Bisceglie 15 Giorni n. 271 del 15 giugno 2010_n 11

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Periodico d'Informazione - Anno XII N. 2 71 (11 ) 15 - 06 - 2010 www.bisceglie15giorni.com 271 11)

UN ESPERIMENTO , FELICEMENTE RIUSCITO A MA TTINA ATO MATTINA TTINATTA , E’ ST STA AVVIA TO A BISCEGLIE. VVIATO ORA IL MARE DOVRA’ COMPIERE IL MIRACOL O DI RIDARE ALL A MIRACOLO ALLA NOSTRA CITT A’ GLI AMA TI CIOTTOLI. CITTA’ AMATI

Sedi: Padova - Bisceglie -Trani - Barletta Via Berarducci Vives, 2 - 70052 Bisceglie NUMERO VERDE 800.022.323


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PUBBLICIT A’ PUBBLICITA


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EDIT ORIALE EDITORIALE

IL BUON SENSO RIDARA’ LE SPIAGGE A BISCEGLIE Era il 1998 quando Mimì, l’ing. Girolamo Gentile, mi illustrò il suo progetto per far tornare i ciottoli sulle spiagge di Bisceglie, minacciate seriamente dall’erosione marina.

Da sinistra: il Comandante dell’Ufficio Locale Marittimo, Mar. N.P. Pasquale Brescia; l’assessore all’ambiente, Enzo Di Pierro; il Sindaco, Francesco Spina; Mauro Sasso, presidente W.W.F.-Bisceglie e l’Ing. Girolamo Gentile, “padre” del progetto di ripascimento del litorale.

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v v i a t o , i n z o n a “A n f i t e a t r o ” i l p r o c e s s o d i rinaturalizzazione del litorale, tecnicamente definito “di ripascimento delle coste”. La parola d’ordine “Ri-naturalizzare”. L’hanno affermata all’unisono il sindaco, Francesco Spina, l’ing. Girolamo Gentile e l’assessore all’ambiente Enzo Di Pierro nel corso della conferenza stampa di presentazione del progetto di ricostruzione della spiaggia di ciottoli in zona “Anfiteatro”, nella mattnata di domenica 13 giugno. Progetto imprescindibile dell’Amministrazione Spina, il ritorno dei caratteristici “ciottoli” di calcarea bianca si innesta nella volontà di ridare corpo ad una natura violentata, attraverso il posizionamento di lastroni di pietra che, concepiti come soluzione di difesa del litorale, non consentivano una fruizione ottimale delle spiagge.

L’immagine appare eloquente: sullo sfondo i lastroni in pietra la cui funzione di difesa non ha impedito l’azione erosiva del mare; in primo piano, invece, la nuova spiaggia di scaglie di calcarea bianca che il mare renderà lisci ed arrotondati, grazie all’intervento delle mareggiate invernali.

Per questo intervento l’Ing. Gentile ha vivamente raccomandato di non utilizzare calcarea di cava, ma i residui di scavo delle cave, che rappresentano un elemento di degrado del territorio con i loro cumuli. Attraverso l’impiego dei residui di cava si conseguono due obiettivi: il primo, bonificare l’agro dai cumuli; il secondo consentire il ripascimento del litorale.

Ci sono voluti ben dodici anni per poter effettuare un primo esperimento nella nostra Città, dopo che a Mattinata sono stati recuperati ben due chilometri di spiaggia, che era scomparsa. Ora l’attenzione è rivolta a Salsello, dove l’azione erosiva del mare ha quasi cancellato la spiaggia di ciottoli. Ora toccherà al mare modellare ciò che l’uomo ha suggerito: secondo l’ing. Gentile, che ha già effettuato un analogo esperimento sulla spiaggia di Mattinata, basteranno cinque o sei mareggiate “toste” per levigare il materiale lapideo depositato sul litorale e riportare la caratteristica distesa bianca. Approdare a questo risultato non è satto semplice. INfatti, come ha ricordato l’Ing. Gentile, ben trentasette sono satti gli enti e gli uffici pubblici ai quali l’amministrazione comunale ed i tecnici hanno dovuto rivolgersi per i pareri di legge. E non sempre questi uffici hanno lavorato con la celerità che il progetto richiedeva. Sotto la supervisione dell’A.R.P.A. Puglia è stato possibile realizzare un primo tratto di circa duecento metri, che dalle immagini dovrebbe assicurare sufficiente spazio ad una spiaggia degna di tale nome. Importante, per la celerità dell’attuazione del progetto, è stata

la fattiva collaborazione della Guardia Costiera, in particolare dell’Ufficio Locale Marittimo di Bisceglie, che ha operato di concerto con la Capitaneria di Porto di Molfetta. Dopo questo primo esperimento l’attenzione è rivolta, principalmente, alla spiaggia di “Salsello”, che l’azione erosiva del mare ha quasi cancellato. Sulla scorta del riuscitissimo lavoro svolto a Mattinata, l’amministrazione confida di restituire alla fruizione turistica altri importanti tratti di litorale sui quali i lastroni in pietra non hanno prodotto l’esito sperato di arginare l’erosione marina ed il disfacimento della falesia. Importante apprezzamento è stato rivolto anche dalle associazioni ambientaliste presenti: W.W.F. e Legambiente con le quali l’amministrazione ha inteso ed intende perseguire una politica di sana collaborazione nell’interesse della Città.


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PREMIO “RE LUIGI D’ANGIO’”, DECIMA E D I Z I O N E D E L L A G I O R NATA D E L L A CULTURA PUGLIESE E’

giunta alla X Edizione la Giornata della Cultura Pugliese, promossa dall’Archeoclub d’Italia, Sede di Bisceglie, istituita dal prof. Luigi Palmiotti. Il Premio D’Angiò è stato consegnato il 5 giugno presso la sala “Prof. Mario Cosmai”del Museo Diocesano in Bisceglie, con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale, della Regione Puglia, della Provincia Barletta-Andria-Trani, dell’Accademia Pontificia Tiberina di Roma, Delegazione della Puglia e Basilicata (presidente Avv. Acc. Nicola Franchino), della Società di Storia Patria Per la Puglia, del Club Unesco (presidente Pina Catino), del Centro Studi Biscegliese (dr. Tommaso Fontana), del Centro Studi “Bisceglie Città d’Europa”(di Tommaso Galantino), del Museo Diocesano (diretto dal dr. Giacinto La Notte), di Bisceglie Host & Communication, associazione di promozione culturale; della stampa locale “il Biscegliese”, periodico mensile e “Bisceglie 15 Giorni”, periodico d’informazione. «E’stata una grande edizione - ha affermato il Sindaco Francesco Spina - che valorizza Bisceglie e la terra di Puglia». Il prof. Luigi Palmiotti ha ricordato il lungo percorso del Premio d’Angiò, in dieci anni, conferito a illustri docenti, magistrati, archeologi, musicisti, imprenditori locali, alle Forze dell’Ordine; tra i tanti nomi: il prof. Mario Cosmai, prof. Cesare Colafemmina, l’Arcivescovo Pichierri, Mons. Giovanni Ricchiuti, gli archeologi dr. Paolo Gambassini, dr. Paolo Boscato, prof. ssa

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Annamaria Ronchitelli, tutti dell’Università di Siena, per aver eseguito nove campagne archeologiche presso la grotta Santa Croce, il rettore Magnifico dr. Giuliano Volpe; tra i magistrati Vito Savino ed il Sostituto Procuratore dr. Antonio Savasta; tra la stampa e informazione Telenorba e Telesveva. Undici i premi, consegnati dal primo cittadino nei diversi campi. Nel campo dell’informazione giornalistica, il premio d’Angiò è stato concesso alla dr.ssa Nunzia Saccotelli (foto 1), d e l l ’ E m i t t e n t e t e l e v i s i va Te l e s v e v a, p e r l a r u b r i c a “Culturalmente”, un approfondimento culturale dedicato agli eventi artistici, storici, e letterari che si svolgono in Puglia. La dr. Saccotelli di Andria è laureata in lettere classiche con indirizzo storico – archeologico; ha frequentato la Scuola di Paleografia e Diplomatica presso l’Archivio di Stato di Bari. Ha partecipato agli scavi archeologici subacquei nel territorio di Mirine Fulfinum (Croazia). Nel campo letterario, premio d’Angiò 2010 a Mons. Pasquale Caputi (foto 2), cappellano di Sua Santità Benedetto XVI. E’nato nel 1931. Ordinato sacerdote il 15/8/1953. Si è laureato in Sacra Teologia il 7/10/1959 presso la Pontificia Facoltà Teologica di

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Napoli, Il premio è consegnato per aver pubblicato (con il patrocinio comunale) il volume sul pensiero religioso e l’attività pastorale di Mons. Pompeo Sarnelli (1692 - 1724). Nel 1977 Mons. Caputi ha costruito la chiesa di San Silvestro ed il Centro Anziani “Silvestro e Aurelia Storelli” che ha completato nel 1993. In data 6 marzo 2006 è stato insignito dell’onorificenza di cavaliere della Repubblica. La sua pubblicazione su Pompeo Sarnelli è un valido contributo, un attento lavoro di ricerca, svolto presso diversi archivi nazionali e di terra di Bari. Nel campo medico: Premio D’Angio alla dr.ssa Angela Gernone (foto 3), dell’Azienda Universitaria, U.O. di Oncologia medica, Policlinico di Bari. Dal luglio 1986 al dicembre 1987 ha prestato la sua opera in qualità di medico interno presso il Dipartimento di Scienze Biomediche e Oncologia Umana (Sezione di Medicina e Chirurgia e Oncologia clinica, Universitaria di Bari, DIMO), diretto dal prof. Franco Dammaco, con mansioni di ricerca, assistenziali, occupandosi dello studio della caratterizzazione immunochimica delle componenti monoclonali ed il loro significato in corso di alterazione del sistema immunitario. Ha trascorso tre anni di studio e ricerca all’estero, occupandosi delle alterazioni molecolari nelle neoplasie, dal 28 gennaio 1988 al 28 ottobre 1990, presso l’Ontario Cancer, Institute della Toronto University ( Canada ), sotto la guida del Prof. Tak Mak. Dal 2000 si occupa attivamente e con alta professionalità dell’ambulatorio del Day Hospital di Oncologia medica per diagnosi e il trattamento delle principali neoplasie solide e della Prevenzione negli effetti collaterali dei farmaci , utilizzati nel settore dell’Oncologia della Ricerca di Base. Nel campo della Storia dell’arte in Puglia, premio d’Angiò alla dr.ssa Clara Gelao (foto 4), per l’alta professionalità nella direzione della Pinacoteca Provinciale di Bari e per gli studi sulla scultura pugliese dal sec. XVI al sec. XVIII. Ha coordinato la mostra sul pittore biscegliese Leonardo De Mango. Premio Re Luigi D’Angiò rilasciato al N.H. Don Riccardo Carafa (foto 5), duca di Andria e Castel del Monte, conte di Ruvo, marchese di Corato, con la seguente motivazione e attestato di lode “Al duca Don Riccardo Carafa, per l’Alto e Nobile Casato, che prestigiosamente ha onorato e tutt’oggi onora la terra di Puglia e l’Italia”. Il Duca vive a Napoli ed è vice presidente dell’Ecc. ma Deputazione della Reale Cappella di San Gennaro e Museo che raccoglie il Tesoro di San Gennaro in Napoli. Premio Re D’Angiò alla Prof.ssa Ida Mari Catalano (foto 6), Ordinario di Fisica Generale, Università di Bari dal 1987. E’ responsabile dell’Unità Operativa di Bari del Progetto Nazionale di Ricerca Optoelettronica con laser per la ricerca scientifica. Ideatrice e responsabile del Progetto “La Cittadella Mediterranea della scienza”, approvato e finanziato dal Ministero dell’Istruzione dell’Università della Ricerca (MIUR) nell’ambito della Legge 10


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PREMIO “RE LUIGI D’ANGIO’”, DECIMA EDIZIONE DELLA GIORNATA DELLA CULTURA PUGLIESE gennaio 2000, concernente iniziative per la diffusione della cultura. Innovatrice e responsabile del Laboratorio di restauro del Museo Diocesano di Bisceglie, specializzato nell’applicazione di tecnologie laser nella conservazione di reperti e pulitura di monumenti (in ultimo, il fonte battesimale di Sant’Adoeno in Bisceglie e il dolmen della Chianca). Premio Re Luigi D’Angiò , rilasciato al Prof. Francesco Bellino (foto 7). Ordinario di Filosofia morale, Etica della Comunicazione e Bioetica, Direttore del Dipartimento di Bioetica dell’Università di Bari dal 1994 al 2004, dal 2007 ad oggi. Docente di Antropologia filosofica presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale di Molfetta. E’ stato Direttore dell’Istituto di Filosofia e Storia della Facoltà di Magistero dal 1993 al 1995. Il

