Libretto Cimadolmo Fine Grande Guerra

COMUNE DI CIMADOLMO e Ormelle - S. Polo di P. - Vazzola - Mareno di P. - S. Lucia di P.

COMUNE DI CIMADOLMO

TREVISO - ITALY - 23 / 28 OTTOBRE 1918 La battaglia finale della 1^ Guerra Mondiale (detta di Vittorio Veneto) che ha permesso agli Alleati di sfondare le linee di difesa Austro-Ungariche nel Piave e a Cimadolmo, ponendo fine al conflitto dopo pochi giorni.

Gli Avvenimenti - La Storia - La Cartografia il “Cippo del Ricordo” di Piergiovanni Biffis per A.N.P.D’i - Santa Lucia di Piave (TV)

REGIONE DEL VENETO

Ass. Naz. FANTI

PROVINCIA DI TREVISO

Ass. Naz. BERSAGLIERI

Ass. Naz. ARTIGLIERI

COMUNE DI CIMADOLMO

Ass. Naz. PARACADUTISTI

Ass. Naz. ALPINI PARACADUTISTI

CIMADOLMO TERRA DEL PIAVE

Ass. Naz. ALPINI

Ass. Naz. CARABINIERI

La Regione Veneto, la Provincia di Treviso, il Comune di Cimadolmo e le Associazioni d’Arma, alla presenza delle Delegazioni Britannica e Stati Uniti d’America PRESENTANO il “CIPPO DEL RICORDO” nel Centenario dell’ultimo scontro a fuoco della Grande Guerra, avvenuto il 27 Ottobre 1918 tra le truppe Anglo-Italiane e gli Austro-Ungarici a Cimadolmo - Ormelle - S. Polo di P. - Vazzola Mareno di P. e S. Lucia di P.

Ass. Naz. MARINAI D’ITALIA

Ass. Naz. AERONAUTICA

Ass. Naz. CAVALLERIA

SFILATA DEL 15 OTTOBRE 2017

SFILATA DEL 15 OTTOBRE 2017

È doveroso commemorare l’estremo sacrificio che numerosi giovani e uomini furono chiamati a sostenere proprio qui, a Cimadolmo, l’ultimo e sfortunato palcoscenico che vide consumarsi l’atto conclusivo della tragedia che fu la Prima Guerra mondiale sul fronte italiano.

Il ricordo dei caduti, il ricordo di quelle stragi, delle ferite subite dal nostro territorio, devono servirci da monito a non cedere alla tentazione, ora più che mai, di rivivere gli stessi drammi, commettere gli stessi errori.

Le nuove generazioni devono sapere, conoscere e, soprattutto, custodire la memoria delle privazioni e delle sofferenze che tanti loro coetanei patirono cent’anni fa sul Carso, lungo il Piave, tra i picchi innevati delle nostre montagne, affinché i valori della pace e della cooperazione dei popoli rappresentino sempre gli unici valori su cui basare il nostro vivere civile.

Nell’esprimere la mia vicinanza in questa ricorrenza, desidero porgere il saluto della Regione del Veneto e a mio personale a tutti i presenti.

Il Presidente della Regione Veneto Dott. LUCA ZAIA La Marca Trevigiana è storicamente indimenticato teatro degli eventi bellici che l’hanno profondamente segnata.

Sparse nel territorio trevigiano, emergono numerose le tracce delle battaglie che si sono succedute ed i suoli ci restituiscono ancora oggi reperti, suppellettili e testimonianze del grande evento bellico.

Le montagne con i loro crepacci, le colline e le doline, i fiumi con i loro argini ed i loro letti. Tra questi ha meritato l’appellativo di “Sacro alla Patria”, il Piave, le sue Grave ed i Comuni bagnati dalle sue acque.

Come dimenticare gli episodi di guerra avvenuti a Cimadolmo, Vazzola, San Polo di Piave, Santa Lucia di Piave, Roncadelle, Ormelle, Mareno di Piave…? E solo per citarne alcuni, perché nessuno dei nostri territori trevigiani, frazioni e località, sono passati indenni dalla furia e dalla ferocia della guerra. Abnegazione, obbedienza, rispetto, coraggio e onore, sono tra tratti significativi che da sempre contraddistinguono i Corpi e le Associazioni d’Arma che oggi si ritrovano a Cimadolmo ad inaugurare la deposizione del “Cippo del Ricordo” a memoria dell’ultimo conflitto a fuoco qui avvenuto.

