europa, Stati Uniti, Canada. Si stava lì tutto l’anno e si tornava per le vacanze in estate a casa. Le lezioni venivano svolte nella lingua ucraina e il curriculum degli studi corrisponde al Liceo Classico. Dopo la maturità sono entrato al Noviziato dei Salesiani a Roma alla fine del quale sono diventato membro della Congregazione dei Salesiani. Seguono gli studi di Filosofia e Teologia a Roma nell’ Università Salesiana. Nel 2001 vengo ordinato Diacono a Roma e nel 2002, divento sacerdote in Ucraina, a Lviv.

Tornando in Italia, dopo un anno di permanenza in Ucraina, vengo inserito nella Ispettoria Adriatica che comprende le regioni Marche, Abruzzo e Umbria. Svolgo il mio servizio a Ortona, Porto Recanati, Civitanova Marche, Ancona e Vasto. Nel frattempo inizio anche il servizio per gli emigrati Ucraini nelle Marche: organizzo le due comunità ad Ancona e Civitanova Marche. Così io, figli di emigrati Ucraini, mi metto al servizio di emigrati Ucraini nelle Marche. A tutto ciò devo premettere che faccio parte della Chiesa Cattolica Bizantina Ucraina, quindi sono Cattolico ma con la spiritualità e il modo di celebrare dei greci. Perciò il servizio che svolgo per gli emigrati Ucraini è molto prezioso perchè, a parte la lingua, c’è tutta una impostazione rituale e spirituale diversa dalla chiesa di rito romano. Ultimamente ho iniziato a seguire anche una comunità Ucraina a Jesi. Nel 2013 ho lasciato i Salesiani e sono passato alla Diocesi di Ancona-Osimo. Dopo le parrocchie di Collemarino e Camerano ora mi trovo qui, a San Paolo di Vallemiano. - Com’è stata l’accoglienza?

Nel tempo in cui si “scoraggiano” gli incontri è difficile dare un giudizio sull’accoglienza. Dalle persone che frequentano e collaborano nella parrocchia mi sono sentito accolto e aiutato, senza dubbio. Poi, ci vorrà del tempo per non dover dire più alle persone “sono il nuovo prete della chiesa di san Paolo”. - Cosa consiglia agli abitanti per affrontare questo momento? Bisogna lasciare da parte tutte le ostilità ideologiche, di partito, di razza e collaborare tutti per un obiettivo comune. Ciascuno deve fare la propria parte e mi devo poter fidare dell’altro come l’altro si deve poter fidare di me. Devo poter chiedere la fiducia e dare la fiducia nel rispetto comune. Ci siamo abituati che niente ci può e ci deve mancare e non vogliamo fare un passo indietro per il bene dell’altro e del mondo in cui viviamo. Abbiamo bisogno di un modo di vivere nella dimensione reale umana: cura del corpo, cura della mente e cura dello spirito. Sono dimensioni comuni a tutte le persone e non deve prevalere una delle tre a scapito delle altre due.

VALLEMIANO, TRA STORIA E PASSIONE: L’AMORE DI PAOLINO E ZEFFIRINA a cura di Rosella Centanni Mi chiamo Rosella Centanni e sono appassionata di Fotografia dagli anni ’90. Nel 2017 ho aderito ad Ankonistan, laboratorio di narrazione e documentazione partecipata, perché mi incuriosiva il progetto e il nuovo modo di attuarlo attraverso incontri e sperimentazioni con i vari docenti. Dieci i partecipanti e ciascuno ha scelto di esplorare e fotografare un quartiere della nostra città. Io mi sono soffermata su Vallemiano, un luogo di passaggio da tanti anni, che conoscevo poco. Ho cercato di indagare la realtà di oggi e di confrontarla con il passato. Dalle foto rappresentative del quartiere, sono passata ad intervistare e fotografare diversi abitanti delle case popolari, un piccolo quartiere dentro il quartiere (super-condominio): Anna Taddei, Paolino Orlandini, Clara Farinelli, Federica Galeazzi, Giuseppina Rossi e Sabhia Drikmi. Ne è nato un lavoro fotografico collettivo esposto nel Cortile della Mole Vanvitelliana; in seguito anche un mio lavoro personale: “Scatti in Biblioteca” presso la Casa delle Culture. Ho cercato di mantenere un rapporto con le persone intervistate e alcune volte sono andata a far loro visita. Continuo a telefonare a Paolino Orlandini, oggi 96 anni ben portati, soprattutto per la sua vivace intelligenza e personalità. Memoria storica del quartiere, insieme alla cara Anna Taddei, vive nel super-condominio dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Ex combattente partigiano con il nome di “Millo” partecipa valorosamente con gli alleati alla liberazione di Ancona. Dall’adolescenza conosce la sua amata Zeffirina, staffetta partigiana, con cui condivide la vita. Oggi è nonno e bisnonno, Presidente onorario dell’ANPI, cittadino benemerito di ben 8 città. Nel 1990 ha pubblicato il libro “Da balilla a partigiano”. Riguardo la STORIA MARCHE DEL NOVECENTO, è protagonista del video di S.Meldolesi “La parte giusta”. Fino al lockdown è andato nelle scuole per mantenere viva la memoria storica del passato. Nell’aprile scorso è stato intervistato di persona da Gad Lerner e, insieme a partigiani ancora viventi in tutta Italia, è apparso in una trasmissione a puntate su Rai 3 “I Partigiani raccontano”. Ne è

seguito il libro “Noi Partigiani - Memoriale della Resistenza Italiana”, a cura di Gad Lerner e Laura Gnocchi, pubblicato da Feltrinelli. Dalle varie visite a Paolino Orlandini è scaturito l’interesse per la storia personale con Zeffirina. Ricordo, dietro una foto del ‘40, una dedica “A Zeffira che non cesserò mai d’amare”. Da un’intervista sulla loro storia, dopo aver preso e scansionato alcune foto dall’album di famiglia, è nato un libretto autoprodotto “Paolino e Zeffirina”. Ho subito portato una copia al protagonista e spero di presentarlo presto a Casa delle Culture. Giorni fa ho telefonato a Paolino con cui mi mantengo in contatto. Non esce di casa per il timore del Covid ed è aiutato quotidianamente da una brava badante. Il suo spirito e la sua vivacità emergono come sempre. Ha confrontato questo periodo con la guerra e con l’epidemia di Spagnola, per la quale ha perso il padre, la prima moglie e alcuni familiari. Mi ha fatto coraggio e, ripeto, ha ancora “una testa come un brillante”.

