Notiziario dell'APEC, n° 65-67 del gennaio/giugno 2013

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17 maggio del 1953: si inaugura l’impianto romano, teatro di tanti grandissimi eventi, tra cui i Giochi della XVII Olimpiade. Da allora, sessant’anni stracolmi di storia dello sport. Ad esso dedichiamo questa copertina con la foto di come era nel 1960

Vittorio Peconi dallo scorso 8 febbraio è il nuovo Presidente dell’ A.Pe.C. E’ stato eletto con il 91% dei voti e succede ad Angelo Menna, che per ben venti anni è stato indiscussa guida dell’ Associazione. All’interno cronaca e atti dell’Assemblea


In realtà non c’è mai stata soluzione di continuità tra la precedente gestione e la nuova. Con un Comitato Direttivo che si è rinnovato di circa il 50% dei propri quadri (...ed ora vanta la presenza di 7 donne su un totale di 10 componenti), il neo-eletto,Vittorio Peconi non ha fatto altro che trasferirsi … di scrivania, e da lì continuare il quotidiano lavoro che imperterrito svolge da ormai 13 anni. Senza fare scontato sentimentalismo, possiamo assicurare che venerdì 8 febbraio veleggiava nell'Aula Magna del Centro Onesti una atmosfera cordiale, amicale ed anche particolarmente emozionata. Infatti in tutti i presenti c'era la convinta percezione che quell'occasione imponeva una "chiamata a raccolta" di tutti i soci, per dimostrare ad Angelo Menna, cioè colui che è stato "primus inter pares" per ben 20 anni e soprattutto vera anima ispiratrice dell'APEC, la nostra riconoscenza, il nostro ringraziamento, il nostro affetto. Inoltre la presenza (diretta o per delega) aveva anche un secondo, altrettanto importante significato da lanciare sia all'interno che all'esterno del mondo APEC: non si pensi che il "dopo Menna" possa significare l'inizio di un impoverimento strutturale e potenziale dell'Associazione, ma esattamente il suo contrario. In altre parole, sulla scorta di quanto l'ancient President non ha mai smesso di sollecitare (...e lo stesso appello finale contenuto nella relazione letta in Assemblea è testimonianza probante), si è voluta rendere pubblica "la convinta disponibilità" di tutti i soci ad un maggiore coinvolgimento alla vita associativa, oggi ancor più realizzabile rispetto a ieri grazie alle svariate modalità che sono a disposizione di tutti e che lo stesso Menna ha voluto ricordare nella summenzionata relazione. E l'elezione dei nuovi organi dirigenti dell'APEC (composti per quasi il 50% da "forze nuove", e soprattutto da oltre il 70% di donne) fa sperare che il "dopo Menna" segni l'inizio di una nuova "primavera" dell'Associazione. Già in questi primi quattro mesi di “nuova gestione” si è ripreso a lavorare a pieno regime: tra l’altro incombe sull’A.Pe.C. (...si dice che è “problema comune”, ma non per questo da considerare “mezzo gaudio”, come dice un popolare proverbio) una pesante riduzione del contributo annuale del CONI, e questo dovrà impegnare ancor più la nuova dirigenza eletta, per far in modo che il motore dell’Associazione possa continuare a muoversi sempre a pieno regime! Con l’abile regia del presidente Peconi, siamo convinti che ci riusciranno!

Votanti presenti e per delega Voti espressi

237 234

Presidente: Vittorio Peconi Silvia Brinchi Giusti schede bianche schede nulle

216 voti 13 voti

Consigliere: Anna Faccani 193 voti Emilio Alborghetti 184 voti Rita Lena Monzoni 171 voti Fabio Sassi 165 voti Giuliana Accettola 164 voti Augusto Rosati 163 voti Paola Cardosa 162 voti Carla Tonialini 144 voti Vesna Karic 142 voti Alessandra Tabarrini 140 voti Rossana Gabelli 58 voti Rossana Lazzari 54 voti Rossana Bortolin 38 voti Gerardo Vaiani Lisi 30 voti Andrea Vessicchio 24 voti Gianfranca Belli 22 voti 0 schede bianche 16 schede nulle

eletto 2 3 eletta eletto eletta eletto eletta eletto eletta eletta eletta eletta

Presidente Collegio dei Revisori dei Conti Marcello Agostini 216 voti Componenti Collegio dei Revisori dei Conti Pierluigi Gatti 212 voti titolare Roberto De Cesare 198 voti titolare Maria Mancuso 179 voti supplente Oretta Mugnaini 179 voti supplente Componenti Collegio dei Probiviri : Maria Rita Ingegneri 234 voti Pia Bonettini 234 voti Mario Giordano 234 voti Romolo Proietti 234 voti


Dall’8 febbraio è Presidente dell'A.Pe.C. Succede ad Angelo Menna che ha lasciato dopo una gestione durata 20 anni ininterrotti. L'elezione ha visto la partecipazione, diretta o per delega, di 237 soci. A lui sono andati 216 voti (oltre il 91% dei consensi). Opera attivamente nell’Associazione dal 1996. Se dopo aver letto il suo curriculum professionale chiedessimo a Vittorio Peconi il suo luogo di nascita, e da lui ci sentissimo poi rispondere "il CONI", non dovremmo sorprenderci più di tanto. Sì perché il nuovo presidente dell'A.Pe.C., nato il 22 marzo del 1931, è entrato al Comitato Olimpico Nazionale Italiano in giovanissima età, nell'ottobre del 1950, chiamato per una sostituzione alla Federazione Pugilistica, e divenuto poi dipendente effettivo appena cinque mesi dopo, nel febbraio 1951. Nel CONI, o meglio prevalentemente nella FPI, ha svolto la sua lunga carriera professionale, che qui brevemente riepiloghiamo. Immediatamente inserito nei ruoli dell’organismo che gestisce la boxe in Italia, ha avuto vari incarichi e svolto varie mansioni per 16 anni consecutivi (... gli anni d'oro del pugilato italiano!), e durante questo lasso di tempo ha avuto anche modo di essere uno dei delegati tecnici della nazionale italiana di questo affascinante sport alle Olimpiadi di Roma del 1960 (ndr: ricordate il bell'articolo a sua firma sul pugilato, pubblicato sull'inserto speciale realizzato dal nostro Notiziario per il cinquantenario della "nostra Olimpiade"?). Poi, per le sue riconosciute capacità di ragioniere nonché per la sua profonda conoscenza dell'ambiente amministrativo delle Federazioni, allorquando nel 1966 il CONI diede vita all'accentramento contabile delle FSN, fu chiamato ad operare presso il servizio della Ragioneria Generale dell'Ente, ove è rimasto fino al 1972. Ma appena portato "a pieno regime" il motore contabile secondo le innovative direttive, e concluso quindi il suo compito di trade union tra Federazioni e CONI, è voluto ritornare immediatamente al suo primo amore, la Pugilistica, ove è rimasto fino alla sua entrata in quiescenza. E stavolta con più importanti responsabilità: dal 1972