Per non scordare tutto questo e per testimoniare alle future generazioni il messaggio dei valori da perpetuare, giunga il mio saluto a tutti i partecipanti.

Il Presidente della Provincia di Treviso Dott. STEFANO MARCON

Rivolgo un vivo ringraziamento alle associazioni d’arma del territorio e a tutti gli enti e autorità che hanno collaborato alla realizzazione di questo meraviglioso Cippo del Ricordo. Il monumento è dedicato a tutti i combattenti della prima guerra mondiale ed alle gloriose battaglie combattute nel territorio del Piave, che sancirono la vittoria italiana nel conflitto.

In tale occasione è opportuno e doveroso rendere omaggio e ricordare tutti coloro i quali hanno sacrificato la loro vita, o anche soltanto gli anni migliori della loro esistenza, per la Patria e per la collettività.

Non dobbiamo limitarci esclusivamente al ricordo e al ringraziamento, ma è necessario riflettere su ciò che realmente è stato il primo conflitto mondiale, per fare in modo che il passato, e con esso la storia, ci sia di insegnamento per il futuro.

Il sacrificio dei nostri soldati e della popolazione che vissero la tragedia della Grande Guerra e che questo Cippo eleva ad imperitura memoria, sia un esempio per tutti noi, specialmente per le giovani generazioni.

Le nostre riflessioni di oggi dunque devono essere ben lontane dal solo esercizio di memoria. Cogliamo questa occasione per rinnovare l’impegno affinché i valori di pace, libertà e democrazia siano quelli sui quali vogliamo fondare il futuro dell’Italia e dei nostri figli.

Il Sindaco GIOVANNI MINISTERI

SFILATA DEL 15 OTTOBRE 2017

SFILATA DEL 15 OTTOBRE 2017

“CIPPO DEL RICORDO”

Cimadolmo 1918 – 2017 E' un'idea nata nel 2016 durante il 5° Raduno ed il Pellegrinaggio Internazionale al Piave organizzato dalla Sezione Bersaglieri di Vazzola al quale ho partercipato. Il progetto conseguente, che ho predisposto, vede l'entusiastica partecipazione delle Assoc. d'Arma dei Fanti, dei Bersaglieri e dei Paracadutisti prima e delle altre Associazioni poi e del Sindaco del Comune di Cimadolmo Giovanni Ministeri. Non è un nuovo monumento ai Caduti, ma il tangibile ricordo di un fatto d'arme che nei giorni 27 Ottobre 1918 e seguenti ha visto gli eserciti alleati e italiano travolgere le difese austroungariche a Cimadolmo e avanzare combattendo aspramente nel territorio dei nostri Comuni e vincere la Grande Guerra. L'ultima battaglia si chiamò e si affermò nella Storia come “La Battaglia di Vittorio Veneto”. Invece venne combattuta con sacrificio e tenacia nel territorio dei Comuni di Cimadolmo, Ormelle, S.Polo di Piave, Vazzola, Mareno di Piave, S.Lucia di Piave. Con l'aiuto tecnico e finanziario delle Associazioni d'Arma del territorio ed il contributo del Comune di Cimadolmo costruiamo questo “Cippo del Ricordo” per dar modo al Comune di Cimadolmo e a quelli limitrofi di appropriarsi di un pezzo di storia che a loro appartiene, seppur con molto ritardo.

P.g.B. Cimadolmo 15 ottobre 2017

“GRUPPO DI LAVORO”

Antoniazzi Antonino Presidente Sezione Bersaglieri - Vazzola

Mariotto Ennio

Presidente Sezione Fanti - Cimadolmo

PRESENZE ALL’INAUGURAZIONE

Cecchetto Mauro

Presidente Provinciale Bersaglieri - Treviso

Modolo Costantino

Presidente Sezione Paracadutisti - S. Lucia di Piave

Dalla Libera Fabrizio

Presidente Sezione Fanti Mareno di Piave

Biffis Piergiovanni

Ideatore e Coordinatore Progetto

Fabiano geom. Marchi Orlando Lunardelli T. Col. Dolan Elliott Piergiovanni Biffis Mr. Neil Coward

Progettista dell’insieme Artista figure metalliche Rapp. Esercito U.S.A. Ideatore e Coord. Progetto H. Console Britannico

