Stendardo Numero 5

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ANNO PRIMO Anno zero

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DOMENICA 30 SETTEMBRE Sabato 5 maggio 20122012

LO S TENDARDO CRESCE

qualche mese di distanza dall'avvio dell'avventura del giornale dei e per i tifosi granata, annunciamo con molto piacere un decisivo passo avanti nella gestione e realizzazione dello stesso. Fin'ora il progetto giornale è stato gestito dai B'zona Boys '05, in quanto l'idea di realizzarlo è nata all'interno del gruppo stesso. Dopo un primo periodo di assestamento però si è deciso a giusta ragione di istituire una vera redazione incaricata di amministrare e realizzare le uscite de Lo Stendardo, in modo che questo giornale non sia un periodico dei B'zona Boys ma diventi a tutti gli effetti il giornale di tutti i tifosi granata! La redazione, per ora composta da sette membri che fanno parte o ruotano comunque attorno ai B'zona Boys, è dunque aperta a chi fosse interessato a farne parte, per questo chi fosse interessato potrà scrivere all'indirizzo email redazionestendardo@gmail.com. La gestione di una redazione, anche se di un giornale periodico che uscirà a scadenze più o meno regolari, può essere un impegno da non sottovalutare, ma onestamente non eccessivamente gravoso, soprattutto se chi vorrà lanciarsi in quest'avventura sarà pronto ad impegnarsi con entusiasmo, per fare di un piccolo progetto qualcosa di significativo e identificativo per il popolo granata. Il vostro

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sostegno sarà inoltre gradito in quanto alcuni membri dell'attuale redazione hanno intrapreso studi universitari, che toglieranno loro probabilmente parecchio tempo dedicabile a Lo Stendardo. Inoltre anche chi non volesse prendere impegni diretti nella redazione, potrà comunque scrivere nel giornale, inviando di propri articoli all'indirizzo email sopra citato. Anzi ricordiamo è proprio questo lo spirito con cui è nato Lo Stendardo, cioè quello di dare una possibilità di espressione a tutti i tifosi, non solo su temi che riguardano strettamente il calcio o il nostro Bellinzona, ma anche su argomenti e temi sui quali volete condividere opinioni e pensieri. Nel frattempo vi salutiamo augurandovi una buona partita e nella speranza di ricevere molte e-mail di volenterose/i intenzionate/i a darci una mano in questo progetto e anche molti articoli da pubblicare nei prossimi numeri, così da poter portare avanti il progetto, sperando che questo diventi ben presto un punto di riferimento per il pubblico Granata!

LA REDAZIONE


I LUnaPOPOLO GRANATA SI MOBILITA prima assoluta per una scossa necessaria

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unedì 3 settembre 201 2, una data che per molti non ha un significato, se non per l’ennesimo inizio di un anno scolastico. Invece, per uno sparuto gruppo di tifosi dell’ACeBe, i Bellinzona Boys 2005, questa data sarà ricordata negli anni a venire. Infatti quel giorno, forse per la prima volta in 1 08 anni di storia della società di calcio cittadina, è stata organizzata dai BB05 una protesta pacifica per tutti i tifosi Granata nei confronti della società, della dirigenza e in parte della squadra. La protesta consisteva nel boicottare i primi 45 minuti di partita stando fuori dallo stadio (quella sera si giocava l’attesissimo Bellinzona – Aarau) e quindi lasciando il centro della gradinata e gran parte del Comunale vuoti e senza i soliti cori di sostegno alla squadra. La protesta sarebbe continuata nel secondo tempo, ma questa volta all’interno dello stadio, con striscioni e cori che riportavano alla memoria i vecchi ideali, come l’attaccamento alla maglia e il rispetto per i tifosi e la storia Granata da parte di giocatori e società. L'azione proposta ha avuto un riscontro molto buono nel pubblico granata, in molti l’hanno sostenuta, chi stando fuori con i BB05, chi stando a casa del tutto (e i 1 500 spettatori lo dimostrano!) e chi, pur entrando tutta la partita, ha dimostrato il proprio appoggio per la posizione presa del gruppo. Il tutto ha avuto anche un eco mediatico inaspettato e non cercato. Ne hanno parlato quasi tutti i principali media ticinesi e anche la televisione svizzera tedesca che trasmette le partite del lunedì sera ne ha dato notizia. Il presidente Giulini, intervistato alla radio, ha minimizzato e criticato la presa di posizione 2 LO STENDARDO | 30 SETTEMBRE 2012