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prof. Bellino è Direttore della Collana Scientifica Ethos Bios, ed. Levante Bari; ha in attivo diverse centinaia di pubblicazioni scientifiche ed è relatore in Italia e all’estero in convegni sulla Filosofia morale e sulla Bioetica. Premio Re Luigi d’Angiò, al dr. Luigi Scimè (foto 8), Sostituto Procuratore presso il Tribunale di Trani , per l’alta professionalità nel campo giuridico, al servizio della giustizia. Magistrato con funzione di consigliere di Corte d’Appello, attualmente in servizio presso questo ufficio. Ha svolto, nell’arco di otto anni di lavoro in Procura, indagini in materia di traffico di stupefacenti, relative a gravi fatti di sangue e di delinquenza organizzata, in riferimento a gruppi della “n’drangheta calabrese”, di aver condotto l’importante indagine sul caso della raccolta di Mons. Bellifemine di Molfetta, conclusasi con il recupero di inestimabili opere d’arte, appartenenti a diverse chiese del Nord Barese. Premio Re Luigi d’Angiò alla dr. Maria Luisa De Toma (foto 9), nel campo del restauro. Nell’anno 1998 si è iscritta alla Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali di Lecce, risiedendo per cinque anni fino al 2004, anno di conseguimento della laurea con vecchio ordinamento con votazione 110/110. Nel 2008 ha conseguito il il titolo di restauratrice di Beni Culturali con 110 e lode. Durante i quattro anni ha lavorato nei cantieri della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Ravenna, Rimini, consolidando mosaici, affreschi, stucchi e intagli. La giovane restauratrice biscegliese è titolare della “Federiciana Restauri”, da poco impegnata nei lavori di consolidamento degli stucchi della chiesa di San Michele

Arcangelo o dei Cappuccini. Prenio d’Angiò per il Ten. Colonnello dell’Arma dei Carabinieri Nicola Graziano (foto 10) per l’intensa e qualificata professionalità nel comando dell’11 Battaglione “Puglia “ in Bari, per l’aiuto prestato in favore delle popolazioni italiane e del recente sisma dell’Aquila e per la sicurezza, contro la criminalità organizzata. Premio Re Luigi d’Angiò al dr. Zaccaria Gallo (foto 11), nel campo poetico e teatrale. Ha esercitato la professione medica presso l’ospedale Civile di Bisceglie, U. O. di Chirurgia. E’ specializzato in Urologia. Ha pubblicato numerosi volumetti di liriche, in ultimo delle liriche per la rivista letteraria “La Vallisa “, diretta da Daniele Giancane. Espressioni di compiacimento e di stima sono pervenuti dal Presidente della Provincia di Bari d r. F r a n c e s c o S c h i t t u l l i . Particolarmente gradito l’intervento del Capitano dei Carabinieri dr. Michele Miulli. Un premio che gode dell’attestazione culturale di una medaglia, rilasciata dal Presidente della Repubblica 11 Giorgio Napolitano, in data 20 aprile 2009. (Nunzia Palmiotti)

Il Sindaco, Avv. Francesco Spina, ha consegnato i prestigiosi premi ad undici alte personalità che si sono distinte nel campo letterario, medico, della conservazione dei beni culturali, poetico, giuridico e della sicurezza pubblica, impegno affidato alle Forze dell’Ordine. L’incontro culturale si è svolto presso il Museo Diocesano, con la partecipazione di un pubblico numeroso e di docenti del mondo accademico. Cerimoniere della serata la socia dell’archeoclub Pina Catino, neo presidente del Club Unesco di Bisceglie. Il dr. Pasquale D’Addato, socio dell’Archeoclub, alla conclusione della serata, ha sostenuto la validità della X Edizione, considerandola di notevole spessore culturale.

DODICESIMO Registrato al Tribunale di Trani n. 350 del 21.05.1999

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E DOPO IL SALENTO, “TUFFATI CON AVIS”

VOL ONT ARIA TO OLONT ONTARIA ARIAT

Dopo la gita in terra leccese le sezione avisina biscegliese organizza una giornata presso il parco acquatico di Vasto.

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e l’iniziativa volta a scoprire le bellezze del Salento e della splendida città di Lecce in particolare ha riscosso enorme successo, con oltre 130 partecipanti, le stesse sensazioni si hanno in prospettiva del prossimo appuntamento con le iniziative organizzate dalla sezione Avis di Bisceglie. “Tuffati con Avis” è questo lo slogan con il quale è partita la campagna informativa in vista del prossimo 17 Luglio. Potranno prendere parte alla giornata tutti gli associati avisini under 35, che dovranno quindi recarsi presso la sede Avis sita in Via Lamarmora 6 per prenotarsi, chiamando i numeri 080 395 37 60 oppure 339 34 74 671, o inviando una mail all’indirizzo bisceglie.comunale@avis.it. Riscontri positivi giungono anche in ottica donazioni. Ben 38 le sacche raccolte domenica 23 Maggio presso il Centro Raccolte dell’Ospedale Civile di Bisceglie, bissate domenica 6 Giugno dalle 21 sacche sempre presso il Centro Raccolte del nosocomio cittadino. Per quel

che concerne le prossime donazioni impegni ravvicinati dando uno sguardo al calendario. Sabato 12 Giugno in Ospedale c’è stata una giornata di donazione, in occasione della giornata mondiale del donatore prevista per il 14 Giugno. Donazione in sede invece domenica 20 Giugno, ultimo impegno prima del periodo estivo in cui diminuirà il numero di giornate previste. (Gianluca Valente)

UNITRE E IL TERRITORIO A

nche quest’anno, l’Università delle Tre Età – Sezione di Bisceglie ha coniugato il piacere dello stare insieme alla conoscenza del territorio regionale. Il 2 maggio, una bella domenica soleggiata, un folto gruppo di iscritti e di amici della lodevole Associazione si è portata nella cittadina di Mesagne e nel suburbio brindisino. Ancora una volta ha scoperto, con compiaciuta ammirazione, l’interesse straordinario che proviene dalla sempre sorprendente, nonostante le ormai ripetute esperienze, molteplice sovrapposizione di insediamenti e testimonianze dell’Arte, compresenti in uno stesso sito, tali da permettere un proficuo, illuminante viaggio nel tempo, dall’età contemporanea ai secoli più remoti. Con la guida dei giovani, colti e preparati, del ‘Promocultura Group’ di Mesagne, la città è stata visitata ed ha fornito un’ammaliante immagine di sé, sia nello spiegarsi delle piazze e nell’intreccio delle vie, con le architetture mutevoli dei prospetti dei palazzi, delle case comuni e delle chiese, sia nel più approfondito esame di alcuni aspetti particolarmente istruttivi e ricchi di atmosfera e suggestioni: scavi che raccontano la storia messapica, ellenistica e romana del sito; il magnifico castello quattro-settecentesco che domina la città, eccellente sia per la casistica dei sistemi difensivi che per le sovrastrutture palaziali che lo conformano, nonché per il Museo archeologico che ospita nelle sale, notevole per la qualità dei reperti esposti e la validità didattica degli allestimenti; la chiesa matrice, dedicata a Tutti i Santi, si è rivelata, infine, un esempio egregio di barocco maturo, di rara eleganza. Una pausa conviviale presso la Tenuta Moreno, un’oasi di verde e di acque, ha consentito, grazie alla bellezza del luogo ed alla bontà del cibo, di ritemprarsi prima di fare la conoscenza, nel pomeriggio, di un monumento eccezionale, per l’occasione illustrato da chi scrive, la chiesa tardoduecentesca di Santa Maria del Casale. Sorge fuori dall’abitato di Brindisi. Ha stupito per l’originalissima stesura delle superfici esterne, un gioco geometrico di tarsie bicrome; per l’aereo protiro inconsueto; per l’interno, un’aula unica dalle pareti affrescate lungo tutto l’arco del XIV secolo. I numerosi visitatori hanno contemplato affascinati il meraviglioso mondo a colori di una chiesa imprevedibile, intrigante nelle immagini che propone sulle alte pareti d’ambito, nella zona del presbiterio e, soprattutto, sulla vasta controfacciata, dove è campito, in quattro registri, il formidabile ‘Giudizio Universale’ di Rinaldo da Taranto. Un altro prezioso tassello si è aggiunto nell’indagine di un territorio, qual è quello della Puglia, ricco, vario e qualitativamente elevato, capace di suscitare emozioni inattese, incredibili a così breve distanza dal punto di partenza; alla promozione della conoscenza di tale patrimonio culturale l’Unitre è fiera di contribuire, nella consapevolezza di adoperarsi, nello stesso tempo, a migliorare la qualità della vita di chi ne fruisce. (Margherita Pasquale)

SPAZIO LIBERO D’ESTATE IV Edizione del “IL SACRO” - Acqua, Aria, Terra e Fuoco, con il Patrocinio del Comune di Bisceglie e BNL per TELETHON, collettiva di arti figurative (pittura, fotografia, scultura, installazioni), poesia e musica, che si terrà in Bisceglie dal 10 (inaugurazione ore 19,30 presso l’Antica Chiesa della Misericordia, Pendio Misericordia) al 18 luglio 2010 nei seguenti luoghi e orari espositivi: Antica Chiesa della Misericordia, Pendio Misericordia; Auditorium Biblioteca parrocchiale “Don Michele CAFAGNA”, Via S. Caterina 9; Antica Chiesa di Santa Margherita, via S. Margherita; Agenzia BNL –GRUPPO BNP PARIBAS-, Piazza V. Emanuele 84/86, tutti i giorni, dall’ 11 luglio 2010 dalle ore 19,00 alle ore 21,00. La Collettiva di Arti Figurative sarà visitata dalla nota critica d’arte di rilievo internazionale prof.ssa Antonella MARINO, che potrà autonomamente valutare le opere partecipanti e, qualora lo ritenga, recensire le più meritevoli nei modi che riterrà più opportuni. IL MOSAICO, “Come Espressione di Creatività e Bottega di Opportunità”, esposizione di mosaici dell’artista prof. Paolo TASSI, dall’1 (inaugurazione ore 19,30) al 9 agosto 2010 presso l’Antica Chiesa della Misericordia, Pendio Misericordia in Bisceglie, tutti i giorni dalle ore 18,00 alle ore 20,30; durante la mostra l’artista intratterrà i visitatori con la dimostrazione compositiva dei mosaici tramite alcuni strumenti e banco di lavoro in loco. 8^ Edizione di JAZZ e POESIA, rassegna di musica jazz a cura del M.° Fabrizio GAROFOLI e del prof. Claudio GIORCELLI con poesie lette da tutti gli autori partecipanti, dal 27 (inaugurazione ore 19,30) al 28 agosto 2010 presso l’Antica Chiesa della Misericordia, Pendio Misericordia in Bisceglie; due serate di musica e poesia con la partecipazione di alcuni musicisti di gruppi jazz e diversi autori di poesie, Soci e non dell’Associazione Culturale “SPAZIO LIBERO” di Bisceglie.


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I N C I T TA’

TORNA A BISCEGLIE IL “GIRO D’ITALIA A VELA” La popolare competizione organizzata da Cino Ricci fa tappa per l’ottava volta nella nostra città. Appuntamento dal 29 giugno al 1 luglio per tre giorni di sport e spettacolo. In lizza anche l’imbarcazione “Bisceglie”.

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opo un anno di pausa Bisceglie torna ad ospitare il Giro d’Italia a Vela. Giunta alla sua 22esima edizione, la popolare kermesse velica organizzata da Cino Ricci farà tappa per l’ottava volta nella città dei tre Santi regalando una spettacolare parentesi sotto il profilo agonistico e non solo. Le imbarcazioni monotipo “G 34 One Design” raggiungeranno il porto turistico di Bisceglie martedì 29 giugno provenienti da Ancona a conclusione della settima tappa, in assoluto la più lunga del Giro, di ben 200 miglia. Il giorno successivo si disputerà la tradizionale tappa a bastone di 15 miglia di fronte alla costa biscegliese, mentre nella mattinata di giovedì 1 luglio i concorrenti salperanno alla volta di San Foca per la tappa costiera di 140 miglia. Il Giro Vela partirà sabato 19 giugno dalla marina di Portorose – la principale località turistica slovena, a pochi chilometri da Trieste – e si concluderà il 24 luglio a La Spezia per complessive 24 tappe. Tra le imbarcazioni in lizza quest’anno torna a figurare anche “Bisceglie”, pronta a contendere la tradizionale maglia rosa ad altre 10 partecipanti: Basilicata, Castel San Pietro Terme, Conegliano, Lombardia, Regione Sardegna,

Riva del Garda, Slovenia, Treviso, Trieste, Vigili del Fuoco. Gli equipaggi sono composti da noti professionisti, italiani e stranieri, ma anche da numerosi velisti pronti a sfruttare l’occasione di emergere sulla scena nazionale. Tra gli eventi collaterali di carattere sportivo, Bisceglie è stata scelta (assieme a Porto degli Argonauti e Nettuno) quale campo di regata per i match race tra gli equipaggi su barche Melges 34 validi per le qualificazioni al “Trofeo Sardegna” in programma a Cagliari in settembre. Durante la parentesi della carovana velica sarà inoltre presente un villaggio promozionale con spazi espositivi e di vendita, animato da spettacoli ed attrazioni per appassionati e semplici curiosi. (Mino Dell’Orco)

900 MILA EURO PER LE SCUOLE DI BISCEGLIE N

el Programma stralcio di edilizia scolastica approvato dal CIPE il 13 maggio scorso é stato assegnato alle scuole di Bisceglie un finanziamento di 900 mila euro che consentirà di eseguire importanti interventi di manutenzione sulle strutture scolastiche cittadine. Il percorso tecnico-istituzionale individuato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per l'attuazione del Programma stralcio in oggetto prevede la sottoscrizione di una convenzione tra il Comune ed il Ministero per la realizzazione degli interventi. Ecco l'elenco degli istituti destinatari dei finanziamenti e il relativo importo: · Scuola materna '' Don Pierino Arcieri'' Via Guarini euro 50.000 · Scuola elementare ''Caputi'' via XXV Aprile euro 150.000 · Scuola elementare Via Martiri di Via Fani euro 100.000 · Scuola elementare Via Salnitro euro 100.000 · Scuola Media ''Cesare Battisti'' euro 100.000 · Scuola media ''Riccardo Monterisi'' euro 100.000 · Liceo Scientifico ''L. Da Vinci'' euro 100.000 · Istituto Tecnico Commerciale ''G. Dell'Olio'' euro 200.000

«Tale importante finanziamento ministeriale - ha commentato il sindaco di Bisceglie, avv. Francesco Spina - conferma la capacità della nostra Amministrazione comunale di intercettare fondi per realizzare opere senza prelevare soldi dal Bilancio Comunale e dalle tasche dei contribuenti biscegliesi. Nell'augurare buone vacanze agli studenti che hanno appena terminato l'anno scolastico, abbiamo il piacere di comunicare che grazie a questo finanziamento, potremo offrire loro scuole più dignitose, più sicure e più accoglienti in cui proseguire il loro corso di studi».


