ISTITUZIONE DELLA TEOLOGIA PERSUASIVA - Fascicolo 5 Sulla creazione

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È docente di teologia sistematica all’Istituto di Formazione Evangelica e Documentazione di Padova. È stato membro della commissione teologica dell’Alleanza Evangelica Mondiale, direttore della rivista Studi di teologia e di Ideaitalia. Tra le sue pubblicazioni: il Dizionario di teologia evangelica, Eun, 2007, insieme a L. De Chirico e A. Ferrari; Tra credere e sapere. Dalla Riforma protestante all’Ortodossia riformata, Alfa e Omega, 2011. È anche membro del Collegio dei Garanti della Comunione dei teologi evangelici europei. Esercita inoltre il ministero pastorale nella chiesa evangelica riformata battista di Padova.

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La dottrina della creazione riguarda non solo la creazione in generale, ma anche la concezione dell’uomo, in rapporto non tanto al loro stato attuale, quanto piuttosto a quello precedente all’entrata del peccato nel mondo. In questo quinto locus, Turrettini affronta la questione della creazione a partire dalla Scrittura. Essa dichiara che Dio, nella sua infinita sapienza e onnipotenza, ha deciso di creare dal nulla tutte le cose e permette d’elaborare una dottrina della creazione in generale – e dell’uomo in particolare – veramente originale in confronto ad altre concezioni.

Istituzione della teologia persuasiva: Sulla creazione

Pietro Bolognesi

Finalmente in italiano un classico della teologia che ha arricchito per secoli il pensiero evangelico.

Francesco Turrettini

Apparteneva a una di quelle famiglie che dovettero lasciare l’Italia causa religionis. Nipote di Giovanni Diodati, compì studi di filosofia e teologia con i maggiori maestri del tempo, frequentando i centri di pensiero più importanti come Leida, Utrecht, Parigi, Saumur, Montauban e Ginevra. Nel 1648, divenne pastore della chiesa di Ginevra, con l’incarico di curare anche la comunità italiana. Succedette a Théodore Tronchin nella cattedra di teologia all’Accademia di Ginevra (1653) dove divenne anche rettore (1668). La sua opera fondamentale rimane la Institutio theologicae elencticae (1679-85), ma pubblicò anche trattati sulla morte di Cristo e sul cattolicesimo, oltre ad alcuni suoi sermoni. Morì il 28 settembre 1687 a Ginevra nella “maison Turrettini”.

Francesco Turrettini

Francesco Turrettini (1623-1687)

Qualche questione può sembrare obsoleta, ma il modo di affrontarla ha ancora tantissimo da insegnare per la sottomissione alla Scrittura e il rigore del ragionamento manifestati. Turrettini dialoga con altre visioni del mondo che non fanno riferimento all’azione divina o che vi fanno riferimento in modo inadeguato. Si capisce allora la componente polemica dell’elaborazione, che mira a persuadere gli interlocutori della bontà e della coerenza del pensiero biblico. Se è possibile avere qualche incertezza sul modo d’agire di Dio per quanto riguarda la creazione, non si può certo dubitare della sua volontà nel creare tutta la realtà e quindi della responsabilità umana davanti a essa.

Piano dell’opera Il testo è stato suddiviso in venti fascicoli corrispondenti ai loci in cui è suddiviso l’imponente volume latino: 1.

Sulla teologia

2.

Sulla Sacra Scrittura

3.

Su Dio uno e trino

4.

Sui decreti divini

5.

Sulla creazione

6.

Sulla provvidenza di Dio

7.

Sugli angeli

8.

Sullo stato dell’uomo prima del peccato

Sulla creazione

9.

Sul peccato in generale e in particolare

A cura di Pietro Bolognesi

11. Sulla legge di Dio

ISTITUZIONE DELLA TEOLOGIA PERSUASIVA Fascicolo 5:

10. Sul libero arbitrio 12. Sull’alleanza di grazia 13. Sulla persona di Cristo 14. Sull’ufficio di mediatore di Cristo 15. Sulla vocazione e sulla fede

14,00 €

16. Sulla giustificazione 17. Sulla santificazione e le buone opere 18. Sulla chiesa

www.beedizioni.it

19. Sui sacramenti 20. Sui novissimi

8/8/19 9:58 AM


L’Istituzione della teologia persuasiva è un classico della scolastica riformata. – Norman L. Geisler, Veritas Evangelical Seminary, Murrieta, California.

