Istituzione della teologia persuasiva

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L’Istituzione della teologia persuasiva è un classico della scolastica riformata. – Norman L. Geisler, Veritas Evangelical Seminary, Murrieta, California.

...Una delle più complete formulazioni della teologia calvinista mai pubblicate. – Wayne Grudem, professore di teologia biblica al Phoenix Seminary, Phoenix, Arizona.

Se c’è un’ottima opera teologica che è stata ingiustamente trascurata, si tratta proprio dei magistrali volumi di Francesco Turrettini sull’intera dottrina cristiana... Ovunque li raccomando caldamente ai predicatori, agli studenti di teologia e ai laici. – James M. Boice, Tenth Presbyterian Church, Philadelphia.

...Un evento notevole per le chiese riformate e per tutti quelli che s’interessano di storia e di sviluppo della teologia riformata... – Sinclair Ferguson, professore di teologia sistematica, Redeemer Seminary, Dallas.

...Teologi di qualsiasi scuola saranno felici che questo classico sia disponibile. – Leon Morris, Ridley College, Melbourne, Australia.

Sono ancora stupito dalla grandezza del risultato [raggiunto da Turrettini]... Si può trovare una profonda tensione devota e pastorale in Turrettini... un insegnamento meravigliosamente edificante. – John Frame, professore di filosofia e teologia sistematica, Reformed Theological Seminary, Orlando, Florida.

...Un contributo eccezionale alla letteratura teologica... Non si sbaglia mai a leggere i giganti e Francesco Turrettini è un gigante. – Paul Feinberg, Trinity Evangelical Divinity School, Deerfield, Illinois.


...Dovrebbe dimostrarsi un enorme passo per rimediare alla diffusa trascuratezza e incomprensione, persino rappresentazione fuorviante, dell’ortodossia riformata del XVII secolo. – Richard B. Gaffin Jr., professore di teologia biblica e sistematica, Westminster Theological Seminary.

Una delle maggiori opere dogmatiche riformate del XVII secolo, ha conservato la sua influenza a causa del suo uso a Princeton. Questi volumi ci danno un eccellente rappresentante dell’ortodossia riformata importante e della teologia polemica. – R. Scott Clark, professore di storia della Chiesa e di teologia storica, Westminster Seminary, California.

...Insieme a Pietro Martire Vermigli (1499-1562), il teologo protestante italiano più importante della storia della chiesa... Proprio per il suo pensiero biblicamente limpido e teologicamente netto, Turrettini è stato oggetto di una presa di distanza da parte del liberalismo teologico, che voleva persuadere il mondo moderno non più con gli argomenti della Rivelazione biblica, ma con i melliflui richiami del sentimento religioso. Non è un caso, quindi, che Turrettini sia stato dimenticato, perché troppo ingombrante dal punto di vista confessionale. Il fatto che, per la prima volta, l’opus magnum di Turrettini sia proposto in edizione italiana è motivo di compiacimento, perché, finalmente, il meglio della teologia protestante italiana è messo a disposizione di coloro che parlano la lingua che fu anche di Turrettini. – Leonardo De Chirico, professore di teologia storica all’Istituto di Formazione Evangelica e Documentazione, Padova.



Istituzione della teologia persuasiva Fascicolo 1 Francesco Turrettini A cura di Pietro Bolognesi Proprietà letteraria riservata: BE Edizioni di Monica Pires P.I. 06242080486 Via del Pignone 28 50142 Firenze Italia Coordinamento editoriale: Filippo Pini Impaginazione: Paola Lagomarsino Revisione: Irene Bitassi Copertina: Alan David Orozco Prima edizione: Maggio 2015 Stampato in Italia Tutte le citazioni bibliche, salvo diversamente indicato, sono tratte dalla versione Diodati. ISBN 978-88-97963-26-4 Per ordini: www.beedizioni.it È vietata la riproduzione, anche parziale, con qualsiasi mezzo effettuata compresa la fotocopia, anche ad uso interno didattico. Per la legge italiana la fotocopia è lecita solo per uso personale purché non danneggi l’autore. Quindi ogni fotocopia che eviti l’acquisto di un libro è illecita e minaccia la sopravvivenza di un modo di trasmettere la conoscenza. Chi fotocopia un libro, chi mette a disposizione i mezzi per fotocopiare, chi comunque favorisce questa pratica commette un furto verso l’autore e gli editori e mette a rischio la sopravvivenza di questo modo di trasmettere le idee.


