Nicola Campogrande
Cronache animali
Pocket-opera per attrice che canta e piccola orchestra
Pocket-Opera for Singing Actress and Small Orchestra
Testi di Toti Scialoja
Texts by Toti Scialoja
Partitura | Score
Nur das Mikrofon einschalten reicht nicht – Just turning on your microphone is not enough.
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Nicola Campogrande | Cronache animali
Versione per piccola orchestra (2025)
Strumentazione
1 Flauto (anche Ottavino)
1 Clarinetto in Sij (anche Clarinetto basso e Saxofono contralto)
Percussioni
Jazz Drum Set (Rullante, Grancassa, 2 Toms, Hi-hat, Piatto Ride, Piccolo Piatto Ride, Piatto Crash, Piatto China, Piatto chiodato)
Bamboo Chimes
Shell Chimes
Sistro
3 Triangoli
Tam Tam
Bastone della pioggia
Tamburello
Guiro
Coil Spring (grande molla sospesa)
Campane tubolari
Crotali (Sol)
Archi (minimo 3.3.2.2.1)
Prima esecuzione assoluta della versione per 5 strumenti
Stuttgart, 20 aprile 1998
Theater der Altstadt
Paola Roman, attrice che canta
Toujours Ensemble
Prima esecuzione assoluta della versione per orchestra
Milano, 16 maggio 2026
Auditorium
Monica Demuru, attrice che canta
Orchestra Sinfonica di Milano
Massimo Fiocchi Malaspina, direttore
Commissionata dall’Orchestra Sinfonica di Milano
Durata Circa 50 minuti
Istruzioni per l’esecuzione
Tranne che in un caso, dove compare l’indicazione “attacca”, i diversi numeri sono separati uno dall’altro. Tra loro può esserci un silenzio scenico, una piccola azione, un gioco di luci o quello che la fantasia di un regista può immaginare. Si tenga presente tuttavia che, nella versione originale, per circa 80 recite l’autore e i primi interpreti avevano deciso di inserire alcune altre brevi poesie di Scialoja, in alcuni punti precisi dello spettacolo. Le indichiamo qui.
1) Dopo Un letto di piuma: Io sono un orso / e mi consolo: / mastico un tozzo / bevo ad un pozzo / dormo sul dorso / vivo da solo.
2) Dopo La zanzara per decenza: L’ammattita in camicia / in piedi sopra al tetto / scalda la lingua al sole / spiata dal suo gatto. / Quando la sente fatta, / quando la sente cotta, / allora in fretta e furia / se la rimette in bocca.
3) Dopo A Sciaffusa s’è diffusa la notizia: Contro te / povero verme / le lagnanze / sono eterne.
4) Dopo Quando il tetro dromedario: Tre chicchi di moca / tritava il tricheco / per fare il caffè. / Lo vide la foca / e disse: «Che spreco! / Due chicchi, non tre!».
5) Dopo Un camello lungo il corso: Un pollo su un pullman / in viaggio per Baden / avvolto nel Loden / si sente nell’Eden. / Sua moglie, col rimmel, / gli fuma le Camel.
6) Dopo C’è una razza azzurrina di zanzare: Ghiro ghiro tonto / mi sbrigo e non sono pronto / da Rovereto a Trento / la ruga sotto il mento / il rigo senza senso / il rogo in mezzo al campo / il campo pieno d’erba / da Rimini a Viserba. / Gora gora torba / il grillo odia la purga / da Bevagna a Foligno / si lagna il Ghiro / e io ghigno.
La nuova vita di un’opera tascabile
Volete sapere come sono andate le cose? D’accordo, ve lo racconto.
Ho composto Cronache animali nel 1998 utilizzando alcune formidabili poesie di Toti Scialoja. L’avevo definita «pocketopera per attrice che canta e cinque strumenti» perché si trattava proprio di questo: la partitura allineava infatti una serie di canzoncine che chiunque poteva cantare, a patto che fosse intonato; e dunque non avevo in mente una cantante d’opera ma una voce naturale – nello specifico, quella dell’attrice Paola Roman.
