D.A.ITALIA_N_30

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Poste Italiane s.p.a. -spedizione in a.p. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art.1, comma 1 DCB Torino. N°8/2008

settembre 2008 N°30

D.A.ITALIA - IL PERIODICO DELLA DISTRIBUZIONE AUTOMATICA

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le interviste esclusive: Giovanni Doglioni Majer (Rheavendors) – Mario Majo (MEI) Tour Necta: intervista a Riccardo Rabitti novità nel vending: Demil – Water+More eventi: Esperia Centro mondo associazione: Carta dei servizi D.A.ITALIA7cup formazione professionale EVA News la carta dei servizi AIABO WellFood 2008


La tensione cresce. Presto il segreto sarà svelato. Non vedrete l´ora di provare il nuovo

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EDITORIALE

Credit crunch e private equity La stretta creditizia operata dalle banche incomincia a far sentire i propri effetti anche in Italia e le sue conseguenze impongono una seria riflessione, soprattutto perché questa fase di credit crunch ha senz’altro provocato una maggiore cautela e selettività nei deal di private equity. Solo un anno fa i fondi battagliavano a suon di rilanci pur di prevalere nelle aste, immaginando multipli che appaiono spropositati nel mutato mercato finanziario odierno. Le banche erano più che disposte a finanziarie operazioni di buyout che avevano come minimo un riferimento pari a sei volte l'Ebitda delle società target. Oggi lo scenario è completamente mutato: i multipli stanno scendendo, i costi del financing sono più elevati, la propensione al rischio è diminuita e le banche dimostrano grandissima prudenza nell’esporsi finanziariamente. Ovviamente la situazione non è ancora stata metabolizzata dai venditori, che si aggrappano alle ottimistiche valutazioni di un passato molto recente e questo crea un gap tra domanda e offerta sempre più ampio e difficile da colmare. Nel vending molte aziende sono state acquisite da fondi di private equity e con moltiplicatori decisamente elevati. È chiaro che anche nel nostro settore, indipendentemente dal valore industriale delle aziende e dalla loro capacità di sviluppare flussi di cassa, la chiusura dei “cordoni della borsa” da parte delle banche, creerà qualche difficoltà a tutti i deal potenzialmente realizzabili e alle strategie di exit. Questa situazione però non si può considerare particolarmente negativa, perché la selettività nelle operazioni di buyout ha conseguenze marginali per le aziende virtuose, che mantengono un elevato valore di mercato e, pur con qualche difficoltà in più, non dovrebbero avere problemi a trovare degli accordi soddisfacenti. Viceversa saranno molto più a rischio le strategie speculative: non sarà più possibile vendere “qualsiasi cosa a qualunque prezzo”, come sembrava fattibile in alcuni momenti di buyout-mania e questo andrà tutto a vantaggio degli operatori virtuosi. Le conseguenze potrebbero colpire a cascata anche i piccoli operatori: non sarà infatti più così facile vendere senza problemi le battute a prezzi irragionevoli, soprattutto se non offrono l’opportuna marginalità. Questo potrebbe finalmente far uscire il settore dal cono speculativo che purtroppo portava all’accettazione di comportamenti sostanzialmente inaccettabili. “Fare battute” a qualunque costo e senza nessuna logica aziendale di medio-lungo periodo dovrebbe risultare sempre meno redditizio e sempre più rischioso, proprio perché chi compra dovrà a sua volta seriamente considerare di attenersi ad un atteggiamento più prudente e selettivo. Questo mutato scenario potrà contribuire a portare al centro delle preoccupazioni degli imprenditori del vending un ritorno all’etica e ai fondamentali economici nella gestione dell’azienda e questo non può che essere salutato positivamente.

Alessandro Fontana


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EDITORIALE Credit crunch e private equity

7 13 Numero 30 – Settembre 2008 Direttore Responsabile Alessandro Fontana Condirettore Renzo Gabriel Bonizzi Hanno collaborato: Orsola Mallozzi e Ilaria Sudati Progetto grafico Andrea Lottero Stampa Diffusioni Grafiche Spa D.A.Italia – Il periodico della distribuzione automatica Pubblicazione iscritta al Tribunale di Milano, numero di registrazione 177 del 22 marzo 2004 Iscrizione al R.O.C.: 11412 Periodicità: mensile Editore: ART&WORKS Srl Via Garian 49 - 20146 Milano - P.IVA 04234310961 Tel +39 02 48958566 Fax +39 02 36521641 Ufficio commerciale: commerciale@daitalia.it Web: www.daitalia.it Posta elettronica: info@daitalia.it Abbonamenti: abbonamenti@daitalia.it Pubblicità inferiore al 70% La riproduzione totale o parziale delle illustrazioni e degli articoli pubblicati su D.A. Italia è permessa solo se autorizzata dalla Direzione. La Direzione non assume responsabilità per le opinioni espresse dagli autori dei testi redazionali e pubblicitari.

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L E N O S T R E I N T E RV I S T E E S C L U S I V E Giovanni Doglioni Majer - La terza generazione in Rheavendors Mario Majo, il nuovo Direttore MEI Italia

S P E C I A L E N E C TA La seconda tappa del Tour Necta - Intervista con Riccardo Rabitti

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I L M E R C AT O D E L V E N D I N G - R I V E N D I T E Esperia Centro ha inaugurato a Prato la sua nuova piattaforma logistica

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NOVITÀ NEL VENDING Demil Spa ha ottenuto la certificazione ambientale EMAS Water+More by BWT: novità dallo specialista dell’acqua

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MONDO ASSOCIAZIONE Il convegno Confida del 4 ottobre a Milano Il secondo step della Carta dei servizi di Confida

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FORMAZIONE PROFESSIONALE La formazione professionale del Gruppo giovani di Confida

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AIABO NEWS La carta dei servizi Aiabo

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D . A . I TA L I A 7 C U P Torna in primavera la terza edizione della D.A.Italia 7Cup

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E VA N E W S Payment systems: talking about a revolution?

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S I C U R E Z Z A A L I M E N TA R E WellFood 2008: il congresso per la salute e alimenti funzionali a Colonia

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A P P U N TA M E N T O I N F I E R A Vending Poland 2008 Next - le date dei prossimi eventi fieristici D.A.ITALIA 5


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INTERVISTA ESCLUSIVA D.A.ITALIA Intervista con Giovanni Doglioni Majer La terza generazione in Rheavendors

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Da pochi mesi è entrato a far parte dell’organico di Rheavendors Giovanni Doglioni Majer, figlio di Luca e nipote di Aldo, due imprenditori che hanno certamente contribuito in modo determinante allo sviluppo del settore del vending italiano, esportando con successo un modello di business vincente anche all’estero. A meno di due anni dall’anniversario per i 50 anni dalla fondazione, l’entrata nel management aziendale della terza generazione, è un segnale molto positivo sulla volontà di continuità familiare e sul processo di rinnovamento di questo storico marchio italiano. Giovanni, pur ancora molto giovane, possiede già un curriculum scolastico impeccabile e ha avuto la possibilità di maturare alcune interessanti esperienze lavorative. D.A. Italia, per approfondire la conoscenza di Giovanni Doglioni Majer e per cercare di tracciarne un profilo, si è recata presso la sede Rhea di Caronno Pertusella, dove l’ha incontrato e intervistato.

Intervista con Giovanni Doglioni Majer - Rheavendors Qual è stato il tuo percorso scolastico e formativo prima di entrare in Rheavendors? Ho studiato in Francia storia dell’arte e management culturale. Mi ero trasferito a Parigi qualche anno prima, mentre ancora frequentavo il liceo classico in Italia. Nonostante i miei studi non abbiano una diretta attinenza con l’economia aziendale, sono convinto che siano stati molto proficui e che mi abbiamo insegnato moltissimo. Dopo gli studi universitari ho subito incominciato a lavorare per diverse gallerie d’arte contemporanea a Parigi: è stata un’esperienza molto bella, che mi ha insegnato a relazionare con i clienti in un mercato estremamente dinamico, dove alcune gallerie e case d’aste hanno tassi di crescita annui a tre cifre. È un ambiente in cui mi sono subito trovato a mio agio, anche perché proporre prodotti ad alto valore aggiunto come l’arte è una scuola molto rigorosa per il marketing e le pubbliche relazioni.

Cosa ti ha portato a tornare in Italia? La mia famiglia, in particolare mio nonno Aldo e mio zio Carlo, mi ha esplicitamente chiesto di “dare una mano” all’interno dell’azienda e compiere degli studi di management più specifici. Sono allora tornato in Italia e mi sono iscritto a un master di un anno che fornisce le competenze di base per affrontare in futuro un MBA. Lo sto tuttora seguendo all’Università di Berkeley, anche se gli attuali impegni lavorativi mi costringono a frequentare i corsi on-line. Qual è stato il tuo primo ruolo in azienda? Quando sono arrivato in Rheavendors si è deciso di farmi fare prima uno stage in Servomat Steigler, la nostra filiale tedesca. Questa esperienza è stata per me veramente importante, anche se è durata poco più di un mese, perché ho avuto a che fare con una cultura aziendale molto diversa da quel-

la italiana e con un team di persone affiatatissime. Mi hanno mandato subito a fare il venditore in fiera, dove ho imparato a conoscere le macchine, mi hanno insegnato tutto del mercato tedesco, motivandomi moltissimo, facendomi fare un’analisi delle diverse funzioni aziendali, un tour con degli operatori e presentandomi a molti dei loro clienti, dai key account a piccole ma ottime realtà di gestione locali. Oggi qual è la tua funzione in Rheavendors? Oggi lavoro come Assistente alla Presidenza, cioè prendo visione di tutte le funzioni aziendali e assisto nella direzione dell’azienda. Quindi tratto cose molto diverse fra loro anche se, in sostanza, mi occupo di management, nel senso che gestisco le problematiche che sorgono durante l’attività aziendale incanalando le attività dell’azienda secondo la nostra strategia.

Come ha vissuto l’azienda di famiglia prima di entrarci? Ti capitava da bambino di frequentare gli uffici o lo stabilimento? Quando ero piccolo mio padre lavorava moltissimo, mi ricordo che spesso il sabato venivo qui a Caronno o in MPR e giocavo in cortile mentre lui si dava da fare. La fabbrica era un posto magico: da bambino mi incuriosivano molto gli strumenti per piallare gli impianti e segare la carpenteria. Ho molti bei ricordi di quel periodo e alcune persone che sono qui da molto tempo le conosco bene; sono in un certo senso figure della mia infanzia. Dopo la fine del liceo sono stato gradualmente coinvolto nelle attività dell’azienda, soprattutto tramite occasionali contatti con i clienti, anche se fino a un anno fa solo indirettamente. Ma la realtà della distribuzione automatica l’ho sempre sentita vicina: da sempre, quando vedo una macchina del D.A.ITALIA 7


INTERVISTA ESCLUSIVA D.A.ITALIA

caffè, guardo istintivamente il modello. E magari provo una bevanda. Una volta entrato in Rheavendors, la visione che avevi da ragazzo è cambiata o hai trovato quello che ti aspettavi? Ho trovato quello che mi aspettavo, in particolare la figura molto carismatica di mio nonno, che ha costruito questa azienda. Ciò che forse non mi immaginavo e che mi ha sorpreso positivamente è la passione per la tecnica. Il fulcro della Rheavendors è proprio l’officina, dove si collaudano prototipi, si fanno dei test e in genere si sperimenta. Mio nonno Aldo ha una passione molto forte per l’aspetto tecnico e va periodicamente in officina rimanendoci per delle ore. Essendomi sempre interessato alle materie umanistiche questo era un mondo che non sentivo particolarmente vicino, ma adesso mio nonno è riuscito a contagiare D.A.ITALIA 8

anche me e ho certamente molta voglia di imparare. Una volta gli ho chiesto cosa l’avesse spinto a fondare la Rheavendors e lui mi ha risposto “l’orgoglio del fare”, l’emozione e il divertimento di creare prodotti innovativi che riescano a sfidare la concorrenza. Questo mi ha colpito perché pensavo di entrare in una struttura in qualche modo più fredda e formale nel modo di rapportarsi ai prodotti. Invece ho trovato un mondo spinto da una passione personale fortissima, unita a dei rapporti umani e di collaborazione molto profondi, soprattutto con i clienti che ci seguono da tanto tempo.

presto dovremo affrontare l’aumento della nostra capacità produttiva, un progetto di largo respiro che ci vedrà tutti coinvolti. Per adesso mi occupo di progetti o relazioni con clienti che erano già presenti ben prima che io arrivassi. Un programma che trovo molto promettente, e che sto seguendo con attenzione, è quello del nostro nuovo gruppo espresso. Si tratta di un gruppo a dose variabile in cui invece del dosatore c’è un dosaggio basato sulla quantità di pressione che si vuole ottenere, per cui c’è un’estrazione sempre ottimale della pastiglia di caffè con risultati in tazza straordinari.