Introduzione L’Institutio theologiae elencticae di Francesco Turrettini costituisce una delle sintesi teologiche più mature e coerenti del pensiero riformato. Essa illustra una ricchezza teologica profonda e precisa, semplice e logica. Nella prefazione alla sua opera, Turrettini sottolinea come la sua ambizione non sia quella d’offrire “un sistema di teologia completo e accurato”, ma di spiegare l’importanza delle principali controversie tra il pensiero riformato e altre prospettive per aiutare a orientarsi. La teologia deve essere ortodossa altrimenti non edifica. La sua polemica non concerne aspetti marginali della fede, ma quelli più centrali. Analizza con attenzione le diverse posizioni, per poi offrire una via media rispetto agli estremismi esistenti. Turrettini associa al termine teologia quello di “elenctica”. Il termine è poco familiare. Institutio theologiae elencticae va reso con Istituzione della teologia polemica o confutatoria, persuasiva, convincente? Turrettini si propone di dimostrare la validità della concezione riformata per convincere i suoi interlocutori. Il taglio dell’opera ha evidenti effetti sull’organizzazione della materia. Egli parte in genere dalla questione da trattare alla quale fa seguire le argomentazioni a sostegno della tesi principale. Dopo averle esposte in ordine progressivo, cerca di rispondere alle eventuali obiezioni. L’itinerario risponde quindi a un genere inconfondibile per ricchezza, erudizione, organicità e finalità. Questo proposito immerge il lettore in un mondo particolare, quello di un periodo interessato a tracciare linee di demarcazione molto nette nei confronti della convinzioni esistenti. Rimanda allo sforzo di combattere gli errori. Si tratta quindi di una teologia mirante a persuadere della bontà della visione riformata. Se da un lato vengono contrastate le posizioni che secondo l’insegnamen3


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to biblico sono da respingere, dall’altro ci si propone di fornire un sano insegnamento. Non è qui il caso d’entrare nel merito, ma questa impalcatura dà l’idea di una diversità non indifferente rispetto al clima prevalente oggi. C’è come un filtro che impedisce di cogliere il senso della preoccupazione turrettiniana. La sua opera rimane però un nodo centrale per comprendere il rapporto tra la Riforma protestante classica e il periodo successivo. Se si prescinde da Turrettini risulta impossibile comprendere le dinamiche a lui posteriori. Malgrado le numerose edizioni della versione latina e ora della traduzione inglese e portoghese della sua opera, Turrettini è rimasto sostanzialmente sconosciuto in Italia. A parte qualche studioso che ha potuto accedere al testo latino, sono assai poche le biblioteche italiane che ne posseggono una copia. Per contro, personaggi di spicco come Jonathan Edwards (1703-1758) parlarono del “grande Turrettini”, collocandolo accanto alla Bibbia e ad altri grandi teologi. Il genero Benedict Pictet (1655-1724) s’impegnò nel ripubblicare l’Institutio turrettiniana, arricchendola di un quarto volume con altri scritti. Leonard Van Rijssen (1631-1716) curò un Compedium che rendeva più immediata la fruizione dell’opera e che registrò numerosissime riedizioni. L’Institutio theologiae elencticae ha in ogni caso influenzato l’evangelismo a livello mondiale. Basta pensare che Charles Hodge (17971878), professore nella prestigiosa facoltà di teologia di Princeton, esigeva che i propri studenti leggessero preventivamente le sezioni corrispondenti dell’Istituzione di Turrettini, cioè dalle venti alle quaranta pagine in latino, prima di entrare in classe per seguire le sue lezioni. Hodge incaricò poi George Musgrave Giger, professore di studi classici all’università di Princeton dal 1847 al 1865, di preparare una traduzione inglese dell’edizione latina dell’Istituzione di Francesco Turrettini. Chi ha visto copia dell’edizione approntata da Giger, non può non essere rimasto indifferente. Ottomila pagine Fascicolo 1


