Luoghi Italiani Patrimonio Unesco

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Modena

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La Cattedrale, la Torre Civica e Piazza Grande La creazione comune di Lanfranco e Wiligelmo è un capolavoro del genio creatore umano, nel quale s’impone una nuova dialettica di rapporti tra l’architettura e la scultura nell’ambito dell’arte romanica. Si tratta di una testimonianza eccezionale della tradizione culturale del XII secolo ed uno degli esempi più eminenti di complesso architettonico in cui i valori civici e religiosi si trovano coniugati in una città cristiana del Medioevo. Iscrizione: 1997.

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odena fu una fiorente città romana (“Mutina”, che lo stesso Cicerone definì firmissima et fortissima) sulla quale, al decadere dell’Impero, ebbero forti influenze la Chiesa e la nobile famiglia dei Canossa. Tra il X e il XII secolo vennero messe in opera una serie di edificazioni sulla Piazza Grande, centro nevralgico della città, dove furono costruiti la residenza del vescovo, il Palazzo Comunale, una serie di abitazioni e di edifici municipali e commerciali e il Duomo. Fondato nel 1099, quest’ultimo, con la sua fitta trama di riferimenti alla cultura romana, è espressione esemplare del romanico padano, frutto dell’attività congiunta di due personalità d’eccezione, l’architetto Lanfranco e lo scultore Wiligelmo, celebrate a chiare lettere nelle epigrafi murate sulla facciata e nella zona absidale. Esso rappresentò inoltre, agli inizi del XII secolo, uno dei principali luoghi di formazione di un nuovo linguaggio figurativo, destinato a influenzare gli sviluppi di tutto il romanico nella Pianura Padana, mentre il suo ricchissimo apparato scultoreo costituisce un osservatorio privilegiato per comprendere il contesto culturale che accompagnò la rinascita della scultura monumentale in ambito europeo. La città medievale, decentrata rispetto alla “Mutina” romana, si aggregò intorno alla basilica “ad corpum” che conservava le spoglie del patrono San Geminiano, Vescovo nel IV secolo. Nel 1106, a soli sette anni dalla posa della prima pietra, esse furono trasferite dalla vecchia cattedrale che sorgeva nei pressi, ma i lavori del Duomo, che vennero affidati a partire dalla seconda metà del secolo XII ai Maestri Campionesi, maestranze specializzate provenienti dalla zona del lago di Lugano, proseguirono per oltre due secoli con la costruzione della torre campanaria, meglio nota come Ghirlandina, per la forma a ghirlanda del coronamento, torre che in passato assolse anche funzioni di torre civica e che caratterizza inconfondibilmente il profi lo della città e con il completamento e il progressivo adeguamento dell’edificio alle mutate esigenze liturgiche. La cattedrale romanica, voluta dai cittadini modenesi delle diverse componenti sociali con l’appoggio della contessa Matilde di Canossa in un momento di vacanza della sede vescovile, è un’espressione concreta del nascente regime comunale, vivente testimonianza di un momento storico di particolare importanza e altamente rappresentativa, assieme a tutto il complesso della Piazza Grande giunto praticamente intatto fino a noi, del significato profondo dell’architettura medievale e dell’innovativo ruolo centrale degli artisti, non più meri esecutori all’ombra di celebri committenti ma finalmente attivi protagonisti del panorama culturale e urbanistico dell’epoca.

La Preda Ringadora è un enorme masso rettangolare di marmo rosso veronese, oggi collocato nell’angolo nord-orientale della Piazza Grande, utilizzato in epoca comunale come palco per gli oratori che arringavano la folla, ma anche per mettervi alla berlina i debitori insolventi e per esporvi i cadaveri di persone assassinate senza nome e per compiervi atti di giustizia ed esecuzioni.

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