al 1974 è stato Vicesegretario Generale, e dal 1974 fino al 1986 ha ricoperto la carica di Segretario Generale. Altri 14 anni quindi di coinvolgimento totale nel contesto del suo sport più amato, durante i quali, oltre all'importante responsabilità amministrativa, è stato capomissione per questo sport in tutte le Olimpiadi fino al Los Angeles (1984). Raggiunta l’età della pensione nel 1986, è uscito dai ruoli del CONI, ma una persona attiva come lui non poteva certamente rimanere "a non far niente", ed ovviamente ha continuato quindi ad operare all'interno del movimento sportivo in qualità di collaboratore, ma stavolta della Federazione Italiana Rugby, come responsabile del bilancio e della contabilità. Nel 1996 dopo 46 anni di attività lavorativa ha pensato bene di "smettere di lavorare per professione". Ma, ormai “il personaggio” lo abbiamo conosciuto di che pasta è fatto: ovviamente non poteva rimaner fermo ed allora ha pensato bene di venire a lavorare “da volontario”all' A.Pe.C.! E nella nostra Associazione, in tandem con Angelo Menna, ha trovato subito da fare qualcosa: dapprima è stato eletto Presidente dei Revisori dei Conti, poi è stato eletto membro del Direttivo, ricoprendo in tempi successivi la carica di Segretario e dal 2009 quella di vicepresidente. Fino ad arrivare all'ultima assemblea elettiva dell'8 febbraio scorso, ove con poco più del 91% dei consensi è stato eletto Presidente. A questo punto, augurargli solo "buon lavoro" può sembrare riduttivo: ed allora con affetto ed ammirazione gli rivolgiamo il nostro sincero augurio di “buona continuazione"! Post scriptum. Dimenticavamo una informazione (per lui) importante: Vittorio Peconi è nato a Roma, a Porta Cavalleggeri, a due passi dalla Basilica di San Pietro. Scusate se è poco! (A.R.)


Subito dopo la comunicazione dei risultati ufficiali che hanno sancito la sua elezione a Presidente, Vittorio Peconi ha voluto dedicare il suo “primo atto ufficiale” rivolgendo il suo più sentito ringraziamento ad Angelo Menna, che per ben 20 anni è stato il leader indiscusso della nostra Associazione per la quale ha dedicato tutto il tempo e tutte le energie a sua disposizione Come primo atto da presidente dell’APEC ho il piacere e l’onore a nome di tutti gli associati di rivolgere il più vivo ringraziamento ad Angelo Menna, che dal 1994 fino a questa mattina è stato il nostro “primus inter pares”. E’ vero che, considerati i rapporti di fraterna amicizia e di sincera quotidiana collaborazione che mi legano da tanti decenni ad Angelo, questo compito non può che immalinconirmi e commuovermi, ma credo che in questo momento tutti noi soci dell’APEC, ed io per primo, abbiamo e sentiamo il dovere morale di esprimerti, caro Angelo, tutta la nostra riconoscenza per quello che quotidianamente hai fatto per dare qualità e prestigio alla nostra Associazione. Un lavoro meticoloso, realizzato con quella sobrietà, quella cortesia, quella onestà, quella serietà, quell’eleganza che ti hanno sempre caratterizzato e distinto nel CONI e nella vita quotidiana. Di te abbiamo sempre apprezzato la spiccata capacità di rendere semplici i problemi più ardui. Di te, almeno personalmente, ho sempre amichevolmente invidiato la capacità di individuare nel giusto modo ed in tempi brevi il nucleo essenziale delle varie questioni per poi essere pronto a proporre le più valide soluzioni. E ciò lo hai fatto sempre nello scrupoloso rispetto delle dinamiche democratiche che sono il presupposto per una corretta gestione collegiale. Ed infatti nelle riunioni di Consiglio, come nella routine quotidiana, di te ho sempre apprezza-

to il tratto riservato ed il comportamento prudente ed accorto, (che non è mai sembrato sintomo di timidezza o incertezza, ma che fa parte della tua attitudine naturale, culturale e strutturale), e che volutamente hai assunto per garantire il libero svolgersi della dialettica decisionale tra noi consiglieri. Così facendo, con eguale abilità e con paterna naturalezza, in modo autorevole ma non autoritario, sei riuscito a sdrammatizzare contrasti, contrapposizioni, divergenze di idee, che talvolta fisiologicamente, sono insorti all’interno del nostro gruppo, facendo così in modo che si raggiungessero soluzioni condivise. Circa i tuoi rapporti con l’esterno, dobbiamo esserti riconoscenti per come hai sempre preso ferme posizioni in favore ed a sostegno dell’APEC, assumendoti nel caso senza titubanza la piena responsabilità di decidere. Smetto qui, perché non voglio che queste mie parole possano essere intese come una orazione celebrativa: sono invece espressione del sincero ringraziamento che tutti noi, caro Angelo, vogliamo tributarti con affetto e stima. Ma permettimi anche di rivolgerti un caloroso invito: quello di continuare ad esserci vicino, a supportarci con i tuoi contributi di idee, a confortarci con la tua saggezza. Con l’auspicio che aderirai con la vivacità e l’impegno di sempre a questo nostro desiderio, noi tutti ti rinnoviamo il nostro più affettuoso e sentito ringraziamento. (Vittorio Peconi)


Anziché pubblicare la cronaca dei lavori abbiamo deciso di proporvi la testimonianza di Luciano Barra, che con brevi ma incisive note ci rende partecipi delle sue emozioni: una fotografia autentica dell’atmosfera che ha caratterizzato la nostra Assemblea. La vita è un continuo viaggio che ti fa sempre scoprire nuove cose e nuove sensazioni. Il mese di febbraio si è aperto con una piacevole sorpresa. Avevo visitato a gennaio l’Associazione Pensionate per rinnovare la preziosissima assicurazione sanitaria e lì ho incontrato Angelo Menna in procinto di preparare l’Assemblea in cui avrebbe lasciato – alla incredibile età di 92 anni – la Presidenza dell’Associazione dopo tanti anni. Non avevo mai partecipato all’Assemblee precedenti, non per snobismo , ma fondamentalmente perché (vivendo io in Toscana a Cortona) non avevano mai conciso con le mie presenze romane. Sentivo però questa volta la voglia di parteciparvi soprattutto per rendere omaggio a Menna, che come ho avuto più volte modo di scrivere, è l’unica memoria storica del CONI. Lui gentilmente mi disse “mi farebbe piacere che venissi e vorrei proporti di fare il Presidente dell’Assemblea”. Potevo rifiutare questo onore ? Era un motivo di più per andare. La giornata era fredda ma bellissima e la storica Aula Magna della Scuola dello Sport, intitolata a Giulio Onesti, ha richiamato tanti bei ricordi. Ma la cosa più emozionante è stata quella di rivedere ed salutare persone con cui si erano divisi ricordi, avventure , illusioni , delusioni e tanto altro. Come mi ero ripromesso ho espresso il mio ringraziamento a Menna non tanto per quanto da lui fatto per l’Associazione in tutti questi anni (dal 1974 !) ma so-

