Oreste will be back - Italiano Aprile 2021

Page 1

Oreste will be back Kulturscio’k Live Art Collective Aprile 2021


Oreste will be back È l’inizio di un nuovo progetto è una performance live è musica live è arte e fotografia è un film è il prossimo capitolo di una nuova serie è la forza di molti incontri creativi e di molte passioni



Oreste will be back Una ricerca dinamica mutevole su suono, musica, corpo, fotografia e testo. Un progetto importante soprattutto per gli incontri che lo hanno determinato e per il momento storico in cui si é sviluppato e nel quale nonostante tutto siamo riusciti a creare diversi percorsi performativi tra Parigi e Napoli che sono stati rafforzati dall’urgenza di trovare un grido commune di giustizia e di riappropriazione dei propri diritti. Nello specifico il nostro diritto di essere artisti oggi. La creazione di diversi percorsi performativi, alla Fondazione Mandragone, alla Menagerie de Verre a Parigi e a Kulturfactory, ha portato alla creazione di 5 capitoli, di musiche diverse, di un rap, di un testo e di un’ installazione fotografica, video e sonora. Insiders /outsiders : video in diretta dentro e fuori I luoghi di creazione Un progetto che si sviluppa in interno e in esterno. I vidéo in diretta proiettati sui corpi degli attori e nello spazio, rimandano al rapporto costante tra il presente e la memoria. Oreste ed Elettra, Oreste e le Furie, Oreste e le sue visioni, tornano ripetutamente nel corso dello spettacolo. I video sono proiettati istintivamente dall’equipe che segue i movimenti scenici e li riproduce seguendo il principio di questa ricerca performativa. Maison maudite /la casa maledetta È la casa di Agamennone. É il Teatro . É Lo spazio interno di un Museo. È il luogo dove segretamente si nasconde Oreste al suo ritorno per riappropriarsene e liberarlo. Δίκη In greco vengono dette diverse frasi ma la parola più importante è Δίκη : Giustizia. Quella che Oreste promette sulla tomba del padre quando lascia una ciocca di capelli per essere ritrovato dalla sorella. Una promessa che si fa tra il pubblico e tra la gente . Un grido comune di giustizia e una domanda tra tante: Conosci il tuo diritto ? Liberare la terra dagli assassini Una frase di Pasolini dà il titolo a questo capitolo Attraverso diverse rivoluzioni cerchiamo di ritrovare un mondo nuovo. Lo chiediamo alla luna come Salomé. Lo chiediamo ad Oreste che ci racconta questo nuovo mondo dove forse tutti possiamo arrivare accettando il rischio di abbandonare quello che ci tiene attaccato al vecchio. È forse la parte più catartica dell’opera perché coinvolge tutti in una danza di speranza e rivoluzione. Ius Soli Installazione fotografica di Giovanni Ambrosio. Viene integrata nel lavoro l’opera di Giovanni Ambrosio. Delle stampe che riflettono la luce e i corpi permettendo delle istallazioni nello spazio e diventando rappresentazioni di quel suolo che dovrebbe appartenerci e del quale dobbiamo riappropriarci.Nel percorso performativo vesuviano abbiamo trasportato le opere sul Vesuvio e proiettato le immagini delle stesse sui corpi dei performer. Abbiamo trascinato le opere in riva al mare, parlando con i pescatori. La terra diventa parte del corpo. Il corpo cerca la terra e la scrive su di se .



