Numero17

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ANNO QUARTO NUMERO 1

MERCOLEDÌ 19 AGOSTO 2015

ADDIO CALCIO REGIONALE! LA S CA L A TA D E LL' A CB CO N T IN UA

Q

uello che tutti i tifosi dell'ACB si aspettavano dalla scorsa stagione si è avverato: promozione doveva essere e promozione è stata. Non senza qualche momento col fiato sospeso, dobbiamo ammetterlo. Se all'inizio della scorsa stagione ci si poteva immaginare che l'ACB avrebbe disputato un “campionato a sé”, l'arrampicata verso la Seconda Lega Interregionale si è dimostrata più ostica del previsto. Le ultime settimane in Seconda Lega sono infatti state contraddistinte da un appassionante testa a testa con il Vedeggio Calcio che, per la nostra felicità, si è poi concluso nel migliore dei modi. Non dimentichiamoci inoltre della vittoria nella finale di Coppa Ticino, competizione che non è certo la Champions League, ma chi ci ha permesso di accedere al tabellone principale di Coppa Svizzera. La prima apparizione in questa competizione è stata molto positiva: vittoria per 4 a 1 contro il FC Matran. Il sorteggio poi è stato particolarmente entusiasmante, in quanto ha designato il FC Lugano come nostro prossimo avversario di Coppa! L'ACB ha dunque potuto lasciarsi alle spalle una stagione difficile sotto vari punti di vista, ma sicuramente contraddistinta dalla voglia di abbandonare al più presto il calcio regionale, da molti vissuto come una sorta di esilio forzato dal calcio che negli ultimi anni eravamo abituati a vivere a Bellinzona. Nella Capitale la sete di successo non si è però ancora placata: tutti si aspettano infatti un'altra stagione da incorniciare, per procedere spediti verso categorie ancora più

Scritto da Redazione alte. Le premesse sembrano piuttosto positive, la seppur risicata vittoria in trasferta a Küssnacht am Rigi ha infatti concesso di iniziare la nuova stagione con il piede giusto. Dopo la pausa estiva, anche la Redazione de Lo Stendardo è quindi felice di potervi nuovamente dare il benvenuto a questa nuova edizione. Dato che, come sapete, il nostro giornalino vuole essere un mezzo espressivo dei e per i tifosi granata, siamo sempre alla ricerca di nuovi autori per i nostri articoli. Non siate dunque timidi, non esitate: la redazione de Lo Stendardo è a disposizione sia per ricevere i vostri contributi scritti, sia per critiche e consigli da parte dei nostri lettori. Questo 17esimo numero si presenta con le caratteristiche che avete imparato a conoscere. Articoli dunque sull'ACB e su ciò che circonda la nostra squadra del cuore, ma anche su aspetti che riguardano il calcio più in generale, sempre con l'intenzione di fornire qualche spunto di discussione e riflessione fra i nostri lettori. Vogliamo però essere onesti, inizialmente era nostra intenzione proporre nuovamente le vignette del signor Rossi; ve lo ricordate? Forse sì, le avventure di questo intrepido tifoso granata sono infatti già state protagoniste in una delle scorse edizioni. Tali vignette vogliono essere la parte più “frivola” di questo giornalino, rivisitando in modo ironico le scene che contraddistinguono la vita di un tifoso all'ombra dei castelli. Purtroppo non ci è stato possibile inserire una nuova avventura in questa edizione, ma la nostra intenzione è quella di rifarci in uno dei prossimi numeri. Avanti granata, in Ticino come Oltralpe!


CARA FTC...

