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LA GESTIONE DEGLI INFESTANTI NEI MOLINI

Pest management in mills

Demand for cereals on a global scale is growing more than it is being produced and is eroding stocks mainly due to inefficiencies along the supply chain, such as huge volume losses during processing due to pests and contaminants. This topic and the new solutions on the market were discussed during the technical day “Pest control: comparing methods”, organised on 12 November by Antim, the National Association of Milling Industry Technicians. What came to light is that among the latest frontiers of pest control, controlled atmosphere, the use of insect antagonists and the latest generation of heat treatments are becoming more and more important. L a domanda di cereali su scala globale cresce più dell’offerta andando così a erodere gli stock, in costante calo anche a causa di diverse criticità presenti lungo tutta la filiera, che provocano ingenti perdite di volumi. Secondo le stime della FAO, nel 2022 sono state prodotte circa 2.768 milioni di tonnellate di cereali a livello mondiale e ne sono state impiegate 2.784 milioni. Le scorte, alla fine

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LA DISINFESTAZIONE AL CENTRO DELLA GIORNATA TECNICA ORGANIZZATA DA ANTIM PEST CONTROL AS THE MAIN FOCUS OF THE TECHNICAL DAY ORGANIZED BY ANTIM

di Mariangela Latella

giornalista esperta settore agroalimentare

della stagione 2023, sono previste in contrazione dell’1,6%, sotto i livelli di apertura, scendendo a 848 milioni di tonnellate, di cui circa 780 milioni di grano. Il rapporto stock/utilizzi di cereali nel mondo calerà al 29,7% nel 2022-2023, dal 31% dell’anno precedente. Una tendenza preoccupante, anche alla luce della continua crescita demografica nel pianeta, specie se si considera che dallo stock dei cereali

alla loro trasformazione si arriva a perdere dall’8 al 50% dei volumi a causa dalla presenza di infestanti di vario genere (insetti, muffe, funghi) o per le condizioni ambientali dell’impianto (alto tasso di umidità o temperatura elevata).

Le azioni strategiche del settore molitorio

Per prevenire tali perdite, il settore molitorio sta lavorando sia sul fronte della sanificazione dei siti di stoccaggio, sia su quello più avanguardistico dell’atmosfera controllata, dell’inserimento negli ambienti (silos, magazzini ecc.) di insetti antagonisti, nonché dei trattamenti termici specifici per debellare il rischio di salmonella. Dal prossimo anno, peraltro, potrebbe essere già consentito l’utilizzo di anidride carbonica alimentare per disinfestare tutte le derrate, e non più solo quelle già sanificate, in condizioni di atmosfera controllata. Negli ultimi mesi, infatti, un consorzio ne sta curando la validazione ed effettuando test specifici con questa tecnica. Sono questi i temi trattati nel corso della Giornata Tecnica “Disinfestazione: metodiche a confronto” organizzata da Antim lo scorso 12 novembre. L’evento si è sviluppato su due momenti: la mattina, dedicata ai lavori congressuali, presso l’Hotel Molino Rosso di Imola; il pomeriggio, con la visita tecnica al Molino Naldoni di Faenza (Ra), che ha concluso la Giornata. “Sotto l’aspetto degli infestanti la campagna di quest’anno è stata devastante - ha sottolineato Lorenzo Cavalli, presidente di Antim, nel suo discorso di apertura dei lavori - perché a causa di una lunghissima estate e del perdurare di temperature elevate fino ad autunno inoltrato, le produzioni cerealicole sono state letteralmente prese d’assalto dagli insetti. La disinfestazione e le attività ad essa collegate sono, pertanto, un tema molto attuale e di fondamentale importanza per il settore alimentare in generale e per l’industria molitoria in particolare, che va analizzato non solo in termini di controllo degli infestanti ma anche degli sprechi”. Secondo uno studio condotto da Newpharm, azienda leader nel pest control, durante il periodo di stoccaggio si registrano importanti perdite di prodotto sia sotto l’aspetto quantitativo, che possono oscillare dall’8 al 20%, sia qualitativo, stimate dal 20 al 50%. “Lo scopo dello stoccaggio - ha detto Stefano Cherubin, technical coordinator di Newpharm, nel corso del suo intervento - è quello di garantire le proprietà merceologiche delle materie prime anche attraverso importanti innovazioni tecnologiche. Tuttavia, con questi livelli di sprechi, che quest’anno potrebbero arrivare fino a 300 milioni di tonnellate su scala mondiale, non bisogna perdere la consapevolezza che, pur in presenza di tecnologie sempre più avanzate, l’importanza delle conoscenze relative ai principali infestanti della filiera resta basilare”. Il tutto in un ambito di sostenibilità verso cui è necessario andare (ma che, attualmente, significa solo meno rese) per limitare gli impatti del cambiamento climatico, che passa, ad esempio, per la produzione biologica, la riscoperta di varietà antiche o la crescente consapevolezza dei benefici per la salute che derivano dal cibo sostenibile. “Sostenibilità - ha chiarito Cherubin - significa anche ridurre le perdite. Oggi dobbiamo lavorare di più in questa direzione anche contrastando il diffondersi di insetti che un tempo, alle nostre latitudini, non erano nemmeno conosciuti come, ad esempio, il cappuccino delle derrate, che viene dall’Africa e che oggi prolifera nel nostro Paese a causa del cambiamento climatico. È necessario far fronte a parassiti che presentano un corredo genetico non solo africano ma anche di altre aree del mondo, perché nei nostri molini ultra tecnologici si creano delle nicchie ecologiche dove questi insetti riescono a proliferare e che, ancora oggi, non riusciamo a contrastare. Il dato confortante è che, nonostante il conflitto russo-ucraino coinvolga due grandi potenze cerealicole, la capacità di stoccaggio del grano è ancora molto forte, con le oltre 780 milioni tonnellate previste per il 2022”.