8 - 15 GIUGNO 2010 Bollettino Informativo a cura dell'Ufficio Stampa dell'Associazione Commercianti O IX - N 10 BISCEGLIE - ANN ANNO N.. 11/20 /201 www w.. c o n f c o m m e r c i o b i s c e g l i e . i t

PA N I F I C AT O R I , NUOVO PRESIDENTE ANGELO DI LIDDO Subentra a Donato Palazzzo alla guida dell’Associazione biscegliese. L’occasione per ribadire la richiesta di una più proficua concertazione a livello provinciale, fra categoria ed amministrazioni comunali, è stata colta nel corso dell’assemblea svolta presso la Confcommercio di Bisceglie domenica 13 giugno scorso, alla presenza del Direttore di Confcommercio Bari, Leo Carriera; del Presidente dei panificatori B.A.T., il tranese Mauro Dell’Olio e l’assessore comunale alle attività produttive, Gianni Abascià.

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opo l’incontro del 20 maggio scorso, tra l’assessore alle attività produttive del Comune di Bisceglie, Gianni Abascià, il Direttore di Confcommercio della Provincia di Bari, Leo Carriera ed il Presidente dell’Associazione Provinciale Panificatori B.A.T. Mauro Dell’Olio, dall’esito infruttuoso circa l’apertura domenicale dei panifici, sollecitata dall’amministrazione comunale di Bisceglie, la strada da intraprendere per superare le difficoltà di natura organizzativa e gestionale degli esercizi è stata oggetto di un ampio confronto in occasione dell’assemblea per il rinnovo delle cariche associative della categoria. La riunione del 13 giugno, presso la Confcommercio di Bisceglie, nel registrare l’avvicendamento alla guida dei panificatori biscegliesi fra Donato Palazzo ed Angelo Di Liddo, neo presidente molto impegnato sia in campo sociale che in favore della categoria, ha posto inevitabilmente l’accento sulla questione “aperture domenicali”. A tale proposito, il Direttore Carriera, ha avuto modo di rimarcare, alla presenza dell’assessore alle attività produttive del Comune di Bisceglie, Gianni Abascià, come l’argomento stia particolarmente a cuore ai panificatori e, più in generale, ai commercianti, affermando che non è più possibile procedere con

una sostanziale deregolamentazione della disciplina delle aperture, ma che queste vanno concertate su tutto il territorio provinciale, per evitare comportamenti difformi da città a città. Tuttavia, sia Carriera che il neo presidente Di Liddo, si sono detti disposti a concordare alcune deroghe per i soli mesi di luglio ed agosto, rimandando la concertazione su base territoriale ad un successivo confronto. Il presidente dell’ Associazione Panificatori della Provincia BAT, Mauro Dell’Olio ha, poi, avuto occasione di apprezzare la sensibilità dell’amministrazione comunale di Bisceglie che, a differenza di altre città, ha intrapreso la strada del confronto costruttivo con gli esercenti, ed ha dato atto all’assessore Abascià di aver lavorato bene accogliendo le istanze della categoria.. Unanime apprezzamento è stato espresso, infine, verso la figura di Donato Palazzo, presidente uscente dei panificatori biscegliesi e vice presidente dell’Associazione Panificatori B.A.T. che ha ceduto il suo posto ad Angelo di Liddo. Sia Leo Carriera che Mauro Dell’Olio hanno evidenziato il proficuo e costante lavoro svolto da Palazzo in favore dell’Associazione, suggellando i sensi di stima ed amicizia con la consegna di una targa ricordo.

SCF: DISCIPLINA DEL PAGAMENTO DEL DIRITTO CONNESSO 2009/2010 La Confcommercio, dopo una intensa attività di

PROROGHE PER I VERSAMENTI DI: DICHIARAZIONE DEI REDDITI ED I.C.I. E’ stato firmato dal Presidente del Consiglio dei Ministri

negoziazione e nella prospettiva di pervenire ad una rivisitazione complessiva della convenzione nazionale con il Consorzio Fonografici (SCF), ha siglato, in data 28 maggio, un addendum alla convenzione stessa, finalizzato a garantire agli Associati del Sistema Confcommercio - Imprese per l’Italia uno sconto particolarmente significativo per il pagamento della quota di diritto connesso 2010, dovuta ad SCF per la diffusione di musica d’ambiente nei propri locali di vendita. Questo accordo disciplina, inoltre, il pagamento delle quote di diritto connesso inerenti all’anno 2009 e già richieste agli Associati a mezzo fattura inviata da SCF, garantendo a tutti gli appartenenti al Sistema Confcommercio un trattamento economico migliorativo rispetto allo standard. Trattamento economico: - Il compenso dovuto a SCF per l’anno 2010 viene ridotto del 30%, superando la distinzione tra i comuni per numero di abitanti e/o vocazione turistica. Inoltre, ogni esercizio dovrà riconoscere ad SCF, un forfait di Euro 0,80 + Iva, come rimborso dei costi amministrativi e di implementazione delle procedure di questo accordo. - Il compenso 2009, richiesto esplicitamente tramite invio di fattura da parte di SCF all’Associato, viene ridotto del 50%. Il totale da cui sottrarre questo 50% è quello stampato in fattura. L’accordo prevede che la scontistica appena descritta sia disponibile per gli Associati fino al 30 giugno 2010. Decorso tale termine, essi perderanno il diritto di beneficiare di qualsivoglia riduzione e dovranno, perciò, corrispondere l’equivalente dell’intero importo evidenziato

ed è in attesa di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale il decreto che differisce i termini di effettuazione dei versamenti risultanti dalla dichiarazione dei redditi e da quella dell’Irap dovuti dai soggetti che esercitano attività economiche per le quali sono stati elaborati gli studi di settore e che dichiarano ricavi o compensi di ammontare non superiore al limite stabilito per ciascuno studio di settore. Il decreto in esame prevede che, per i predetti contribuenti, i versamenti in scadenza ordinaria il 16 giugno 2010 possono essere effettuati: · entro il 6 luglio 2010, senza alcuna maggiorazione; · dal 7 luglio 2010 al 5 agosto 2010, maggiorando le somme da versare dello 0,40% a titolo di interesse. Il differimento dei termini di versamento riguarda tutti i versamenti risultanti dal modello “Unico 2010”, compresi i versamenti dei contributi previdenziali. Il Comune di Bisceglie ha, invece, differito al 30 giugno 2010 la scadenza del versamento dell’acconto I.C.I. per l’anno 2010. Sul sito del Comune di Bisceglie è possibile scaricare il prospetto delle aliquote ed il vademecum informativo I.C.I. per l’anno in corso www.comune.bisceglie.bt.it nella tabella tariffaria ufficiale, in vigore per tutto il 2010. Maggiori informazioni sulle modalità per ottenere gli sconti a favore degli associati potrai richiederle presso i ns. uffici.


9 - 15 GIUGNO 2010

IN CITT A’ TA

UN SANT’ANTONIO DA RICORDARE Un "Sant'Antonio da ricordare". Il porto di Bisceglie è stato letteralmente preso d'assalto dai biscegliesi in occasione dei festeggiamenti in onore di Sant'Antonio, protettore della Gente di Mare, che nei suoi confronti nutre una devozione ed un rispetto che affonda le radici nei secoli. Sotto la paterna guida di Mons. Marino Albrizio, la marineria di Bisceglie ha dato un'ennesima prova di attaccamento alle tradizioni popolari che manifestano una fede incorllabile nell'assistenza Divina al duro lavoro dei pescatori. Presi letteralmente d'assalto anche i più grandi pescherecci ormeggiati al Molo Borbonico, che a fatica hanno preso il largo per la tradizionale e caratteristica processione per mare che, dopo aver raggiunto Lama Paterna, verso Trani, ha fatto rientro in porto verso le 21,30 circa. Migliaia i fedeli in attesa di salutare il Santo, che è stato sbarcato a fatica data la ressa formatasi sul molo, controllata da agenti della Polizia Municipale e da unità dell'Ufficio Locale Marittimo, comandato dal Mar. N.P. Pasquale Brescia. Hanno reso onore a Sant'Antonio il sindaco, Francesco Spina, e numerose autorità civli e militari. La processione ha preso le mosse dall'antica chiesa del Purgatorio, che ha provvisoriamente ospitato le celebrazioni in onore del Santo portoghese, e dopo aver attraversato il centro cittadino si è diretta verso il bacino portuale. Dopo un doveroso "Alzabandiera" presso il Monumento ai Marinai d'Italia, nel Largo Durand De La Penne, il sacro corteo ha lambito lo specchio d'acqua dove alcuni devoti hanno fatto esplodere fuochi d'artificio al suo passaggio. Successivamente il corteo ha raggiunto il molo di levante, dando così inizio ad una incredibile kermesse che ha visto affluire migliaia di visitatori, assiepati sui bastioni e lungo le banchine.

ARIA DI VERIFICHE IN UNITRE S

i è concluso sabato 12 giugno, là dove era stato inaugurato, l’anno accademico 2009/2010 dell’Unitre, presso il Centro Turistico Mastrogiacomo. L’occasione coincideva con la conclusione del mandato triennale, così la presidente prof.ssa Pasqua Di Pierro ha chiuso illustrando le attività svolte nell’anno in corso inserite in un complessivo bilancio triennale. La serata, che ha visto la partecipazione di oltre duecento persone, è stata la classica ciliegina sulla torta rispetto a tutto il mese di maggio, periodo in cui molti corsi si sono messi in vetrina per mostrare, a chi ne avesse avuto voglia, i risultati dei mesi di lavoro. Si era iniziato il 5 maggio con la partecipazione del coro Gaudium alla “Rassegna regionale dei Cori Unitre”, cui era seguito il saggio nella Cattedrale cittadina. E a questo proposito vanno spese due parole per questo gruppo, guidato dai maestri Tonia De Gennaro e Cosmo Marzo, che diventa di anno in anno sempre più numeroso, ma dove soprattutto incominciano ad inserirsi sempre più voci maschili. Il 20 era stata la volta dell’esibizione del rinato Laboratorio Teatrale guidato da un uomo di spettacolo, ha partecipato oltre che a festival nazionali al film di S. Rubini “L’uomo nero”, Antonio Memeo. Questi ha portato in scena quadretti di vita popolare di diversi decenni fa, quasi a sollecitare nostalgie tra i più anziani e creare il contrasto tra il presente vissuto sempre di corsa ed un passato slow, trascorso prevalentemente sugli usci delle case dove arrivavano venditori e fornai e dove, tra uno sciorinare i panni e uno scuotere lo straccio per rimuovere la polvere, le vicine si confidavano, lamentandosi di figli e mariti. Lo spettacolo è stato espressione sinergica di tre laboratori dal momento che, nel contesto della pièce teatrale, si sono esibiti anche i laboratori di Danze Popolari curato da Rossella Di Terlizzi e quello di Chitarra guidato dal maestro Michele Amato. Era toccato poi, il 22 maggio, al folto popolo dei balli, di gruppo e di coppia, animato dalla sempre più grintosa Zina Sfregola con la collaborazione del marito Michele. Nella stessa serata la docente di Lingua Francese, prof.ssa Francesca Giammario, ha dato la possibilità ai suoi corsisti di esibirsi in due pezzi tratti dall’opera musicale di Riccardo Cocciante, Notre Dame de Paris. Infine è stata la volta dei Laboratori Creativi (ceramica, oggetti artistici, pittura, ricamo, uncinetto, filet) a cura di Giovanna Patruno, Caterina Gallo,

Teresa Porcelli, Enzo Abascià e Giuseppe Colangelo che hanno esposto per una settimana (dal 29 maggio al 5 giugno) le creazioni dei loro corsisti presso il Sepolcreto ricevendo elogi per la qualità delle opere. La serata di sabato, invece, è stata più rilassante per tutti: tra una portata e l’altra, corsisti e docenti si sono lasciati prendere dalla voglia di ballare, rinviando l’affanno del fare al prossimo anno accademico. (Anna Consiglio)

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10 - 15 GIUGNO 2010

I N C I T T A’

RANDAGISMO, AIUTIAMO I VOLONTARI DI “MOLLA L’OSSO” E

gregio Direttore Approfitto della sua gentilezza per rievocare una notizia appresa da una radio privata biscegliese, attraverso la sensibilità di una delle sue conduttrici. La notizia in questione rivelava l’esistenza di un rifugio per animali abbandonati e semplici randagi,”Molla L’Osso”, presente nel nostro agro, nelle vicinanze delle cave su via S. Pietro, 167. Questa struttura, gestita da tre giovanissimi volontari, si presenta come un piccolo e dignitoso asilo nel quale ci si adopera per recare assistenza verso tutti quegli animali che vengono quotidianamente maltrattati e malamente abbandonati sia dai centri urbani, sia dalle campagne circostanti; ritenuti responsabili inoltre di danneggiamento alle coltivazioni nonché di aggressioni ai semplici cittadini di passaggio. Avendo visitato il sito, non posso che esternare la mia stima e il mi apprezzamento nei confronti dei già citati volontari, che sino ad ora, nonostante i ripetuti appelli effettuati continuano a farsi carico di ingenti spese se non fosse per sporadici (ma ben accetti) aiuti ricevuti da un esiguo numero di cittadini .