...Una delle più complete formulazioni della teologia calvinista mai pubblicate. – Wayne Grudem, professore di teologia biblica al Phoenix Seminary, Phoenix, Arizona.

Se c’è un’ottima opera teologica che è stata ingiustamente trascurata, si tratta proprio dei magistrali volumi di Francesco Turrettini sull’intera dottrina cristiana... Ovunque li raccomando caldamente ai predicatori, agli studenti di teologia e ai laici. – James M. Boice, Tenth Presbyterian Church, Philadelphia.

...Un evento notevole per le chiese riformate e per tutti quelli che s’interessano di storia e di sviluppo della teologia riformata... – Sinclair Ferguson, professore di teologia sistematica, Redeemer Seminary, Dallas.

...Teologi di qualsiasi scuola saranno felici che questo classico sia disponibile. – Leon Morris, Ridley College, Melbourne, Australia.

Sono ancora stupito dalla grandezza del risultato [raggiunto da Turrettini]... Si può trovare una profonda tensione devota e pastorale in Turrettini... un insegnamento meravigliosamente edificante. – John Frame, professore di filosofia e teologia sistematica, Reformed Theological Seminary, Orlando, Florida.

...Un contributo eccezionale alla letteratura teologica... Non si sbaglia mai a leggere i giganti e Francesco Turrettini è un gigante. – Paul Feinberg, Trinity Evangelical Divinity School, Deerfield, Illinois.


...Dovrebbe dimostrarsi un enorme passo per rimediare alla diffusa trascuratezza e incomprensione, persino rappresentazione fuorviante, dell’ortodossia riformata del XVII secolo. – Richard B. Gaffin Jr., professore di teologia biblica e sistematica, Westminster Theological Seminary.

Una delle maggiori opere dogmatiche riformate del XVII secolo, ha conservato la sua influenza a causa del suo uso a Princeton. Questi volumi ci danno un eccellente rappresentante dell’ortodossia riformata importante e della teologia polemica. – R. Scott Clark, professore di storia della Chiesa e di teologia storica, Westminster Seminary, California.

...Insieme a Pietro Martire Vermigli (1499-1562), il teologo protestante italiano più importante della storia della chiesa... Proprio per il suo pensiero biblicamente limpido e teologicamente netto, Turrettini è stato oggetto di una presa di distanza da parte del liberalismo teologico, che voleva persuadere il mondo moderno non più con gli argomenti della Rivelazione biblica, ma con i melliflui richiami del sentimento religioso. Non è un caso, quindi, che Turrettini sia stato dimenticato, perché troppo ingombrante dal punto di vista confessionale. Il fatto che, per la prima volta, l’opus magnum di Turrettini sia proposto in edizione italiana è motivo di compiacimento, perché, finalmente, il meglio della teologia protestante italiana è messo a disposizione di coloro che parlano la lingua che fu anche di Turrettini. – Leonardo De Chirico, professore di teologia storica all’Istituto di Formazione Evangelica e Documentazione, Padova.


Francesco Turrettini

ISTITUZIONE DELLA TEOLOGIA PERSUASIVA

A cura di Pietro Bolognesi



Francesco Turrettini

ISTITUZIONE DELLA TEOLOGIA PERSUASIVA Fascicolo 5:

Sulla creazione A cura di Pietro Bolognesi


Istituzione della teologia persuasiva Fascicolo 5: Sulla creazione Francesco Turrettini A cura di Pietro Bolognesi Proprietà letteraria riservata: BE Edizioni di Monica Pires P.I. 06242080486 Via del Pignone 28 50142 Firenze Italia Coordinamento editoriale: Filippo Pini Impaginazione: Graphom di Marida Montedori Revisione: Irene Bitassi Copertina: Alan David Orozco Prima edizione: Settembre 2019 Stampato in Italia Tutte le citazioni bibliche, salvo diversamente indicato, sono tratte dalla versione Diodati. ISBN 978-88-97963-38-7 Per ordini: www.beedizioni.it È vietata la riproduzione, anche parziale, con qualsiasi mezzo effettuata compresa la fotocopia, anche ad uso interno didattico. Per la legge italiana la fotocopia è lecita solo per uso personale purché non danneggi l’autore. Quindi ogni fotocopia che eviti l’acquisto di un libro è illecita e minaccia la sopravvivenza di un modo di trasmettere la conoscenza. Chi fotocopia un libro, chi mette a disposizione i mezzi per fotocopiare, chi comunque favorisce questa pratica commette un furto verso l’autore e gli editori e mette a rischio la sopravvivenza di questo modo di trasmettere le idee.