Introduzione

scritte a mano a disposizione degli studenti. D’altro lato la stessa Systematic theology di Hodge, un’opera che ha avuto un’influenza notevolissima, è piena di citazioni tratte da Turrettini. Fra gli altri docenti che si sono serviti dell’Institutio come libro di testo, si possono citare Robert L. Dabney (1820-1898) dell’Union Theological Seminary e W.G.T. Shedd (1820-1894). In Scozia, William Cunningham (1805-1861), al New College di Edimburgo, incoraggiò la pubblicazione inglese dell’opera turrettiniana. Ancora nel XIX secolo si poteva così trovare, in latino, l’opera di Turrettini in Scozia. Ma la sua influenza è arrivata fino al XX secolo. Ancora negli Stati Uniti, al Pittsburgh Theological Seminary, John H. Gerstner si serviva della traduzione inglese fatta da G.M. Giger. Nella sua Dogmatica, lo stesso Karl Barth si misura con Turrettini decine e decine di volte. Il rigore e la lucidità del suo pensiero costituisce una sfida per chiunque voglia affrontare in modo serio le questioni teologiche. Fin qui le edizioni pubblicate sia nell’originale latino che nella traduzione inglese sono state fatte in tre volumi. Si tratta in genere di volumi imponenti e densi. Per facilitare la consultazione, la presente edizione italiana è suddivisa in fascicoli. Per avere un’idea del contenuto può essere utile avere presente i vari loci che in latino si estendono su milleottocento pagine: Locus primo, Sulla teologia; Locus secondo, Sulla Scrittura; Locus terzo, Su Dio uno e trino; Locus quarto, Sui decreti divini; Locus quinto, Sulla creazione; Locus sesto, Sulla provvidenza di Dio; Locus settimo, Sugli angeli; Locus ottavo, Sullo stato dell’uomo prima del peccato; Locus nono, Sul peccato; Locus decimo, Sul libero arbitrio; Locus undicesimo, Sulla legge di Dio; Locus dodicesimo, Sull’alleanza di grazia; Locus tredicesimo, Sulla persona di Cristo; Locus quattordicesimo, Sull’ufficio di mediatore di Cristo; Locus quindicesimo, Sulla vocazione e sulla fede; Locus sedicesimo, Sulla giustificazione; Locus diciassettesimo, Sulla santificazione e le buone opere; Locus diciottesimo, Sulla chieSulla teologia

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sa; Locus diciannovesimo, Sui sacramenti; Locus ventesimo, Sui novissimi. Questa iniziativa editoriale cercherà di pubblicare i vari loci in singoli fascicoli per facilitarne la consultazione e ogni fascicolo sarà accompagnato dall’indice dei testi biblici e degli autori. Quest’opera, che ha legittimamente avuto numerosissime edizioni, costituisce il versante teologico e accademico del ministero di Turrettini. Il nostro era però anche un uomo di chiesa, pastore e predicatore. Egli univa quindi in sé una molteplicità di talenti. In questo senso rappresenta un affascinante rappresentante di un mondo poliedrico, coerente e ancora spiritualmente effervescente. Un vero e proprio teologo italiano che merita forse una maggiore attenzione.

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Nota bibliografica I. Scritti di Turrettini a) Opera omnia Institutio theologiae elencticae in qua status controversiae perspicue exponitur, Praecipua Orthodoxorum argumenta proponuntur & vindicantur, & Fontes solutionum aperiuntur, 3 voll., Genevae, Samuelem de Tournes 1679-1685; Genevae, apud Samuelem de Tournes 1680-1682; Institutio theologiae elencticae in qua status controversiae perspicue exponitur… a cura di Benedict Pictet, nuova edizione a cura di Benedict Pictet con l’aggiunta molti loci aggiunti: in cui si è affrontato la preghiera della vita & la morte dell’autore, Genevae, apud Samuelem de Tournes 1688-89; Institutio Theologiae elencticae in qua status controversiae perspicue, nuova edizione a cura di Benedict Pictet con l’aggiunta di un quarto volume De necessaria secessione ab ecclesia romana, Disputationes (1687), De Satisfactione Christi (1666), Trajecti ad Rhenum, Ernestum Voskuyl – Lugd. Batavor, Fredericum Haring 1696; rist. Rhenum et Amstelodami 1701; Trajecti ad Rhenum, apud Jacobum a Poolsum 1734; Utrecht, Jacob van Poolsum 1734; Institutio Theologiae elencticae, Edinburgh, John D. Lowe 1847-48; Institutio Theologiae elencticae, New York, Robert Carter 1847-48. b) Compendi Rijssen Leonard van, Summa Theologiae elencticae completa et didacticae quantum sufficit, Bernae, Typis Georgij Sonnleitneri 1676; Rijssen Leonard van, Leonardi Riisenii Summa theologiae didacticoelencticae: ex theologorum nostrorum, praecipue vero ex Francisci Turrettini institutionibus theologicis ita aucta et illustrata, ut praeter 7