In questo momento stai seguendo qualche particolare progetto? Le sfide che mi piace di più affrontare sono quelle commerciali, e riguardano sia lo sviluppo dei mercati che quello dei prodotti. Ma questo è un momento di transizione molto importante per la Rhea e

A che punto siete con lo sviluppo di questo nuovo gruppo? Siamo in dirittura d’arrivo. L’abbiamo già fornito ad un grosso cliente che ha installato le prime macchine e il suo test sul campo è stato molto positivo. Adesso ne abbiamo dato alcuni a una seconda tornata di clienti per effettuare

ulteriori test. Ovviamente un prodotto così innovativo è da introdurre sul mercato con la dovuta prudenza, ma credo che per la fine dell’anno intensificheremo il suo inserimento, anche in Italia. È un gruppo che almeno in un primo tempo vorremmo destinare a un segmento abbastanza alto, perché non tutti gli operatori hanno bisogno di un dosaggio maggiore di 7 grammi, soprattutto in Italia e nei paesi latini. Noi arriviamo fino a 13 grammi e stiamo sviluppando una versione maggiorata che dovrebbe raggiungere i 18 grammi. Il segnale che vogliamo dare è comunque che la Rhea investe in soluzioni che aggiungono valore al vending: bicchieri di carta, doppia torretta, bevande lunghe... Lo scopo è migliorare l’esperienza dell’utente e l’immagine della macchina del caffè offrendo un’esperienza più vicina a quella del bar, per permettere agli operatori e ai gestori di sfruttare appieno la


giovanni majer - rheavendors

loro offerta e quando possibile avere dei profitti un po’ più elevati. Ultimamente sembra che l’interesse di Rhea verso il mercato italiano sia aumentato. A che cosa è dovuto questo cambiamento, in una azienda che ha sempre dimostrato una forte vocazione internazionale? La nostra famiglia è originaria di Belluno, una città periferica rispetto all’Italia. Forse è per questo che ci siamo sempre sentiti a nostro agio con i clienti stranieri e che, nella prima fase di crescita del vending, la Rhea ha avuto un ruolo di rilievo negli esporti, dando anche un contributo fondamentale alla diffusione dell’espresso all’estero. In realtà negli anni ’70 e ’80 Rhea aveva una posizione molto più rilevante sul mercato italiano. Negli ultimi 15-20 anni abbiamo risposto ad una domanda molto forte da parte di grandi realtà estere che ci ha portato, per un processo

naturale, ad avvicinare i nostri prodotti alle loro esigenze. Questo ha comportato un allontanamento dai canali di distribuzione del mercato italiano e forse anche dal suo tipo di mentalità e dal tipo di domanda che lo caratterizza. Ma la Rhea non ha mai smesso di essere in Italia. È solo giunto il momento di rinnovare un impegno molto semplice: noi siamo qui, abbiamo una serie di prodotti molto validi, una grande disponibilità e tanta voglia di lavorare in Italia. Il mercato italiano è un mercato fantastico, dinamicissimo, con gente incredibile è una qualità media molto alta. E poi per noi l’espresso italiano rappresenta il benchmark per la qualità della bevanda. Vogliamo andare verso soluzioni innovative e con un’altissima resa in tazza, arrivando a bevande di qualità ottimale in ogni condizione. Certo, è una sfida. Ma a noi le sfide piacciono. Avete già avuto risposte posi-

tive dal mercato italiano? Devo dire che abbiamo avuto risposte sorprendentemente positive e ne siamo molto felici. Abbiamo sentito molta voglia di lavorare insieme e la grande apertura del mercato rispetto a soluzioni interessanti e nuove possibilità nell’offerta. L’affluenza al nostro stand a Venditalia è stata molto forte, si è subito diffuso un grande word-of-mouth rispetto alla Caffè Europa. In poco tempo siamo riusciti ad avviare un progetto di sviluppo aperto con una delle più grandi realtà italiane e a sviluppare contatti con una serie di attori molto interessanti, alcuni dei quali ancora in divenire. I primi obiettivi che ci eravamo prefissati sono stati addirittura superati. Adesso si tratta con pazienza e serietà di mettere a frutto queste aperture nel lavoro dei prossimi mesi. Pare che Massimo Milesi sia da poco diventato il responsabile della rete Italia. È il primo

passo per affrontare il mercato italiano con una nuova struttura commerciale? Massimo Milesi è responsabile per l’Europa ed ha due key account molto importanti in Europa Centrale che deve assolutamente mantenere. Ultimamente però la focalizzazione della sua attività si è spostata anche sull’Italia. Non è stato un processo avvenuto da un giorno all’altro, è stato uno sviluppo spontaneo di orientamento verso questo importante mercato. Alla fine, anche in concomitanza di Venditalia 2008, ci è sembrato opportuno iniziare a verificare la disponibilità di realtà italiane che conosciamo molto bene, con cui collaboriamo o abbiamo collaborato in passato e il feedback è stato immediato e positivo. Ma la chiave della presenza di Milesi è proprio questa: non creare subito una nuova struttura commerciale dedicata, bensì usare gli strumenti che la Rhea adotta per i suoi clienti direzionali con una serie di realtà D.A.ITALIA 9


giovanni majer - rheavendors

italiane per ottenere con certezza il massimo livello di soddisfazione dei clienti. Il modello “Caffè Europa” ha avuto ottimi riscontri a Venditalia. Quali sono le sue principali caratteristiche? Caffè Europa è la soluzione freestanding compatta di Rheavendors. Le principali caratteristiche di questa nuova macchina dal design attraente sono la qualità e l’affidabilità, a cui si associano dimensioni ridotte, un’autonomia di 500 bicchieri e un eccellente rapporto qualità-prezzo. I 16 pulsanti di selezione danno accesso ad una grande varietà di bevande. Tra le innovazioni più significative, il sistema SpeedMix di Rheavendors, ulteriormente ottimizzato da un esclusivo sistema per variare la temperatura di erogazione dell’acqua e il gruppo espresso riscaldato, con rivestimenti interni in alluminio, per i bisogni specifici dei mercati latini: ottima qualità e alta temperatura D.A.ITALIA 10

di caffè corto all’italiana. La presenza di due torrette è stata apprezzata dagli operatori? Senza dubbio. Caffè Europa ha a disposizione un nuovo distributore di bicchieri a due torrette che offre la possibilità di scegliere sia la bevanda che il bicchiere: tazza, bicchiere o bricco. Una delle torrette serve bicchieri da 150 a 200 ml, per un’esperienza vending classica di qualità ottimale. L’altra eroga bicchieri da 80 o 100 ml, per un espresso o un caffè macchiato. Rheavendors si è sempre distinta per le scelte innovative nel campo del design industriale. Da chi è stata realizzata la Caffè Europa? Caffè Europa ha un’innovativa veste creativa, disegnata dal noto architetto Franz Bergonzi, professore di Disegno Industriale al Politecnico di Milano. Il corpo della macchina è bombato, con un elegante motivo a bugne e una

sequenza di luci che si illuminano durante l’erogazione. Anche lo schema di colori segue la linea dei distributori automatici freestanding Rheavendors: grigio chiaro metallizzato con dettagli arancio e ampie possibilità di brandizzazione sui due pannelli. Affiancherete a questa macchina anche un distributore del freddo? Realizzeremo sicuramente un complemento alla Caffè Europa, il progetto è già in pieno sviluppo. Avete già sviluppato qualche progetto anche per quanto riguarda i mercati emergenti? Investiamo molte risorse nel market developement e siamo sempre molto attenti ai possibili sviluppi in nuovi mercati. Un mercato per noi molto importante è l’Est Europa: abbiamo aperto da circa un anno una filiale polacca che sta andando molto bene e che realizza risultati molto positivi, così come una filiale in Argentina e una collaborazione

già molto avviata in Brasile. Per quanto riguarda la zona mediorientale, abbiamo avuto sempre ottimi contatti con il mercato israeliano e ci sono dei grossi clienti che hanno progetti di espansione in Turchia, Dubai e Siria. Cominciamo anche ad avere grosse richieste dai Paesi emergenti orientali e abbiamo in previsione lo sviluppo di un piano strategico specifico. Segui anche i progetti di comunicazione? Sono in programma delle particolari iniziative? Non mi occupo più direttamente di comunicazione e da settembre Marco Sandro entrerà in azienda con la funzione di Group Business Development and Strategic Planning Director. Fra due anni comunque festeggeremo il nostro cinquantesimo anniversario e sicuramente saremo impegnati in qualche grande progetto di comunicazione.



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INTERVISTA ESCLUSIVA D.A.ITALIA Intervista con Mario Majo, il nuovo Direttore MEI Italia

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MEI è leader nella produzione mondiale di sistemi di pagamenti automatici. Ogni settimana, attraverso il suo immenso parco sistemi installato, vengono effettuate più di 2 miliardi di transazioni in oltre 100 paesi. Il continuo impegno nell’innovazione e nella ricerca della qualità, ha consentito a MEI di diventare uno dei punti di riferimento tecnologici di mercato e di rappresentare la scelta più affidabile in numerose applicazioni per i settori del vending, del gaming, dei trasporti e del retail. Da due anni MEI non è più parte del mondo Mars ma è di proprietà di due importanti private equity a livello mondiale: Bain Capital con sede negli USA e Advantage Partners con sede in Giappone. Le due equity condividono anche la proprietà del nostro marchio Conlux presente nel mercato asiatico. D.A. Italia, per approfondire la conoscenza del mondo MEI, ha incontrato e intervistato presso la sede di V.A.T. (Distributore ufficiale e Centro Assistenza Autorizzato) Mario Majo, il nuovo Direttore MEI Italia.

Intervista con Mario Majo, MEI Italia Quali sono i mercati di riferimento di MEI e che importanza ricopre il settore del vending per il vostro gruppo? MEI ha quattro mercati di riferimento: vending, gaming, transport e retail. Il vending può essere considerato il nostro motore, il comun denominatore di tutti i Paesi in cui operiamo, anche se nel settore dei trasporti abbiamo una quota di mercato straordinaria perché siamo presenti in tutto il mondo e nei grossi progetti c’è sempre un nostro prodotto. Come vi siete strutturati per seguire un mercato così vasto? Il quartier generale del nostro gruppo si trova a West Chester in Pennsylvania, vicino a Philadelphia. Le nostre sedi produttive sono in Svizzera (a Ginevra vengono prodotti i lettori di banconote ad alta prestazione); in

Messico, lo stabilimento principale dove viene prodotta tutta la gamma del vending; in Cina, dove viene prodotto solo il validatore; nel Regno Unito, che però è ormai diventato prevalentemente un polo logistico in cui l’unica attività produttiva si verifica quando vengono effettuate alcune modifiche dei profili base. Abbiamo, per il solo vending, 46 commerciali e 29 tecnici che seguono i clienti, 13 distributori in Nord e Sud America , 40 in Europa e nell’Asia Pacific Region, oltre ai più di 100 centri di servizi che coprono l’intero globo. Investiamo molto nello sviluppo del prodotto e delle persone, nell’innovazione e nell’integrazione. Per MEI è fondamentale adottare gli standard e cercare il massimo della connettività con ciò che è oggi disponibile nel mondo, così come avere una produzione flessibile.

Particolare attenzione è riservata alle partnership mondiali. Seguiamo direttamente gli imbottigliatori, che rappresentano una parte importante del business, gli OEM (i costruttori di macchine), le grandi gestioni e abbiamo la nostra rete di distributori che si rivolge sul mercato ai clienti medi e piccoli. Come mai gli imbottigliatori rivestono un ruolo così importante per MEI? Gli imbottigliatori sono importanti perché nei Paesi emergenti rappresentano quasi sempre il punto di partenza. Il vending di solito si sviluppa in questi stati proprio grazie agli imbottigliatori, com’è successo anche in Italia negli anni ’50. Quali sono i principali prodotti per il vending che avete presentato a Venditalia 2008? Venditalia 2008 è stata l’occasione

per presentare i nostri principali prodotti: MEI CASHFLOW® 7900, che grazie a una tecnologia rendiresto rivoluzionaria, è in grado di favorire l'incremento delle vendite e dei profitti e unisce alle tradizionali funzioni nuove capacità di controllo e diagnostica. MEI Cashflow® 2612, l'accettatore di banconote a larghezza fissa più venduto al mondo. L'elevata qualità del sistema di accettazione consente di eliminare gli inceppamenti e l'elevato tasso di accettazione in qualsiasi direzione permette ai clienti di completare le transazioni al primo tentativo. MEI CASHFLOW® 9510 l’accettatore di monete di nuova generazione in grado di offrire livelli di sicurezza e di accettazione senza precedenti per favorire la massima soddisfazione della clientela e l'incremento delle vendite. State lavorando anche ad un D.A.ITALIA 13