QUA LCH E RIF LE S S I ON E A RUOTA LIB E RA Scritto da Erre

È

di qualche settimana fa la notizia che il sito di scommesse online bet365 si è interessato, oltre alle partite fra le migliori squadre del panorama calcistico mondiale, anche a delle partite amichevoli che vedevano opposte delle squadre ticinesi, le quali militano nelle diverse leghe regionali. Il caso che ha fatto più scalpore è, nello specifico, quello della possibilità di scommettere sull'incontro fra due compagini bellinzonesi, l'US Monte Carasso e l'US Pro Daro. Gli eventi appena brevemente descritti hanno sicuramente destato un certo clamore nell'ambiente calcistico ticinese, ma che il nostro il calcio regionale, per dirla in modo colloquiale e con un eufemismo, non sia proprio pulitissimo è ormai il segreto di Pulcinella. Eppure, quasi nessuno ne parla. Anche gli svariati “professori di calcio”, sempre pronti ad illuminarci con perle di rara saggezza sportiva, proferiscono raramente parola su questo scottante argomento. A mio avviso, in questo senso, il fatto più grave è però che la Federazione Ticinese di Calcio (FTC) non abbia ancora preso i provvedimenti necessari

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per ovviare seriamente a questa situazione. Sta infatti alla FTC il ruolo di formulare i regolamenti, farli rispettare e, se il caso lo necessita, operare delle sanzioni per chi trasgredisce. Come mai la Federazione non ha mai agito seriamente in questa direzione? L'impressione sembra essere quella che non si voglia interferire con quella sorta di quieto vivere omertoso venutosi a formare nei meccanismi organizzativi e sportivi del calcio regionale ticinese. Questa è perlomeno la mia impressione. E pensare che la FTC si è dimostrata capace di agire con grande solerzia nel rispetto dei regolamenti da lei stessa formulati, specialmente quando si è trattato di far giocare l'ACB a porte semichiuse dopo alcuni comportamenti esuberanti, definiamoli così, da parte di alcuni tifosi granata e non in occasione della partita disputatasi a Cadempino nel mese di maggio scorso. Da un certo punto di vista, lo zelo dei funzionari della FTC nel gestire questa vicenda è stato impressionante: pochi giorni dopo la partita incriminata è infatti arrivata la dura ed inflessibile decisione di chiudere gli spalti dello Stadio Comunale per un turno, cosa mai vista a livello del calcio regionale ticinese, e pure


estremamente rara a livello svizzero o europeo. “Hanno fatto bene!” avranno esordito taluni, “hanno esagerato!” avranno invece pensato altri. Personalmente la riflessione che questa decisione mi ha portato a fare è di un altro tenore, e verte, come avrete già intuito, sulla diligenza dimostrata dalla FTC nel voler a tutti i costi dare un segnale forte e tempestivo, che condannasse fermamente e tempestivamente il comportamento di alcuni sostenitori. Come mai la FTC non agisce allo stesso modo contro tutti quegli elementi che danneggiano il calcio regionale a livello economico, sportivo e, non da ultimo, come possibilità di aggregazione per molti giovani ticinesi? Ci sono forse degli interessi di cui siamo estranei e che devono essere difesi a tutti i costi? Non voglio certo fomentare teorie complottiste degne della peggior trasmissione televisiva, ma, lasciatemelo dire, i dubbi rimangono. Il Ticino sportivo è mondo molto attivo e passionale, subito pronto a coinvolgere un buon numero di atleti e sostenitori vari, specialmente per gli eventi principali. Un enorme difetto di questo ambiente è però purtroppo il fatto che vengono dimenticati troppo in fretta gli eventi negativi che danneggiano tale movimento, spesso non dando il giusto peso alla questione. Noi, come tifosi dell'AC Bellinzona, dovremmo essere i primi a renderci conto di come sia facile farsi sopraffare dal marcio che, come una serpe spietata, si insinua nel movimento sportivo ticinese, strisciando silenziosamente all'interno delle varie società, sotto forma di interessi personali ed economici, che spesso vengono difesi a discapito di chi ama anche semplicemente assistere ai vari eventi sportivi. Il tracollo societario di due anni fa è infatti un ottimo seppure estremo esempio di quanto appena scritto. I campanelli d'allarme ci sono stati, poche persone sono riuscite a coglierli, forse anche troppo tardi. E questo non riguarda solo il calcio, bensì pure sport come l'hockey o il ciclismo, per fare due esempi. Quanto appena scritto può essere un interessante spunto di discussione per un'articolo futuro, per ora voglio però limitare il discorso all'ambito calcistico. Nel calcio regionale, da cui l'ACB è riuscito fortunatamente ad uscire dopo una sola stagione, sono più volte suonati questi campanelli, ma ancora poco, forse niente, è stato fatto. Quando succedono degli eventi fuori dalla norma sono