Devo confessare che all’epoca non mi era molto chiara la differenza tra il concetto di opera e quello, più ampio, di teatro musicale; quindi il fatto di portare in scena 33 micro canzoncine, che erano a loro modo piccole storie, sgranandole a poco a poco una dopo l’altra e con una ingombrante macchina scenica che permetteva di far scorrere una scenografia dipinta su un rotolo di 110 metri di tela dallo scenografo Giorgio Barullo, per me significava dar vita a un’opera. Oggi parlerei, più propriamente, di teatro musicale. Chiedo perdono.
Intorno a Cronache animali, comunque, si era costituita una piccola compagnia di musicisti che, sul palcoscenico, oltre a suonare i loro strumenti si prestavano a interpretare per quanto possibile i diversi animali, partecipando a piccoli scherzi, azioni sceniche, colpi di teatro e – dettaglio non trascurabile – collaborando attivamente nel montare e smontare a ogni recita la pesante macchina scenica e il relativo rotolo dipinto, che andavano poi caricati sulla mia automobile. Insieme a loro, dopo il debutto per noi esotico in un piccolo teatro di Stoccarda, sono andato in giro per anni realizzando lo spettacolo, talvolta in contesti molto prestigiosi come l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia a Roma, o l’Accademia
Chigiana a Siena, e talaltra in piazze, scuole, asili nido. Credo che il numero delle recite abbia superato l’ottantina; poi ho perso il conto.
Io, che non so suonare nessuno strumento, oltre a coordinare la compagnia giravo la manovella che faceva scorrere il rullo dipinto, aiutato da un volontario che doveva frenare il gigantesco rocchetto dalla parte opposta – ricordo che in qualche tournée mi aveva aiutato ad esempio mia sorella Serena. E in scena, oltre all’attrice, c’erano cinque musicisti che voglio assolutamente citare: Michele Mo (flauto; per questo il flautista canta «Mo» nel brano L’ippopota disse «Mo»), Marco Tardito (clarinetti e sax), Gianni Nuti (chitarra), Marco Puxeddu (percussioni) e Margherita Monet (violoncello).
A un certo punto realizzammo anche un cd, per il quale la cantante pop Silvia Testoni sostituì Paola Roman nei numeri vocalmente più impegnativi; e Cronache animali ha dunque continuato a circolare, grazie alla registrazione, anche quando ormai la compagnia si era sciolta, tanto che ancora oggi mi capita di incontrare perfetti sconosciuti, di generazioni diverse, che mi canticchiano «Topo topo, senza scopo» o
«Quanto è languida l’anguilla», ascoltate su qualche piattaforma online.
E poi? Beh, è accaduto che nell’estate del 2025, nell’ambito delle mie attività di compositore residente l’Orchestra Sinfonica di Milano mi abbia chiesto di preparare uno spettacolo per un giovane pubblico. Ho dunque pensato che sarebbe stata l’occasione giusta per riprendere in mano la mia pocket-opera e trascriverla per un organico meno strampalato, rinunciando alla chitarra e inserendo un’orchestra d’archi; e così mi sono messo al lavoro. La scelta è stata quella di rispettare il mio stile di tanti anni fa, giusto precisando per le percussioni qualche dettaglio che oggi sono capace di scrivere in modo più efficace; e ho inventato per gli archi una parte che amplifica la versione originale senza tradirne la concezione. La mia intenzione, insomma, era quella di non rovinare nulla: spero di esserci riuscito.
Ora a cantare e suonare saranno altri musicisti, ci sarà un direttore, nasceranno altre realizzazioni sceniche; ma mi auguro che lo spirito di questa operina tascabile, la sua leggerezza, continueranno a vivere attraverso i nuovi interpreti. A loro voglio citare l’inizio del testo di accompagnamento che lo scrittore Dario Voltolini aveva scritto per il cd: «Più ci penso e più mi convinco che la caratteristica più preziosa di questo spettacolo festoso, costruito da Nicola Campogrande sulle parole di Toti Scialoja, sta nella gentilezza con cui vengono accompagnati i sopraffini cortocircuiti di sillabe e fonemi che Scialoja – toccato dalla grazia – ha creato nella nostra lingua italiana». Ecco: la gentilezza è la chiave per interpretare questa mia partitura. Se possibile, tenetelo presente.