In foto: Paolino e Zeffirina

Il racconto “Paolino e Zeffirina” è stato selezionato al “Concorso Letterario Racconti Marchigiani “e sarà pubblicato nel primo volume dell’Antologia “Racconti Marchigiani” edito da Historica Edizioni. Una copia sarà donata da Rosella alla biblioteca di Casa delle Culture. www.rosellacentanni.it

Nella foto a sinistra: il piatto donato da una classe delle Superiori a Orlandini per le lezioni sulla Resistenza - a destra: ritratto di Paolino Orlandini scattato da Rosella

PROGETTO AGEWELL - IL BENESSERE A PORTATA DI MANO a cura di Flavia Galassi, INRCA- Ancona L’INRCA – Istituto Nazionale di Ricerca e Cura dell’Anziano, sta partecipando al progetto di ricerca europeo AgeWell. Il nostro team utilizza un approccio olistico per creare un virtual coach che sia di supporto alla salute fisica e al benessere psicologico e sociale degli utilizzatori. Ci rivolgiamo in particolare alle persone che si trovano ad affrontare il passaggio dalla vita lavorativa al pensionamento, con l’obiettivo di promuoverne la salute e il benessere psico-fisico, attraverso la sperimentazione dell’app AgeWell. Ogni partecipante sarà seguito e supportato da un esperto (“human coach”) in tutte le fasi di ricerca e per una durata complessiva di 5 mesi. Per questo stiamo cercando: - 25 lavoratori tra i 55 e i 65 anni prossimi al pensionamento - 25 neo-pensionati tra i 55 e i 70 anni

RIENTRI IN UNA DI QUESTE DUE CATEGORIE E VUOI PROVARE UNA NUOVA TECNOLOGIA PER STARE MEGLIO? La sperimentazione avverrà nel rispetto di tutte le norme per il contenimento dell’infezione da COVID-19 (uso della mascherina, distanza interpersonale di almeno un metro, sanificazione degli ambienti e degli oggetti, ecc). In caso di peggioramento della situazione epidemiologica e conseguente inasprimento delle citate misure, i partecipanti verranno seguiti a distanza, ad esempio attraverso telefono e piattaforme di videoconferenza. CONTATTA IL NOSTRO “COACH” Dott.ssa Flavia Galassi e-mail: f.galassi@inrca.it; Tel: 3398768106 PER INFORMAZIONI SUL PROGETTO Dott.ssa Sara Santini: s.santini2@inrca.it. Tel: 3286191298


Le attività commerciali del quartiere BLUMOUSE

Con Blumouse resti sempre al passo coi tempi!

V. Martiri della Resistenza, 32

Blumouse Computer nasce nel 1997 dalla passione per l’informatica. Negli anni, è diventato un riferimento per chi è alla ricerca di computer personalizzati, prodotti informatici, telefonia e assistenza. I nostri punti di forza sono: ricerca, conoscenza del mercato, studio delle nuove tendenze e accoglienza. Da Blumouse il cliente è a casa sua! Perché Vallemiano? Perché luogo di transito e di incontro, una sorta di terra di mezzo ove ci si confronta con la vita più frenetica del centro e quella meno convulsa della periferia. A Vallemiano incontri il professionista, la nonnina che accompagna il nipote, l’adolescente, la signora del piano di sopra che ti porta il caffè. Il quartiere, nonostante le mutazioni culturali, sociali ed economiche degli ultimi anni, mantiene la sua vocazione alla socialità. E Blumouse continua a costituire un punto fermo per chi desidera rimanere al passo coi tempi e servirsi appieno della tecnologia.

COLORADO CAFE’ via Vallemiano, 17 Presente a Vallemiano da 14 anni, è guidato da Barbara e Maila che si sono conosciute proprio alla nascita del locale. Barbara: “questo bar me lo ha proposto un amico perché doveva lavorare qua e cercava una socia. Io facevo medicina veterinaria ma amo questo lavoro e quindi mi sono detta ‘dai, proviamo’. Mentre facevamo i lavori, questo ragazzo ha dato forfait e mi sono trovata spiazzata a una settimana dall’apertura. Così metto l’annuncio sul giornale e conosco Maila: è stato uno scegliersi a pelle. Siamo molto diverse ma ci compensiamo.” Vallemiano è una bella zona perchè tranquilla e le idee sono tante ma non è facile portare la gente, nonostante le numerose iniziative organizzate, come la festa cinese, i carnevali, una festa italiana a tema anni ‘50.

Il bar guidato dal destino!

Un appuntamento importante è il compleanno del bar a settembre, organizzato con IOM Ancona (Istituto Oncologico Marchigiano) in collaborazione con i vicini, Rossi e Lombardi, che mettono a disposizione le Ferrari per far fare dei giri. Tutto ciò che si raccoglie viene donato in beneficenza. Il quartiere è in crescita con nuove attività, ma c’è qualche preoccupazione per il grande supermercato con accanto un bar e un ristorante. Barbara: “Io sono per la libera concorrenza, ma questo non sarà il classico baretto”. Il Colorado guarda avanti, con la consueta voglia di dare il massimo e accogliere le persone col sorriso e creare allegria! Vi aspetta dal lunedì al venerdì dalle 06:00 alle 21:00 e il sabato mattina.

DIAMOCI UN TAGLIO, SALONE MORENO

Tradizione e Innovazione nella barberia

Piazzale Giovanni Bovio, 7

Moreno Agostinelli è da 20 anni il barbiere di Vallemiano e il suo salone “Diamoci un taglio” è un punto di riferimento nel quartiere. “Ho appreso il mestiere nelle barberie del viale della Vittoria, al centro di Ancona, e dopo un periodo di riflessione, ho deciso di rilevare la storica barberia di Vallemiano. Porto avanti l’attività mantenendo la storica tradizione e negli anni ho consolidato la clientela ereditata e l’ho ampliata adattandomi nel tempo.”