Locus quinto: Sulla creazione Quaestio I Cos’è la creazione? Le opere di Dio sono di natura e di grazia. I. Fino a questo punto abbiamo preso in esame gli atti immanenti di Dio ad extra, che comunemente vengono chiamati decreti. Ora intendiamo discutere degli atti transitori ed esterni (chiamati le opere di Dio), tramite i quali egli effettua i suoi decreti al di fuori di sé. Poiché, alcuni vengono eseguiti tramite un’azione generale e comune in natura e altri tramite una vera e propria azione particolare nella chiesa, normalmente si distinguono in opere di natura e di grazia. Le prime vengono chiamate così, non perché Dio operi tramite la natura (poiché, in effetti, agisce esternamente, non per necessità della natura, bensì per sua libera volontà, Sl 115,3; Ef 1,11), ma perché sono pertinenti a tutte le creature e ai loro fini naturali. Le opere della grazia sono riferite solo all’uomo e ai suoi fini soprannaturali. Le opere di natura sono la creazione e la conservazione. II. Le opere naturali sono duplici: della creazione, prodotte da Dio con la prima creazione; di conservazione e provvidenza, grazie a cui le cose create sono conservate nel loro essere e governate e dirette nel loro operato. III. La prima opera di natura è la creazione, in cui ha formato dal niente nella sua interezza questo intero universo e tutto ciò che è in esso. Per questo motivo, viene chiamata il “principio” degli 7


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Istituzione della teologia persuasiva

“atti” del Signore (Prv 8,22; Riveduta), poiché essendo scaturita dal segreto santuario della sua eterna maestà, ha voluto farsi conoscere ad extra tramite essa e manifestarsi all’uomo. Il termine creazione viene usato in senso ampio o stretto e significa “una produzione dal nulla”. IV. In questo caso, comunque, la creazione non è intesa in senso ampio e impropriamente. Nella Scrittura è usata a indicare ogni e qualsiasi produzione di cose, anche tramite la generazione: “Se tu rimandi il tuo spirito son creati; e tu rinnovi la faccia della terra” (Sl 104,30); “che fo la pace, e creo il male” (Is 45,7); oppure per decretare alcuni eventi straordinari: “Conciossiaché il Signore abbia creata una cosa nuova nella terra: la femmina intornia l’uomo” (Gr 31,22); o tramite rigenerazione che (per così dire) è una seconda creazione, sia in grazia: “Crea in me un cuor puro” (Sl 51,10), che in gloria: “Perciocché, ecco, io creo nuovi cieli, e nuova terra” (Is 65,17; cfr. Ap 21,1). Piuttosto, creazione si riferisce qui in senso stretto alla produzione di cose dal nulla, che è il vero e significato primario della parola ebraica br’ (‫)ברא‬, il greco κτίζειν e il latino creandi (così com’è sostenuto nelle scuole teologiche). V. Significa “la produzione di tutte le cose dal nulla” (ex nihilo). Siccome tutte le cose furono create, devono essere state prodotte necessariamente dal nulla, perché tutto ciò che si potrebbe supporre essere pre-esistito avrebbe dovuto essere contenuto nell’universalità di tutte le cose. Perciò si dice che Dio “chiama le cose che non sono, come se fossero” (τὰ μὴ ὄντα ὡς ὄντα, Rm 4,17) perché chiamando, dà l’esistenza. Altrove è scritto che Dio “disse che la luce risplendesse dalle tenebre” (2Co 4,6), non come se provenisse dalla materia, ma bensì fuori dai limiti (ex termino). Pertanto, quando si dice che tutte le cose provengono “dal nulla” (ex nihilo), la preposizione ex (“fuori da”) non indica una relazione (σχέσιν) nei confronti della materia o dell’efficiente, ma una relazione nei confronti di un termine, non indicando quindi un soggetto esistente prima Fascicolo 5


