Beesness: Matteo Lunelli

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da parte di mio zio Gino, allora Presidente, il quale mi disse che era tempo di decidere cosa avrei voluto fare da grande, se l’imprenditore o il manager, e mi proponeva di tornare in Italia per lavorare nel gruppo di famiglia. Non esitai un attimo: in quel momento capii che il mio sogno era diventare un imprenditore. Il settore del vino mi sembrava ricco di storia, tradizione e poesia e la possibilità di lavorare in un’azienda che era parte della mia famiglia mi apparve una splendida opportunità. Non mi sono mai pentito di quella scelta; credo che il mio sia un lavoro estremamente stimolante, che mi porta a viaggiare in tutto il mondo, a conoscere persone nuove e a trasmettere loro l’amore per il vino e per l’Italia. Al comando dell’azienda c’è lei con la terza generazione. Com’è lavorare assieme ai cugini? Si riesce sempre a prendere le decisioni migliori? Come vi siete divisi i compiti? Innanzitutto mi preme sottolineare che al comando dell’azienda ci sono anche manager esterni alla famiglia e consiglieri indipendenti che ricoprono ruoli fondamentali. Un’azienda familiare deve, a mio avviso, essere capace di attrarre talenti e dotarsi di una struttura efficiente e manageriale. D’altra parte la famiglia vuole essere garante dei valori e della cultura della nostra azienda. I miei cugini ed io condividiamo la medesima visione e i principi che ci sono stati tra-

smessi dalle generazioni che ci hanno preceduto; soprattutto condividiamo la passione per quest’azienda e per la sua gente. Lavorare insieme ai membri della propria famiglia può essere a volte più complicato, occorre cercare di tenere separata la dimensione aziendale dalle dinamiche familiari e non sempre ciò risulta facile. Abbiamo cercato di definire dei ruoli precisi, in linea con il percorso di studi e le inclinazioni personali: Marcello, enologo, segue la produzione ed ha il ruolo di Vice Presidente, Camilla è Responsabile della Comunicazione e delle Relazioni esterne del Gruppo mentre Alessandro, laureato in Ingegneria, si occupa delle Tenute Lunelli che producono vini fermi in Trentino, Toscana e Umbria, di Surgiva,

che produce Acqua Minerale Naturale, e supervisiona il settore produttivo di Bisol.

“La famiglia vuole essere garante dei valori e della cultura della nostra azienda” Spumante, grappa, vini pregiati, acqua minerale e un ristorante stellato e anche il prosecco. In una parola: un impero. Perché avete deciso di differenziare la vostra attività e non siete rimasti soltanto nel core business dello spumante? La nostra mission è quella di costituire un grande gruppo dell’eccellenza del bere italiano, che sia ambasciatore nel mondo dello stile di vita del nostro Paese. Abbiamo perciò voluto accostare alle bollicine Ferrari altri marchi che ne condividessero i valori principali, quali il legame con il territorio di origine e la continua ricerca della qualità. I grossi gruppi stranieri acquistano sempre più cantine italiane e creano dei poli aggregativi. Come mai in Italia, non si riesce a fare questo? In effetti a livello internazionale esistono dei gruppi di dimensioni assai rilevanti, in Italia invece le aziende faticano a fare un salto dimensionale. Il settore vitivinicolo in particolare è per lo più composto settembre/ottobre 2017

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