SFILATA DEL 15 OTTOBRE 2017

DALLA RELAZIONE DI PROGETTO Allo studio Marchi è stato assegnato il compito di ideare e progettare l'area in cui andrà collocato il “Cippo del Ricordo”, sito posto a nord del centro abitato di Cimadolmo, in prossimità dell'incrocio tra via Mazzini e via della Carrera. Il “Cippo” è un gruppo scultoreo in ferro battuto (opera che sarà realizzata da Orlando Lunardelli da Ormelle -TV) composto da tre figure stilizzate aventi un'altezza di circa cm 160, raffiguranti un fante britannico a sinistra, un fante italiano al centro e un bersagliere a destra; essi rappresentano le formazioni militari che attraversarono la Piave rispettivamente ad ovest di Cimadolmo, al centro del paese e ad est. Partendo dal'atto che stanno compiendo i tre soldati e cioè oltrepassare l'argine si è cominciato a sviluppare il progetto dell'area.

Il basamento ha le sembianze, seppur stilizzate, di un argine, dove verrà posto un semplice blocco a forma di trapezio scaleno, con il lato posto verso l'ingresso inclinato a simboleggiare la rampa. La posizione è orientata in modo tale che le sagome dei soldati siano correttamente rivolte verso l'esatto percorso originariamente effettuato. Si è pertanto riportata nel lotto la posizione geografica del tratto del fiume Piave che va dalle Grave di Ciano, nel punto in cui esce dal Montello, fino a Ponte di Piave; lungo l'asse dato da questa linea ideale è stato posizionato il piedistallo. Prima della rampa sarà realizzata una piccola vasca ad indicare la presenza della Piave: essa si presenta, verso ovest, leggermente rastremata ad indicare che da quella parte c'è la sorgente e, sul lato opposto, un po' allargata a rappresentare la foce.

All'interno della vasca verranno posizionati dei sassi sciolti a simboleggiare il greto del Piave. Non ci sarà presenza d'acqua per ricordare che proprio in quei giorni le acque del Piave avevano dato un po' di tregua e quindi permesso alle truppe attaccanti un guado più agevole. Tra la vasca e la rampa ci sarà un breve tratto di pavimento a ricordare “le Gravette”, la fascia di terreno così chiamata localmente, che va dalla riva del fiume al rilevato dell’argine. Nella vasca, in posizione quasi baricentrica, verrà posizionato un elemento di passaggio che, anche nella forma, ricorderà le passerelle che furono costruite durante la Guerra per attraversare la Piave. In linea con questa simbolica passerella, nella parte inclinata dell'argine simulato verrà ricavata una piccola scalinata che oltre a servire per salire sulla sommità del basamento, ricorderà le scale presenti lungo l'argine maestro che fungevano da asta idrometrica.

A partire dalla vasca simboleggiante la Piave è stata prevista una parte pavimentata che serve quale parterre e come elemento di collegamento con l'ingresso dell'area. Questa pavimentazione irregolare, così come è indefinito il corso della Piave, sarà rivestita in sassi tagliati. Dentro questo selciato verranno inserite delle fasce di marmo a ricordare le lievi increspature che forma l'acqua del Piave quand'è bassa e velocemente passa sopra i sassi. In queste fasce verranno inserite alcune delle date più significative che portarono al fatidico evento che il Cippo va a celebrare. Si è previsto di creare un filtro arboreo tra la via pubblica e l'area del Monumento, elemento costituito da una aiuola interrotta dal selciato sopra descritto, punto in cui avviene l'accesso al sito. In questa aiuola troveranno dimora alcune essenze simboliche.

Nello spazio a sinistra, così come nella scultura è posto il fante britannico, quando la stagione lo permetterà saranno piantati dei papaveri; nell'aiuola a destra sarà piantumato dell'alloro e poi, a completamento, troveranno collocazione delle rose. L'ingresso, oltre al varco nell'aiuola e alla pavimentazione in sassi, sarà individuato da due steli in ferro contenenti due targhe descrittive. Gli altri tre lati saranno chiusi da una recinzione costituita da uno zoccolo in calcestruzzo con sovrastante un elemento in ferro. Lungo i lati ad est e ad ovest nello zoccolo in calcestruzzo verranno realizzati dei “tagli” che in modo simbolico riprendono il disegno di una trincea: questo non solo in ricordo della Grande Guerra, ma anche di una trincea di difesa storicamente documentata poco lontano, ad ovest del cimitero. Anche la ringhiera avrà una sua intenzione simbolica: qui il disegno rappresenta in modo stilizzato i “cavalli di frisia”. Nell'angolo ovest verrà piantumato un cipresso a simboleggiare la Rimembranza: uno solo sia per motivi di spazio e perchè in Cimadolmo vi erano diversi esempi di cipressi solitari.