prattutto per l’umanità e l’affetto con cui ha saputo gestire l’Associazione. A chi scorre queste brevi righe rivolgo la viva preghiera di leggersi il suo saluto nell’ultimo del notiziario dell’APEC. Vi sono espressi dei concetti che meritano di essere letti e riletti, soprattutto quello della “cultura dello stare insieme” poi sviluppato magistralmente da Augusto Rosati (il miglior acquisto dell’Associazione) nello specifico articolo. Merita davvero che tutti riflettiamo sul significato e sull’importanza che l’Associazione deve e può avere per ognuno di noi. Non basta sapere che esiste perché si batte per i nostri interessi economici o per quelli assicurativi. Per questo mi è dispiaciuto vedere che all’Assemblea molti dei colleghi di vertici non erano presenti : in tutto una decina o poco più fra segretari di federazione e dirigenti CONI. Mi piace ricordare tre nomi, Tonino Orati, Gigi Cimnaghi e Gianni Calderone. La loro presenza mi ha riempito il cuore! Infine voglio parteciparvi un’altra sensazione: mi ha toccato molto il momento in cui in un’impennata di orgoglio la platea ha dato un segnale di positivo orgoglio nei confronti del “il CONI”. E qui chiudo i miei appunti di viaggio, non prima di esprimere la speranza che per il futuro tutti noi si possa riflettere sull’importanza di supportare con la nostra presenza e soprattutto con la nostra memoria il lavoro dell’Associazione, avendo come esempio quanto fatto da Angelo Menna. (Luciano Barra)

NOTIZIARIO DELL’APEC ASSOCIAZIONE PENSIONATI CONI Direttore Vittorio Peconi Direttore Responsabile Augusto Rosati Foro Italico, 00135 Roma Telefoni: 0636854045 - 36854049; fax: 06.36854042 - 36854044 web: www.pensionaticoni.it; email: pensionaticoni@alice.it Registrazione Tribunale di Roma n°132/2000 La stampa del Notiziario è effettuata da TIPOGRAF srl, Roma, via Costantino Morin 26/a, tel. 06.3724146, fax: 06.3701054


Con commozione composta ma molto evidente, Angelo Menna ha riferito sull’attività 2012 evidenziando le “cose buone” che sono state realizzate a favore dei Pensionati CONI, ma anche lanciando, nel suo ultimo intervento da presidente, un appassionato appello a tutti i soci perché continuino a garantire nel tempo il loro sostegno all’APEC. Cari amici, sono davvero contento di trovarmi qui stamattina in mezzo a voi: non è certo la prima volta che, in occasioni di tal genere, avete ascoltato questa mia affermazione, ma, come ogni volta, e così oggi, ci tengo a sottolineare come essa sia davvero spontanea e sincera. Sono contento perché avverto la vostra sincera considerazione ed affetto nei miei riguardi, ed anche perché, a mia volta, verso ciascuno di voi nutro sincera considerazione e sincero affetto. In occasioni come questa odierna viene a rafforzarsi la mia convinzione "di sempre" sull'importanza dell'A.Pe.C., sul suo essere punto di riferimento aggregante tra i soci: un organismo che sa rendere più solide le antiche amicizie e che sa favorirne delle nuove; una struttura che sa stimolare la reciproca solidarietà e la collaborazione tra tutti noi. Ed è molto importante che una categoria come la nostra, cioè quella dei pensionati, possa poter contare su un organismo del genere, soprattutto in un momento storico e sociale che attualmente stiamo vivendo, ove, come ho avuto modo di sottolineare sull'editoriale dell'ultimo numero del Notiziario APEC "...il rischio minore per noi categoria di indifesi, è quello di sentirci insicuri, impauriti di fronte all'evolversi turbolento delle vicende che si accavallano e che ci circondano". Una situazione che indubbiamente ci pesa, ci spaventa, anche in ragione della nostra non più giovane età e delle conseguenti nostre limitate energie a disposizione, ed ognuno di noi comincia ad avvertire sempre più viva ed urgente la necessità di non sentirsi isolato, ma di relazionarsi in modo più concreto con gli altri. Ma per nostra fortuna c'è l'A.Pe.C.! Come tutti sapete, questa è per me un'assemblea molto particolare, poiché pone fine alla mia carica di Presidente dell'Associazione, che ho avuto il piacere e l'onore di ricoprire per ben diciannove anni consecutivi. Prima di inoltrarmi in una pur breve disamina dell'anno appena trascorso, desidero - non con poca emozione - porgere a tutti voi il mio più sincero grazie per la bella avventura che mi è stato consentito di vivere nel corso di questi anni. E' stata una esperienza bellissima ed inimmaginabile, che terrò nel cuore con orgoglio e con affetto finché me ne sarà data la possibilità. Lasciando questo incarico, posso dire in tutta sincerità di sentirmi soddisfatto del lavoro svolto fino ad oggi, pur nella consapevolezza che forse si poteva fare di meglio e di più. Mi auguro comunque che quel "poco o tanto" che è stato realizzato (e lascio a voi giudicare) possa essere servito a qualcosa. Ma di una cosa sono ben certo: non lascio la responsabilità della gestione della Associazione a persone sprovvedute o impreparate, perché ho la piena convinzione che già da questa mattina, ad elezioni concluse, l'A.Pe.C. sarà affidata a colleghi in grado di rappresentarvi e di battersi per il bene della nostra Associazione ancor meglio di quel che ha fatto il sottoscritto. E permettetemi di ringraziare "ad alta voce" e con tutto cuore coloro con i quali in tutti questi anni ho avuto il piacere e l'onore di lavorare: ho incontrato persone splendide, tutti volontari e soprattutto tutti fraterni amici, senza i quali, se mi fosse venuto a mancare il loro quotidiano supporto, l'A.Pe.C. avrebbe perso ogni suo significato istituzionale. Ed ora passo a farvi un breve accenno all'anno appena concluso. Credo che la nostra attività sia conosciuta da tutti voi, anche perché gran parte di voi ne hanno fruito. Non voglio tediarvi più di tanto nel raccontarvi "per filo e per segno" quel che abbiamo fatto. Sia ben chiaro però che nel corso dei dodici mesi passati, grazie sempre alla collaborazione precisa e concreta dei colleghi volontari, la nostra associazione ha affrontato con competenza tutti i problemi connessi alle funzioni e agli scopi indicati nel nostro Statuto, così come ha cercato di risolvere tutti quei quesiti prospettati dagli associati in merito a problematiche che riguardano la nostra categoria. E' stata una attività quotidiana intensa, ove si è cercato soprattutto di dare soddisfazione e risposte ad ognuno che si è rivolto alla nostra segreteria. Come sempre, anche se con un volume relativamente minore al passato, non sono mancati anche i grandi "impegni". Mi riferisco al fatto che è stata avviata l'azione collettiva con la quale è stata richiesta l' applicazione dell'art.11 del DL 252/2005, che stabilisce la ritenuta forfettaria del 15%