dei BB05, evitando di ammettere gli inequivocabili problemi in seno alla società. Questo atteggiamento borioso e strafottente di difesa ad oltranza dell'operato societario ha raggiunto il culmine nell'intervento, il giorno seguente la protesta, del responsabile Stampa ACB, il signor Giorgio Genetelli. Egli, dimostrando una chiara quanto preoccupante ignoranza sulle dinamiche e sulla realtà bellinzonesi, ha attaccato i BB05 e la loro presa di posizione, con motivazioni talmente blande e infondate, che non perderemo nemmeno tempo nel riportale. Certo questo è un altro segnale di come la società sia gestita molto male, con assunzioni che lasciano molte perplessità e invero gettano discredito su tutto l'ambiente granata. La protesta, che ha raccolto molti consensi già prima di iniziare, è stata ancor più acclamata dalla piazza nel suo svolgimento, tanto che non sono mancate le manifestazioni di approvazione nei confronti di molti esponenti dei BB05 (anche da parte di giocatori di spicco della rosa granata). Una protesta che, come molti hanno apprezzato, ha avuto uno svolgimento pacifico e pacato, è stata ben ragionata e progettata (a differenza delle strategie societarie) e ha colto nel segno di ciò che non funziona a Bellinzona. “Dal presidente ai giocatori onorate i nostri colori”, questa è stata la frase della serata e questo è il messaggio che non smetteremo mai di lanciare, difendendo la maglia che portiamo nel cuore da chi si permette di usarla come un giocattolo personale, convinti che l'intero popolo granata stia dalla nostra parte, come è successo lunedì 3 settembre 201 2.

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C ROCIATA ANTI - ULTRAS Manganello e repressione uccidono la nostra passione

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ualche settimana fa sono comparsi per le strade ticinesi dei cartelloni, finanziati dal Dipartimento delle Istituzioni e sostenuti dalle maggiori società di calcio e hockey del cantone, raffiguranti un uomo incappucciato, vestito di nero su sfondo bianco, recanti la scritta "Il tifo violento danneggia la tua squadra del cuore! Mostraci il vero volto della tua passione". Si tratta, ancora una volta, di un attacco diretto a quei tifosi chiamati dai più come “violenti”, “perditempo”, “teppisti”, “sbandati” e con altri epiteti non molto edificanti; si tratta dell'ennesimo atto di una crociata che ha come obbiettivo dichiarato quello di debellare la presunta violenza dagli stadi svizzeri; si tratta dell'ennesimo attacco a noi ultras. Un attacco direttamente rivolto a quelle persone che si coprono il volto per compiere atti giudicati illegali, ma che sono tali semplicemente perché una delle due parti coinvolti ha deciso che lo fossero. Infatti le autorità non hanno mai nemmeno tentato di instaurare un dialogo con i movimenti ultras, ma hanno semplicemente deciso di reprimerne le azioni e minarne l’esistenza. Ed è proprio questa feroce repressione che il cartellone non lascia trasparire, repressione che tocca tutti i tifosi, basti pensare ai controlli meticolosi e non rispettosi della privacy all'entrata di ogni impianto sportivo svizzero, oppure alla costante osservazione all'interno di uno stadio