però tutti pronti a far polemica, senza magari aver fatto nulla in precedenza per far sì che ciò accadesse. Mi chiedo se questa sia una caratteristica prettamente ticinese o se sia comune anche ad altre realtà, ma questo è naturalmente un altro discorso, maggiormente consono a chi si diletta nelle varie scienze sociali che studiano fenomeni di questo tipo. Tutti pronti a polemizzare sul fatto che l'ACB abbia pagato i propri giocatori ben più dei rimborsi spese previsti dalle varie norme della FTC, quando si sa benissimo che la maggior parte delle squadre che militano nelle leghe regionali si destreggiano in magheggi più o meno complessi e legali per pagare anch'esse i propri giocatori. Per carità, sulla trasparenza dell'operato della dirigenza granata non ci metterei proprio la mano sul fuoco, ma tant'è, il sistema era marcio ben prima della presenza dell'ACB in Seconda Lega regionale. Paradossale è il fatto che le varie società calcistiche, le quali hanno per anni fomentato questo sistema, si sono ora erette a paladine della trasparenza e dell'etica sportiva. Molto semplice capirne il motivo: esse si sono trovate a dover trattare con un attore economicamente più forte e che poteva operare con grande flessibilità in questo meccanismo perverso. Facile immaginare come questo abbia dato fastidio a chi era abituato ad agire in modo diverso. Tali società hanno però pagato le conseguenze di un sistema, e qui mi ripeto, da loro stesse creato e sostenuto. Tutto ciò con il benestare più o meno implicito della FTC, è questa la cosa più grave. Inutile dunque lamentarsi troppo degli scandali che più o meno regolarmente emergono in seno alla FIFA quando, anche nel piccolo canton Ticino, il calcio è vittima di logiche simili, ovviamente con le debite proporzioni. Come riporta anche il titolo dell'editoriale di questa edizione, fortunatamente abbiamo abbandonato il calcio regionale alla prima occasione. Questo breve periodo ci ha però permesso di conoscere meglio i meccanismi di questo calcio, a volte quasi folcloristico, ma che nasconde dietro di se quei terribili meccanismi economici che abbiamo imparato a conoscere in ben altre categorie. Non che la categoria superiore giustifichi questi fenomeni, sia chiaro. Cara FTC, è ora di agire seriamente, per il bene del calcio e per chi ancora si appassiona a questo sport, non per altro. LO STENDARDO | 19 AGOSTO 2015