Nella tragedia e nella Bibbia i figli senza libertà cambiano il destino di intere generazioni. Inventano nuove rivoluzioni. Parlano di un’utopia possibile come negli anni 60, nel Rinascimento e nella Grecia antica. In questa performance installazione con il suo emergere spontaneo in diversi luoghi di creazione e residenza, i protagonisti desiderano liberarsi, ma i sensi di colpa incarnati da visioni orrificanti li bloccano. Comincia da qui la ricerca di Oreste delle sue radici, un viaggio in diverse città che non gli appartengono, e la sua disperazione per la mancanza di una terra che non lo ha mai voluto, di una famiglia inesistente e di un mondo cosparso di malessere. La danza delle Furie che appaiono e scompaiono come corpi provocanti, la madre Clitemnestra che si nasconde nella terra e che appare in immagini di morte e di orrore, la sorella coscienza/amica Elettra che guida Oreste verso la memoria della loro infanzia e delle radici perdute. Oreste che scavalca alberi e montagne e cerca orizzonti e grida alla terra il suono della giustizia e poi cerca con la sorella di ripulire la casa maledetta penetrare nelle stanze e togliere il sangue per ritrovare le radici. Oreste che chiede alla luna dove sia il nuovo mondo e cosa possa essere e vuole proporlo a tutti noi come Salome’ nell’opera di Wilde. Da Napoli a Parigi continua a crescere la ricerca, il linguaggio si trasforma, la performance diventa installazione video sonora grazie alle musiche live di Phil St George, alle prese suono in diretta di Didier Leglise, alle video installazioni create da Maria Mazzella e installate da Benjamin Sillon tra le operefotografiche di Giovanni Ambrosio che diventano costume tessuto di immagini e della terra. ORESTE UN TITOLO PER L’AVVENIRE. La scelta di un titolo al futuro: Oreste will be back, Oreste tornerà e ci farà ancora credere che questa rivoluzione e’ possibile, tornerà dalle pagine del mito ai nostri giorni , questo personaggio che porta la sua rivoluzione alle nostre porte e nelle nostre città. Che si arrampica alle finestre si affaccia e ci parla. Oreste e’ colui che ritorna e, come noi, si sente di non appartenere più’ a quel mondo in senso totale, se ne vuole riappropriare e ci parla di se dell’amore per la terra e per il vicino . Oreste ritornerà’ e sarà lo stesso uomo che cercavamo ieri quando eravamo più’ piccoli e non sapevamo ancora cosa sarebbe successo. Dopo Medée Visions (Notte Bianca 2019), Oreste will be back, direttamente legata al mito di Oreste, alla storia di Salome e ugualmente ispirato alle visioni di Eschilo, Oscar Wilde e Pier Paolo Pasolini. Il tema iniziale è quello dei bambini senza libertà e del loro benessere, rappresentato da Oreste e da Salome. Oreste, eroe tragico, è in una perenne ricerca delle sue origini e delle sue radici. Ci si sofferma quindi ancora una volta su un tema ricorrente nei nostri progetti: quello delle conseguenze dell’azione umana. Oreste si rende conto che non potrà andare oltre gli alberi, gli edifici e le montagne. Attraversa la sua terra e le città contemporanee ma il suo bisogno intimo non potrà mai placarsi. Del resto comprende anche, grazie alla parola degli dei, alla sua spiritualità, ma anche grazie all’amicizia del suo amico Pilade che è soltanto attraverso un atto rivoluzionario che la società può cambiare Tra i testi che esploriamo molte improvvisazioni e un testo originale di Paulina Mikol Spiechovicz che sarà’ diffuso in diversi spazi anche esterni al teatro, la musica live di Phil St George come in Médée Visions, questa volta ritmi e sound ispirati ai temi che vogliamo sviluppare e quindi la rivoluzione, gli anni 60 , la tarantella, la musica classica e elettronica e un rap scritto da Paul Spera sulle musiche di Phil St George un po’ tutto è possibile, quando si parla di utopia. Le fotografie create da Giovanni Ambrosio e che riprendono delle immagini della zona rossa e della terra Vesuviana dove Alessia Siniscalchi ha fondato Kulturfactory, residenza internazionale di artisti che è diventata centro di creazione e produzione internazionale.


