Vivere e capire Roma - pag 159

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F favole di antica origine che sono una risorsa per i «ciceroni» sprovveduti: dimostrazione comunque del vivo interesse che i monumenti di questa piazza continuano a suscitare. FONTANA DEL MORO - Di Gian Lorenzo Bernini fu anche l'idea genera-

le della Fontana del Moro concepita per rendere più imponente una bella vasca con quattro Tritoni che Gregorio XIII aveva fatto progettare da Giacomo Della Porta (1575). Bernini vi scavò attorno una piscina di accompagnamento e vi collocò al centro la statua eseguita da Giovan Antonio Mari. Le statue originali dei Tritoni cinquecenteschi vennero spostate nel Giardino del Lago in Villa Borghese nel 1874 (le copie che noi vediamo furono eseguite da Luigi FONTANA DEI CALDERARI - Il bacile della fontana a nord della piazza è

opera del Della Porta, ma ricevette la attuale decorazione di statue nel 1878: il «Nettuno» è di Antonio Della Bitta e le «Nereidi» sono di Gregorio Zappalà. La fontana viene detta «dei Calderari» dalla vicina strada nella quale era localizzata con le sue botteghe quella corporazione di mestiere. PALAZZO PAMPHILI - Venne costruito per la famiglia Pamphili da

Gerolamo Rainaldi il quale vi conglobò le case ereditarie, quelle vicine dei Mellini e di altri, oltre alla chiesetta esistente sul luogo del martirio di S. Agnese. I lavori durarono dal 1644 al 1650. Il palazzo ha uno straordinario sviluppo orizzontale con le sue due facciate su piazza Navona e sulla via di S. Maria dell'Anima. L'architettura non è strepitosa, ma imponente e sontuosa di decorazione. Un corpo centrale sembra addensare i motivi architettonici attorno all'ampio balcone che corona la zona del portale principale ad arco. I due piani superiori presentano finestre a timpano acuto o a semiluna inserite, in parte, dentro archi ciechi, mentre al centro domina un grande stemma. Sopra tutto, un coronamento a loggia con archi e finestre completa la zona centrale. Nei suoi lati più semplici si trovano altri due portoni architravati. Uno di questi dà accesso all'armonioso cortile recentemente liberato dalle superfetazioni. L’interno del palazzo è ricco di decorazioni pittoriche e a stucco; è stata invece dispersa una importante raccolta di antiche statue. Di eccezionale interesse è la lunga Galleria di Pietro da Cortona che reca l'impronta della inventiva architettonica del Borromini. Essa si apre sulla piazza con un finestrone a serliana e ha la immensa volta dipinta dal maestro con le «Storie di Enea». Il maggiore Salone è situato sopra il loggiato che, all'interno del palazzo, divide in due il cortile. Vi sono bei portali, attribuiti al Borromini o a Carlo Rainaldi. In due nicchie, alte sui lati brevi, si trovano un busto di Innocenzo X ed un altro del sommo musicista Pierluigi da Palestrina al cui nome è intitolata la sala (è questo un ricordo del ventennio, dopo il 1857, quando il piano nobile del palazzo venne occupato dalla Accademia Filarmonica Romana, cui succedette la Società Musicale Romana). Tutte le sale del primo piano del palazzo sono nobilmente affrescate secondo uno stile che rappresenta tipicamente il gusto della metà del seicento romano. Emergono, fra i dipinti, una serie di paesaggi di Poussin (Gaspare Duguet) e di marine di Agostino Tassi. Dal palazzo dominò dispoticamente su Roma donna Olimpia Maidalchini, per il popolo «la Pimpaccia di piazza Navona», cognata di Innocenzo X Pamphili. Attualmente il palazzo, divenuto nel 1961 proprietà dello Stato brasiliano, ospita regalmente la ambasciata di quel Paese che già vi risiedeva fin dal 1920 e la «Casa do Brasil». CHIESA DI S. AGNESE IN AGONE - Ne è proprietaria la Casa Doria

perché l'edificio venne immaginato come cappella del palazzo con il quale è intercomunicante. La chiesa venne cominciata da Girolamo Amici e Carlo Rainaldi 159


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