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explicationes theticas et problematicas in controversiis verus status proponatur, … memaoriae juvandae causa conscriptum, Bernae, Andream Hüguenetum 1690; Rijssen Leonard van, Summa Theologiae elencticae completa et didacticae quantum sufficit, Edinburgi, Excudebat George Mosman 1692, ripubblicata per le Eebo Editions, ProQuest nel 2010; Rijssen Leonard van, Francisci Turrettini ss. Theologiae doctoris et professoris Compendium theologiae didactico-elencticae, ex theo­logorum nostrorum institutionibus theologicis auctum et illustratum: ut praeter explicationes theticas et problematicas in contro­versiis verum statum proponatur…, Amsterdam, Georgium Gallet 1695; Rijssen Leonard van, Francisci Turrettini SS. Theologiae doctoris et professoris Compendium theologie didactico-elencticae: ex theo­logorum nostrum, institutionibus theologicis ita auctum…, Franequerae (Franeker, Netherland), apud Leonardum Strickium 1702; Franciscus Turrettinus, Compendium theologiae didactico-elencticae ex theologorum nostrorum institutionibus theologicis auctum & illustratum…, L. Ryssenius, Lugd. Bat. apud S. Luchtmans et A. Kallewier, Amstelod., apud R. et J. Wetstein et G. Smith, Ultrajecti, apud G. Paddenburgh 1731. c) Altre De satisfactione Christi disputationes: cum indicibus necessariis. Adjectae sunt ejusdem duae disputationes: I. De circulo pontificis. II. De concordia Jacobi et Pauli in articulo Iustificationis, Genevae Samuel de Tournes, 1666; 1667; 1691; Francisci Turrettini, V.D.M. et S. Theologiae professoris, De satisfactione Christi disputationes: cum indicibus necessariis. Adjectae sunt ejusdem duae disputationes: I. De circulo pontificis. II. De concordia Jacobi et Pauli in articulo Iustificationis, Lugd. Batavor, apud Fredericum Haring, Trajecti ad Rhenum, apud Ernestum Voskuyl, 1696; Fascicolo 1


Nota bibliografica

De necessaria secessione nostra ab Ecclesia romana, et impossibili cum ea sincretismo, disputationes: accessit ejusdem Disputationum miscellanea rum decas, Genevae, Samuel de Tournes 1887; 1688; Lugd. Batavor, apud Fredericum Haring 1696; François Turretin, Sermons sur divers passages de l’Ecriture Sainte, Geneve, Samuel de Tournes 1676; François Turretin, Recueil de Sermons sur divers textes de l’Ecriture Sainte, Geneve, Samuel de Tournes 1686; Formula consensus ecclesiarum Helveticarum, Zürich 1675, J.H. Heidegger assistito da F. Turrettini e L. Gerneler, (tr. ingl. in A.A. Hodge, Outline of Theology [1879], rist. Edinburgh, Banner of Truth 1983, pp. 656-663; Trinity Journal 11, 1990, 103-23); Brief van Franciscus Turretinus (1623.1687) aan André Rivet (15721651), 1646. d) Traduzioni in altre lingue Institutes of Elenctic Theology, voll 1, 2, 3, tradotto da G. Musgrave Giger, a cura di James T. Dennison, Phillipsburg, Presbyterian and Reformed 1992, 1994, 1996; Compêndio de Teologia Apologética, São Paulo, Editora Cultura Cristã, 2011; Whether It Can be Proven the Pope of Rome is the Antichrist, Forestville, Protestant Reformation Publications, 1999; Risveglia la tua chiesa o Dio, Bigarello (Mn), Ass. evangelica Passaggio 2011. II. Biografie Pietro Bolognesi, “Turrettini Francesco” in Dizionario di teologia evangelica, (a cura di) P. Bolognesi, L. De Chirico, A. Ferrari, Marchirolo (Va), Eun 2007, pp. 758-760; J. Courvoisier, L’Eglise de Genève de T. de Béze à J.-F. Turrettini, Genève, Droz 1942; E. De Budé, Vie de François Turrettini, Lausanne, Bridel 1871; Sulla teologia

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F. Di Silvestri-Falconieri, “Una dinastia di teologi: i Turrettini” in Profili, ricordi e aneddoti di protestanti illustri, Roma, La Speranza 1920, pp. 215-224; G. Keizer, François Turrettini: sa vie, ses oeuvres et le Consensus, Lausanne, Bridel/Kampen, J.A. Bos 1900. III. Opere sul pensiero di Turrettini Mark J. Beach, Christ and the Covenant: Francis Turretin’s Federal Theology as a Defence of the Doctrine of Grace, Göttingen, Vandenhoeck & Ruprecht 2007; John Beardslee, Theological Development at Geneva under Francis and Jean-Alphonse Turretin (1648-1737), tesi di laurea, Yale University 1956; Ernst Bizer, “Die reformierte Orthodoxie und der Cartesianismus” in Zeitschrift für Theologie und Kirche 55 (1958), pp. 306-372; tr. ingl.: “Reformed Orthodoxy un Cartesianism” in Journal for Theology and the Church 2 (1965), pp. 20-82; Id., Frühorthodoxie und Rationalismus in Theologische Studien (Heft 71), Zürich 1963; Pietro Bolognesi, “Francesco Turrettini (1623-1687): un autentico evangelico” in Idea XII (1987) N. 7/8, pp. 18-19; Id., “Un pensatore protestante italiano del Seicento, Francesco Turrettini (1623-1687)” in Protestantesimo XLII (1987), pp. 140-147; Id., “I prolegomeni teologici di Francesco Turrettini” in Asprenas 40 (1993), pp. 569-580; Id., Tra credere e sapere. Dalla riforma protestante all’ortodossia riformata, Caltanisetta, Alfa e Omega 2011; James J. Cassidy, “Francis Turretin and Barthianism: the Covenant of the Works in Historical perspective”, in The Confessional Presbyterion (2009/5); Oliver D. Crisp, Retrieving Doctrine. Essays in Reformed Theology, Downers Grove, IVP, pp. 69-91; Fascicolo 1


