Insieme in musica_ Indice e Premessa

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COLLANA LE MUSE

Non dicere ille secrita abboce


©Cartman Edizioni 2015 La riproduzione, anche parziale, effettuata con qualsiasi mezzo è vietata. ISBN13: 9788889671559 Cartman Edizioni c.so M. d’Azeglio, 102 – 10126 Torino (Italia) tel./fax +39.011.8905849 www.cartmanedizioni.it redazione@cartmanedizioni.it ordini@cartmanedizioni.it Grafica di copertina: Dorina Xhaxho Impaginazione: Manuela Santoro In copertina: Ave Appiano, Onda Forma, (dett., 2014) Finito di stampare nel mese di luglio 2015


Andrea Gherzi

INSIEME IN MUSICA

Appellativi e Titoli, Analogie e Fantasie

CARTMAN



Indice

Premessa

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I. Trii “in memoria�

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II. Biografie e dediche in forma di Quartetto

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III. Titoli e appellativi

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IV. Arcolai e filatrici

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V. Opere collettive

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VI. Musica e zodiaco

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Bibliografia

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Premessa Per “insieme” s’intende una collezione di oggetti con proprietà comuni, la quale diviene a sua volta un nuovo oggetto. Si tratta di un concetto fondamentale della matematica moderna, da cui si è sviluppata la teoria degli insiemi. Fra gli oggetti radunati possono trovar posto gli elementi più disparati; nel nostro caso le composizioni strumentali. “Insieme” può inoltre essere inteso come avverbio dal valore metaforico, nel senso che nuotiamo concordi nella cultura della musica, beandoci di passare da un’opera all’altra; oppure col significato di complesso musicale (trio, quartetto), o ancora come raggruppamento di titoli intorno a tematiche diverse, nonché come aggregazione di artisti per dar vita a opere collettive (cap. V, dedicato ai pianisti), un po’ sul modello di alcuni quartetti russi fioriti nella cerchia dell’editore Belaev. Per scrivere di saggistica musicale sono percorribili varie strade: la più seria e accreditata comporta ricerche sulla base dei documenti manoscritti e, siccome è necessario viaggiare per il mondo, richiede un notevole dispendio di risorse. All’opposto vi sono coloro che ripetono le stesse cose a scopo divulgativo, senza muoversi fisicamente né tentare vie originali, una tipologia di esegeti che non rischia passi falsi. A metà strada si trovano soluzioni umili, ricerche svolte a tavolino ma con il concorso della fantasia, partendo da informazioni in parte disponibili; prevedono capacità di trovare argomenti interessanti in un terreno già ampiamente dissodato, di prendere in esame elementi non approfonditi a sufficienza, talvolta erigendo una costruzione ingegnosa sugli scarti altrui; insomma presuppongono la capacità di preparare un piatto stuzzicante raccogliendo e combinando semplici e saporite briciole, l’abilità e le competenze per tracciare percorsi all’interno di un repertorio molto vasto, di creare insiemi secondo tematiche diverse, che è il metodo cui s’ispirano i sei capitoli del presente libro.

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Dopo aver compulsato per anni cataste di enciclopedie, tonnellate di libri e partiture, risultano evidenti tematiche ricorrenti, soggetti analoghi trattati da innumerevoli musicisti. La conseguenza logica è di attirare l’attenzione dello studioso e del melomane, interessati a confrontare come artisti lontani nel tempo e nello spazio abbiano interpretato uno stesso tema. Si configurano così percorsi all’interno di generi e forme, simili a insiemi e sottoinsiemi matematici. È quasi un raccogliere idee affini per evidenziarle, allo scopo di creare itinerari fruibili agli ascoltatori, agli appassionati di musica e cultura. Allo stesso modo la guida autorizzata spiega un’esposizione pittorica, illustrando le prerogative di ogni oggetto nei confronti dell’intera collezione, e soprattutto il senso dell’insieme, il motivo per cui quelle opere d’arte sono state accostate; ciò che le accomuna e le unisce in base a un’idea generale. In fondo è proprio questo il fine ultimo del ricercatore: trovare l’unitarietà nella molteplicità. Il presente volumetto presenta richiami sottesi ai vari capitoli, collegamenti nascosti, allusivi oppure dichiarati, più o meno come i temi conduttori in una partitura musicale. Leggibili nell’ordine che si preferisce, i sei capitoli non sono in sequenza ma presentano indubitabili legami fra loro. Si occupano soprattutto di musica strumentale, raccogliendo tematiche caratteristiche, ovvero seguendo come si siano sviluppati nei secoli certi generi, come il Trio per pianoforte, violino e violoncello, con speciale riguardo al carattere ‘memoriale’ di alcuni lavori degli ultimi due secoli (cap.I). Il secondo capitolo verte sui Quartetti per archi e relative confessioni biografiche: le dediche e gli elementi personali connessi. Ma ci sono altri fattori importanti nella trattazione: la numerologia di Pitagora, secondo cui il mondo è una rete di relazioni matematiche, e la simbologia psicanalitica di Jung. Non a caso sono accostati i due capitoli basati su trii e quartetti. Tre è numero del principio attivo (corpo-anima-spirito), ha come simbolo il triangolo e si riflette nell’armonia prodotta dalle triadi accordali, nonché nei generi diatonico-cromatico-enarmonico. Rappresenta una sintesi spirituale, giacché risolve il conflitto originato dallo sdoppiamento dell’uno: dal

