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“Ecco alcuni degli aspetti più spinosi”

Marco Bruna Illustra Alcune Criticit Della Nuova Pac Decise A Livello Europeo

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di Fabio Rubero

Come scritto sui precedenti numeri de L’Agricoltore cuneese, la nuova Politica Agricola Comune (che rappresenta la più importante voce di spesa dell’Unione Europea) si distingue dalla precedente soprattutto per la drastica riduzione del contributo fisso e la contestuale introduzione di alcune variabili che hanno l’obiettivo di premiare economicamente le aziende maggiormente virtuose. Non convincono, tuttavia, alcune scelte di difficile interpretazione e l’approssimazione con la quale ad oggi, dopo oltre due mesi, le aziende si trovano ancora ad avere a che fare. Ne abbiamo parlato con Marco Bruna, Responsabile CAA di Confagricoltura Cuneo. Bruna, qual è il suo giudizio sulla nuova Politica Agricola Comune?

“Innanzitutto, occorre dire che purtroppo su molti temi c’è ancora parecchia confusione. Sugli ecoschemi relativi alla zootecnia, ad esempio, stiamo continuando a chiedere delucidazioni su alcuni punti senza ottenere risposte ufficiali. La nuova PAC non soddisfa del tutto sia dal punto di vista dei contenuti, ma anche sotto il profilo organizzativo perchè mancano parti operative sostanziali che rendono davvero difficile spiegare e consigliare le aziende su come è meglio muoversi”.

Ecoschemi che hanno l’obiettivo di incentivare le aziende ad impegnarsi per la sostenibilità ambientale e che sono la principale novità della nuova PAC. Come li giudica?

“È giusto premiare le aziende che prestano attenzione, ma gli agricoltori devono avere ben chiare quelle che sono le ‘regole del gioco’, altrimenti come possono fare le loro valutazioni? Continueremo a cercare di far luce su alcuni aspetti, non secondari, che oggi non sono chiari”.

Un esempio?

“Sull’ecoschema 1 a oggi non è certa la valutazione su quanti €/UBA (Unità di Bestiame Adulto ndr) vengono corrisposti alle aziende che aderiscono al sistema di certificazione volontaria SQNBA impegnandosi al pascolamento dei capi. Il massimale è di 250 euro, ma potrebbero essere 230 o solamente 200. Capisce che non è proprio la stessa cosa…”

Un’altra novità importante riguarda l’obbligo, che tuttavia scatterà dal 2024, della rotazione annuale delle colture. Cosa ne pensa?

“Penso che le aziende italiane potrebbero anche valutare se, come si dice, il gioco vale la candela. Potrebbero ritenere che quanto corrisposto sia meno vantaggioso del poter avere libertà di coltura. Insomma, è una misura, una delle tante, che penalizza fortemente le aziende italiane”. Quali sono le altre?

“È del tutto evidente ad esempio che gli ecoschemi sulla zootecnia favoriscono le aziende che hanno centinaia di ettari di pascoli. Le aziende italiane hanno in media terreni per 15-16 ettari, mentre se andiamo in Francia e nel Nord Europa troviamo distese sterminate di pascoli. Capisce perché anche qui non sono stati tutelati gli interessi dei nostri agricoltori? Credo che una tiratina di orecchie a chi ha rappresentato il nostro paese in sede di redazione della nuova PAC andrebbe fatta”. Nella nuova PAC la condizionalità diventa “rafforzata” e vede l’aggiunta della condizionalità sociale. A cosa devono fare attenzione le aziende per non incappare nelle sanzioni?

“Questa è un’altra novità importante. Se, infatti, fino all’anno scorso si poteva essere sanzionati principalmente per il mancato rispetto di normative a tema ambientale, ora invece si potranno subire decurtazioni o la totale esclusione dal contributo anche in caso di mancato rispetto delle norme sulla sicurezza sul lavoro e sulle condizioni di lavoro”.

Al netto delle novità, la nuova PAC è econo- micamente più povera della precedente. Dunque le aziende, tutte, anche le più virtuose, avranno un contributo economico minore rispetto agli anni prima?

“Sì, se considera che il contributo fisso è sceso del 47%, anche considerando i “bonus”, è possibile affermare che, indicativamente, tutte le aziende avranno meno. Tuttavia ci sarà chi vedrà un segno meno più piccolo, come gli allevatori, e chi ne vedrà uno molto più grande, come ad esempio chi coltiva cereali”. Tra le tante cose negative, c’è una cosa che ritiene positiva della nuova PAC?

“Una c’è ed è la conferma del Premio Giovani poiché è naturalmente di fondamentale importanza incentivare economicamente i giovani imprenditori agricoli. Un aspetto positivo che tuttavia era abbastanza scontato venisse confermato”.