Nota bibliografica

Willem Maarten Dekker, De relationaliteit van God: onfhankelijkeld en relatie in de godsleer en ontology van Francesco Turrettini en Eberhard Jüngel, Zoetermeer, Boekencentrum 2008; James T. Dennison, “The Twilight of Scholasticism: Francis Turretin at the Dawn of the Enlightement” in Protestant Scholasticism: Essays in Reassessement, a cura di Carl R. Trueman e R.S. Clark, Carlisle, Paternoster 1999, pp. 244-255; E. Edwards, “Turrettin’s Theology” in Princeton Theological Review XXVI (1928), pp. 142-9; J.V. Fesko, “Francis Turretin on Theological Prolegomena” in The Counsel of Chalcedon (aprile-maggio 2001), pp. 13-18; Emanuele Fiume, “Calvino e il calvinismo italiano da G. Zanchi a F. Turrettini” in Dimensioni e problemi della ricerca storica (2010), pp. 89-98; Stephen J. Grabill, Rediscovering the Natural Law in Reformed Theological Ethics, Grand Rapids, Eerdmans 2006, pp. 151174; precedentemente in WTJ (2005); Alberto Guerra, Il ruolo della ragione e il libero arbitrio nell’opera teologica di Francesco Turrettini (1623-1687), tesi di laurea, Università di Padova (a.a. 1997-1998); Paul T. Jensen, Calvin and Turretin: A Comparison of their Soteriologies, tesi di laurea, University of Virginia 1988; M.I. Klauber, “Francis Turretin on Biblical Accomodation: Loyal Calvinist or Reformed Scholastic” in Westminster Theological Journal 55 (1993) pp. 73-86; Earl Wm. Kennedy, “From Pessimism to Optimism: Francis Turretin and Charles Hodge on «The Last Things»” in J.D. Klunder, R.L. Gasero, Servant Gladly: essays in honor of J.W. Beardslee II, Grand Rapids, Eerdmans 1989, pp. 104-114; E.P. Meijering, Reformierte Scholastik und patristische Theologie. Die Bedeutung des Väterbeweises in der Institutio Theologiae Elencticae F. Turretins unter besonderer Berücksichtigung der Gotteslehre und Christologie, Nieuwkopp, De Graaf 1991; Sulla teologia

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Richard A. Muller, “Duplex cognitio Dei in the Theology of Early Reformed Orthodoxy” in The Sixteenth Century Journal X (1979), pp. 51-61; Id., “Vera Philosophia cum sacra Theologia nusquam pugnat: Keckerman on Philosophy, Theology and the Problem of Double Truth” in The Sixteenth Century Journal XV (1984), pp. 341-365 Id., “Scholasticism Protestant and Catholic: Francis Turretin on the Object and Principles of Theology” in Church History (1986), pp. 193-205; Id., “Calvin and the «Calvinist»: assessing continuities and discontinuities between the Reformation and Orthodoxy” in Calvin Theological Journal 30-31 (1995-96) pp. 345-75, 125-60; Timothy R. Philips, Francis Turretin’s Idea of Theology and its Bearing Upon His Doctrine of Scripture, tesi di laurea, Vanderbilt University 1986; Tim Prussic, “The Doctrine of Scripture in Calvin and Turretin: A personal Journey” in Western Reformed Seminary Journal 16 (2009), pp. 1-8; Sebastian Rehnman, “Theistic methaphysics and biblical exegesis: Francis Turretin on the concept of God” in Religious Studies 38 (2002), pp. 167-186; Simon Scharf, “François Turretin, théologien de l’orthodoxie classique” in La Revue réformée (2004/2), pp. 1-5; Philip Tachin, Calvin and Turretin on the Merit of Christ, Scholar Press 2013; Peter J. Wallace, “The Doctrine of the Covenant in the Elenctic Theology of Francis Turretin” in Mid-American Journal of Theology XIII (2002), pp. 143-179; Hans Emil Weber, Reformation, Orthodoxie und Rationalismus (Beiträge zur Förderung christliche Theologie), 2 voll., Gütersloh, Bertelsmann 1937-1949.