Nicola Campogrande, ottobre 2025
Nicola Campogrande | Cronache animali
Version for Small Orchestra (2025)
Orchestration
1 Flute (also Piccolo)
1 Clarinet in Bj (also Bass Clarinet and Alto Saxophone)
Percussion
Jazz Drum Set (Snare Drum, Bass Drum, 2 Toms, Hi-hat, Ride Cymbal, Small Ride Cymbal, Crash Cymbal, China Cymbal, Sizzle Cymbal)
Bamboo Chimes
Shell Chimes
Sistrum
3 Triangles
Tam Tam Rainstick
Tambourine
Guiro
Coil Spring
Tubular Bells
Crotales (G)
World Premiere of the version for 5 instruments
Stuttgart, April 20, 1998
Theater der Altstadt
Paola Roman, singing actress
Toujours Ensemble
World Premiere of the version for small orchestra Milano, May 16, 2026
Auditorium
Monica Demuru, singing actress Orchestra Sinfonica di Milano
Massimo Fiocchi Malaspina, conductor
Commissioned by Orchestra Sinfonica di Milano
Duration
Approx. 50 minutes
Performance Instructions
Except for one case, where the indication “attacca” appears, the different numbers are separated from one another. Between them there may be a scenic silence, a small action, a play of lights, or whatever a director’s imagination might suggest. It should be noted, however, that in the original version, for about 80 performances, the composer and the first performers had decided to insert a few additional short poems by Scialoja at specific points in the show. We list them here.
1) After Un letto di piuma: Io sono un orso / e mi consolo: / mastico un tozzo / bevo ad un pozzo / dormo sul dorso / vivo da solo.
2) After La zanzara per decenza: L’ammattita in camicia / in piedi sopra al tetto / scalda la lingua al sole / spiata dal suo gatto. / Quando la sente fatta, / quando la sente cotta, / allora in fretta e furia / se la rimette in bocca.
3 After A Sciaffusa s’è diffusa la notizia: Contro te / povero verme / le lagnanze / sono eterne.
4) After Quando il tetro dromedario: Tre chicchi di moca / tritava il tricheco / per fare il caffè. / Lo vide la foca / e disse: «Che spreco! / Due chicchi, non tre!».
5) After Un camello lungo il corso: Un pollo su un pullman / in viaggio per Baden / avvolto nel Loden / si sente nell’Eden. / Sua moglie, col rimmel, / gli fuma le Camel.
6) After C’è una razza azzurrina di zanzare: Ghiro ghiro tonto / mi sbrigo e non sono pronto / da Rovereto a Trento / la ruga sotto il mento / il rigo senza senso / il rogo in mezzo al campo / il campo pieno d’erba / da Rimini a Viserba. / Gora gora torba / il grillo odia la purga / da Bevagna a Foligno / si lagna il Ghiro / e io ghigno.
The New Life of a Pocket-Opera
Do you want to know how things went? All right, I’ll tell you. I composed Cronache animali in 1998, using some marvelous poems by Toti Scialoja. I had defined it as a “pocket-opera for singing actress and five instruments,” because that’s exactly what it was: the score strung together a series of little songs that anyone could sing, provided they were in tune; and so I wasn’t thinking of an opera singer, but of a natural voice – specifically, that of actress Paola Roman. I must confess that back then I wasn’t too clear on the difference between the concept of “opera” and the broader idea of “music theatre.” So, for me, putting on stage 33 micro-songs – which were in their own way little stories – unfolding them one after the other with an enormous stage machine that allowed a 110-meter painted canvas roll, designed by Giorgio Barullo, to scroll by, meant creating an opera. Today I would more properly call it music theatre. My apologies. Around Cronache animali a small troupe of musicians had formed, who, besides playing their instruments, took part on stage in impersonating the various animals as best they could, joining in small pranks, theatrical gestures, comic effects – and, not a minor detail, actively helping to assemble and dismantle the heavy stage machine and its painted roll at every performance, before loading it into my car. Together with them, after an exotic debut for us in a little theatre in Stuttgart, I toured with the show for years, sometimes in very prestigious contexts such as the Accademia Nazionale di Santa Cecilia in Rome or the Accademia Chigiana in Siena, and other times in town squares, schools, even nurseries. I believe the number of performances passed eighty; then I lost count.
