agatha raisin e giardiniera invasata

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Agatha Raisin guidava lentamente verso il villaggio di Carsely, al ritorno da una lunga vacanza, quando ormai l’inverno mite e piovoso cedeva il passo alla primavera. Si era autoconvinta di essersi divertita un sacco, lontana da quel mortorio. Era stata a New York, poi alle Bermude e poi a Montréal, e da qui dritta a Parigi per visitare in seguito l’Italia, la Grecia e la Turchia. Pur essendo benestante, non era abituata a spendere tutti quei soldi per sé, e si sentiva vagamente in colpa. In passato aveva partecipato quasi sempre a viaggi di gruppo, costosissimi e organizzati. Questa volta era partita da sola. Carsely l’aveva resa fiduciosa nelle sue capacità di farsi degli amici, almeno così aveva creduto, ma poi le settimane erano trascorse come in un filmino sfuocato, tra stanze d’albergo e cocciute incursioni solitarie nei luoghi turistici. Ma non avrebbe mai ammesso di aver sofferto di solitudine, come non avrebbe mai ammesso che la sua assenza prolungata avesse qualcosa a che fare con il suo vicino, James Lacey. Al termine di quello che lei considerava amorevolmente come “il mio ultimo caso” aveva alzato un po’ troppo il go1


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agatha raisin e giardiniera invasata by astoria edizioni - Issuu