Tè, Caffè e tante dolci emozioni! Siamo specializzati nella vendita di tè e di caffè, con un assortimento adatto a tutti i gusti! Proponiamo confetti, cioccolatini e preparati per cioccolate calde. Sono presenti anche prodotti di enogastronomia, sia locali che nazionali e articoli da regalo e per la casa. Troverete tanti servizi dedicati al rito del tè o del caffè e potrete abbinare all’acquisto tazzine lisce e decorate

LA CASA DEL CAFFE’

via Vallemiano, 14

o servizi da tè con le celebri mug e cup. Il tè e il caffè potrete accompagnarlo alle scatole per dolci e biscotti. Disponiamo inoltre di bambole in ceramica per dare un tocco di stile alle vostre case. La Casa del Caffè è il luogo ideale per raccogliere pensieri dolci, segreti e dimostrazioni di affetto creati con vero stile.

TEMPOCASA

Via Martiri della Resistenza, 76

Trovare casa grazie alla qualità e servizi avanzati!

Sono Gabriele Palazzetti, titolare della “Honoris srl”, agenzia che ha compiuto il 1° anno di attività. Quando si è trattato di scegliere la sede operativa, il quartiere di Vallemiano ci è sembrato il luogo ideale, perchè è una zona tranquilla tra il centro e la periferia ed è dotata di ogni servizio e ben collegata. Il gruppo Tempocasa fornisce vari servizi complementari all’intermediazione e continua ad investire sull’innovazione per orientarsi sempre più sulla qualità.






CTP3 - un presidio per ascoltare le voci del quartiere intervista a Giacomo Gnemmi, Presidente CTP3

Cos’è il CTP3 e come vengono scelti i rappresentanti? Il CTP 3, ossia il consiglio territoriale di partecipazione della zona 3 di Ancona, è un organismo costituito nel 2018 dal Comune di Ancona, che ricorda vagamente le vecchie Circoscrizioni. È entrato in funzione nel 2019 con lo scopo di dare una forma alla partecipazione democratica a livello territoriale. Sono state infatti identificate 9 zone nella città e il CTP 3 ha competenza per la zona Archi, Vallemiano, Palombella, Montirozzo, Zona via XXV Aprile e quartieri limitrofi. I rappresentanti, ossia i consiglieri, vengono scelti con votazione e sono suddivisi in liste elettorali rappresentanti di più o meno tutte le forze politiche presenti sul territorio cittadino e rimangono in carica fino alla conclusione del mandato dell’amministrazione comunale. Che tipo di attività avete svolto nel quartiere finora? Dalla nostra elezione, nel febbraio 2019, abbiamo fatto molte attività di screening della zona individuando le criticità al fine di far presente le istanze della popolazione all’amministrazione comunale. Prima del Lockdown avevamo iniziato una serie di Passeggiate di Quartiere che avevano lo scopo di far conoscere il CTP3 ai residenti e di ascoltare tutte le possibili richieste avanzate dai cittadini. Oltre a questo, monitoriamo i lavori che interessano la nostra zona e tentiamo di fare proposte di riqualificazione di aree abbandonate o in stato di degrado. Va sottolineato che il CTP non è una Circoscrizione e non ha dunque potere decisionale in materia di progetti e lavori di manutenzione nella zona di competenza, non ha fondi pubblici e si occupa dunque dello sviluppo della partecipazione dei cittadini alla vita della città. Avete progetti in corso o altri in programmazione? Al momento abbiamo effettuato un monitoraggio degli immobili abbandonati presenti nella nostra zona che ha portato ad una mozione inviata direttamente all’amministrazione comunale e a tutti gli altri CTP per ottenere una discussione sul tema che sia cittadina e non solo rivolta ai nostri quartieri di competenza attraverso la convocazione di un consiglio comunale ad hoc. Che rapporto avete instaurato con i cittadini? Avete creato azioni in collaborazione? I cittadini ci hanno sin da subito avvisati in vario modo delle criticità che interessano i vari quartieri e tramite noi hanno inviato segnalazioni all’Amministrazione comunale. Abbiamo poi invitato alcuni rappresentanti delle associazioni del territorio per presentarci e ascoltare proposte, iniziative e quant’altro. Sicuramente il periodo Covid non aiuta ma facciamo del nostro meglio. Che consiglio daresti ai cittadini di Vallemiano e in generale a tutti i cittadini di Ancona per partecipare attivamente al bene comune? Penso sia importante cambiare mentalità: pensare al proprio quartiere, alla propria zona, alla propria città con uno spirito di collaborazione e convivenza con gli altri cittadini di modo che il comportamento virtuoso del singolo possa avere un peso ed un’impronta effettiva sulla collettività. Se ognuno di noi fa la sua parte ne trarremo vantaggio tutti/e, diversamente, non avere cura dei luoghi e non rispettare le regole della convivenza, porta sicuramente al degrado e allo scontro. In una parola: aiutiamoci! Giacomo Gnemmi presidenza.ctp3@gmail.com

lo Circgoitopo Il Pun

IONI CIAZ E O S S LE A SA DELL A DI C TURE CUL

VICINI SI STA a cura di Marcello Pesarini Vicini si sta di casa, da vivi e da morti. In quest’ultimo passaggio non si mantengono sempre le posizioni acquisite, ma durante l’emergenza Covid19 ho avuto modo di apprezzare e approfondire le persone che stanno di casa vicino a me. Dietro casa, io e mia moglie siamo fra quei fortunati ad avere il giardino. Veramente fortunati, tant’è che quando Rossana, una ragazzona che abita più in alto di me, si affacciava dalle scale, diceva con tono benevolo: “Vedi loro, si sono fatti il giardino, e stanno al sole”. Senza invidia, il piacere di chi vede cose belle. Lei e la sua famiglia, che come tanti di noi, ha faticato molto e vede poco del sudore che ha gettato. Io, invece di vergognarmi del mio giardinetto coltivato intensivamente, cercavo di renderlo sempre più attraente agli occhi di chi lo godeva. L’altra vicina, l’altro vicino, la vicinanza dei fiori che s’inerpicano sulla rete che da divisoria unisce. Le piante grasse, agave ed aloe, ce le scambiamo attraverso i bulbi. Passano i cani, soffiano i gatti, ai bambini piacciono i nonni, i grandi portano fuori anche i cani delle giovani che lavorano e si amano. Rossana no. Lei ha perso tante occasioni. Un giorno mi dice: “Fa’ un bagno al mare anche per me”. Mi commuovo di fronte a tanta generosità. Torno dal bagno e c’è un’ambulanza davanti casa, due, scende una barella, c’è Rossana, la saluto perché sappia dov’è. Non lo sa più. Sono morti tanti amici col Covid, intelligenti, cari, sono già stati celebrati senza che ci potessimo toccare noi celebratori. Perchè? Rossana è ancora lì, mentre divide la mondezza davanti ai cassonetti; un po’ di plastica a te, un po’ di carta a te; “lasciami il portone aperto che non ho le chiavi, dopo mamma dorme e non mi può aprire”. Io la vedo, sento la sua voce pacata, vicina. L’autore, Marcello Pesarini, vive a Le Grazie e frequenta Vallemiano per seguire e partecipare alle iniziative di Casa delle Culture. Dopo aver letto Vallemiano-Narrazioni di comunità, ha voluto condividere un suo racconto sul tema del vicinato.