Il randagismo, visto da sempre come un problema esterno alla vita quotidiana e privata di ogni cittadino, ma ripetutamente accusato della mancata sicurezza della quiete pubblica e urbana; viene così allontanato e accantonato come se fosse tra gli ultimi dei maggiori problemi da risolvere, dimenticandone i problemi igienici sanitari e l’importanza del sacrosanto diritto alla vita per questi esseri meravigliosi. Pertanto è doveroso ricordare l’evidente senso civico e umano in tutto ciò che questi volontari svolgono . Il mio appello non è soltanto da animalista, ma da cittadino verso altri cittadini, associazioni e istituzioni sensibili a questo problema, sperando di coinvolgerli in un aiuto concreto favorendo non solo l’adozione di questi “nostri amici a quattro zampe” ma anche in un semplice contributo “pratico” per la loro sopravvivenza. La ringrazio per tutto ciò che potrà fare pubblicando questo appello, ricordando che coloro che vorranno contattare i volontari potranno farlo ai numeri 349-8097684 (Alessia), 3478810262 (Gianfranco). Con affetto, Nicola Mallardi

FALLIMENTO “VIGILIAE”, IL COMUNE VA FINO IN FONDO Con delibera di Giunta Municipale,

il Comune di Bisceglie, prendendo atto della dichiarazione di fallimento della Società consortile "Vigiliae", di cui il Comune era socio di maggioranza con il 51% delle quote societarie, ha deciso di voler andare fino in fondo per la tutela degli interessi dei cittadini biscegliesi, eventualmente lesi da fatti gestionali posti in essere dagli organi amministrativi della società "Vigiliae". Per questa ragione, scaturendo automaticamente dalla relazione del curatore fallimentare l'apertura di un fascicolo presso la Procura della Repubblica di Trani per l'accertamento di eventuali fattispecie penalmente rilevanti, la Giunta Municipale ha deciso di nominare l'avv. Giacomo Ragno per accertare l'esistenza di un

procedimento e per seguirne lo sviluppo. Il sindaco di Bisceglie, avv. Francesco S p i n a , r i l e va c h e è a s s o l u t a m e n t e riprovevole e vergognoso che per tanti anni la società "Vigiliae", a cui fu assegnato nel 2001 dalla precedente amministrazione comunale, a trattativa privata il servizio di igiene urbana, abbia prodotto perdite ingenti e disservizi con gravi conseguenze in campo igienico - sanitario. Perdite che dalle prime verifiche ammonterebbero a svariati milioni di euro. L' Amministrazione comunale si propone di seguire ogni fase del procedimento posto in essere dagli organi inquirenti al fine di verificare, tra l'altro, la possibilità di recuperare, attraverso la eventuale costituzione di parte civile, somme provenienti dalla Tassa Rifiuti versate dai cittadini ed utilizzate per finalità diverse da quelle istituzionali.

LA “CULTURA DELLA SICUREZZA” C

ontinuando ad esaminare le ultime direttive emanate dal Garante per la Privacy, sono molteplici le perplessità che emergono da un’approfondita lettura, specificatamente sulla videosorveglianza, di questa recente pubblicazione. Una delle principali novità riguarda il periodo limitato per la conservazione delle immagini che non può superare le ventiquattro ore, con particolari deroghe per determinate attività con rischi elevati, tipo le banche, che comunque non superino la settimana. Solo per particolari esigenze potrà essere richiesto un allungamento dei tempi di conservazione previa verifica del Garante. Altra importante variazione riguarda anche l’aspetto informativo. Ovvero chi si trova a transitare in aree videosorvegliate deve obbligatoriamente essere informato con appositi cartelli della presenza delle telecamere. I cartelli devono essere resi visibili con apposite tecniche, anche quando il sistema di videosorveglianza è attivo in orario notturno. Nel caso i sistemi di ripresa installati sia da soggetti pubblici, sia da privati, siano

a cura del dott. Pierluigi Ruggieri Security Manager Sicurallarm snc sicurallarm@libero.it

collegati con le forze dell’ordine, devono essere segnalati con specifici cartelli elaborato dal Garante. Seguono poi una serie di norme che disciplinano settori di particolare interesse e settori specifici, quali la sicurezza urbana, i sistemi integrati, i sistemi intelligenti, le violazioni al codice della strada, deposito rifiuti, luoghi di lavoro, ospedali e luoghi di cura, istituti scolastici, taxi, trasporti pubblici, webcam, ed infine per i soggetti privati, le direttive che tutelino persone e proprietà. Tralasciando momentaneamente le ovvie critiche a discutibili norme di difficile applicazione, si possono notare corpose specifiche direttive indirizzate a tutti settori pubblici e privati che non lasciano certo spazio a soggetti che con improvvisazione, negligenza e pressappochismo si “inventano” con superficiali nozioni tecniche e scarsissime competenze giuridiche, installatori di sistemi di videosorveglianza, ignorando di incorrere in pesanti sanzioni amministrative e penali. (Continua)


11 - 15 GIUGNO 2010

PERISC OPIO PERISCOPIO

“GAROFANO D’ORO”: PICCOLI PROTAGONISTI ALLA RIBALTA P

resentata ufficialmente il 7 giugno scorso, la kermesse che vedrà protagonisti i ragazzi provenienti da tante città della Puglia e della Calabria si annuncia un appuntamento di tutto rispetto nel panorama canoro pugliese. Alfredo Guastamacchia ed il team dell’Associazione “Garofano d’Oro” scaldano i motori ed annunciano due serate fantasmagoriche, da trascorrere in piazza Cavour a Terlizzi. Il 26 ed il 27 giugno accoglierà i piccoli protagonisti su di un palcoscenico immenso e ricco di sorprese sceniche che sarà il primo spettacolo nello spettacolo. Ricordiamo che Bisceglie ha un legame particolare con “Il Garofano d’Oro”: l’edizione 2008 fu vinta da Erica Mou, mentre ospite d’onore dell’edizione 2010 sarà Gabriella Aruanno. I CONCORRENTI DELL'EDIZIONE 2010: ALESSANDRA PRETE DA LOCOROTONDO, INTERPRETA “TUTT'AL PIU'”; ALESSIA CAMMISA DA ALTAMURA INTERPRETA “NATURAL WOMAN”; ANNACHIARA LEONE DA ANDRIA INTERPRETA “PER DIRE DI NO”; ANTONISIA VENEZIANO DA ALBEROBELLO INTERPRETA “E POI”; CLAUDIA C O L A M O N A C O D A A LTA M U R A I N T E R P R E TA “MEMORY”; FRANCESCO BRUNO DA ANDRIA INTERPRETA “LA VOCE DEL SILENZIO”; FRANCESCO SAMARELLI DA TERLIZZI INTERPRETA “L'ULTIMA OCCASIONE”; ILENIA LA TEGOLA DA TERLIZZI INTERPRETA “QUANDO NASCE UN'AMORE”; KINDER BAND DA FASANO INTERPRETANO “CON IL NASTRO ROSA”; MARIANNA ZICCOLELLA DA TERLIZZI INTERPRETA “COME SAPREI”; MARZIA DI PALMA DA GRAVINA INTERPRETA “SE STASERA SONO QUI”; MICAELA PASSIATORE DA MARTINA FRANCA INTERPRETA “COLPO DI FULMINE”; MICHELA PIA NICEFALO DA GRAVINA INTERPRETA “CUORE”; MICHELE DI GIOIA DA ANDRIA INTERPRETA “NEL SOLE”; NAOMI SARDARO DA TARANTO INTERPRETA “SEI BELLISSIMA”; SERENA PEZZOLLA DA ALTAMURA INTERPRETA “LE TAGLIATELLE DI NONNA PINA”; ANGELA SQUICCIARINI DA ALTAMURA INTERPRETA “IO CHE NON VIVO”; STEFANIA RILIEVO DA GIOVINAZZO INTERPRETA “CINQUE GIORNI”; VERONICA PARRILLA

DA CIRO' MARINA INTERPRETA “AMOR MIO”; VINCENZA GADALETA DA MOLFETTA INTERPRETA “RUSSIAN ROULETTE”. Associazione "IL GAROFANO D’ORO" viale del Lilium, 12 - 70038 TERLIZZI (Ba)

BODY BUILDING, SECONDA AFFERMAZIONE PER PASQUALE DELL’OLIO P

er il secondo anno consecutivo il giovane bodybuilder biscegliese Pasquale Dell’Olio si aggiudica il GP Sud Italia Ifbb Città di Bari nella categoria altezza/peso -4kg. Dopo aver ottenuto ben due primati nella categorie Pesi Massimi altezza/peso Seniores e Assoluto altezza/peso in occasione del Criterium Interregionale di Sviluppo Muscolare di Nova Siri, il nuovo prestigioso riconoscimento vale all’atleta della Gym Club Point di Bisceglie il meritato accesso al Campionato Italiano Ifbb, in programma il 13 giugno prossimo nella meravigliosa cornice del Teatro Ariston di Sanremo. Anche in terra di Bari, Pasquale Dell’Olio ha saputo sfoggiare una linea esemplare, abbinata a combinazione di volumi e simmetria invidiabili; il tutto impreziosito da una buona definizione che, a secondo il parere dello stesso atleta, può e deve sicuramente migliorare per poter reggere il confronto con i migliori atleti della Nazione. «Non posso che essere soddisfatto per aver raggiunto l’obiettivo qualificazione - afferma Pasquale Dell’Olio -. Adesso ho a disposizione due settimane di tempo per prepararmi al meglio ed essere al top della forma nel più importante appuntamento agonistico stagionale. Sapevo che

la mia condizione sarebbe migliorata rispetto alla gara di Matera e sono altrettanto convinto che continuerà a migliorare. Sono fiducioso e continuerò a dare il massimo in questa entusiasmante quanto faticosa preparazione». Intanto l’atleta della Gym club Point sarà sul palco del Gran Prix IFBB One way fitness, che si disputerà domenica 6 giugno a Roma. Una tappa d ’a v v i c i n a m e n t o all’appuntamento di Sanremo che servirà per valutare al meglio la strategia da adottare nella preparazione finale per gli Italiani. «Più gare si fanno e meglio si riesce a capire come il proprio corpo risponde alle modificazioni della dieta» conclude Dell’Olio. A lui un grosso in bocca al lupo per nuovi e sempre più importanti successi!