sull'imponibile della pensione integrativa. Il problema è ancora in corso di approfondimento e di studio da parte degli organi competenti e mi auguro possa essere risolto quanto prima, anche perché potrà dare nuova linfa alla nostra pensione del Fondo di Previdenza del CONI. Particolare attenzione è stata riversata agli aspetti assicurativi, mi riferisco soprattutto alla Polizza Sanitaria, ma anche a quella degli infortuni, nonché a tutte le altre coperture accessorie, come quelle riguardanti le automobili, le moto e le abitazioni. Pur non con poche difficoltà, dobbiamo dire che è stato fatto un buon lavoro: una affermazione che viene suffragata dai numerosi consensi ed apprezzamenti ricevuti dai colleghi che hanno fruito di tali opzioni. Tra l'altro ho il piacere di comunicarvi che proprio nei giorni scorsi tutte queste polizze sono state rinnovate con pochi sostanziali cambiamenti rispetto al passato. Una novità importante è che abbiamo ottenuto anche una assistenza tecnico-amministrativa ai soci da parte della Caspie, qui nella nostra sede, oltre che la conferma della assistenza presso l'ufficio gestione che si trova nella sede centrale del Palazzo CONI. In ogni caso tutti i dettagli si trovano sul nostro sito Internet nonché attraverso le rituali comunicazioni cartacee che vi inviamo periodicamente. Dalle assicurazioni al tempo libero: anche quest'anno non è mancato il nostro impegno verso le attività socioculturali, ed i colleghi del competente gruppo di lavoro sono riusciti a proporre iniziative che hanno riscosso ottimo successo, anche e soprattutto perché sono riusciti a mettere in porto proposte accessibili, anche in relazione al non certo positivo momento economico del Paese che indubbiamente fa sentire i suoi effetti negativi anche su noi pensionati. Per lasciare spazio alla seconda e più importante fase di quest'assemblea, quella elettiva tra lascio quindi di entrare nei particolari dell'attività svolta, sottolineando comunque che sia io che gli altri colleghi del direttivo uscente siamo qui a disposizione per eventuali vostre domande. Prima di lasciarvi voglio però lanciare l'ultimo appello nella qualità di presidente di questo magnifico organismo che è l'Associazione Pensionati CONI. Mi rivolgo a tutti voi con un caloroso invito: quest'anno sono 40 anni che è nata l’idea di creare l'A.Pe.C.: è una ricorrenza significativa che mi auguro sia ricordata nella maniera più giusta, a degno preludio dei festeggiamenti che si faranno per il quarantennio della sua istituzione nel 2014. Dovrà essere un appuntamento che stimolerà tutti ad essere sempre vicini a

questo organismo, per rafforzare con vigore e sostanza il suo ruolo di riferimento della nostra categoria. Ma ricordiamoci che un simile obiettivo per essere perseguito ha necessariamente bisogno di nuove energie, e soprattutto ha bisogno del concorso di tutti! E' questo il punto fondamentale, dal quale non è possibile derogare: l'A.Pe.C., perché possa essere veramente efficiente, vitale, ha infatti la necessità di "essere vissuta" da ogni socio, ovviamente nella misura che le proprie situazioni personali gli consentono. Ma nessun timore: "vivere l'A.Pe.C." non è difficile, né impossibile, e si realizza attraverso un'ampia gamma di opportunità, che vanno dalla presenza in sede, prerogativa che può essere di chiunque sia disposto a dare una mano (...i volontari sono sempre ben accetti) ma che principalmente riguarda i colleghi eletti negli organi direttivi, fino a quelle "azioni minime" che servono per essere ragguagliati sulle attività dell'Associazione (...una visita di cortesia, una telefonata, l'invio di una lettera o di una e-mail; la lettura dei comunicati e del nostro giornale; la visita frequente al nostro sito internet, che è sempre aggiornato e pronto a dialogare con tutti voi), passando ovviamente a quella fase intermedia che poi rende visibile all'esterno la "vita attiva" dell'A.Pe.C., vale a dire fruendo delle opportunità di patronato e sindacali che fino ad oggi hanno riscosso adesioni e consenso, ma anche partecipando alle tante iniziative che ogni anno si realizzano nell'ambito dei programmi culturali e del tempo libero, che, è sempre bene ricordarlo, sono per tutti i gusti e soprattutto a un costo estremamente accessibile. Dico questo perché sono convinto che quanto sarà più intensa e concreta la vostra vicinanza all'A.Pe.C., tanto sarà più efficace per i nuovi dirigenti che eleggerete fra poco, lo stimolo ad impegnarsi sin da subito a perseguire i fini e gli obiettivi per i quali lungimiranti colleghi (dei quali è sempre vivo in noi il loro ricordo), ben quaranta anni fa fondarono questo nostro organismo. Sul tema potrei continuare a parlare per ore ed ore: voi sapete bene qual è stata il quale è la mia affezione all'A.Pe.C. Ma non voglio aggiungere altro, ed a questo punto posso serenamente lasciare il mio posto al nuovo Presidente, al quale garantirò comunque, finché me ne sarà data la possibilità, la mia totale collaborazione. Grazie ancora carissimi amici. Auguri e buona fortuna a tutti! (Angelo Menna) (La relazione è stata approvata dall’Assemblea all’unanimità)


Prendendo in prestito il famoso motto dei “Tre moschettieri” (...ma nel caso dell’APEC, tra eletti e nominati, sono almeno venticinque) riportiamo un breve flash sulla prima riunione del Consiglio Direttivo svoltosi dopo l’Assemblea. Un incontro caratterizzato da molta cordialità, da una certa vivacità e soprattutto da tanta voglia di lavorare. Gli ingredienti necessari perché da fare ce n’è molto, e le difficoltà di ogni genere sono diventate prassi quotidiana. Sotto la presidenza di Vittorio Peconi, che ha inaugurato così il nuovo prestigioso incarico conferitogli nel corso dell'Assemblea Elettiva dello scorso 8 febbraio, e con la graditissima presenza di Angelo Menna, nella nuova veste di Presidente Onorario dell'A.Pe.C., si è svolta giovedì 21 febbraio la prima riunione del nuovo Consiglio Direttivo, cui hanno partecipato tutti gli eletti al CD (tranne, per giustificati motivi personali Vesna Karic), il Collegio dei Sindaci ed il Collegio dei Probiviri. Come primo atto del Consiglio si è provveduto a completare i quadri dirigenti per il quadriennio 2013-2016, con le nomine di competenza del Consiglio medesimo: in questo contesto si è deciso all'unanimità che i due Vice Presidenti siano Anna Maria Faccani (cui sono state attribuite anche le funzioni vicarie) e Emilio Alborghetti, mentre è stata nominata Segretario dell'Associazione Paola Cardosa. Confermato Augusto Rosati come responsabile della Comunicazione e di direttore responsabile della nostra rivista periodica. Si è