Festa dell’Albero 2020

SISTEMAZIONE DEL CARTELLONE DI INGRESSO E PIANTUMAZIONE IN DIREZIONE PARCO a cura del Circolo “il Pungitopo”

Il 21 novembre guanti e cappello alla mano, com’è ricorrenza oramai, si esce nel verde e si punta il naso all’insù tra le fronde, più folte o più ingiallite, ma lì come sempre. Vengono ammirate particolarmente in questo speciale giorno dedicato a loro. E chissà che non si riscopra in questa occasione quanto siano armoniose le sfumature di verde e giallo e incantevole il sibilare del vento tra i rami. I volontari del circolo Pungitopo anche quest’anno non si sono fermati e hanno dedicato questa particolare giornata alla natura di Direzione Parco, allestendo il nuovo pannello a disposizione dei camminatori e dei frequentatori abituali. E chissà...che negli avvenire, nell’intraprendere il cammino potranno fermarsi per una gustosa merenda. Infatti nei pressi del grande noce, presso la quarta piazzola di sosta i volontari del circolo hanno bonificato la zona e In foto: Paolo, Marco, Emiliano e Fiorenzo, alcuni dei volontari del circolo di messo in posa 12 alberi tra cui alberi da frutto, meli, ciliegi e peri, insieme a Legambiente “il Pungitopo” all’inizio del sentiero. un olivo e querce. Speriamo che crescano rigogliosi!


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Il tautogramma

SPEGNERE GLI SCHERMI, ACCENDERE LA MENTE a cura del movimento di Cooperazione Educativa “Nelle nostre scuole, generalmente parlando, si ride troppo poco. L’idea che l’educazione della mente debba essere una cosa tetra è tra le più difficili da combattere”. Gianni Rodari

Il tautogramma è una creazione linguistica in cui tutte le parole hanno la stessa lettera iniziale. Prendersi del tempo, da soli o in compagnia, per inventare, pensare, creare mettendosi alla prova con qualcosa di nuovo, non noto, attiva la mente a fare nuove connessioni e nuovi salti. E in più, diverte. Questo è un esempio famoso di tautogramma, dall’ ALFABETIERE di Bruno Munari, del 1960. Non è rigoroso né perfetto, ma lo perdoniamo! Questo mese vi proponiamo quindi UNA SFIDA PER LA MENTE! Scrivete il VOSTRO tautogramma, poi, visto che in questo periodo sarà difficile incontrarci, inviatelo per mail ad: ancona@mce-fimem.it . Se volete, illustratelo con un disegno, uno schizzo, un’immagine. Il gioco è rivolto a bambini che vogliono provare una cosa “da grandi”, e agli adulti che sono ancora un po’ “bambini dentro”. Realizzeremo un’esposizione con tutte le opere arrivate.

Ecco il nostro, ispirato alla Casa delle Culture: Cittadini conversano calorosamente: chiome canute, capelli corvini… chiunque cordialmente comunica. Cibi colorati cuociono con cura contemplando cieli curvi. Cultura circolare, curiosità, calore. Chiare costellazioni circondano case, campi, cantieri. Chitarre cantano cento canzoni.

Associazione Libera

L’Associazione Libera opera da 25 anni sul territorio nazionale. Nasce da un’idea di Don Luigi Ciotti, nostro presidente storico: unire associazioni, gruppi e singole persone nella lotta alle mafie e mantenere viva la memoria delle persone innocenti morte per mano delle mafie. Persone che sono state uccise per il lavoro che svolgevano, come magistrati, avvocati, giornalisti e forze dell’ordine; o che non si sono piegate ai voleri dei mafiosi, o ancora persone ignare che sono state coinvolte loro malgrado in stragi ed attentati. Come ad esempio Domenico “Dodò” Gabriele colpito da un proiettile vagante mentre giocava a pallone a 11 anni, o le vittime della strage di Pizzolungo del 1985: Barbara Rizzo e i suoi gemelli di 6 anni, Giuseppe e Salvatore. Vennero uccisi nell’auto su cui viaggiavano, che si ritrovò a passare tra una macchina piena di esplosivo, ferma sul ciglio della strada, e quella del magistrato Carlo Palermo, obiettivo dell’agguato. Il magistrato, rimasto quasi illeso, decise di lasciare il proprio lavoro dopo pochi anni. Questo fatto dimostra che la mafia non guardi in faccia a niente e nessuno quando lo scopo ultimo è quello di eliminare i propri nemici. Un luogo comune diffuso era: “la mafia non uccide donne e bambini”; questo non è vero! L’hanno sempre fatto e per non far passare idee sbagliate è importante ricordare tutte le vittime innocenti, da quelle note come Borsellino e Falcone, a quelle meno note come i gemellini di cui abbiamo parlato. La memoria è fondamentale! Come lo è stare al fianco dei familiari delle vittime. Tra le nostre iniziative più note c’è infatti la “Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie”, che si svolge il 21 marzo, che quest’anno doveva svolgersi a Palermo per celebrare i 25 anni dalla fondazione di Libera, tornando nella città dove tutto è nato. Oltra alla memoria è importante sensibilizzare le persone con il nostro impegno, affinché conoscano le conseguenze di questo cancro che colpisce il nostro paese e tutto il mondo. E lo fa anche infiltrandosi nel potere politico per poter gestire i propri traffici e in questo differiscono dalla semplice criminalità organizzata. Il lavoro importante è quello sul territorio, nel sensibilizzare i cittadini all’argomento, nell’informare e formare i gruppi di volontariato, gli scout e le scuole. Sui territori Libera è rappresentata da coordinamenti provinciali e regionali. Nella regione Marche abbiamo i coordinamenti provinciali di Pesaro Urbino, di Ancona e di Ascoli. Abbiamo poi i presidi cittadini di Ancona, Fermo e Senigallia. A metà dicembre verrà istituito anche un presidio a Macerata, fondato da cittadini già impegnati sul territorio e da universitari. Ad Ancona siamo nati ufficialmente nel dicembre 2016, ma già da alcuni anni facevamo attività in città. Abbiamo realizzato diversi interventi nelle scuole, portando ospiti come magistrati e formatori di Libera, come anche uno dei fondatori

