RELIGIONI E FILANTROPIA NEL MEDITERRANEO: Tradizioni, Simboli e Iconografie

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SEBASTIANO GIORDANO

ebreo viennese Arthur Schnitzler – ammirato da Freud a Stanley Kubrick, ma esecrato dai saccenti nazisti – testimone impotente del suicidio della figlia diciannovenne: “la profondità del pensiero non ha mai rischiarato il mondo; è la chiarezza di pensiero a penetrarlo più profondamente”159. Perché possa salvare, l’infallibile e incorruttibile Dio supremo celeste deve essere chiaramente onnipotente – quindi imperscrutabilmente onnipresente, onniveggente ed onnisciente –, eppure ci sono religioni che conoscono il Dio salvatore ma non il Dio creatore primordiale, il Kosmokrator o Artefice intelligente o il demiurgo; peraltro la controprova della sua inebriante onnipotenza salvifica sarebbe il fatto stesso che – in proiezione archetipale – avrebbe dovuto, con assoluta sicumèra, creare ex nihilo160. I mali fuoriusciti dal vaso di Pandora nel mondo sono sempre sofferti dall’uomo come male accomunato del mondo, ma – a differenza degli altri animali esonerati 159 Stringe il cuore l’angosciosa testimonianza, su questo lucido pensiero di Arthur Schnitzler [1862-1931], offertaci da Jean Améry: “‘Profundity has never clarified the world, Clarity looks more profoundly into its depths,’ Arthur Schnitzler once said. Nowhere was it easier than in the camp, and particularly in Auschwitz, to assimilate this clever thought.” (Cito da Jean Améry, At the Mind’s Limits: Contemplations By a Survivor On Auschwitz and Its Realities, translated by Sidney Rosenfeld and Stella P. Rosenfeld, New York, N.Y. 1986, p. 20). Theodor Reik, Arthur Schnitzler als Psycholog, Minden 1913; Jacques Le Rider, Arthur Schnitzler ou la Belle Époque viennoise, Paris 2003 e la sua revisionata edizione in tedesco Arthur Schnitzler oder Die Wiener Belle Époque, aus dem Französischen übersetzt von Christian Winterhalter, Wien 20082; Giuseppe Farese, Arthur Schnitzler. Ein Leben in Wien 1862-1931, München 1999; Ulrich Weinzierl, Arthur Schnitzler. Lieben, Träumen, Sterben, Frankfurt am Main 1998; Anne-Catherine Simon, Schnitzlers Wien, Wien 2002. 160 Del benemerito Raffaele Pettazzoni, primo vincitore in Italia di cattedra di Storia delle religioni, si veda L’onniscienza di Dio, Torino 1955; cfr. la tesi di dottorato in Teologia fondamentale, Specializzazione in Scienze delle Religioni, discussa nel giugno 2001 nella Pontificia Università Lateranense e poi pubblicata da Giuseppe Mihelcic, Una religione di libertà: Raffaele Pettazzoni e la Scuola romana di Storia delle religioni, Roma 2003, un autore che alla teologia unisce oggi gli impegni di parroco esorcista; ma soprattutto la rievocazione di un rigoroso cattedratico come Giovanni Casadio, Raffaele Pettazzoni ieri, oggi, domani: la formazione di uno storico delle religioni e il suo lascito intellettuale, in Il mistero che rivelato ci divide e sofferto ci unisce. Studi pettazzoniani in onore di Mario Gandini: 1959-2009, a cura di Gian Pietro Basello, Paolo Ognibene e Antonio Panaino, San Giovanni in Persiceto-Milano 2012, pp. 221-240.

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