A nord verranno invece posizionate due aste per le bandiere: l'Union Jack e il Tricolore.

Geom. Fabiano Marchi

10.11.1917: Sgombero ed occupazione di Cimadolmo da parte degli Austro-Ungarici 15.06.1918: Inizio Battaglia del Solstizio 24.06.1918 Fine Battaglia del Solstizio 23.10.1918 Inizio conquista Isola di Papadopoli 26.10.1918 Inizio offensiva finale 27.10.1918 Riconquista di Cimadolmo

AVVENIMENTI STORICI - CIMADOLMO 1918 (L’ultima battaglia della vittoria)

Il 25 settembre 1918 il Colonnello Ugo Cavallero, Capo dell'Ufficio Operazioni presso l'Alto Comando, presenta i risultati di uno “Studio di in' operazione offensiva attraverso il Piave”. Sceglie la zona del Piave, contrariamente a quanto voluto dall'Alto Comando Alleato, perché a conoscenza delle gravi difficoltà del terreno sull'Altipiano e nelle zone alpine.

La preparazione avviene nel massimo segreto ed il Generale Diaz pensa ad una azione contenuta per conquistare al di là del Piave delle teste di ponte da cui partire per l'assalto definitivo nella primavera del 1919.

Mentre si discute, si distingue, si prospetta, la situazione generale dei fronti di guerra europei e nei Balcani precipita e s'intravede la possibilità della fine della guerra anticipata con gli austriaci che ancora occupano la nostra terra veneta.

A metà ottobre il piano è quasi pronto : Il peso maggiore dell' avanzata italiana e della sconfitta austroungarica viene assegnato all'ottava armata del Generale Caviglia, posta nella zona del Montello con direttrici Pieve di Soligo – Feltre e Vittorio Veneto, che viene rinforzata con nuove divisioni e nuove batterie di cannoni.

Ai lati dell' ottava armata, di supporto, vengono poste due armate di nuova costituzione : a Ovest la dodicesima con una divisione Francese e tre Italiane comandata dal Generale Francese Graziani, mentre ad Est viene posizionata, sulle Grave di Papadopoli, la decima con due divisioni Inglesi e due Italiane, poi tre, comandata dal Generale Inglese Lord Cavan, a cui si aggiunge un Reggimento Americano agli ordini dell'Alto Comando.

Il Generale Caviglia, comandante dell'ottava armata, non apprezza l'aiuto delle due nuove “armatelle” come le chiama, affermando con sicurezza di poter sfondare con le proprie forze. Discussioni, prese di posizione e cambiamenti si concludono il 21 di ottobre quando anche il titubante Gen. Diaz fissa la data dell'attacco per il 23/24 successivi, anniversario di Caporetto.

Nel frattempo sono stati lanciati dietro le linee nemiche col paracadute (primo lancio di guerra mai effettuato) quattro ufficiali dell'Ufficio Informazioni.

Inizia la battaglia sul Grappa dove la quarta Armata deve far credere che è in atto un'azione principale di attacco per tenere il nemico inchiodato e far si che invii rinforzi dal fronte di pianura. Purtroppo la frettolosa preparazione, l'incompleta disposizione delle artiglierie e la fitta nebbia non permettono alle nostre truppe di ottenere dei risultati. La battaglia dura tre giorni nei quali il Grappa diventa “Il cimitero degli Alpini” per le gravissime perdite subìte (circa 28.000 soldati) senza ottenere risultati. Constatato l'insuccesso viene dato l'ordine di fermare la battaglia e di usare solo l'artiglieria.

Anche sul Piave le cose non vanno bene. Al momento dell'attraversamento nella zona del Montello le acque sono così impetuose che non è possibile gettare le passerelle e gli uomini che sono riusciti a passare sono fermati dalle difese austriache a ridosso dell'argine.

Sulle Grave invece in tre giorni di combattimenti le truppe anglo italiane occupano le isole poste tra i due rami portandosi vicino all'argine di sinistra pronte ad avanzare appena l'acqua del fiume perderà parte della sua forza, che avviene nella notte tra il 26 e 27 ottobre.