Locus quinto: Sulla creazione

della creazione, ma soltanto il terminus a quo dal quale tutte le cose furono prodotte o l’ordine della creazione prodotta non tanto dal nulla (ex nihilo) quanto dopo il nulla (post nihilum). VI. La creazione può essere primaria e immediata (semplicemente ex nihilo) o secondaria e mediata (prodotta, cioè, da altra materia). Quest’ultima è inadatta e sbagliata, non finalizzata da una forza di cause secondarie, se così si può dire, alla realizzazione dello scopo e nella quale risiede soltanto un potenziale obbedienziale o non contrario rispetto alla prima causa che agisce per potenza infinita. Quindi, “nulla” viene usato in modo assoluto e semplicemente nei confronti di sé e del soggetto; materialmente ma anche formalmente da cui fu prodotta la prima creazione; o relativamente e formalmente così nei confronti di sé se non nei confronti del soggetto dal quale viene detto di essere secondo. VII. Niente può venire dal nulla: (1) non naturalmente tramite una potenza finita e creata; (2) non da un soggetto come materiale intrinsecamente costruttivo e principale; (3) non tramite generazione. Contrariamente, tutte le cose si dicono, giustamente, provenienti dal nulla in modo sovrannaturale tramite il potere infinito (e cioè dal terminus a quo e per creazione). VIII. Una cosa è che le cose visibili siano realizzate da cose che non appaiono positivamente, cioè da alcune cose invisibili; un’altra, invece, che siano realizzate da cose che non appaiono negativamente, e cioè da cose non pre-esistenti. L’apostolo non parla del primo caso, ma solo del secondo (Eb 11,3). Pertanto, non dice εἰς τὸ ἐκ μὴ θαινομένων τὰ βλεπόμενα γεγονέναι (come se quelle non apparenti fossero un soggetto pre-esistente) bensì εἰς τὸ μὴ ἐκ θαινομένων τὰ βλεπόμενα γεγονέναι (“cosicché le cose che si vedono non sono state tratte da cose apparenti”; Riveduta), in modo da negare l’esistenza di qualsiasi cosa prima della realizzazione della materia. Pertanto, è lo stesso di quando si dice che Dio ha creato tutte le cose οὐκ ἐξ ὄντων (“non da cose preesistenti”, 2Mac 7,28; CEI). Sulla creazione

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Istituzione della teologia persuasiva

IX. Si dice di una cosa che è la stessa in origine come nella sua distruzione, non a proposito del fine della creazione quanto sugli inizi della generazione. Quindi, la conclusione sarebbe inesatta: niente si dissolve nel nulla e pertanto niente è realizzato dal nulla. X. Anche se la creazione viene a volte chiamata “generazioni” (Nardoni, come in Gn 2,4 da cui prese il nome il libro della Genesi), questo si deve intendere non fisicamente, ma metafisicamente per ciò che attiene all’origine delle cose. La creazione è molto diversa dalla generazione. Quest’ultima richiede e presuppone sempre un soggetto e terminus a quo (cioè la negazione della forma in un soggetto adatto, una cosa corporale [come il terminus ad quem], l’azione, il tempo e il luogo, ed è realizzato successivamente da una causa particolare). Perciò, la creazione, perlomeno la prima, realizza – non presuppone – il proprio oggetto, viene estesa alle cose immateriali ed è realizzata da una causa universale e tutto ciò in un istante. Parlando in termini appropriati, non si può concedere un soggetto alla creazione anche se il fine della creazione può, in un certo senso, essere chiamato il suo soggetto, in quanto l’azione viene conclusa su di esso e in parte vi trova il suo soggetto. La creazione attiva e passiva, e cioè il fondamento della relazione tra Dio e creature. In termini appropriati, viene chiamata “reale”. XI. Si può considerare la creazione in due modi: attivamente, in quanto appartenente a Dio e, pertanto, non è certamente una volontà pratica di Dio, formalmente perché derivante da essa come principio immediato; bensì è un atto transitorio di Dio con il quale conferisce l’esistenza a cose create; passivamente, in quanto appartenente alla creatura che passa da uno stato di non-esistenza a quello di esistenza, non in termini di cambiamento vero e proprio, la transizione di un soggetto non-esistente da uno stato ad un altro, ma un cambiamento comune e generale, che comporta qualsiasi inizio di una cosa. Da questo deriva la relazione esistente tra Dio e le sue creature che, anche se non aggiungono niente di Fascicolo 5


