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ATB MAG – PERIODICO DI ARTE E CULTURA – ANNO 2016 – NUMERO 4 – AGOSTO /OTTOBRE



Alessandro Allocco

Benvenuti Sulle pagine di ATB Mag di Agosto. Tutti hanno gli occhi, ma non tutti vedono la medesima cosa! Un assunto questo che ci porta verso un pensiero filosofico, relazionale, giuridico, economico e sociale che, seppur non nuovo al mondo, è certo interessante spunto di riflessione ed approfondimento. Le persone relazionano tra loro e i loro corpi si relazionano con altri corpi: umani o reali, concreti o astratti in stretta connessione e in costante opposizione. Si, perché le persone non sono cose e le cose non sono concetti o sentimenti. Direi piuttosto che sono le due facce i una stessa medaglia uguali e contrapposte allo stesso tempo. Certo perché le persone possiedono le cose, hanno un patrimonio che possono usare a proprio piacimento finanche distruggendolo se gradiscono… ma è anche vero che talvolta i patrimoni riescono a possedere gli uomini a discapito di altri uomini che diventano “schiavi muti”, cose a servizio del potere. Ma ogni uomo è, secondo i cristiani, immagine e somiglianza di Dio e tutto ciò che non riconosce questa natura umana fatta di corpo e spirito è, secondo me, profondamente iniquo. Ne consegue che i rapporti non possono essere risolti in maniera convincente senza aprirsi a nuove prospettive o proponendo facili “vademecum” relazionali pronti all'uso. Vorrei invitarvi a leggere queste poche pagine immaginando, cercando, visualizzando le connessioni e i riferimenti tra oggetti, sentimenti e persone, per comprendere a pieno interpretando in modo critico e personale i contenuti di questa rivista come i contenuti delle vostre relazioni quotidiane. Questo il nostro modo di intendere le vacanze: un momento di verifica, di crescita ed approfondimento, ritemprando lo spirito e riposando il corpo, per partire con rinnovata carica all'attacco di un nuovo anno intenso di lavoro. Buna lettura dunque e buon ritorno alla realtà!


N. 4 Agosto 2016 Fondatore Alessandro Allocco alessandro.aitmart@gmail.com Editore Atb Associazione Culturale sede legale: Corso Verona, 21 10152 Torino Cod.Fisc/P. IVA: 97794780011 email: atbartgallery@gmail.com Contributi giornalistici Anna Nicola Damiana Allocco Matelier Roberta Sabbadin Pia Taccone Ringraziamenti Amelia Alba Argenziano Massimo Miro Enrico Scarsi Progetto grafico Paola Di Giorgio paoladigio@gmail.com PubblicitĂ A cura dell'Editore Piattaforma issuu.com Contatti atbartgallery@gmail.com Facebook https./www.facebook.com/ ALL-THE-BEST-Associazione-Culturale Web www.atbassociazioneculturale.com Newsletter atbartgallery@gmail.com


INDICE

5 Spazio Photos

L'arte di fotografare le relazioni

con la collaborazione di Enrico Scarsi Corpi – cemento – mattoni : fotografare il non visibile con la collaborazione di Nanni Manolino

11 Spazio Libri

Da lontano sembrava il cielo in collaborazione con l'autore Massimo Miro di Alessandro Allocco

17 Spazio musica

Cosa hanno in comune Mameli & Two steps from Hell

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di Damiana Allocco

Spazio New Art ¿Pubblicità

o Arte?

21 Spazio Gusto e Arte Colombage - frites et moules con il contributo di Roberta Sabbadin

25 Spazio Illustrazione di

Libri da colorare: passatempo per bimbi?

Pia Taccone

29 Spazio Riciclo

Il riciclo si veste d'arte artigiana

di Matelier

33 Spazio Società

Manifestazioni artistiche? Più cultura, vero divertimento!

con il contributo di Anna Nicola

37 News Art / Associazione


.

L'

arte di

fotografare Atb Mag 5


le relazioni in collaborazione con

Enrico Scarsi

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Esplorare attraverso l'immagine il rapporto della relazione sia fisica che emotiva dell'uomo con il mondo, ha assunto in ogni epoca e cultura un'attrattiva molto forte. Da quando è nata la fotografia poi, le documentazioni e le opere d'arte riferite alle esperienze personali sono diventate democratiche ad appannaggio di ogni classe sociale al contrario di quando solo i piÚ ricchi potevano concedersi un ritratto o un dipinto per celebrare le proprie gesta.