Ass . Lib

era

IMPEGNO E SOLIDARIETA’ CONTRO LE MAFIE a cura delle volontarie e dei volontari del Presidio Libera Rocco Chinnici di Ancona

LE ASS OCIAZIO NI DI C AS A DELL E CULTU RE

di Addio Pizzo, l’associazione di imprenditori che si oppongono al racket delle estorsioni . Abbiamo collaborato con l’UNIVPM organizzando dei cicli di incontri, con la Facoltà di Medicina sulle infiltrazioni negli appalti e la corruzione nel sistema sanitario, mentre con la Facoltà di Economia abbiamo parlato di caporalato e di ecoreati. La Mafia non è solo un problema delle regioni del Sud Italia, ma è diffusa in tutte le regioni. Nelle Marche c’è più infiltrazione a livello economico, per il riciclaggio di denaro sporco, ad esempio nell’aiuto ad aziende in difficoltà con i prestiti illeciti. Ci sono poi delle collaborazioni con le mafie cosiddette etniche: in questo caso parliamo di traffico di stupefacenti, prostituzione, furti e clonazioni di carte di credito. Aderire a Libera aiuta anche a prendere coscienza di ciò che accade e quindi a riconoscere certe situazioni di criticità. Si ha l’opportunità di conoscere le storie delle persone che hanno avuto esperienza di pizzo o che si sono trovate in circostanze poco chiare, per riuscire ad avere un’ottica diversa e poter sensibilizzare le aziende e le attività a lavorare senza cedere alla malavita...Nel cratere dell’ascolano e dell’Umbria ci sono già stati casi di aziende infiltrate che stavano lavorando sul post terremoto. Tra i beni confiscati alle mafie e riutilizzati per fini sociali nelle Marche abbiamo la Fattoria della Legalità a Isola Del Piano (PU), in cui l’ONLUS che porta lo stesso nome svolge varie attività formative e di sensibilizzazione soprattutto con gli scout e le scuole, ma anche con il resto del territorio; il Podere Tufi a Cupramontana (AN), che è stato confiscato al tesoriere della Banda della Magliana. La cooperativa Vivicare vi ha creato una struttura residenziale per utenti con disagio psichico e sul terreno su cui insiste la struttura la coop. “Pane e Tulipani” svolge attività di agricoltura sociale con soggetti svantaggiati. Su questo bene da diversi anni si tiene il campo estivo di E!state Liberi. A Fano (PU) un appartamento era diventato centro di assistenza per donne vittime di violenza, ma il programma è stato momentaneamente sospeso. L’ultimo bene, in ordine di tempo, confiscato e restituito alla società civile è a Grottammare (AP) ed è una villa. Siamo ancora nelle fasi iniziali ma è stato già firmato un protocollo per la gestione degli appalti fatto ad hoc, per evitare infiltrazioni mafiose. La villa sarà trasformata dall’ERAP in un complesso residenziale di edilizia pubblica formato da 4 appartamenti. Per chi volesse avvicinarsi a Libera ci trovate su Facebook “Libera Ancona Presidio Rocco Chinnici”, o via mail: pres.ancona@libera.it. Per diventari soci, la tessera è annuale (da gennaio a dicembre): €15 dai 26 anni, €5 dai 18 ai 25 anni. Il volontario di Libera si forma insieme al gruppo: leggiamo libri, seguiamo l’informazione nazionale, guardiamo film sul tema, conosciamo la mafia come piaga in tutte le sue accezioni e trasformazioni e poi portiamo le esperienze nelle scuole, negli incontri pubblici e creiamo progetti specifici sul territorio in collaborazione con altre associazioni. Siamo soci di “Casa delle Culture” e abbiamo una base proprio nella sede a Valle Miano. Cogliamo l’occasione per ringraziare Casa delle Culture per l’attività di portierato e di assistenza della consegna della spesa durante il Covid.

Contatti www.libera.it www.vivi.libera.it www.confiscatibene.it FB: LiberanconaPresidioRoccoChinnici Mail: pres.ancona@libera.it

ORARI INVERNALI DELLA BIBLIOTECA DI CASA DELLE CULTURE E SERVIZI COLLEGATI Lunedì 14:00 - 19:00 Martedì, mercoledì, giovedì: 10:00 - 19:00 Venerdì 14:00 - 19:00 Servizio di portierato di quartiere su prenotazione telefonando al numero di Casa delle Culture 373.7660799

PUOI RESTARE IN CONTATTO CON CASA DELLE CULTURE: iscrivendoti alla newsletter sul sito www.casacultureancona.it seguendola su Facebook (dove puoi unirti al gruppo “La biblioteca di Casa delle Culture “) e su Instagram, scrivendo a info@casacultureancona.it, chiamando il numero 373.7660799 o andando in biblioteca nell’ex mattatoio di Vallemiano, Ancona!