Il punto sui centri di stoccaggio

L’invito all’ammodernamento degli impianti di stoccaggio del grano in Italia è stato uno dei punti focali dell’intervento di Cherubin, che ha evidenziato come circa il 20% delle strutture siano state costruite prima degli anni Settanta, mentre la quasi totalità risale agli anni Novanta, e ciò li rende potenzialmente non così ermetici come dovrebbero essere. “In Italia l’80% dei centri di stoccaggio immagazzina meno di 10 mila tonnellate. Solo il 35% ha una capacità superiore alle 50 mila tonnellate. Oltre il 60% dei centri è provvisto di una sola buca e di una sola linea di carico. Va da sé che diventa fondamentale, prima di introdurre le derrate negli impianti di immagazzinamento, intervenire sull’ambiente vuoto, ad esempio asportando partite pregresse di cereale, eliminando nicchie di annidamento e riducendo l’umidità con una buona areazione”. La pulizia del sito, sia di stoccaggio sia di lavorazione industriale, è determinante e può essere eseguita anche con operazioni cosiddette indirette di disinfestazione

RIDURRE LE PERDITE DI CEREALE PERMETTE DI LIMITARE LA VOLATILITÀ DEI MERCATI

dell’ambiente (debiotizzazione) e del cereale, attraverso presidi medico-chirurgici sempre più limitati dalla politica europea del Green Deal. In recepimento del Regolamento di esecuzione (Ue) 2021/2049, lo scorso 7 settembre sono, ad esempio, stati revocati tutti i prodotti fitosanitari a base di cipermetrina, prevedendo però una fase transitoria durante la quale è ancora ammesso il loro utilizzo, che terminerà il 31 ottobre 2023.

Nuovi metodi di disinfestazione

Attualmente si stanno conducendo diverse ricerche sulla possibilità di introdurre insetti antagonisti dei parassiti infestanti, mentre il controllo botanico, ossia l’impiego di oli essenziali, per il momento è precluso dagli alti costi di questi prodotti. Inoltre, tra gli strumenti alternativi a quelli tradizionali, è allo studio la possibilità di intervenire sulle atmosfere controllate, che rappresenta un orizzonte ancora poco battuto dagli stocker perché su questo tema la normativa è ancora poco chiara e in continua evoluzione. Si pensi all’uso dell’anidride carbonica alimentare, oggi consentito solo sulle derrate già sanificate, sulla cui validazione sta lavorando un consorzio per renderla quanto prima utilizzabile direttamente sui cereali anche non trattati. Un’altra frontiera della disinfestazione dell’ambiente di stoccaggio e di lavorazione dei cereali riguarda il controllo fisico-meccanico. Ideata soprattutto per la filiera biologica, prevede l’impiego di raggi UV, nonché del calore o del freddo, come insetticidi. Il problema è che tale pratica diventa performante solo dopo una forte esposizione, che determina estremi termici nell’ambiente. Per lo stoccaggio biologico, poi, esistono anche altre tre sostanze attive registrate: le pietrine naturali, la terra di diatomee e le farine fossili, adatte a tutti i tipi di colture. Per invertire il trend di aumento delle perdite di volume a causa dello sfrido lungo tutta la filiera, è bene intervenire con azioni precise: in fase di produzione con il miglioramento tecnologico; nello stoccaggio preferendo quello verticale all’orizzontale; nella macinazione evitando le perdite nella pulitura. “Ridurre le perdite - chiosa Cherubin - permette anche di limitare la speculazione, che oggi ha portato i prezzi dei cereali su quotazioni altissime”.