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Nota redazionale Le questioni che si pongono per una traduzione del genere sono assai numerose. Non si ha la pretesa di averle risolte tutte o di averle risolte in modo pienamente soddisfacente. Sono debitore alla prof.ssa Giovanna Bertoldi per il suo insostituibile aiuto. In questo stimolante impegno mi ha assistito in modo impareggiabile. Pensare però che un’impresa del genere possa essere portata a termine senza errori sarebbe ingenuo. Sarò quindi grato per qualunque suggerimento utile alla realizzazione di tale progetto. Può allora essere opportuno fornire qualche chiarimento sulle linee di fondo seguite. La scelta di fondo è quella di una traduzione che si sforza d’aderire il più possibile al testo originale, anche se cerca di renderlo intellegibile al lettore moderno. Si è così cercato di non interpretare il testo. In tal caso sarebbe stato necessario spiegare e quindi ampliare diversi concetti come quaestio, status questionis, fontes solutionum, locus, ecc. Non si è neppure cercato di modernizzarlo in quanto ciò avrebbe condotto a perdere parte del valore dell’opera turrettiniana e la sua trasformazione da opera scientifica in opera divulgativa. Per questo ci si è accontentati di una via media. Laddove è stato possibile si è mantenuto il suono, le ripetizioni quando non infastidivano e anche i costrutti latineggianti quando non appesantivano troppo il testo. Per i termini filosofici si sono cercati gli equivalenti italiani laddove essi apparivano sufficientemente efficaci (es. teleologicamente per terminative). Si è ricorso alla circonlocuzione laddove era possibile senza allungare troppo il testo, si sono infine lasciati i termini in latino quando si è pensato che fossero sufficientemente chiari o desumibili dal contesto. 13


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Cristo è reso senza articolo come nell’uso corrente. Altri termini sono italianizzati. “Papisti” vale per cattolici, “greci” per ortodossi, “ortodossi” per noi. Tale uso può essere discusso perché non è più consueto, ma può contribuire a rendere un pò del clima dell’epoca con le sue punte polemiche. Per evitare equivoci si è invece reso con “universale” il termine catholica. Sono stati mantenuti i termini greci che fanno un tutt’uno col testo e che lo colorano molto naturalmente. Essi sono infatti usati dall’autore con grande familiarità e padronanza. Tra parentesi è comunque fornita la traduzione letterale. Per quanto concerne l’ebraico, si sono preferiti i caratteri ebraici non vocalizzati. Questo potrà dispiacere a qualche ebraista, ma lo si è preferito alla semplice trascrizione. La traduzione è stata condotta tenendo presente i seguenti testi: • Institutio theologiae elencticae in qua status controversiae perspicue…, Utrecht, Ernestum Voskuyl – Lugd. Batavor, Fredericum Haring 1696; • Institutio theologiae elencticae, Edinburgh, John D. Lowe 1847-48; • Institutes of Elenctic Theology, voll 1, 2, 3, Tradotto da G. Musgrave Giger, a cura di James T. Dennison, Phillipsburg, Presbyterian and Reformed 1992, 1994, 1996. Per quanto concerne la grafica non si è seguita la punteggiatura originale, né l’uso delle maiuscole. Il corsivo è riservato al latino o a parole italiane di significato pregnante. I titoli generali precedono le quaestio e non le seguono come nell’indice e diversamente dal testo che li posticipa. In questo senso si è fatto tesoro delle scelte fatte da James T. Dennison per la versione inglese dell’opera. Per le citazioni bibliche si è usato le abbreviazioni moderne dei vari libri seguite dall’indicazione del capitolo in numero arabo, dalla virgola, dal versetto in numero arabo. Le citazioni rimandano alla versione di Giovanni Diodati, prossimo a Turrettini. Per non Fascicolo 1