Tre ore di bombardamenti dell'artiglieria alleggeriscono la prima linea austriaca situata dietro l'argine e alle 6.45 del 27 ottobre le nostre truppe, britanniche a sinistra e italiane a destra, attaccano l'argine di sinistra attraversando l'ultimo canale con l'acqua fino alle ascelle e con delle barche manovrate da nostri coraggiosi genieri il cui comandante è scherzosamente chiamato dagli inglesi “l'ammiraglio”.

Al seguito delle truppe si trova anche il corrispondente di guerra del “Corriere della Sera” Arnaldo Fraccaroli che scrive : ”Ritorno ora dalla prima zona del Veneto redenta dopo aver passato il Piave al seguito dei nostri fanti nel settore di CIMADOLMO”.

In effetti dalle Grave i nostri soldati balzano all'attacco su tre principali colonne : la prima composta dai britannici si avventa ad ovest di Cimadolmo e alle 8.15 occupa B.go Vendrame, Zandonadi, S.Michele di Piave e Cimadolmo dirigendosi verso B.go Malanotte a Tezze centro di comunicazioni e comando austroungarico, che verrà conquistato alle ore 16 dopo aver respinto anche le truppe di riserva austriache giunte da Tron. I Britannici rimasti a corto di rifornimenti vengono riforniti da quattro ricognitori con 5.000 confezioni di munizioni a mezzo lancio con paracadute. Poi proseguono verso Mareno e Vazzola.

La seconda colonna composta dai fanti italiani, attraversato l'argine ad Est di Cimadolmo e superato anche il rio Negrisia, conquista Cornadella e Stabiuzzo e si avvia verso S. Polo.

La terza colonna, italiana, supera l'argine a Est di Stabiuzzo. Il 13° Rgt. Bersaglieri, composto dai “Ragazzi del 99” che l'anno prima avevano fermato l'avanzata austriaca nella zona al di là del Piave al “Molino della Sega”, animato da tanto entusiasmo e tale slancio che “al suono della loro fanfara” avanza in direzione Roncadelle - Ormelle sopravanzando la linea dei compagni. Deve perciò fermarsi e retrocedere per non essere circondato dalle truppe di riserva austriache inviate da Rai. Ristabilite le linee con i rinforzi italiani sopraggiunti continua ad avanzare inesorabilmente.

Il bersagliere Antonio Sartoretto ricorda che:… giunti a Roncadelle veniamo investiti dal tiro di mitragliatrici situate a casa Fresch accanto alla Chiesa distrutta che provocano alcuni morti. Arrabbiati ci rivolgiamo ad un gruppo di artiglieri che ci seguono trainando con fatica un pezzo da 75. Girato il cannone con pochi colpi distruggiamo mitragliatrici e serventi e proseguiamo.

A San Polo si accende una accanita battaglia e gli austriaci si difendono tenacemente. Quando il Paese è circondato il nemico si arrende lasciandoci la batteria di 4 cannoni posta nei giardini Papadopoli e la villa Giol quasi intatta.

Dalle memorie del Generale ungherese Otto von Berndt comandante del 16° C.a. situato tra Bocca di Strada (S. Lucia di Piave) e Visnà (Vazzola) circa 5 chilometri, si ricava un quadro della situazione vista dagli austriaci molto dettagliato.

La difesa austroungarica era formata da due linee fisse : lungo l'argine del Piave (linea del Kaisersteltung) e lungo l'argine del Monticano (linea del Re).

In mezzo linee di difesa mobili che si appoggiano a nuclei di mitragliatrici e cannoni sparsi in diversi punti del territorio nelle case e nei borghi, supportati da truppe di riserva sistemate a Bocca di Strada verso S. Lucia di Piave, a Tron verso Borgo Malanotte, a Rai verso S. Polo – Roncadelle.

Quando gli anglo italiani attaccano il 27 Ottobre gli austroungarici sono in difficoltà. La mancanza di comunicazioni dovuta alla distruzione dei cavi telefonici operata dall'artiglieria italiana, il susseguirsi quasi frenetico dell' avanzata delle truppe inglesi e italiane, il rifiuto di diversi reparti austriaci della riserva di avanzare creano una situazione difficile da gestire obbligando le truppe austroungariche a continue retrocessioni su nuove posizioni.