Stefano Cherubin di Newpharm

La disinfestazione ad alte temperature

Oggetto dell’intervento di Stefania Di Ciero, responsabile tecnico pest management di Thermopest, è stata la disinfestazione ad alte temperature, un sistema che non

AMMODERNARE I CENTRI DI STOCCAGGIO È ORMAI UNA CONDIZIONE NON PIÙ RIMANDABILE

prevede l’uso di sostanze chimiche e che soddisfa le linee guida della Comunità europea. “La tecnica di trattamento termico degli ambienti, considerata totalmente biologica, è una valida alternativa al gas tossico ed è applicabile in vari settori per l’eliminazione degli insetti infestanti. Per la sua efficacia oggi rappresenta l’unica alternativa ai sistemi di disinfestazione con gas tossici e, rispetto a questi, offre numerosi vantaggi”. Il principio di base è quello secondo cui gli insetti, in tutti i loro stadi vitali, muoiono a partire da una temperatura di 50 °C. Se sulle uova i primi effetti si ottengono con temperature tra i 40 e i 45 °C, sopra i 55 °C si osserva una rapida mortalità dell’intera popolazione di parassiti già dopo pochi minuti dal raggiungimento di questo livello di temperatura. Gli ultimi sviluppi di questo tipo di trattamento riguardano l’applicazione delle alte temperature per debellare alcuni virus e batteri tra cui la salmonella, che quest’anno ha interessato molte aziende. “A oggi - afferma Fernando Priolo, direttore di Thermopest e Soges - abbiamo effettuato due trattamenti entrambi conclusi con la totale eliminazione della salmonella. Stiamo poi cercando di mettere a punto una procedura per stabilire tempi e temperature specifici per questo genere di trattamenti”. Anche in questo caso il limite è l’obsolenza degli impianti, molti dei quali non sono dotati di sigillature per evitare la migrazione degli insetti tra i diversi ambienti dell’impianto o hanno il pavimento in legno che, in pratica, rende l’operazione ingestibile.

Stefania Di Ciero di Thermopest

Nuovi orientamenti tecnici e normativi

“Il fatto che in Italia si stia diffondendo il cappuccino dei cereali - ha spiegato nel

Paolo Guerra di Evoluzione Servizi suo intervento Paolo Guerra, consulente per la sicurezza alimentare e la gestione degli infestanti di Evoluzione Servizi - significa che dalle nostre frontiere passa di tutto, mentre non è così in altri Paesi come l’Australia o la Nuova Zelanda, dove i controlli fitosanitari sono rigidissimi”. Secondo il Rapporto Rasff 2019 citato da Guerra, fra i corpi estranei presenti nei cereali primeggiano i frammenti metallici e il vetro; fra i residui chimici è prevalente il Clorpyrifos; tra le micotossine prevalgono le aflatossine; mentre la salmonella è il principale microrganismo che infetta i cereali. Tale rapporto, secondo Guerra, “è un documento indispensabile per predisporre l’analisi del rischio anche in relazione ai Paesi di provenienza e alla necessità che ogni Paese possa stoccare le derrate di cereali per almeno 6-8 mesi. Se un trattamento non è stato efficace è necessario ripeterlo. Tuttavia, sarebbe opportuno che si iniziasse a parlare di condivisione del rischio tra mugnai e aziende di disinfestazione, così si potrebbe pensare a contratti più lunghi, magari di due o tre anni, per iniziare a considerare il disinfestatore come una sorta di partner”. Tra le soluzioni di disinfestazione proposte da Guerra c’è quella a base di Azadiracta indica, una pianta dalla quale si estrae l’olio di neem e da cui si ottiene l’azadiractina, una sostanza naturale con proprietà insetticida, acaricida e nematocida. Se fino al 2007 era possibile effettuare una sola disinfestazione all’anno con il bromuro di metile, ora si possono programmare, in base all’aggiornamento della normativa, fumigazioni con difluoruro di solforile attraverso una disinfestazione all’anno di circa 80-120 g/m3 per circa 48 ore, ovvero 800-1.200 kg/10 mila m3. Sono inoltre previste disinfestazioni con polveri inerti irrorate a liquido, come le polveri di silice con bicarbonato di sodio, che vengono utilizzate per proteggere superfici molto ampie sia nei depositi di stoccaggio sia negli ambienti di trasformazione. “Esiste poi un filone scientifico che si occupa di confusione sessuale - precisa Guerra - dove negli ambienti vengono collocati diversi supporti nella misura di uno ogni circa 30 m2, che rilasciano una quantità infinitesimale di feromoni pari a un milligrammo per un periodo di 90 giorni”.

Mariangela Latella

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