Azione 20 del 16 maggio 2022

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18 Settimanale di informazione e cultura

Anno LXXXV 16 maggio 2022

azione – Cooperativa Migros Ticino

TEMPO LIBERO ●

Alla Capitolare di Verona Un viaggio nella più antica Biblioteca al mondo di area culturale latina ancora in attività

Le sfumature delle Alcee Il loro aspetto rustico richiama alla memoria i bordi misti all’inglese e i giardini del Nord

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Croccanti puntarelle Ottimi sono i germogli della catalogna con la mozzarella, in un’insalata alla senape e al miele

La via dei fiori Roberta Santagostino spiega la visione culturale che si cela nell’arte asiatica dell’Ikebana

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Alan Mazzolini.

Con la casacca dei Ticino Bulls Altri campioni

Il giocatore di basket in carrozzella Alan Mazzolini racconta la sua esperienza sportiva

Davide Bogiani

Applausi, coreografie, incitamenti. L’atmosfera è decisamente vivace. L’entusiasmo è contagioso. Gli Amici dei Ticino Bulls cantano e ballano e spronano i giocatori della squadra del cuore a essere ancora più incisivi, diretti e determinati soprattutto nelle fasi offensive del gioco. Il tabellone indica una differenza di sei canestri a vantaggio degli avversari, in trasferta dal Canton Lucerna alla palestra del Palabasket a Bellinzona per sfidare i padroni di casa nel Campionato svizzero. Ma i Ticino Bulls non mollano: gli incitamenti dei fans riempiono il campo di un piacevole frastuono. Anche i giocatori ci mettono del loro, mescolando le proprie voci secche e atletiche con il fracasso metallico degli scontri tra i giocatori. Sì, metallico, perché quando le carrozzelle di basket si scontrano e sbattono l’una contro l’altra per bloccare gli avversari nelle rispettive fasi di gioco, fanno questo rumore. Il basket in carrozzella dà spettacolo, e lo fa con una squadra ticinese, quella dei Ticino Bulls (che fa parte del Gruppo paraplegici Ticino), che ancora una volta tira

fuori dal proverbiale cilindro una miscela di tecnica e tattica tali da spingerli alla rincorsa del titolo di campioni svizzeri. Tra i giocatori, vi è anche Alan Mazzolini. Lo abbiamo incontrato a fine partita. Il 39enne di Chiasso, rimasto paralizzato alle gambe nell’aprile del 2000 a causa di un incidente, si è avvicinato a questo sport molti anni fa, dopo il rientro dal suo percorso riabilitativo svoltosi al Centro per paraplegici di Nottwil. «Sì, è andata così» ci spiega Mazzolini. «Per mia fortuna ho conosciuto un ragazzo che giocava a basket in carrozzina nel Gruppo paraplegici Ticino e mi sono quindi sempre più appassionato a questa disciplina sportiva». Da allora la carriera sportiva di Alan Mazzolini è in continua accelerazione. Solo un anno dopo l’incidente, l’atleta prende parte al Campionato svizzero di basket in carrozzella. Trascorre qualche mese, e a soli 18 anni approda in nazionale svizzera, fino a quando alcune squadre italiane mettono gli occhi su di lui. Mazzolini per un periodo milita quindi anche nel Campionato italiano, per poi rien-

trare con la casacca della squadra del cuore, quella dei Ticino Bulls. Ma vediamo in che cosa consiste il basket in carrozzella: «Si tratta di uno sport molto fisico e di contatto, con frequenti scontri tra i giocatori. Tuttavia, la sicurezza viene garantita grazie all’utilizzo di speciali carrozzelle, che sono molto diverse da quelle di tutti i giorni. La loro caratteristica principale è la campanatura delle ruote, che permette maggiore stabilità e agilità nei movimenti. Inoltre le due rotelline davanti e dietro evitano il ribaltamento all’indietro e in avanti. Infine una sorta di parafango anteriore attutisce i continui contrasti fra i giocatori. Ciascuna carrozzella è fatta su misura dell’atleta in base alla sua disabilità ed è munita di cinture per evitare che negli scontri o nelle cadute si possa essere sbalzati fuori dalla sedia». Basket in carrozzella e per normodotati: cerchiamo di capirne meglio le differenze: «In realtà fra il basket in carrozzella e quello per normodotati c’è poca differenza, ci spiega il giocatore dei Ticino Bulls. Si gioca cinque contro cinque, l’altezza dei canestri

è di 3,05 metri, il campo è quello da basket con l’area dei due punti, il tiro libero e la linea dei tiri da tre. Il tempo di gioco è di 40 minuti in quattro quarti da 10 minuti ognuno. Le differenze sono sostanzialmente nei punteggi di ogni singolo giocatore. In base alle disabilità di ciascun atleta – continua Alan Mazzolini – viene stabilito un punteggio chiamato classificazione del giocatore, cha va da zero a cinque. La somma dei cinque giocatori in campo non deve superare in 14,5 punti. Con una classificazione da 0 a 1,5 si intende giocatori con poca mobilità della parte superiore del corpo e quindi con una lesione della colonna vertebrale alta. Dal 2 al 3 la mobilità superiore è più elevata in quanto la lesione spinale è più bassa e questo permette di usufruire meglio della parte superiore del corpo. Invece dal 3,5 al 5 normalmente sono le disabilità meno d’impatto sulla mobilità, come ad esempio un’amputazione di una gamba, poliomielite o altre problematiche. Il 5 viene attribuito a chi non ha una disabilità; questo significa che una persona che cammina normalmente può giocare al basket in carrozzella».

Per quanto concerne le regole, le differenze sono minime rispetto a quelle osservate nel gioco per i normodotati. I passi nel basket in carrozzella equivalgono alle spinte in carrozzella. Quindi, dopo due spinte occorre palleggiare, oppure passare la palla o tirare a canestro. Mazzolini rientra finalmente negli spogliatoi, accompagnato dagli applausi della tifoseria dei Ticino Bulls. Assieme a lui rientra tutta la squadra, formata da giovani leve, ex giocatori di basket per normodotati e da giocatori più navigati. Al seguito, lo staff: allenatori, massaggiatori e aiutanti. Ma non finisce qui: ad accompagnare Alan Mazzolini nello spogliatoio sono anche i suoi obiettivi sportivi, ovvero anzitutto quello di partecipare a un Campionato europeo con la casacca della nazionale svizzera e, un giorno, forse nemmeno troppo lontano, quello di prendere parte alle paralimpiadi o ai mondiali. Un po’ di Ticino alle prossime paralimpiadi di Parigi o Los Angeles? È il nostro augurio, per i Ticino Bulls e per gli Amici dei Ticino Bulls.


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