Per me questo lavoro è ancora una volta la realizzazione di un sogno, quello di riunire, dopo Médée Visions e dopo i precedenti lavori, incontri artistici che hanno modellato il mio modo di pensare il teatro e l’arte, artisti immensamente importanti per me, quelli grazie ai quali sto realizzando cio’ su cui da tempo rifletto: l’opposizione tra performance e arte visiva, come farle dialogare senza appiattire l’una nell’altra, arte visiva che non sia scenografia ma archivio testimonianza visione. Nel tempo in cui la decenza umana e’ scomparsa, in cui il presidente degli stati uniti parla di guerra via twitter, nel tempo in cui le belle meravigliose città dove viviamo e che attraverseremo con questo lavoro e in cui abbiamo tutti vissuto, Beirut, New York City, Parigi,Napoli etc..., sono insanguinate dalla violenza , anche quella che non sembra tale. Cosa e’ la libertà per i figli di questo tempo ?. Oreste, Salome’, Mito e Bibbia , come in Medea (che era associata ad Eva) ; le storie tragiche che sono contenute nei testi sacri e mitici, in realtà’ sono davanti a noi tutti i giorni nelle metropoli cosparse di malessere. il punto di vista di noi artisti non può prescindere dalle vite del nostro tempo. Figli senza libertà, portatori di un’utopia. Oreste will be back, tornerà , dalle pagine del mito ai nostri giorni, questo personaggio che porta la sua rivoluzione alle nostre porte e nelle nostre città . Oreste e’ colui che ritorna e ,come noi, si sente di non appartenere piu’ a quel mondo in senso totale, se ne vuole riappropriare e ci parla di se dell’amore per la terra e per chi come noi, le appartiene.

Alessia Siniscalchi CALLING ELETTRA ORESTE : J’aurais aimé t’appeler la nuit te réveiller je t’aurais demandé de te mettre en webcam pour te parler Ou alors je t’aurais juste regardée dormir Apres t’avoir dit que je te cherchais Dans la nuit, dans mes rêves, dans la forêt Mais Je te cherche Sans te trouver J’hurle ton nom Sans que personne ne l’entende En moi, désormais il y a la rage d’un démon j’aurais voulu te dire cela m’aurait guéri tu m’aurais guéri toi seule aurais pu le faire mais elle… elle m’a abandonné elle… Une mère qui abandonne son fils n’est pas une mère Mais est-ce pour autant une esclave? Peu importe …… (estratto da Paulina Mikol Oreste will be back in collaborazione con Alessia siniscalchi e Paul Spera)



Kulturscio’k

Il collettivo Kulturscio’k è una compagnia teatrale di ricerca contemporanea di spettacolo dal vivo, più volte ospitata nel prestigioso Studio lab alla Ménagerie des Verre a Parigi, dove dopo diverse residenze ha partecipato alla Notte Bianca Parigi 2019 con Medea’s Visions. Questo ha poi portato alla rappresentazione dello spettacolo nel gennaio 2020 al Teatro Bellini di Napoli. Spinta da Alessia Siniscalchi, artista eclettica che, dopo aver vinto una borsa di studio presso l’Actors Studio a New York, ha lavorato per quattro anni negli Stati Uniti con i più grandi maestri del teatro classico e compagnie di teatro sociale, politico e sperimentale, la compagnia sviluppa il suo lavoro intorno a tre assi principali che sono produzione/creazione, la direzione artistica del progetto Kulturfactory, luogo di residenza a sostegno di artisti internazionali con sede a Domicella, e formazione professionale in istituti penitenziari, scuole e luoghi sociali. L’approccio artistico della compagnia è incentrato sulla ricerca, con l’obiettivo di perseguire creazioni contemporanee che si ispirano alla società e alla libertà di espressione artistica. Le sue creazioni utilizzano diversi linguaggi: il gioco di recitazione e performer, la luce, la musica, il video, la fotografia, la danza e la contaminazione con l’arte contemporanea, in una forma multidisciplinare. I suoi spettacoli si rivolgono a tutto il pubblico, portandolo ad una riflessione sull’attualità, l’intimità e stimolando la sua partecipazione. Le sue creazioni sono ispirate dallo studio di diversi universi, il lavoro si sviluppa in forma di laboratori di ricerca, che sono delle vere e proprie sessioni d’improvvisazione libera attorno a temi prescelti. Gli artisti partecipano attivamente a questa ricerca. Kulturscio’k costruisce poco a poco una rete di artisti, di orizzonti e di universi diversi che si incontrano nel lavoro, in un’atmosfera, in un primo tempo, lontana da ogni necessità produttiva. Il progetto artistico ha anche lo scopo di prestare particolare attenzione agli artisti, creare una rete tra di loro, non solo la creazione in sé ma anche l’incontro.




