CARTAS, il Brasile minuto per minuto

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Bruna Peyrot – Cartas ovvero Lettere: Il Brasile minuto per minuto

Bruna Peyrot – Cartas ovvero Lettere: Il Brasile minuto per minuto

Questi tratti mineiros si trovano un po’ in tutte le persone che si incontrano, anche per strada, nella vita quotidiana. I loro nomi sono una fantasia. Glàucia, Monnalisa, Washington, Zaccaria, Procopio, Iky, Jesus, Caiafa, Giselia, Andreasa, Lucivaldo, Laercio, Fridda, Eudoro, Magno, Edson, Mendel sono solo alcune delle mie conoscenze…

Carta n.53 Tarso Genro: “O ministro do Pacto”

Poi ci sono stati altri incontri: le donne-ascensore che accompagnano su e giù per ore quei passeggeri fugaci e guidano quell’aggeggio come un aereo, gli uscieri e le guardie di case che nelle loro divise sembrano concentrare tutto il potere del mondo. E che dire di Alzina innamorata del musicista Belchior? Del venditore di zucchero filato che urla un assordante bip bip per le strade? E i taxisti che sembrano aver imparato tutti la stessa domanda: sei straniera? Argentina? Francese? Italiana? Gringa? I taxisti sono mitici in tutto il Brasile, sempre a disposizione, facili da trovare, pronti e … quasi efficienti… anche se non sanno assolutamente dove si trova la via richiesta, ti portano lo stesso… Tutti regolari con un tesserino ben in vista sul cruscotto. Certo, talvolta non coincide con il volto dell’autista che vi sta trasportando, ma niente paura, è un amico o un parente che lo ha sostituito per aiutarlo. E che dire del mio cartolaio che un giorno, felice per le tante cosette comprate, mi regala una stupenda biro blu? Infine, non si possono dimenticare i controllori degli onibus, quelli che forano il biglietto: ne ho incontrati di ogni tipo. Chi si sbraccia per tutto il percorso a salutare gente per strada, chi dorme con la testa sulla obliteratrice, chi ti guarda sempre sospettoso specie se sei bianca e loro sono quasi tutti neri, poche donne e molto prese dal loro ruolo… una piccola società che in quel lavoro trova dignità e almeno un poco di sicurezza. 11 novembre 2008

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Lula ha vinto il secondo mandato presidenziale. Il 29 ottobre 2006 Tarso Genro, già Ministro dell’Educazione e Ministro delle Relazioni Interistituzionali, principale teorico della democrazia brasiliana, ha assunto il ruolo di Ministro della Giustizia. In attesa di sapere quali incarichi rivestirà nel secondo governo Lula, desideriamo sottolineare in questa sede alcune delle sue linee di pensiero che non datano dall’oggi, ma hanno radice nella sua storia di militante e di giurista. Da almeno un anno, Tarso Genro, si sforza di analizzare la crisi che ha colpito il suo partito, il Pt (Partido dos trabalhadores). Fondato nel 1980, alla fine della dittatura, questa grande organizzazione politica raccoglie in sé le tre principali anime che l’hanno combattuta creando al suo interno degli spazi sotterranei, ma efficaci di profonda pratica democratica: i movimenti sociali primo fra tutti quello sindacale, le comunità di base cattoliche ispirate alla teologia della liberazione e gli svariati gruppi che si sono aggregati dentro la tradizione comunista. Tarso ha sempre creduto nella necessità della teoria e nella specificità di un “modo petista di governare”, considerato parte di una strategia più vasta di democratizzazione della società, non solo una tattica per accumulare voti. Per questo si è distinto anche oggi, per l’esempio morale che ha rappresentato fuori e dentro il Pt, colpito dagli scandali. Che il modo di governare dovesse essere oggetto di riflessione, proprio come un’occasione di autocoscienza collettiva lo aveva già scritto in Um debate estratégico del 1999 (in AA.VV., Governo e Cidadania, Fundação Perseu Abramo, São Paulo, 1999, p.11). 258


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