INTERVISTA ESCLUSIVA D.A.ITALIA

progetto di telemetria? Negli USA stiamo lavorando ad un progetto di telemetria e stiamo valutando l’opportunità di promuoverlo anche in Europa. La telemetria è abbinata a quello che è il cashless di riferimento negli USA, ovvero la carta di credito: siamo partiti con diverse soluzioni: l’ultima è il contactless, un sistema combo - lettore di banconote e carte di credito di vario tipo (dalla tradizionale carta magnetica a quelle nuove con RFID) -. L’utilizzo di carte di credito nel vending è una delle principali frontiere da superare. Siete riusciti a trovare un compromesso riguardo a due variabili critiche come la velocità di accettazione e il costo della singola operazione? La velocità di accettazione dipende dal tipo di transazione. Una transazione tradizionale da POS richiede un collegamento fisico in tempo reale col server ed è sostanzialD.A.ITALIA 14

mente inadatta alle esigenze del mercato del vending. Per transazioni di basso valore si possono utilizzare sistemi RFID (un chip che consente l’identificazione a radiofrequenza n.d.r.), quindi carte di credito con un limitato tetto di spesa (10-20 euro). La transazione è immediata perché non c’è il collegamento, che può essere tranquillamente realizzato a fine giornata o in settimana, con un sistema telemetrico o anche con un sistema di raccolta dati tradizionale. I problemi da risolvere però sono anche altri. Nel vending le transazioni avvengono in maniera opposta rispetto agli acquisti tradizionali: prima viene mostrata la carta e poi viene scelto il prodotto, mentre nel negozio avviene esattamente il contrario. C’è poi un discorso legato all’unificazione degli schemi: l’America ad esempio è un Paese enorme dove schemi bancari, protocolli e server sono tutti condivisi mentre in Europa ogni Paese ha degli schemi propri, quindi il colle-

gamento fisico con la banca non segue gli stessi standard. Si sta lavorando per giungere ad avere un unico schema e quando questo sarà disponibile, il costo della transazione sarà decisamente più basso. Storicamente nel vending è sempre stato molto difficile emergere nel segmento delle rendiresto. Come siete riusciti a conquistare e a mantenere la vostra leadership? La gettoniera rendiresto è senza dubbio un prodotto estremamente complesso. Prima di lanciare un nuovo prodotto MEI è sempre passata attraverso un restyling del prodotto precedente, ad esempio ai tempi della gettoniera 560, durante il passaggio dalla lira all’euro, invece di pensare ad un prodotto nuovo, MEI ha deciso di modificarne alcuni aspetti funzionali e il software. Questo ci ha consentito di superare le transazioni in euro senza problemi e ci ha dato il

tempo necessario per sviluppare nuovi prodotti come la 7900, pensata nel 2001 e nata dopo quattro anni di lavoro da un’esperienza condivisa Europa-America. Quando si sviluppa una gettoniera nuova bisogna anche tener conto di una serie di limiti posti dal mercato. Ogni distributore automatico ha le sue caratteristiche e le periferiche che poi dovranno essere collegate sono tante. La nostra rendiresto è quella che ha “visto” più distributori automatici e quindi ha avuto la possibilità di essere collegata a diversi lettori di banconote e a diversi sistemi cashless. Questo ci ha fornito tutta una serie di informazioni per poter sviluppare il prodotto e renderlo compatibile con ogni macchina in qualsiasi situazione. Quando si sviluppa un nuovo prodotto si tende a dimenticare questi limiti e si cercano delle soluzioni innovative, con l’ansia di dover aggiungere funzionalità. Ad esempio aggiungere un tubo significa dover stravolgere la meccanica


Mario Majo - MEI Italia

del prodotto e il modo in cui le monete vengono erogate nella parte bassa. Ci sono alcune cose che non sono standard ma determinate dalla storia e dall’esperienza. Quando si cerca l’innovazione a tutti i costi e senza esperienza si rischia di commettere degli errori a cui in alcuni casi è poi difficile rimediare. Spesso nel vending la variabile prezzo ha una grande importanza, mentre per una rendiresto la variabile chiave è senza dubbio la sua affidabilità. Riuscite a spiegare ai vostri potenziali clienti questa importante differenza? Ci siamo riusciti andando a visitare i clienti e spiegando loro che la nostra rendiresto è un investimento che dura tra i sette e i dieci anni. La nostra gettoniera in Italia è la più costosa ma è anche la più affidabile e la più venduta: in Europa abbiamo quote di mercato variabili, ma che in media si attestano tra

il 60 e il 90% del totale. In un mercato che conosceva poco questo tipo di sistema è stato molto faticoso far capire perché la nostra rendiresto ha una qualità superiore rispetto a un’altra, però oggi tutti i gestori hanno compreso che l’affidabilità è una variabile fondamentale, visto che un solo intervento tecnico sul sistema ha un costo superiore al differenziale di prezzo tra una rendiresto MEI e una di fascia economica. Uno dei nostri principali obiettivi è stato anche quello di spiegare che la rendiresto aiuta a far vendere di più e gli operatori l’hanno compreso visto che installano le nostre rendiresto non solo nelle locazioni pubbliche, ma anche in numerose locazioni chiuse. Quanto è importante la ricerca e lo sviluppo per mantenere aggiornata una tecnologia sofisticata e affidabile come quella implementata in una rendiresto?

La ricerca fa parte del DNA di MEI. La marginalità realizzata attraverso la vendita dei nostri sistemi ad un prezzo corretto ci consente di investire costantemente in R&D e in risorse umane. La gettoniera rendiresto è senza dubbio un oggetto dinamico, sottoposto a continue migliorie. Si pensi solo al fatto che deve essere sempre aggiornata per leggere monete che cambiano in continuazione. Oggi in Europa abbiamo 15 Paesi, ciascuno dei quali ha la propria zecca e produce monete con caratteristiche particolari. Paesi che in tutto hanno 8 monete, per un totale di 90 varianti. Noi nel nostro database ne abbiamo 400, più di quattro volte tanto, perché negli ultimi anni le zecche hanno coniato monete con caratteristiche leggermente diverse. La nostra garanzia di un tasso di accettazione elevato è dunque il frutto di un lavoro costante, di un approfondito studio delle monete e di una stretta cooperazione con

le zecche di Stato. Facciamo anche attività di consulenza: molte zecche europee coniano monete anche per nazioni emergenti e noi le aiutiamo a sviluppare la moneta o fare i controlli del caso, perché non tutte le monete sono adatte al vending. In questo modo la nostra gettoniera ha più valore perché accetta tutte le monete e le banconote che il cliente può avere in tasca. Una moneta rifiutata è potenzialmente una vendita persa e su centinaia di migliaia di distributori automatici anche una piccola quantità percentuale di mancata accettazione può incidere sul livello dei profitti. Cerchiamo di trasferire questo modo di vedere le cose anche ai clienti, perché quando utilizzano una gettoniera con un tasso di accettazione elevato, una qualità superiore e un numero di guasti ridotto, raramente decidono di cambiare. In media nel primo anno di vita ci tornano indietro due gettoniere su cento ed è una percenD.A.ITALIA 15


INTERVISTA ESCLUSIVA D.A.ITALIA

tuale che stiamo cercando di abbassare ancora. Sei stato da poco nominato Direttore MEI Italia. Qual è stato il tuo percorso formativo prima di entrare nel Gruppo? Mi sono laureato nel ’95 al Politecnico di Milano e il mio primo lavoro è stato nel ’96 all’interno dell’area tecnico-commerciale di una società specializzata in sistemi software per il controllo dei processi. Ho lavorato presso questa azienda per qualche mese, poi ho avuto un’esperienza di quasi due anni presso una multinazionale specializzata nella produzione di sistemi di lettura di codici a barre, dove mi occupavo di supporto alle vendite di una particolare categoria di prodotti. Oggi sei stato chiamato a prendere il posto di uno dei manager più apprezzati del mondo del vending: Gigliola Corsi. Quando sei arrivato in MEI hai incominciato a lavorare insieme a lei? In MEI sono arrivato nel 1998, D.A.ITALIA 16

quando ancora si chiamava Mars Eletronics International e faceva parte del gruppo Mars. Per circa quattro anni ho lavorato negli uffici a Belgioioso e mi sono occupato della parte relativa al supporto tecnico. Gigliola in quella fase lavorava come country manager e ho iniziato insieme a lei alcune “battaglie” come quella di convincere i clienti ad acquistare le rendiresto. Stiamo parlando di anni in cui l’Italia ancora contava poco a livello europeo, i mercati principali erano Francia, Germania, Inghilterra e Spagna. Hai fatto esperienza anche nei mercati esteri? Dopo l’avvento dell’euro sono passato da un ruolo prettamente tecnico alla responsabilità di alcuni Paesi dell’area mediterranea: ho iniziato con Israele per poi acquisire anche la Croazia, la Grecia, la Turchia, fino al Medio Oriente. Ho quindi sviluppato anche il mercato del Medio Oriente e mi sono trovato a lavorare in una fase in cui andava attuato un cambiamento, ovvero rimpiazzare prodotti ormai vecchi con prodotti nuovi. Mi sono

occupato di un progetto di sviluppo di una variante per l’Arabia Saudita del lettore di banconote. Il mio ruolo in quel periodo era ancora di supporto tecnico ma con una forte componente commerciale quindi le attività che ho portato avanti avevano una doppia valenza. Negli anni del dopo euro è stata assunta una figura che si è occupata esclusivamente della parte tecnica (Christian Ielo), mentre io mi sono impegnato sempre di più dell’area commerciale. Da quando Gigliola ha deciso di dedicarsi a tempo pieno ai propri interessi (giugno 2008) ricopro anche il ruolo di country manager, responsabile commerciale per l’Italia. Ho lasciato paesi come Malta, Croazia, Turchia e Grecia, ma ho mantenuto l’area del Medio Oriente. Lavoro in sinergia con Christian Ielo, che oltre alla parte tecnica ha anche un ruolo commerciale, come da filosofia MEI: quando si va dal cliente a fare corsi tecnici e a spiegare la gettoniera si parla sempre anche dei vantaggi e del valore dei nostri prodotti. Hai mantenuto le stesse com-

petenze di Gigliola Corsi o sei responsabile solo del settore vending? Ci saranno particolari cambiamenti con il tuo ingresso? Sarò responsabile solo del canale vending. In ogni Paese c’è una persona di riferimento per i vari mercati; in alcuni stati c’è una sorta di sovrapposizione ma per quanto riguarda le competenze che prima aveva Gigliola, sono state divise tra me e altre due persone. Io ora mi occupo esclusivamente della parte vending, mentre le parti retail e transport sono state assegnate rispettivamente a una persona che è con noi da poche settimane e a un’altra di Ginevra. In questa prima fase non ci sono ragioni per fare stravolgimenti. È un mercato che abbiamo visto crescere e al cui sviluppo abbiamo contribuito sia io che Gigliola, quindi sicuramente si parla di continuità, anche perché da quasi dieci anni l’Italia cresce ormai a due cifre ogni anno. Ci saranno sicuramente anche attività legate a una visione più personale ma non ci saranno rivoluzioni, se mai aggiustamenti conseguenti a con-



Mario Majo - MEI Italia dizioni di mercato che stanno cambiando, dal momento che i concorrenti sono sempre più aggressivi e numerosi. Noi proseguiamo per la nostra strada continuando ad acquisire quote, quindi non ci sono ragioni per cambiare rotta. La crescita a doppia cifra del mercato italiano, obiettivo quasi impossibile in praticamente tutti gli altri settori, potrà essere mantenuta ancora per qualche anno? Questo è difficile da stabilire. È una domanda che ci facciamo ogni anno ma per fortuna si sono sempre verificati eventi che hanno rimandato l’eventualità di una battuta d’arresto. Il mercato è ancora ricettivo perché la rendiresto non è utilizzata in maniera diffusa. E’ vero che nelle locazioni pubbliche ormai tutti i gestori ne hanno

installata una, ma nelle locazioni private ancora non è così e secondo noi questo è un canale ampiamente percorribile, soprattutto all’interno di alcune realtà dove si verifica un flusso di personale esterno o un utilizzo di personale temporaneo. C’è quindi ancora margine, considerando che il vending pubblico è in crescita ed in questo segmento le performance della gettoniera sono ancora più importanti e riusciamo a far valere la differenza rispetto ai prodotti della concorrenza, cosa che dovrebbe darci ulteriore impulso. Dal vostro punto di osservazione privilegiato, come valutate lo sviluppo del vending in Europa e nei mercati emergenti? L’Europa ha ormai un mercato stabile e consolidato, ci sono aree di

sviluppo nell’Est Europa e altre che si stanno affacciando lentamente al vending come la zona dell’ex Jugoslavia. Nei mercati emergenti vediamo qualche interessante sintomo di cambiamento in mercati difficili come l’India, che storicamente deve ancora superare lo scoglio iniziale dei costi e il Medio Oriente, dove la presenza del “coffee boy” negli uffici ha creato a lungo delle barriere allo sviluppo del vending tradizionale. Negli ultimi anni nel segmento dei sistemi di pagamento c’è stato, soprattutto in Italia, un forte mutamento di scenario, con fusioni, acquisizioni e spostamenti verso canali alternativi. Che cosa sta succedendo? Negli ultimi cinque anni il mercato del vending è cambiato, i grandi

gruppi di gestione hanno realizzato molte acquisizioni e il settore si è maggiormente concentrato. È ancora una situazione particolare rispetto ad altri Paesi dove i piccoli operatori non hanno nel complesso delle quote significative, ma l’aver spostato la ripartizione delle quote di mercato tra le gestioni medie-piccole e i grandi gruppi, ha creato delle polarizzazioni a vantaggio dei costruttori storici, attorno ai quali il mercato italiano si è consolidato. Le aziende che non avevano queste caratteristiche probabilmente hanno fatto fatica a resistere alle mutate condizioni di mercato, hanno perso quote e sono stati costretti a cambiare o addirittura ad uscire dal settore.



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La seconda tappa del Tour Necta Intervista con Riccardo Rabitti

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N&W, al fine di garantire un accurato servizio commerciale e una puntuale assistenza tecnica su tutto il territorio italiano, conta su una rete di Agenzie ufficiali Necta in esclusiva localizzate pressoché in tutte le regioni e tre Concessionari ufficiali situati in Sicilia e Sardegna. La redazione di D.A. Italia, per continuare ad approfondire la conoscenza della Divisione Commerciale Italia di Necta, si è recata in Emilia Romagna per la seconda tappa di questo intenso Tour e ha intervistato un imprenditore storico del settore della distribuzione automatica che collabora con Necta ormai da 40 anni: Riccardo Rabitti, Agente esclusivo per le province di Bologna, Modena, Reggio Emilia, Parma, Piacenza, Ravenna, ForlìCesena e Rimini.