12 - 15 GIUGNO 2010

PR O L OC O PRO LOC

L U I G I D ’A N G I O ’ : U N A T O M B A ED UNA CHIESA SENZA RE S

i racconta che a Bisceglie sia sepolto il Re di Napoli, il francese Luigi I d’Angiò, deceduto in città nel Settembre del 1384, dopo l’ultimo scontro turbinoso e decisivo avvenuto presso Canne, contro Carlo III di Durazzo, ove i durazzeschi ottennero la vittoria. All’alba del 13 Settembre 1384, i durazzeschi guidati dal capitano Alberico da Barbiano, giunto da Barletta, penetrano attraverso un varco aperto da un traditore nelle mura della nostra città, nei pressi della chiesetta di San Nicolò del Porto, determinando l’allontanamento e la sconfitta dei francesi. La risposta di quest’ultimi non si fece attendere: costoro si accanirono contro la città saccheggiandola e decapitando tutti i traditori presso la piazza della Cattedrale. Appena Re Luigi I d’Angiò apprese le crudeltà accadute in città, da parte dei suoi soldati, si recò in loco, ove si concluse la sua esistenza per causa delle ferite riportate in precedenti battaglie, e per la delusione della condotta dei propri soldati nei riguardi della popolazione. Da sempre quindi, si menziona che il corpo del suddetto Re, venne sepolto nella chiesetta trecentesca di San Ludovico Vescovo, annessa successivamente nel 1519 al futuro monastero di San Luigi e oggi ancora, li sepolto in un luogo conosciuto e tramandato solo oralmente dalle suore del si detto monastero. Ma sarà vero? Cerchiamo brevemente di investigare in uno dei gialli più intricanti della Nostra storia cittadina, ponendo attenzione su alcuni determinati dettagli e conferme. Due secoli dopo, in occasione della riedificazione del nuovo Tempio nel 1774, venne rinvenuta dalle macerie del vecchio edificio, l’epigrafe quattrocentesca degli Antegani, nel luogo di sepoltura del Re. In occasione di tale rinvenimento, qualche anno dopo parte del testo dell’antica epigrafe, fu trascritto in una nuova epigrafe, la quale si presenta oggi come un foglio accartocciato nei margini, dove il testo è semplicemente dipinto a mano, ed ora collocata presso l’ingresso della nuova chiesa tardo settecentesca. In essa si narra che nel 1796, sotto il badessato di Suor Maria Teresa Frisari, le suddette consorelle durante i lavori di demolizione della vecchia chiesetta “… TRA I RUDERI TROVARONO LA TOMBA DI LUI E QUESTA CON ISCRIZIONI IN PIETRA FATTA DAGLI ANTEGANI E CON LE ARMI E CON LE ALTRE EMPLEME AFFINCHE’ IL RICORDO DI SI’ GRANDE PRINCIPE NON ANDASSE PERDUTO. LA BADESSA MARIA TERESA FRISARI E LE VERGINI MONACHE EBBERO CURA DI PORRE QUI QUESTA LAPIDE. AN. DOC. 1796”. Iniziano le nostre prime indagini. Primo punto, come si evince dall’epigrafe, la Badessa non afferma di aver trovato Lei i resti del Re e le relative empleme con le ensigne, ma si limita a dimostrare che la tomba fu trovata all’atto della demolizione della piccola chiesetta, mentre essa ebbe cura con le consorelle di porre la lapide in quel punto dove ancora si trova. Secondo punto, fino a pochi anni fa, prima degli ultimi restauri all’interno del Sacro Tempio, l’anno citato a fine iscrizione riportava la data (AN.DOC. 1796). La suddetta data risulta errata in quanto l’iscrizione venne rinfrescata nel 1853, in contemporanea alla tarda conclusione degli altari interni e alle relative alterazioni pittoriche, quando erroneamente, ormai in parte logorata, la data venne diversamente interpretata per incuria dell’artefice trascrivendo 1796; in realtà è 1789, in quanto la madre Badessa Suor Maria Teresa Frisari era già deceduta prima del 1796. Questa data viene alla luce da un testo del Sottintendente di Barletta, Nicola Maria Santoro, ricordata al Consiglio Provinciale nella sessione del 1853; egli pubblicò l’iscrizione lapidaria con la data da noi riportata. Proseguendo, terzo punto, la lapide attuale è certamente una copia di cui probabilmente si conserva l’originale, murata sotto l’intonacatura della parete dell’aera presbiterale dove un tempo sorgeva la vecchia chiesa trecentesca o forse sotto lo stesso bassorilievo in gesso che forma la lapide stessa. O ancora, durante i lavori di restauro della chiesa 1774-1784 (pittura, intonacatura), per dare un aspetto completo Tardo Barocco, le maestranze si preoccuparono anche di apportare la modifica alla vecchia lapide quattrocentesca, ovvero quella scritta dagli Antegani, come lo ricorda l’iscrizione facendola rifare di sana pianta nella maniera che si vede oggi.

Quarto punto, da cordiali e importanti incontri di scambi culturali e informativi, avvenuti con la gentile disponibilità e interesse dell’attuale Madre Badessa, essa racconta come confermato da un precedente articolo locale scritto nel 1994, relativo ad una breve storia del monastero, di affermare che nel suddetto Tempio siano deposte le spoglie di Re Carlo D’Angio (ovvero Carlo III di Durazzo) e non Luigi d’Angiò, tutto questo per tradizione orale, presso il vano laterale destro dell’area presbiterale, sotto uno dei quattro enormi piloni che sorreggono la cupola. Certamente il mistero si infittisce. Carlo D’Angiò, cugino di Luigi, muore nel 1386 a Belgrado, due anni dopo la morte del nostro Luigi e in luogo ben più lontano. Inoltre ritorniamo per un attimo al testo iniziale della nostra epigrafe leggiamo: “ LUDOVIGO ANDEGAVO RETTORE DEI GALLI E ZIO DI CARLO VI, RE DELLA PUGLIA: INCARICATO DA CLEMENTE VII ( antipapa sotto Urbano VI) IN AVIGNONE DI FAR RISARCIRE I DIRITTI DI GIOVANNA I CHE LO AVEVA ADOTTATO E DI VENDICARNE LA SUA MORTE: ACCORSE CON UN GRANDE ESERCITO A CANNE E SCONTRATOSI COL NEMICO E FERITO NELLA BATTAGLIA SI RIFUGIO’ A BARI DONDE COSTRETTO AD EVADERE DI NOTTE FU CONDOTTO A BISCEGLIE OVE MORI’ PER LE FERITE - NEL QUALE MESE ANCHE LO STESSO DURAZZO COME PARENTE LO PIANSE E COMANDO’ CHE CON POMPA REGIA FOSSE TRASPORTATO ED IMMURATO IN QUESTA CAPPELLA DEDICATA A SAN LUDOVICO PRINCIPE TOLESANO ...” . Osservando con attenzione l’ultima parte del testo si apprende che lo stesso Carlo III di Durazzo, come parente lo pianse e ordinò che fosse deposto nella suddetta chiesa, dove molti secoli dopo nessuno realmente troverà il suo corpo. Quindi dov’è realmente Luigi I d’Angiò? Costui morto il 20 Settembre 1384 a Bisceglie, venne inumato d’avanti all’altare della Cattedrale di Saint-Maurice d'Angers, presso la contea Pays-de-Loire, in Francia. La nostra breve inchiesta, ci induce ad ipotizzare che il suddetto corpo del Re Luigi morto in città, fu temporaneamente sepolto come degno luogo di sepoltura, all’interno della chiesa di S. Ludovico (così come ricordava la lapide quattrocentesca distrutta o sepolta all’interno delle mura della nuova chiesa) e poco dopo, trasportato dagli stessi angioni (ormai sfiduciati, sconfitti e delusi dal tradimento dei nostri concittadini), presso la terra di origine della famiglia di Luigi e degli stessi Antegani in Francia. Infine anche lo stesso Carlo III di Durazzo non ha mai avuto sepoltura nella suddetta chiesa, per cui nessun Re è custodito al suo interno. La storia, la grandezza di si detto Tempio, religioso, culturale a artistico, attende da secoli silenziosamente (un po’ come la vita del monastero) di essere apprezzato, compreso, studiato e divulgato, rettificando i dati del cartello collocati in facciata, il quale riporta una errata data di fondazione del tempio e un tomba, senza un vero e proprio Re. (Giovanni Di Liddo)


13 - 15 GIUGNO 2010

SPOR TIVI RT

A GIUSEPPE FRANCO LA “BENEMERENZA SPORTIVA 2010” Lo storico dirigente del Bisceglie C5 premiato a Roma dal Presidente FIGC Abete. Franco, “Questo premio mi ripaga del lavoro fatto in vent’anni al servizio dello sport”.

C’

è il nome del biscegliese Giuseppe Franco tra i premiati che lo scorso 15 Maggio, presso la sala conferenze dell’Hotel Hilton di Fiumicino (RM), hanno ricevuto le benemerenze quali dirigenti che da diversi anni compiono un lavoro fondamentale, rappresentando un vero e proprio patrimonio culturale italiano. La Federazione Italiana Giuoco Calcio, la Lega Nazionale Dilettanti, ed il Settore Giovanile Scolastico si sono ritrovati così in un momento importante per il calcio italiano per raccontare quelle storie bellissime di uomini e sodalizi legati a un’idea di sport basata su valori sociali antichi seppure moderni come il senso di appartenenza al territorio e alla comunità. Caratteristiche che in pieno rappresentano la storia sportiva di Giuseppe Franco, storico dirigente della S.S. Bisceglie Calcio a 5, che proprio quest’anno festeggia il ventesimo anno consecutivo di affiliazione alla Lega Nazionale Dilettanti quale tesserato per la compagine neroazzurra biscegliese, militante nel campionato nazionale di serie A di calcio a 5. Un ‘emozionato Giuseppe Franco ha ricevuto la targa riconoscimento dalle mani di Giancarlo Abete (Presidente Federazione Italiana Giuoco Calcio), Carlo Tavecchio (Presidente della Lega Nazionale Dilettanti), Massimo Giacomini (Presidente del Settore Giovanile e Scolastico) e Marcello Nicchi (Presidente Associazione Italiana Arbitri). Emozione, soddisfazione e tanto orgoglio nelle parole di Giuseppe Franco, che a distanza di qualche settimana ci ha raccontato le sensazioni di quel giorno, «Riceve premi del genere – confessa Franco – da simili esponenti del mondo sportivo italiano ti emoziona e ti gratifica di tutti gli sforzi compiuti in questi lunghissimi venti anni di presenza in ambito sportivo. Venti anni dove la passione per lo sport è stato il vero motore che mi ha portato a dare anima e corpo nel calcio a cinque, disciplina che ormai fa parte del mio DNA. Ho iniziato

la mia avventura da dirigente seguendo la compagine biscegliese di calcio a 5 femminile, passando poi s u c c e s s i va m e n t e a l l a squadra maschile nel lontano 1994, anno di fondazione del club. Con il Bisceglie C5 ho praticamente vissuto in simbiosi, dalle prime partite in serie C alla semifinale scudetto disputata lo scorso mese di Maggio contro la Marca Futsal». Tanto calcio a 5 quindi nella vita del dirigente biscegliese con delle immagini indelebili che racchiudono venti anni vissuti in ambito sportivo, »Se chiudo gli occhi per qualche istante – continua Giuseppe Franco – e penso a questi venti anni sono due le immagini che mi vengono subito alla mente. Innanzitutto la gara di serie B tra Bisceglie C5 e Polignano che ha decretato la nostra matematica promozione in serie A2 davanti ad oltre 2500 tifosi neroazzurri festanti. Non dimenticherò mai anche la semifinale di Coppa Italia di A2, organizzata dal Bisceglie C5 al Paladolmen, tra Bisceglie C5 e Cinecittà. Un concentrato di emozioni e pathos con una cornice di pubblico da paura». Franco però non dimentica i suoi compagni di viaggio, amici che lo hanno accompagnato e continuano a farlo in un percorso ormai lungo venti anni, «Se ho meritato questo premio devo innanzitutto ringraziare il patron Alfonso Russo ed il mister Leopoldo Capurso. Io ed il mister siamo gli unici due elementi che hanno cominciato questa avventura nel lontano 1994 e continuano ancora ad esserci. Saluto e ringrazio tutti i dirigenti, calcettisti e addetti ai lavori che si sono susseguiti nel tempo e che hanno contribuito a far crescere insieme al sottoscritto una realtà come quella del Bisceglie C5. Mi auguro che si possa andare avanti ancora per molto tempo cosi da togliersi ulteriori soddisfazioni in ambito sportivo». (Gianluca Valente)


14 - 15 GIUGNO 2010

DIB ATTIT O DIBA TTITO

UNA LETTERA DEL SIG. GENNARO PAPAGNI RIAPRE IL DIBATTITO SULLA TUTELA E CONSERVAZIONE DEI BENI ARCHITETTONICI DI BISCEGLIE All’Arch. Bartolo Di Pierro - Bisceglie

L’ACQUARIO DEGLI ARCHITETTI Stimato Direttore, vorrei, scommettendo sulla sua benevolenza, tornare sul tema “Incontri culturali”. Ve ne sono di diversi tipi, se ne legge un po’ su tutti i giornali locali: “Ville storiche a Bisceglie”, “Storie d’infanzia e di abbanono a Bisceglie nel XIX secolo”, “Le gesta di Giovanna d’Angiò”, “La settimana della cultura”, Poesie cantate e recitate… ed altri ancora. Tutte ottime iniziative non vi è dubbio. Le domando, Sig. Direttore, in che misura ci interessa una poesia? Ci serve una poesia? (“Sì”, sento già rispondere il poeta…). Cambio angolazione: una decina di uomini vanno ad un circolo, ascoltano il poeta, tornano a casa. E’ cambiato qualcosa? Qualcuno di questi sarà orgoglioso di essere andato in un posto dove non vi erano più di dieci “Scelti” ad ascoltare un uomo che, tranne quella sera, solitamente parla solo (il poeta). In questo senso, quanto più una poesia è per una cerchia ristretta tanto più ha valore. Quanto più non contagia la moltitudine tanto più ha valore. Quanto più ti lascia esattamente com’eri prima di averla ascoltata (nelle tue convinzioni) tanto più ha valore. Questa non è poesia. Chi usa la poesia per autocelebrarsi è un impostore. Chi usa la poesia per ostentare un ceto sociale è un delinquente. Un frequentatore di circoli che è insensibile al proprio contesto umano è anche peggio. La poesia, e con essa tutti gli eventi culturali, ha in sé la proprietà di rendere l’essere umano più sensibile, e creare dunque uomini migliori. E chi è un “Uomo migliore”? E’ l’uomo che nella vita mostrerà il coraggio che altri non avranno. La poesia, cioè, rende l’uomo sensibile ad un’idea (di bellezza, di etica, etc.) sino a farlo, talvolta, innamorare. Idea che da questo momento in poi difenderà non appena essa sarà in pericolo, come fa un innamorato verso la sua amata. In questo mostrerà coraggio. E sarà questo coraggio a farne un uomo migliore. La poesia e la cultura creano uomini migliori. Così fa il prete “di strada” che difende i suoi fedeli “difficili” dalle lusinghe della criminalità. Si espone con coraggio, e lo fa grazie alla sua cultura umanistica. Così fa il sociologo o il politologo che scende in piazza o scrive saggi di fuoco quando la democrazia vacilla. Si “spende”, e lo fa grazie alla sua cultura umanistica. Ed il cultore d’arte che fa quando l’arte viene ferita? Beh! Certamente sguainerà la sciabola della cultura, si imporrà senza timore, userà unghie, denti, rabbia…tutto pur di…No? No, a Bisceglie NO. Il convegno sulle “Ville storiche a Bisceglie” tenuto dal Prof. Palmiotti ne è un esempio. Una sala stracolma di uomini di cultura