mediata da centinaia di videocamere a circuito chiuso all’interno dello stesso. Per fare un esempio relativamente banale si potrebbero citare le famigerate "torce" (oggetti pirotecnici con una fiammata di circa 30 cm.), che sono severamente vietate negli stadi svizzeri (e non solo) in nome della sicurezza. È però spontaneo chiedersi dove questa sicurezza vada a finire durante i festeggiamenti del 1 ° d'agosto, quando in tutto il territorio elvetico sono tollerati oggetti pirotecnici ben più pericolosi. Forse un padre di famiglia con un razzo che si innalza per 1 0 m. nel cielo è meno pericoloso che un tifoso allo stadio con una fiammata di qualche centimetro? Dunque c'è qualcosa che non va: o si sancisce la fine dei festeggiamenti di carattere pirotecnico per il natale della patria o si riconosce l'esagerazione palese nel sanzionare e reprimere le forme di tifo tipiche di una filosofia, quella ultras, che di queste stesse vive da sempre. Vorremmo ricordare ancora una volta agli “illustri” politici, poliziotti, addetti alla sicurezza, presidenti di club, ecc... che continuare a combattere a muso duro il fenomeno ultras senza nemmeno tentare di capirne le ragioni, vorrebbe dire togliere dagli stadi la principale fonte di tifo e folclore prima, durante e dopo le partite, sia dentro che fuori gli stadi stessi, l’unica nelle piccole realtà ticinesi.

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Con la riuscita della feroce repressione che da anni avanza inesorabile, si andrebbe in contro alla probabile scomparsa delle realtà ultras in Ticino e in Svizzera, con la conseguente scomparsa delle coreografie, dei cori da stadio, dei tifosi in trasferta. Sarebbe la fine di una mentalità da tempo etichettata come rovina della società e dello sport. La filosofia ultras non è, come molti credono, “spaccare tutto”, ma molto di più: è una passione intensa che spinge queste persone a macinare chilometri; è una passione a cui si dedicano tempo, energie e soldi, trascurando spesso molti altri interessi e doveri; è una scelta che può portare anche alla detenzione (preventiva e non). Questo amore spesso viene manifestato in modi anche molto forti e passionali, fa risaltare la rivalità con alcune squadre in particolare e a volte sfocia anche in momenti di tensione e violenza (che senza l'intervento della polizia sarebbero comunque circoscritti a quei pochi intenzionati a portarli avanti e a brevi momenti a margine di una partita). Ma chi non ha mai sentito il prurito alle mani per un insulto, uno scherno, o un bicchiere di birra in faccia? Piantiamola di fare i perbenisti, per favore. Ma si tratta pur sempre di un modo di vivere il tifo che nessuna autorità si è mai presa la briga nemmeno di cercare di capire, condannandola 4 LO STENDARDO | 30 SETTEMBRE 2012

a priori e prendendola come capro espiatorio della deriva di gran parte della società. Ma siamo proprio noi il male peggiore della società? Siamo noi quelli da reprimere e cancellare dalla vita dello stadio? A queste domande la nostra risposta è semplicemente no: siamo stufi di questa continua "caccia alle streghe", realizzata con forme repressive anticostituzionali (vedi legge antihooligans) che toccano tutta la popolazione e che rovinano lo sport (e non solo)! Noi ci opponiamo fermamente a questo nuovo attacco da parte delle autorità e delle società sportive contro la filosofia ultras, in nome di una fantomatica sicurezza che viene presa in considerazione solo quando fa comodo e contro ragazze e ragazzi che vogliono unicamente sostenere la propria squadra del cuore! Speriamo vivamente che anche altri capiscano finalmente cosa sta realmente succedendo, che capiscano chi sta rovinando lo sport (che ricordiamo è innanzitutto passione) e chi no!