Riccardo Rabitti

INTERVISTA CON RICCARDO RABITTI Sei vicino al mondo Necta da 40 anni. Come è iniziata questa lunga e proficua collaborazione? Nel 1968 la Zanussi aveva da poco realizzato un’acquisizione nel settore del Vending e stava cercando degli agenti di vendita. Io, pur nascendo come perito elettrotecnico, avevo da poco concluso un corso di agente di vendita (stavo lavorando per un’agenzia della Grandi Impianti) e decisi di presentarmi al colloquio per diventare Responsabile Vending per la zona di Reggio e Modena. A quei tempi il marchio

Zanussi non era ancora così affermato sul mercato. Gli esordi sono stati molto impegnativi? Oggi il marchio Necta è senza dubbio il leader di mercato in Italia ed in Europa, ma alla fine degli anni sessanta era Faema a dominare un settore che stava faticosamente muovendo i suoi primi passi. All’inizio non fu facile per il fatto di non provenire direttamente dal settore commerciale. Poi pian piano ho trovato i primi clienti fissi e soprattutto ho iniziato a collaborare con un gruppo di persone che nel corso degli anni è sempre rimasto a lavorare con me e che ha costi-

tuito il vero punto di forza di questa Agenzia. Quando hai deciso di creare la tua prima società? Ho creato la mia prima società (assieme ad un collega della Grandi Impianti di Parma e Piacenza), quando ho allargato l’area di mia competenza anche alla zona del basso lodigiano. Su consiglio del nostro Direttore Commerciale, nel 1985 ho creato una società per conto mio, cedendo il basso lodigiano e Pavia e acquisendo la provincia di Bologna. Come erano allora i volumi

di vendita? I volumi di vendita non erano assolutamente paragonabili a quelli attuali. Nei primi anni ‘90, ai tempi del Direttore Commerciale Dott. Fabbro, vinsi un premio come miglior Agente perché ero riuscito a vendere 100 distributori in un anno. Bisogna ammettere che all’epoca eravamo agenti “poveri”, di quelli ancora con la valigetta, ma da allora le cose sono molto cambiate e l’esperienza e le conoscenze acquisite in quegli anni si sono rivelate un bagaglio fondamentale per il proseguimento dell’attività e hanno contribuito in maniera decisiva alle fortune D.A.ITALIA 23


SPECIALE NECTA

dell’Agenzia. Quando avete iniziato a strutturarvi anche con un magazzino? Il potenziamento della struttura è andato di pari passi con il progressivo sviluppo del mercato. Abbiamo avuto la fortuna di approfittare di un momento favorevole, soprattutto determinato dall’introduzione nei nostri distributori del gruppo in plastica. Siamo però arrivati ad aprire il nostro primo magazzino grazie ad una sinergia di fattori che si sono verificati contemporaneamente: l’avvento di una tecnologia più semplice, costi ridotti con una qualità migliore e uno sblocco del mercato. Per ottenere dei buoni risultati infatti non è mai sufficiente un unico eleD.A.ITALIA 24

mento favorevole: si può uscire con una tecnologia avanzatissima o uno strumento eccezionale, ma se i tempi non sono maturi (una congiuntura economica particolarmente negativa, ad esempio) è comunque molto difficile realizzare una corretta marginalità. Qual è stato il primo modello che ha realizzato vendite consistenti? Il primo modello della Zanussi che ha avuto un buon successo commerciale è stato il C701 (quello con l’immagine del barista), una gamma che si è rivelata vincente soprattutto per le innovazioni nell’elettronica. Proprio in quegli anni i gestori incominciavano ad investire e a rinnovare il parco macchine, il settore aveva

ripreso fiducia e si stava sviluppando a tassi molto interessanti. Quando avete fatto il vero salto di qualità? Abbiamo avuto un forte sviluppo dell’agenzia quando abbiamo deciso che era opportuno seguire il mercato a tutto campo. All’inizio seguivamo solo le grosse gestioni e avevamo a disposizione un unico tecnico, ma in seguito ci siamo organizzati con il magazzino, i pezzi di ricambio, e la pronta consegna di distributori automatici. Da semplice agenzia siamo diventati agenti strutturati e abbiamo iniziato a seguire anche i piccoli gestori ai quali consegnavamo la macchina già assemblata. È soprattutto su questo aspetto che la nostra organizzazione è

cambiata nel tempo, perché oltre a vendere i distributori, siamo in grado di offrire un servizio completo, garantendo tutti i servizi a contorno della fornitura di un prodotto tecnico com'è il nostro. In questi 40 anni avete cambiato spesso la vostra sede? Abbiamo cambiato sede tre volte: la prima quando lavoravamo esclusivamente come Agenzia, poi ci siamo spostati in uno spazio di 150 metri quadrati in una posizione molto centrale di Reggio Emilia, ma che ci creava qualche problema a livello organizzativo. La sede attuale invece soddisfa tutte le nostre esigenze a livello logistico. Da circa otto anni abbiamo anche un ampio magazzino, che ci permette di


Riccardo Rabitti

stoccare i distributori senza farli arrivare direttamente dalla sede centrale della N&W. Attualmente la vostra struttura di quante persone è composta? La parte commerciale è gestita da me e mio figlio, poi ci sono altre due persone che si occupano della parte amministrativa. Completano la squadra: un responsabile magazzino ricambi, due tecnici e un addetto all’assemblaggio delle macchine. Siamo in tutto otto persone. Abbiamo una struttura molto flessibile, nessuno fa sempre e solo lo stesso lavoro, siamo intercambiabili e solitamente un’offerta non viene mai mandata avanti da un’unica persona ma vengono coinvolti tutti.

Operate in un territorio tra i più importanti in Italia, non sentite l’esigenza di potenziare la parte commerciale? La struttura commerciale dell' Agenzia è stata negli anni organizzata in funzione dell'evoluzione del mercato. Gestiamo importanti relazioni con i grossi Gruppi, in contatto diretto con le Società di Gestione della nostra area, e siamo in grado allo stesso tempo di dialogare con le numerose piccole realtà che necessitano di un servizio puntuale e specifico per ogni DA acquistato. I rapporti consolidati che abbiamo sviluppato negli anni ci permettono di essere estremamente capillari e di spingere commercialmente durante le delicate fasi di presentazione dei nuovi prodotti.

Come vi siete strutturati per l’assistenza post-vendita? Siamo convenzionati con dei Corrieri Celeri e se la chiamata arriva entro le 15, il cliente ha la certezza di ricevere tutti i pezzi di ricambio entro la mattina successiva. La nostra struttura è organizzata in modo da poter fornire un'assistenza tecnica sia sul posto che telefonicamente. Presso la nostra sede teniamo inoltre i corsi del "programma di formazione Necta" dove, con la presenza di tecnici Necta, formiamo il personale dei nostri clienti, sia con corsi tecnici che di aggiornamento. Oggi avete una gamma di offerta molto completa che presenta anche prodotti dedicati al mondo Ho.Re.Ca.

Come riuscite a dare assistenza in questo caso? Agli inizi di questa attività, ci siamo organizzati mediante tecnici del territorio in grado di fornirci un punto di appoggio in ogni provincia: persone che conoscevano molto bene il mondo del Vending. Sono punti di riferimento che abbiamo mantenuto: abbiamo un tecnico a Bologna, che ci supporta per quello che riguarda l’Ho.Re.Ca. e gli interventi urgenti sul Vending e uno a Parma e a Piacenza. Internamente abbiamo due tecnici che sono in grado di seguire anche questo settore e sul territorio possiamo contare su altre strutture che ci aiutano, sia a livello tecnico che con i pezzi di ricambio. È una rete che abbiamo costruito negli anni, basandoci su D.A.ITALIA 25


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RABITTI RICCARDO Sig. Rabitti Riccardo Via Monti, 13 42100 REGGIO EMILIA Tel. 0522/332260 Fax 0522/332054 Zone: BO-MO-RE-PR-PC-RA-FC-RN

PIERO s.r.l. nelli Piero

PAOLO PARIS Sig. Paris Paolo

DI DONATO VENDING s.r.l. Sigg. Di Donato Domenico - Di Donato Lucio

LAURI FRANCESCO Sig. Lauri Francesco

un rapporto fidato con persone molto competenti. Oggi siamo presenti su tutto il nostro territorio e riusciamo a coprire anche San Marino. Come riuscite a gestire il rapporto con N&W in una regione dominata dai principali gruppi di gestione? Il rapporto con N&W è sempre stato positivo e dopo 40 anni di intensa collaborazione sarebbe difficile immaginare il contrario. Devo ammettere che N&W è stata corretta nel permetterci di avere sul territorio un ruolo che ci aiuta a gestire tutte le realtà, dal piccolissimo al grosso gestore. Chiaramente occorre mantenere degli equilibri corretti e io ho avuto la fortuna di avere sempre a che fare con persone leali e disponibili: da parte mia ritengo D.A.ITALIA 26

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di essermi sempre mosso in maniera corretta, i nostri clienti sanno di poter contare su un partner affidabile. Avete mantenuto buoni rapporti anche con i grandi gruppi di gestione? Per quanto riguarda il rapporto di collaborazione con i grandi gruppi, devo dire che negli ultimi anni si conferma estremamente positivo. Abbiamo sempre venduto esclusivamente distributori automatici e sistemi di pagamento e mai i prodotti. Questa scelta è stata fatta allo scopo di concentrarci sul nostro core business, evitando dispersioni di energie e politiche defocalizzanti. Obiettivo è garantire sempre maggiore competenza e professionalità al servizio della nostra clientela.





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IL MERCATO DEL VENDING Esperia Centro ha inaugurato a Prato la sua nuova piattaforma logistica

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[ eventi ]

Sabato 19 luglio Esperia Centro, una rivendita fondata nel 1992 da Adriano Garibaldi, ha inaugurato a Prato una nuova piattaforma logistica progettata per l’espansione in alcuni mercati del Centro Italia e la produzione dei propri marchi di caffè “Caffè Garibaldi” e “Caffè Senior”. La continua crescita di questa dinamica rivendita ligure è principalmente dovuta all’attenzione e all’intelligenza con la quale il management ha sempre operato, riuscendo nel contempo ad interpretare correttamente le complesse esigenze degli operatori del vending. D.A. Italia per conoscere più da vicino questa realtà ha partecipato all’inaugurazione della nuova sede toscana, dove ha incontrato e intervistato Adriano Garibaldi e suo figlio Mirko, attuale Amministratore Delegato di Esperia Centro.

Mirko e Adriano Garibaldi

INTERVISTA CON ADRIANO E MIRKO GARIBALDI Adriano, cosa ti ha spinto ad entrare nel settore del vending e aprire un’attività di rivendita? Prima di entrare nel vending provenivo da un settore completamente diverso, quello Ho.Re.Ca, ma nel 1990 ho ceduto tutte le mie quote societarie. Nel 1992 ho conosciuto Umberto Lavelli (Esperia) che mi ha proposto una collaborazione. Dopo solo sei mesi di lavoro mi sono reso subito conto delle grandi potenzialità di questo mercato e ho acquisito una quota della rivendita. Nel 1994, in accordo con i soci, ho deciso di rilevare l’intero pacchetto societario. Mantenete ancora buoni rap-

porti con Esperia? Assolutamente sì. I nostri rapporti sono improntati al massimo rispetto reciproco e non andiamo mai a scontrarci sui clienti. Dal 1994 ad oggi Esperia Centro è molto cresciuta. Quanti collaboratori lavorano nella vostra struttura? Oggi Esperia Centro si avvale della collaborazione di dieci dipendenti, in totale nel nostro Gruppo, che comprende anche una torrefazione (marchio Garibaldi) lavorano 25 persone Quando è nato il marchio Garibaldi? Come mai utilizzate l’immagine dell’eroe dei due mondi?

Noi abbiamo sempre commercializzato caffè per conto terzi, ma ad un certo punto abbiamo sentito l’esigenza di operare anche attraverso un nostro marchio. Così quattro anni fa abbiamo registrato il marchio Garibaldi. Possiamo utilizzare il nome e l’immagine di Giuseppe Garibaldi perché discendiamo in linea diretta dalla sua famiglia. Un nome italiano così prestigioso vi dà qualche vantaggio sul mercato estero? Vendiamo molto anche all’estero. Abbiamo un importante partner a Francoforte che ci consente di operare in Germania, Austria e Svizzera .