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Le relazioni che viviamo nel nostro quotidiano, con la fotografia escono dalla dimensione puramente personale catapultandoci verso un formato all'interno del quale ci si può identificare con il protagonista guardando la realtà attraverso i suoi occhi, rapportando le nostre esperienze con le sue, raccordando la nostra banale routine con la sua. In questo senso una fotografia cristallizza un momento trasformandolo in documento e quel


filtro tra l'artista e l'oggetto ritratto che è l'obbiettivo fotografico non fa altro che rapportare il ritratto al ritraente senza soluzione di continuità. Il fascino coinvolgente che esercitano su di noi delle vecchie foto scattate anni addietro è palese e i concetti di vicinanza e lontananza sembrano intrecciarsi in immagini pittoriche che ci immergono in un’atmosfera altamente emotiva. Ciò che lontano appare vicino e ciò che è vicino lontano. I colori del ricordo personale uniformano tutto in una palette intensa e struggente dalla quale emergono ora ovattati, ora chiassosi, particolari che completano le nostre personali storie di relazione. Tradurre in personalità, trasgressione o passione un volto o un oggetto non è cosa da poco ed è sempre il risultato di un’alchimia complessa e affascinante in cui giocano attrazione, curiosità, capacità di introspezione psicologica, possibili affinità esistenziali. Henri Cartier Bresson disse una volta:«La fotografia, tecnicamente, non è come la pittura. Vi è una frazione creativa di un secondo quando si scatta una foto. Il tuo occhio deve vedere una composizione o un’espressione che la vita stessa propone, e si deve saper intuire immediatamente quando premi il clic della fotocamera. Quello è il momento in cui il fotografo è creativo. Oop!Il momento!Una volta che te ne accorgi, è andato via per sempre». Le relazioni che interessano ogni uomo sono proprio così, fazioni creative della quotidianità che si dissolvono spesso velocemente. Le relazioni umane, gli attimi tradotti dal potente linguaggio espressivo della fotografia sono immortalati e dilatati al di là del tempo e dello spazio assumendo un alone di eternità ai nostri occhi dandoci la possibilità di indagare senza sosta alla ricerca di quel fugace attimo da afferrare silenziosamente. Atb Mag 8


Fotografare il non visibile corpi- cemento - mattoni

in collaborazione con Nanni Manolino

ChissĂ quante storie potrebbero raccontare i muri se potessero parlare! Ricordi d'infanzia, memorie felici o tristi consegnate tra risate o lacrime ad una parete, citazioni sedimentate, cristallizzate nel tempo, aneddoti saporiti o banali‌ “Ah se queste pareti potessero parlare...â€? un detto popolare che spesso sentiamo e che riporta alla mente piccanti gossip o drammatici momenti.

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Nanni Manolino traduce in fotografie le storie che i muri raccontano ed è in queste foto, in queste esposizioni, nei loro colori nelle diverse consistenze di luce ed ombra che definisce gran parte della sua poetica. Le linee sono secche e sfumate allo stesso tempo stemperate in un rigore quasi geometrico che crea uno strano effetto in bilico tra morbidezza e rigidità. Nel muro, Manolino non scorge solamente un simbolo di protezione, una struttura che garantisce sicurezza e tranquillità a chi si rifugia dietro di esso o un potente simbolo di divisione, che inevitabilmente evidenzia, e amplifica, le differenze tra quelli che stanno “di qua” e coloro che invece si trovano “di là” da esso. Distingue

chiaramente le forme e le

“parole”, la forza e la grazia che in esso sono imprigionate e le rende visibili al mondo. Il suo lavoro trasforma la barriera che separa popoli e culture, che tiene fuori tutti “coloro che possono mettere in pericolo l'ordine e la civiltà” in strumento di comunicazione e di unione. La sua ricerca è maggiormente importante in questa nostra epoca nella quale per ogni muro che cade, altri due ne vengono eretti, per stabilire con la forza frontiere o “tenere fuori” gli indesiderati da una città o una nazione. Aprire finestre a grandezza quasi naturale, indirizzare lo sguardo su una dimensione coinvolgente più che diversificante è il modo migliore per rendere evidente che muri e recinti non sono la soluzione agli attuali problemi politici ed economici mondiali"

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E' nato a Milano. Vive e lavora a Torino, dove suona la batteria negli onu44. Ha scritto su diversi siti letterari, realizza booktrailers e videoclip con la HAPPYINTENTIONSFILMS. Il suo romanzo d’esordio La faglia, è stato edito da Il Maestrale nel maggio 2012. Con il romanzo Love me do, (titolo originale Hanno sparato a John Lennon ) è stato finalista del XIV Premio Italo Calvino, e si è aggiudicato all’unanimità il Prix Calvino, riconoscimento assegnato dalla giuria di studenti dell’Universitè de Savoie di Chambery, nell’ambito del Festival du Premier Roman. Una raccolta dei suoi racconti (Sbàuz) è stata pubblicata da Prospettiva Editrice.

Il rapporto tra la memoria e la realtà è, nel libro di Massimo Miro, un percorso di conoscenza difficile da accettare che passa attraverso una società non sempre accogliente e attraverso un paesaggio che si piega alle esigenze della modernità. Ecco che però accade qualcosa di imponderabile. Ecco che il dramma diventa farsa. Ecco che l'innocenza dei più piccoli diventa necessità primaria e universale e facilita in qualche modo un rapporto interculturale fondamentale per l'integrazione. La vita vissuta è cultura, storia del territorio e delle origini, storia dei bisogni e delle aspirazioni, dei sogni e delle miserie , delle singole famiglie e delle comunità. Il romanzo di Massimo Miro si concentra su questi temi anche attraverso geniali dialoghi e spiritosaggini sarcastiche dal vago sapore quasi contadino .

