Diari di Cineclub - Numero 56 (Dicembre 2017)

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Anno VI

N. 56 | Dicembre 2017 | ISSN 2431 - 6739

Nuova legge sul cinema e decreti derivati di Franceskin e Borrellik prossimamente su tutta la modulistica ad alta definizione

Darix Franceskin Presenta

La banda dei bandi Dilettanti allo sbaraglio

Refusi esilaranti per un cast eccezionale. La critica più disinvolta ha già assegnato il suo 8 & 1/2 “Errori materiali divertenti e appassionanti” per un’opera che ha aperto nuove visioni e prospettive del cinema italiano nonostante problemi di diffusione, infatti il film doveva uscire già il 1 gennaio 2017 ma sta trovando seri problemi di distribuzione. DdC (vignetta di Pierfrancesco Uva)

Vedi Napoli (il cinema) eppoi muori (di media) Napoli, si sa, nel bene e nel male è la città italiana che maggiormente fa parlare di sé. E periodicamente sotto il profilo della produzione e degli eventi Alberto Castellano culturali - al di là della qualità di singole opere letterarie, teatrali, cinematografiche o dello spessore di manifestazioni culturali – si alimentano fantomatiche mode e tendenze, si costruiscono fantasiosi movimenti artistici, si ipotizzano rinascite (o rinascimenti) sintomatici di una (supposta) vitalità cittadina e regionale. Complice, anzi determinante, l’amplificazione mediatica (carta stampata, tv, radio, canali informatici) alimentata non solo dalla stampa locale ma anche da quella nazionale che pronta a cadere nelle trappole ricattatorie con un atteggiamento tra l’ammirazione esotica, l’accondiscendenza, il “senso di colpa”, si spertica in elogi eccessivi per qualunque “novità” partenopea che spesso nascondono (ma nessuno lo ammette) una sostanziale distanza da un mondo autocelebrativo e autoreferenziale condannato a un immobilismo e a un ruolo che non altera più di tanto le gerarchie del potere nazionale culturale, mediatico, editoriale, egemone dal punto di vista degli eventi che contano. Ogni qualvolta si parla di Napoli c’è chi come me avverte un disagio per la difficoltà di separare la valutazione obiettiva dell’oggetto culturale dal flusso propagandistico sproporzionato, di accostarsi alla questione con sguardo lucido, equilibrio concettuale, approccio distaccato. Del resto si è detto tante volte che Napoli non è, e forse non sarà mai, una città “normale”. Nel bel volume appena uscito Tradizioni popolari di Napoli (Newton Compton editori), l’autore l’antropologo Claudio Corvino, che affronta l’argomento scardinando luoghi comuni, stereotipi, preconcetti, scrive nell’introduzione: “È impossibile osservare Napoli a occhio nudo perché non è mai stata una città neutrale. Come molte altre scolpite nell’immaginario, la città partenopea non è mai un semplice sfondo, un reticolo di strade, piazze e palazzi che ospita le vite dei suoi abitanti”. L’ennesimo spunto di riflessione sulla questione ce lo fornisce la forte presenza del cinema made in Naples all’ultima Mostra del Cinema di Venezia. Esattamente vent’anni fa all’edizione segue a pag. seguente

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