Quali sono le considerazioni strategiche che vi hanno portato ad aprire una sede anche in Toscana? Esperia Centro è molto cresciuta in Toscana. Attraverso la sede storica di Carasco (GE), è in grado di operare sino a Firenze e servire tutta la costa sino a Grosseto. Questa nuova piattaforma andrà invece a coprire le province più a sud (Firenze, Siena e Arezzo) e tutta l’Umbria, un mercato per noi molto interessante. Avere un’altra sede ci consente anche di tornare a concentrarci sui nostri mercati di riferimento: La Liguria, la Sardegna e l’alta Toscana e provare ad espanderci nel basso Piemonte e nel sud della Lombardia. D.A.ITALIA 31


ESPERIA CENTRO

Piemonte e Lombardia sono mercati complessi e fortemente presidiati, avete già avuto qualche riscontro positivo? Dal gennaio di quest’anno abbiamo molto intensificato la nostra attività in questi mercati e siamo particolarmente soddisfatti dei risultati e dai riscontri che quotidianamente ci arrivano dai nostri clienti. Ma le rivendite non erano in crisi? La concentrazione di D.A.ITALIA 32

settore non ne stava riducendo l’attività? Noi stiamo crescendo di anno in anno con tassi medi del 10-12% e abbiamo avuto anche punte del 20%. Quindi non mi sembra che si possa assolutamente parlare di crisi. La concentrazione di settore molto spesso si accompagna anche ad un altro fenomeno e cioè l’apertura di nuove realtà. I piccoli imprenditori che vendono, oppure i dipendenti che hanno maturato un po’ di esperienza, spesso rientrano sul mercato costituendo nuove

gestioni. Comunque le rivendite servono sempre di più anche i medi e i grandi operatori. La Toscana è un’area molto presidiata: pensate che ci sia ancora spazio per realizzare una buona crescita? Secondo me c’è ancora spazio per tutti i competitors. Noi vogliamo crescere in Toscana, ma vorremmo anche ampliarci e uscire da questa regione. Riuscite a dare una mano ai

piccoli gestori che vogliono crescere anche attraverso dei finanziamenti? Sì, abbiamo aiutato e visto crescere molti gestori e non solo di piccole dimensione, perché oggi vanno aiutate e finanziate anche le gestioni medio/grandi. Riusciamo a risolvere anche molte altre situazioni perché fortunatamente abbiamo un accordo con la nostra banca che ci permette di fare leasing ai clienti e di poterli finanziare, possibilità che ha contribuito molto alla nostra crescita.


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novità nel vending DEMIL SPA HA OTTENUTO LA CERTIFICAZIONE AMBIENTALE EMAS Buonristoro Vending Group fa il bis: dopo la capogruppo Daem, anche Demil Spa, la società di Campogalliano, ha ottenuto la certificazione ambientale EMAS. Questo tipo di certificazione viene rilasciata dal ministero dell’Ambiente, secondo quanto previsto dal regolamento CE n. 761 del 2001, alle aziende che si sono particolarmente impegnate nel ridurre gli effetti negativi sull’ambiente circostante. Proprio grazie all’adozione di questa politica ambientale Demil Spa ha ottenuto questo importante riconoscimento, a seguito del parere favorevole degli Ispettori che hanno constatato il possesso dei requisiti previsti e la conformità di Sistema di Gestione Ambientale. Dopo la capogruppo Daem, Demil Spa è la seconda società di Buonristoro Vending Group ad aver ottenuto la EMAS, grazie all’assoluta convinzione che le proprie attività debbano anche essere orientate al rispetto dell’ambiente e al corretto utilizzo delle risorse naturali. Tale intento porta con sé anche l’ulteriore convinzione che una maggiore attenzione agli effetti ambientali possa portare a una riduzione dei consumi e dei costi aziendali. “Al giorno d’oggi – afferma Luigi Coghi, amministratore di Demil Spa – le responsabilità di un’impresa vanno oltre le semplici considerazioni finanziarie; bisogna infatti considerare l’impatto sociale delle attività svolte. Percorrere la strada dello sviluppo sostenibile significa per Demil gestire la propria attività in modo da migliorare le performance economiche ma contemporaneamente anche tutelare l’ambiente naturale”. Buonristoro Vending Group opera da diversi anni su tutto il territorio nazionale occupandosi in prevalenza di gestione di distributori automatici di prodotti alimentari. Le dimensioni del gruppo sono di assoluto rilievo con quasi 60 mila distributori automatici installati e circa 50 mila clienti serviti. Fra i provvedimenti adottati da tutte le aziende del gruppo, quello che ha impegnato maggiori risorse e sforzi organizzativi è stato quello della graduale conversione del parco automezzi circolanti, da benzina o gasolio a metano.

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novità nel vending WATER+MORE BY BWT: NOVITÀ DALLO SPECIALISTA DELL’ACQUA Ancora novità da Venditalia 2008, Water+more ha presentato in occasione della Fiera dei nuovi prodotti che vanno a completare e ad arricchire le varie offerte. Le cartucce filtranti Besttaste completano la gamma di prodotti delle innovative cartucce filtranti Bestmax per le applicazioni speciali in zone con acqua dolce e per le applicazioni nel settore delle bevande fredde. La nuova filtrazione a carbone attivo assicura la migliore qualità dell'acqua, senza particelle estranee e senza cattivo gusto e odore. Un vantaggio significativo è la massima flessibilità che deriva dall’utilizzo della testa universale per tutti i formati e modelli prodotti da Water+More. La nuova valvola di scarico Bestflush Plus assicura un'installazione semplice di tutte le cartucce filtranti. Congiuntamente ad un contalitri integrato offre il vantaggio di un facile risciacquo del prodotto e una determinazione esatta della capacità residua del filtro. Inoltre rende più facile il montaggio ed il controllo di tutte le cartucce filtranti Besttaste e Bestmax. Con l’utilizzo di un nuovo adattatore standard, le cartucce filtranti Bestcup sono ora adatte a tutti i distributori automatici per bevande calde alimentati attraverso tubo in gomma da un serbatoio separato dell’acqua. In termini di tecnologia anche queste piccole cartucce sono diventate grandi, perché sono dotate della medesima filtrazione a 4 fasi - come le “sorelle maggiori” Bestmax. Infine le cartucce filtranti Bestmax offrono una tecnologia superiore, una protezione efficace contro i depositi di calcare nel vending e nelle macchine da caffè e assicurano l'alta qualità dell'acqua. Con capacità filtranti da 820 a 6.000 litri e con una testa di connessione standard per tutti i formati di filtro, il prodotto è conveniente e di facile utilizzo. Il facile cambio del filtro, il rubinetto di chiusura acqua automatico quando si cambia il filtro, l’ingombro compatto e il basso investimento ne evidenziano l’elevata qualità.

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mondo associazione

Il convegno Confida del 4 ottobre a Milano I nuovi scenari del vending Anticipazione dei temi che saranno trattati nel convegno del prossimo 4 ottobre che si svolgerà a Milano presso l’Hotel Marriot di via Washington 66.

Dopo aver dato la parola ai gestori nell’evento dello scorso 20 ottobre, dopo aver ascoltato li produttori di alimenti e bevande nel più recente incontro dell’8 marzo, questa volta naturalmente la voce sarà quella dei Fabbricanti di distributori automatici e dei loro componenti. Il fil rouge che lega ogni appuntamento di questo ciclo è sempre lo stesso: l’Innovazione. L’Innovazione che merita rigorosamente la “I” maiuscola per il sacro rispetto che le riconosciamo da sempre in ogni singola fase della nostra filiera produttiva. Lo abbiamo visto anche dal punto di vista storico nello spettacolo teatrale che ci ha fatto ripercorrere tre generazioni di vissuti del nostro settore e lo vediamo giornalmente nella ricerca costante che ognuno di noi dedica nel suo lavoro, nella capacità dei gestori di ascoltare e registrare giornalmente i bisogni dei clienti, nell’incredibile immediata reazione dei produttori di alimenti e bevande che riescono a rispondere con efficacia e tempestività a queste istanze e lo vedremo il prossimo ottobre anche nell’Innovazione costante che riguarda la tecnologia e il design degli stessi distributori. Sappiamo che si deve ai produttori di macchine la leadership mondiale del nostro Paese in questo settore e allora sarà fondamentale ascoltare quello che avranno da raccontarci. Il focus che abbiamo scelto per parlare di Innovazione è la telemetria, un argomento che tutti noi conosciamo bene e che in alcuni casi abbiamo anche sperimentato, ma affinché si possa parlare di reale diffusione di massa di questa utilissima tecnologia è importante affrontare insieme il tema dello standard. Di questo famoso standard MDB parleremo il 4 ottobre o meglio, non solo ne parleremo, ma lo vedremo all’opera in una simulazione e ne vedremo anche declinati i vantaggi e le incredibili potenzialità nell’ambito di una spettacolarizzazione teatrale affidata nuovamente al regista e all’attore dello spettacolo che tanto successo ha riscontrato presso tutti noi. La diffusione della telemetria permetterebbe alle nostre macchine di essere controllate a distanza e di poter ottimizzare quindi i rifornimenti, la logistica e l’intera filiera lavorativa. Una maggiore diffusione di queste tecnologie, inoltre, consentirebbe di ridurre l’impatto ambientale

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degli oltre 17.000 automezzi impiegati per rifornire i 2 milioni di macchine installate in Italia. Ancora una volta potremmo quindi dimostrare al mondo intero che l’Italia arriva prima anche in questa importante innovazione che consentirebbe di cambiare ancora una volta la fisionomia del nostro settore, migliorando le modalità di lavoro di noi tutti e aumentando sempre di più il distacco da coloro che non lavorano con la qualità che il nostro settore merita e richiede ogni giorno. Anche questa volta avremo un ospite d’eccezione. Si tratta del Professor Domenico De Masi, Professore Ordinario di Sociologia all’Università La Sapienza di Roma che ha accettato di aprire i nostri lavori parlando dell’importante ruolo sociale del nostro settore. Il Professore non ha bisogno di presentazioni, ma se qualcuno volesse approfondire ulteriormente la sua conoscenza lo rinviamo al suo sito Internet www.domenicodemasi.it Ecco un possibile schema dei lavori che chiaramente è in fase di definizione: “I nuovi scenari del Vending…..la parola ai Protagonisti del Mercato …i Fabbricanti di distributori automatici e i loro componenti” 4 ottobre 2008 ore 10.30 – 16.30 MILAN MARRIOTT HOTEL Via Washington, 66 - Milano 10:30 – Registrazione 11:00 – Apertura a cura di Domenico De Masi, Professore ordinario di Sociologia all’Università La Sapienza di Roma (titolo intervento da definire) 11:30 – Video/teatro a cura di Mirandola Teatro 12:00 – Simulazione telemetria: prelievo dati – gestione eventi (guasto, rifornimento, controllo luci a distanza) 13:00 – Buffet 14:30 - Tavola rotonda con i Protagonisti del settore Moderatore: Domenico De Masi, Professore ordinario di Sociologia all’Università La Sapienza di Roma (Ospiti in fase di definizione) 16:30 – Question time e chiusura lavori


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Il secondo step della Carta dei servizi di Confida A fine Settembre entrerà nella sua fase operativa il secondo step del Progetto di qualificazione per le imprese associate a CONFIDA (“Carta dei Servizi”). Il Dott. Franco Bompani, Consulente di Confida, ha dettagliatamente illustrato i principali punti di questo ambizioso progetto nel corso delle riunioni delle Delegazioni territoriali svoltesi in questi ultimi mesi in tutta Italia. L’Associazione Nazionale darà vita ad un ulteriore ed ancor più intenso sforzo organizzativo per la formazione del “Referente aziendale per la Carta dei Servizi CONFIDA”, la figura aziendale che avrà il compito di armonizzare le varie funzioni gestionali al rispetto dei parametri di qualificazione. L’attività di formazione si articolerà di un due macro metodologie, tra loro complementari nell’unitarietà del progetto; in particolare: formazione mediante incontri sul territorio, ciascuno della durata di due giornate, nei quali i nostri Consulenti dott. Franco Bompani, prof. Ivan Dragoni e rag. Bruno Scacchi approfondiranno gli ambiti normativi di rispettiva competenza; formazione “a distanza” attraverso una piattaforma di e-learning, con la quale saranno forniti approfondimenti in materia legale ed in materia contabile (proposta di linee guida per un piano dei conti specifico per le imprese del Vending) a cura dei nostri Consulenti, rispettivamente, l’avv. Germano Bonetti e il dott. Lorenzo Odone. Presentiamo in questo numero una sintesi dell’intervento del Dott. Franco Bompani realizzato il 20 giugno a San Donato Milanese durante la riunione della delegazione territoriale Lombardia.

La Carta dei servizi Confida - Step 2 Il progetto Confida relativo alla Carta dei Servizi fu presentato, nella sua prima fase, durante l’assemblea Confida di Roma nel 2005. Il Dott. Franco Bompani ne ha illustrato la seconda fase, il cui l’obiettivo chiave è la formazione. Bompani ha esordito ricordando le motivazioni per cui la Carta dei Servizi era stata realizzata: rispondere a una serie di obiettivi, in primo luogo cercare di elevare gli standard qualitativi del servizio offerto sul mercato conseguentemente al grosso sviluppo del settore del vending verificatosi negli ultimi anni. Quando un settore è in crescita, si pone infatti il problema di migliorare continuamente le prestazioni offerte, anche se già buone. Successivamente è stato subito introdotto il tema centrale: l’importanza di far crescere culturalmente e professionalmente le imprese associate, obiettivo fondamentale in tutti i settori dell’economia italiana. Una delle cause principali della crescita zero e della stagnazione del PIL dell’Italia, ha ricordato infatti Bompani, è proprio la differenza di competenze, capacità e cultura tra chi lavora nel nostro Paese e chi in imprese estere. Per questo motivo l’obiettivo della Carta dei Servizi è anche quello di fare cultura e dare formazione, campo in cui Confida sta già facendo molto, soprattutto con il suo gruppo giovani. Ulteriore obiettivo è quello di elevare l’immagine del vending. Bompani ha evidenziato come in Italia ci siano a questo proposito due scuole di pensiero diverse: quella del “meno ci facciamo conoscere meglio è, per evitare di attirare troppo l’attenzione” e quella dell’ “inutile nascondersi perché tanto siamo già conosciuti”.

