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ORLAN

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LOUISE BOURGEOIS

LOUISE BOURGEOIS

ORLAN (1947 –)

Pseudonimo di Mireille Suzanne Francette Porte, Orlan è una performance artista francese, esponente di una forma di Body Art assoggettata alle ricerche post-umane e post-organiche.

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Nota per le sue provocatorie performance già da fine anni Sessanta, denuncia la violenza contro i corpi e in particolare contro quello delle donne, facendo nel suo corpo lo strumento privilegiato in cui si gioca il nostro rapporto con l’alterità.

Ciò che avviene dal 1986 al 1993 fa di

Orlan una incredibile esponente di una nuova sensibilità performativa, quella postumana, sottoponendosi ad una serie di operazioni chirurgiche documentate in video, nelle quali modifica il suo aspetto, aggiunge protesi facciali e riprende le fasi mediche in video. Il corpo di una donna, almeno per quanto riguarda lo sguardo eterosessuale maschile, è una serie di codici.

Nell’arte si trova spesso nuda, sdraiata e passiva, mentre in realtà il suo corpo è carico di cultura e di discorsi.

Le sue sono nuove forme di soggettività che emergono dalla biogenetica, da una promiscuità che ridisegna gli scenari delle poetiche legate al corpo, ormai oggetto di infinite combinazioni tra umano e non umano, artificiale e organico, reale e virtuale e che circoscrivono gli scenari inquietanti del PostHuman.

ORLAN Smile of pleasure 7th Surgery Performance Omnipresence 1993 New York

L’opera consistente in una serie di interventiperformance di chirurgia plastica, tesi a modificare i tratti del suo volto secondo precise indicazioni dettate di volta in volta dall’artista.

Sono parte integrante di questo progetto filmati e fotografie che documentano le varie fasi degli interventi attraverso immagini a dir poco scioccanti ed una mole di scritti che ne illustrano il significato. Questi compongono un autoritratto in progress, destinato a colmare la distanza tra tra essere e apparire, esaltato dalla possibilità di potenziare e modificare il proprio corpo e il proprio volto, che le nuove tecnologie sembrano offrire e promettere.

Orlan con la sua performance richiama all’attenzione i canoni estetici di bellezza, raffigurati in una maniera raccapricciante, ovvero svelando la pura e cruda realtà della chirurgia estetica. La performer infatti si trova in una sala operatoria allestita, nella quale cerca la “bellezza pura” dei quadri più

famosi e riconosciuti nell’arte rinascimentale. L’artista mostra però la crudità di tutto quello che sta dietro a questa bellezza attraverso la chirurgia. Le operazioni che compie sono un totale di sette, con lo scopo di trasformare il suo corpo in una tela da costruire e modificare, per arrivare alla “perfezione” ricercata dalla società.

La settima e ultima operazione è del 1993, quando si fa impiantare due protesi al silicone per gli zigomi e due corna. Orlan attua su se stessa una metamorfosi fisica e di identità tra le più radicali e controverse nel panorama artistico contemporaneo. I resti organici prodotti dalle operazioni stesse vengono conservati in appositi contenitori che lei chiama “reliquiari”. È cruento, ma anche edificante: viene mostrata completamente cosciente, sorridente e legge ad alta voce davanti alla telecamera.

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