Arte e luoghi marzo2017

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zione, del desiderio di essere comunità sfidando le leggi imprevedibili della natura. Ma c’è bisogno di insistere, oltre che di resistere, e come ci eravamo ripromessi continuiamo ad ospitare sulle nostre pagine contiributi fotografici che ci raccontano meglio di mille parole ciò che resta di Amatrice della necessità di cogliere l’opportunità della prossima primavera per iniziare un progetto di ricostruzione, per ridare dignità e speranza alle popolazioni

così duramente colpite e che hanno bisogno di non sentirsi sole e abbandonate al loro destino. Perchè c’è un altro dramma che si sta consumando oltre alla terra che continua a tremare. è l’emergenza sociale di un tessuto che è stato sfilacciato come i ferri nel cemento, il dramma della quotidianità compromessa di chi ha perso tutto e vede sempre più lontana la ricostruzione, la realtà di chi aspetta le casette pur sapendo che non sarà una soluzione a

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breve termine, lo scoramento di chi è tentato di andar via da quel che resta del proprio paese e di chi non ce la fa più a convivere con le scosse e la paura. “Una condizione a cui dovremmo essere abituati perché si sa che il nostro è un paese ad alto rischio sismico e più delle spese militari dovremmo pensare ad investire sulla difesa del suolo perché - citando lo scrittore Erri de Luca - è dalle viscere della terra che dobbiamo imparare a difenderci.


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