I fautori di questa seconda scuola credono infatti che, con l’evoluzione e la finanziarizzazione del settore, le aziende siano già note, come ha dimostrato il fatto di essere citate all’interno dell’ultima Finanziaria. Il rischio, ha fatto presente Bompani, è però quello di essere conosciuti solo di nome e non di fatto e di essere assimilati a settori diversi, con un tasso di professionalità non particolarmente elevato. Diventa necessario dunque elevare l’immagine del settore del vending, per farsi conoscere per quello che si è. Spesso capita infatti che visitatori esterni, magari poco pratici del settore, si accorgano solo visitando le aziende che dietro c’è una

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realtà che non immaginavano. Occorre quindi innanzitutto che ci sia un rapporto coerente e uniforme tra imprese associate e pubblica amministrazione, soprattutto pensando che riguardo ad alcuni argomenti, come ad esempio il DIA, ogni Comune e ogni Asl prevedono delle normative diverse, cosa che crea non pochi problemi. Entrando più nello specifico, Bompani ha spiegato cosa è esattamente la Carta dei Servizi: un documento di “marketing” in cui sono indicati dieci punti che stabiliscono dei principi di buon comportamento. La Carta si “correda” poi di altri due strumenti utili ad un suo miglior utilizzo: una Guida Operativa, per dare sostanza ai dieci punti e definire nel dettaglio i requisiti e gli adempimenti vincolanti o consigliati per l’adesione, e un Manuale della modulistica, ovvero una raccolta di moduli precompilati messi a disposizione per aiutare il gestore a rispettare alcune delle regole definite nella Carta. I dieci punti, un vero e proprio decalogo della qualità nella distribuzione automatica, indicano: massima attenzione alle esigenze e aspettative dei clienti e impegno costante al miglioramento; massima attenzione alla qualità e varietà dei prodotti somministrati; professionalità e correttezza del personale; affidabilità e regolarità del servizio; rifornimento puntuale e assistenza tecnica tempestiva; garanzia di pulizia e igiene dei distributori automatici e dei prodotti somministrati; efficienza dei distributori e facilità di utilizzo; efficienza dei sistemi di pagamento; continua attenzione all’innovazione; soluzioni personalizzate secondo le diverse esigenze e orientamento ad anticipare i futuri bisogni. Questo insieme di “buone intenzioni” fa della Carta dei Servizi un utile strumento per cercare di porre il settore sotto i riflettori dell’opinione pubblica. Nella Guida Operativa invece sono illustrati più in profondità i requisiti per dare sostanza a questi punti, alcune regole su varie tematiche come ad esempio gli aspetti sanitari. A questo proposito, ha ricordato Bompani, la parte della Carta originaria in cui si parlava di decreto legislativo 155/97, di HACCP, con tutti i manuali messi a disposizione per Confida dal professor Dragoni, è già vecchia e deve essere aggiornata perché sono

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intervenuti nuovi regolamenti a livello UE (852/2004) e sono già stati recepiti tre nuovi manuali HACCP che da qualche tempo sono a disposizione degli associati. Gli aspetti sanitari riguardano anche l’autorizzazione necessaria per la tenuta dei magazzini alimentari e la denuncia dei distributori installati. Inoltre, ha proseguito Bompani, la Carta dei Servizi tratta anche di altre importanti tematiche, tra cui alcuni aspetti legali come ad esempio il dl 114/98, il famigerato Com5 (a seconda delle regioni) che riguarda il rapporto con i comuni o l’assicurazione di responsabilità civile sui distributori. I temi relativi alla sicurezza con il dl 626/94, anche in questo caso è stato recentemente introdotto il testo unico o unico testo, tramite il dl 81 dell’aprile 2008, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale e entrato in vigore il 15 maggio. Altri temi affrontati dalla Carta sono il DL 196/03 in materia di protezione dei dati personali, secondo cui l’impresa certifica di adottare le procedure rientranti nell’ambito di applicazione delle disposizione del Codice della privacy; la Marcatura CE; i capitolati di fornitura e schede tecniche di prodotto, con la necessità di avere le schede tecniche di sicurezza per esempio relative ai prodotti detergenti che vengono utilizzati; le regole relative al marchio per alimenti e alle dichiarazioni di conformità per le richieste ai fornitori di generi alimentari; la procedura relativa all’etichettatura, tema quest’ultimo che può sembrare banale ma che molto spesso, come Confida ha avuto modo di constatare, non viene rispettato. Altre regole ancora, elencate da Bompani, riguardano il trasporto, soprattutto per quanto riguarda il prodotto fresco e quindi il mantenimento della catena del freddo e la tematica relativa al contratto col cliente, che si allaccia anche al tema della sicurezza. Tutte tematiche stabilite dalla legge. La Carta dei Servizi definisce anche un sistema di controlli interni in linea con quello delineato dal Manuale di corretta prassi igienica, oltre che consigliare di valutare sempre la soddisfazione del cliente, dotarsi di regole per gestire le eventuali lamentele e di includere la formazione del personale. Proprio quest’ultimo tema è stato sviluppato nella seconda fase. Qualche anno fa, ha ricordato Bompani, si era proposto di costituire una sorta di scuola di formazione, progetto in cui Confida credeva molto ma che è stato preso in considerazione solo parzialmente perché ancora non si sentiva nelle imprese l’esigenza di puntare sulla formazione manageriale e gestionale. Oggi invece, ha dichiarato Bompani, Confida è al corrente del fatto che i corsi di formazione dei gruppi giovani sulle tecniche di vendita hanno un gradissimo successo. Alcune grosse imprese di gestione hanno addirittura istituito dei veri e propri master, percorsi formativi per i propri responsabili di deposito, i commerciali e per tutte le figure di maggior rilievo all’interno dell’azienda. Continuando nel suo intervento, Bompani ha ricordato che alla fine della prima fase tutti coloro che aderivano in autocertificazione a questo progetto avevano la possibilità di utilizzare il marchio di qualità Confida e di apporlo anche sui distributori automatici. Riguardo alla seconda fase, tra i vari obiettivi da raggiungere prima menzionati, uno importante è sicuramente il riuscire a fare cultura approfondendo l’aspetto della professionalità. Un’iniziativa, ha


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sottolineato più volte Bompani, che va certamente sponsorizzata attraverso un’importante attività di comunicazione, anche per evitare il rischio di essere associati a settori con immagine negativa, molto lontani rispetto quello del vending. Lo sviluppo culturale nel vending è oggi reso necessario anche in virtù dei grandi cambiamenti avvenuti nel settore. Si è passati infatti da un mercato frammentato a una forte concentrazione di imprese, alcune anche con più di 2.000 dipendenti rispetto al centinaio di poco meno di venti anni fa. Ci sono stati investimenti da parte di fondi di private equity e termini come Ebidta e Due diligence sono diventati di uso comune, cambiamenti che fanno parte della crescita culturale in atto da qualche tempo. Ancora, strumenti come i palmari o parole e concetti come MDB, protocollo di prelievo dati EVA-DTS, standard tecnici anche per il packaging dei prodotti, sono diventati di uso comune. I distributori sono sempre più presenti nei luoghi aperti al pubblico, fenomeno di cui si è interessato anche Il Sole 24ore, con un volume uscito a maggio sullo store management e sulla gestione dei negozi che cita numerosi esempi di punti vendita automatici per esempio nel settore librario o della telefonia. I prodotti distribuiti dalle macchine sono molto diversi rispetto a una decina di anni fa, si tratta ora anche di prodotti dietetici, biologici, frutta, verdura, presenti se pur con alterne vicende commerciali. C’è stato un fortissimo sviluppo nel settore della certificazione di qualità ISO 9001 e già sono state create anche certificazioni diverse come certificazioni ambientali, l’ISO 140001. Ci sono aziende del settore già certificate, ci sono i primi esempi di certificazione di sicurezza, la cosiddetta OSSAS 18001, una norma di certificazione inglese, ma nel settore ci sono imprese già certificate. Il vending, ha dunque ricordato Bompani, sta vivendo una fase di cambiamento che non può assolutamente ignorare e a cui le aziende devono adeguarsi rispetto a tutti i loro aspetti. Bompani ha proseguito il suo intervento riportando alcuni temi espressi dal professor Perrone durante l’assemblea Confida dell’8 marzo scorso che lo hanno colpito molto. In particolare una frase: “possiamo allora aspettarci un risveglio creativo se avremo davvero la capacità di elaborare al meglio la malinconia determinata dalla rinuncia a una identità e a un’immagine di noi che non ci corrispondono più”. Bompani ha sottolineato come qualche volta si noti questa malinconia, soprattutto tra i gestori più anziani che spesso ricordano il passato in modo molto suggestivo ma come questo possa però diventare un vincolo se risulta un freno al cambiamento. Un altro tema affrontato da Perrone e ripreso da Bompani è che bisogna avere il coraggio di cambiare quando le cose vanno bene, mentre invece spesso si cambia quando iniziano a esserci problemi anche economici ma è già troppo tardi. Quando le cose vanno bene è l’occasione più propizia anche per mettere in moto quelle novità che possono portarci poi a una situazione migliorativa. La Carta dei Servizi Confida si inserisce proprio in questo processo di cambiamento, cercando di portare un piccolo contributo in termini soprattutto di competenze e conoscenze. Parte centrale del documento, come già anticipato da Bompani, è lo sviluppo degli interventi formativi: si è pensato di creare la figura del referente aziendale per la Carta, un interlocutore tra Confida e azienda che

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può essere l’imprenditore stesso o un suo collaboratore. A questo referente verrà data la possibilità di frequentare un corso di formazione, in parte in aula e in parte on line, per avere una conoscenza di tutti i temi affrontati. Al termine del corso verrà fatta anche una verifica sul grado di apprendimento. Oltre al corso è necessario anche un adeguamento organizzativo nel caso in cui in azienda ci siano dei gap tra quanto proposto nella Carta dei Servizi e quanto effettivamente applicato. Ad esempio, ci sono i nuovi manuali di corretta prassi igienica e bisogna verificare se le indicazioni riportate sono state recepite, se alcuni argomenti non sono stati trattati, per esempio i prodotti freschi, i boccioni o l’utilizzo delle taniche. Ultimate queste fasi viene rilasciato un certificato e ci sarà un forte supporto di comunicazione esterna e di pubblicità dell’iniziativa. Bompani ha poi ripreso tutto il discorso punto per punto, per riassumere nel dettaglio i temi affrontati. Riguardo all’integrazione della Carta dei Servizi, sono stati introdotti alcuni nuovi temi che non erano presenti: sana alimentazione-dieta e nutrizione, uno degli argomenti di punta per Confida; i temi ambientali; i temi di responsabilità sociale d’impresa e i temi relativi al sistema di controllo di gestione aziendale, argomento fortemente voluto dal presidente Scrigna perché si è partiti dal fatto che bisogna fare investimenti, per fare investimenti bisogna avere redditività e le imprese del settore devono avere una redditività. Per avere una redditività è necessario avere un sistema di controllo di gestione adeguato. Confida, ha ricordato Bompani, può offrire un contributo all’impresa associata anche in questa direzione. Nel marzo 2008 è stato costituito all’interno di Confida un gruppo di progetto di cui fanno parte il dottor Lazzari , il dottor Evolvi e alcune persone che si occupano dei vari temi: Dragoni per l’igiene, Scacchi per la sicurezza, l’avvocato Bonetti per i temi legali, il dottor Odone per i temi contabili e lo stesso Bompani, a cui è stato dato il compito del coordinamento dell’intero progetto. Il gruppo ha iniziato a riunirsi ad aprile per presentare il progetto ed è oggi a circa metà percorso. E’ stato in Sicilia, ha incontrato le delegazioni di Marche, Umbria, Abruzzo, Puglia, Emilia Romagna, Calabria e, dopo l’incontro di San Donato, ha chiuso gli incontri il 23 luglio a Roma. Nel frattempo è in fase di realizzazione una piattaforma di formazione via web perché parte dell’intervento formativo sarà on line. Una piattaforma che, ha sottolineato Bompani, non sarà utilizzata solo per gli argomenti della Carta dei Servizi ma che sarà un servizio complessivamente maggiore che Confida potrà dare agli associati. È stato deciso di fare parte della formazione anche on line sia per una questione di opportunità, sia anche per un problema di costi, infatti una formazione erogata secondo queste modalità fa diminuire i costi complessivi sia per Confida sia per i partecipanti. La partecipazione al corso sarà una condizione necessaria per l’adesione al Progetto di Qualificazione sul modello della Formazione sulla Sicurezza. Gli interventi formativi, realizzati per macroaree, inizieranno a settembre. Sono previste due giornate d’aula, una giornata su aspetti gestionali, mezza giornata sulle novità in termini igienico-sanitari e mezza giornata sulle novità in termini di sicurezza