È docente di teologia sistematica all’Istituto di Formazione Evangelica e Documentazione di Padova. È stato membro della commissione teologica dell’Alleanza Evangelica Mondiale, direttore della rivista Studi di teologia e di Ideaitalia. Tra le sue pubblicazioni: il Dizionario di teologia evangelica, Eun, 2007, insieme a L. De Chirico e A. Ferrari; Tra credere e sapere. Dalla Riforma protestante all’Ortodossia riformata, Alfa e Omega, 2011. È anche membro del Collegio dei Garanti della Comunione dei teologi evangelici europei. Esercita inoltre il ministero pastorale nella chiesa evangelica riformata battista di Padova.

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La dottrina della creazione riguarda non solo la creazione in generale, ma anche la concezione dell’uomo, in rapporto non tanto al loro stato attuale, quanto piuttosto a quello precedente all’entrata del peccato nel mondo. In questo quinto locus, Turrettini affronta la questione della creazione a partire dalla Scrittura. Essa dichiara che Dio, nella sua infinita sapienza e onnipotenza, ha deciso di creare dal nulla tutte le cose e permette d’elaborare una dottrina della creazione in generale – e dell’uomo in particolare – veramente originale in confronto ad altre concezioni.

Istituzione della teologia persuasiva: Sulla creazione

Pietro Bolognesi

Finalmente in italiano un classico della teologia che ha arricchito per secoli il pensiero evangelico.

Francesco Turrettini

Apparteneva a una di quelle famiglie che dovettero lasciare l’Italia causa religionis. Nipote di Giovanni Diodati, compì studi di filosofia e teologia con i maggiori maestri del tempo, frequentando i centri di pensiero più importanti come Leida, Utrecht, Parigi, Saumur, Montauban e Ginevra. Nel 1648, divenne pastore della chiesa di Ginevra, con l’incarico di curare anche la comunità italiana. Succedette a Théodore Tronchin nella cattedra di teologia all’Accademia di Ginevra (1653) dove divenne anche rettore (1668). La sua opera fondamentale rimane la Institutio theologicae elencticae (1679-85), ma pubblicò anche trattati sulla morte di Cristo e sul cattolicesimo, oltre ad alcuni suoi sermoni. Morì il 28 settembre 1687 a Ginevra nella “maison Turrettini”.

Francesco Turrettini

Francesco Turrettini (1623-1687)

Qualche questione può sembrare obsoleta, ma il modo di affrontarla ha ancora tantissimo da insegnare per la sottomissione alla Scrittura e il rigore del ragionamento manifestati. Turrettini dialoga con altre visioni del mondo che non fanno riferimento all’azione divina o che vi fanno riferimento in modo inadeguato. Si capisce allora la componente polemica dell’elaborazione, che mira a persuadere gli interlocutori della bontà e della coerenza del pensiero biblico. Se è possibile avere qualche incertezza sul modo d’agire di Dio per quanto riguarda la creazione, non si può certo dubitare della sua volontà nel creare tutta la realtà e quindi della responsabilità umana davanti a essa.

Piano dell’opera Il testo è stato suddiviso in venti fascicoli corrispondenti ai loci in cui è suddiviso l’imponente volume latino: 1.

Sulla teologia

2.

Sulla Sacra Scrittura

3.

Su Dio uno e trino

4.

Sui decreti divini

5.

Sulla creazione

6.

Sulla provvidenza di Dio

7.

Sugli angeli

8.

Sullo stato dell’uomo prima del peccato

Sulla creazione

9.

Sul peccato in generale e in particolare

A cura di Pietro Bolognesi

11. Sulla legge di Dio

ISTITUZIONE DELLA TEOLOGIA PERSUASIVA Fascicolo 5:

10. Sul libero arbitrio 12. Sull’alleanza di grazia 13. Sulla persona di Cristo 14. Sull’ufficio di mediatore di Cristo 15. Sulla vocazione e sulla fede

14,00 €

16. Sulla giustificazione 17. Sulla santificazione e le buone opere 18. Sulla chiesa

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19. Sui sacramenti 20. Sui novissimi

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