Diari di Cineclub - Numero 50 (Maggio 2017)

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Anno VI

N. 50 | Maggio 2017 | ISSN 2431 - 6739

W il 1° Maggio Anche a coloro che non hanno un lavoro Auguri a tutti coloro che hanno un lavoro ma soprattutto a quelli che lo cercano e non lo trovano. Il lavoro è un diritto di tutti. Delusi dagli uomini, verranno da altri pianeti e faranno giustizia nel rispetto della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (Articolo 23), 1948: “Ogni individuo ha diritto al lavoro, alla libera scelta dell’impiego, a giuste e soddisfacenti condizioni di lavoro ed alla protezione contro la disoccupazione.” DdC

1947: la strage di Portella della Ginestra (1º maggio), gli operai sfilano con le bandiere rosse listate a lutto nel film “Baaria” (2009) di Giuseppe Tornatore, colonna sonora del maestro Ennio Morricone

Il 1° Maggio 2017 nella rappresentazione di Pierfrancesco Uva

E’ uscito il n. 328 di Cinemasessanta, l’ultimo numero diretto da Mino Argentieri deceduto il 22 marzo scorso. Pubblichiamo il bellissimo editoriale del Direttore, ringraziandolo ancora per l’ultimo bel regalo che ci ha lasciato. Di seguito il sommario. Auspichiamo che l’ Associazione Biblioteca Barbaro, proprietaria della testata, con i collaboratori di Cinemasessanta, possa continuare a pubblicare la gloriosa rivista con lo stesso spirito che ha contraddistinto il pluridecennale impegno del caro Mino Argentieri

Una nuova legge vecchia Una nuova legge per il cinema è stata approvata all’unanimità nella disattenzione dello zoo parlamentare. In realtà, di nuovo non c’è niente, visto che i criteri ispiratori risalgono ai tempi del fascismo e del Mino Argentieri Minculpop, quando il ministro si chiamava Dino Alfieri e l’intervento dello Stato (1938) era proporzionato agli incassi totalizzati dai film nazionali, vale a dire dal mercato che premia sé stesso mentre le iniziative più originali e di difficile impatto con il pubblico tradizionalista sono penalizzate. Una regola, questa, sopravvissuta al post fascismo ed estranea ad ogni preoccupazione per l’apertura di spazi propizi all’innovazione, alla libertà di impresa e alla creatività toccata dall’intelligenza. Niente di tutto questo nel pasticcio combinato dal presidente del Consiglio e dal ministro Franceschini che i sostegni li hanno previsti anche per le fiction televisive (fonte generatrice di pubblicità) e per i videogiochi campioni di idiozia collettiva. Nessuna misura protettiva verso lo strapotere nei settori dell’esercizio e del noleggio, ghigliottina per le riviste su carta stampata e le pubblicazioni telematiche, sopravvivenza della censura in forme somiglianti all’antiquato Codice Hays americano, consolidamento di un quadro prospettico che concentra il finanziamento della produzione in tre nuclei: la RAI-TV, Mediaset, il bastione ministeriale. Un assetto sostanzialmente accentrativo che ha un nemico: chi va controcorrente, la formazione di un pubblico selettivo ed esigente, chiunque a cominciare dai circoli del cinema sia impegnato nella difesa dell’autonomia e dell’indipendenza nella creazione artistica. segue a pag. 4

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