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e salute dei lavoratori. La partecipazione del referente aziendale è “obbligatoria” ed è libera anche per altre figure aziendali. Gli aspetti gestionali riguarderanno la sana alimentazione, dieta e nutrizione; gli aspetti ambientali, tutti gli adempimenti connessi alla raccolta differenziata, al formulario, al registro di carico e scarico, al MUD; i temi di responsabilità sociale d’impresa, come il bilancio sociale, la certificazione etica e di responsabilità sociale, la responsabilità amministrativa delle persone giuridiche (ex dl 231/2001); alcuni cenni propedeutici, per la parte dell’intervento che sarà sviluppata on line, sul controllo di gestione; il tema dei controlli e monitoraggio e la customer satisfaction. Gli aspetti igienicosanitari riguarderanno la linea fresco, i boccioni, le taniche per gli allacci idrici e in generale i nuovi manuali HACCP; la sicurezza e salute riguarderà gli adempimenti previsti dal testo unico sulla sicurezza dl 81/2008. La parte on line sarà sulla piattaforma Confida e costituirà la parte relativa al grosso del controllo di gestione e al piano dei conti, altro argomento sollecitato dal presidente Scrigna. Confida mette a disposizione per chi vuole anche un piano dei conti specifico del settore, pensando che parte del controllo di gestione passa anche attraverso la contabilità generale. Bompani ha infatti fatto notare che le imprese del vending generalmente non hanno una vera e propria contabilità analitica e industriale ma sviluppando bene il piano dei conti è possibile ottenere delle informazioni più significative. Spesso le imprese di gestione si appoggiano a commercialisti che magari non conoscono benissimo il settore, quindi questo può essere un ulteriore strumento messo a disposizione per gli associati. Lo step successivo sarà la verifica del grado di apprendimento attraverso la compilazione di un questionario on line sulla piattaforma formativa a distanza. Ci sarà un’organizzazione e un tutoraggio per chi frequenta on line, ci sarà la possibilità di chiamare o di mandare delle e-mail per quesiti specifici e alla fine la verifica attraverso delle domande. Se non si risponde correttamente bisognerà ripetere l’esame. È stato previsto un data base di domande che vengono variate di volta in volta: l’obiettivo è quello di sollecitare l’interlocutore ad approfondire i vari temi dando un’infarinatura generale e utilizzando delle modalità per far si che il referente aziendale sia effettivamente formato o che acquisisca un livello di formazione accettabile. Sempre on line, ci sarà anche una verifica molto parziale del possesso dei requisiti richiesti attraverso uno scambio di informazioni tra tutor Confida e referente aziendale. Al termine verrà rilasciato il Certificato di Qualificazione Aziendale e ci sarà il supporto pubblicitario all’iniziativa. Questo progetto di Carta dei Servizi, così come lo ha pensato Confida, può essere anche lo stimolo per un progetto più ampio che Confida stessa potrà realizzare riguardo a una Società di Servizi a disposizione degli associati. Per fare questo potrebbero essere utili quelli che sono chiamati i Fondi Paritetici Interprofessionali per la formazione Confida e in particolare il Fondo Forte, che è il fondo di Confcommercio. Bompani ha ricordato che c’è la possibilità di avere dei finanziamenti

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che finora non è stata colta per mancanza di informazione. Uno dei compiti che Confida si è posta attraverso il ciclo di incontri con le delegazioni è quello di spendere un po’ di tempo su questo tema perché se le imprese che aderiscono all’associazione aderiscono anche ai Fondi Paritetici Interprofessionali, è possibile ottenere dei fondi anche consistenti semplicemente facendo domanda. Dopo l’entrata nella UE dei Paesi dell’Est, i fondi comunitari si sono sensibilmente ridotti perché questi Paesi sono destinatari prioritari. Si può dunque ricorrere ai Fondi Paritetici Professionali e per farne domanda bisogna avere un numero minimo di richiedenti ma lo scorso anno solo sette imprese su circa 350 hanno aderito, facendo sfumare questa grande opportunità. Il progetto della Società di Servizi, che potrebbe garantire agli associati ulteriori servizi a costo zero, ha bisogno di fondi che potrebbero essere reperiti proprio grazie ai Fondi Paritetici. Bompani ha dunque rimarcato l’importanza di fare domanda in maniera compatta. Due quindi sono le finalità principali del progetto Carta dei Servizi: quella di far si che diventi uno strumento promozionale, qualcosa che può far parlare del settore e quella di renderla strumento che aiuti a sviluppare le competenze, in aiuto soprattutto delle aziende di dimensioni più contenute. In sintesi, l’adesione alla Carta dei Servizi avviene attraverso la partecipazione al corso di formazione, la verifica dell’apprendimento attraverso un questionario nominativo erogato via web, l’adeguamento organizzativo, se necessario, e la verifica del possesso dei requisiti attraverso un esame documentale on line. Bompani ha ricordato che ci sono anche altri aspetti che parallelamente possono essere portati avanti e cioè il rilancio del gruppo di lavoro sul capitolato di appalto standard, avere una Carta adeguata, aver definito con puntualità tutta una serie di requisiti, avere una buona partecipazione. Tutto ciò può voler dire avere degli elementi per proporre un capitolato d’appalto standard approvato a livello ministeriale. Gli standard della Carta dei Servizi dovrebbero dunque diventare gli standard del capitolato d’appalto, approvato quindi puntando maggiormente sui temi del rispetto normativo o della qualità del servizio piuttosto che su temi strettamente economici di costo battuta o erogazione a favore della pubblica amministrazione. Per concludere, Bompani ha parlato del secondo step del percorso di qualificazione, il quale costituisce un contributo a un ulteriore rilancio del settore. Le imprese qualificate potranno vantare un livello di formazione sulle normative e sulle altre tematiche, ci sarà una sensibilizzazione su vari argomenti, dalla sana alimentazione all’ambiente e alla responsabilità sociale, tutti argomenti di forte presa sul mercato e importanti per le istituzioni pubbliche. Sarà probabilmente anche rilanciato il progetto di capitolato di appalto basato più su criteri quantitativi che qualitativi e la qualificazione non verrà più rilasciata in seguito a una semplice adesione ma attraverso il percorso formativo, il superamento della prova e con l’adeguamento organizzativo richiesto.


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La formazione professionale del Gruppo giovani di Confida Dal prossimo settembre, a fronte del successo ottenuto nel 2007, CONFIDA presenterà a suoi Associati diversi percorsi di formazione. Il piano si rivolge ai collaboratori e ai responsabili delle aziende che operano nel settore della distribuzione automatica per soddisfare le richieste avanzate nel corso degli incontri formativi del 2007, approfondendo gli aspetti che riguardano la comunicazione aziendale sia interna che esterna, per favorire il maggiore sviluppo delle aziende coinvolte. I corsi si terranno il venerdì e il sabato dalle 9 alle 18 circa presso la sede di CONFIDA, in via M. U. Traiano 7, a Milano. Al termine di ogni corso verrà rilasciato ai partecipanti l’attestato di frequenza. Tre i percorsi proposti: Vendita, Comunicazione e Leadership. La docenza è affidata al dottor Giorgio Carnesecchi, consulente di direzione e organizzazione e formatore. Lavora sia in Italia che all’estero e ha maturato una significativa esperienza nel mondo della D.A., operando come formatore in molte realtà aziendali del settore. PERCORSO DI VENDITA: il corso è rivolto a tutti gli associati interessati e si divide in Tecniche Relazionali di Vendita 1 (venerdì 17 e sabato 18 ottobre 2008), Tecniche Relazionali di Vendita 2 (venerdì 12 e sabato 13 dicembre 2008), Tecniche Relazionali di Vendita 3 (data da definire). L’obiettivo del corso è quello di condurre alla maturazione dei concetti moderni legati alla vendita, al fine di raggiungere una soddisfazione sempre più completa e professionale della clientela, sia presente che futura e quindi favorire lo sviluppo sempre maggiore degli associati a Confida. Durante il corso verranno chiariti gli aspetti fondamentali e più importanti della vendita per migliorare la capacità di condurre un colloquio. Si sottolineeranno l’evoluzione del ruolo del venditore e le sue responsabilità ed azioni, al fine di istruire in un modo nuovo le persone, alla ricerca dell’estensione dei mercati vecchi e nuovi e si analizzeranno le basi per una comunicazione inter-personale corretta. Si prevede un corso dal taglio interattivo, con simulazioni di vendita video-riprese e commentate e numerose esercitazioni studiate ad hoc per favorire al massimo sia la condivisione degli obiettivi che l’apprendimento e la memorizzazione dei metodi e delle tecniche suggerite. Tra ottobre e dicembre 2008 si terranno i corsi avanzati per coloro i quali hanno frequentato il primo livello a giugno e che desiderano completare, approfondire e chiarire i concetti esposti nel primo modulo, dopo averli sperimentati sul campo. PERCORSO DI COMUNICAZIONE: questo corso si indirizza a tutto il personale dell’azienda (responsabili e collaboratori), che non ha seguito il percorso di vendita. In particolare il taglio dell’incontro è stato studiato in modo specifico per tutti coloro i quali all’interno

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dell’azienda svolgono un ruolo non commerciale (centraliniste, magazzinieri, capi squadra, ecc.). Le lezioni del modulo intitolato Comunicazione aziendale interna: Orientamento al cliente interno si svolgeranno da venerdì 28 e sabato 29 novembre 2008. Verranno trattati gli elementi fondamentali della Comunicazione Interpersonale, al fine di chiarire gli aspetti più importanti della comunicazione tra le persone e migliorare il “clima” e la comunicazione tra i colleghi in azienda e tra le diverse parti della stessa. Un miglioramento del clima aziendale, un superamento di alcuni limiti individuali nell’espressione di se stesso ed una aumentata capacità di comunicare senza malintesi tra colleghi sono i risultati attesi da questo modulo. PERCORSO DI LEADERSHIP: il seguente percorso è formato dal modulo Guida alla gestione delle riunioni efficaci che si svolgerà venerdì 26 e sabato 27 settembre p.v. e si rivolge ai Responsabili di Filiale e agli Amministratori. Le riunioni sono uno strumento fondamentale per la buona gestione di un gruppo e permettono al responsabile di informare i partecipanti e motivare i singoli attraverso discussioni e decisioni collettive o individuali. E dal modulo Selezione del Personale e primi passi in azienda le cui lezioni si terranno venerdì 14 e sabato 15 novembre 2008 per i Responsabili aziendali e tutte le persone coinvolte nel processo di selezione.

Per avere maggiori informazioni sul programma dei corsi e sulla modalità d’iscrizione rivolgersi al Coordinamento Organizzativo Confida: tel. 02.33106427 – e-mail: michele.evolvi@confida.com



Aiabo news LA CARTA DEI SERVIZI AIABO

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Pubblichiamo l’elenco delle facilitazioni e delle agevolazioni offerte da AIABO a tutte le aziende associate: > Assicurazione: Con il pagamento della quota associativa, il neo associato entra a far parte di un ombrello assicurativo contro ogni sanzione amministrativa che possa essere elevata dalle autorità sanitarie. Tale assicurazione copre le spese di tutela legale dei propri diritti, fino ad un massimale di 20.000 per sinistro. > Consorzio Smaltimento: Gli associati AIABO possono partecipare al Consorzio CERTO (Consorzio Nazionale Eco Trattamento Rifiuto Tecnologico) che smaltisce i coolers usati ai sensi della normativa RAEE a prezzi decisamente vantaggiosi rispetto a quelli praticati dalle normali società di smaltimento rifiuti. > Consulenza Tecnica (audit): AIABO si impegna a far rispettare ai propri associati elevati standard qualitativi nella gestione del loro business; a tal fine, ogni associato si deve sottoporre annualmente ad un audit qualitativo effettuato da una società accreditata presso l’EBWA (European Bottled Water Association) che, lungi dall’essere percepito come un mero controllo deve essere un momento di scambio di informazioni e di ricezione di “best practices” volte al miglioramento continuo della propria attività. > Corsi di Sanificazione: Gli associati AIABO possono partecipare gratuitamente ai corsi di sanificazione organizzati dall’associazione in media due volte l’anno. Tali corsi (la cui partecipazione è aperta anche ai non associati dietro il pagamento di un contributo) hanno come scopo la formazione teorico-pratica degli operatori che quotidianamente si recano presso il cliente per effettuare interventi di sanificazione e manutenzione del refrigeratore. AIABO ritiene che sia fondamentale che la percezione dell’importanza di tale attività debba essere conosciuta e recepita soprattutto da chi la effettua in prima persona. > Know-How: Grazie al network di professionisti con il quale AIABO opera da parecchi anni, l’Associazione è in grado di fornire ad ogni associato un elevato livello di competenza su tutte le attività quotidiane legate alla distribuzione di acqua in boccioni, dal manuale HACCP alla legge sulla sicurezza sui luoghi di lavoro (L. 626), alle corrette procedure per lo smaltimento dei rifiuti. > Manuale di corretta prassi igienica: A tutti gli associati viene rilasciato un Manuale che descrive dettagliatamente le attività da eseguire per rispettare gli standard igienici richiesti dalle normative di riferimento e dagli Enti di certificazione. Tale Manuale è anche il documento che fissa i principi per i processo di autocontrollo HACCP. Attenendosi scrupolosamente a quanto indicato nel Manuale, ogni associato ha la certezza di fornire ai propri clienti un servizio di elevata qualità rispondente ai loro fabbisogni nel rispetto di tutte le normative.

Torna in primavera la terza edizione della D.A.Italia 7Cup Dopo due splendide edizioni del Torneo culminate entrambe con la vittoria della corazzata Necta, torna il campionato di calcio più atteso dalle aziende del vending. A partire dal 16 marzo scenderanno in campo otto formazioni con il preciso obiettivo di guadagnarsi l’ambito Trofeo sportivo. Le squadre che prenderanno parte alla competizione saranno come di consueto selezionate dalla nostra redazione, con priorità per tutte quelle formazioni che hanno già preso parte ad almeno una delle precedenti edizioni. Una novità: ogni serata vedrà lo svolgimento contemporaneo di due partite. Al termine i giocatori, gli accompagnatori, i tifosi e i giornalisti potranno approfittare per trovarsi tutti insieme a mangiare in un ristorante della zona. Il Torneo si svolgerà presso il centro sportivo CDA VILLAPIZZONE (zona V.le Certosa Milano) che metterà a disposizione il suo nuovissimo campo in erba sintetica realizzato appositamente per la stagione 2008/2009. Anche quest’anno la redazione di D.A.Italia sarà costantemente presente e illustrerà tutte le partite attraverso la rivista e un sito internet dedicato appositamente all’iniziativa. Buon Torneo a tutti !!



