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Il salotto. Non esageriamo con l’“esageruma nen”
Giovanna Marzo Non esageriamo con l’“esageruma nen”!
Sono lieta di darvi il benvenuto nella rubrica più leggera di “Made In Cuneo”, generosamente affidata a me, perché sono un’impeccabile osservatrice di quel che di interessante accade nella sonnolenta Granda che, con un nome così, dovrebbe evocare potenza e gloria e, invece, grazie all’innata attitudine masochista sabauda al mantra dell’“esageruma nen”, spesso ne esce mortificata rispetto alla realtà. All’ombra del Monviso, tra una vigna e l’altra, si consumano scene epiche, successi e tragedie degne di Omero, vizi e virtù che infuocano falò delle vanità e lotte politiche, spesso intonacate di polenta per attutirne il fragore. Anche qui il Covid ha inciso sulle abitudini sociali. Molti imprenditori hanno vissuto la tragedia del doversi fare la tinta in casa e sono di colpo passati dal tradizionale mogano scuro, lanciato anni fa da chi sapete benissimo, a un più solare color “bunet”: marroncino con striature caramello. Abbiamo dovuto rinunciare al piacere di incontrarci di persona, ripiegando su asettiche riunioni in Zoom, in cui tutto il mondo ha adottato l’eleganza cuneese: giacca, cravatta e pantaloni della tuta, un classico dello stile riscontrabile sotto i portici delle “sette sorelle”. In ogni caso, quando diremo addio a questi maledetti convegni on-line, potremo tornare a fare ciò che più ci piaceva: lamentarci che a Cuneo non si trova mai parcheggio! Non l’avrei mai immaginato, eppure ho provato tanta malinconia per l’annullamento degli eventi mondani cuneesi e tutte quelle belle sagre in cui i politici ripetono sempre lo stesso discorso, cambiando il nome della città e concludendo con un’emozionante «Presto completeremo l’Asti-Cuneo»: conosco un’imprenditrice che la prima volta che lo ha sentito militava nel Gruppo Giovani e oggi è al terzo giro di botox. A proposito di botox, mi è mancato così tanto il rituale spettacolo di fine anno al teatro “Toselli” organizzato da Confindustria, dove l’importante non è lo spettacolo di per sé, ma vedere chi c’è, com’è vestito, da chi è accompagnato e in che punto della sala è seduto, elemento determinante per comprendere la posizione di potere. Si capiscono più cose di politica confindustriale in una serata di Natale che nella relazione programmatica di un presidente. Come ripiego ho assistito in tv all’“inauguration day” di Biden e, per ammazzare la frustrazione di non essere presente in pompa magna, ho vivisezionato ogni singolo outfit, concludendo che, nonostante la più elegante fosse senz’altro Michelle Obama con quel cinturone da Wonder Woman che manco la Cirio se lo sogna, è il carismatico e contagioso sorriso di Kamala Harris ad aver di gran lunga conquistato la mia approvazione. Non so se l’entusiasmo me l’abbia acceso la meringa di Arione, ma quando la giovane poetessa Amanda Gorman (foto) ha declamato “The hill we climb” (“La collina che scaliamo”), cari miei, per un attimo il mio cinismo mi ha abbandonata e ho pensato alle nostre imponenti montagne e dolci colline e credo proprio parlasse di noi, perché veste perfettamente il nostro modo di essere cuneesi, intenti a scalare, impavidi della fatica, per arrivare alla cima e assaporare la felicità della vetta. Vi avevo detto all’inizio che questa è la rubrica più leggera della rivista, ma come diceva l’amato Italo Calvino «la leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto». Sorridendo, a volte, si liberano profondi pensieri.
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Beppe Malò
Si rivedono le ruspe al lavoro per la costruzione dell’autostrada Asti-Cuneo. Gli ultimi lavori si erano svolti nel 2012 e, da allora, nulla si era mosso, mentre il viadotto interrotto sul nulla nel territorio di Cherasco diventava il simbolo dell’ennesima incompiuta all’italiana. Il cantiere è stato allestito a Cantina Roddi e concernerà il collegamento del nuovo nastro d’asfalto con la tangenziale di Alba che, a differenza di quello che era il progetto alla base della gara d’appalto europea degli anni Novanta, entrerà a far parte del tracciato autostradale. Infatti in origine l’Asti-Cuneo avrebbe dovuto seguire un percorso proprio, affiancandosi alla circonvallazione inaugurata nel 1985, comprensiva del ponte strallato progettato dall’ingegenr Giuseppe Vassallo e realizzata dalla Provincia. Ma in corso d’opera emersero ostacoli, tecnici e finanziari giudicati insormontabili, in forza dei quali si abbandonò l’ipotesi di realizzare un tunnel sotto il Tanaro che bypassasse la città. Allo stesso modo, ed è uno dei punti più scottanti della questione, ci si rese conto dell’eccessiva onerosità del traforo previsto sotto la collina di Verduno. Dopo (troppi) anni di violente polemiche che hanno coinvolto la politica nazionale e i decisori comunitari, è stata trovata la quadra che ha permesso di far ripartire i lavori. Si tratta di una buona notizia anche per Confindustria Cuneo che da sempre si batte a favore di questa opera pubblica. Sul tappeto, però, restano numerose incognite. Di qui la cautela degli amministratori regionali e locali, i quali hanno sì festeggiato l’evento, ma si mantengono in attesa di garanzie e di atti definitivi.