poi passati a nominare il Giudice Unico effettivo e quello supplente: la scelta è caduta rispettivamente sul Dr. Nicola Bozzi e dell'Avv. Stefano Peconi. Per quanto concerne invece le figure del Procuratore Sociale effettivo e di quello supplente, sono state nominate rispettivamente Luciana Rapini e Maria Rita Gheghi. Il Consiglio poi sul piano operativo ha confermato l’esistenza del Gruppo di Lavoro Attività socioricreative (ove tutti i Consiglieri sono chiamati a collaborare, integrandosi tra di loro anche nell’ambito della Segreteria), nonchè ha espresso in linea di massima il suo consenso perché sia attivato un nuovo Gruppo di Lavoro Cultura, attraverso il quale, si auspica, possano essere coinvolti anche altri soci esterni al Consiglio. A tal proposito il C.D. si riserva di discutere in autunno detta questione per addivenire ad un progetto operativo che, muovendosi sulle linee guida sotto riportate, riesca a catalizzare ulteriormente l’interesse degli Associati.

Partendo dalle competenze definite dallo Statuto (art. 2, p.1h: “L’APEC svolge la sua attività di carattere culturale e di promozione in armonia con gli indirizzi ...del CIO...del CONI….delle FSN,.delle DSA e degli EPS”) il Gruppo Cultura dovrebbe intraprendere iniziative finalizzate alla raccolta storica delle informazioni sportive (bibliografiche, giornalistiche, fotografiche e filmate); collaborare per conto dell’APEC all’istituendo Museo dello Sport; essere da stimolo e da sollecitazione ai soci per recuperare e riportare alla memoria fatti, accadimenti, iniziative che li hanno visto coinvolti nel corso della loro attività professionale; organizzare incontri su tematiche dello sport, con particolare riferimento alle questioni riguardanti l’etica, la promozione giovanile, l’attività amatoriale nonché le tematiche ambientali; collaborare nella realizzazione di supplementi culturali del Notiziario o nell'ambito del sito internet.


E’ la ricetta giusta che da sempre caratterizza le iniziative del tempo libero organizzate dall’APEC. Purtroppo la crisi economica che attanaglia il Paese, e quindi noi pensionati, limita non poco la voglia dei soci ad aderire alle proposte dell’Associazione, ma proprio qui sta la capacità del gruppo di lavoro, che con caparbietà riesce ancora a realizzare programmi di alto livello, alla portata di tutti. Ovviamente al resto ci pensa la simpatia e la verve dei partecipanti! Diversamente dagli anni passati il programma di attività del nuovo anno non ha avuto inizio con la tradizionale festa di Capodanno, e questo purtroppo per ragioni contingenti che hanno determinato uno scarso numero di adesioni, e conseguentemente la impossibilità degli operatori turistici contattati ad "offrire" tariffe abbordabili. Ovviamente, come abbiamo già accennato in altra parte del giornale, gran parte di quelle "ragioni contingenti" è legata problemi di natura economica: questa purtroppo è una nuova, grave condizione con la quale, è il caso di dirlo, "bisogna fare i conti", ed è per questo che il gruppo di lavoro "tempo libero" sta intensificando i propri sforzi, e tirando fuori tutta la propria professionalità, per riuscire ad allestire iniziative sempre di altissimo livello, sempre proposte con la massima efficienza, ma soprattutto che possano essere alla portata di tutte le tasche. È quindi in questa chiave di lettura che vanno letti i programmi previsti per il 2013, il cui 50% tra l'altro ha già avuto compimento riscuotendo - e questa è una lieta notizia -il consenso dei colleghi partecipanti. Nelle pagine successive

accenniamo brevemente a quanto è accaduto fino ad oggi, a quanto sta per accadere (vedi le "vacanze al mare") e quanto accadrà nei prossimi mesi autunnali. Per quanto riguarda le cronache, con viva soddisfazione annunciamo la new-entry di una nostra giovane collaboratrice, Giorgio Gatti figlia di due colleghi, Pierluigi e Maria Rita Ingegneri, che con scrittura fresca ed incisiva ci racconta cosa è avvenuto nel corso della Settimana sulla Neve e durante il torneo primaverile di Burraco. Per quanto riguarda invece le testimonianze fotografiche ringraziamo ancora una volta il collega Fabio Sassi ed il caro amico dell'A.Pe.C. Giorgio Franceschin, che quando aderisce alle proposte della nostra associazione, non manca di immortalare i momenti più belli con la sua inseparabile macchina fotografica. Infine un ultimo accenno ad un aspetto che riguarda la comunicazione: ricordiamo che www.pensionaticoni.it dedica sempre, in tempo reale, pagine alle iniziative del tempo libero, dando la possibilità, a chi è interessato, di scaricare le fotografie sul proprio computer ed eventualmente anche stamparle.


Le impressioni di una ragazza che ha accompagnato i propri genitori in una “vacanza di pensionati”, dubbiosa alla partenza per il timore di passare giornate noiose con gente di una certa età, sorpresa, a fine gita, per l'energia e la simpatia che “i vecchietti” hanno saputo sprigionare nei 7 giorni sulla neve. Ore sette e mezzo di una domenica di marzo: Roma dorme ancora, in giro ci sono ancora poche macchine di qualche raro mattiniero, l’aria è fresca e la città si sta lentamente svegliando. Ma i partecipanti della settimana bianca organizzata dall’A.Pe.C. sono tutti, carichi, allegri e pronti a partire. Destinazione Falcade, un delizioso paesino in provincia di Belluno. Il viaggio promette bene: l’atmosfera che si respira sul pullman è spensierata, si ride e si scherza, e senza neanche accorgersene ci ritroviamo a destinazione. Ad accoglierci una bellissima nevicata durata un’intera giornata, ma la noia non fa parte di questo gruppo e c’è anche chi da vero temerario affronta la bufera con una lunghissima passeggiata esplorativa, e subito dopo si pianificano le tante attività da svolgere durante la settimana. L’albergo scelto è molto accogliente, il personale gentilissimo e la cucina ottima. Sinceramente quando i miei genitori hanno proposto di fare questa vacanza anche a noi “giovani” eravamo tutti un po’ scettici; tra noi ci dicevamo: chissà che noia andare in vacanza con un gruppo di pensionati, non ci sarà nulla da fare e alle nove di sera saranno tutti a letto! Quello che invece non ti aspetti, scegliendo di fare una settimana bianca con una associazione di pensionati, è quello di trovare un gruppo di persone con una energia e una simpatia tali da fare invidia ad un gruppo di trentenni scatenati. Eravamo noi che dovevamo stare dietro alle loro mille attività, alla loro prorompente vitalità e simpatia. Loro sì che sanno divertirsi veramente!

