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Si fa presto a dire occupabili Carmine Benincasa e Chiara Sgreccia
from L'Espresso 51
by BFCMedia
A P R E S T O A D I R E O C C U PA B I L I

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sing le. Mag ro, in t-shirt anche se manca un g iorno a lla v ig ilia di Nata le. A l centro del rione Sanità c’è la piazza con la statua di Genny Cesarano, diciassettenne ucciso per sbag lio durante una faida di camorra nel 2015. Attorno, tutti i bambini che g iocano sui motorini, in due, in tre, li accendono per andare a farsi un g iro e tornano per chiacchierare. Accanto, c’è la chiesa di San Vincenzo, davanti un’area protetta da lla catena dove parchegg iano le auto: è il park ing Gaetano, a disposizione 24 ore su 24, se lo chiami. «Non chiedo soldi, prendo a piacere quello che le persone si sentono di dare»,
Carmine Benincasa spiega Gaetano mentre spezza gli spa-
Giornalista ghetti da mettere a tavola per la cena. I figli g uardano la telev isione nell ’unica vera stanza dell ’appartamento, che è per pranzo, per dormire, per mangiare, per giocare. E accoglie l ’albero di Natale, tagliato a metà con l ’obiettivo di stare appeso, come un quadro, alla parete. Sotto, ci sono una miriade di regali. Diego, il figlio più picco-
Chiara lo, si aspetta un cellulare e la Nintendo
Sgreccia Sw itch. Gaetano, che per la casa di al mas-
Giornalista simo 20 metri quadri, a pochi passi da piazza Sanità, paga 300 euro al mese, v ive anche grazie al Reddito di cittadinanza, 980 euro a cui aggiunge l ’assegno unico familiare e quello che ricava dall ’occupazione di parcheggiatore: «A lla fine g uadagno più io che mio fratello che sta alla Fiat», dice sorridendo. «Ma vorrei lavorare legalmente. Ho 50 anni e l ’energia per farlo. Solo che nessuno mi v uole. Finora ho fatto due colloqui, non mi hanno mai richiamato. Chiedo la dignità non la carità».
Lo interrompe il rumore insistente di un clacson. «Christian - dice al più grande tra i figli - affacciati alla finestra. Vedi se è qualcuno che deve uscire con la macchina». «Sì papà, c’è uno che se ne deve andare». Gaetano scende, sempre di corsa, con le chiavi della catena in mano.
Appoggiato sul motorino, di fianco alle auto che sono rimaste parcheggiate e ai bambini che fanno confusione c’è anche Ciro, un ragazzo di 23 anni che preferisce non dire il suo vero nome perché «non tutti conoscono la mia vera storia e preferirei non la venissero a sapere. Tipo la madre della mia ragazza non sa bene cosa è successo», spiega.
Ciro è indagato per rapina. Ma intanto che aspetta di capire come si metteranno le cose punta a costruirsi un futuro dignitoso, legale. «In passato ho commesso piccoli reati che non vorrei ripetere ma è stato perché mi sono dov uto arrangiare, per necessità». Scherza con i bambini, conosce tutti. Sulle spalle ha ancora lo zaino del food
Manifestazione a Palermo per il Reddito di cittadinanza durante un evento di Giorgia Meloni deliver y per cui lavora nel tempo che gli rimane libero, per arrotondare. Perché da poco più di tre mesi un lavoro vero ce l ’ ha. Fa il corriere per una ditta che consegna pacchi per Shein, per Zara, per Amazon. «Mi sveglio ogni mattina alle 6 e faccio fino a 120 consegne a Napoli e dintorni. A ll ’ inizio ero lento, non conoscevo i posti, e rientravo a casa dopo le 21. Adesso finisco per le 18. Mi trovo bene e il proprietario mi vorrebbe mettere a posto. Ma non posso, perché i miei genitori perderebbero il Reddito». «Se tolgono il Reddito, qua succede un disastro», dicono Ciro, Gaetano e anche Nunzia, che lavora come cameriera per 600 euro al mese in nero in uno dei ristoranti che affacciano su piazza Sanità, «ma prendo pure il sussidio, altrimenti i soldi non mi basterebbero per mantenermi». Così dimostra anche la storia di A ntonio, 40 anni, che dal 2019 v ive fuori dalla stazione di Napoli Centrale. Dorme accanto ad altri che ormai sono diventati persone fidate, anche se si parlano a malapena. «Chi ti ha portato il panettone? La Caritas?», chiede alla v icina di posto. Nessuna risposta, neanche uno sg uardo di intesa. «Non posso prendere il Reddito per i reati che ho commesso, anche se ho scontato la mia pena. Dopo poco che sono uscito dal carcere ho perso mia madre e con lei anche la casa in cui abitavamo. Così sono venuto a v ivere qua, per l ’elemosina. Guardami. Non faccio una doccia da giorni». A ntonio ha la barba lunga, incolta, il v iso scavato per i troppi pasti saltati e un corpo esile, circa 65 chilogrammi per più di un metro e 80 di altezza. Un’ immagine che stride con le vecchie foto di Facebook in cui sorrideva appena uscito dal carcere. «Per me adesso trovare un lavoro è ancora più difficile, per i pregiudizi».
Secondo una simu lazione dell ’Ufficio parlamentare di bilancio, basata sui dati Inps, sono circa 4 00 mila i nuclei familiari che rischiano di perdere il reddito di cittadinanza in base a lle nuove indicazioni del governo Meloni. Come si capisce da lla manov ra economica, in attesa che le caratteristiche di una nuova misura a sosteg no della povertà vengano definite per il 2024, chi ha tra i 18 e i 59 anni, appartiene a un nucleo familiare in cui non ci sono minori, anziani o disabili, nel 2023 potrà ricevere il sussidio a l massimo per sette mesi o finché non arriva un’offerta di lavoro. A l primo no decadrà il Reddito, anche se ser v irà un decreto per definire i criteri dell ’offerta va lida . Gli occupabili sono il 38,5 per cento dei percettori di ogg i, persone che secondo la definizione del governo, av rebbero le capacità di lavorare su lla base dell ’età e della composizione del nucleo familiare. Non in seg uito a un’ana lisi delle esperienze, del livello d ’ istruzione, delle competenze e delle opportunità occupaziona li che i territori effettivamente off rono. Senza tener conto che tra quelli che prendono il Reddito di cittadinanza ci sono anche i lavoratori che non ricevono uno stipendio sufficiente per una v ita dig nitosa: i “work ing poor” che secondo un rapporto dell ’Istituto naziona le per l ’ana lisi delle politiche pubbliche, l ’Inapp sarebbero quasi il 4 6 per cento dei percettori. A cui va agg iunto chi, come Gaetano o come Nunzia, sta f uori da lle statistiche perché lavora nell ’ illega lità, per uno stipendio che comunque non permette di v ivere. Si potrebbe quasi dedurre che, proprio come ha detto il presidente dell ’Inapp a lla presentazione del Rapporto, «basterebbe mig liorare le condizioni del mondo del lavoro ita liano per quasi dimezzare l ’attua le numero dei percettori del Reddito di cittadinanza». Puntando su lla qua lità e provando, anche se sazi, a comprendere chi è rimasto a dig iuno.
