

a chi troppo, a chi niente ”
L’ingiustizia è come un’operazione aritmetica con il risultato che non torna. Anzi, per essere più precisi, per qualcuno torna e per qualcun altro no. Torna per pochi che hanno molto, non torna per i molti che hanno poco. Quelli che non hanno niente dipendono ovviamente dal risultato sbagliato dell’operazione precedente.

Eppure, a guardare bene dentro il nostro mondo, le origini di questa strana aritmetica si possono anche rintracciare.
Si insegna la somma, ma poi a stare insieme sono sempre meno persone. Si insegna la moltiplicazione, ma poi si privilegia il tutti x uno all’uno x tutti. Si insegna la divisione in parti uguali, ma poi le parti uguali esistono solo nei libri di scuola e di solito sono fette di torta e non pezzi di pane.
Si insegna la sottrazione, ma a qualcuno si traduce con “rinunciare” e a qualcun altro con “togliere”.
Non è un’aritmetica di un mondo giusto, ma è quella che abbiamo e non la cambiamo facendo magie, e nemmeno elargendo regali una tantum ai molti che hanno poco e ai tanti che hanno niente.
Non sono gli avanzi che vanno distribuiti, non è il di più che va diviso ma quello che c’è. Bisogna sbrigarsi, però, prima che chi ha in mano le calcolatrici cominci a dividere (in parti uguali?) anche l’aria che respiriamo.














