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GOL DI RAPINA

UN ' IN CH IE S TA D I P IPPO RUS S O Scritto da Tri Bofit e Erre

È

ormai assodato che a regolare i meccanismi del calcio non siano più solamente i risultati sportivi o la bravura dei calciatori che vestono una determinata maglia. Il calcio è lo sport più seguito a livello mondiale e, certamente, anche in Europa non ha rivali in termini di coinvolgimento popolare. Una cassa di risonanza così ampia è per alcuni la dimostrazione di come le emozioni, che solo questa disciplina sa regalare, siano riuscite ad attraversare i vari decenni senza indebolirsi, seppur al cospetto di un mondo che molti definiscono sempre più virtuale e pieno di distrazioni di vario genere. Andare allo stadio è quindi, ancora, una delle attività predilette da una buona fetta della popolazione, perlomeno a livello europeo. Un'attività che riesce a polarizzare l'attenzione di così tante persone non può però essere, purtroppo, immune dalle deleterie logiche di mercato che già contraddistinguono altri settori economici ed industriali. Negli ultimi decenni, un ulteriore e sempre più potente attore si è infatti prepotentemente lanciato alla conquista del mondo del pallone a livello internazionale: il denaro. Molti tifosi ed appassionati di calcio si rendono conto di come l'anima calcio si stia progressivamente avvelenando a causa dell'ambiguo operato di alcuni personaggi del mondo finanziario, i quali riescono pure, in molti casi, a muovere ingenti quantità di soldi. Nonostante ciò ci si ostina però a voler assistere a tutti i costi alle varie partite, foraggiando questo diabolico sistema finanziario che si snoda dietro le società calcistiche di tutto il mondo. “Non c'è peggior cieco di non vuol vedere”, ci verrebbe dunque da dire. Per chi invece vuole vedere con maggiore chiarezza cosa si cela dietro i meccanismi che regolano il mondo del pallone, l'inchiesta svolta da Pippo Russo e pubblicata con il titolo Gol di Rapina. Il lato oscuro del calcio globale (Edizioni Clichy) può sicuramente essere una buona base di partenza. Pippo Russo, oltre ad essere un sociologo, scrittore e saggista italiano, è pure un appassionato di

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calcio. Sembra proprio essere stata questa sua passione uno dei motivi principali che lo ha portato a scavare all'interno dei meccanismi economici che regolano il calcio a livello globale. Lo scenario descritto non è certo dei più incoraggianti per chi ama il calcio e potrebbe essere stringatamente riassunto così: soldi generati dal circuito calcistico che finiscono fuori da tale circuito. Questo meccanismo è particolarmente problematico, soprattutto perché permette che si crei un circuito economico parallelo a quello calcistico “ufficiale”. Ovviamente i vari intrallazzi finanziari avvengono molto spesso con modalità ai limiti della legalità, per dirlo con un eufemismo. L'inchiesta di Pippo Russo consiste proprio nell'identificazione delle varie sfaccettature che compongono questo oscuro mondo. Fondi d'investimento, paradisi fiscali e personaggi con interessi economici in vari settori commerciali: sono questi i principali attori che regolano l'economia parallela del calcio globale. Il libro inizia con la vicenda che nel 2007 avrebbe compromesso in maniera grave l'andamento della Premier League inglese. I giocatori argentini Tevez e Mascherano vengono infatti ingaggiati in maniera illegale dalla squadra del West Ham United, perché essi erano gestiti da un fondo di investimento straniero. Tale fatto non era illegale di per sé, ma lo era invece l'accordo tra il fondo di investimento e il club londinese, in quanto la legislazione della federazione calcistica inglese non prevedeva tale possibilità. Tevez e Mascherano furono impiegati per le ultime partite stagionali del West Ham United, il quale riuscì a centrare la salvezza, condannando però lo Sheffield United (tra l'altro l'unica squadra ad intraprendere in questo senso un'azione giuridica contro la compagine londinese) ad un ingiusta retrocessione, con le conseguenti perdite finanziarie che ne derivarono. A proposito di giocatori argentini, per chi vive alle nostre latitudini è inoltre interessante segnalare che, ad un certo punto, spunta pure il nome di


Stefano Gilardi. Sì, proprio colui che ancora l'anno scorso si erigeva a paladino e salvatore del movimento calcistico ticinese, ossia con il fantomatico quanto fallimentare progetto di squadra unica cantonale, viene dunque citato in un libro che si occupa delle zone oscure del calcio. La vicenda citata riguarda l'attività di società prestanome che il FC Locarno attuò, con lo stesso Gilardi nel ruolo di presidente, con lo scopo di favorire il trasferimento di giocatori dal campionato argentino ai vari campionati europei. Tutto ciò con lo scopo, da un lato di intascare un compenso per il “disturbo”, dall'altro di permettere alle società argentine di evadere il fisco del proprio paese, riuscendo così ad aumentare i guadagni derivanti dalle varie transizioni (tra cui anche quella del nazionale argentino Gonzalo Higuain, transitato, perlomeno sulla carta, proprio da Locarno). Ma, non era proprio lo stesso Gilardi il primo ad auto-definirsi come una sorta di personificazione della trasparenza societaria? Ma tant'è, purtroppo il mondo sportivo ticinese ha delle capacità mnemoniche piuttosto ridotte, e non solo in questo caso. Oltre al Sudamerica, viene dato anche ampio spazio al ruolo ricoperto dal Portogallo ed ai suoi