I bersaglieri con una veloce avanzata hanno raggiunto Casa Formosa e Casa Strigher sulla linea Cimadolmo- Roncadelle – S.Polo – Ormelle; si fermano momentaneamente per l'attacco delle riserve austriache di Rai, poi ricominciano ad avanzare costringendo gli austriaci a retrocedere sulla linea S.Polo – Tempio – Borgo Bianchi – Sugliani – Paladino - Borgo Bellussi, quindi nuovamente su linee a Nord di Busche - Nord Est di Borgo Zanetti – Rai. L'artiglieria viene spostata a Rovinazzo – Case La Sega – Casa dei Pescatori ed il comando a Case Celot a Ovest di Vazzola – Case Celon – Borgo Bellussi. Ulteriore ritirata verso Vazzola e dietro il Monticano.

Sul fronte inglese gli austroungarici, respinti dalla linea Giacomini – Zandonadi – fattoria Aragiotto – B.go Bellussi – Rovinazzo e sconfitti a B.go Malanotte, retrocedono su una linea mobile Fior – Mantese e Case Venturin dove c'è il comando della divisione Honved. Ulteriore retrocessione dopo poche ore sulla linea Bocca di Strada, Campagnola, Calle di Mareno – Borgo Villa (case Biffis centro di comando - Brgt. Landsturm) – Rovinazzo. Dopo l'entrata delle truppe inglesi la sera del 28 e italiane il 30 a Mareno, viene dato l'ordine alle truppe austroungariche di ritirata generale dietro il Monticano, che verrà oltrepassato un paio di giorni dopo a Lutrano.

Il 29 Ottobre alle ore 23 circa le Brigate Bisagno e Sassari sono a Conegliano dove eliminano le ultime postazioni di mitragliatrici. Il 30 alle ore 8 del mattino arrivano a Vittorio Veneto i bersaglieri ciclisti seguiti dalla cavalleria e dalla fanteria. La città è già stata abbandonata dagli austriaci che si ritirano lungo il Fadalto lasciando qualche reparto in retroguardia faticosamente sopraffatto.

Dal breve riassunto tratto dalla corrispondenza giornalistica, dai volumi riportanti gli avvenimenti dell'Ufficio Storico dell'Esercito, dai rapporti dei corrispondenti di guerra, da quanto scritto nella Storia “The British Army in Italy” (Storia della Decima Armata) e dalle memorie del comandante Ungherese delle truppe austroungariche poste tra Bocca di Strada e Visnà, si desume chiaramente che la “Battaglia della Vittoria” non si è combattuta a Vittorio Veneto ma nella zona dei Comuni di S.Polo – Ormelle da una parte e nei Comuni di Cimadolmo, Vazzola-Tezze, Mareno. S.Lucia dall'altra.

In ogni caso il primo lembo di terra veneto liberato è stato Cimadolmo e la battaglia si è vinta qui. Sembra corretto che a distanza di 100 anni il nome di Cimadolmo entri a pieno titolo nelle memorie, nel novero delle manifestazioni patriottiche, nei pellegrinaggi storici e nelle ricorrenze della Grande Guerra.

E' nostro compito provvedere oggi che ciò avvenga.

Par. Piergiovanni Biffis

Brgt.

Bisagno Como Sassari

1° Btg. Honuorable Artillery 1° Btg. Company Fucilieri Royal Welsh

ULTIMA BATTAGLIA DETTA DI “VITTORIO VENETO” DALLE ORE 10 ALLE ORE 16 DEL 27 OTTOBRE 1918

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Brigate Bisagno Como e Sassari

Zona dell’Ultima Battaglia

Targa posta all’entrata del Cippo

Targa posta all’entrata del Cippo

Britannici costruiscono un ponte di barche verso l’isola Cosenza

Mitraglieri Britannici in trincea sull’argine del Piave

Britannici sul Piave

332° Rgt. Americano attraversa il Piave a Cimadolmo

Targa posta sull’argine del Piave (vedi planimetria pag. 2)

Fanti a Salettuol

Fanti attraversano le Grave di Papadopoli

Targa posta sull’argine del Piave (vedi planimetria pag. 2)

Bersaglieri sul’argine del Piave

Bersaglieri in avvicinamento al fronte

Bersaglieri attraversano le Grave di Papadopoli

Targa posta sull’argine del Piave (vedi planimetria pag. 2)

Vazzola piazza con il vecchio campanile prima della distruzione

Soffratta resti del pallone frenato distrutto

Brigata Bisagno a riposo prima di entrare a Conegliano

Targa posta all’entrata del Cippo

10^ Armata 1918 I Generali: Inglese - Lord Cavan Francese - Grazianì

Col. William Wallace

Gli Americani sul Piave portavano le insege del “Leone di San Marco”