Risponde il Direttore

Gent.mo Sig. Papagni,

debbo scusarmi per il ritardo con cui Le rispondo, dovuto solo ad un disguido tecnico. Come vede questo periodico non disdegna di dare voce a quella che Lei chiama “gente comune”, è una peculiarità di cui andiamo particolarmente fieri, nonostante qualcuno sia di parere contrario. Ma vede, caro Sig. Papagni, in un “mondo di furbi” spesso occorre attrezzarsi; ma Lei invece di scommettere, si fidi. Veniamo alla Sua gradita, della quale (mi consenta la battuta) manda “la busta” all’Arch. Bartolo Di Pierro ed “il foglietto” a me… Non mi sostituirò all’amico Bartolo, ma in questo frangente risponderò per le mie competenze. E cominciamo dalla questione “Incontri Culturali”, come Lei li chiama. La libertà, Sig. Papagni, è una bella cosa perché ci consente di accettare le cose o di rifiutarle. Se un circolo organizza incontri culturali, presumo, diffonde la notizia: poi sta ai destinatari accettare l’invito o meno. Se i destinatari che rispondono sono solo dieci la colpa non è degli organizzatori o del poeta di turno. In merito, poi, al “cosa ci resta” delle parole dei poeti la domanda andrebbe posta anche per i pittori, gli attori, i cantanti, ecc… La Cultura, per essere tale, deve elargire emozioni e suscitare riflessioni. Solo se non riesce a centrare questi due obiettivi, probabilmente non serve a niente. E noi (gente comune e non comune) senza le emozioni e non abituati alle riflessioni

(quindi uomini sensibili e coraggiosi); tanti argomenti “caldi” disponibili sul tavolo della cultura; i rappresentanti della politica in prima linea, ed ecco che il mondo della cultura…non ha nulla da dire. Applausi a fine relazione del professore. Se il mondo della cultura non si compatta quando serve e non dice con coraggio quanto va detto a cosa serve? Ad autocelebrarsi? Io, uomo di cultura, se non mi oppongo al potere quando sbaglia per non inimicarmelo non rischio di dimostrarmi servile? E se non mi oppongo per ignavia non rischio di dimostrarmi inutile? La cultura non può temere la politica…temendo di perdere ossigeno. La Cultura raduni i propri uomini! Recuperi lo scoppiettante potere che le è proprio. Riguadagni la propria autorevolezza, sicché sia la politica a domandarne benevolenza per non vacillare, e sia sempre la politica a cercare nella Cultura (espressione di sensibilità e coraggio) i suoi uomini migliori. Se quel convengo, Sig. Direttore, fosse finito con una contestazione generale della sala contro lo stato dei fatti sulle Ville Storiche, non sarebbe stato culturalmente più elevato? Un grido di sdegno ad ogni villa storica abbattuta passata in rassegna dal Prof. Palmiotti non sarebbe stato più civile? Mi dispiace prof. Palmiotti, Lei è uno studioso, ma io non applaudo alle ville abbattute, né a quelle prossime ad esserlo, né a quelle lasciate in vita per vederle morire lentamente. Un esempio? Villa Fiori – circa due secoli e mezzo che cerca qualcuno che se ne occupi: un’architettura tardo-barocca a facciata scenografica; abitata nel ‘700 dai nobili Fiori, imparentati con i Tupputi illustri protagonisti del Risorgimento a Bisceglie (Cosmai); protetto da Vincolo architettonico, e definita dal Ministero “Immobile di particolare interesse (…) perché costituisce un buon esemplare del sec. XVIII degno di essere tutelato in ogni sua parte”; oggetto in questi ultimi tempi di un restauro di facciata che ha seminato numerose perplessità; definita dallo stesso Cosmai nel ’50 “in deplorevole stato di abbandono” (è cambiato qualche cosa da allora?). Eppure l’uomo di cultura che su villa Fiori ha un’idea precisa (mi risulta con una certa sicurezza) diventa afono. E dunque una domanda, Sig. Direttore: Dove sono finiti gli architetti a Bisceglie? Dove sono gli intenditori d’arte a Bisceglie? (Dovremmo riesumare il Prof. Cosmai per avere una posizione su questo bene culturale?). Perché (i viventi) non prendono la parola sul tema? Tutti impegnati in altro? Come! La gente comune si espone e si “spende” per un bene culturale, e chi a queste cose dedica la vita per professione o passione non ha nulla da dire? Muti! Tutti muti! Così muti che pare di averli in una vasca d’acquario... (Gennaro Papagni) rischiamo di inaridire e, quando viene abbattuta una villa storica, non ce ne accorgiamo neanche. Così come non se n’è accorto nessuno quando ciò è accaduto: a Bisceglie abbiamo decine di esempi che il prof. Palmiotti ha puntualmente illustrato in più circostanze. Non ricordo proteste o cortei quando hanno abbattuto le ville su via Vecchia Corato per fare spazio ai palazzi “moderni”. Che questa sensibilità venga fuori adesso suscita in me due reazioni contrastanti; la prima è di soddisfazione, perché le conferenze alla fine servono a qualcosa; la seconda è di disincanto, perché accorgersi oggi che mancano delle ville storiche è un atteggiamento “ipocrita”. Sappiamo bene che anche il più piccolo possessore di terreno a Bisceglie non vede l’ora che la sua proprietà diventi “edificabile”… Quindi, Sig. Papagni, se le ville sono state abbattute la colpa non credo di ravvisarla né negli architetti, né nei politici ma esclusivamente nei proprietari di tali immobili, dalla cui permuta hanno ricavato ingenti fortune. Probabilmente lo hanno fatto per interesse, o forse per necessità, poiché un immobile del genere comporta onerose spese di mantenimento. Fatto sta che la faccenda attiene esclusivamente alla sfera privata di ciascun proprietario di villa storica. Lo stesso si potrà dire delle migliaia di possessori di terreni agricoli che hanno demolito i muretti a secco per sostituirli con il calcestruzzo, o hanno abbattuto i trulli per far posto a non meglio identificati “depositi per attrezzi agricoli”, che col tempo si sono trasformati in ville… Come vede,


15 - 15 GIUGNO 2010

DIB ATTIT O DIBA TTITO

LA FUNZIONE SOCIALE DEGLI ARCHITETTI RISPONDO AL SIG. GENNARO PAPAGNI

L’

accusa (appello) del sig. Papagni agli architetti biscegliesi di mutismo di fronte allo scempio e all’abbandono del nostro patrimonio architettonico, di cui villa Fiori e il suo recente restauro di facciata è un simbolo, tocca diversi temi incernierati su una comune questione di fondo: la definizione della funzione sociale dell’artista e della cultura in genere. Domanda Papagni: «Ci serve una poesia? La poesia cambia qualcosa?». A queste domande, che anch’io mi pongo, la sola risposta che riesco a darmi è che l’arte non ha il compito di cambiare il mondo. L’arte è solo il modo di guardare il mondo da un punto di vista diverso, desueto, spostato. L’artista racconta il mondo come gli altri non riescono a vederlo e in questa sua ricerca l’artista rivela all’umanità le infinite e meravigliose sfaccettature con cui l’Essere si manifesta. Nello scoprire le sconosciute facce del mondo, l’arte modifica il modo di vedere il mondo degli altri uomini (weltanschaung) e, di fatto, inconsapevolmente li cambia. Li migliora? L’arte non si pone questa finalità etica, l’arte, attraverso il suo produrre rende solo consapevoli gli uomini dei loro mondi interiori sconosciuti, buoni o cattivi che siano. Passando all’architettura è questa certamente la più politica fra le arti figurative perché l’architettura ha il compito di creare-trasformare la polis, la città, come entità fisica. L’architettura ha il compito di definire gli spazi delle istituzioni (da non confondersi con le istituzioni politiche) cioè i luoghi in cui si compiono gli accadimenti umani Ha l’architettura il compito e il dovere di migliorare gli uomini? Assolutamente no! L’architettura deve solo dare espressione alle aspirazioni spaziali di benessere di una generazione di uomini in un determinato periodo storico e nulla più. L’architetto non è un sociologo, né un politologo, né un prete di strada, né un eroe. La sua cultura umanistica non la esprime “scendendo in piazza”, “esponendosi con coraggio”, “votandosi ad un’idea”. La professione di architetto non impone obblighi di battaglie civili. L’umanesimo dell’architetto è nel suo continuo ed incessante sforzo di produrre spazi sempre più a misura degli uomini nel loro tempo. Tuttavia l’architetto non è un essere alieno alle dialettiche sulla gestione della cosa pubblica, è pur sempre un uomo, un membro di una comunità, un cittadino e come tale può, se vuole, dare liberamente il suo contributo, come tutti, sulle questioni riguardanti la città . Il sig. Papagni sostiene che l’impegno civile e politico dell’architetto (così come quello dell’artista e dell’uomo di cultura) sulle questioni attinenti le trasformazioni del territorio dovrebbe essere istintivo, dato che Papagni legge romanticamente il mestiere di architetto come una vocazione di fede ad un’idea, un’investitura a difensore della bellezza (salvo chiarire la bellezza cos’è). Io non condivido questa sua visione missionaria della professione di architetto, ma trovo che nel suo punto di vista ci siano alcune verità. La possibilità data a me come ai miei colleghi di assecondare le nostre inclinazioni-passioni, finalizzandole in una qualifica professionale è un nostro incontestabile diritto. Tuttavia la comunità a cui apparteniamo (chiamiamola Nazione o Stato) che ci ha messo nelle condizioni di poter divenire qualificati ed autorevoli (grazie alla messa a disposizione dell’istituzione Scuola-Università) si aspetta che questa qualificata autorevolezza non si manifesti solo nel ristretto ambito Sig. Papagni, chi è senza peccato, scagli la prima pietra…. Tornando al tema da Lei sollevato, Villa Fiori, su queste colonne abbiamo, a suo tempo, ospitato le lettere di protesta. Ma le successive missive sono apparse sostanzialmente come lo strascico di una lite condominiale. Mi permetto io, adesso, di farLe una richiesta: perché non mi invia il verbale delle assemblee di condominio da cui leggere tutti i passaggi che hanno portato a quel rimaneggiamento di palazzo Fiori? Non penso sia stata una decisione affidata solo ad ingegneri ed architetti, atteso che i politici, almeno in questo caso, non c’entrano niente. Mi consenta un’ultima osservazione, questa sì personale: io non ho mai digerito la presenza di quel muro di cinta costruito posticciamente all’ingresso di Palazzo Fiori. Non è un muro d’epoca, ma semplice e “nobile” tufo dei giorni nostri. Eppure di fronte a questo scempio nessuno, neanche Lei, si è mai sollevato a protestare. Come vede, Sig. Papagni, questo direttore non ha il timore di “esporsi” (non l’ha mai avuto); ma essere prudenti e cercare sempre la verità è il compito di un giornalista serio (se mi consente). In attesa di ulteriori, gradite Sue missive La saluto cordialmente (Salvatore Valentino)