I primi ad aprire le piste e pronti per gli impianti di risalita sono sempre loro, e trascinano anche noi “giovani” che invece la mattina siamo sempre gli ultimi e i più assonnati! Per chi non ama sciare le gite sono tantissime: Alleghe con il suo lago ghiacciato, Moena, Passo San Pellegrino, mercatini e shopping di ottimi prodotti tipici, ogni giorno c’è una visita diversa nelle località più belle delle Dolomiti. Ogni sera poi, grazie anche all’animazione dell’albergo, c’è uno spettacolo diverso: cabaret, giochi, tombolate, karaoke; tutti partecipano, tutti si divertono e due generazioni diverse si mischiano e si fondono creando un’atmosfera unica di spensieratezza e ilarità. Esilaranti le gag e gli scherzi nella quali Fabio suonava la tromba, Pierluigi la batteria, Rita faceva il coro lirico e Raffaella la ballerina di hip pop! Per non parlare degli ottimi grappini fatti in casa dal direttore dell’albergo, che ogni sera ci facevano fare un brindisi diverso. E quando l’animazione va a dormire ci sono i tornei di burraco e ping pong che continuano fino a tardi. Un ringraziamento speciale da parte nostra è quindi doveroso e sentito a tutta quanta l’organizzazione, al mitico Fabio Sassi, che ha reso possibile questa fantastica vacanza organizzata perfettamente in ogni suo dettaglio e a tutti voi che partecipando ci avete fatto ridere, rilassare e divertire! Al prossimo anno! (Giorgia Gatti) Le foto di Fabio Sassi sono scaricabili su www.pensionaticoni.it


La scalinata è quella del Casinò di Sanremo e la foto è una tra quelle scattate nel corso dei 4 giorni della Gita di Primavera. Anche stavolta effettuata in un posto incantevole, la Riviera di Ponente che sa offrire paesaggi da favola. Ed era tutto così bello che invece della cronaca vi proponiamo le immagini!

Le foto di Giorgio Franceschin sono scaricabili su www.pensionaticoni.it


Successo di adesioni e tanto entusiasmo al Torneo Primaverile di Burraco: diciotto le coppie con 36 partecipanti. Si è aggiudicato il Torneo la coppia Franceschetti-Nevola. Con gli applausi di tutti si è conclusa anche l’edizione prima- Emilio Alborghetti e dal Prof. Giovanni Calderone. Le sfiverile 2013 dell’ormai classico torneo d i b u r r a c o a de sono state agguerrite e fino all'ultima giornata tutti i c o p p i e , c h e s i è svolto presso il Centro Giulio One- giocatori hanno lottato, come suol dirsi "all'ultimo sangue" per contendersi la coppa del sti, all'Acqua Acetosa. Tre sono state le Classifica finale: primo posto. Ma alla fine ad avere la giornate di gara (tutte di mercoledì) che hanno visto accese sfide che hanno coin- 1° Franceschetti - Nevola meglio su tutti è stata la coppia comvolto 16 coppie per un totale di 36 con- 2° Fabris Guerra - Masotti posta dal duo Franceschetti -Nevòla . correnti. L'organizzazione, curata dalla 3° Gatti - Scoppio Il torneo di Burraco è solo una delle signora Rita Ingegneri, è stata im- 4° Angelucci - Proto tante iniziative organizzate dall'Apec, peccabile sin dalla prima giornata: mai 5° Caldarone - Cucchiara che come sempre riesce a coinvolgere un problema, tempi rispettati, soddisfamolti partecipanti, che rimangono zione generale. L'ultima giornata, è stata poi anche una sempre entusiasti delle esperienze proposte : la ricetta grande festa, con la premiazione del Torneo e un mera- è sempre la stessa; passione, allegria, vitalità, simpatia viglioso buffet, dove i partecipanti hanno potuto brindare e spirito di divertimento. Siamo certi che tutti i parteai vincitori ed anche ....a se stessi. Insomma, un'altra occa- cipanti stiano già aspettando la nuova edizione sione per trascorrere piacevolmente del tempo insie- del torneo (quella d’autunno?) per sfidarsi nuovame, in una bellissima location, con un sano spirito di mente .e riuscire magari a stravolgere i precedenti risultacompetizione e rispetto. La premiazione con tanto di ti in classifica. (Giorgia Gatti) consegna di coppe è stata effettuata dal Vicepresidente

Anche le attività del secondo semestre seguono la “filosofia” che sta caratterizzando quest’anno 2013: ed infatti, nel corso del Comitato Direttivo svoltosi il 12 giugno scorso, sono stati approvati i “cardini base” dell’attività che avrà il suo “focus” tra la fine di settembre ed il 31 gennaio. Appena iniziato l’autunno partirà il Torneo Stagionale di Burraco: difficile oggi dire in quante giornate si svolgerà, perché bisognerà verificare il numero delle adesioni. Chi è interessato, comunque, è preavvertito e ne dia comunicazione quanto prima alla Segreteria. Una sola la gita culturale, che dovrebbe svolgersi su due giorni, o il 16 e 17 ottobre, o la settimana successiva, in una “location” favolosa: la città di Firenze. Due invece le visite culturali a Roma, il 7 novembre alla Basilica di San Clemente ed il 27 novembre alla Moschea sotto Monte Antenne. Non mancherà il consueto programma teatrale, curato con l’acume di sempre dal collega De Cesare. Agli inizi di settembre si conosceranno date e titoli delle rappresentazioni. Infine si spera di riproporre la Festa di Capodanno: ci si sta muovendo per tempo, per trovare il posto adatto, la garanzia di un confort di primissima categoria, e soprattutto prezzi contenuti. Speriamo ci si riesca. In ogni caso notizie più aggiornate e dettagliate (appena ci saranno) si troveranno sul sito www.pensionaticoni.it


Concludiamo la carrellata delle attività del primo semestre (...ma attenzione, manca ancora il mare, a Nova Siri Marina, ma ne parleremo nel prossimo numero) con le foto della bellissima gita a Farfa (con tanto di navigazione sul Tevere) e della visita a Cinecittà , una location "tutta da vedere". Due appuntamenti che hanno riscosso anch’essi il vivo plauso dei partecipanti. (le foto, di Fabio Sassi, sono visibili su www.pensionaticoni.it)