Con il romanzo Da lontano sembrava il cielo, Massimo Miro indaga sulle relazioni: quelle complesse che derivano dai ricordi, dai fraintendimenti dai paradossi. Esiste una profonda vena di malinconia correlata all'abbandono dei luoghi in cui si è cresciuti per andare a cercare fortuna o semplicemente una migliore esistenza lontano,. Ed esiste anche un profondo sentimento di rinnovamento, talvolta quasi feroce che si abbatte su tutto e su tutti non rispando sull'altare del futuro neanche la memoria. Atb Mag12



Il luogo è un paese di montagna della Sardegna, svuotato dalle emigrazioni verso il nord del mondo, e ormai destinato ad essere abbattuto totalmente, per consentire il passaggio di una nuova, moderna superstrada. Ma durante i lavori di piazzamento delle cariche succede qualcosa: nella vecchia scuola vengono ritrovati dei temi di bambini. Temi che parlano dei variopinti personaggi del paese, di leggende, e di sogni, sostenendo fino alla fine un incredibile equivoco che determinerà malintesi e situazioni paradossali. Ogni tanto partivano scintille, cristi e madonne, anche in presenza dei preti e delle vedove fresche di lutto. Erano le vanghe che cozzavano contro i massi più grossi. Spesso, a seconda della posizione, si riuscivano a ricavare fosse lunghe e larghe giusto la bara, profonde quel che si riusciva, sempre per colpa dei pietroni. - E fatele più piccole queste bare mastru Gonnoi. Io lo conoscevo a tziu Lampis. Era diventato un metro e mezzo, e la bara mi sembra lunga quasi tre. Cosa ci deve, ballare dentro? Nessuno pensa a quel poveraccio che deve scavare la fossa? sbottò il becchino al falegname, appoggiandosi alla vanga. O Don Limbiccu, questa fossa mi viene profonda, ma stretta - Vorrà dire che lo tumuleremo in piedi e pace allanima sua rispose Don Limbiccu senza pensarci troppo, facendo segno al becchino con la mano di sbrigarsi. Il maestrale soffiava forte un vento che non dava tregua. Dai fili del terrazzo di Virgilio Lampis, sventolavano lenti e sinuosi, i vessilli del paradiso. Attraverso la trasmissione della tradizioni paesani e la condivisione, si affermano anche Diritti come quello alla diversità rispetto alle norme e ai valori dominanti, alla specificità, alla affermazione di sé stessi. E' chiaro che oggi, la necessità di confrontarsi con i flussi migratori sopranazionali è diventata necessità: politica e morale.

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Cosa hanno in comune Mameli Da che mondo è mondo la musica ha certamente accompagnato la quotidianità documentando attraverso i secoli e le armonie storie, epoche, usi e costumi. Ma cos'è la musica? Intima connessione tra compositore e ascoltatore? Studiata introspezione di tipo

psicologico, antropologico e sociale volta a far emergere un qualche sentimento comune ?

&

Non sono certa che “vivisezionare” quest'arte sia necessario. Non sono certa che sia necessario analizzare in modo scientifico un'umana spinta emotiva che di scientifico forse ha poco. Come mai prima, le ultime

TwoSteps from Hell

generazioni vivono letteralmente accompagnate da una colonna sonora. A partire dall'utilizzo dei primi, ormai superati, Mp3 o Walkman fino alla musica scaricata sul cellulare grazie alle numerose applicazioni presentate dagli Stores online, i giovani contribuiscono a rendere la musica co-protagonista della giornata, un'amica alla quale confidano i loro sentimenti e riflessioni sperando di ricevere da lei sicurezza, conforto e comprensione nelle situazioni di maggiore incertezza e difficoltà.

Una compagna capace di rendere prezioso uno sprazzo di pura gioia con vistose decorazioni evitando che vada perduto nell'infinità di pensieri che, inevitabilmente, torneranno ad offuscare la mente. Il silenzio oggi è raro: entrando anche nel più semplice dei locali troviamo una colonna sonora che scandisce ritmicamente la nostra colazione, il nostro pranzo o la nostra cena. Nel tragitto verso il lavoro, l'Università o di ritorno a casa, a chi non capita di tirare fuori le cuffiette dalle tasche o di ascoltare la radio in macchina magari distrattamente non accorgendosi nemmeno più della melodia, perchè troppo concentrati su altri pensieri o potenziali problemi da risolvere. Delle volte percepiamo la musica quasi come un rumore bianco, un'unica frequenza costante invece di percepirla come ispirazione, incoraggiamento, esortazione. Già, come compagna affidabile di deve percepire la musica e, in questo senso, i numeri (per i quali certamente non stravedo) in qualche modo mi danno ragione. Mi affiderei a YouTube che, senza ombra di dubbio, è la prima fonte di reperibilità per un qualsivoglia genere musicale e conteggia sistematicamente ogni visualizzazione.