Ultras liberi! B' ZONA B OYS 05


LA "REPRESSIONE " È IL VERO MALE DA

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REPRIMERE

olti si ricorderanno, soprattutto perché il tema è ritornato in auge negli ultimi mesi, del G8 di Genova, ovvero della riunione dei capi di governo o di Stato degli 8 maggiori paesi industrializzati del mondo. In questo articolo non si vuole trattare delle problematiche etiche, politiche e sociali di queste riunioni strategiche per la gestione delle trattande planetarie, bensì si vuole prendere spunto dai fatti successi a margine delle riunioni per evitare che episodi analoghi possano sorgere anche alle nostre latitudini. Come sempre in occasione di riunioni in cui si incontrano i maggiori poteri economici, a margine delle stesse, cioè sulle strade adiacenti le sedi degli incontri, si creano più o meno spontaneamente dei moti di protesta, come possono essere dei cortei o dei "sit-in" pacifici. Spesso capita anche che fra i manifestanti giungano persone che vogliono manifestare il loro dissenso in modo violento. Genova, la città sede dell'incontro fra i capi di Stato o di Governo, si era preparata all'eventualità che tali frange di manifestanti si recassero nel capoluogo della Liguria. La paura di disordini durante il G8 era tale, anche a causa delle perplessità sulla scelta di Genova come città ospitante, che il dispiegamento di forze dell'ordine fu grandissimo e gli ordini impartiti alle stesse furono di grave pericolo di tensioni. Ciò che successe lo sappiamo tutti, purtroppo. Durante gli scontri fra manifestanti e forze dell'ordine, senza un reale pericolo creato dai primi e con un'eccessiva reazione delle seconde, si arrivò all'omicidio di Carlo Giuliani, un giovane manifestante di soli 23 anni. Ma questo fu solo l'inizio degli orrori commessi dalle forze dell'ordine italiane al G8, infatti esse, la sera seguente e in tenuta anti-sommossa, entrarono nell'ormai famosissima scuola Diaz, dove trovarono riparo molti manifestanti. I poliziotti, dopo aver fatto irruzione si scaraventarono in un attacco di barbara e dissennata violenza contro delle persone che stavano semplicemente cercando un po' di

riposo, soltanto perché c'era il sospetto che fossero Black Bloc. Inutile dire che contro gli autori di quei fatti non ci sono state sanzioni degne di nota, tanto che solo pochi mesi fa è arrivata la condanna per molti di loro, una condanna che non dovranno mai espiare, in quanto essa è arrivata dopo più di 1 0 anni dai fatti, cioè dopo il termine di prescrizione. Come detto non si vuole analizzare o commentare ciò che è successo a Genova nel 2001 , ma è opportuno ritenere questo esempio che in molti, anche recentemente, hanno definito fra i più bui della storia d'Italia e sicuramente il più nefasto dei primi 1 0 anni del nuovo millennio per l'intera società civilizzata del nostro pianeta. Infatti da esso si può trarre una lezione molto importante, ovvero che spesso la paura e la persecuzione di determinate frange della popolazione possono portare a eventi deprecabili, che disonorano tutto ciò che si può definire civile nella nostra società. Ecco perché scagliarsi contro gli ultras e la loro fede, oltre ad essere un attacco figlio dell'ignoranza più totale, comporta anche rischi di non poco conto. È chiaro che quanto successo a Genova è ad un livello di barbarità tale da non essere mai stato raggiunto dalla polizia alle nostre latitudini, ma non ci siamo poi nemmeno tanto lontani e il passo è purtroppo molto breve. Inoltre ciò che ha spinto il massacro gratuito di centinaia di persone nella scuola Diaz e adesso spinge la repressione sempre più violenta degli ultras, è fondamentalmente la stessa paura di qualcosa di diverso, che non si riesce a capire facilmente e che quindi risulta più facile debellare. Gli ultras sono persone normali, che semplicemente amano la propria squadra in modo particolare. Bisognerebbe cercare di capire cosa li spinge ad essere come sono, non imboccare la strada della repressione a priori, perché la storia ha dimostrato, e Genova ne è un esempio, che essa non è mai la soluzione giusta. PRF

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I B ELLINZONA B OYS 2005 ALL'ANTI RA CUP 201 2

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abato 1 settembre si è tenuto, per la prima volta in Ticino, un torneo di calcetto popolare antirazzista: l'AntiRa Cup 201 2.