Nota redazionale

appesantire il testo, i libri biblici sono citati abbreviati anche nel corpo del testo anche se è consuetudine evitarlo. Le citazioni dei numerosissimi autori da parte di Turrettini, secondo la consuetudine del tempo, sono inseriti nel testo anziché a piè di pagina. Si è scelto di mantenere tale impianto anche se questo potrà “appesantire” la lettura. Questo può però concorrere a sottolineare il fatto che per il nostro autore l’interazione con gli altri era un regolare esercizio. I riferimenti ad altri autori non erano semplici “aggiunte” formali, ma testimonianza di un dialogo permamente. Le citazioni, inoltre, non riportano sempre tutti i dati richiesti dal lettore moderno. Ci si è sforzati d’indicare gli elementi utili all’identificazione. Per quanto possibile ci si sforzerà, in un indice finale, di fornire il maggior numero di dati per permettere una verifica secondo parametri più vicini al nostro tempo. Se si tiene presente che Turrettini cita più di un migliaio di autori, si può immaginare la difficoltà connessa a questo lavoro d’identificazione e si sarà grati per ogni suggerimento migliorativo. Per quanto possibile i nomi degli autori sono stati italianizzati. P.B.

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Francesco Turrettini Istituzione della teologia persuasiva SULLA TEOLOGIA



Locus primo: Sulla teologia Quaestio I Se il termine teologia debba essere usato nelle scuole cristiane e in quanti significati e usi possa essere assunto L’uso del termine teologia è corretto. I. Poiché, secondo le norme di un metodo accurato, è necessario prw~ton ejxetavzein tav ojnovmata (esaminare anzitutto l’uso e il valore dei nomi), come vuole il filosofo (Aristotele, Metafisica 1.2.8), dato che le parole sono tuvpoi (segni) delle cose, è opportuno premettere alcune osservazioni sul termine teologia, prima di trattare l’argomento stesso. L’esame proposto potrebbe apparire non strettamente necessario, per l’uso di questo termine ordinariamente e pressoché universalmente accettato – quasi tutti pensano che esso debba essere inteso come un vocabolo tecnikovV (tecnico), che dichiara in maniera precisa e netta il suo significato – tuttavia bisogna affrontare l’opinione di taluni i quali, non approvando questo nome, per il fatto che non compare nella Scrittura e suole essere usato per indicare le varie dottrine dei pagani, ritengono più opportuno servirsi di altri termini, tratti dalla Scrittura. II. Sebbene il termine teologia non sia e[γγραφος aujtolexeÉi (scritto letteralmente) nella Bibbia, tuttavia esso non è completamente agrajoV (non scritturale), se è vero che le voci semplici di cui risulta composto ricorrono nella Scrittura con frequenza (si veda Rm 3,2; 1Pt 4,11; Eb 5,12, dove si trova lovgoV tou~ Qeou~ e lovgia tou~ Qeou~ [scienza di Dio]). Altro è esse in Scriptura quoad ad sonum (trovarsi nella Scrittura quanto al suono) e alle sillabe, 19


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ossia formalmente e astrattamente, altro quoad ad sensum (quanto al senso) e al concetto, ossia sostanzialmente e concretamente: la parola teologia non appare nella Scrittura nel primo modo (cioè come significante), ma vi appare nel secondo (cioè come significato). III. Quantunque non sia lecito costruire nessuna dottrina al di fuori della Scrittura, è tuttavia lecito servirsi talora di parole che non si riscontrano in essa, se risultano opportune o per spiegare concetti divini o per confutare gli errori; a questo fine i teologi hanno usato termini quali Trinità, omoousivoV (consustanziale), peccato originale e simili. IV. Sebbene i pagani abbiano spesso abusato di questo termine per indicare le loro vane dottrine, ciò non impedisce tuttavia che sia rivendicato alla nostra vera e salutare dottrina il nome che essi mal attribuivano alla loro teologia falsa e yeudwvnumoV (bugiarda). Allo stesso modo il nome dio, che indicava presso i pagani una divinità falsa e fittizia, o la parola chiesa, che designava un’assemblea profana, vengono intesi nella Scrittura nel significato più sano di vero Dio e di adunanza dei santi. Così il termine teologia, che è di origine greca, è stato preso dalle scuole dei gentili per indicare concetti santi, come un tempo i vasi degli egizi furono destinati dagli israeliti a usi sacri. V. Non neghiamo che vari siano nella Scrittura i sinonimi con i quali è designata la dottrina celeste, come quando si parla di sapienza nel mistero (1Co 2,7), di forma delle sane parole (2Tm 1,13), di conoscenza della verità secondo pietà (Tt 1,1), di dottrina (Tt 1,9) o ci si esprime con altri termini di tale genere. Ciò non toglie tuttavia che questo nome di teologia possa e debba essere conservato, tanto più che è stato accettato attraverso un lungo uso e risulta molto opportuno per esprimere codesta dottrina di salvezza. VI. Sappiamo che il termine teologia fu in uso presso i gentili. Coloro infatti che esprimevano concetti sublimi sulla divinità, oppure spiegavano il culto degli dèi o ancora esponevano nascite, Fascicolo 1