dell’Arch. Bartolo Di Pierro professionale-privato, ma ricada sull’intera comunità attraverso forme attive di partecipazione alla vita pubblica. Il nostro apporto pubblico di architetti non è quindi un dovere morale preteso dalla comunità, ma dovrebbe essere una manifestazione di riconoscenza alla comunità stessa per le opportunità di qualifica culturale consentiteci. La partecipazione attiva alla vita pubblica dovrebbe essere anche un modo, per noi architetti, per tutelare la nostra autorevolezza sulle questioni attinenti la trasformazione del territorio. Da questo punto di vista ritengo declassante, per la mia categoria professionale, osservare che a Bisceglie, qualunque pincopallino, purchè indossi un’improvvisata maglietta di ambientalista o animalista, di protettore della terra o del mare, di baluardo del passato o di profeta del futuro, pontifica sulla stampa locale sulle tante irrisolte questioni urbanistiche della nostra città, mentre noi architetti, abilitati per legge alla progettazione dei futuri assetti urbani, non riusciamo a tirar fuori non dico una parola ma almeno un balbettio, un lamento, un raglio, un grugnito. Ritornando al tema della partecipazione attiva alla vita pubblica degli architetti, ma direi meglio di tutti gli uomini di cultura, mi divide dal Papagni. il concepire la maniera in cui questa debba manifestarsi. Papagni auspica la compattazione delle forze culturali per influenzare positivamente la politica. Il bisogno di compattarsi, di fare numero, di “scendere politicamente in campo” della Cultura sarebbe invece secondo me confondente. C’è bisogno di complicare il già articolato panorama politico attuale con un ennesimo partito, quello dei colti? Politica e cultura sono due mondi che non vanno confusi per fini e metodi. La politica fonda la sua ragion d’essere sul consenso che da’ rappresentatività governo e potere; la Cultura non necessita del consenso perché fonda la sua forza sulla propria autorevolezza costruita attraverso studi, analisi e tesi dimostrabili nella continua ricerca di comunicabili brandelli di Verità. Inoltre, anche da un punto di vista strategico, io credo che se la Cultura cercasse un riconoscimento dalla Politica giocando la partita sul suo campo, quello dei numeri del consenso, ne uscirebbe sconfitta. L’elite culturale è notoriamente minoritaria in ogni comunità e anche se si compattasse in un’associazione o gruppo manifesterebbe tutti i suoi limiti numerici. Che le voci degli uomini di cultura, per quanto sparute, provengano da più parti fa invece apparire il movimento più influente di quanto non sia. Eppure io non dispero che la Cultura e l’Arte possano influenzare la Politica ma solo se svolgeranno senza altre pretese il loro compito originario: mostrare agli uomini altre e diverse prospettive cambiando il loro modo di vedere le cose. Cambiando gli uomini cambierà per forza di cose la politica! Ecco perché è importante che la Cultura non parli a se stessa, non si chiuda nella torre d’avorio dell’autoreferenzialità, e sappia comunicare a quella parte di umanità meno interessata e meno colta usando il suo stesso linguaggio. Gli applausi della platea al prof. Palmiotti, al termine della sua conferenza sulle ville antiche di Bisceglie, al pari dello sdegno del sig. Papagni sono segni incoraggianti; testimoniano che il prof Palmiotti è stato in grado di comunicare con il suo auditorio. Sia la platea che ha applaudito e sia il sig Papagni che si è incazzato, dopo quella conferenza non saranno più gli stessi. C’è una nuova consapevolezza in loro, una consapevolezza che altri non è che una rinnovata coscienza politica. Lo stesso vale per i 10 uomini “scelti” che sono andati “ad un circolo ad ascoltare un poeta” citati da Papagni. Se costoro hanno ascoltato un vero poeta allora, certamente, qualcosa sarà successo in loro cambiando la loro interiorità. Sarà un cambiamento che modificherà il loro rapportarsi al mondo; sarà un cambiamento con cui cercheranno di contaminare altri uomini E’ utopico, ma io credo che la diffusione e la divulgazione culturale possano agire come un’onda lunga che, nel tempo, avrà sulla politica praticante, un effetto più devastante che non uno sdegnato documento elitario, “vibrante di protesta”, sottoscritto da una ventina di intellettuali A questo punto il sig. Papagni ed il lettore penseranno che io stia deviando dall’affrontare il tema che sparge sale su una mia ferita aperta, il silenzio della mia categoria professionale in città. Non è così! Affronterò questo tema sul prossimo numero (continua…)


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LETTERE

SGUARDO D’INSIEME

‘U CASTEIDD, IL CASTELLO di Mons. Marino Albrizio

H

o conosciuto pochi castelli, quello del Castel del Monte, ad esempio. Ricordo bene la prima volta che il Rettore don Cataldo Tota portò i seminaristi di Bisceglie in gita a questo castello. Era un mastodontico castello dominante gran parte della Puglia, dal Gargano fino a Bari e nell’interno ai monti dell’Irpinia, il suo terreno è brullo e profumato dalle erbe aromatiche che su di esso crescevano. Il turismo ha distrutto questo luogo privandolo del suo magico significato. Ho conosciuto il castello di Barletta a causa della presenza di un mio zio militare, giunto in Puglia con l’ultimo scaglione di rimpatrio dalle isole di Rodi. Mio padre, operaio a Buffoluto a Taranto, era a conoscenza di una immediata occupazione tedesca, in seguito all’armistizio di Badoglio, e quindi portai a mio zio la notizia di lasciare il servizio militare e rifugiarsi nella Masseria di mio zio in San Ferdinando di Puglia. In questo tempo mio fratello Andrea, militare a Verona, iniziò l’avventura del ritorno a casa. Anche lui con diverse peripezie giunse in Puglia e si rifugiò a san Ferdinando e quando a Lecce si stava formando il nuovo esercito italiano che avrebbe cooperato con le forze alleate, mio padre ingiunse a mio fratello di raggiungere Lecce in divisa. Conosco meglio il castello di Bisceglie com’era tanto tempo fa e cosa si svolgeva nel suo largo. Le persone che abitavano in questo rione erano le cosiddette “castiddere”, più in senso dispregiativo, come se fossero donne malfamate e da marciapiede. Una donna alta e robusta abitava sul palazzetto simile ad una torre di vedetta e sembrava con la sua voce tonante e il suo altero comportamento la vera signora del castello, una matrioska russa con abiti vivacemente colorati, uno scialle di lana sulle spalle e qualche volta con il capo coperto dal bianco “fazzuette”. Era lei la regina del castello e guai a dissentirle. Nonostante la mia presenza in S. Adoeno, non sono riuscito a capire chi fosse; di certo non aveva figli, né una volta vedeva una persona anonima. Tutte le castiddere la temevano e a lei ubbidivano. la signora non voleva che le benedicesse la sua casa e mi rendeva più misteriosa l’identità di questa incoronata Madama Castiddere. Le donne residenti da Largo Purgatorio al Largo Castello avevano come centro di attività la fontana dell’acquedotto pugliese, sita alla punta dell’ampio spazio vicino alla chiesa del purgatorio, avente come limite “u segge de le chiese” la scalinata del Purgatorio. Un suo “pisiule”, sedile di pietra, fu reso celebre dal nostro maestro Riccardo Monterisi con la poesia dialettale “La mane de Ddeie”. La storia di un povero tintore, che vivendo di stenti decise di portare il padre malato all’ospedale dei “Cappuccène”, oggi diremmo casa di riposo, in quei tempi pauroso e ripugnante. Il padre con la bocca amara acconsentì con la sola condizione che il trasporto si compia di notte all’oscuro, tanto “cuss’è u gasteghe… sciame”. Giunto alla svolta di strada di Via Colombo ed al sedile della chiesa , il figlio fece sedere il padre, che portava sulle spalle, per riposarsi e ad

un tratto lo sentì ansimare. Diceva: “Ah, figghie, trent’anne fa pure io facibbe arrete de notte chessa strote… pure io portavo sulle spalle mio padre e qui mi riposai. Ah com arreve certe, na dèie la mane de Ddèie”. Il figlio prese suo padre e lo riportò a casa. Disse: “Da casa non ti muoverai sino ai 100 anni, fino a che mi resta l’ultima “meddeche”. Accanto alla chiesa del Purgatorio, vi è il muro alto di cinta del primo cimitero comunale, costruito a spese della Confraternita del Suffragio nel 1696. Era il cimitero dei poveri, morti nell’ospedale sito nelle vicinanze della chiesa di S.Nicolò chiusa al culto nel 1500, a strada Ospedale. I confratelli del Suffragio venivano seppelliti in chiesa. Questi confratelli tutt’ora esistenti ma senza alcun direttore spirituale, hanno il grande merito di essere promotori degli ospedali cittadini, la cui erezione si deve al contributo di denaro versato da loro. Non conosco bene se esiste qualche censo a riguardo. Si accedeva al cimitero da una porticina ed in esso crescevano cespugli di fiori che raccoglievo per portarli nelle chiesa di S. Adoeno. Ora la chiesa del Purgatorio è al servizio delle parrocchie in restauro ed anche del comune. Quindi il maniero medievale era in fase di ricostruzione e come al solito si sa quando iniziano i lavori, ma il termine è rimandato alle Calende Greche, cioè a tempo indeterminato (le Calende Greche non sono mai esistite). Il maniero della mia adolescenza era costituito da un unico palazzo che il Dott. D’Agostino “u medichicchio” perché era basso, fece restaurare; il maestro muratore fu mio padre sotto la guida dell’ing. Bombini. Ricordo che aveva l’affanno nel portare in terrazza i mattoni di creta: quattro appartamenti, due al primo piano e due al secondo per civili abitazioni, al piano terra due stanzoni, uno adibito a forno per il pane e l’altro a deposito. Durante l’occupazione tedesca, uno stanzone fu adibito a deposito di vestiario delle truppe tedesche, per lo più le scarpe. È rimasto il vecchio cancello d’ingresso e in fondo abitazioni ora demolite tra la torre della vecchia piazza del pesce, ricordo che in essa lavorava un falegname, e la torre maestra, c’è una casa di civile abitazione, mentre al largo della Madonna del Carmine il pastificio dell’impresario Salerno. Le donne di Largo Castello come punto di ritrovo avevano la fontana, dove lavavano la roba e facevano la salsa, anche quando ebbero le case popolari in Corso Garibaldi. Si erano munite di grossi tegami, di alti treppiedi, legna da ardere o cucine mobili alimentate a gas. Chiesi ad una di queste perché lasciassero le comodità di una casa, mi rispose “la salse du castedde addaure de cchiù”. La furbacchiona se ha scelto il castello è per tenere la sua casa ordinata senza “u pastrigghie”, il pasticcio generato nella cucina di casa. Raramente Continua a Pag. 17

Corso Umberto I, 187 Bisceglie Tel.-Fax: 080.2374954


17 - 15 GIUGNO 2010

POESIA

“A conoscerti ho imparato”

Zaccaria Gallo - Premio “Luigi d’Angiò” 2010 A conoscerti ho imparato mia città, nelle albe e nei tramonti, quando colori di riverberi le onde del tuo mare e le cime dei tuoi alberi nella campagna. A conoscerti ho imparato mia città, nelle grotte e negli anfratti più remoti delle lame e sulle coste, dove vita hai dato alle genti che t’ha popolata. A riconoscerti ho imparato mia città nel suono di sirena che nell’aria s’invola dalla grande torre tua maestra, e dall’allegria dei passeri nella grande quercia annidati. A riconoscerti mia città ho imparato, dai profumi, che nei tuoi dolci autunni, tu sprigioni dal biondo-verde oro nel frantoio, dall’asprigno mosto riportato dalle vigne.

Ti ho mangiato mia città, in un sospiro, assaporando quell’unico, erotico omaggio che tu hai saputo fare alla duchesssa che t’raggiunto solo col suo nome. E nelle mani ti tengo e negli occhi mia città, quando il bianco ciottolo delle tue rive io stringo nel mio pugno e lo sento non cosa morta ma vivo pegno. E sono con te, sul porto, nella sera, sotto il volo d’uno stormo d’uccelli e l’urto sulla banchina della chiglia d’ una barca verde.

Il dott. Zaccaria Gallo, Premio d’Angiò 2010 per la poesia e la letteratura

I 102 ANNI DEL SIG. GIOVANNI MAGGIO H

a spento la sua 102esima candelina il Sig. Giovanni Maggio, nato il 12 giugno 1908. Circondato dall’affetto dei suoi cari, ha festeggiato l’evento il 13 giugno scorso, occasione a cui non ha voluto mancare il Sindaco, Francesco Spina, che gli ha tributato una targa ricordo in segno di affetto da parte della Città.

Ti vedo e ti riconosco mia città. amata dal sole fin dal mattino che arrivi e vesti la camicia del tuo borgo antico sull’antico seno. Bellezza austera, da signora avanti con gli anni, si sprigiona e t’ imprigiona nelle tue pietre. e mi catturi assieme alla gente forte, franca, vera, che ho imparato a conoscere nel suo corpo nella sua anima.

‘U CASTEIDD, IL CASTELLO mi sono trovato ai litigi di queste donne causati dai loro figlioli, da gelosie o maldicenze. È certo, mai hanno fatto intervenire i loro uomini. Una volta sola vidi due adolescenti litigare, prendersi a capelli strappandosi le camicette e insultandosi. Nessuno osò intervenire, erano le figlie di due noti boss della zona. Mi dissero alcuni curiosi che una aveva soffiato il fidanzato all’altra. Ciò premesso, passo a descrivere ciò che avveniva nello spazio libero di largo castello. Ora ci sono le palme incerottate come se fossero i ceri di Gubbio, ma c’erano altri alberi di pioppo. In quello spazio aveva la concessione il taglialegna, un mestiere in estinzione a Bisceglie. Era un abile maestro nell’uso della scure vittima spesso di incidenti. Gli utensili usati nel segare, spaccare i tronchi, oltre la sega e la scure c’era il “cugnate”, una grossa scure, “l’accette” ovvero l’accetta. La legna da spaccare era quella degli alberi di mandorle e gli ulivi, portata dei contadini per venderla. Ho visto questo taglialegna al lavoro e la gente che veniva a comprarla dando spesso fastidio, specie per rendere il legno del mandorlo più corto e sottile. Per quello degli olivi cercavano le “taccaredde” non sottili ma doppie con la scusa che compravano le frasche. C’è un proverbio a riguardo: “tutte frasche e pitrudde, ma d’alive non cogghie nudde”, assai rumore e poca lana, molta apparenza e poca costanza. Spesso molti creditori civili e pubblici per essere risarciti dai debitori, pignoravano i loro beni e se c’erano beni mobili, venivano venduti al miglior offerente. Questa operazione era svolta al castello. I beni pignorati tranne il letto e alcune sedie, erano trasportati qui ed un pubblico ufficiale offriva un prezzo base. I concorrenti facevano la loro offerta, quando uno dei concorrenti restava solo nella gara e gli altri si ritiravano, il giudice banditore dava al concorrente la merce. Spesso il motivo di tali vendite non era dovuto al debito contratto con le persone, ma con le tasse imposte. Quando molti non pagavano, giungeva in casa il