L’angolo dei ricordi IL RACCONTO DI RITA DE ROSA IN CIATTAGLIA: VALLEMIANO E LA SUA EVOLUZIONE! La Signora De Rosa ci ha raccontato un po’ della Vallemiano dei suoi ricordi, di quella di una volta. Dice che si viveva bene, tanto che appena sposata ha cercato subito di ritornarci e ci è riuscita. Si era liberato un appartamento delle case popolari, sono entrati, hanno fatto tutti gli incartamenti e con il marito, che era di Jesi, sono riusciti a ritornare. Ormai sono ottant’anni che vive qui e ora è in attesa che la sua casa nel condominio 31, danneggiata dal terremoto del 2016, sia a posto per poter rientrare. Arrivata nel quartiere quando aveva 4 anni, della Vallemiano da bambina, ricorda la paura dei bombardamenti e il rifugio sotto la chiesa di San Paolo, che andava sotto il mattatoio fino a Borgo Rodi. Era tutta campagna, a parte le case, dall’inizio della palestra fino alle case popolari; poi le altre case sono venute tutte dopo. I mezzi pubblici erano limitati: uno la mattina e uno la sera; si andava a piedi.

Solo più tardi hanno fatto la galleria. Non c’era molto, erano due case, poi è arrivata la piccola chiesetta nel sottoscala, sotto al condominio, al 31/c. Quelli della chiesa delle Grazie venivano a fare messa lì sotto. Poi, nel maggio del ’63, hanno costruito la chiesetta di legno. Con il matrimonio e l’arrivo dei figli, era un bel periodo, a Vallemiano c’erano tanti bambini, anche negli anni ‘60 si stava bene. A Natale si faceva la Venuta, il fogone: c’erano tante attività e di bambini ce ne erano tanti. Adesso i figli hanno dai 46 ai 56 anni, ma hanno giocato tanto a Vallemiano. Li davanti, proprio di fronte alla Coop, c’erano l’asilo e la scuola materna nel cancelletto. Nella Vallemiano di oggi vorrebbe vedere il mattatoio sistemato, così come è stato fatto per Casa delle Culture. Saluta tutti complimentandosi per il gran lavoro che stanno facendo a Casa delle Culture. corte di Vallemiano 4/10/1971

LORENZO MORBIDONI: LA BELLEZZA DEI RICORDI GENUINI Lorenzo Morbidoni è consigliere comunale, è nato a Vallemiano negli anni quaranta ed è legato al quartiere e alla sua storia. Lo abbiamo incontrato a Casa delle Culture. Chiara: Com’era un tempo il quartiere? Lorenzo: qui siamo all’Ex Mattatoio comunale, sorto intorno agli ‘30 del Novecento. Qui si faceva la mattazione degli ovini, pecore e capre; poi successivamente i maiali. Dove adesso c’è Casa delle Culture, forse avveniva la mattazione delle bestie. Negli spigoli del palazzo ci sono delle teste di animali. Lungo le mura, se non l’hanno demolite, c’erano degli anelli dove venivano legate le bestie per non farle fuggire. Dal cancello del Mattatoio sulla destra in fondo, ci sono due palazzine e una cancellata; quello era l’ingresso Principale e in mezzo ci stava il casotto del portiere, due cancelli laterali a quella palazzina e lì ci dovrebbero essere delle aquile, risalenti al periodo fascista. Proprio a causa di questo valore artistico, al momento il piano di recupero è fermo, perché la soprintendenza ha imposto un vincolo. Su queste strutture c’è un piano, ma i politici devono scegliere cosa realizzare, tenendo conto dei vincoli della sovrintendenza. Addirittura, per autorizzare la realizzazione dell’Eurospin, c’era stata una delibera del Comune in cui si diceva che l’opera di urbanizzazione ha l’obiettivo di eliminare il degrado di Vallemiano. Chiara: cosa rappresentano queste strutture per lei? Lorenzo: si veniva a giocare da ragazzini. C’era un’altra entrata anche vicino alla chiesetta di San Paolo con i platani, il verde. Chiara: quindi tu da quando sei nato, hai vissuto sempre a Vallemiano? Lorenzo: sì, sempre a Vallemiano con i ricordi dei vecchi che descrivevano personaggi come Pesarì, Pesarini Arturo, che era uno che faceva il carrozziere e i trasporti con il cavallo;

Vivere gli spazi del Hai idee, riflessioni, racconti sugli spazi rdi sui sgua gli re ivide cond e rebb quartiere? Ci piace luoghi di Vallemiano! Scrivici a narrazionidicomunita@gmail.com o chiama Chiara Cifatte 349.3136019

Solazzi, un rigattiere che andava a raccogliere i vetri, i cocci e i rottami. E poi c’era Pietraccio, il famoso Pietraccio il padre del Rumori che stava a Vallemiano. Famose sono le liti fra il Solazzi e Ragnini Pietro, detto Rumori. Chiara: com’era il quartiere da un punto di vista sociale, delle relazioni fra le persone? Lorenzo: le persone vivevano come in tutti i quartieri dove si vive vicino in maniera naturale: con la chiave sulla porta e con rapporti basati sulla fiducia. La vecchia Vallemiano aveva poche case, poi alla fine degli anni 40 sono arrivati i primi condomini; poi il villaggio Romita, in via Montemarino. Non c’era la chiesetta di legno, ma solo Largo Bovio, dove c’è la chiesa di San Paolo. Chiara: quanti anni avevi quando vivevi qui? Lorenzo: sono nato nel 1944, quindi ho visto queste cose intorno agli anni cinquanta. Pensa, ho visto anche fuggire dei tori. Mi trovavo al numero 37 accanto al Car bar. Ho visto questo toro buttarsi dalle mura e rialzarsi in piedi; poi un finanziere gli ha sparato in testa. Per noi era una festa quando fuggiva un toro. Via Martiri della Resistenza non c’era, era tutta campagna; ricordo anche i nomi dei contadini che ci vivevano, come Filippetti e Carluccio. Chiara: negli anni come hai visto cambiare questo quartiere? Lorenzo: una delle prime frasi del cambiamento è stata “oh andamo a giogà sulla strada nova”, ossia andare a giocare a via Martiri della Resistenza; poi dopo arrivò la galleria; quando si scollinava, a Vallemiano c’erano tre case, tra cui quella di mio nonno che era fabbro e che ha realizzato tutte le ringhiere e le maniglie in quei palazzi nei pressi di Largo Bovio. Sotto il bar, dove c’è il barbiere, si sente del vuoto: è una specie di Grotta, che un tempo era l’osteria di Emilio. Chiara: Vallemiano quindi era un comunità, un piccolo paese; com’era il rapporto col resto della città? Lorenzo: si diceva “Domani vado in città” per dire di andare ad Ancona; sembrava di andare chissà dove, invece non è neanche un chilometro in linea d’aria; si andava con i mezzi pubblici, l’autobus numero 7, che noi chiamavamo “la camionetta”, in bicicletta o a piedi passando per gli Archi. Chiara: quando sono state costruite queste case in via Martiri della Resistenza sono stati momenti in cui il quartiere è cambiato, è cresciuto?