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EVA news La prima indagine paneuropea sulla distribuzione automatica di Catherine Piana - Direttore generale EVA L’EVA sta mettendo a punto un progetto molto importante che culminerà nella pubblicazione della prima indagine paneuropea sulla D.A. Lo studio prenderà in esame il mercato della D.A. in 21 paesi, nonché i comportamenti e le opinioni dei consumatori. L’iniziativa ha visto la luce a Colonia, all’EuVend di settembre del 2007, nel corso di una riunione volta a valutare la possibilità di realizzare un’indagine di mercato sulla D.A. europea. Dopo varie riunioni, l’EVA ha deciso di avvalersi della collaborazione di Datamonitor per analizzare i 20 paesi in cui è presente un’associazione della D.A., compresi i mercati emergenti, quali ad es. la Turchia, la Russia e anche l’Ucraina, il cui fiorente mercato è guardato con particolare interesse dai soci dell’EVA. Si è inoltre stabilito che lo studio dovesse coniugare un’indagine di mercato con un sondaggio sui consumatori. Dopo aver raccolto le opinioni di oltre 9.000 consumatori europei, Datamonitor potrà fornire dati specifici sulle loro aspettative e sulle opportunità del mercato. Rientreranno inoltre nel progetto: uno studio comparativo “paese per paese” basato su definizioni comuni e un questionario dettagliato da sottoporre a 3000 operatori del mercato. Alla fine si otterrà non solo un quadro del mercato europeo, ma anche un’analisi approfondita di tutti i singoli mercati ed un raffronto tra di essi. La realizzazione del progetto richiederà tempo, energie, finanziamenti e, ovviamente, la stretta collaborazione con tutti i soci dell’EVA e, in particolare, con le associazioni nazionali. L’EVA pubblicherà un aggiornamento annuale, in modo da consentire alle parti interessate della D.A. di individuare le tendenze. Un aggiornamento più dettagliato dei dati relativi al mercato sarà pubblicato su base bienniale, mentre l’indagine sui consumatori sarà aggiornata ogni quattro anni. Per finanziare il progetto, è richiesto un numero minimo iniziale di 20 investitori. In cambio, saranno loro garantiti vantaggi speciali ed esclusivi. Si tratta di un’occasione irripetibile per sostenere e accrescere la conoscenza del nostro settore e dei consumatori. Il progetto è uno dei più avvincenti che l’EVA abbia mai condotto, e sono assolutamente convinta che i soci si impegneranno al massimo per sostenerlo.

EVA istituisce un Comitato Fabbricanti di bicchierini Il Comitato Fabbricanti di Bicchierini dell’EVA sarà costituito allo scopo di elaborare un messaggio comune della D.A. da trasmettere alle autorità, alla stampa e ai consumatori riguardo ai bicchierini usa e getta dei distributori automatici. A tal fine, l’EVA sta coinvolgendo i leader del mercato, ossia Hühtamaki, RPC-Tedeco Gizeh, FLO e Veriplast, ma anche altri operatori del settore in modo da disporre della più ampia rappresentanza possibile. La creazione del Comitato è stata sollecitata dal vivo interesse di cui godono le politiche ambientali, nonché dalla necessità di controbilanciare alcune delle dichiarazioni delle ONG, riprese dalla stampa, che stanno alla base di tali politiche. L’operazione mira inoltre a rendere le parti interessate consapevoli del fatto che la D.A. e i produttori di materiali usa e getta sono organizzazioni responsabili che hanno preso provvedimenti volti a tutelare l’ambiente e a promuovere tali iniziative.

Riorganizzazione degli uffici dell’EVA A seguito della partenza di Nina Poumpalova e nell’ottica delle future

sfide da fronteggiare, Catherine Piana ha deciso di riorganizzare l’ufficio dell’EVA. A breve verrà assunto un “Capo della Comunicazione e degli eventi”. Il Team ritiene di poter presto renderne noto il nome. L’organizzazione di tutti gli eventi, così come la Comunicazione, saranno gestiti da questa nuova figura. In futuro, il Comitato Tecnico sarà coordinato da Rozenn Maréchal, mentre il Comitato Cashless sarà coordinato da Véronique Simon. Il coordinamento delle riunioni delle Associazioni nazionali e delle riunioni dell’EVMMA sarà svolto da Catherine Piana. D.A. Italia si unisce ad EVA e ai suoi Soci, esprimendo a Nina un sentito ringraziamento per i suoi 7 anni e mezzo di grande lavoro e dedizione e augurarle sempre nuovi successi per il futuro.

Microtronic Titanium sponsor of the EVA’s payment systems conference in Brussels, 12 September 2008 The EVA is proud to announce that Microtronic will be a Titanium sponsor of this year’s payment systems conference. “Microtronic has always been a great supporter of the EVA and a major player in the cashless payment segment. Their support of this event is a sign of optimism for the industry and cashless payment providers alike. As a Titanium Sponsor, Microtronic will have the opportunity to showcase some of their latest innovations.” says Catherine Piana, EVA’s Director General. “This event will be a key moment in the agenda of all those dealing with vending or payment systems. The combination of Information and Communication Technologies (ICTs) and innovative payment systems, both cash and cashless, is offering great opportunities for vending operators to run more cost-efficient businesses, and meet consumer expectations regarding the range of payment systems available.” “There are two fundamental innovations in the global payment industry that are on the way to heavily influence the Vending market as well”, says Bernard Wahli, Executive Director of MICROTRONIC. “We are the first European company who brought the new EMV contactless credit card technology from Mastercard, Visa and American Express into vending machines. The next generation of mobile phone payment is also Vending ready. We think it is very important for all vending operators to be informed about the upcoming technologies that will affect their daily business in the near future.”

Coges sponsors the Systems Conference

EVA

Payment

The EVA is delighted to announce that Coges will sponsor this important event. The EVA Payment Systems Conference will be the meeting point for all stakeholders in both the vending and payment industries. Efficient and secure payment systems are key to a prosperous vending business and the conference will offer participants insights from renowned experts about the general payment environment in Europe and its consequences on vending. “We are very pleased to announce that Coges has decided to support our event”, says Catherine Piana, the EVA Director General, “which will focus on the importance of offering a variety of efficient, reliable and secure payment options in vending, as required by today’s consumers. The conference will bring together experts from within vending, but also from sister industries, such as the parking industry, in order to exchange views and experience”. “Coges supports this event as a European leader in design and production of payment systems for the vending market”, says Stefano Bertoldo, Marketing Manager of Coges.

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sicurezza alimentare

WellFood 2008: il congresso per la salute e alimenti funzionali a Colonia

WellFood 2008, che avrà luogo il 29 e 30 ottobre a Colonia, offrirà per la seconda volta al settore la possibilità di incontrarsi e di avere un intenso scambio di conoscenze. In particolare, il congresso si considera una piattaforma innovativa per gli operatori e gli specialisti del settore della ristorazione che, riconoscendone il potenziale di sviluppo, desiderano scambiarsi idee e sperano di incontrare nuove misure concrete da attuare. L'evento è organizzato dal Koelnmesse GmbH in collaborazione con LPV Lebensmittel Praxis Neuwied Verlag GmbH. In termini di contenuto, l'evento è sostenuto dall’Associazione Federale del Settore Alimentare Tedesco (BVE), dalla Federazione Tedesca delle Normative e delle Scienze Alimentari (BLL) e dall’Associazione Federale Tedesca del Commercio dei Genere alimentari della Vendita al dettaglio (BVL). Per definizione gli alimenti sani e funzionali sono "prodotti alimentari che hanno un particolare e dimostrabile effetto positivo sulla nostra salute e il nostro benessere ". Per rafforzare salute e benessere, un numero sempre maggiore di consumatori si sta rivolgendo ai prodotti e ai concetti che l'industria alimentare sta offrendo attraverso tutti i suoi settori di prodotti. La crescente coscienza della salute dei consumatori sta creando un ambiente favorevole per le innovazioni, che a sua volta sta aumentando la creazione di valore per industria, il commercio e la ristorazione. Il termine "WellFood" sta per la tendenza verso il miglioramento della salute, delle performance e della prevenzione delle malattie. Questa tendenza non si riflette solo nei prodotti ma anche nei concetti di commercio e di ristorazione. In totale, circa 150 specialisti del settore hanno partecipato al primo congresso WellFood che ha avuto luogo nell'autunno del 2006. Il programma di WellFood 2008 promuoverà ulteriormente il tema della salute e degli alimenti funzionali. Esperti nel campo delle ricerche di mercato - compresi i rappresentanti di GfK e Mintel – presenteranno l’attuale potenziale di crescita e di immagine all'interno del settore, mentre specialisti commerciali daranno un sguardo alle esigenze dei consumatori e alle tendenze nutrizionali. Uno sguardo ai mercati dei diversi Paesi aprirà nuove prospettive su questo importante mercato in crescita. Sarà preso in considerazione anche il tema dei requisiti legali, con esperti in materia di etichettatura e di imballaggio che

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presenteranno informazioni e suggerimenti. La sera del primo giorno congresso, i partecipanti avranno l'opportunità per imparare tutte le informazioni sui vantaggi di un innovativo concetto di ristorazione WellFood. Il congresso avrà luogo mercoledì 29 e giovedì 30 ottobre 2008 al Centro Congressi Koelnmesse, dalle ore 10.00 alle 16.00 il primo giorno e dalle 9.00 alle 16.30 il secondo giorno.


VENDING POLAND 2008 The third edition of the International Vending Exhibition – VENDING POLAND 2008 is scheduled for 25-26 september 2008 at the EXPO XXI Centre in Warsaw. The host of the event is the Polish Vending Association (Polskie Stowarzyszenie Vendingu)-PSV. Polish vending market develops very dynamically and has a very strong potential. Our future is marked with high perspectives of development, with increasing impact of foreign companies searching for good position in Polish market. The Polish Vending Association strongly supports development of this very promising branch of the market in Poland. Since Poland has been chosen to host t e EURO 2012 Championships (together with Ukraine), we gained the new stimulus for development for a number of sectors connected to vending. Poland, a member of NATO and the EU, the bridge between the West and the East, having strong tourism and very rich history and culture, big market with strong economic growth and development, and almost 40 million population is a very promising and perspective ground for all activities connected to vending and other modern ways of selling goods and products. VENDING POLAND has been developed in response to growing social and economic demand and expanding needs of the vending industry with in Poland and our region of Europe. The Warsaw Exhibition gives the companies a unique opportunity to enter t is dynamic market at a pivotal moment in the region ’s trading history. Our exhibitors, including not only the sector ’s key players but also smaller and mid-sized companies with specialized product ranges, stress the importance of the visitors’ expertise and international character of the event. What’s more, the exhibitors can expect t at their contacts at the trade fair will lead directly to t e lucrative follow-up enterprises. Never before so many international leading suppliers of domestic and industrial installations have been brought together with the decision-makers for t is exciting and innovative exhibition. Last edition of the exhibition held in 2006 hosted around 50 exhibitors, over 600 visitors, and included an equal split of Polish and international participants. We are sure, these numbers will significantly increase during this edition of the exhibition. All necessary details regarding the 2008 VENDING POLAND Exhibition are available at this internet website. www.vendingpoland.com

>>>>NEXT 03/09/08 - 05/09/08 - VendExpo

Krasnodar - Russia (Krasnodar) - www.vendingexpo.ru

11/09/08 - 12/09/08 - Payment

Systems Conference - Belgium (Brussels) - Conference organised by the EVA - www.eva.be 23/09/08 - 26/09/08 - World Food Moscow - Russia (Moscow) - www.worldfood-moscow.com 14/10/08 - 15/10/08 - Vending Poland - Poland (Warsaw) - www.vendingpoland.com 15/10/08 - 17/10/08 - NAMA National Expo - USA - Missouri (St Louis) - www.namaexpo.org 17/10/08 - 21/10/08 - Hostelco - Barcellona (Spain) - www.hostelco.com 27/10/08 - 29/10/08 - 14th Ebwa European Water Cooler Trade Show - Greece (Athens) - www.zenithinternational.com/events 29/10/08 - 01/11/08 - Vending Paris - France (Paris) - www.vendingparis.com 13/11/08 - 15/11/08 - Triestespresso Expo - Italy (Trieste) - www.fiera.trieste.it/espresso 18/12/08 - 21/12/08 - Vending Expo Istanbul - Turkey (Istanbul) - www.vendingfuari.com D.A.ITALIA 55


Poste Italiane s.p.a. -spedizione in a.p. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art.1, comma 1 DCB Torino. N°8/2008

settembre 2008 N°30

D.A.ITALIA - IL PERIODICO DELLA DISTRIBUZIONE AUTOMATICA

www.daitalia.it

le interviste esclusive: Giovanni Doglioni Majer (Rheavendors) – Mario Majo (MEI) Tour Necta: intervista a Riccardo Rabitti novità nel vending: Demil – Water+More eventi: Esperia Centro mondo associazione: Carta dei servizi D.A.ITALIA7cup formazione professionale EVA News la carta dei servizi AIABO WellFood 2008

elenco inserzionisti

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Silplaster s.r.l. - Via G. Brodolini, 4 (z.i.) 15033 Casale Monferrato (AL) - Italia Tel. +39 0142 76145 - Fax +39 0142 452663 info@silplaster.com

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Reda srl - Via Olona, 183/N - 21013 Gallarate (VA) tel: 0331 799388 - fax: 0331 799877 www.redavending.it

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