pignoramento. Il compratore di mobili messi all’incanto era un amico del debitore, per cui il mobile tornava alla sua casa, ma la tassa ormai era cancellata. Voglio chiudere questo sguardo d’insieme con episodi meno tristi. Ormai “re castiddere” non ci sono più e restano soltanto nei ricordi degli anziani. Queste meravigliose donne dai mille risvolti sono sparite come fantasmi, il loro castello si sta adornando di piante per l’albergo che è sotto nell’antica casa di cura del Dott. Lattanzio di Barletta, poi sede distaccata del municipio. Per andare al Santissimo a celebrare, accompagnato da mio fratello e da mia sorella, ogni giorno ricordo l’allegria di quelle donne e la loro pietà verso i Santi che pretendevano che la processione sostasse in quei paraggi e la banda suonasse. C’era poi la grande festa che organizzavano per la Madonna del Soccorso. Durante l’anno si autotassavano per la festa, non solo per i fiori, le bandierine, ma anche per i fuochi pirotecnici. Un vescovo proibì l’accensione di esso e successe un putiferio, solo il maresciallo dei carabinieri riuscì a calmare la gente. Il fuoco pirotecnico non fu acceso e da allora in poi non si sono più permessi di farlo. Ma alla festa parrocchiale c’era il pranzo di gala, una specie di “cilifrine”, mangiata allegra tra amici, “na bedde tiedde de paste o furne, do brasciole de carne de cavadde” con dentro in pezzetto di “larde de pourche, ne peizze de frimagge” il pecorino, una foglia di prezzemolo e una punta di “diavuicchie”. Il tutto accompagnato da buon vino e frutta secca. Qualche buontempone si presentava con un piatto di intestini di cavallo lesstai “re ciaceidde” ed in un baleno anche queste scomparivano negli stomachi ormai sazi. Tanti ricordi di ieri, molto lontani nel tempo, eppure considerati presenti, e tornando alla figura del taglialegna o del boscaiolo, io penso che l’esistenza umana sia un bosco che assieme agli alberi finiscano per cadere anche gli uomini.


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Calcio a 5 Serie “A”: BISCEGLIE, PLANAS VA IN A/2, AMORUSO IN NAZIONALE U/21 Il capitano argentino lascia ufficialmente la Puglia per approdare alla Cogianco Genzano. Antonio Amoruso convocato dall’Italia Under 21. Ventura lascia la guida del settore giovanile neroazzurro.

A pochi giorni dalla chiusura ufficiale della stagione

2009/10, contraddistinta dalla conquista dello scudetto da parte della Daf Chemi Montesilvano sulla Marca Futsal, partono le prime notizie estive relativamente alla prossima stagione. Una novità assoluta sarà rappresentata dal primo storico derby tutto pugliese che si disputerà nel prossimo campionato di serie A. La meritata promozione del Promomedia Putignano dopo i playoff di A2 e la presenza del Bisceglie C5 porrà di fronte due squadre pugliesi per la prima volta nella storia di questa disciplina. Una serie A che voci di corridoio potrebbe presentare una terza sorella pugliese, il Modugno, visto che si vocifera di un posto vacante da completare e dove la società del patron Zizzari potrebbe essere tra le candidate se le voci corrispondessero al vero. Passando in casa Bisceglie C5 di certa c’è la partenza del capitano argentino Leandro Planas. Il difensore classe ’76 ha deciso di tornare in terra laziale per disputare il campionato di serie A2 nelle fila dell’ambizioso Cogianco Genzano. Va via quindi un pezzo importantissimo del roster a disposizione di Capurso, ma siamo certi che il club del

Antonio Amoruso

patron Alfonso Russo saprà rimpiazzare al meglio l’uscita di scena del talentuoso calcettista nativo di Buenos Aires. Notizie positive che invece giungono a livello giovanile. Se la compagine Juniores nulla ha potuto contro l’Augusta in occasione della Final Eight di categoria in quel di Pesaro, da s o t t o l i n e a r e c ’è i n ve c e l a c o n vo c a z i o n e d i A n t o n i o Amoruso che farà parte dell’ Italia Under 21, che dal 17 al 19 Giugno prenderà parte al Torneo Internazionale “Città di Policoro” a s s i e m e a Romania, Croazia e Slovenia. Una bella soddisfazione per il laterale biscegliese classe ’90, da tempo nel giro azzurro. Lascia invece la famiglia neroazzurra il mister Francesco Ventura, che chiude l’esperienza con il settore giovanile del Bisceglie C5 per approdare alla guida del Real Molfetta in serie B. Bisceglie C5 che quindi dovrà adesso ufficializzare la guida tecnica per il dopo Ventura. (Gianluca Valente)

C a l e i d o s c o p i o : A GONFIE VELE L’ATTIVITA’ DI CAVALLARO E PEDONE-RICCARDI Gianni Graziani e Mauro Pedone ATLETICA, PEDONE-RICCARDI. Bilancio lusinghiero per la Pedone-Riccardi ai Campionati Italiani Individuali e di Società Master di corsa su strada sulla distanza dei 10 km., disputati a Telese Terme (BN). Nell’occasione il leader della pattuglia biscegliese, Angelo Baldini, ha confermato l’ottimo momento di forma conquistando la seconda posizione nella categoria TM. Classe 1979, Baldini è stato protagonista di una strepitosa gara in rimonta ed ha tagliato il traguardo in 34”54, preceduto di 14” dal vincitore Giuseppe Mele (Amatori Atl. Acquaviva). Alla trasferta in terra sannita hanno partecipato altri 8 atleti della Pedone–Riccardi, ben piazzatisi nelle diverse categorie: Francesco Zecchillo (MM50), Nicola De Feudis (MM35), Matteo Catalano (MM45), Matteo Padovano (MM55), Vito Caprioli (MM40), Vincenzo Lops (MM45), Girolamo D’Addato (MM55) e Cesare Antifora (MM45). Intanto sabato 19 giugno, presso l’auditorium dell’ I.T.C. “Dell’Olio”, la gloriosa società biscegliese presieduta da Gianni Graziani effettuerà una cerimonia di presentazione dell’attività del 2010. Oltre al saluto agli sponsor e alla premiazione per gli atleti che hanno contribuito al trionfo nel Campionato Regionale di Cross, saranno annunciati i due importanti eventi organizzativi della prossima estate: il 49° “Giro Podistico Città di Bisceglie” in programma il 25 luglio ed il ritorno della suggestiva “Asta Night”, kermesse internazionale di salto con l’asta prevista per martedì 24 agosto in Piazza Vittorio Emanuele. MOUNTAIN BIKE, CAVALLARO. Non lesina vittorie e gratificazioni l’intensa stagione della mountain bike per i colori della Polisportiva Cavallaro. Tre alfieri della società biscegliese sono stati convocati nella rappresentativa pugliese per la seconda prova di Coppa Italia Giovanile di mtb, svoltasi ad Erice (TP). Nella categoria Allieve di primo anno, Emanuela Bufi ha guadagnato un prestigioso terzo posto, mentre Gianvito Di Niso si è classificato settimo tra gli Allievi di secondo anno. Un buon piazzamento è stato colto anche da Mauro Piccolo, decimo nella categoria Esordienti di secondo anno. La Cavallaro ha inoltre preso parte al “3° Trofeo Città di Casarano” conseguendo successi

e piazzamenti di rilievo. Le tre affermazioni individuali in terra salentina hanno recato la firma di Mauro Piccolo tra gli Esordienti, Teresa Colangelo tra le Allieve e Sabino Piccolo nella gara riservata agli Under 21. Secondo gradino del podio per Gianvito Di Niso nella categoria Allievi. Anche nell’ultima gara disputatasi, il “3° Trofeo San Giorgio” a Locorotondo, la Cavallaro ha mietuto successi in serie imponendosi con Gianvito Di Niso (Allievi) e Mauro Piccolo (Esordienti) in ambito maschile, Emanuela Bufi (Allieve) e Lucrezia Di Bendetto (Esordienti) tra le ragazze. Seconda piazza, infine, per Sabino Piccolo (Under 21). VOLLEY, LA BISCEGLIESE RICCHIUTI NEL CLUB ITALIA. Continua l’incoraggiante percorso di crescita della talentuosa pallavolista biscegliese Ramona Ricchiuti. La 15enne palleggiatrice cresciuta nel vivaio di Sportilia, in questa stagione tesserata per l’Asd Progetto Aspav/Florens Castellana, ha infatti partecipato ad un prestigioso stage di allenamento, per il club Italia, presso la palestra del Centro di Preparazione Olimpica “Giulio Onesti” di Roma. La sua convocazione è giunta su segnalazione del tecnico federale Marco Mencarelli, selezionatore delle Nazionali Juniores di pallavolo. (Mino Dell’Orco)


19 - 15 GIUGNO 2010

Calcio Eccellenza: BISCEGLIE, PROVE DI RILANCIO DELLA SOCIETA’ Nei giorni scorsi si è svolta una riunione informale promossa dal movimento “Bisceglie nel Cuore”, capeggiato da Leonardo Pedone. «Un buon punto di partenza, ma occorre maggior partecipazione da parte dell’imprenditoria locale», sottolinea il presidente Galantino.

«U

n buon punto di partenza». E’ questo il primo, sintetico giudizio del presidente nerazzurro Domenico Galantino a seguito della riunione informale promossa venerdì scorso dal movimento “Bisceglie nel Cuore”, capeggiato da Leonardo Pedone, cui hanno preso parte una trentina di imprenditori e diversi autorevoli esponenti politici locali. «Dopo questo incontro il bicchiere va considerato mezzo pieno – sottolinea Galantino -, si è trattato di un approccio importante con le forze economiche del territorio per illustrare il progetto di rilancio del calcio biscegliese elaborato dalla famiglia Pedone. Affinché tale programma possa effettivamente decollare, però, sarà imprescindibile il coinvolgimento del maggior numero di imprenditori ed in tale ottica, malgrado le difficoltà economiche generali, siamo abbastanza fiduciosi. Altrettanto significativo è stato l’intervento del Sindaco Spina, che ha ribadito il sostegno e la piena disponibilità a concedere al Bisceglie la gestione del “Ventura”. Insomma, la direzione intrapresa sembra essere

Enzo Pedone (foto www.forzabisceglie.it) quella giusta, adesso bisogna lavorare con entusiasmo per strutturare una solida piattaforma dirigenziale all’interno della quale ognuno dovrà avere un ruolo ben definito». Nei prossimi giorni si susseguiranno altre riunioni essenziali per la costruzione dell’organigramma, che potrebbe essere ufficializzato entro la fine di questa settimana. Sotto l’aspetto tecnico Galantino fa “catenaccio” e archivia la questione con una frase sibillina. «Comprendo la curiosità dei tifosi sulla squadra che sarà allestita, ma posso dire solo che chi è preposto a tale incarico (il diesse Roberto Storelli, nda) sta lavorando sottotraccia già da diverse settimane+. (Mino Dell’Orco)

Basket Serie “B”: AMBROSIA, SI INFRANGE A PATTI IL SOGNO PROMOZIONE I nerazzurri crollano sul parquet dei siciliani e dicono addio alla seconda promozione consecutiva sul campo. Scarto ingeneroso, ma a Ciracì ed al suo gruppo va il più sincero “grazie lo stesso”.

Fine della corsa. L’Ambrosia “implode” fragorosamente in

gara-2 della serie di finale playoff sul parquet di Patti e vede spezzarsi il sogno della seconda promozione consecutiva. La trasferta in terra siciliana si trasforma in un’autentica “Caporetto” per i nerazzurri, battuti con uno scarto di 32 punti (risultato 91-59) al termine di una prestazione assai mediocre. A conti fatti, il passo falso di misura (66-68) maturato nell’esordio della serie al PalaDolmen ha irrimediabilmente minato le certezze e la determinazione della squadra di coach Lillino Ciracì, apparsa la brutta copia del collettivo lucido e autoritario capace di entusiasmare i propri sostenitori per l’intera stagione. L’amarezza per la pesante sconfitta, però, non deve soppiantare la soddisfazione dell’ambiente biscegliese per un campionato decisamente superiore alle più rosee aspettative, culminato con il secondo posto in fondo alla fase ad orologio ed il successivo raggiungimento dell’atto decisivo dei playoff: credenziali di tutto rispetto da far valere nell’eventualità che la dirigenza decida di inoltrare domanda di ripescaggio in serie A Dilettanti.

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Cronaca di gara-2. La consapevolezza di giocarsi il match-point tra le mura amiche e la straordinaria vena dei propri tiratori dal perimetro (18 triple infilate, ben 8 a firma di Cavalieri) spingevano il Patti verso un successo cristallino. L’unico vantaggio per Bisceglie si registrava dopo 7’ con un canestro di Torboli (14-15), presto capovolto dal mini-break di 5-0 dei siciliani che induceva Ciracì a chiamare il primo time-out. Da allora in poi si assisteva al costante ed inesorabile tracollo dell’Ambrosia: il passivo dignitoso all’intervallo lungo (-9) diveniva oggettivamente incolmabile già nel terzo quarto (70-44). Solo per le statistiche gli ultimi 10’, con lo scarto ingeneroso a discapito dei nerazzurri, cui la piazza rivolge un sincero “grazie lo stesso”. (Mino Dell’Orco)


20 - 15 GIUGNO 2010

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