Lorenzo: il cambiamento è cominciato negli anni ‘50. A Vallemiano prima c’erano le botteghe, non c’erano supermercati. Poi sono arrivati, ed è finito tutto, quella familiarità che c’era una volta non c’è più. Ci si conosceva tutti, ci si aiutava, si condivideva la tv il sabato sera. Chiara: Secondo te cosa sarebbe importante recuperare degli insegnamenti di quel passato? Lorenzo: Posso risponderti in maniera cruda? C’è voluta una pandemia per far capire alla gente che i veri valori non sono quelli di oggi. Spero che si riesca a cogliere nella disgrazia l’opportunità di imparare a vivere insieme cose che da tempo si erano perse. Spesso si dice “Una volta si stava meglio”. Non è vero che prima si stava meglio, perché mancavano tante cose, ma non veniva mai meno il calore umano. E quello bisogna recuperare. Chiara: tornando a Vallemiano, cosa c’è di bello che ti tiene legato, affezionato; solo il ricordo del passato o anche qualcosa del presente? Lorenzo: del presente poca roba, solo perchè ho la casa dei miei genitori. Vengo qui perché sono legato al quartiere non è che c’è qualcosa che mi attira in particolare. Ci sono i ricordi del mio passato e della mia infanzia. Ricordo persone che non ci sono più e luoghi che sono profondamente cambiati. Ad esempio, all’inizio di via Paolucci c’era un locale in cui ci stavano due mucche e due fratelli, Mario e Marina, che mungevano il latte da portare a casa delle persone. Marina partiva col cappello bianco e la parnanza e distribuiva il latte appena munto filtrato con un telo. Chiara: secondo te Casa delle Culture, come potrebbe contribuire a rendere questo quartiere vivibile? Lorenzo: coinvolgendo molto le persone. Dare alla gente un punto di aggregazione è importante e poi è fondamentale anche il modo di aggregare. Qui ci si aggregava nelle sedi dei partiti, come il Partito Repubblicano, la sezione del Partito Comunista e la parrocchia (risatina), perché chi stava in parrocchia era democristiano! I ragazzini invece andavano a giocare o ai Salesiani al piano o al circolo. Le persone anziane invece al termine della giornata andavano in cantina! Cos’è che mi lega a Vallemiano? I ricordi. Le persone che conoscevo io non ci sono più, ci sono i figli e nipoti.


Giochi matematici a cura di V. Brandani

LA MATEMATICA E I CUORICINI Tutte le volte che giocando con i numeri trovo qualcosa di sorprendente, sperimento con i miei parenti (forse è la ragione per cui cercano di evitarmi!). Qual è stavolta la sorpresa? Stavolta la matematica va diritta al cuore. “Vogliamo vedere se siete innamorate?” (è più rara la curiosità negli uomini). Osservate la matrice 13 x 8 come quella in figura con 100 icone numerate tra le quali fanno bella mostra di sé 15 cuoricini. Scegliete un numero qualunque, anche di molte cifre, scrivetelo, poi modificatelo, cambiando la posizione delle cifre. Il nuovo numero, che deve essere inferiore al prescelto, viene sottratto al primo. Se il prescelto ha più di tre cifre non si ottiene dopo la modifica direttamente un numero a due cifre; quindi bisogna procedere con cambio del numero e sottrazione fino a che non si raggiungono due cifre. Per abbreviare l’iter, potete scegliere come secondo numero una cifra molto vicina al primo. Se scegliete un numero a due cifre invece non vi rimane che sommarle tra loro e poi sottrarle dal numero stesso. Ecco alcuni esempi: Partenza da numero a più cifre: 68579-59865=8714; 8714-7841=873; 873–837=36; 9347193417=54 Caso di due cifre del numero scelto 92-29 =63 Che risultato vi da? Un cuoricino! Evviva, siete innamorati! Vi racconto un episodio: una mia pronipote di 13 anni, molto colta per l’età che ha un indirizzo, tendenzialmente, umanistico. Le chiedo “Lalla, vogliamo scoprire con la matematica se sei innamorata?” “Oddio, zio ancora la matematica? “Proviamo!” “Scegli un numero”. Alla fine viene un cuoricino “Sei innamorata?“ “Io, no”; “Allora, vuol dire che qualcuno è innamorato di te!” Diventa curiosa, chiede ulteriori notizie. “Eh, no! La matematica insegna che c’è una relazione, non può dirti altro.” Non ci crederete, ma ora guarda i suoi compagni con occhio diverso! Con la matematica ricreativa l’ho cambiata!

Altra esperienza, un party in casa di amici. Mi considerano un fanatico dei numeri, però mi ascoltano perché li incuriosisco. Esordisco dicendo: “Ora vediamo con la matematica se un matrimonio funziona!” C’è subito un coro di proteste: “La privacy, tra moglie e marito non mettere il dito, etc”. Ricordo che la matematica ha principi ispirati alla correttezza, al rigore, all’ assoluta imparzialità e che, in ogni caso, la prova è volontaria. Qualche coppia sicura e curiosa si presta. Smartphone o calcolatrice in mano si inizia l’esperimento. Ai coniugi, viene richiesto: “Pensa un numero… ecc.” Cuoricini per tutti! I coniugi si scambiano i risultati, sorridono increduli. Il legame, chissà, si rinforza per merito della matematica. Dopo qualche altro esame sempre positivo avanza una signora sola con aria triste e distaccata, si sottopone all’esame. Risultato dell’esame: l’ N-esimo cuoricino! Sempre con aria triste e delusa mi apostrofa: “Ma siamo sicuri di questa magia?” Mi lascia interdetto. Rispondo: “In matematica c’è un indice di confidenza, secondo il quale, un risultato può essere vero solo per il 95% dei casi”. La signora mi scruta con aria disdegnata e si allontana infastidita dicendo: “Si vede che io sono il 5%.” Un consiglio: fate una fotocopia della matrice con le icone e conservatela. Provate a casa prima con numeri a due cifre. Provate poi con numeri a tre, a quattro cifre fino a un numero qualunque di cifre e ripetete la prova com’è indicato all’inizio. In una riunione tra amici proponete la matematica dei cuoricini. State sicuri: i cuoricini non vi deluderanno mai! Però attenzione: se tra i vostri amici c’è il solito saccente, vivace contradditore, evitate di esporvi. Dopo qualche prova scoprirebbe il trucco e vi metterebbe in difficoltà e a disagio.

