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Aspetti tecnici
La scelta del nome del dominio é un processo creativo che tiene in considerazione i concetti di mission e vision descritti nel capitolo “Strategia e Marketing”. Si parte da un brainstorming con l’intento di arrivare a definire un nome che sia breve e facile da ricordare. Possono essere utili i seguenti spunti:
1.Capire se si punta ad un target nazionale o internazionale. I confini geografici impongono riflessioni sull’estensione (es. estensione .it o .com), nonché il significato del nome di dominio nei paesi esteri di destinazione. 2.Evitare alcune “trappole” nel nome di dominio, quali la forma giuridica nel nome (es. miositosrl.com), regionalismi non necessari (es.miositomilano.com), doppie vocali (es. miositook.com) 3.Controllare eventuali marchi già presenti sul mercato e registrati: euipo.europa.eu/ohimportal/it/search-availability
4.Controllare su archive.org/web
che il dominio d’interesse in passato non abbia ospitato contenuti offensivi o inappropriati. 5.Nel caso si sia già in possesso del nome di dominio, si verifichi che sia di vostra proprietà (www.whois.com/) 6.Meglio .it o .com? Si propone un semplice prospetto di riferimento:
.it
• Adatto a sito in lingua italiana indirizzato al mercato italiano. • Vantaggio nei risultati delle ricerche su Google in lingua italiana
.com
• Siti web multilingue che vogliono aumentare la visibilità sia in Italia che all’estero • SEO: buona indicizzazione in tutto il mondo. • Lo svantaggio del .com è che non dà la stessa visibilità in Italia che darebbe invece un sito .it
.it + .com
• è sempre un’ottima idea acquistare sia il .it che il .com. • Se non si usa subito il .com, impostare un redirect dal .com al .it
Scelto il dominio, si può iniziare a pensare alla piattaforma ecommerce; riportiamo la diffusione mondiale (figura 6) delle principali soluzioni: Tra le piattaforme citate nella figura precedente si trovano sia quelle native e-commerce (es. Magento, Shopify, Prestashop, Storeden, … ), sia quelle nate per altri scopi che hanno poi sviluppato soluzioni e-commerce all’interno (es. Wordpress + Woo-commerce, Wix, …). Non ce n’è una migliore o peggiore, c’è solo quella più adatta al progetto che si intende realizzare, al budget disponibile e alle competenze tecniche.
Le piattaforme si dividono in 3 tipologie principali (figura 7 della pagina successiva): 1) PIATTAFORME A SERVIZIO: si paga un canone mensile predefinito e la piattaforma mette a disposizione tutte le risorse necessarie per avviare l’e-commerce, senza installazioni o gestioni di hosting. E’ una scelta ottimale quando si ricerca una soluzione di più veloce implementazione, si hanno limitate competenze tecniche e l’e-shop non richiede particolarità o features complesse da sviluppare.
Figura 6 – Diffusione delle piattaforme al mondo – Fonte: trends.builtwith.com
2) PIATTAFORME A PACCHETTO: si compra un “pacchetto software” che viene installato su un server. Eventuali aggiornamenti del software e del server (hosting) sono a carico dell’utente. Questa soluzione, rispetto alla precedente ha un grado di complessità superiore, tuttavia permette una maggiore flessibilità. E’ una scelta ottimale quando si hanno delle competenze o dei professionisti in grado di seguire il progetto. 3) PIATTAFORME ‘AD HOC’: la piattaforma viene sviluppata da zero, ma il livello di investimento diventa importante.
SU MISURA
Figura 7 – Tipologie di piattaforme e selezione dei principali player sul mercato
Qual è la piattaforma più adatta per un progetto e-commerce? La risposta va valutata in base a più fattori, quali: • La complessità del progetto (più è complesso il progetto e più avrà senso propendere per soluzioni flessibili) • Le competenze tecniche e di gestione di un e-commerce di cui si dispone • Il budget • Il tempo da dedicare al progetto Un’altra strada per avere indizi sulla piattaforma ottimale è l’analisi dei competitors, aspetto già affrontato nel capitolo “Strategia e Marketing ”; se analizzando i competitors si verifica che un tipo di piattaforma è molto ricorrente, si può ritenere che tal piattaforma si adatti bene all’esigenza del settore e quindi varrebbe la pena considerarla tra le potenziali da adottare. Non da ultimo, si può considerare un approccio a steps (specie nel caso di startup): si inizia a testare il mercato con una prima piattaforma semplice e poi, in base alle risultanze e alle nuove necessità, si evolve verso una piattaforma più adatta. Si ritiene utile esemplificare anche il processo d’installazione e customizzazione di alcune delle principali piattaforme sul mercato (figura 8). Le ‘piattaforme a servizio’ non necessitano di alcuna installazione, in quanto già pronte all’uso. Le ‘piattaforme a pacchetto’ invece necessitano prima della scelta di un servizio di hosting, per poi procedere all’installazione del software della piattaforma (che può essere già preinstallato dal servizio hosting, installabile mediante pannello di controllo, oppure installabile manualmente). A questo punto si sceglierà il template grafico più adatto al progetto e-commerce, che potrà essere scelto da modelli preimpostati oppure customizzati in base alle necessità. Nella vita utile dell’e-commerce le piattaforme a pacchetto avranno bisogno di regolare manutenzione, intesa come aggiornamento dei plugin, del tema e periodicamente upgrade o aggiornamenti lato hosting.

Figura 8 – Installazione principali piattaforme – principali passaggi
Sicurezza informatica
La sicurezza informatica è diventata un aspetto imprescindibile e, sebbene sia difficile avere la certezza di essere al 100% al riparo da ogni minaccia, si possono tuttavia adottare alcune buone prassi per proteggersi, quali: Avere un sistema sempre aggiornato, sia lato hosting che lato software installato (piattaforma, tema, plugins, …) Eseguire backup giornalieri Proteggere i dati di login (mediante password complesse, autenticazione a due fattori etc) Installare programmi di protezione – firewall / virus scan (es. Wordfence per Wordpress) Scegliere un hosting affidabile Installare il certificato SSL, che permette transazioni più sicure e viene evidenziato dall’https nella url (figura 9)
Figura 9 – Visualizzazione dei Certificati SSL, Fonte: aruba.it
