Il nuovo Brefotrofio provinciale di Milano (1912) Percorso storico-visivo
L’Istituto Provinciale di Protezione ed Assistenza all’Infanzia di Milano (1930 ca.), L. Stucchi
Planimetria generale «…gli obiettivi voluti raggiungere nella sua costruzione furono: 1. La completa separazione della parte destinata a ricovero semplice o curativo della famiglia degli esposti compresevi le balie e le serventi, dai locali di indole economica ed amministrativa, ai quali soli dovevasi riservare il facile accesso al pubblco 2. La eguale possibilità di collocare in parte ben distinta e non direttamente intercomunicante dell’edificio, le varie categorie di esposti sani e malati, nonché le nutrici e rispettivi lattanti 3. La costruzione di un apposito padiglione isolato per I piccoli malati di forme contagiose e di altro piccolo edificio pure isolato ad uso camera mortuaria» (da Il nuovo Brefotrofio provinciale di Milano, 1912, pp. 42-43)
Piano terreno
«Trattandosi di un ospizio, il quale ha maggiori esigenze igieniche che non un semplice ricovero, e che pure avendo molte caratteristiche e funzioni di ospedale non è tuttavia un vero ospedale nel senso esclusivamente clinico della parola, nello studio di esso apparve subito più conveniente la disposizione a padiglioni collegati. […] La ricerca del migliore orientamento per i padiglioni venne studiata sotto l’aspetto principale dell’azione illuminante e riscaldante del sole…» (da Il nuovo Brefotrofio provinciale di Milano, 1912, p. 78, 83)
Primo piano «E come la maggior parte di tutta questa popolazione muliebre ed infantile si trova per solito in condizioni di salute normale o così poco alterate da non obbligarne, se non una menoma parte a guardare continuamente il letto, così è che le quattro magnifiche gallerie […] rispondenti al terreno ed al primo piano delle due ali dell’edifico e che prospettano con larghe vetrate sui maggiori lati del cortile interno, rappresentano quanto v’era di più desiderabile perché donne e bambini vi potessero passare nelle migliori condizioni di igiene e di svago la maggior parte della giornata» (da Il nuovo Brefotrofio provinciale di Milano, 1912, p. 51)
Direzione, poi Uffici dell’Opera Nazionale Maternità e Infanzia (1929), G. Mari
Balieria del reparto lattanti (1930 ca.), L. Stucchi
Balieria del reparto lattanti (1930 ca.), L. Stucchi
Nutrici intente alla cura dei bambini della balieria (1930 ca.), L. Stucchi
Sala di degenza del reparto lattanti (post 1934), Aragozzini-Crimella
Cucina del reparto lattanti (1930 ca.), V. Aragozzini
Corridoio di soggiorno per le nutrici (1930 ca.), L. Stucchi
Corridoio del reparto lattanti (post 1934), Aragozzini-Crimella
Bagni del reparto bambini divezzi (post 1934), Aragozzini-Crimella
Balie e bambini nel cortile interno (1929), G. Mari
Bambini giocano nel cortile dell’istituto (1930 ca.), L. Stucchi
Sala di attesa delle balie (1930 ca.), L. Stucchi
Visita di controllo di una balia (1930 ca.), L. Stucchi
Sala di lavoro delle balie (1929), G. Mari
Refettorio dell’Asilo Materno Provinciale (1929), G. Mari
Dormitorio dell’Asilo Materno Provinciale (1929), G. Mari
Culle termiche Brusa-Terzano nel padiglione d’isolamento (post 1934), Aragozzini-Crimella
Sala culle termiche riscaldata a raggi infrarossi del Centro immaturi (1930-1940), Farabola
Due infermiere trasportano un prematuro posto in una culla termica (1930-1940), Farabola
Incubatrice “Isolette� del Centro immaturi (1930-1940), Farabola
Misurazione della temperatura di un neonato del Centro immaturi (1930-1940), Farabola
Un infermiere controlla i valori di un neonato del Centro immaturi (1930-1940), Publifoto
Box con incubatrici, culle termiche e bilance nel Centro immaturi (1950 ca.), Paoletti
Ambulatorio e gabinetto d’analisi (post 1934), Aragozzini-Crimella
Sale del padiglione d’isolamento (post 1934), Aragozzini-Crimella
Ossigenoterapia di un neonato in una culla termica con “cappottina� (1930-1940), Farabola
Fototerapia nel reparto radiologia (post 1934), Aragozzini-Crimella
Scuola Assistenti Vigilatrici d’Infanzia (1930-1940), Anonimo