I, who don’t play any instrument, besides coordinating the troupe, was the one turning the crank that made the painted roll move, helped by a volunteer who had to brake the huge reel on the other side – I remember, for instance, that on some tours my sister Serena helped me. And on stage, along with the actress, there were five musicians I absolutely must name: Michele Mo (flute; hence why the flutist sings “Mo” in the piece L’ippopota disse «Mo»), Marco Tardito (clarinets and sax), Gianni Nuti (guitar), Marco Puxeddu (percussion), and Margherita Monet (cello).
At a certain point we even made a CD, for which pop singer Silvia Testoni replaced Paola Roman in the vocally more demanding numbers; and thus Cronache animali continued to circulate, thanks to that recording, even after the troupe had dissolved – so much so that even today I sometimes meet complete strangers, from different generations, who hum to me “Topo topo, senza scopo” or “Quanto è languida l’anguilla,” having heard them on some online platform.
And then? Well, in the summer of 2025, as part of my activities as composer-in-residence, the Orchestra Sinfonica di Milano asked me to prepare a performance for a young audience. I thought it was the perfect occasion to revisit my pocket-opera and transcribe it for a less eccentric ensemble,
letting go of the guitar and adding a string orchestra; and so I set to work. My choice was to respect my style from back then, only clarifying a few percussion details that I can now write more effectively, and to invent for the strings a part that amplifies the original version without betraying its concept. My intention, in short, was not to ruin anything: I hope I succeeded.
Now other musicians will sing and play, there will be a conductor, new stagings will be born; but I hope that the spirit of this little pocket-opera, its lightness, will continue to live through the new performers. To them I want to quote the opening of the liner notes that writer Dario Voltolini had written for the CD: “The more I think about it, the more I am convinced that the most precious quality of this festive show, built by Nicola Campogrande on the words of Toti Scialoja, lies in the gentleness with which the refined short-circuits of syllables and phonemes that Scialoja – touched by grace –created in our Italian language are accompanied.” Here it is: gentleness is the key to interpreting this score of mine. If possible, please keep that in mind.
Campogrande, October 2025
Indice | Contents
1. Pipistrello ti par bello
2. Questa sarta tartaruga
3. Topo topo, senza scopo
4. L’ippopota disse «Mo»
5. Un letto di piuma
6. Quanto è languida l’anguilla
7. Son quattro le gatte
8. La zanzara per decenza
9. Batte la fiacca a Cuma una lumaca
10. Quando al picchio in un picnic
11. C’è un coniglio in Campidoglio
12. Sotto la gronda gridano le rondini
13. A Sciaffusa s’è diffusa la notizia
14. Fuori Farfa le farfalle
15. A mezzanotte la luna spicca
16. C’è una carpa che ama l’arpa
17. Quando il tetro dromedario
18. Una fanfara in fondo alla pineta
19. I bassotti di Pisticci
20. Se il castello è raso al suolo
21. Ieri ho visto un vecchio bracco
22. Un camello, lungo il corso
23. Se i moscerini scemi vano a sciami
24. Ho visto un corvo sorvolare Orvieto
25. Durante la stagione balneare
26. Se una cimice emaciata
27. Un tafano di Porto Santo Stefano
28. Un esercito di pulci
29. C’è una razza azurrina di zanzare
30. Nelle grotte di Malacca
31. La zanzara mentre vola
Nicola