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Alcuni di questi numeri mi hanno fatto pensare! Una nota band statunitense, i Two Steps from Hell, ha ottenuto circa 30.000.000 views in media per ogni brano. Il dato è interessante perché questi musicisti non fanno esattamente musica commerciale di facile ascolto: hanno prodotto colonne sonore per film come Harry Potter, Pirati dei Caraibi, X-Men, senza contare che negli ultimi tempi si sono prestati alla produzione di brani per serie televisive epico-cavalleresche e per videogiochi notoriamente impostati sull'ottica dell'”azione”. Essenziale da tenere a mente che il genere per il quale questa compagnia orchestrale è così facilmente riconoscibile è quello classico-epico. Essenziale è capire che i giovani spesso ricercano, anche attraverso la musica, un eroe, un'epica narrazione di gesta – tutti l'abbiamo studiato al Liceo – in un mondo “classico” per conquistare gloria eterna. Seppure in un contesto sociale di pura rilassatezza dei costumi, credo giusto ed opportuno essere coscienti del fatto che ogni giorno abbiamo esempi di chi è eroe per se stesso e per gli altri; non si tratta solo di elogio alla forza fisica, ma anche di un atteggiamento attento verso la forza psicologica e morale che, non da molto ad esempio, ha premiato alcuni atleti italiani alle Olimpiadi di Rio 2016 accesi dalla voglia di competere e sfidare atleti altrettanto bravi di altre nazionalità. Mi piace pensare che forse sono stati anche un po' incoraggiati dal nostro “Fratelli d'Italia” che con i suoi grandi cori ci invita a misurarci senza paura ogni giorno in nuove sfide e batterci per uscirne comunque glorificati. Come Mameli anche i Two Steps from Hell ci invitano ad agire ogni giorno, con melodie incalzanti, cori di voci miste e uso di strumenti inaspettati, uniti da un sentimento di fratellanza pronti a collaborare con il prossimo per sentirsi gli unici eroi della nostra vita. Se almeno 30.000.000 di persone ci sono già riuscite, non ho dubbi che tutti i 7 miliardi di persone in questo mondo avranno, ben presto, la possibilità di sperimentare questa sensazione di controllo di se stessi e di fiducia nelle proprie potenzialità.

di Damiana Allocco


Immaginiamo una pubblicità che citi l’artista, il titolo e il museo dove è custodita l’opera a cui si è ispirata. Una licenza d’uso per l’arte.


La fine dell'ottocento vide la nascita dei primi manifesti pubblicitari. I primi e poi per molto tempo erano delle vere e proprie opere d'arte (Moulin Rouge di Touluse Lautrec del 1891). L'artista si metteva a sevizio della pubblicità dato che doveva mangiare e prima di raggiungere fama e credibilità tra critici e galleristi un po' di acqua sotto i ponti doveva pur passare. Fu il futurismo a rivoluzionare il concetto di manifesto pubblicitario creando in qualche modo una cesura con l'accademicità (come del resto fecero gli impressinisti) facendogli assumere uno stile più grafico e meno pittorico più rivolto alla comunicazione con immagini e concetti di impatto. Questa la tendenza che percorse le due guerre e il boom economico. Erano anni quelli in cui in tutto il mondo occidentale si dava un gran da fare per raggiungere uno status socioeconomico tale da riscattare la miseria della guerra. Si lavorava, si produceva, cresceva l’industria e i prodotti che uscivano dalle fabbriche “dovevano essere acquistati”. La pubblicità diventava sempre più insistente: dentifrici, detersivi, cibi in scatola, auto… La civiltà occidentale veniva violentata nei suoi vecchi tradizionali sistemi di vita quotidiana da uno stile di vita inculcato dai media per indurre all’acquisto di quei prodotti, indurre al consumismo simbolo stesso del mito americano, quello dell’arrivano i nostri, dell'all big in America. Il tutto fomentato dall’industria del cinema che sbarcava coi suoi film in tutto il mondo condizionando usi,

consumi, comportamenti anche in Europa. È in questo contesto che maturò la Pop-Art avvicinandosi alle masse e avvicinando le masse all'arte con curiosità. La riproduzione serigrafica di bottigliette di Coca-Cola o di scatole di detersivi, la famosa zuppa Campbell realizzate da Andy Warhol, i fumetti di Roy Lichtenstein che riproduceva un manifesto pubblicitario di una stazione sciistica a Pocono Mountains (in Pennsylvania). Tutte opere che facevano in un certo senso il verso al consumo di massa e che oggi potrebbero essere interpretate come manifestazioni no-global anti-litteram. Questa reinterpretazione o rimanipolazione di concetti commerciali può essere considerata arte? C'è da chiederselo! I puristi potrebbero ritenere dissacratorie queste operazioni bollandole come attacco etico all'arte. Noi crediamo che avvicinare l'arte alle masse sia corretto eticamente e che il problema identitario non sussista considerando che un rapporto tra arte e pubblicità dovrebbe essere un'opportunità per sfruttare una potenziale sinergia poco utilizzata fino ad ora. Già, perché se immaginassimo che la pubblicità stimolasse in maniera appropriata l’interesse verso l’arte, senza derubarne soltanto i suoi contenuti, si potrebbe creare un interesse culturale di massa che porterebbe beneficio al sistema-arte stesso. Atb Mag 20


di Roberta SABBADIN

Colombage Frites et Moules Per un normanno, mangiare bene attorniato da bellezza e arte è più che una tradizione...è un dovere! Con 600 chilometri di coste di tutta la varietà immaginabile, la Normandia non poteva che essere una grande regione marittima in grado di deliziare il palato dei gourmands più esigenti. E' la prima regione francese per la produzione di Coquilles St Jacques et moules (con il marchio di qualità "Label Rouge" dal 2002) e, con 10 milioni di meli , garantisce in Francia il 60% della materia prima necessaria per la preparazione del Sidro, Pommeau, Calvados e il Poirè