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dualismo alla Trinità, di cui è l’emblema. Il quattro è legato al tetramorfo di ordine terrestre, come le quattro voci del coro misto; il quadrato risulta una delle forme geometriche più usate dagli uomini, poi ci sono i punti cardinali, le stagioni dell’anno, le età del mondo, il tetracordo, gli elementi e i caratteri umani (aria-sanguigni, fuoco-nervosi, acqua-linfatici, terra-biliosi). Presso molte culture il quaternario corrisponde all’organizzazione materiale sul pianeta, mentre la triade esprime il numero del cielo, quindi il dinamismo spirituale. Tre più quattro fa sette, numero sommativo del cielo e della terra, da cui deriva una speciale significazione; non è casuale che la figura geometrica sacra della piramide sia una sintesi del 3 e del 4, giacché le quattro facce sono composte da triangoli. In ambito religioso il settenario corrisponde alle tre virtù teologali (fede, speranza, carità) più le quattro cardinali (prudenza, giustizia, fortezza, temperanza); oltre all’ambito teologico (sette peccati capitali), il numero è in relazione con i pianeti, le note musicali, i colori dell’iride, i principali centri di energia nel corpo umano (chakra), i giorni della settimana e una quantità di applicazioni, miti, leggende, modelli cosmogonici e artistici. Secondo Mircea Eliade, il simbolismo aggiunge valore nuovo a un oggetto, senza per questo diminuirne le valenze letterali e storiche legate alla realtà immediata. Si tratta di una prerogativa in grado di operare preziose sintesi negl’insiemi, perché la scienza è analitica e quindi obbligata a dividere, sezionare ciò che studia; non riesce a comprendere la totalità, l’organicità, la molteplicità nell’unità. Come sostiene anche René Guénon, il simbolismo si bassa sull’analogia: lo confermano le dottrine tradizionali, la storia delle religioni e delle civiltà, l’antropologia, la mitologia, l’arte, l’esoterismo, la psicanalisi; lo testimonia lo studio degli archetipi, da Platone a Jung. Secondo Schneider, il simbolismo è una forza che si potrebbe definire magnetica, capace di riunire i fenomeni corrispondenti allo stesso ritmo. Dopo l’avvio con il tre e il quattro, sorta di moderni Trivio e Quadrivio delle discipline preparatorie, l’addizione crea la sintesi del settenario, ambito ‘universitario’ al quale accediamo per considerare una quantità di opere

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sinfoniche. È come se dopo il tirocinio delle sette arti liberali uscissimo in mare aperto per una lunga navigazione. Il percorso più esteso è infatti quello tracciato nel terzo capitolo, basato su titoli, sottotitoli e denominazioni di fantasia di cui è ricco il repertorio. Spesso leggendo questi nomi accanto ai numeri d’opera il musicofilo se ne chiede la ragione. In una sorta di piccola storia della musica, come vademecum per l’appassionato, si forniscono dati e notizie su un gran numero di questi appellativi posti fra virgolette. Raccontare le cronache o le leggende da cui derivano rappresenta un’angolatura peculiare dalla quale vagliare il patrimonio strumentale. Ci sembra interessante indagare in questa maniera inedita il repertorio concertistico usuale, che copre all’incirca gli ultimi quattro secoli. Il IV capitolo prende in esame un tema specifico per poi volare su altri insiemi, senza approfondirli, bensì soltanto per offrire spunti su alcune tematiche. La stesura si presenta più essenziale, con riferimenti elencati come in un inventario, che tocca al lettore spulciare al fine di programmare concerti e registrazioni a tema, oppure corsi universitari e tesi di laurea. Un aiuto in questo senso può venire dagli estesi cataloghi di alcune case discografiche, i quali talvolta presentano antologie interessanti. Gli ultimi due capitoli si staccano dal blocco dei precedenti; ciascuno per conto proprio, trattano argomenti diversi pur rientrando nel dominio della musica colta. Il VI mette a confronto due ambiti dell’aria, ovvero dominî immateriali quali musica e astrologia. Traccia una breve sintesi dei loro rapporti nel passato, esamina le principali composizioni ispirate allo Zodiaco e infine presenta una lista dei dodici segni, con alcuni caratteri dei più importanti compositori. Con un occhio di riguardo agli aspetti simbolici, può divertire il musicofilo e offrire qualche spunto di riflessione su un rapporto trascurato. Per i musicisti tradotti da lingue slave, si è preferita una traslitterazione non scientifica dai caratteri cirillici a quelli latini, onde permettere una lettura più agevole dei nomi. Maiuscole vengono scritte le note musicali e i termini tecnici che potrebbero confondersi con parole comuni (Opera, Cantata, Divertimento e via dicendo).

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