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Il vero superpotere è sopravvivere all’orrore mafioso

sa che abbia fatto quel gesto scaramantico appellandosi alla fortuna perché se l’aspettava: in fondo quegli agenti «erano uomini, avevano paura».

Antonio Montinaro era un poliziotto pugliese e scelse di fare la scorta del giudice Giovanni Falcone perché sentiva che quell’uomo poteva cambiare le cose, perché sentiva che fosse indispensabile. Era prezioso e come tutte le cose preziose meritava protezione. Ciò che accadde ad Antonio è storia, ma un attimo prima, quando ancora tutto sembrava possibile, ha compiuto un consueto rituale familiare: ha baciato sua moglie, il figlio maggiore Gaetano di quattro anni e lui, che era il più piccolo, Giovanni, di appena ventuno mesi, a cui aveva dato il nome del suo eroe.

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È stata l’ultima volta che ha potuto toc-

Giovanni Montinaro aveva 21 mesi quando suo padre fu ucciso: gli eroi sono gli uomini giusti care il suo papà, ma non lo ricorda. Non ha memoria del tempo trascorso insieme, della famiglia riunita attorno ad un tavolo, a ridere, a scherzare, il ricordo di una gita al mare, di una discussione perfino per una banalità, per una diversa opinione da difendere, come fanno tutti i figli con i genitori. Non ricorda nemmeno come sia venuto a conoscenza, la prima volta, del perché suo padre non fosse mai più tornato a casa. È cresciuto facendo i conti con un’assenza che era insieme simbolo di una ferita per l’intero Paese, sapendo di essere il figlio di un uomo ucciso dalla mafia. Nomi, ipotesi di trattative, volti, latitanti, processi, interviste, commemorazioni. Ma lui era solo un bambino e la mafia, per molto tempo, è stata rappresentata nella sua testa come un enorme mostro, come in quei disegni squilibrati e spaventosi che si fanno all’asilo.

Oggi è un uomo, ha raggiunto l’età che aveva suo padre e se torna agli anni immediatamente dopo la strage ricorda che gli adulti lo fissavano, che gli ripetevano di essere orgoglioso e gli ripetevano che suo padre era un eroe. Per Giovanni gli eroi non sono mai stati quelli dei fumetti con i superpoteri, quelli che non muoiono mai, che resistono a ogni imprevisto. Sono gli uomini come suo padre, gli onesti, chiamati da molti eroi.

Giovanni non smette di ricordare suo padre. Le mafie si cibano di dolore e silenzio, ecco perché le storie sono temute dalle organizzazioni criminali. Le storie allenano la memoria, ti fanno capire da che parte stare, formano la coscienza civile, tengono accesa una luce. Le storie delle vittime e dei loro familiari, non sono mai belle. Ma bellezza è mostrare di cosa sia capace un uomo giusto. Il loro sacrificio dimostra alle mafie che la vera bellezza sopravvive perfino alla morte.

Maurizio Costanzo

Quel che accade a Roma è sempre straordinario. Non è un caso se la città può vantare la sua storia millenaria, non è per la bravura di agenti di viaggio se è sempre piena di turisti. Ma adesso è partita la caccia ai cinghiali e, per dire, un uomo è stato fermato con balestra, frecce e coltelli. L’uomo è stato denunciato per porto abusivo di armi. Non è il primo caso, in quanto continuo a leggere storie di cinghiali che aggrediscono cani di piccola taglia, che cercano di vuotare i bidoni dell’immondizia e che comunque vogliono procurare il cibo a sé stessi, alla propria compagna e ai cuccio-

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