Ma non basta: grazie al suo clima e alla ricchezza dei suoi pascoli, la Normandia offre una gamma d’eccellenza di prodotti lattiero-caseari fra cui 4 formaggi DOC ben conosciuti dai gastronomi: Camembert di Normandia, Pont l'Evêque, Livarot, Neufchâtel (dal cuore particolarmente morbido), la Crème, ovvero la panna da cucina, e il Burro (DOC d'Isigny); di carni saporite molto apprezzate nel mondo sia bovine che ovine (compreso il famoso agnello del pré-salé, allevato sui pascoli salmastri in riva al mare), palmipedi da foie gras, conigli e salumi dal gusto inimitabile (la salsiccia di Vire, il boudin, il prosciutto crudo della Manche). Ma la Normandia non è solo questo… è terra d'arte, di splendidi villaggi che sembrano usciti direttamente da una favola e dai quali ci si aspetta di vedere uscire a cavallo un elfo o un hobbit!

E' la culla dell'impressionismo secondo l'espressione dell'autore Jaques-Sylvain Klein e è in questo luogo che l'opera di Claude Monet “Impression, soleil levant,”dipinta nel 1872 a SainteAdresse, vicino a Le Havre e che diede il nome alla corrente artistica, assume il suo significato più reale. Associare « Normandia » e « Impressionismo » corrisponde veramente ad una realtà storica e geografica. Questa pittura dell'istante è nata sotto i cieli incomparabili della Normandia, lungo le sue luminose rive e le sue valli verdeggianti e non nella penombra della foresta di Barbizon! Queste luci e scorci normanni cosi' particolari ispirarono profondamente gli artisti che segnarono in modo indelebile la storia dell'Arte.

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DECORAZIONI FERRARA di Fabrizio Ferrara - Via Sesia, 42 - 1015 - Torino (TO) - Tel. 0112359279 Cell. 3382569835 - P.iva 06174930013 - business@decorazioniferrara.it


Libri da colorare:

passatempo per Bambini?

di Pia Taccone


Fino a non molto tempo fa, avremmo detto che i libri da colorare si rivolgevano solo ai bambini.

Le tecniche di incisione permettevano la riproduzione in diversi esemplari e dunque una discreta diffusione, pur ben lontana dai numeri odierni.

Da qualche anno, invece, si vedono ovunque edizioni rivolte ad un pubblico adulto. In libreria, in edicola, nei negozi di design, di articoli biologici, ecc. A scopo terapeutico, antistress, o semplicemente come passatempo.

Le mappe sono piene di figure antropomorfe, personificazioni di fiumi, città, regioni, ecc. che i nobili annoiati potevano colorate all’acquerello, già allora molto diffuso nel mondo anglosassone.

Inoltre, almeno a giudicare dalla loro diffusione, hanno anche un certo successo. Pur non disponendo dei dati relativi alle vendite, possiamo pensare che, se così non fosse, sarebbero spariti da molti scaffali.

Tuttavia, già la seconda edizione, di una decina d’anni più tardi, vendette molto meno. Forse ero anche passati di moda i temi trattati, a carattere mitologico. Tant’è che la terza edizione, progettata con contenuti aggiunti, non uscì mai.

Quanta parte dei libri venduti venga poi colorata, in parte o per intero, sarebbe interessante scoprirlo. Tuttavia, se di moda si tratta, certo non si può dire sia passeggera. Visti dalla parte dei professionisti del settore, se un tempo disegnare libri da colorare poteva essere meno prestigioso che occuparsi di albi illustrati, magazine o copertine, oggi molti nomi celebri non disdegnano questo settore dell’editoria. Ma siamo sicuri che sia la prima volta che i libri da colorare sono pensati per un pubblico adulto? A dire la verità, il primo di cui abbiamo traccia è proprio un’opera pensata per un pubblico adulto. Si tratta di una raccolta di mappe elaborate dall’incisore William Hole, che accompagnavano il poema Poly Olbion, di Michael Drayton. La prima edizione uscì nel 1612, ideata come passatempo per l’aristocrazia inglese.