L'AntiRa Cup nella Svizzera italiana è nata grazie all'iniziativa dell'associazione 'Un calcio al razzismo' (UCAR), da 'La Scintilla' e 'SOS Razzismo'. In Svizzera il fenomeno dei tornei di calcetto antirazzisti è nato sull'onda dei Mondiali Antirazzisti che si tengono a Montecchio (Emilia, Italia) in cui centinaia di squadre provienienti da tutto il mondo si sfidano durante i 4 giorni della manifestazione. È proprio a tale evento che si sono ispirati i ragazzi di Soletta, i quali hanno organizzato il primo torneto antirazzista in Svizzera. A seguito dei positivi riscontri di questa prima esperienza, altri tornei sono nati sul territorio elvetico (Berna, Lucerna), sotto lo slogan 'LOVE FOOTBALL - HATE RACISM' (ndr.:Ama il calcio, odia il razzismo). Per ultimo l'evento è arrivato anche in Ticino, una prima assoluta per il cantone italiano, la quale ha conosciuto un strepitoso successo, con la presenza di 28 squadre e 300 persone, che nel corso dell'intera, umida, giornata si sono sfidate all'insegna dell'antirazzismo, del fair-play (la figura dell'arbitro non era presente) e dell'amicizia. La decisione di non utilizzare un arbitro in campo è uno stimolo che gli organizzatori hanno voluto dare affinché durante la giornata si rafforzasse lo spirito di rispetto verso l'avversario, così da poter passare una giornata in compagnia di un avversario, caratterizzata dalla voglia di stare insieme, e non dalle rivalità sportive. Il successo è sottolineato anche dalla presenza di diverse compagini provenienti dalla

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Svizzera interna (Lucerna, Soletta, Vallese) e dalla vicina penisola (Varese). Durante tutta la giornata era a disposizione di tutti un pasto popolare a franchi 5.-, affiancato ad un efficentissimo bar. A questa iniziativa ha preso parte anche una selezione dei BB05, la quale ha raggiunto un risultato nemmeno immaginato all'inizio della giornata. Il ritrovo era fissato per le ore 1 0.30 al campetto di Arbedo-Castione, così da poter effettuare l'iscrizione alle 11 .00 al banco principale, e poter cominciare il torneo alle 1 2.00. Dopo aver concluso in testa alla classifica il girone di qualificazione (4 vittorie e 1 pareggio), i nostri amici sono purtroppo caduti nel derby valido per gli ottavi di finale contro la Fossa Lugano (hockey). Finiti sotto per 0-2 in pochi minuti (le partire duravano 1 2 minuti complessivi), si sono però subito riscattati agguantando il pareggio con un doppietta del capocannoniere della formazione granata. Sono stati purtroppo i calci di rigore che hanno siglato la parola fine alla cavalcata dei BB05: 5-6 è stato il risultato a favore dei luganesi. Sicuramente coloro i quali hanno giocato il torneo, e coloro che, per un motivo o l'altro, sono riusciti ad arrivare solo nel corso della giornata senza poter giocare, sono stati molto soddisfatti dell'organizzazione proposta: lo scambio di pareri, idee ed esperienze, avvenuto con altri ragazzi, ticinesi e non, il divertimento, l'amicizia, sono stati gli ingredienti principali della gioranta, rovinata purtroppo solo dalle onnipresenti nuvole e dalla pioggia.

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G ROUNDHOPPING Un giovedì sera un po' diverso

roundhopping: molti di voi non avranno mai sentito questo vocabolo inglese, indi per cui nelle prossime righe cercherò di spiegarvelo.

Groundhopping, traducibile in italiano con “saltare i campi”, significa, nel nostro caso, girare in altri stadi, non solo svizzeri. Il motivo? Semplice: vedere con i propri occhi come si presentano le altre tifoserie, che cori propongono, il materiale creato, le coreografie, come si comportano e chi più ne ha più ne metta. Se i più non l'avessero capito, in questo breve articolo vi racconterò della trasferta intrapresa da quattro individui, me compreso, alla scoperta del tifo belga nella partita di Europa League del 30 agosto tra FC Lucerna e Racing Genk. Il viaggio inizia come una qualsiasi trasferta: entrata in autostrada, galleria del Gottardo, Rastätte Süd per soddisfare i bisogni fisiologici. Arrivati a Lucerna, posteggiata l'auto, ci troviamo a dover spendere CHF 41 .00 (!) per entrare nel settore ospiti per poter seguire la partita. Prima di arrivare ai girelli dello stadio, ci imbattiamo in una decina di bus targati Belgio, uno in fila all'altro. Socializziamo immediatamente con alcuni tifosi ospiti, chiacchierando e condendo il tutto con qualche buona birra belga, presente ad ettolitri nei vani motori dei mezzi. Dopo aver scambiato qualche parola con i simpatici ragazzi belgi, entriamo nello stadio. Fatti una decina di gradini, ci guardiamo in giro per orientarci e capire come muoverci, ma veniamo immediatamente accerchiati da due addetti alla sicurezza del Genk: non ci avevano mai visti prima ad una partita e sono quindi venuti a chiedere delucidazioni sulla nostra presenza tra i tifosi. Inventata una storia