personaggi più influenti a livello calcistico. La situazione istituzionale di questo Stato ha infatti permesso di trasformarlo in una sorta di zona franca sul territorio europeo per gli squali del calcio globale, importando il modello tristemente famoso in Sudamerica. È infatti dal paese lusitano che prendono avvio molte transizioni dai contorni fumosi. Punto cruciale del libro è il concetto di esportazione di ricchezza, rimarcato più volte dall'autore. Surplus generati nel mondo calcistico, che dovrebbero venir reinvestiti in strutture societarie più solide, vengono assorbiti da terze parti, vale a dire dai fondi finanziai creati ad hoc con l'unico scopo di fomentare nuove speculazioni finanziarie. Il libro non ha un vero e proprio finale: lo stesso Pippo Russo lo definisce infatti come parzialmente finito, nel senso che molti aspetti e personaggi possono, anche in futuro, essere al centro di ulteriori indagini di questo tipo. Il nostro consiglio finale è sicuramente quello di invitarvi a leggere il libro di cui si parla in questo articolo, così da poter capire il funzionamento di una piccola parte dell'economia sommersa che ruota attorno a questo calcio, ormai definitivamente malato. Il rischio è quello di non più riuscire guardare e vivere il calcio come avete fatto finora...

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QUEL CALCIO A PARTE

RE A LTÀ S PORT I VE F UO RI DA L C IRC UIT O F IFA Scritto da Bumbat

C

ome spesso accade nel mondo del calcio così come al suo esterno, ad avere il maggior risalto mediatico non sono forzatamente gli eventi positivi o meritevoli di nota per le loro intrinseche caratteristiche benevole: no, ad emergere nel variegato mondo dell'informazione sono spesso e volentieri le notizie che colpiscono in negativo. Sia chiaro, meglio che vengano portati alla luce i suddetti accadimenti piuttosto che vederli inabissarsi nel baratro del giornalettismo di bassa lega, fosse solo per portare i riceventi di queste informazioni a confrontarsi sia l'un l'altro che, probabilmente in maniera indiretta, con i diretti responsabili del fatto negativo che è stato portato in risalto. Questo breve ed astruso incipit trova un riscontro su un piano ben più pratico quando ci si trova a parlare del mondo del calcio: nella fattispecie, di quella (gran) parte del mondo del calcio che con i suoi maneggi più o meno legali e visibili si trova a puntuali scadenze a dover fare i conti con il prevedibile scoppio della bolla di corruzione che ne caratterizza l'operato. In un acronimo, dunque, si parla di FIFA, organo che, per qualunque viandante del tortuoso sentiero dell'informazione sportiva, si trova da qualche mese alle luci della ribalta per l'enorme caso di favoreggiamento e corruzione che l'ha colpito su diversi livelli. Non voglio dilungarmi in verbose ed inutili disquisizioni e giudizi di valore su quanto successo, richiederebbe ben più di un articolo e potrebbe risultare ripetitivo e poco interessante per chi fra i lettori si trova spesso con un giornale sotto gli occhi, fazioso per chi della carta stampata non ne fa un'abitudine. No, il riflettore deve spostarsi dal metaforico palco sul quale si muovono i vari dirigenti e manager allo sgabuzzino in fondo alla platea, quel piccolo e mal illuminato spazio degnato di poca attenzione dagli spettatori della recita in corso: l'angolo del calcio non-FIFA, quel calcio, dunque, non allineato e indipendente dalle logiche mercantili dell'odiata