Dopodiché, per avere il primo vero boom del genere, bisogna aspettare gli anni ’60 del XX secolo. Senza nulla togliere alla produzione contemporanea, quelli gli anni ’60 sono forse i libri da colorare più interessanti. Si diffusero perlopiù negli Stati Uniti, che attraversavano un particolare periodo socio economico culturale, pieno di contraddizioni e di stimoli, di contestazioni e di suggestiva produzione pop! Atb Mag 26


E infatti accettano molto volentieri incarichi che permettono loro di sconfinare: tra l’800 e la prima metà del ‘900 molti, tra i padri dell’illustrazione, hanno intessuto strette collaborazioni con i grandi compositori. In epoche più recenti, disegnato le cover degli album. Si trattava di libri ritenuti allora sovversivi, che contestavano il modello di vita proposto dal governo e propagandato dai media. Lo stesso modello irriso dall’arte pop: la famiglia perfetta, l’impiegato modello e la moglie impeccabile, il consumismo borghese che tanto tranquillizzava la gente per bene. Questi libri, spesso accompagnati da brevi testi taglienti ed ironici, volevano essere un punto di rottura, far pensare, non certo rilassare. Anche in questo caso non sappiamo quanti furono in effetti colorati; certo è che ebbero un successo enorme in quanto a vendite, diffusione e discussione. E mentre gli adulti tornano oggi al libro da colorare tout court,

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in molti casi si evolve il libro da colorare per bambini: abbandonando il modello stereotipato sempliciotto e dozzinale da edicola, molte case editrici affidano a illustratori raffinati libri accompagnati da testi che pretendono non solo di intrattenere ma anche di fare usare la testa ai più piccoli.


Certo è che il genere da colorare, pur conoscendo alti e bassi, può ancora darci diverse sorprese.

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Il riciclo si veste d'arte artigiana di Matelier


Casa e bottega si diceva una volta. Oggi questo detto popolare sembra superato visto che i ben pensanti accademici distinguono radicalmente artisti e artigiani infischiandosene dei maestri delle arti applicate ( fondamentali in tutta la storia dell'arte: antica, moderna, contemporanea) e separando nettamente artisti contemporanei e botteghe artigiane.

riuso di materiali, oltre 200, in cui operano più di 140.000 imprese con 240.000 addetti.

Sono certo sia necessaria una generale rivalutazione del fare e della sua importanza nella pratica contemporanea. Vorrei che l'idiozia imperante del “lo potevo fare anche io”, si trasformasse in ammirazione per artisti che lavorano con le tecniche più complesse della contemporaneità a contatto con la sperimentazione più estrema.

Sono convinto che l’artigianato artistico debba essere aiutato ad affermarsi attraverso la collaborazione e l’impegno condiviso sia da parte delle Organizzazioni che lo rappresentano sia da parte di Enti e Istituzioni, pubbliche o private, e di chiunque sia seriamente interessato a valorizzarne la qualità.

L’artigianato artistico, soprattutto quello del riciclo, costituisce un enorme patrimonio culturale ed economico, rappresenta l’emblema del gusto, della creatività, dell’unicità ed è presente in tutti i settori produttivi operando in stretto rapporto con l’ambiente, la storia, i costumi ed i movimenti culturali del territorio, tanto da caratterizzare stili di vita, epoche e aree diversi che rappresentano straordinari habitat o distretti artigiani.

Penso, ad esempio, ad una sorta di “sistema premiante” per incentivare la ricerca creativa, al potenziamento della formazione, oppure ad intese per promuovere la “visibilità” e per favorire la commercializzazione dei prodotti, per superare la dicotomia tra sapere teorico e sapere pratico.

E' l’Italia il Paese che, più di ogni altro, presenta il numero più elevato di tradizioni locali e di centri territoriali specializzati nel

Ma l’artigianato d’arte è anche tra i settori a maggiore rischio d’estinzione, a causa degli alti costi d’avvio dell’impresa, delle difficoltà burocratiche e degli oneri nella trasmissione dell’attività e nella formazione dei giovani, dei problemi nella commercializzazione.

L’identità dell’artigiano artistico deve riappropriarsi di un ruolo unificante degli aspetti della progettazione creativa, della tecnica e del materiale. Deve, cioè, tornare ad essere protagonista di tutte le fasi della realizzazione del prodotto – intuizione artistica, progettazione, realizzazione dello


oggetto – cercando di superare le frammentazioni e i complessi di inferiorità in cui spesso finora è rimasto confinato. In questo senso, si distingue dall’arte e dal design, conferendo cioè forma loquens al rapporto tra tecnica e materia impiegando indifferentemente tipologie e tecniche tradizionali o innovative. A questo proposito, l'investimento culturale nell'artigianato artistico deve essere finalizzato a coltivare la capacita di ricerca e sperimentazione per acquisire nuova spinta creativa ed arrestare l’impoverimento di quelle manualità che, in passato, avevano proprio nei mestieri il loro paradigma illustre di riferimento. Una collocazione autonoma e paritetica rispetto alle altre modalità del progettare artefatti estetici richiede che i contenuti formativi dell’artigianato artistico siano individuati, per l’avvenire, in termini di disciplina e non più di mestiere, storicamente inteso.