plausibile del tipo “mia nonna era belga”, ci congediamo e ci dirigiamo alla bouvette a mangiare qualcosa. Scopriamo purtroppo che nelle partite di Europa League non vi è la possibilità di bere birra alcolica: sconsolati ci spostiamo verso la metà della curva, e ci apprestiamo a seguire l'incontro, prossimo all'inizio. Nelle prime file della tifoseria del Genk sono tutti a petto nudo, tutti gasati; più si salgono gli scalini e più la gente si fa tranquilla, ma non per questo muta., e continua anzi a sostenere a gran voce la squadra. Il tifo inizia bene con cori molto orecchiabili e gioiosi, battimani calorosi e tanto divertimento. Sporadicamente sono accese anche alcune torce. Purtroppo per noi però con lo scorrere del tempo il tifo va via via scemando. La partita arriva al 90°, i belgi sono un po' sconsolati dalla sconfitta rimediata, escono dallo stadio, si dirigono verso i loro bus e riprendono la strada verso casa. Usciamo, siamo quasi gli ultimi; ci dirigiamo verso la macchina, paghiamo il ticket del parecheggio ( addirittura CHF 20.00 per 2 ore e 30 minuti !) e ce ne torniamo in Ticino, senza mancare chiaramente una fermata in un noto “ristorante” di Altdorf. Arrivati in Ticino ognuno si dirige verso casa propria, consapevole di aver passato un simpatico e inusuale giovedì sera, all'insegna del calcio e del tifo. La trasferta a Lucerna ci ha permesso di entrare in contatto con un'altra tifoseria, scambiare opinioni con dei ragazzi belgi (di certo non capita tutti i giorni!), e vivere, nuovamente, l'aria dell'Europa League, che manca ormai da anni a Bellinzona.

FF. S NOUSBOURNE. LO STENDARDO | 30 SETTEMBRE 2012 7


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LA NOSTRA STAGIONE

Bienne 1 - 2 Bellinzona Bellinzona 3 - 1 Lugano Bellinzona 2 - 3 Wil Wohlen 0 - 0 Bellinzona Winterthur 1 - 0 Bellinzona Bellinzona 2 - 1 Locarno Chiasso 3 - 2 Bellinzona Bellinzona 1 - 2 Aarau Vaduz 0 - 0 Bellinzona Wil Bellinzona Bellinzona - Bienne Lugano - Bellinzona Bellinzona Vaduz Locarno - Bellinzona Bellinzona - Winterthur Aarau Bellinzona Bellinzona - Chiasso Bellinzona - Wohlen

1 0.02.201 3 1 7.02.201 3 24.02.201 3 03.03.201 3 1 0.03.201 3 1 7.03.201 3 31 .03.201 3 07.04.201 3 1 4.04.201 3 21 .04.201 3 28.04.201 3 05.05.201 3 09.05.201 3 1 2.05.201 3 1 7.05.201 3 26.05.201 3 29.05.201 3 01 .06.201 3

Chiasso - Bellinzona Bellinzona - Bienne Wohlen - Bellinzona Bellinzona - Locarno Aarau Bellinzona Bellinzona Wil Vaduz Bellinzona Bellinzona - Lugano Winterthur - Bellinzona Wil Bellinzona Bellinzona Vaduz Bellinzona - Chiasso Locarno - Bellinzona Bellinzona - Winterthur Bienne - Bellinzona Bellinzona - Wohlen Bellinzona - Aarau Lugano - Bellinzona

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