Locus primo: Sulla teologia

matrimoni, progenie, comandi e imprese degli stessi furono chiamati teologi e la loro scienza teologia, come indicano Lattanzio (La collera di Dio [314] c.3), Clemente Alessandrino (Stromata IV.3) [PG 8.1119-20], Isidoro (Etymologiae V.6.18) [PL 82.307], Aristotele (Metafisica 3.4.9). Usi del nome. VII. La parola teologia fra i cristiani viene adoperata in significati parziali, con riferimento a colui che n’è l’autore, quando cioè suona come Qeou~ lovgoV (parola di Dio) o a colui che n’è oggetto, quando è intesa come lovgoV periÉ tw~ Qew~ (discorso intorno a Dio). Viene invece usata nel suo significato pieno e completo, quando designa ambedue i concetti (parola di Dio e parola su Dio), i quali devono fondersi, poiché non possiamo parlare di Dio senza Dio. Teologia viene così a designare la dottrina che originariamente proviene da Dio, oggettivamente tratta di Dio, teleologicamente conduce a Dio, il che felicemente esprime Tommaso (ST, I, q.1, art. 7): “Theologia a Deo docetur, Deum docet, et ad Deum ducit” (La teologia è insegnata da Dio, insegna Dio, conduce a Dio). Così l’uso di codesto nome comprende il duplice principio della teologia: il primo dell’essere, che è Dio, il secondo del conoscere, che è il Verbo di lui. VIII. Ancora, presso gli autori la parola teologia viene considerata in triplice modo: 1) in senso lato, 2) in senso stretto, 3) secondo la giusta estensione del suo significato. Nel primo modo si riferisce alla metafisica: in questo senso Aristotele chiama teologia la filosofia prima (Metafisica 6.1.10-11) e divide la filosofia teoretica in tre parti: jusikhv, maqhmatikhv, qeologikhv (fisica, matematica, teologica). In senso stretto, i padri designano pecu­ liarmente con la parola teologia quella parte della dottrina cristiana che tratta della divinità di Cristo: per questo Giovanni è chiamato il Teologo, perché in maniera singolare rispetto agli altri asserì hv tou~ lovgou qeovthV (la divinità del verbo) come afferma Apocalisse 1,2 e Gregorio Nazianzeno fra gli altri padri ha ottenuto il Sulla teologia

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Istituzione della teologia persuasiva

titolo di teologo perché ha dimostrato in vari discorsi la divinità di Cristo; di qui la distinzione, nata presso gli stessi padri, di qeologiva e oikonomiva (teologia e soteriologia) in base alla quale essi intendono con la prima la dottrina sulla divinità di Cristo e con la seconda la dottrina sull’incarnazione dello stesso: qeologein Ihsoun (teologizzare Gesù) equivale per loro a disputare sulla divinità di Cristo (Eusebio, Storia eccl. l. V. c. 28 [PG 20.512]; Basilio, Adversus Eunomium l. II [PG 29.601] e Gregorio Nazianzeno, Oraz. 42 [PG 36.161] e 49 [PG 36.320]). Secondo una giusta estensione del significato, infine, teologia denota syntagma seu corpus doctrinae de Deo et rebus divinis, a Deo ad suam gloriam et hominum salutem revelatae (l’insieme ordinato ovvero il corpo della dottrina intorno a Dio e alle cose divine, rivelata da Dio per la sua gloria e per la salvezza degli uomini). In questo significato il termine viene qui da noi assunto. IX. La parola teologia viene dunque usata in maniera equivoca e abusiva, quando è attribuita alla falsa teologia dei pagani e degli eretici, oppure viene adoperata in senso non del tutto proprio, quando viene fatta derivare dall’originale e infinita sapienza, che è concepita da noi in Dio, il quale conosce sé stesso in maniera ineffabile e perfettissima (il nostro termine infatti non può raggiungere la dignità di tale concetto), o ancora quando viene riferita alla teologia di Cristo e alla teologia angelica. Infine il termine è usato propriamente quando è riferito alla teologia degli uomini pellegrini sulla terra; questa si divide, come sarà detto qui di seguito, in naturale e soprannaturale.

Quaestio II Se possa esserci teologia e di quanti generi Si adducono le prove che la teologia è possibile. I. Molte prove confermano che la teologia è possibile. 1) La natura e la bontà di Dio, il quale, essendo buono in sommo grado, è sopra a ogni altro Fascicolo 1




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