Sfogliando le pagine dei giornali spesso si trovano conturbanti resoconti di manifestazioni culturali ed artistiche. Qualche volta, sono certo, vengono distrattamente occhieggiati dai più i quali ritengono che il divertimento stia da altre parti; altri immagineranno che i “comuni mortali” non siano abbastanza “cool” per partecipare; altri invece, con una punta di acidità o superficialità, bollano tutti gli eventi culturali come meta preferita, assolutamente da evitare, di snob, vegliardi e “sfigatelli vari” . Fortunatamente non tutti la pensano allo stesso modo! Grandi artisti, scrittori, musicisti infatti, si sono sempre divertiti in compagnia, bevendo, conversando, creando arte, gustando sapori inusuali...questo almeno in questo e nel secolo scorso. Forse oggi abbiamo bisogno di qualcosa di nuovo, di estremo o forse non cogliamo più il senso della vita e la bellezza della cultura! Per ovviare a questo da più parti in Europa si sta cercando di proporre cultura veicolata attraverso nuove idee. Un esempio piuttosto riuscito è l'affascinante treno dell'impressionismo proposto da SNCF. Chi ama e apprezza il genio di artisti come Monet, Degas, Renoir, Manet…

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può vivere un'esperienza culturale divertente ed appagante attraversando con lo sguardo attraverso i finestrini di un treno la Normandia, legata a doppia mandata alla corrente artistica. Tutti gli appassionati possono dal 2015 recarsi alla stazione di Saint-Lazare a Parigi in un qualsiasi sabato o domenica dell'anno e acquistare un biglietto per un viaggio attraverso il tempo e lo spazio sulle onde dell'arte. La scelta della stazione non è stata causale: nel 1877, infatti, Claude Monet (il cui 140° anniversario cade nel 2017) dipinse una serie di vedute di questa moderna costruzione di vetro e ferro, studiandone la luce in diverse ore del giorno. Una volta saliti a bordo, i passeggeri vengono avvolti a 360 gradi nel mondo Impressionista visto che il treno è interamente rivestito di riproduzioni di opere da Pissarro a Monet. A bordo si respira un’atmosfera magica: all’interno delle carrozze, infatti, sono collocati pannelli descrittivi che raccontano la storia delle opere più suggestive. Tramite un codice QR, con il proprio smartphone si può accedere a un sito per approfondire le ricerche. Beh, direi che questa è l'evoluzione degli eventi artistici che si dotano anche dei potenti mezzi tecnologici per comunicare concetti.


E i concetti non si fanno aspettare molto e ci colpiscono dal tragitto andata e ritorno in uno o due giorni al massimo. I percorsi sono diversi a partire da quello in direzione Parigi/ Giverny-Vernon dove Monet visse dal 1883 fino al 1926 anno della sua morte e con il quale, in una giornata, si potranno scoprire il Museo degli Impressionisti, la casa di Monet e il magnifico giardino dell ninfee che tanto lo ispirò; passando per l'itinerario Parigi-Rouen, visitando le cattedrali ritratte in varie fogge e il museo dove sono esposti magnifici Monet, Degas, Renoir e Pissarro; per finire con quello in direzione di Le Havre (città capolavoro dell'architetto Auguste Perret da lui ricostruita dopo i bombardamenti scriteriati della II guerra mondiale che nella notte tra il 5 e i 6 settembre 1944 scaricarono 18.000 tonnellate di bombe sull'abitato con terribili perdite sia umane che materiali e che dal 2005 è patrimonio mondiale dell'Unesco), con la visita al MuMa. Ma la tecnologia applicata agli eventi artistici non si limita a questo. Per creare sempre maggior divertimento e rimanere estasiati, provate a recarvi in una qualsiasi cittadina normanna da aprile a settembre. Rimarrete affascinati dall’idea di mettere in primo piano l’Impressionismo in tutte le sue forme sull’intero territorio attraverso la proiezione per le strade, sulle case, le cattedrali, gli alberi, le auto dei dipinti impressionisti in modo tale da far sentire lo spettatore come all'interno del quadro stesso in preda alla sindrome di Stendhall. Il tutto inframmezzato da 450 appuntamenti tra normalissime mostre, eventi, ma anche arte contemporanea, musica, cinema, teatro, danza, fotografia, video, letteratura, spettacoli di suoni e luci, pranzi sull’erba e cabaret. Il movimento artistico Impressionista parigino classe 1860 deriva dal realismo del quale però ha rappresentato solo i lati gradevoli. Allo stesso modo oggi vorrei che iniziasse un movimento che rappresentasse tutti i lati piacevoli ed emozionanti della cultura e dell'arte perché queste esperienze riescano davvero ad essere una ghiotta occasione di fuga dalla routine e sempre più legate al vero divertimento!


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Associazione Abbiamo rinnovato il sito web di ATB Associazone Culturale & Art Gallery. Non lo troverete dunque al solito dominio www.atbartgallery.com, ma al nuovo indirizzo www.atbassociazioneculturale.com. Consultando il sito protrete trovare ogni informazione sulle attivitĂ previste dalla nostra associazione