ALESSIA SINISCALCHI Direttrice artistica, regista, performer Nata a Napoli studia e lavora negli Stati Uniti, borsista. L’arrivo a Parigi nel 2009 ha segnato l’inizio di diverse creazioni che riuniscono artisti incontrati in diversi viaggi e nel suo percorso tra l’Italia, la Francia e gli Stati Uniti. Da allora, fonda Kulturscio’k e Kulturfactory per riunire team di lavoro che condividano questa urgenza e la voglia di proseguire con progetti impegnati e innovativi. Dal 2018 la residenza di artisti Kulturfactory alle porte di Napoli ospita registi e performers pluripremiati in diversi festival . Oreste will be back è il secondo mito dopo Medea’s Visions.

PAUL SPERA Attore, performer e scrittura improvvisata Attore franco-americano conosciuto a Parigi nel 2019 in uno dei nostri stage Afdas. Con Paul si riconosce un percorso personale e professionale, quello che dagli Stati UnitiUniti ha portato Alessia e Paul a Parigi e la condivisione umana ha permesso di sviluppare un lavoro spontaneo. L’improvvisazione prende il posto di una struttura fissa e il lavoro assume giorno per giorno una nuova forma e una nuova emozione tra finzione e verità del quotidiano.Alessia e Paul lavorano insieme regolarmente a MC 93 con i rifugiati in partenariato con la Croce Rossa e in diverse produzioni internazionali. Il caos e i conflitti sanguinosi in cui si trova Oreste e che ostacolano il suo progetto trascinandolo in mezzo a innumerevoli dubbi (Oreste come Amleto) gli fanno intravedere che non può cambiare il suo destino, ma che può proporre una nuova visione del mondo. E assumere l’importanza della decenza umana. «Chi osa dire che non dovresti essere il benvenuto, e io sì? Che dovrei avere il diritto di andare in giro, vedere, sentire, scoprire, esprimermi, e tu no? Che dovrei avere diritto, non fosse che all’illusione di libertà, e tu no? ». È colpa dei nostri genitori e dei nostri genitori, ma anche nostra.

PHIL ST. GEORGE Musica live L’incontro con Phil St.George nel 2018 si è svolto durante la presentazione di un libro a Montreuil, in uno dei “concerti clandestini”. Compositore di musica elettronica, cantante e produttore di musica elettronica, trae ispirazione dall’arte contemporanea e dall’architettura. Struttura le sue composizioni con il rigore dell’architetto, costruisce i suoi beat con la precisione dello scultore, sceglie i suoni con la sensibilità del pittore. Decido di affidargli le composizioni di Medea’s Visions e Oreste will be back. In particolare in Oreste ho chiesto a Phil St.George di monitorare la performance e creare un legame permanente (al di là delle prestazioni) tra il luogo, gli spettatori e i performers. Il suo lavoro si accompagna al lavoro sul suonodi Didier Leglise che si è unito al gruppo di recente e al quale ho chiesto di installare dei sensori nello spazio per prendere in diretta le voci degli spettatori e i rumori di ogni luogo di rappresentazione. La musica è effettivamente dal vivo e improvvisata così come il suono, le prese in diretta del pubblico, le voci e le luci mobili. Con il suo desiderio di rivoluzione e il suo cammino interiore tormentato, Oreste è il personaggio ideale per incarnare la ricerca di luce degli uomini in questo mondo desolato. Questo è un tema che mi è caro, che avevo già affrontato in precedenza sull’album Lux Mea Lex e che ho potuto sviluppare su questo progetto. Il tema titolo (Oreste will be back) annuncia con la sua dimensione orchestrale epica, il ritorno di Oreste eroe profetico. Si annuncia una nuova era (Aurora) ma Oreste deve anche combattere i suoi demoni interiori (Liberate Me Ex Inferis) per raggiungere il cielo, la luna, la redenzione (Ad Astra). Resta tuttavia legato alla sua condizione di uomo mortale (Memento Mori). Queste musiche, scomposte e ricomposte in modo diverso ad ogni rappresentazione, legate da grandi momenti di improvvisazione, creano una


colonna sonora interattiva che dà al pubblico la sensazione di assistere ad una performance unica che si crea sotto i loro occhi e le loro orecchie. Opere Oreste Will Be Back (Tema titolo alla dimensione epica) Aurora (Il ritorno di Oreste è l’aurora di un mondo nuovo) Lux Mea Lex (La luce è la mia legge) Ad Astra Verso le stelle (La luna) Memento Mori (Ricorda che morirai) Liberate Me Ex Inferis (Liberami da questo inferno) Hemera (Hemera come Oreste ha la missione di portare la luce agli uomini)

