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WOLS

WOLS (1913 – 1951)

Wols, pseudonimo di Alfred Otto Wolfgang Schulze, è stato un pittore e fotografo tedesco, attivo prevalentemente in Francia.

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Il suo nome nasce da un errore telegrafico, ma la parte artistica esisteva prima di quell’errore. L’adozione del nome Wols fu una forma di liberazione, un atto che lo rese libero di determinare da solo quale sarebbe diventata la sua identità, e questa scelta fece sì che esprimesse anche una verità poetica, ovvero che gli artisti hanno sempre due menti, dove quella di Wols tendeva verso l’esplorazione ed espressione delle profondità dell’ignoto.

Sebbene ampiamente non riconosciuto durante la sua vita, è considerato un pioniere dell’astrazione lirica, uno degli artisti più influenti del movimento Tachisme. Wols ha creato il proprio linguaggio pittorico usando la pittura in modi innovativi e non tradizionali. Spesso paragonati a Jackson Pollock, i dipinti di Wols erano più piccoli e più controllati dei dipinti a goccia di Pollock.

Nella sua storiografia, il bisogno di alcol e la voglia di fare quadri astratti andavano di pari passo; rappresentavano l’ineffabile dolore di fronte allo squallore del dopoguerra.

Wols dipinge macchie e segni che fanno riferimento ancora ad esperienze surrealiste, con l’automatismo grafico di stampo psichico.

WOLS It’s all over - The City 1947 Tachisme Olio, grattage e segni di tubi su tela 81 x 81 cm The Menil Collection, Houston

Quest’opera raffigura un’esplosione di energia di linee scure, che si estende da un centro simile al vuoto, una sorta di nebulosa di varie sfumature di marrone e giallo. Piccole gocce di blu intenso, punti neri e scarabocchi, si affollano all’interno della forma, creando il senso di un piccolo mondo microscopico o molecolare, pulsante delle forze della creazione e della disintegrazione, ecco perché “It’s all over”, ovvero “È tutto finito”.

La presenza di tante colature scure al centro dell’opera favoriscono l’inizio delle lattera della stessa da quel punto. Le pennellate presnetano un movimento sempre dal centro verso l’esterno ricordando un’esplosione forse di un pianeta o di una nubola nera.

Attorno a questa, le macchie arancioni ricordano del fuoco provocato dall’esplosione, ma incorniciate da varie sfumature di blu che ricordano un cielo, chiudendo l’opera con un senso di senerità ed esaltandone l’effetto fluttuante.

Gli acquerelli di Wols intuitivi si basano sulla casualità e sulla spontaneità, guidato da una credenza nell’astratto e nella sua inafferrabilità, riconoscendo che in ogni momento, l’eternità è sempre presente.

L’opera rispecchia l’affermazione dell’artista: “Un minuscolo foglio di carta può contenere il mondo intero”.

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