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cugina. Di realtà proprie del calcio non allineato ne esistono diverse, ognuna con la proprio ragion d'essere e motivazioni che ne hanno portato alla creazione, ma per ovvie ragioni verranno qui descritte solo quelle più rilevanti nel panorama internazionale o storicamente interessanti. Ed è da una prospettiva internazionale che nasce la ConIFA, Confederation of Independent Football Associations, organizzazione non-profit creata nel 2013 con lo scopo di programmare una coppa del mondo alla quale potessero partecipare tutti gli stati non riconosciuti, le regioni autonome e le etnie senza stato impossibilitate a partecipare alla tradizionale Coppa del Mondo FIFA per ragioni legali. Nata effettivamente per raccogliere l'eredità dell'abbandonata Coppa del Mondo VIVA, torneo organizzato da un'altra associazione rappresentante nel mondo calcistico le realtà sopracitate, la ConIFA ha visto giocare ai propri eventi squadre create sotto il vessillo di gruppi molto eterogenei: dalle più conosciute squadre di Kurdistan e regione Aramaica alle più oscure compagini di Franconia e Cascadia. Tutte realtà, dunque, slegate dalle logiche nazionali degli stati riconosciuti, ma attrici principali di quelli che sono e saranno tornei organizzati secondo valori etici e morali che non prendono in considerazione gli interessi economici e le pressioni esterne preponderanti nel calcio mainstream. Un altro interessante caso di evento extra-FIFA è quello della FIFI Wild Cup, la Coppa del Mondo alternativa organizzata ad Amburgo in concomitanza con i Mondiali 2006 tenuti in terra tedesca. Organizzato dalla sopraccitata FIFI, altra associazione rappresentante le nazioni non riconosciute, il torneo si tenne allo stadio Millerntor, casa del noto FC St. Pauli, squadra conosciuta per essere caratterizzata, pur giocando nel circuito FIFA, da logiche interne lontane anni luce da quelle che ci si aspetterebbe da una società costantemente presente in 2. Bundesliga. Al torneo in questione giocarono sei squadre (fra le quali una rappresentante l'area di St. Pauli) per un totale


di 10 partite giocate sull'arco di sei giorni. Nonostante la (relativamente) bassa affluenza di spettatori durante la durata dell'evento l'effetto avuto sui vertici FIFA fu innegabile: Jorg Pommeranz, organizzatore del torneo, rilasciò in seguito dichiarazioni secondo le quali la FIFA fece forti pressioni per impedire l'arrivo su suolo tedesco di giocatori provenienti dalle differente zone partecipanti all'evento. L'ultimo caso di realtà non-FIFA interessante da trattare è quello delle Antira-Cup, i tornei antirazzisti, eventi molto più eterogenei, flessibili e popolari di quelli descritti finora. Concetto esistente in maniera informale da diverso tempo, questi tornei nascono dalla volontà di creare momenti di aggregazione caratterizzati da uno staccamento non solo legalburocratico dal calcio FIFA, ma pure interno al gioco stesso: le squadre non sono divise per genere, l'arbitro non esiste, le sostituzioni sono libere ed in generale l'aria che si respira durante questi eventi è rilassata e festosa. Punto focale di questi tornei, evidentemente, è la lotta al razzismo: fra le squadre partecipanti si trovano spesso e volentieri quelle composte da migranti, collettivi politici, partiti, gruppi del tifo organizzato accompagnate da tutte quelle composte da persone che si identificano nell'antirazzismo. L'evento più longevo e pionieristico, in questo