GIOVANNI AMBROSIO Artista visivo Artista visivo napoletano che vive tra Parigi e Napoli. Il suo corpus di opere si basa principalmente sulla fotografia il che non esclude pittura minimalista, gesto, oggetti, scrittura, scrittura trovata, video, cammino, scrittura di performance, composizione digitale, suoni e musica. Ho chiesto a Giovanni Ambrosio di continuare la sua collaborazione artistica cominciata con gli altri lavori perché, in particolare nello sviluppo dei classici e del mito, ritengo fondamentale far crescere il dialogo instaurato nelle precedenti opere dare continuità ai linguaggi e soprattutto nutrire la mia ricerca con nuovi stimoli nati dal confronto con le opere degli artisti che amo. Volutamente ho chiesto a Giovanni di non creare un nuovo lavoro ma di poter usare alcune immagini del suo lavoro in corso Ius soli. Perché? Ho ritenuto importante nutrire il mio immaginario col suo immaginario autonomo rispetto al mio. Ius soli mi ha subito parlato del rapporto di Oreste con la sua terra e con le radici e con il sangue versato ingiustamente e con la ricerca di identità e di rapporto con la morte. Tutte queste tematiche che già sono presenti nel mito sono state stimolate nell’improvvisazione dalla relazione carnale e visiva che ho creato con le opere rendendomi personaggio del mito ma anche spettatore dell’opera fotografica. Il risultato è un lavoro in progress che verrà sempre arricchito da nuovi stimoli su cui il mio controllo direttivo esiste come dialogo e confronto e resta invece un rapporto istintivo e di empatia artistica con l’autore. Insieme ai video di Maria Mazzella, la fotografia rimane la vera e unica testimonianza del percorso creativo di Oreste. Giovanni ha anche chiesto a Imma di Lillo di seguire con lui il lavoro e assisterlo nella fotografia di scena. Fin dall’inizio della mia collaborazione con Alessia Siniscalchi, non sono quasi mai fuori dallo spazio scenico. Questa volta vi rientro con un lavoro di documentazione, Ius Soli, che è un tentativo di narrazione di una terra votata alla catastrofe, la zona rossa del Vesuvio. La creazione di Oreste procede con un processo di riscrittura della mia opera, nella sua materialità e nel suo significato. Anche Oreste obbedisce alla legge della terra (ius soli). A dicembre 2020 ho introdotto due opere dipinte della serie Opus incertum, the healing process : my journal painted directly on the wall. Sotto forma di tessuti che fungono da immagine coperta / mantello / bandiera / immagine liquida. Queste opere sintetizzano, nel loro processo di creazione e nei loro materiali, altri argomenti che emergono dalla ricerca di Oreste: la salvezza, la cura, il cambiamento, la creazione. D’altro canto, la fotografia di documentazione della performance diventa anch’essa atto performativo nella vibrazione della creazione che si suppone rappresenti. Essa aggiunge, ancora una volta, una stratificazione e un’archeologia de visibile alla materia della creazione scenica. Fino a materializzarsi nello spazio. A ciò si aggiunge il ruolo della fotografa Imma Di Lillo, chiamata a ricostruire un percorso possibilmente lineare della fotografia di scena.