Da questo numero vogliamo dare spazio anche agli aspetti attinenti lo sport e che riguardano i soci APEC. Stavolta non guardiamo il passato, ma dedichiamo il primo articolo ad un giovane campione emergente, Lorenzo Marsaglia, azzurro dei tuffi e nipote di Angelo, nostro associato. Lorenzo Marsaglia si affaccia a questa disciplina sportiva negli atleti della SS Lazio a 9 anni (…troppo tardi per gli standard di questo sport) e inizia ad allenarsi con Stefano Amalfitano. Fatica un po' a mettersi al passo con gli altri coetanei. L'anno seguente passa all'agonismo, posizionandosi 13° nella classifica italiana . Con la stagione 2007-2008 iniziano ad arrivare i primi podi ai Campionati Italiani di categoria (C1): medaglia di bronzo dal trampolino 3 mt. (aprile 2008), bronzo anche dal trampolino 1 mt e dalla piattaforma 5 mt (maggio 2008) e bronzo dalla piattaforma 5 mt. (luglio 2008). Conquista il 3° posto nel Gran Premio Azzurri d'Italia a maggio 2008. Nel 2009 continua il suo percorso: arrivano altre 4 medaglie di bronzo e 2 argenti sempre nei Campionati di categoria (C1). Entra a far parte del “Progetto Giovani” sotto la direzione tecnica dell’allenatore delle Nazionali giovanili Oscar Bertone. Nel 2010 entra nella categoria Ragazzi, ed è un anno d’oro, visto che non manca un podio. Entra a far parte della Nazionale Italiana Juniores e la gioia di indossare il costume dell'Italia è immensa. Alla fine della stagione conquista nuovamente il podio del Gran Premio Azzurri d'Italia: questa volta sale sul 2° gradino. Partecipa con la Nazionale giovanile alla sua prima gara internazionale, "Coppa COMEN" , aggiudicandosi un bronzo nella gara del trampolino 3 mt. Nel 2011 passa alla Società C.C. Aniene al seguito della sua allenatrice Benedetta Molaioli. E’ senza dubbio la stagione più brillante, ove conquista solo medaglie d'oro nelle gare nazionali e sale sul podio in quelle internazionali. Vince sia dal trampolino da 1 metro che da quello da 3 metri il Trofeo di Natale a Dicembre 2010, il Campionato Italiano di Categoria a Febbraio 2011 e il Gran Premio del Tuffatore a Maggio 2011. Partecipa con la Nazionale Giovanile al "6 Nazioni" di Ginevra conquistando un bronzo dal trampolino 3 mt. Con il C.C.

Aniene partecipa al Meeting internazionale di Zagabria e si classifica al primo posto dai trampolini di 1 metro e 3 metri. Si qualifica per la sua gara più importante: i Campionati Europei Juniores di Belgrado dove entra nelle Finali sia nella gara da 1 metro che in quella da 3 metri riuscendo a conquistare, in quest'ultima, un bellissimo sesto posto con punti 405,55 .Conquista ancora il 2° posto al Gran Premio Azzurri d'Italia. Il 2012 segna un altro passaggio di categoria. Entra nella categoria Juniores (dai 15 ai 18 anni) dove i 3 bravissimi veterani della categoria non lasciano spazio ai nuovi. E' un anno di quarti posti, è un anno di allenamenti e crescita sportiva. Viene comunque confermato nel gruppo della Nazionale giovanile con la quale viene convocato per due periodi di collegiale. A fine stagione riesce a conquistare due medaglie di bronzo durante il Trofeo Azzurri d'Italia. E siamo arrivati all'anno in corso, il 2013 che inizia con due medaglie d'argento dai trampolini 1 e 3 metri al Trofeo di Natale ed un quinto posto dalla piattaforma. Ai Campionati Italiani di Categoria di Trieste ottiene una medaglia d'argento da trampolino 1 metro e una di bronzo da 3 metri. In tutte e due le specialità raggiunge il punteggio valido per poter partecipare agli Europei Juniores della prossima estate in Polonia. Con la Nazionale Juniores partecipa a due importanti gare internazionali in Germania: il 6 Nazioni a Riesa e il Meeting Internazionale di Dresda che vede la partecipazione di 20 Nazioni arrivate da tutto il mondo e dove riesce ad entrare nella finale del trampolino 1 metro e si classifica 7°. Si allena anche per il trampolino sincro 3 metri con il suo compagno di squadra e ottengono buoni risultati: medaglia d’argento nel Torneo 6 Nazioni e un quinto posto a Dresda. A questo punto non ci resta che dargli il nostro in bocca al lupo per i Campionati Europei ed esprimendo anche i nostri complimenti vivissimi a nonno Angelo.

Come tutti sanno, a febbraio si sono rinnovati gli organi dirigenti del CONI per il nuovo quadriennio. ll Presidente Vittorio Peconi a nome dell’ A.Pe.C. ha rivolto con un messaggio ufficiale i più vivi complimenti ed i più sinceri auguri di buon lavoro a Giovanni Malagò, nuovo Presidente del CONI ed a tutti i componenti di Giunta, confermando la massima disponibilità dell'Associazione a collaborare col nuovo Governo dell'Ente, nella misura e nelle modalità che saranno più consone, per dare il proprio doveroso contributo nell'opera di divulgazione dei valori dello sport e dell'ideale olimpico nel nostro Paese. Inoltre ha espresso il più vivo compiacimento per la nomina a Segretario Generale di Roberto Fabbricini, che fa parte della nostra grande famiglia dell'A.Pe.C.


Riproponiamo la sintesi di un articolo del 1990 uscito sulla Rivista Spazio Sport, a firma della collega Mimma Turi, ove si raccontano le reazioni del Consiglio d'Europa successive al tragico evento accaduto il 29 maggio nel 1985 allo Stadio dell'Heysel, di Bruxelles, nel corso della finale di Coppa dei Campioni tra la Juventus e il Liverpool, che segnò la morte di 39 persone. L'argomento che affrontai nel lontano 1990 nell'articolo oggi riproposto in sintesi sul nostro Notiziario, è purtroppo di estrema e incresciosa attualità: certo, la realtà della violenza negli stadi non e' più, o forse non lo è mai stato, un fenomeno legato alle manifestazioni sportive in quanto tali o all'eccesso incontrollato dello "zoccolo duro" di certe tifoserie. No, quel tipo di violenza è solo una disdicevole e vile espressione che trova terreno ideale su soggetti (...purtroppo i più sono giovani e molto giovani, sollecitati in modo certamente incosciente dalla cosiddetta logica del branco!)i quali, in un contesto che vigliaccamente ritengono confondibile, danno sfogo alla loro ottusa ag-

gressività. Una aggressività che, pur se può avere mille motivazioni, mille cause e mille concause, è comunque e sempre senza giustificazione. Dobbiamo continuare a sperare che questo fenomeno possa pian piano dirimersi nel tempo arrivando a scomparire del tutto dal mondo giocoso e pacifico dello sport, metre nel contempo prenda spazio, come vera e propria "idea unica", la consapevolezza che gli stadi non sono "zone franche" dove dare libero sfogo alle proprie pulsioni violente o ai propri istinti repressi, ma rappresenta un eccezionale punto d'incontro, di cultura e di rispetto di ogni dignità umana. (Mimma Turi)