Soluzione del quadrato magico asimmetrico 4x4 C.M.= 34 del numero precedente Il quadrato magico è asimmetrico e ha solo 4 numeri su 16. La soluzione c’è e non è molto difficile da trovare grazie alla posizione volutamente favorevole dei numeri. Sono possibili due opzioni per la risoluzione.

Le fiabe di Nonna Valeria DAISY A PAROLANDIA - PARTE 1I Continua dal 2° Numero [...] Il luogo è molto misterioso e pauroso. Appare un valletto che li blocca all’entrata: “Cosa volete voi due?” “Vogliamo parlare con la maga Sibilla, devo ritrovare le parole dimenticate del nonno.” “Ahhhh sta storia è difficile, se deve superà ‘na prova se no la Maga nun se fa vedè.” Scompare e ritorna dopo un po’. “Il tuo caso è moooolto difficile è moooolto raro. Chissà chissà chi lo sa? Come se farà.” DAISY, preoccupata: “Su cosa devo fare? Dimmi!” Il valletto ripete: “Chissà chi lo sa, uno scioglilingua hai da pensà. La Maga Sibilla tanti ne sa uno novo ne devi trovà.” Pensa che ti ripensa. Alla fine: “Ecco forse ho trovato! Questo è uno scioglilingua inedito, me lo ha detto il nonno! UNA PUZZOLA PUZZONA SPEZZA UN PEZZO DI PAZZA PEZZA CHE PUZZA IN UN POZZO SPAZZATO: CHE PIZZA!” VALLETTO: “Uuuuuhhh.. Aspetta un po’ qua.” E quando ritorna: “Se pò fa!La Maga Sibilla ve fa entrà” La Maga Sibilla li attende. Abbozza un sorriso. DAISY: “Ti prego, Maga, dimmi le parole della formula

L’autore: Valeria Marzoli, classe 1953, ha concluso il suo iter lavorativo come insegnante di scuola primaria nel 2019. Da sempre appassionata dei bambini, ha scritto storie e testi teatrali per e con i suoi alunni. La fiaba di questo numero è stata scritta da una classe quinta ed è un copione teatrale.

magica che il nonno ha dimenticato”. La Maga Sibilla con aria solenne pronuncia solo tre parole: Gratitudine, compagnia, solitudine. E scompare. Il valletto: “Non se po’ più fa, la Maga se ne va.” DAISY e TARLINO: “No, no aspetta! Oh, no!” Improvvisamente ritorna la Soffiata SUPERGALATTICA del vento che travolge Daisy e Tarlino e i due amici si ritrovano svenuti a poca distanza l’uno dall’altro. La prima a riprendersi è Daisy. TARLINO: “ohi ohi ohi, mi sento un pollo spennato!” DAISY è triste e sconsolata: “Un viaggio tanto lungo e la Maga non ha fatto in tempo a dirci la formula magica. Ora come facciamo? E il nonno? Ho fallito.” Vanno dal nonno, che, riuscendo a fermare il tempo, ha immobilizzato il suo antagonista. “Daisy finalmente sei tornata! Mi sei mancata!” DAISY: “Nonno mi dispiace, ho fatto un lungo viaggio e ho incontrato tanti tipi strani ma non ho trovato le parole” “Raccontami com’è andata, sono curioso” “Sono andata con Tarlino, il vento ci ha spedito a PAROLANDIA” e poi racconta delle guardie, del castello, del

tunnel degli Errori, del drago indovinello e della Maga Sibilla.” Il vecchio Zuzù, rinfrancato dal racconto della nipote: “La tua storia mi è proprio piaciuta e...sai una cosa? Mi sento un po’ meglio e, se mi concentro, penso di ricordare, sì sì!” Chiude gli occhi, fa un profondo respiro e, improvvisamente, si alza e con la voce sicura e potente di un grande mago: “DI A DA IN CON SU PER TRA FRA e la febbre sparirà!” All’istante Supersternutik viene risucchiato dentro il baule, ma Zuzù ferma l’incantesimo e dice: “Vuoi tornare ad ammuffire là dentro? Smettiamo di essere nemici, sono passati tanti anni, siamo in pensione godiamoci la vita! Dai, vieni in vacanza con me! Supersternutik, diffidente: “Non sarà uno dei tuoi soliti trucchi vero?” “Macché vecchio mio, prepara la valigia e partiamo.” DAISY e TARLINO si guardano increduli. E Daisy ripensa alle parole della Maga Sibilla: gratitudine, compagnia, solitudine. “Ora capisco!Erano queste le parole magiche.” Sì sì, è proprio così: fare compagnia ai nonni che a volte si sentono un po’ soli e raccontare loro una storia fanno magie. L’amore è la miglior medicina. GRAZIE MAGA SIBILLA!

Vallemiano - Narrazioni di Comunità - n° 3 dicembre 2020 Questa pubblicazione è un prodotto realizzato all’interno del progetto “Incipit - Narrazioni di Comunità”, finanziato dal Ministero per i beni e le attività culturali e per il Turismo. Gli articoli sono stati realizzati a partire dai contributi e con la collaborazione dei cittadini, delle associazioni e delle attività commerciali del quartiere di Vallemiano. In redazione: Adele Iasimone, Chiara Cifatte, Giorgio Marescia, Liza Canalini, Emanuela Capomagi, Irene Pezzella Inserto centrale: PepeLab - Stampe: bBold s.r.l.


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