BENJAMIN SILLON Luci e proiezioni E’ nel 2017, alla svolta di una formazione in regia luce al teatro della Girandola di Montreuil, che Alessia incontra Benjamin che scopre il lavoro della compagnia Kulturscio’k. Finora hanno collaborato in tre spettacoli. Con Sillon il lavoro di tecnico luce si destruttura e si ibrida e si riscopre per diventare talora quello di un performer, talora quello di uno scenografo. Insieme, si interrogano sulla permeabilità tra le pratiche artistiche, un tema che tocca in modo particolare quest’opera. . La luce e il video nello spettacolo vivente sono strumenti spesso bloccati nello spazio per motivi di vincoli tecnici, con Oreste will be back scegliamo di lasciare spazio all’inaspettato, al movimento, che spinge costantemente gli attori e i ballerini ad appropriarsi della regia attraverso l’improvvisazione. Lo spazio scenico è costituito da una scenografia fissa, punto di riferimento per lo spettatore in cui mettiamo a disposizione degli attori sorgenti di luce puntiformi mobili che permetteranno di creare nuovi archi scenografici luminosi trasformando la percezione del tempo e dello spazio. La luce funge da scenografia, ogni rappresentazione è unica creata dalle file degli spostamenti dello spettatore. Il lavoro di Alessia è molto intuitivo e spontaneo, dovevo dare questo carattere ai miei impianti mettendo in discussione la mia pratica di tecnico per renderla più fluida e più accessibile. In Oreste will be back Non sono più un attore dell’ombra, ma un interprete della lettura, adotto uno sguardo d’insieme sul progetto per venire regolarmente a infondere nuove regole del gioco agli attori, al fine di evitare ripetizioni e incoerenze creare nelle varie improvvisazioni. Lavoro molto anche a contatto con la musica di Phil St Georges che dà il tono dello spettacolo e mi ispira nuovi ambienti e installazioni.

PAULINA MIKOLSPIECHOWICZ Scrittrice autrice Autrice nata a Cracovia , poetessa scrittrice che abita a Beirut e che ha già collaborato alla scrittura di Medea Visioni, con la creazione di un dialogo a distanza e una grande capacità di sintesi delle tematiche del mito con le problematiche dell’epoca contemporanea. Paulina ha pubblicato con Baldini e castoldi e con Calmann Levy in collaborazione con la regista Yolande Zauberman

MARIA MAZZELLA Videocreazione La collaborazione con Maria nasce nella residenza kulturfactory che dal 2018 accoglie artisti da tutto il mondo. Maria vive di fronte a questa casa in questo piccolo villaggio ed è capace, anche se molto giovane, di creare con noi video dal vivo e film straordinari che in Oreste rientrano nelle improvvisazioni come veri momenti di intrusione di finzione nella realtà dell’azione artistica. .

LA MÉNAGERIE DE VERRE, PARIS Luogo di sostegno creativo e di prove Si è creata in questo luogo una relazione creativa privilegiata. Nata con Médée e con la Notte Bianca Parigi 2019 e che continua con il mito di Oreste.



Crediti Alessia Siniscalchi - Regista, performer, direttrice artistica Paul Spera - Attore, performer Phil St George - live music Giovanni Ambrosio- fotografia e arte live Benjamin Sillon - luci e live set design e proiezioni Maria Mazzella - video Imma di Lillo- fotografia Didier Leglise- suono Paulina Mikol Spiechowicz- testo originale Alessia Siniscalchi, Paul Spera- scrittura creativa in improvvisazione Con: Alessia Siniscalchi, Paul Spera e Alessandra Guazzini danzatori in alternanza: Marcella Martusciello, Maria Elena del Prete, Ginevra Cecere, Mary Ansivino , Federica Clarizia (prevista presenza minima di tre figure danzanti). Kulturscio’k live arte Collettive Collettivo franco italiano fondato nel 2011 e dedicato alla creazione contemporanea grazie al sostegno dei diversi artisti che si incontrano in ogni creazione. Gli ultimi progetti sono stati programmati al Museo Madre di Napoli, a La nuit blanche de Paris, al teatro Bellini di Napoli e in diversi luoghi di creazione a Parigi, tra cui la Ménagerie de Verre che da tre anni sostiene regolarmente le nostre creazioni. www.kultursciok.com LINKS Site www.kultursciok.com https://vimeo.com/506222358 numerosi video su vimeo https://vimeo.com/471558556 foto https://issuu.com/blackspringraphics/docs/pdf_oreste_will_be_back_def https://issuu.com/blackspringraphics/docs/oreste-will-be-back-giovanni-ambrosio-kulursciok-i https://issuu.com/blackspringraphics/docs/oreste-will-be-back-giovanni-ambrosio-kulursciok-- dropbox https://www.dropbox.com/sh/yvs980fr3go4kn9/AAA8I2yQFoZiY97o79fHCSfPa?dl=0




Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.