Continua per tutto l'anno la rassegna “SEI PERSONAGGI-SEI STILI”sei artisti legati a Torino, dedicata alle opere di artisti contemporanei che mostreranno le loro opere alla ATB - Art Gallery di Corso Verona, 21. Il progetto innovativo partito il 31 di marzo 2016 proporrà ogni mese sei artisti diversi che operano con successo nel panorama artistico torinese al fine di dar loro maggiore visibilità e contribuire fattivamente alla divulgazione culturale nel capoluogo subalpino. L'evento, si pone come ambizioso obiettivo quello di raccontare il variegato panorama artistico torinese attraverso i suoi protagonisti e nelle sue molteplici forme. Dal graffito, allo stencil, dai poster alle installazioni, dalla fotografia alla fiber art, dal pop all'astratto attraverso le centinaia di etichette artistiche che possono venirvi in mente. La rassegna coinvolgerà più di 100 artisti con percorsi e mezzi espressivi diversissimi perché ATB Art Gallery e l'omonima associazione culturale che la rappresenta vogliono essere espressione della contemporaneità, fatta di comunicazione, internet e i social network, che raccontano la realtà in maniera del tutto diversa dal passato. La rassegna, che durerà fino alla fine dell'anno e si sposterà in varie sedi piemontesi, sarà inaugurata giovedì 31/3/2016 alle 18,00, nella sala espositiva di ATB Associazione Culturale di Corso Verona,21.

E continua ancora per tutto l'anno il progetto E arte Food. Che cosa si propone in tre parole?… “ILLUSTRARE un PERCORSO”. Ci interessa proporre a tutti coloro che operano nell'ambito della ristorazione o a semplici appassionati, un modo sano e piacevole di consumare i pasti o gli spuntini quotidiani perché siamo convinti che cibo e arte possano davvero fare la differenza. Ovviamente, come ogni buon progetto, prima viene la parte teorica e poi l'applicazione pratica delle conoscenze acquisite. Come lo facciamo? Attraverso Corsi, servizi di tutoraggio o portando il nostro sapere e opere d'arte a casa vostra con il FoodArt sharing. Il progetto nasce in ambito sociale visto che l'alimentazione condiziona in modo determinante la salute dell'uomo. Alimentarsi significa evolvere, fare proprio l'ambiente nella sua totalità; assorbire la luce del sole, la terra, l'acqua, l'aria. Mangiamo prima di tutto Energia vitale. La salute è il risultato di processi complessi che prima di tutto si realizzano nella mente dell'uomo attraverso una presa di coscienza, valutazione.

Al via anche il progetto ATB ricicl-ARTI. L'idea nasce dal fatto che molti artisti e artigiani creano nella loro solitudine, con pochi o nulli riconoscimenti e con poche o nulle possibilità di contaminazioni da parte di altri artisti o artigiani. Abbiamo immaginato uno spazio di unione e di condivisione, dove gli artisti e gli artigiani si incontrano e si confrontano, lavorando gomito a gomito con materiali di recupero, un luogo in cui idee e creatività possono nascere dall’incontro tra materiali, donatori, fruitori, creatori-artisti. È una potentissima risposta alla crisi economica, di giustizia, di valori e di identità. Una società più sostenibile, più equa e più partecipata, più democratica e rafforzata. E' un modo per dire basta con l’accumulo, con lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo e dell’uomo sull’ambiente, con la distruzione degli ecosistemi, con la sostituzione delle gratificazioni affettive con l’acquisto compulsivo, basta con le solitudini che non si incontrano mai, basta con lo spreco, basta con questo modello di sviluppo che non è una evoluzione ma una involuzione della società. I nostri figli meritano un mondo migliore. Noi meritiamo un mondo migliore


NEWS Grazie alla creatività e alle intuizioni di alcuni artisti si stanno definendo e saranno realizzati entro la fine dell'anno 2016 i progetti: BARCODE FOR ART in collaborazione con Barcode

STREGHE E NOTTI DI TERRORE ideato da Roberto Maggi

SHOPPING D'ARTE in collaborazione con Nadja Zonta

LIBRARTE in collaborazione con Amelia Alba Argenziano

DI...VINO ARTISTICO ideato da Angela Policastro

INFORMAL in collaborazione con Daniela Baldo

LIBRO D'ARTISTA Ideato da Mariella Bogliacino

- ATB Associazione culturale & Art Gallery, parteciperà con alcuni suoi artisti alla XII edizione di Paratissima


ARTISTI ATB ASSOCIAZIONE CULTURALE & ART GALLERY CORRADO ALDERUCCI AMELIA ALBA ARGENZIANO DIEGO BARBIERI SANDRA BARUZZI MARIELLA BOGLIACINO GIANLUCA BONANNI ALESSANDRO BOVERO AGOSTINO BERGO VANESSA CANTON DEBORAH DE LUCIA SIMONA DIANA MICHELE DIERRE ROSSELLA DI DIO DUSIT DUGHERA MASSIMO DIVENUTO JAMES FARRELL RENATA FERRARI

IRENE GARINO SAMIRA HOSSEINZADEH LILIANA LA VECCHIA ROBERTO MAGGI MATELIER NANNI MANOLINO GUGLIELMO MARTHYN CLAUDIO MIGLIOLI FABRIZIO MOLINARIO FERNANDO MONTA' MISS BROWN & M.LLE BOUQUET FEDERICA PETRI MORENO PISAPIA ANGELA POLICASTRO PAOLA ROBBE ALESSIO SCALERANDI

MONICA PIA GIORGIO TULLIA CHIARETTA NADIA

SEKSICH TACCONE TROVATO VACCARO VADA ZONTA

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