senso, è quello dei Mondiali Antirazzisti organizzati annualmente dal 1997 nella vicina penisola, basti pensare che le regole e le caratteristiche delle Antira-Cup nel resto d'Europa prendono ispirazione da questo torneo. Da notare, infine, come da oramai un lustro pure qui nella Confederazione abbiano preso piede questi tornei: in Ticino si è oramai arrivati alla quarta edizione, sempre parecchio frequentata ed apprezzata. Come si può facilmente capire dalle righe di cui sopra, il calcio non-FIFA esiste ed è molto più diffuso di quanto la superficiale informazione sportiva di grande portata voglia far credere. Le organizzazioni che compongono questo mondo a parte sono molte, variegate, flessibili e diffuse ovunque. La loro importanza sta, piuttosto che nel proporre un calcio rappresentativo di tutte quelle realtà non usualmente presenti nei tornei nazionli ed internazionali, nel riuscire a proporre un modello di calcio slegato dagli ipocriti valori propri dei circuiti più conosciuti. Alla mentalità soldi, spettacolino e piedi in testa viene dunque presentata un'impostazione che mette davanti a tutto una certa etica e dei valori non commerciali nel proporre lo sport più bello del mondo: mentalità che, diciamocelo chiaramente, sarebbe un gran bel toccasana, visto lo stato pietoso del football di oggi. LO STENDARDO | 19 AGOSTO 2015

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LA NOSTRA STAGIONE Sa 08.08.2015 - FC Küssnacht - AC Bellinzona Me 19.08.2015 - AC Bellinzona - AS Castello Do 23.08.2015 - FC Lugano U21 - AC Bellinzona Do 30.08.2014 - AC Bellinzona - FC Hochdorf Do 06.09.2015 - FC Hergiswil - AC Bellinzona Do 13.09.2015 - AC Bellinzona - FC Ibach Do 20.09.2015 - FC Sarnen - AC Bellinzona

Do 27.09.2015 - AC Bellinzona - AC Taverne 1 Sa 03.10.2015 - FC Eschenbach - AC Bellinzona Do 11.10.2015 - AC Bellinzona - FC Ascona Do 18.10.2015 - FC Willisau - AC Bellinzona Sa 24.10.2015 - Kickers Luzern - AC Bellinzona Do 01.11.2015 - AC Bellinzona - SC Goldau

LA NOSTRA SQUADRA ALLENATORE Simone Patelli AIUTO-ALLENATORE Manuel Rivera PREPARATORE PORTIERI Michel Maconi PREPARATORE ATLETICO Luca Spadonni FISIOTERAPISTA/MASSAGGIATORE Livio Montella PORTIERI Cappelletti Andrea (1979) Boari Elia (1993) Penta Alessio (1997) DIFENSORI Maffi Daniel (1992) Guidotti Emanuele (1997) Preisig Samuele (1984) Gennari Bruno (1996)

Djuric Alexander (1984) Tarchini Tito (1989) Berera Patrick (1995) CENTROCAMPISTI Elia Moreno (1987) Forzano David (1992) Bankovic Branko (1992) Ghilardi Davide (1997) Quadri Luca (1994) Fieschi Simon (1997) Sergi Renato (1995) Facchinetti Daniele (1988) Bottani Alessio (1988) Tuz Isacco (1989) ATTACCANTI Mele Jonathan (1989) Magnetti Gaston (1985) Ceolin Nicholas (1986) Manev Borce (1985)

INFOTRASFERTE

Aperte le iscrizioni per la trasferta di domenica 23.08.2015 per la partita FC Lugano U21 - AC Bellinzona Ritrovo ore 13:30 Piazzale Stadio Maggiori informazioni: 0798986557 - bellinzonaboys@gmail.com La nostra squadra ha bisogno di noi, tutti in trasferta! RICORDIAMO, COME SEMPRE, CHE 'LO STENDARDO' È UN GIORNALINO REALIZZATO AUTONOMAMENTE DA ALCUNI TIFOSI GRANATA. CI TENIAMO PERÒ A SPECIFICARE CHE, PER DARE UN VALORE AGGIUNTO A TUTTO CIÒ, È NECESSARIA LA COLLABORAZIONE DI TUTTI I TIFOSI GRANATA, I QUALI POSSONO AIUTARCI CON LA STESURA DI ARTICOLI O CON SEMPLICI CRITICHE (NELLA SPERANZA CHE ESSE SIANO COSTRUTTIVE). REDAZIONESTENDARDO@GMAIL.COM

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