Il dilagare di episodi di violenza in occasione di manifestazioni sportive ha avuto il suo culmine il 29 maggio del 1985 quando, allo Stadio di Heysel in Belgio, sono decedute trentanove persone per scontri tra le tifoserie in occasione della finale di Coppa dei Campioni tra la Juventus e il Liverpool. Il Consiglio d'Europa già da tempo aveva deciso di seguire con attenzione l'evolversi del fenomeno ed aveva costituito ad hoc un gruppo di esperti europei con il compito di verificare le origini e la natura degli episodi e suggerire eventuali misure di prevenzione. Alla luce dei tragici fatti di Bruxelles, l'11 giugno 1985 il Segretario di Stato allo sport del governo olandese invitò ad una riunione ad Amsterdam alcuni colleghi Ministri di altri Paesi particolarmente interessati al problema nonché il Segretario Generale del Consiglio d'Europa, ed in quella sede fu deciso di provvedere, nel più breve tempo possibile, all'adozione di idonee per poi arrivare all’approvazione di una Convenzione Europea sullo scottante tema. Parallelamente il preesistente Comitato dello Sport del Consiglio d'Europa, sottolineando le responsabilità dei governi e dell'UEFA, sottoponeva alla stessa UEFA due proposte. La prima relativa mirata ad una revisione delle strutture degli stadi, la seconda riguardante importanti norme di pubblica sicurezza. Il tutto demandando al Comitato dello Sport l'analisi delle proposte e la discussione con l'UEFA per la istituzione di un Comitato permanente. Anche i Ministri europei dello sport si riunirono informalmente nella sede del Consiglio d'Europa, per redigere e definire un testo di "Convenzione Europea sulla Violenza negli Stadi". Detta Convenzione avrebbe previsto una serie di misure preventive e di sicurezza che sarebbero state adottate da tutti i Paesi firmatari ed anche iniziative di cooperazione sul piano Internazionale per combattere il teppismo calcistico. L'adesione alla Convenzione avrebbe impegnato gli Stati firmatari a collaborare tra loro, in accordo con le rispettive organizzazioni sportive, per la predisposizione di tutti gli strumenti atti a prevenire la violenza in occasione di incontri tra squadre dei rispettivi Paesi. Il Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa approvò la Convenzione che entrò in vigore nell’agosto 1985 e quindi invitò alla firma gli Stati Europei membri. Pochi giorni dopo l'UEFA adottò un nuovo regolamento, tra l'altro più severo rispetto alle proposte contenute nella stessa Convenzione del Consiglio d'Europa. In Italia tale Convenzione è entrata in vigore dal 1 gennaio 1986 e le sue norme furono puntualmente applicate in occasione della Coppa del Mondo di Calcio svoltasi nei nostri stadi nel 1990. (il testo completo ed originale dell’articolo può essere letto sul sito www.pensionaticoni.it)


Il 17 maggio scorso si sono celebrati i 60 anni dell’Olimpico, un impianto legato alla nostra attività professionale ed alla nostra vita. E soprattutto è legato anche alla storia dello sport nel suo complesso, perché in questo Stadio si sono celebrate le pagine più belle del movimento olimpico: in primis i Giochi di Roma del 1960. È una domenica di primavera, a Roma, poco dopo l’ora di pranzo, quando viene inaugurato lo stadio Olimpico, il 17 maggio 1953. C’è il presidente della Repubblica, Luigi Einaudi. E ci sono Ferenc Puskas, leggendario attaccante dell’Ungheria, e Gianpiero Boniperti con Giuseppe Meazza, attaccante e allenatore della nazionale italiana di calcio. I maestri ungheresi strapazzano i nostri per tre a zero; loro, i magiari, perderanno d’un soffio il mondiale, un anno dopo. Quel giorno i colori azzurri sono salvati da Fausto Coppi e Gino Bartali: i due ciclisti più grandi faranno il loro ingresso all’Olimpico reduci dalla tappa del Giro Napoli – Roma. Sono passati sessant’anni da quel giorno: buon compleanno, Olimpico. Trovare una struttura che ha accolto sulla proprio manto erboso, tutt’insieme: Diego Armando Maradona, Livio Berruti, Keith Richards, Alberto Sordi, Fausto Coppi, Bonovox, Francesco Totti e Giorgio Chinaglia, e poi Leo Messi Vittorio Gassman Michaeal Stipe e Matthaus, così, tutti d’un fiato, e altri ancora, non è per niente facile. Era lo stadio dei Centomila, in origine: una capienza in realtà mai raggiunta. In seguito diventò lo stadio delle Olimpiadi: quelle di Livio Berruti, splendido e irraggiungibile sprinter italiano, e di Abebe Bikila, il maratoneta etiope che accese le notti romane nel 1960. Poi, tante finali. Negli

anni l’Olimpico ne ha ospitate ben quattro di Coppa dei Campioni-Champions League. Nel 1984 la Roma di Nils Liedholm perde ai calci di rigori la finalissima contro il Liverpool, nella più mancata delle feste mai celebrate nella capitale. Infine l’ultima nel 2009: vince il Barcellona contro il Manchester Utd di Alex Ferguson ed in quella occasione nientemeno che dal "Guardian" arriva la proposta: disputiamo la finale di Coppa ogni anno a Roma. L’ultimo grande restyling risale alla fine degli anni Ottanta, quando lo stadio viene ristrutturato in vista delle notti magiche di Italia ’90. Malgrado Schillaci e Baggio la finale sarà Argentina e Germania; segna Brehme su calcio di rigore. La riunificazione tedesca ha un suggello d’oro, mentre Maradona si becca i fischi dei tifosi italiani delusi. L’Olimpico degli ultimi anni è sempre più multifunzionale. Il calcio sì, ma anche il rugby, oltre al tradizionale appuntamento con l’atletica con il Golden Gala. Nel Giubileo degli sportivi (2000), lo stadio ospita Giovanni Paolo II. Sacro e profano: la popstar Madonna tiene nel 2012 uno dei suoi concerti più caldi. E ancora le rockstar nostrane, Vasco Rossi, Ligabue e Jovanotti si alternano sul palco. Fino alla prossima platea da incantare o al prossimo calcio di rigore da calciare. (NOTA l’ articolo è ripreso da Repubblica del 14 maggio a firma LIBORIO CONCA)

In realtà il campo dello Stadio c’era già da tanto tempo, esattamente dal 1927. Faceva parte di un progetto dell’architetto Enrico Del Debbio, nell’ambito della Città dello Sport (chiamata Foro Mussolini e poi rinominata nel 1946 Foro Italico). Il suo nome era "Stadio dei Cipressi", perchè era stato, progettato per integrarsi con il paesaggio verde ai piedi della collina di Monte Mario. Nel 1932 fu inaugurato il primo anello con terrazze erbose per tribune. Nel 1937 con gli ingegneri Frisa e Pintonello si cercò di dare una struttura più definita al complesso ma i lavori si interruppero nel 1940 per lo scoppio della guerra. La questione fu ripresa solo a dicembre del 1950 (con il progetto iniziale dell’ingegnere Carlo Roccatelli, e dal 1951 di Annibale Vitellozzi). In tre anni prese forma definitiva ed imponente con una struttura che consentiva la capienza a circa 100 000 persone. Da allora, ed in occasione dei XVII Giochi olimpici vide altre modifiche mentre il restyling definitivo si ebbe in occasione Mondiali di calcio di Italia ‘90.


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